MTB: #FrontinoGiallino Test Ride

Finalmente ci siamo ! E’ giunta l’ora di iniziare a vedere come funziona la mia creatura il #FrontinoGiallino : come pubblicato in un precedente articolo, si tratta di una bici assemblata in casa dalla sottoscritta, partendo da un telaio commencal da dirt/pump di qualche annetto fa. Il montaggio finale e’ il seguente :

Telaio: Commencal 26′ pump
Forcella: RockShox Recon Silver Solo Air 100 mm travel
Serie sterzo: Cane Creek 1 1/8 a-headset
Ruote: Mavic Crossride 26′ PP15 con adattatori QR9, gommate Maxxis Minion DHF e DHR 2.5
Freni: Sram Level con dischi 200 front e 180 rear
Trasmissione: Guarnitura singola Funn 32 denti con MC Hollowtech a calotte esterne , deragliatore SRAM x9, comandi SRAM x7
Reggisella Telescopico Brandless (apparentemente un clone KS)
Manubrio Race Face 760 mm

giallina piineta
Cominciamo con il dire che era un bel po’ di tempo che non facevo un giro con una front che non fosse il giro dell’isolato o poco piu’. Quindi la prima sensazione a cui ho dovuto fare l’abitudine appena salita su Giallina e’ stata quella di sentire molto di piu’ il terreno, e di dover stare attenta a sassi sassolini e radicette anche su tratti pianeggianti. La location scelta per il test e’ stata la pineta di Ostia, sia perche’ con il caldo riesce a mantenere una temperatura quasi accettabile grazie alla vicinanza al mare, sia per la disponibilita’ di saltini, drop, una passerella northshore e qualche passaggio tecnico.
Diciamo subito che rispetto ad una full la bici e’ molto reattiva sul posteriore e che richiede maggiore attenzione nella guida. Nei singletrack pianeggianti o saliscendi che portano ai saltini si comporta egregiamente, ma ben presto mi accorgo che “la coperta e’ corta“, ovvero che per le mie gambine il vecchio pignone da 32 di #slayerina e’ parecchio duro. Riesco comunque ad affrontare qualche salitella anche abbastnza impegnativa alzandomi sui pedali, cosa anche questa impossibile con una full. L’assetto in sella in salita e buono, e il reggisella telescopico, di cui proprio non posso piu’ fare a meno fa il suo dovere. Credo che, modificando la trasmissione (avendo una singola sarebbe da arrivare ad un 42) , Giallina possa diventare una discreta arrampicatrice.
Ma veniamo ai salti e alle discese. Trattandosi di un telaio da dirt ci si aspetta un buon comportamento, e in effetti ne ho presto conferma. La bici e’ molto stabile quando stacca le ruote, piu’ di #Slayerina, unico neo del resto ovvio e che negli atterraggi schiena e articolazioni ne risentono, e chi mi conosce sa che ho una “certa” e che sono piena di acciacchi e microtraumi. Escludendo questo la bici stacca le ruote con facilita’ e atterra con precisione. La forcella lavora bene, anche se 100 mm forse sono un po’ pochi ma credo che in questo caso sia piu’ abitudine che altro.

salti con fronitno

Proprio per i problemi di schiena ho preferito evitare di provare i salti piu’ alti, quindi ho provato qualche passaggio tecnico con radici e ripidini. In questi casi la bici si divincola bene, richiede una guida sempre piu’ precisa di una full, ma se si riesce a direzionarla in modo opportuno copia tutto e scorre via, senza far rimpiangere l’ammo posteriore (schiena a parte sempre).

radici radici 1

Nel complesso di questo breve test (7 km circa in un oretta) promuoviamo il frontino. Ci sara’ probabilmente alla prima occasione da mettere nuovamente mano alla trasmissione, ma per ora risulta essere davvero divertente e godibile, a dimostrazione del fatto che con le dovute attenzioni di montaggiio anche una bici “economica” puo’ dare soddisfazioni (oltre a quella di averla montata in autonomia) ed essere un buon mezzo per scoprire il mondo della mountain bike 😉

#FrontinoGiallino is mostly powered by CRC
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MTB: CampoCatino bis – La Gabriella

Dopo le solite elucubrazioni meteo del sabato, decido di tornare a CampoCatino per provare la Gabriella, una discesa lunga e, almeno
sulla carta, mai troppo complessa. L’idea e’ anche quella di capire se questo percorso sarebbe anche fattibile con il neonato “frontinogiallino“. Come la volta scorsa l’avventura inizia su di un autobus che ci fara’ comodamente guadagnare 1400 metri di  dislivello e almeno 5/6 gradi di temperatura in meno. In cima infatti si sta benone.

bus1 campocatino top

Fortunatamente chiedendo infos trovo 3 ragazzi di Ostia che si offrono di farmi da guida: non siamo in un bikepark “segnalato” e, esattamente come l’altra volta senza gps e’ facile perdersi. Il sentiero a sto giro e’ tutto nei boschi, con un mix terra / rocce,e tanti aghi di pino che nascondono a volte qualche insidia. Non e’ semplicissimo ma almeno la prima parte non presenta grandi difficolta’: si tratta comunque di un sentiero molto naturale, con a volte varianti da inventarsi un po’ e non particolarmente
manutenuto. Tipico sentiero da giro AM, che comunque impegna, diciamo che per il mio livello e’ un ottimo trail per migliorare la tecnica.
La discesa e’ lunga, e optiamo per una variante un po’ piu’ tecnica che permette di evitare un tratto pedalato. Non c’e’ comunque mai nulla che mi obblighi a scendere dalla bici.

gabriella bosco

Perdiamo quota e la temperatura sale, ma il sentiero nella parte bassa si stringe e diventa un pochino piu’ flow, con un fondo sempre tendente al ghiaioso ma passaggi piu’ easy e divertenti.

L’ultima parte, che al dire il vero mi era stata scosigliata in quanto “nera”, effettivamente presenta 2 passaggi ostici: un ripidone che mi ha “fregato” probabilmente per la difficolta’ del terreno e la mia tecnica non ottimale, e un’altra parte fnale piena di pietroni , che mi ha costretto stavolta a scendere dalla bici. Si sbuca quindi sull’asfalto in corrispondenza di una bella fontana dall’acqua fresca, ultimi metri e siamo ritornati alla base.

road

Nel pomeriggio non me la sento di rifare un’altro giro, e decido di risalire in macchina in cima e godermi un po’ di fresco sgambettando un po’ per i prati

saltino campocatino

campocatino top

In breve, concludendo :

PRO:
– meccanizzato con navetta low-cost
– molto lungo e in gran parte fresco
– sentiero quasi esclusivamente naturale

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CONTRO:
– Richiede un livello minimo per essere apprezzato: no beginners totali, no frontini.
– la lunghezza per chi come me non e’ allenato a far solo discesa puo’ anche risultare “pesante” per spalle e mani.

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edit al 22/7 : ho ripercorso la Gabriella , stavolta pedalando, da poco sopra Guarcino, per evitare sia la parte finale “nera” che il caldo. Il trail nella traccia presenta la linea piu’ facile, con un pezzo pedalato e senza varianti. Confermo che è un bel trail di livello intermedio… GPS indispensabile altrimenti ci si perde.

MTB: Guarcino / CampoCatino / Obaco Trail

L’avventura inizia su un autobus. Si un autobus … carico di bici e di bikers. L’insolito mezzo ci sta portando a CampoCatino,
resort sciistico in parziale disarmo sito a 1900 mt slm. Stavolta si va in alto, roba quasi da Alpi, il caldo ce lo impone.
Se tutto va bene ci aspettano quasi 1400 mt di dislivello negativo.

autobus campocatino

La maggiornaza delle bici sull’autobus sono “bicioni“, ovvero bici da dh con doppia piastra e la cosa mi preoccupa un po’. Fortunatamente
gli altri riders che usufruiscono dalla navetta conoscono la location meglio di noi, e ci consigliano un giro piu’ “All Mountain” rispetto
a quello che avevo pianificato. Quindi cerco la traccia al volo del trail noto come l’Obaco, 20 km di cui gran parte in singletrack.
Ci sara’ da pedalare un po’ ma tutti ci dicono che ne vale la pena. Il gruppetto e’ lo stesso dello scorso weekend: Guido elettrificato
con il fratello Massimo alle prese con un frontino. Ci assicurano che il giro si fa anche con le front … e che c’e’ solo un pezzo
tecnico con rocce nella prima parte. Dunque iniziamo a salire seguendo la traccia.

campocatino salita

Saliamo, su una sterrata molto ghiaiosa e sdruciolevole dalle pendenze impegnative, che mi obbligano a scendere e spingere Slayerina.
Non tanto per le pendenze, quanto per il fondo. Guardo il colle a cui dobbiamo arrivare e spero solo che ne valga la pena, perche’ lo ammetto, questo genere di salita non e’ cosa gradita ne a me ne tantomeno alla mia schiena.
Arrivati il cima il panorama ricompensa lo sforzo, e si capisce che siamo in quota (attorno ai 2000 mt) , la vegetazione e’ ormai assente e lascia spazio a rocce .

top

Ora inizia la discesa, la cui prima parte e’ piuttosto impegnativa, non per le pendenze ma per il fondo tutto ghiaioni e pietre mosse. Riesco a difendermi discretamente e lo chiudo tutto in sella. Ci troviamo quindi ad una fonte dall’acqua freschissima, e da qua dovremo ripartire e trovare il singletrack che ci portera’ a valle.

ghiaioni fonte

gruppetto

E inizano i dubbi: il sentiero non e’ piu’ tracciato correttamente, il gps ci indica una direzione anch’essa priva di tracce.
Segnali o indicazioni zero. Chiediamo a degli escurisonisti e piu’ o meno ci indicano dove scendere. In qualche modo scendiamo, anche se la ciclabilita’ del percorso da loro indicato non e’ eccelsa, in pratica stiamo tagliando per prati sperando che qualche pietra non ci crei qualche problema tecnico. In un modo o nell’altro arriviamo ad una bellissima radura al cui centro si trova un masso molto particolare, a forma di montagnetta 😉

masso prati
Ci lasciamo un po’ prendere la mano su una parte scorrevole per prati ma ben presto ci accorgiamo di essere fuori dalla traccia.
Alcuni segnali CAI bianco-rossi ci convincono a perdere ulteriormente quota, su una pseudotraccia fatta di pietre e foglie tutt’altro che semplice. Il mio GPS dice che siamo fuori, Guido e’ convinto che le tracce si ricongiungano. Ad un tratto finiamo in una specie di gola rocciosa, da cui non si prosegue, perlomeno non in bici. Niente da fare, siamo costretti a risalire a spinta con molta fatica fino ai prati, e ad affidarci al GPS per riprendere la traccia. Fortunatamente incrociamo una coppia di escursionsti che stavolta ci consigliano in maniera corretta. Effettivamente poco prima della fine dei prati bisognava salire (sempre a spinta
ahime’) su un sentiero a sx, che dopo un po’ di saliscendi comincia a perdere quota, prima con alcune parti tecniche con radici e pietre fisse ma mai niente di impossibile, poi diventa un lunghissimo, scorrevole e veloce singletrack tra i faggi, a volte forse un pochino esposto.

singletrack

Purtroppo il singletrack a breve finisce e diventa una classica strada carrabile sassosa dal fondo un po’ insidioso …….
chi mi conosce sa che non amo questo tipo di strade in discesa, ma non ho alternative e cerco di farmela piacere, fino agli ultmi km su asfalto percorsi a gran velocita’ fino al paese di Guarcino dove avevamo lasciato le macchine.

Tirando le somme : si tratta di un giro in classico stile AM di difficolta’ media, un po’ di passaggi tecnici nella parte alta la cui difficolta’ e’ data dal fondo e non da altri fattori. Poi imboccato il singletrack e’ tutta una piacevole discesa senza #nientedidifficile

PRO :
Navetta a costo irrisorio (3 euro, orari 8,30 10.30 15.00) per guadagnare quota.
Panorama eccellente che quasi ricorda alcune zone alpine.
Quota alta e singletrack all’ombra, ottimo per godersi un po’ di fresco.

CONTRO:
Indicazioni assenti : senza GPS non e’ fattibile se non si ha una guida. E anche con il gps bisogna fidarsi ciecamente di quel che dice lo strumento.
Ultima parte su sterratone un po’ noiosa per i miei gusti .

Concludendo : da tornarci, magari percorrendo altri trail piu’ bike oriented. L’Obaco e’ un classico sentiero CAI, quindi che
considera i pedoni come usufruitori primari. Di conseguenza non tutte le parti sono apprezzabili appieno in sella, ovvio dipende dal livello e dalle proprie capacita’ tecniche. Per quanto giguarda la traccia gps, essendo la mia poco chiara e molto ravanata, vi rimando a quella che ho utilizzato per trovare la giusta via su wikiloc :

https://it.wikiloc.com/wikiloc/view.do?id=13782709

Vi consiglio inoltre, se usate mytrails di scaricare la mappa offline della zona in quanto la copertura telefonica e’ molto ridotta 😉

MTB: La Faggeta di Soriano

Continua la ricerca di posti dove girare in mtb lontano dal caldo. Questa volta e’ stato il turno de “la Faggeta di Soriano“,  location di cui si leggono pareri molto positivi su gruppi facebook e forum specialistici. Anche i video su youtube lasciano immaginare un qualcosa di flow oriented senza eccessi di passaggi tecnici. Questa volta con me ci sono Guido, e-biker con un livello tecnico di poco sotto il mio, e suo fratello Massimo, neofita quasi totale dell’offroad con un frontino 29.

L’arrivo al parcheggio e’ molto piacevole: dai 29 gradi di Roma siamo passati ai 19 dei 1000 metri abbondanti di quota.

I percorsi dovrebbero diramarsi attraverso l’enorme faggeta secolare che ricopre de facto l’intero monte Cimino. Il posto ha un suo fascino, anche se a me da l’impressione di tipica destinazione da gita scolastica, complici i numerevoli cartelli esplicativi.
De facto si rimane sempre in un bosco, e non ci sono mai punti piu’ aperti o panoramici.

faggeta 1 faggeta sky

Iniziamo a ravanare alla ricerca del sentiero. L’idea inizale era di percorrere il trail chiamato “al bivio” che dovrebbe essere il piu’ semplice a detta di un local a cui avevo chiesto infos nei giorni scorsi, e poi una volta risaliti evntualmente il “cionna“, un po’  piu’ tecnico ma molto flow, almeno sulla carta. Purtroppo trovare i sentieri e’ tutt’altro che semplice. Fortunatamente il GPS prende malgrado i giganteschi faggi, ma l’assenza totale di segnaletica ci fa desistere e confondere le idee. Un ragazzo cou una e-bike ci consiglia un sentierino facile per iniziare, decidiamo di seguirlo e finalmetne si inizia a scendere. Niente di che, fondo piuttosto antipatico e parecchia vegetazione.
Risaliamo sull’asfalto, che risulta essere abbastanza pendente senza mai mollare, ma si fa.
Comincia il secondo ravanamento. Decidiamo, malgrado non sia il piu’ semplice, di cercare il Cionna: l’idea di fare “al bivio” e di  dover perdere tanta quota per ritrovarsi a risalire su asfalto non ci convince.
Anche il trovare questo benedetto sentiero non risulta facile. Alla fine grazie al gps trovo la traccia che comincia subito con alcuni passaggi tecnici su roccia, roba abbastanza in stile ligure mi viene da pensare. Le cose poi si semplificano e si passa in zone decisamente piu’ flow, ma spesso intervallate da passaggi non facili e da gradoni apparentemente non copiabili, almeno x me.
Diciamo che un paio di volte son dovuta scendere, e che parecchie volte ho dovuto mettere i piedi a terra per indirizzare la bici  verso la linea piu’ fattibile. Peccato perche’ il trail sarebbe pure bello , ma non ho un livello tale da poterlo apprezzare appieno.
Lo ho trovato addirittura piu’ complesso dei Ripetitori di Civitavecchia, e forse, per certi versi del rocciosissimo Sestri Levante in Liguria. Il sentiero non ha mai pendenze eccessive , ma ha alcuni passaggi che probabilmente andrebbero “saltati” e che affrontati a velocita’ limitata diventano molto complessi. Resta un po’ di amaro in bocca ad essere sinceri , anche se qualche piccola soddisfazione c’e’ stata, come il chiudere il ripidone finale d’uscita.

E si risale nuovamente sull’asfalto anonimo…. Ora ben capisco perche’ questo posto per capirlo appieno va fatto tramite risalite in
navetta ….

cima cimino

Una volta in cima proviamo a cercare qualche stradotto che non perda troppa quota, e decidiamo di salire in cima al monte Cimino, da cui
tento la discesa di un bel ripidone, che purtroppo si conclude con botto finale per evitare un albero. Niente di rotto per fortuna.

Scendamo ahime’ per la stessa via di salita, un singletrack senza particolarita’ … e cosi’ termina questa giornata in cui almeno
una cosa non e’ mancata : il fresco.

Mi riprometto di tornarci, magari usufruendo della navetta e di una guida per poter conoscere meglio questo posto che sicuramente le
sue potenzialta’ le ha. Per il momento Faggeta 1 KiaZ 0 …..

Non pubblico la traccia in quanto molto sporca e poco chiara visti i numerosi errori fatti per trovare il sentiero.

Mtb: pineta di ostia mini bikepark

La Pineta di Ostia , seppur tendenzialmente pianeggiante puo’ diventare un interessante posto per migliorare la tecnica nei salti in mountain bike. Infatti grazie ad alcuni volenterosi locals sono comparse rampette e nortshore nell’area circoscritta tra la ferrovia e il canale dei pescatori. Diciamo che non e’ un posto apprezzabile dal punto di vista ambientale, anzi purtroppo il degrado e’ piu’ che evidente (un peccato per un posto che comunque permette a chi sta a Roma Sud un minimo di allenamento divertente) , ma la bella giornata di ieri e i saltini costruiti piu’ che bene mi hanno permesso un oretta di sano divertimento in modalita’ criceto 😉

ostia northshore

ostia jump

Il modo piu’ facile (e anche piu’ sicuro se si e’ in macchina) e’ quello di entrare in pineta all’altezza dell’incrocio tra Via di CastelFusano e il canale dei Pescatori. Seguendo poi la traccia gps gpx o semplicemente riferendosi alla mappa qua sotto dovreste riuscire a trovare la zona con i passaggi costruiti.

mappa pineta

Il terreno regge molto bene la pioggia, quindi e’ un posto ottimo per divertirsi un pochino anche in caso di maltempo. Inoltre essendo tendenzialmente morbido (in questo aiutano anche gli aghi di pino) e’ davvero facile avvicinarsi ai salti in discreta sicurezza.

Dowload traccia GPS GPX


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Forcella vecchia fa buon brodo … o no ?

Se andiamo a vedere il setup originale della mia biciclettina (#slayerina x gli amici) noteremo che montava una forcella ad aria marzocchi AM 1 con escursione di 150 mm, sulla carta superiore alla attuale rockshox Pike a molla da 140. Il principale abbandono della Marzocchi lo scorso anno e’ stato causato dal prematuro smarrimento del pomello del sistema ETA, ovvero del congegno che permette la riduzione della corsa a 120 mm in modo da agevolare la salita. Senza tale feature #slayerina somiglia ad una bici da freeride old-school, e in saliita non si pedala.

slayerina

Lo scorso we, convinta da un’amico abbiamo provato a rimontare la Marzocchi, dopo essere riusciti a costruire un pomello altrnativo per rimettere in funzione l’ETA. E’ stata occasione anche per montare il nuovo attacco corto del manubrio , altra piccola utile modifica utile per migliorare le performance in discesa di bici datate o entry level.

attacco40mm

Geometricamente parlando, le differenze si sentono. Il solito Formello e’ stato il banco di prova per queste modifiche, e la migliore confidenza sui salti e’ un dato di fatto :

Purtroppo non e’ tutto oro quel che luccica. La vecchia Marzocchi, seppur piu’ leggera e con maggiore escursione si e’ rivelata inaffidabile sui piccoli urti, mostrando ancora problemi sul rebound (ritorno). Probabilmente una revisione approfondita potrebbe riportarla agli antichi splendori o decretarne definitivamente la fine. Vedremo se riusciremo nell’impresa.

Quindi il giorno dopo rimontiamo la pike a molla. 1 cm in meno di escursione, peso maggiore e la sicurezza del perno passante, oltre al sistema meccanico di riduzione della corsa, meno sofisticato dell’ETA ma sicuramente piu’ semplice e affidabile. Manteniamo l’attacco corto del manubrio, e si va immediatamente a testare la bici sui saltini della pineta di Ostia …

pineta

La bici e’ OK, e qualcosa geometricamente abbiamo comunque guadagnato senza perdere in salita, l’attacco corto permette una maggiore facilita’ a stare arretrati, aumentando la sicurezza sui salti malgrado il cm in meno e il conseguente sterzo piu’ chiuso.
Concludendo , con una bici dalle geometrie un po’ datate qualche accorgimento a basso costo puo’ migliorare un pelo le performance, i limiti purtroppo nel caso Slayerina arrivano dalla forcella: il cambio dello standard per i cannotti sterzo (da dritto da 1 pollice e 1/8 a conico) ha ridotto notevolente le scelte per gli upgrade, a meno di non ravanare nei mercatini dell’usato sperando in un po’ di fortuna. Tranquillli cmq, per ora #slayerina resta con me 😉


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MTB: Back action camera

Per chi non ci segue su facebook, ecco il video realizzato a Formello sul trail “cinghiale”, uno dei piu’ datati ma pur sempre divertente 😉
Il percorso non presenta particolari difficolta’ come potete vedere, ed e’ apprezzabile anche con una front 😉 (chi ha effettuato le riprese . all’indietro girava con un frontino ;)) . Buon divertimento

formello curve

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MTB: Civitavecchia – Rotella – Ripetitori …

Enjoy the silnce: Civitavecchia Ripetitori trail Rotella
(traccia GPS GPX al fondo)

Finalmente una bella giornata soleggiata mi permette di riportare #Slayerina ai Ripetitori di Civitavecchia. Stavolta siamo
entrambe piu’ preparate, e l’obbiettivo e’ il trail Rotella, che non avevamo ancora percorso. La salita a sto giro non presenta
sorprese, le gambe vanno e il 36 fa il resto. In meno di un ora sono sotto al secondo ripetitore. Il vento da est/sudest e’ freschetto,
e in lontananza il mare mi fa pensare per un attimo al surf e alla mareggiata che potrebbe entrare. Lo scirocco pero’ e’ ballerino,
ha i suoi tempi, quindi ben venga la scelta di pedalare. Pochi incontri con esseri umani a sto giro, qualche motociclista, un paio
di bikers molto frettolosi, per il resto mucche, cavalli e silenzio.

mucche io cavalli top

Rimonto la mentoniera al casco Bell convertibile, accendo
la cam e giu’ per il Rotella. I sentieri di Civitavecchia han poco a che vedere con Formello o Monte Cavo. L’ambiente e’ completamente
diverso, molto piu’ selvaggio, il terreno e’ roccioso e insidioso. Non ho un buon rapporto con questo tipo di terreno, quindi vado
piano e cerco di farmelo piacere. Qualche punto dove si puo’ lasciare correre c’e’, ma questi sono i tipici trails in cui ci vuole
un po’ per capire il modo migliore per percorrerli. Ci pensa il paesaggio a compensare le mie skill un po’ limitate, e il silenzio.
La seconda parte del sentiero presenta anch’essa alcuni passaggi rognosetti, nulla di apparentemente impossibile, ma io ho una forma
di blocco psicologico per le pietre fisse, preferisco radici e canali scassati se proprio devo andare sul tecnico, ma in qualche modo si fa.

Siamo a fondovalle , e iniziamo a risalire per la sterrata, tra mucche,cavalli, margherite e fontane. Stavolta risaliamo nuovamente
ai ripetitori, e decido per il sentiero centrale classico. Anche qua pietre e pietroni, e un altro blocco psicologico su un rockgarden a passaggio obbligato. Quando la discesa e’ tecnica la fatica si fa sentire, e non abbiamo ancora finito perche’ ci aspetta il simpatico stradotto
che ci riporta all’asfalto … Un uscita tecnicamente interessante e mentalmente rilassante: tecnica, silenzio, e bei panorami, il tutto
a circa 50 km da Roma ….

cavalli2 slayerina

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top2

DOWNLOAD GPX

 

MTB: Formello, la Pecora, video e traccia GPS

In sella a Slayerina vi presento la Pecora, ultima creazione dei locals di Formello nel Veio Bike Park. La prima parte e’ molto facile, la seconda invece presenta un divertentissimo canale con saliescendi da montagne russe. Ecco il video, in fondo all’articolo troverete anche la traccia GPS.

La Pecora condivide la traccia di risalita con l’altra new entry, la Capra, sentiero un pelo piu’ tecnico con un grosso salto (evitabile) e qualche passaggio su roccia. Entrambi si sviluppano nella parte alta della macchia di Sacrofano, e possono essere percorsi anche in condizioni di discreta umidita’ (al momento della ripresa del video piovigginava a tratti) .

formello capra pecora

Formello si conferma una location spettacolare per avvicinarsi e migliorare nella MTB. I sentieri sono divertenti e davvero ben tenuti, adatti anche alle front con le dovute cautele, inoltre anche le rissalite sono su sterrato e su singletrack, tutte all’interno di un’area protetta, questo rende impossibile effettuare risalite meccanizzate (i percorsi comunque restano piu’ sul genere easy enduro/trail, raramente ho visto bici con forka a doppia piastra) rendendo il posto veramente ideale per allenarsi in tranquillita’ nel verde a pochi km da Roma.

Ieri e’ anche stata l’occasione per provare il nuovo upgrade di Slayerina, un nuovo manubrio RaceFace Riser largo ben 780 mm

slayerina manubrio

E’ ancora un po’ presto per trarre conclusioni, ma in questa prima prova posso dire che i cm in piu’ (l’originale era da 720) aiutano molto in discesa a mantenersi stabili in velocita’ e migliorano la confidenza sui salti, ma non solo: ero molto scettica sulla guida in salita con questo manubrione, invece anche qua specie nei passaggi tecnici e nei tornanti aiuta a tenere tutta la bici stabile.

manubrio race face

Si tratta di un upgrade relativamente poco costoso (su siti come crc e probike si trovano manubri di questo tipo tra i 30 e i 50 euro) che puo’ pero’ dare nuovi “imput” specie a bici un po’ datate o entry level.

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Per concludere, come anticipato ecco la traccia GPX: comprende tutta la parte alta del park di Formello, quindi Scoiattolo, Capra e appunto la neonata Pecora:

DOWNLOAD GPX

Si ringrazia MTB FORMELLO per il gran lavoro su questi sentieri 😉