Questo post e’ un po’ diverso dal solito, di parlare del #frontinorosso abbiamo gia’ avuto occasione in lungo e in largo, e questo non e’ il solito articolo tecnico o la recensione di un itinerario. Stavolta vi porto un po’ dentro la mia vita, anche se a dire il vero lo avevo gia’ fatto circa un anno fa, con questo articolo :
http://whybenormal.net/la-bicicletta-a-pile-e-non-mi-salvera
In realta’ le cose in quel momento non sono andate esattamente come speravo. E’ stata comunque occasione per confrontarsi con altre realta’, per capire come gira il mondo del bike business altrove, e per acquisire la consapevolezza che c’e’ ancora tanto, tantissimo da fare e che ahime’ in questo mondo essere donna (o forse sarebbe meglio dire “diversamente donna“**) rende le cose piu’ complicate. Ma da questa consapevolezza di complicazione puo’ uscire motivazione, e da qui nasce RidePink, primo “caposaldo” della mia sfida al destino.
Il secondo punto ha un carattere piu’ burocratico e amministrativo: nel paese dei cavilli e dei balzelli (Italia), i titoli rilasciati dalla federazione non hanno valore universale. Nella regione in cui risiedo (Piemonte) e in cui intendo portare avanti un buon 50% del mio progetto , serve un abilitazione regionale da Guida Cicloturistica per poter lavorare sui sentieri (ambiente ostile) con adulti a scopo turistico/ricreativo (leggesi: poter offrire servizio di escursioni guidate nei confronti di soggetti sprovvisti di qualsivoglia tesseramento/certificato medico) senza dover ricorrere, appunto, al burocratico accrocchio chiamato ASD. Chi mi segue su Strava avra’ visto che ho girato tanto con il frontinorosso cercando di spingere il + possibile con le mie gambette. Ebbene si, questo serviva a superare la prova di ammissione al corso in oggetto, prova che ho superato qualche giorno fa. Non sara’ una passeggiata perche’ la “convivenza” con il frontino dovra’ continuare per buona parte del corso, e io, se devo scegliere, preferisco andare a pile (del resto, il potenziale pubblico di una guida e’ al 90% elettrico, ma questo e’ un altro discorso…)
E quindi eccoci qua, avevo giurato che non sarei piu’ tornata a “scuola”, che non mi sarei piu’ impegolata in corsi, slide, tesine e altre cose dalla dubbia utilita’ e invece ci sono ricascata. Perche’ io ci credo, io so che il mio posto e’ li tra le mie montagne, non rinchiusa al buio vestita da scema . Il destino, in questi ultimi 10 anni e’ stato molto strano con me. E’ successo di tutto e di piu’, parzialmente intuibile scorrendo indietro questo blog, o guardando i miei profili social. C’e’ ovviamente dell’altro, non di pubblico dominio e interesse, ma tirando le somme questo lungo periodo passato nella Capitale, e’ stato, nel bene e nel male fondamentale per capire almeno in parte #tuttiimieisbagli, purtroppo fortemente influenzati dal fatto di avere un difetto refrattivo all’occhio sinistro poco diffuso, e correggibile appieno solo con particolari lenti a contatto (non da banco x intenderci).
Molto probabilmente se non avessi avuto “sfig-occhio” (come lo chiamavo) a alterarmi il sistema nervoso, ora come ora sarei maestra di snowboard, e probabilmente sarei gia’ gct/mmb da un po’ , ma pazienza, indietro non si torna, e – ahime’ – l’esperienza e il senno si acquisiscono solo con il tempo, a suo malgrado tiranno.
Tempo tiranno perche’ per molti probabilmente sono solo una “zitella” che trova consolazione nei suoi giocattoli perche’ non e’ stata capace di realizzarsi in maniera “normale”, creandosi una vita e una famiglia come tutta la gente “normale”. Gente “normale” che mi auguro in futuro di poter accompagnare nel mio mondo, regalando qualche attimo di spensieratezza e liberta’ in mezzo alla natura o – perche’ no – un po’ di adrenalina lungo un bel singletrack in discesa.
La mia famiglia sono le mie due biciclettine. Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo le stesse fortune (o sfortune), e la propria unicita’ va accettata, coltivata, e rispettata. Ho motivazione e passione da vendere, e penso di poter avere qualcosa da offrire nel mondo delle due ruote turistico/ricreativo. Stavolta tiro avanti dritta, senza influenze esterne, solo con la mia testa. E forse, anche se con qualche anno di ritardo, finalmente avro’ ragione.
Se siete arrivati fino alla fine di questo pippone vi ringrazio, nel limite del possibile cerchero’ di tenervi aggiornati sull’evoluzione del corso che seguiro’, che, ricordo essere di ben 280 ore, molte di piu’ di quelle di Federazione o peggio di alcuni enti. Sara’ il tempo a dirci se questa formazione sara’ davvero utile per poter operare sul campo in maniera professionale e sicura e per diventare una biker migliore.
Stay Tuned
KiaZ
** quando uso questo termine mi riferisco al fatto che non sono riconoscibile per niente in un classico stereotipo femminile, ma che ho sempre fatto senza pormi troppi problemi cose “da maschi” e che credo che se le ho fatte io sia tutto alla portata di chiunque e che gender e caxxate simili siano solo frutto del voler per forza etichettare e stereotipare ogni essere vivente in una certa categoria standardizzata.