Il surf esiste ancora

back 2 surf

Eta’ : diversamente giovane.
Anni di surf : non piu’ detrminabili
Livello di surf : non piu’ determinabile
Tavola : simil wombat allungato, diversamente giovane pure lui.
Spot : e’ lo stesso in cui quasi 30 anni fa ho messo per la prima volta le chiappe su una tavola.

Non credevo di riscrivere di surf quassopra, ne tantomeno credevo che mi tornasse l’interesse in questa attivita’. Due sono state le molle che mi han fatto tirare giu’ dal soppalco l’oggetto che vedete in foto

La prima nonche’ la fondamentale, e’ stata la (ri) scoperta di uno spot che e’ tornato attivo e che non e’ sotto il perenne occhio di una webcam . Ci ero passata gia’ piu’ volte a vedere, constatando talvolta affollamento zero in giornate comunque surfabili (parliamo di infrasettimanali) , anche se con qualita’ dell’onda non sempre glassy. Ma la bici mi ha insegnato a prendere quel che c’e’ (leggi leppego) e a tirare fuori del buono sempre, quindi il mio mindset negli ultimi mesi stava cambiando. Sempre nel margine del paletto piu’ importante : il non affollamento.

La seconda il fatto che ultimamente ho nuotato parecchio in acque libere, e mi sentivo particolarmente in forma dal punto di vista delle braccia, da qui l’idea , non potendo piu’ trasportare un longboard, di riprovare con l’altra tavola che mi e’ rimasta, un simil wombat anche lui reduce dall’avventura passata targata BlackDog Surfboards.

Non mi davo una lira o meglio un euro. Arrivo ci sono circa 5 persone a mollo, la prima sensazione che emerge e’ quella di vergogna. Cosa faccio a quasi 50 anni li in mezzo ad annegare annaspare e farmi una figura di merda ?
Guardo un po’ osservo , vedo che alla mia sinistra sono solo in due a surfare la destra , non che iniziare in backside (sono goofy) mi esalti , ma dico, va beh, sono qua, sono venuta qua con quella caxxo di tavola , sta anche venendo il sole , senti proviamoci senza pretese.

Tempo di tornare al furgone e cambiarmi e lo spot si svuota anche sull’onda sinistra. Forse era il mio giorno. Mi butto, remo. Trovo subito il bilanciamento sulla tavola , pensavo molto peggio . Guadagno il picco, remo la prima, e incedibilmente parto. Una breve (ma abbastanza intensa per essere una vita che non salivo su una tavola sotto i 9 piedi) sinistra mi fa quasi sembrare di non avere mai smesso. Quasi non ci credevo … ce la posso fare.

Il buon inizo da un input positivo , e seguono altre due partenze di cui un’altra discreta. Poi una partenza un po’ miracolata un po’ troppo sul ripido, che mi prende nell’inside . A questi punti la mia mezz’ora di gloria termina, in quanto rema sul picco un ragazzetto, che inizia a posizionarsi con una posizione chirurgica e a partire su tutto. Resto sulla spalla a sperare negli scarti , qualche frullone, qualche falsa partenza. Mi convinco a cercare di prendere l’ultima per uscire, e cosi’ succede , un ultimo schioppone mi butta fuori con un brutto drittone sulla schiuma. Game over.

Com’e’ tornare in acqua e provare a surfare a quasi 50 anni dopo tanto tempo di inattivita’ ? E’ motivante perche’ vedo di potercela ancora fare malgrado tutto, ma e’ anche una maledizione, quella dell’essere consapevoli che siamo in italia, e che la continuita’ che servirebbe a vedere dei miglioramenti tangibili e’ utopica.

Da insegnante di un’altra disciplina sportiva poi, ho iniziato a vedere le cose anche con un’altro occhio, quello della consapevolezza che una progressione didattica in un adulto/a richiede tempo e ripetizioni. E richiederebbe anche la possibilita’ di essere ripresi e corretti. Tutte cose utopiche . Quindi non resta che essere felici di riuscire ancora a remare una tavola attorno ai 7 piedi e a salirci sopra , e sperare di beccare altre giornate cosi’.

C’e’ un altro fattore: La paura, paura che aumenta all’aumentare della gente in acqua. Sono anche consapevole del fatto che non sono “sicura per gli altri” e che non saprei destreggiarmi senza creare danni in caso di wipeout in contesti di affollamento maggiore. Oggi ho preso una tirata di leash e una tavolata sulla caviglia (ragion per cui preferirei un soft top, ma vedremo) , niente di che, ma dopo questi episodi sono convinta di aver evitato almeno un paio di partenze per paura di un altro frullone. E non so come farmela passare senza una giusta ripetibilita’ positiva.

Tornero’ in mare ? Sicuramente si finche’ l’acqua avra’ una temperatura accettabile per la mia 4.3 ormai vecchiotta , il fisico pare reggere quindi si puo’ fare. Ma di certo non andro’ ad accanirmi con previsioni meteo , viaggi della speranza e altre pippe mentali. Se le fa nel posto dove tutto e’ ricominciato bene, altrimenti, c’e’ sempre la bici 😉

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