MTB: Monte Livata

Monte livata (MTB con GPX)

La fuga dal caldo questa domenica e’ stata pressoche’ obbligata. Ecco che quindi tocca guadagnare quota e cercare temperature piu’ accettabili e aria buona. Continuando l’esplorazione dell’appennino a me quasi ignoto, La scelta stavolta cade su monte Livata, ski resort semi-dismesso ad un ora e mezza di macchin dall’EUR.
La stazione, seppur ormai di limitato interesse per gli sport invernali, rimane invece molto frequentata d’estate da merenderos di  ogni genere e sorta che cercano un po’ di refrigerio dalle elevate temperature che in questi giorni caratterizzano la capitale.


Big Bike Sale - 468x60

Se non altro si respira, e si spera che addentrandosi nei boschi si trovi un po’ di pace. Stavolta sono dinuovo in compagnia di  Guido (elettrico) e suo fratello Massimo con il frontino. Il problema, quando non si conosce una location e si hanno svariate tracce a disposizione e’ valutare quale sara’ piu’ adatta al nostro livello e apprezzabile da tutti, visto che il nostro gruppo e’ piuttosto eterogeneo, come mezzi, tecnica e preparazione. Un maestro di mtb local ci consiglia un giro che potrebbe fare il caso nostro,
vedremo se troveremo qualche trail interessante. Ci viene consigliato di lasciare le macchine leggermente piu’ in alto, al passo dell’Osso, io sono un po’ scettica sulla cosa e gia’ mi sento che andremo a finire con un #scendopersalire o una via di mezzo.

radura2

Dal passo dell’Osso finalmente in sella si sale prima su asfalto e poi su sterrata fino ad un punto panoramico. Breve discesa in singletrack facendo lo slalom tra i merenderos, poi dinuovo in discesa nel bosco, stavolta su una sterrata piuttosto larga, con #nientedidifficile che presenta qualche variante simil singletrack a tratti e qualche taglio nei prati. Piacevole comunque e sopratutto fresco. Ci fermiamo ad una radura con un piccolo laghetto, poi si risale un pezzo, stavolta su singletrack verso un’altra
piana, e qua dinuovo triboliamo un po’ a ritrovare la traccia.

livata laghetto radura

Ci troviamo a scegliere tra l’opzione di un discreto tratto a spinta (per me, non per chi ha il motore ….) e una discesa tecnica.
Io sono senza protezioni (sulla carta il giro doveva essere superfacile e il caldo mi ha fatto desistere dal metterle) ma decido di optare per scendere. Ci troviamo su un singletrack molto scassato, tutto pietre sia fisse che mosse con alcuni passaggi tecnici teoricamente fattibili con manico e protezioni, ma cosi’ prevale lo spirito di conservazione e ne chiudo circa il 70% in sella.

tratto finale

Rientrati al resort di Livata, tocca risalire fino al passo dell’Osso per riprendere la macchina. Guido Elettrico vorrebbe risalire per uno sterrato, piu’ breve ma sicuramente impegnativo per chi non ha il motore o delle super gambe da pro dell’xco (e non rientro in nessuno
dei due casi) . Io faccio l’asfalto, alla fine no way out, mi seguono anche gli altri, anche se Guido appena addocchia un singletrack parallelo alla strada ci si infila e da l’ennesima dimostrazione di quel che puo’ fare il suo mezzo motorizzato.


pub

Alla fine anche io , nemmeno troppo stanca arrivo al piazzale. Non amo le salite (specie se gia’ di una certa lunghezza, nello specifico
stiamo parlando di circa 4km) a fine giro, preferisco l’idea di conquistare una cima e godermi la discesa. La prossima volta
faremo in modo da partire direttamente da Livata.

Relive :

 

Traccia GPX 

 

MTB: La Faggeta di Soriano

Continua la ricerca di posti dove girare in mtb lontano dal caldo. Questa volta e’ stato il turno de “la Faggeta di Soriano“,  location di cui si leggono pareri molto positivi su gruppi facebook e forum specialistici. Anche i video su youtube lasciano immaginare un qualcosa di flow oriented senza eccessi di passaggi tecnici. Questa volta con me ci sono Guido, e-biker con un livello tecnico di poco sotto il mio, e suo fratello Massimo, neofita quasi totale dell’offroad con un frontino 29.

L’arrivo al parcheggio e’ molto piacevole: dai 29 gradi di Roma siamo passati ai 19 dei 1000 metri abbondanti di quota.

I percorsi dovrebbero diramarsi attraverso l’enorme faggeta secolare che ricopre de facto l’intero monte Cimino. Il posto ha un suo fascino, anche se a me da l’impressione di tipica destinazione da gita scolastica, complici i numerevoli cartelli esplicativi.
De facto si rimane sempre in un bosco, e non ci sono mai punti piu’ aperti o panoramici.

faggeta 1 faggeta sky

Iniziamo a ravanare alla ricerca del sentiero. L’idea inizale era di percorrere il trail chiamato “al bivio” che dovrebbe essere il piu’ semplice a detta di un local a cui avevo chiesto infos nei giorni scorsi, e poi una volta risaliti evntualmente il “cionna“, un po’  piu’ tecnico ma molto flow, almeno sulla carta. Purtroppo trovare i sentieri e’ tutt’altro che semplice. Fortunatamente il GPS prende malgrado i giganteschi faggi, ma l’assenza totale di segnaletica ci fa desistere e confondere le idee. Un ragazzo cou una e-bike ci consiglia un sentierino facile per iniziare, decidiamo di seguirlo e finalmetne si inizia a scendere. Niente di che, fondo piuttosto antipatico e parecchia vegetazione.
Risaliamo sull’asfalto, che risulta essere abbastanza pendente senza mai mollare, ma si fa.
Comincia il secondo ravanamento. Decidiamo, malgrado non sia il piu’ semplice, di cercare il Cionna: l’idea di fare “al bivio” e di  dover perdere tanta quota per ritrovarsi a risalire su asfalto non ci convince.
Anche il trovare questo benedetto sentiero non risulta facile. Alla fine grazie al gps trovo la traccia che comincia subito con alcuni passaggi tecnici su roccia, roba abbastanza in stile ligure mi viene da pensare. Le cose poi si semplificano e si passa in zone decisamente piu’ flow, ma spesso intervallate da passaggi non facili e da gradoni apparentemente non copiabili, almeno x me.
Diciamo che un paio di volte son dovuta scendere, e che parecchie volte ho dovuto mettere i piedi a terra per indirizzare la bici  verso la linea piu’ fattibile. Peccato perche’ il trail sarebbe pure bello , ma non ho un livello tale da poterlo apprezzare appieno.
Lo ho trovato addirittura piu’ complesso dei Ripetitori di Civitavecchia, e forse, per certi versi del rocciosissimo Sestri Levante in Liguria. Il sentiero non ha mai pendenze eccessive , ma ha alcuni passaggi che probabilmente andrebbero “saltati” e che affrontati a velocita’ limitata diventano molto complessi. Resta un po’ di amaro in bocca ad essere sinceri , anche se qualche piccola soddisfazione c’e’ stata, come il chiudere il ripidone finale d’uscita.

E si risale nuovamente sull’asfalto anonimo…. Ora ben capisco perche’ questo posto per capirlo appieno va fatto tramite risalite in
navetta ….

cima cimino

Una volta in cima proviamo a cercare qualche stradotto che non perda troppa quota, e decidiamo di salire in cima al monte Cimino, da cui
tento la discesa di un bel ripidone, che purtroppo si conclude con botto finale per evitare un albero. Niente di rotto per fortuna.

Scendamo ahime’ per la stessa via di salita, un singletrack senza particolarita’ … e cosi’ termina questa giornata in cui almeno
una cosa non e’ mancata : il fresco.

Mi riprometto di tornarci, magari usufruendo della navetta e di una guida per poter conoscere meglio questo posto che sicuramente le
sue potenzialta’ le ha. Per il momento Faggeta 1 KiaZ 0 …..

Non pubblico la traccia in quanto molto sporca e poco chiara visti i numerosi errori fatti per trovare il sentiero.

MTB: #scendopersalire (veio bike park – Formello)

C’e’ qualcosa che non va …. non era #salgoperscendere ????
Eh si qualcosa non torna. Oggi ho deciso di cambiare location, e anche un po’ genere, avendo piu’ tempo a disposizione. E’ una
splendida e fresca giornata, e dopo un po’ di ravanamento online decido che la cosa piu’ semplice risponde al nome di Formello (Parco di Veio), scelta dettata fondamentalemnte dal fatto di esserci gia’ stata con un amico in primavera e di ricordarmi vagamente che i trails
sono divertentima ricordo anche che c’e’ da faticare, e non poco … piu’ che altro perche’ questa location ha una peculiarita’
che puo’ mettere a dura prova chi viene da un concetto “all mountain” di vecchia scuola e alta montagna ovvero #salgoperscendere.
A Formello de facto, prima si scende e poi si sale ….. e , se non hai due gambe degne di questo nome e una buona dose di forza resistente … si spinge.

formello bikepark

Eh si, perche’ a differenza di Monte Cavo o dei tipici giri a cui ero abituata quando vivevo a Torino, qua non c’e’ “la strada” che ti porta a inizio trail.
Si tratta di una serie di anelli, tutti su singletrack, il cui accesso (o rientro) e’ piu’ o meno agibile.

Premetto che si tratta di un terreno semi “costruito”, e anche parzialmente segnalato con opportuni cartelli.

img_20160925_114019 img_20160925_114010

 

 

 

 

 

 

Partiamo dal primo anello : lo Scoiattolo. Per raggiungerlo, dopo aver percorso il raccordo su uno sterrtone relativamente facile, tocca
stare attenti all’indicazione e non stranirsi vedendo il singletrack salire. Se siete pippe come me tocca spingere per un po’. Se avete
le gambe buone, beh buon divertimento. Una volta arrivati in cima nei pressi di uno slargo inizia il trail, caratterizzato da salti quasi
tutti fattibili / copiabili, una bella parabolica e un ripidone finale a cui stare attenti perche’ il terreno e’ franoso.



E poi ecco … tocca risalire … ovviamente per quanto mi riguarda a SPINTA, fino all’attacco del secondo anello, il Cinghiale.

Il Cinghiale e’ il piu’ lungo e divertente dei trails di Veio da me finora provati. Abbastanza free, con qualche facile saltino e molto
flow, alcuni rilanci un po’ antipatici per chi ama come me la sella bella bassa in discesa ma nel complesso scorrevole e veloce, senza alcuna
tecnicita’ eccessiva. Il bello di questi trails, poco frequentati dai “bicioni” da DH e’ che non son per niente scavati dalle frenata
tranne in rari punti, e quindi permettono una guida veloce e piacevole … fino a quando non arriva la fine e la salita obbligata. Ma
del cinghiale, tranne i soliti ripidi che a me tocca fare a spinta, e’ bella anche la risalita, da godersi con la giusta calma in
uno splendido e fitto bosco che pare qualcosa di incantato.

img_20160925_122620 img_20160925_122547 img_20160925_122126

Una volta risaliti tocca alla Volpe. E’ un trail easy, con parecchi rilanci, un po’ troppo on-off per i miei gusti , ma adatto anche
a chi e’ alle prime armi e ad essere tranquillamente percorso con una front. Saluariiamente ha qualche salto (dotato di eventuale chiken line)
e conviene specie se non si e’ allenatissimi come me cercare una via d’uscita verso la strada bianca prima di perdere troppa quota.
La volpe e’ l’unico sentiero la cui risalita si fa su facile (ma polverosa e pallosa) strada bianca che riporta al parcheggio.

Nel complesso: Il posto ha un suo fascino, specie per chi ama la solitudine e il silenzio. C’e’ del buono, ci si allena in skill a me ignote, ma richiede un po’ piu’ di forza resistente rispetto ai miei standard
per poter essere apprezzato appieno …. e sarebbe anche vivamente consigliato un reggisella telescopico, che alla prima occasione
cerchero’ di regalare a #slayerina.