Continua la ricerca di posti dove girare in mtb lontano dal caldo. Questa volta e’ stato il turno de “la Faggeta di Soriano“, location di cui si leggono pareri molto positivi su gruppi facebook e forum specialistici. Anche i video su youtube lasciano immaginare un qualcosa di flow oriented senza eccessi di passaggi tecnici. Questa volta con me ci sono Guido, e-biker con un livello tecnico di poco sotto il mio, e suo fratello Massimo, neofita quasi totale dell’offroad con un frontino 29.
L’arrivo al parcheggio e’ molto piacevole: dai 29 gradi di Roma siamo passati ai 19 dei 1000 metri abbondanti di quota.
I percorsi dovrebbero diramarsi attraverso l’enorme faggeta secolare che ricopre de facto l’intero monte Cimino. Il posto ha un suo fascino, anche se a me da l’impressione di tipica destinazione da gita scolastica, complici i numerevoli cartelli esplicativi.
De facto si rimane sempre in un bosco, e non ci sono mai punti piu’ aperti o panoramici.
Iniziamo a ravanare alla ricerca del sentiero. L’idea inizale era di percorrere il trail chiamato “al bivio” che dovrebbe essere il piu’ semplice a detta di un local a cui avevo chiesto infos nei giorni scorsi, e poi una volta risaliti evntualmente il “cionna“, un po’ piu’ tecnico ma molto flow, almeno sulla carta. Purtroppo trovare i sentieri e’ tutt’altro che semplice. Fortunatamente il GPS prende malgrado i giganteschi faggi, ma l’assenza totale di segnaletica ci fa desistere e confondere le idee. Un ragazzo cou una e-bike ci consiglia un sentierino facile per iniziare, decidiamo di seguirlo e finalmetne si inizia a scendere. Niente di che, fondo piuttosto antipatico e parecchia vegetazione.
Risaliamo sull’asfalto, che risulta essere abbastanza pendente senza mai mollare, ma si fa.
Comincia il secondo ravanamento. Decidiamo, malgrado non sia il piu’ semplice, di cercare il Cionna: l’idea di fare “al bivio” e di dover perdere tanta quota per ritrovarsi a risalire su asfalto non ci convince.
Anche il trovare questo benedetto sentiero non risulta facile. Alla fine grazie al gps trovo la traccia che comincia subito con alcuni passaggi tecnici su roccia, roba abbastanza in stile ligure mi viene da pensare. Le cose poi si semplificano e si passa in zone decisamente piu’ flow, ma spesso intervallate da passaggi non facili e da gradoni apparentemente non copiabili, almeno x me.
Diciamo che un paio di volte son dovuta scendere, e che parecchie volte ho dovuto mettere i piedi a terra per indirizzare la bici verso la linea piu’ fattibile. Peccato perche’ il trail sarebbe pure bello , ma non ho un livello tale da poterlo apprezzare appieno.
Lo ho trovato addirittura piu’ complesso dei Ripetitori di Civitavecchia, e forse, per certi versi del rocciosissimo Sestri Levante in Liguria. Il sentiero non ha mai pendenze eccessive , ma ha alcuni passaggi che probabilmente andrebbero “saltati” e che affrontati a velocita’ limitata diventano molto complessi. Resta un po’ di amaro in bocca ad essere sinceri , anche se qualche piccola soddisfazione c’e’ stata, come il chiudere il ripidone finale d’uscita.
E si risale nuovamente sull’asfalto anonimo…. Ora ben capisco perche’ questo posto per capirlo appieno va fatto tramite risalite in
navetta ….
Una volta in cima proviamo a cercare qualche stradotto che non perda troppa quota, e decidiamo di salire in cima al monte Cimino, da cui
tento la discesa di un bel ripidone, che purtroppo si conclude con botto finale per evitare un albero. Niente di rotto per fortuna.
Scendamo ahime’ per la stessa via di salita, un singletrack senza particolarita’ … e cosi’ termina questa giornata in cui almeno
una cosa non e’ mancata : il fresco.
Mi riprometto di tornarci, magari usufruendo della navetta e di una guida per poter conoscere meglio questo posto che sicuramente le
sue potenzialta’ le ha. Per il momento Faggeta 1 KiaZ 0 …..
Non pubblico la traccia in quanto molto sporca e poco chiara visti i numerosi errori fatti per trovare il sentiero.