Direttissima All-Mountain

Direttissima All Mountain

Il mio buono stato di forma (x i miei standard ovviamente) sembra persistere, e le risposte positive del mio fisico avute durante l’impegnativo giro del Morretano di 2 settimane fa mi danno l’input per alzare ulteriormente l’asticella, e sopratutto mi permettono di poter ampliare le possibilita’ di scelta dei giri (e della compagnia), senza dovermi imporre limiti dovuti alla mia scarsa preparazione atletica. A dire il vero di questo giro sapevo ben poco, sapevo che si sarebbe fatta la classica “direttissima“, e che ci si sarebbe arrivati da un’altra strada, piu’ lunga ma piu’ pedalabile. Questo e’ quanto mi aveva detto Gianluca, local della zona Castelli Romani e Guida MTB CSEN, l’ideatore del giro. In genere sono abituata a documentarmi molto, ma negli ultimi giorni ho avuto poco tempo. Quindi ho deciso di accetare questa proposta un po’ blind, ispirata anche dalla presenza di Ottavio (maestro mtb con cui avevo gia’ girato non solo in bici ma anche con la splitboard) e del mitico Giangi (un pezzo di “storia” della MTB da queste parti … potrebbe essere mio padre e pedala una specy enduro 26 muscolare) e di mettermi nuovamente alla prova.

Si parte su asfalto poco pendente, la direzione e’ quella del giro classico ma stavolta il bivio per RoccaGiovine lo lasciamo alle spalle e proseguiamo lungo la valle, fino ad imboccare uno sterrato che conduce ad un fiumiciattolo che scende nel verde tra pozze e cascatelle. La location si chiama “Giardino dei 5 sensi” ed ovviamente si presta alla foto di rito.

cascata 5 sensi

Inizia la salita, che ben presto si incattivisce con due rampe mortali, fortunatamente abbastanza brevi. Da qua in poi diventa sterrato dal buon fondo, tutto pedalabile e senza particolari difficolta’, una classica strada che sale a tornanti molto panoramica, cosa rara in queste zone dove troppo spesso quando sali non riesci a capire di quanto stai salendo, sali e basta. Da qua si scorge spesso il fondovalle, e ben si realizza il guadagno di quota. Il tutto va avanti tranquillo fino a quota circa 1000 e qualcosa slm, dove, raggiunto un colletto, troviamo una fonte fresca abbastanza per rifornirci d’acqua. Siamo poco lontani dal “famoso” monte Pellecchia, classica “spingistica” dei monti Lucretili.

gruppetto
mukke


valley down

Da qui in poi la musica cambia e iniziano una serie di singletrack a tratti piuttosto sporchi e scassati, con frequenti saliscendi intervallati da sezioni piu’ flow, attraversando boschi e radure. In questo ambiente, molto diverso da quello alpino e’ facile perdere l’orientamento e trovarsi senza punti di riferimento. Questa e’ la stranezza che caratterizza gli appennini centrali, che spiazza completamente chi viene da un contesto alpino come me, abituato ad aver riferimenti ben precisi legati all’orografia e quindi alla presenza di corsi d’acqua. Qua non c’e’nulla di simile, il gps e’ d’obbligo e io non faccio altro che chiedere “dove siamo” in quanto ho serie difficolta’ ad inquadrare il posto.

sassaia
big tree
prati

Con molta fatica e qualche sporadico segno di cedimento, si prosegue tra brevi tratti a spinta e singletrack piu’ o meno scassati … sporadicamente esce qualcosa di flow, ma pietre e rami la fanno piu’ da padrona. Una cosa e’ certa, che se venisse fatta un po’ di manutenzione e pulizia questi sentieri sarebbero ancora piu’ apprezzabili. Ma ci troviamo davvero fuori dal mondo e lontanissimo dalla civilta’.

Per parte del giro ci ritroviamo in compagnia di un cagnolino, probabilmente abbandonato … purtroppo ogni tentativo di avvicinarlo e’ stato vano… fortunatamente il giorno successivo una trekker e’ riuscita a recuperare la bestiola, rivelatasi poi una femminuccia, e a portarla in salvo.

Continuiamo quindi , tra saliscendi piu’ o meno faticosi, tra pezzi scassatissimi intervallati da parentesi flow, fino a ritrovare un posto noto: prato delle Forme, gia’ incrociato durante il primo giro alla Direttissima, proprio a fine lockdown. Da qua finalmente riprendo il senso dell’orientamento, e anche la fiducia e la voglia di finire il giro. Un ultimo saliscendi, poi ancora gli strappi infernali nella faggeta per giungere, finalmente allo start della Direttissima.

direttissima 1
direttissima 2

Terreno perfetto stavolta, per un trail fantastico che mixa un po’ tutto, flow, rocce, salti, ripido guidato.
Malgrado la stanchezza l’adrenalina e la voglia di godersi la discesa sale, e si viaggia bene, sia sulle rocce che staccando le ruote dal suolo sullo spettacolare salto nei pressi del fontanile.

rockgarden
jump

Ma le immagini come spesso avviene rendono piu’ delle parole, e vi lascio in compagnia del video della nostra super-guida Gianluca Russo

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Per concludere, un giro bello, impegnativo, alla scoperta di posti affascinanti su terreni a tratti difficili, lontani quanto basta dalla civilta’ umana. Compagnia davvero al TOP, meteo e temperatura perfetti, insomma un sabato superlativo, e grande soddisfazione per essere sopravvissuta senza sfigurare e rallentare a 1200 d+ su 33 km.

Ringrazio infinitamente la guida Gianluca Russo , Ottavio , Giangi e Francesco per questa bellissima giornata. Speriamo che si ripresenti l’occasione di girare assieme 😉

Traccia (NB punto di partenza sballato in quanto unione di due segmenti, partire dal parcheggio a Vicovaro nel punto + basso della traccia)

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MTB – Lanzo Torinese

Sulla mia carta d’identita’ alla voce “luogo di nascita” c’e’ scritto Lanzo Torinese. In realta’ e’ stata piu’ una questione di casualita’ che altro, de facto non ho reali legami con quelle zone, se non un minimo di curiosita’ nei confronti di valli meno turistiche e meno conosciute. Da circa un paio d’anni o poco piu’ era comparsa su facebook una pagina di un gruppo di locals, MTBPresibene, che aveva iniziato a ripulire e a rendere fruibili alcuni sentieri in zona. A questi punti, riuscire a fare un giro su questi sentieri diventava d’obbligo. Gia’ un annetto fa avevo fatto un rapido giro sul primo trail ripristinato, Fontana d’argento, breve ma comunque interessante. Quest’anno invece, con un poco piu’ di tempo e la disponibilita’ di un contatto in zona a farmi da guida, sono riuscita a percorrere il 352, il piu’ lungo dei trail di St.Ignazio.

Cominciamo dalla salita: dopo un paio di km su asfalto cmq tranquilli, si devia in uno sterrato, che sale a tornanti senza presentare mai pendenze impegnative .. sterrato che poi diventa singletrack mantenendo cmq le stesse caratteristiche. Giunti in localita’ Tortore, sempre nei pressi del santuario di st.Ignazio proseguiamo ancora per un paio di km , prima asfaltati e poi sterrato, fino ad arrivare all’inizio del singletrack . Purtroppo la giornata non e’ delle piu’ limpide, e la foschia lascia giusto intravedere le cime innevate in lontanaza.

Il trail, lungo poco piu’ di 2 km e diviso in due parti parte con un entrata abbastanza tecnica fortunatamente dotata di chicken line. Da qua segue un mix di sezioni costruite ad altre piu’ naturali con qualche passaggio piu’ tecnico senza comunque mai diventare eccessivamente complesso o pericoloso: insomma i trailbuilder locali hanno ben interpretato il terreno, creando un percorso accessibile anche a chi e’ alle prime esperienze enduro, senza compromettere il divertimento dei piu’ esperti.

Si attraversa uno stradotto e inizia il secondo segmento, forse un pelo piu’ complesso: qua il terreno e’ piu’ compatto, ma le pendenze aumentano e ci ritroviamo ad affrontare sezioni di ripido guidato con alcune curve anche in contropendenza, non sempre intuitive… questa sezione sembra costruita “ex novo”, solo per le bici, senza fare riferimento a tracce gia’ esistenti. Un pelo impegnativa ma la pulizia delle linee e l’assenza di grossi ostacoli (eccezion fatta per una rampetta di legno) la rende comunque abbordabile. Un ultimo traverso piuttosto ripido ci riporta in prossimita’ dell’asfalto e quindi alla macchina.

Concludendo: location interessante a 40 minuti circa da Torino, di facile accesso e con ampie possibilita’ di parcheggio. Si parte da un centro abitato piuttosto simpatico e dotato di servizi , acqua lungo la strada alla Fontana d’Argento. Non conosco gli altri trail ma anche solo questo merita una discesa nel caso ci si ritrovi in zona. Complimenti ai ragazzi locali, MTB Presibene, per il lavoro svolto, sperando magari di vedere altri sentieri e altre linee. Da ripetere e approfondire.

TRACCIA GPS GPX

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Mtb: Monte Torre Maggiore

Monte Torre Maggiore
Blind ride con RomaMtb

A volte i programmi cambiano all’improvviso senza preavviso. Il maltempo mi ha costretto ad un rientro anticipato su Roma dalla Liguria con conseguente necessita’ di riorganizzare il weekend.
Mi ricordavo che stavolta ROMAMtb proponeva un giro sulla carta fattibile, un 900 d+ dichiarato con discesa enduro “semplice”. Fortuna vuole che il sabato incontro a Formello i due organizzatori, e senza promettere niente mi faccio mandare la posizione di partenza, non garantendo nessuna certezza della mia presenza ma cercando di fare il possibile … dopo 6 ore in macchina spararsene la meta’ tra andata e ritorno il giorno dopo non sempre e’ cosa, ma la biciclettina ha sempre il sopravvento assieme alla voglia di vedere un nuovo trail… sopratutto ora che le gambe piu’ o meno almeno sullo scorrevole girano. Stavolta parto veramente blind, alla cieca, senza sapere nemmeno dove si trova la location di partenza. Non so e preferisco non sapere, per una volta non mi scervello tra tracce e cartine.
Non accendo nemmeno il cartografico sul cellulare, traccio solo con l’orologio cosi’ risparmio batteria. Si parte dall’ennesimo paese improbabile, uno di quei posti di cui se non ci fosse la bici
a portarmici non mi passerebbe mai per l’anticamera del cervello di visitare. Siamo in Umbria, provincia di Terni, in un paesotto chiamato Cesi arroccato sulle pendici di un bricco.
Fa freddo e non-si-capisce-bene come si sviluppera’ il giro. Questo stato confusionale mi terra’ compagnia per tutta la giornata, impedendomi di esprimere appieno le mie potenzialita’. Ma per fortuna con me c’e Laura, e inoltre le quote rosa abbondano(abbiamo pure la super Michela, guida e maestra della RomaMtb), quindi almeno in salita stavolta non faro’ il fanalino solitario.
Dopo una brevissima parentesi di asfalto si sale prima su singletrack teoricamente pedalabile da chi e’ piu’ skillato e resistente di me, io mi limito alle tratte pianeggianti, poi su sterratona dal fondo buono, cosa insolita per il centro italia, senza troppi strappi nella prima parte … giusto una rampa mooolto impegnativa obbliga la sottoscritta e la Laura allo spingismo, poi si ripedala fino ad un ultimo tratto di salita tecnica che mette alla prova anche le guide e gli elettrici, per finalmente uscire dal bosco e sbucare su un colletto panoramico caratterizzato dalle classiche praterie appenniniche con frequenti pietre sparse in giro …. da qua ancora si sale fino in vetta (evitabile ai fini del mero trail) a spingismo e/o portage (eh si .. stavolta sono riuscita a tirarmi pure
la bici a spalla, fortunatamente per un tratto molto breve) da cui si dovrebbe godere di una vista a 360 … purtoppo un po’ limitata dalle nubi.

rrr torre magg 1 spingismo tt

bike girlz io
Fa freddo e dopo una breve pausa inizia la discesa, prima parte freeride tra pietre, prati e buche di cinghiali, poi tocca ripedalare (o ri-spingere nel mio caso) qualche decina di metri per scollinare e trovare l’imbocco del nostro trail.

Il sentiero parte senza troppe difficolta’ ma e’ un crescendo, con passaggi su roccia fissa e pietre mobili, spesso non troppo intuitivi che necessiterebbero di uno studio piu’ approfondito per riuscire a concluderli in sicurezza. Non oso troppo perche’ non ci sono con la testa e ho le gambe molli. Alcuni punti non sono per niente banali e sopratutto costellati di pietre mobili, articolo con cui vado davvero poco daccordo, davvero off-limits per la mia skill e il mio attuale setup. E’ un mix tra rockgarden liguria like in pietra fissa sul genere del Sant Anna di Sestri e passaggi ancora piu’ complessi. Gli stop nel posto sbagliato possono rendere difficile la ripartenza, e’ richiesto un gioco di freni da manuale.
Non ci sono ripidoni, step down, salti, compressioni, o feature della serie “se sei incerto tieni aperto”, qua e’ un trail tecnico dove bisogna imparare a fare amicizia con la roccia e con i passaggi obbligati. Le chicken line sono quasi assenti (anche se in alcuni casi sarebbero individuabili) e purtoppo, se la paura di rompere se stessi e/o qualche componente della bici ha il sopravvento il risultato e’ il preferire la discesa a piedi. Il primo trail termina su uno stradotto sterrato in mezzo ai boschi, altro break per una foratura e ri riparte.

gruppo

Ci aspetta un “mangia e bevi” che dovrebbe essere in prevalenza flow, ed in effetti alcune sezioni lo sono, alternate ad altre piu’ tecniche che a tratti nuovamente mi fanno scendere, un po’ per stanchezza e un po’ per il fatto che le “pietre che camminano” non credo che mai riusciro’ ad affrontarle e a “digerirle”…. Nota positiva di quest’ultima sezione e’ la presenza di funghi della famiglia dei “boletus” in ogni angolo … diciamo che la location sarebbe da rivisitare in un’altra veste.
Finalmente si ritrova una stradina asfaltata che ci ricondurra’ alle macchine. Io esausta scendo subito, mentre gran parte del gruppo si allunga ancora fino ad un punto panoramico.

Concludendo, 850 d+ reali limitabili a 700 se si e’ interessati al trail e non alla “vetta”. Giro che cerchero’ sicuramente di ripetere perche’ ho lasciato troppi conti in sospeso sulla prima parte… da verificare anche l’esistenza di discese alternative per evitare il mezzacosta mangia-e-bevi. Trail molto interessante con terreno che mette alla prova, da rivedere e rivalutare e riprovare. Al momento non esprimo un giudizio al 100%, una cosa e’ sicura, fa parte del genere che “non molla mai o quasi”, quindi oltre alla tecnia serve anche una buona resistenza in discesa. Se dovessi valutarlo con la scala singletrack che utilizzo per la “mia” Valle, questo e’ S2 con molti passi S3.

Vedremo se ci sara’ occasione di tornarci e di farlo concentrandosi sui passaggi piu’ ostici.

Relive

Relive ‘Giro con romamtb’

Traccia (download diretto – non postero’ tracce su gpsies fino a risoluzione dei problemi su dispositivi mobili)

Si ringraziano le guide Michela e Sergio, e tutti le/i partecipanti della RomaMtb

MTB: Forte Foen

E’ la Prima giornata in ValSusa con tempo finalmente stabile che mi permette di fare qualcosa in piu’ della limitativa “ora d’aria”. Su ispirazione dal libro “Western Trails” e dalle rimembranze della mia “vita precedente” decido di fare un giro che, non so bene per quale motivo, avevo la tendenza a snobbare. Parliamo del Forte Foen e del rispettivo singletrack che scende, alternativamente verso Suppas o verso Rochas. Stavolta opteremo per il secondo, limitando il giro a circa 550 d+ su 10 km … sottolineo che il giro e’ allngabile a piacimento fino ad un massimo di 15 km e 850 d+ partendo da Millaures o da Gleise. Personalmente ho preferito fare solo la parte alta in quanto non ho un buon ricordo del mezzacosta saliscendi che collega Suppas a Millaures.

Partenza quindi da poco sopra le grange Rochas, lungo la strada che da Bardonecchia conduce a Frejusia. Da qua si pedala una tratta su asfalto, fin poco sotto i Bacini, per poi lasciarlo in favore di uno sterrato, che sale abbastanza deciso a tornanti lungo le pendici dello Jafferau, sempre pedalabile malgrado la pendenza grazie all’ottimo fondo. Dopo circa 4 km le pendenze si fanno piu’ tranquille, e con un ultimo traverso mezzacosta di un paio di km molto pedalabile raggiungiamo il forte Foen (km 6), le cui mura diventano divertenti rampe 😉 .

ttt

vall

Da qua inizia il singletrack di discesa. Mediamente flow, con alcuni tornanti scavati e altri in contropendenza, ma sempre fattibile, qualche radice e pietra fissa rendono il tracciato un po’ piu’ vario senza mai diventare complesso. Ottimo trail per chi inizia a girare sul “non costruito“, mai pericoloso e mai ripido. Nel complesso divertente , 4km di discesa da fare tutto d’un fiato, nel classico contesto dell’Alta ValSusa.

video

traccia

ispirato da :

MTB: Nuria – Antrodoco

Mt. Nuria – Antrococo

Tornare a Roma come sempre è un po’ traumatico, ma fortunatamente il caldo ancora a livelli accettabili mi ha permesso di andare ad affrontare un giro a quote medio basse di cui avevo letto un molto ben promettente report su bicinatura: si tratta della discesa dal monte Nuria, in zona Antrodoco/Borgo Velino (RT). La partenza è attorno a quota 450 slm, le previsioni dicono temperatura sotto i 30 fino a ora di pranzo.
Visto il molto probabile innalzamento delle temperature nei giorni successivi decido di avventurarmi anche se in solitaria.
Poco prima delle 10 sono pronta ad affrontare la lunga salita da Antrodoco al Monte Nuria. Sulla carta sono circa 17 km, di cui 8 su asfalto, a seguire sterrato quasi sempre pedalabile eccezion fatta x gli ultimi due km.
L’unico ostacolo della prima parte asfaltata è il caldo, che mi costringe ad andare ancora piu’ piano di quel che potrei e a frequenti soste appena si nota qualche punto ombroso. Arriviamo alla fine dell’asfalto, 1000 mt slm, in localita’ Rocca di Fondi, paesuncolo dalle case in pietra appunto “arroccato” sulla montagna.

rocca fond

Da qua l’asfalto termina, e la strada prosegue su sterrato, leggermente breccioloso ma tutto sommato pedalabile se non per qualche strappetto. Dopo alcuni saliscendi, finalmente la strada perde il suo “anonimato” e spunta in un ampio altipiano dall’aspetto un po’ alieno, al fondo del quale si intravede una costruzione abbandonata. Ora non dobbiamo sbagliarci, e seguendo la traccia lasciamo la via principale per curvare a gomito su una trattorabile double, il cui fondo con lo scorrere dei km peggiora, che riprende a salire fino ad un colletto con un evidente quadrivio ove incontro Fede e Nik, simpatici elettrici con cui avro’ il piacere di condividere la discesa. Ammetto che se fossi stata sola non avrei azzardato gli ultimi metri di spingismo, e avrei proseguito sul mezzacosta per trovare il trail piu’ in basso.

colle2 colle1

Mi faccio coraggio e inizio a spingere la bici. Mancano circa 2km su 250 d+. Uso la tecnica che uso in snowalp. Conto i passi … uno due tre quattro …
arrivo a trenta e conto ancora. Quando mi mancano le energie ho visto che questo metodo ha un suo perchè. Almeno siamo all’ombra, ma dinuovo con panorama quasi nullo. Non resta che spingere, fino a quando si lascia il bosco e si intravede l’anticima del monte Nuria … un ultima tratta pedalabile dinuovo tra i faggi e dal nulla piu’ totale spunta un casotto con tavolini antistanti, il Rifugio Antrodoco, a segnare la fine delle fatiche. Abbiamo pedalato e spinto per 1100 d+ su 17 km …

top r. antrodoco

Quassu’ ritrovo i miei nuovi compagni d’avventura. La curiosita’ mi porta a ficcanasare dentro il rifugio non gestito. La parola rifugio, a me fa pensare a ben alro …  troviamo stufa, camino, letti a soppalco, stoviglie e vettovaglie lasciate da chi ha cercato riparo e ristoro . Da restare abbastanza stupiti immaginando come “rifugio” una struttura gestita da personale.

Giunge l’ora della super discesa, che non delude. 8km di flow naturale, mai tecnico, tra faggete, mezzacosta e un immensa prateria che sembra una pumptrack naturale. #nientedidifficile stavolta … solo tanto tantissimo flow con qualche tornante a spezzare il ritmo di linee che sembrano davvero uscite da un bikepark naturale. L’ultima sezione si chiude con il gia’ noto trail San Francesco e le sue spondone naturali, insomma un crescendo di linee mai noiose e mai complesse o pericolose. La giusta ricompensa per un lungo salitone, fattibile con la dovuta cautela anche con frontino. Tanto tanto divertimento per tutti !!!

Per finire non rinunciamo alla birretta di rito, strameritata, assieme ai nuovi amici che spero di ritrovare presto sui trail appennici.

Ringrazio Bicinatura (qua il loro report) per la traccia e l’ispirazione, e i ragazzi di ASD Monte Giano Antrodoco per aver reso fruibile questo trail supersonico.
Direi che ad ora nell’appennino centrale è il TOP !!!

Conclusione: Trail top, livello S0-S1 (max blu). Panormama …. mmh, difficile esprimersi dopo 1 mese sulle Alpi occidentali. Sicuramente diverso, particolare la parte freeride nei prati. La salita purtoppo invece, per gran parte ha poco da mostrare. Dalla seconda parte dello sterrato diventa di indubbia e selvaggia bellezza… Ma la discesa vale tutta la fatica fidatevi !!!!

relive

Relive ‘Supernuria’

traccia gpx

MTB Rapallo ion cup trails

La funivia di Rapallo e i trail della ion cup

Casa … #homeRapallo … questo è il posto con cui ho piu’ legami …. ed è il posto dove sogno di tornare una volta x tutte.
Non tutti hanno una funivia sotto casa che guadagna 600 d+ in 8 minuti, e ti porta sui trail delle prove speciali della ion cup in programma in data odierna (09/06/2019).

Conoscendo la zona e gli scherzi che puo’ fare il meteo, decido di prendere al volo, appena arrivata da Roma, la funivia delle 17.
La cabina è carica di bikers, e altrettanti aspettano la risalita successiva. Tutti qua a provare questi trail, che avevo gia’ in parte sperimentato. Stavolta cerchiamo di approfondire l’interessante argomento.
funìvìa

Cominciamo dopo un breve tratto spingistico in cui ci lasciamo alle spalle il santuario e la vista sul golfo di Rapallo con la PS2, jump jump.
Trail breve, attacca con un pezzo pedalato mezzacosta e poi stretti tornantini mediamente pendenti, il tutto “condito” da qualche passaggio su roccia, un paio di saltini e drop. Non è complicato ma comunque impegna.

(video)

Risaliamo tranquillamente l’asfalto, poi solito spingismo e qualche centinaia di metri su una mulattiera su cresta spartiacque che lascia intravedere attraverso la fitta vegetazione l’entroterra. Da qua attacca il “capra“, ps1 della gara, che non ha nulla a che vedere con l’omonimo di Formello.
Anche qua partiamo con un mezzacosta peldalato, ma poi subito il trail attacca con un paio di S non particolrmente intuitive ma nemmeno impossibili, per poi lasciare spazio ad un po’ di flow con curve piu’ ampie. Questo è l’unico dei tre trail dove abbiamo un po’ di scorrevolezza e possiamo prendere un pelo di velocita’.

(video)

Ritrovato ancora l’asfalto, pochi metri im salita ci portano alla partenza della ps3, la piu’ lunga e impegnativa. Sono poco meno di 3km, con un dislivello negativo di 275 mt. La traccia prevede un repertorio piuttosto vasto. Anche qua a farla da padrona sono le curve strette su pendenze a volte anche non indifferenti, intervallate da traversi dove non mancano rocce, radici, scalini, strettoie, droppetti.
Non ci sono cose estreme o esposte, non c’è il ripidone che fa paura o il rockgarden impossibile, è tutto pero’ un susseguirsi di passaggi mai banali, che richiedono una guida molto fisica e “luci ben accese”. Non essendo abituata a trail che “non mollano mai”, la stanchezza, pur non avendo pedalato chissa’ cosa, arriva facile, e i battiti han valori “tutt’altro che da discesa”.

Come gia’ detto e come si capisce dal video, il trail non molla mai un attimo, e non conoscendolo in maniera approfondita la caduta è dietro l’angolo … ed in un punto particolarmente impegnativo con sequenza di curve e controcurve arriva un bel volo, per fortuna senza conseguenze.

(volo)

 

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#mtbcrash #secascohollame #mtb #enduromtb #rapallo #funivia #ps3 #nopainnogain #not4normals

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il trail termina su asfalto dopo un ultimo rilancio … game over almeno per me, volendo risalire sono circa 300 d+ di asfalto fino all’imbocco della ps3, e altri 150/200 per ps2 e ps1.

Tirando le somme, che dire??? Bello, bello, bello. Sarebbe ancora piu’ bello se si potessero sfruttare tutti i 600 d+ coperti dalla funivia.
Siamo davanti a trail tecnici in una zona che resta fresca anche d’estate, servita dalla super efficiente funivia. Se proprio dobbiamo trovare un “difetto” è il terreno poco drenante, che rende difficile l’utlizzo dei trail in caso di umido, vista anche la loro grande tecnicita’.
Speriamo che questa location a me tanto cara possa espandersi e farsi conoscere a dovere. Ultimo ma importantissimo, un grosso complimento e ringraziamento va a chi ha realizzato e manutenuto tutto questo, Maurizio di DeepBike.

Traccia gpx mio giro

MTB: Argentario enduro bis

Anche questo weekend si propone un “remake“: si torna all’Argentario, dopo circa 2 mesi, con una nuova compagnia ed un giro in parte inedito. Siamo in compagnia di Laura, Alessio e altri ragazzi di RomaMTB, e altri riders tra cui l’organizzatore . Riesco tramite Laura ad ottenere la traccia la sera prima, si capisce poco della seconda parte, quel che si vede e’ che sono 44 km su 1300 d+ .. roba che non fa per me. Mi comunicano dalla “regia” che il giro sara’ con recupero auto, e che quindi si ridurra’ il dislivello. In ogni caso io resto sempre pronta con tracce e gps a proporre ai miei amici un giro alternativo, in caso quello proposto fosse troppo impegnativo per chi come me non ha una gran gamba.

mad conv

Eccoci qua dunque … stavolta si parte direttamente dal convento, e si sale su asfalto fino al primo trail in programma, il gia’ noto Madonnina. Prima parte molto secca con terreno breccioloso su roccia che richiede molta cautela, poi flow guidato fino ad incanalarsi in un caratteristico fosso dove ci si diverte con sponde drop e saltini. Un buon mix senza grosse difficolta’, bello lungo e divertente. Purtroppo il grande contrasto luce-buio non e’ il max per fare video, ma spero di riuscire a “rendere” l’idea del trail nel filmato a seguire.

Video ripreso con  action cam low cost yi  (la gopro dei povery)

Terminata questa prima bella discesa tocca risalire, stavolta su sterrato, mai troppo impegnativo. Finalmente e’ una giornata estiva o quasi, si sente un po’ il caldo, ma il vento da maestrale aiuta a rendere gradevole anche questa salita. Ed e’ proprio lungo questa salita che iniziano a notarsi le differenze prestazionali all’interno del gruppo, che si dividera’ tra chi fara’ il giro completo (che poi ho scoperto essere interessante solo paesaggisticamente ma non tecnicamente) e chi , come me, Laura , Alessio, Andrea, Alessandra e poi alcuni altri, optera’ per una versione piu’ corta ma con un ultimo singletrack.

Quindi dallo stradone sterrato iniziamo un singletrack su cresta spartiacque molto panoramico, un po’ saliscendi mangia-e-bevi, senza mai presentare eccessive difficolta’ se non quella di non farsi distrarre dal paesaggio. Qualche metro a spingismo e arriviamo su una collinetta abbastanza a picco sul mare, da cui inutile ormai dirlo, la vista fa la sua parte.

top

Ed e’ da questa collinetta che inizia il pezzo forte e piu’ tecnico della giornata ovvero Il trail “soda”, ancora non tracciato su trailforks e derivati. Mi e’ stato descritto come ripido con stretti tornanti. Non ho ripreso la discesa per preservare la telecamera in caso di cadute, visto il terreno molto secco e tendente al breccioloso. Cercando di rendere a parole l’idea, siamo davanti ad un trail dalle pendenze abbastanza accentuate senza mai avere ripidi esagerati, diciamo che richiede il giusto impegno dei freni, su un terreno non dei piu’ grippanti. Il tutto alternato da tanti tornantini mediamente stretti, alcuni ad S ed esposti. Molto bello e comunque non eccessivamente complesso, la difficolta’ e’ semplicemente incrementata dal fatto che alcuni tratti sono esposti e richiedono cautela.

soda

soda 2

Un ultimo tratto di singletrack dove la fa padrona la vegetazione che quasi si appropria della traccia ci riconduce all’asfalto, che dovremo percorrere per 5 km (o alternativamente per un pezzetto la ciclabile…) per portarci in prossimita’ della salita all’ultimo trail, Miniere, anche questo gia’ conosciuto.

Si tratta di un flow trail con un unico passaggio tecnico, breve e divertente per terminare il giro sorridenti. Anche per questo vi lascio al video.

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Video ripreso con  action cam low cost yi  (la gopro dei povery)

In conclusione: l’Argentario si conferma un interessante e vario territorio per la MTB. Ho ancora alcuni sentieri (i piu’ tecnici) con cui fare conoscenza. Da Roma non e’ vicinissimo, ma vale il viaggio. Compagnia TOP per il gruppetto del “giro breve”, ringrazio i contatti di RomaMTB per avermi fatto trovare (speriamo) un gruppo di livello piuttosto omogeneo dove anche chi non ha gamba puo’ integrarsi. Le mie performance in salita non sono ancora al top ma qualche minimo miglioramento si vede. Il giro con recupero si attesta su 570 d+, ma , avendo l’accortezza di salire su asfalto ed evitare il salitone di Miniere, si puo’ tranquillamente fare in versione completamente pedalata.

Relive

Relive ‘Argentario con recupero’


Traccia

MTB Carsoli alone : Conciarelle e petrekte

Carsoli alone : Conciarelle e petrekte

Ci sono dei momenti in cui devi tirare il freno a mano, fare i conti con la realta’ dei fatti e fare qualche passo indientro, lasciare da parte elettrici e frettolosi, e rimettersi a pedalare con il proprio ritmo per ritrovare il puro e semplice piacere di stare all’aria aperta lontano dalla citta’ e conquistarsi un paio di bei trail in discesa.
La location scelta per questo “reset” è Carsoli, che grazie alle salite ampiamente pedalabili ben si adatta anche a monitorare le mie
“performance” cardio. Fortunatmente il meteo, che a Roma tendeva al nuvolo, pare regalare una splendida giornata, dunque si pedala, stavolta senza fretta. Senza sforzi con frequenze tra i 145 e i 155 salgo in circa 45 minuti di asfalto all’inizio della sterrata “mangia e bevi” ovvero saliscendi che porta verso il primo trail, Conciarelle. Se l’asfato si lasciava scorrere tranquillo, qua la musica cambia , i continui saliscendi spesso con strappi non indifferenti rendono la cosa, almeno per me impegnativa, talvolta dove la strada diventa particolarmente sconnessa preferisco darmi allo spingismo. Con una 40ina di minuti arrivo all’inizio del primo trail previsto, Conciarelle. Lo abbiamo gia percorso altre volte, ma stavolta , grazie al costante lavoro dei trailbuilder, è veramente tirato a lucido e presenta alcune nuove sponde.

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Molto bene direi, considerato che un paio di passaggi mi avevano dato noia. Stavolta trovo il ritmo giusto e giro bene anche le curve piu’ strette. Un buon inizio, che fa soltanto bene al morale e al “confidence level”. Anche se da soli bisogna essere piu’ prudenti la calma e l’essere saliti con il proprio ritmo sono state d’aiuto e lo saranno in tutto il giro.
Prosegiamo su uno sterrato di collegamento su cui prendere fiato, per poi risaire ancora su facile asfalto per una 20ina di minuti verso l’imbocco di quello che reputo il capolavoro di Carsoli (e forse il piu’ bel trail man made della zona), ovvero il Petrekte.
Anche di questo si è gia’ detto … un capolavoro flow, tra spondoni e northsore, tutto da guidare sfruttando il flow, in pratica una giostra:

pètrèktè

Purtoppo un bel gioco dura poco, ma le sensazioni che da questo trail valgono tutto il resto. Anche l’uscita finale nei prati, in cui comincia a rispuntare l’erbetta verde, ha il suo perchè … pace e silenzio solo il rumore della ruota libera.
Ogni tanto ci vuole. Sono proprio i giri e le giornate come questa in cui piu’ apprezzo la mia amata biciclettina ….

Relive

Relive ‘Carsoli alone …’

 
Traccia gps gpx

MTB: Malpasso – Carsoli

MTB Malpasso – Carsoli

l’ora d’aria allungata …

Lasciate alle spalle tutte le esercitazioni, i bunnyhop e le slide del corso TM1 si ritorna a girare per davvero, fresca di una qualifica da maestro mtb che rappresenta solo l’inizio, consapevole che c’è una cosa sola da fare, pedalare, allenarsi ma sopratutto ritrovare la fiducia sul tecnico,
fiducia che va ritrovata con pazienza cercando di lasciarsi alle spalle dolori e microtraumi.
Dunque torniamo in sella a fare qualcosa che va ben oltre l’ora d’aria … il trail Malpasso di carsoli era nella to-do-list, e quindi mi unisco coraggiosamente al gruppo di bicinatura che ha organizzato il giro. Coraggiosamente in quanto la mia forma fisica è penosa, non pedalo con un certo dislivello da più di un mese … insomma so bene che faro’ il fanalino di coda, ma non importa, se non ricomincio da qualche parte non va bene.
il giro prevede due trail, Conciarelle, gia’ percorso in passato, e la new entry per me Malpasso, trail naturale molto vario.

kìaz concìar Foto action tnx to Marco di Bicinatura

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Molto faticosamente, non tanto per le pendenze ma quanto per il mio scarso allenamento e conseguente incapacita’ di stare dietro al gruppo, arrivo a Collegiove, paese da cui inizia uno sterrato panoramico gia’ percorso in passato per raggiungere il trail “la mola” … purtoppo qua si tratta di pedalare e il tempo x guardarsi attorno (e quindi di fare foto) è poco.

malpasso 4 malpasso 31 malpasso up maplasso 6

Speriamo che la discesa sia degna della fatica , anche se purtoppo ci risiamo :… tra confidence level sotto zero, fretta, sindrome del ruotino, non scendo come vorrei su un trail che impegna, che passa da tratte tipiche da sentiero di montagna a rockgarden piu’ o meno rognosi, da pietre mosse ad una terra secchissima e scivolosa che mi impone di optare per scendere a piedi un paio di volte . La fiducia sia in me che nella specy è bassa, bene nelle curve strette e nei passaggi su roccia, male nel guidato specie se la pendenza aumenta. Cerco di trovare qualche istante per guardarmi attorno … ma la fretta di raggiungere il gruppo la fa da padrona. Malgrado tutto il trail è molto bello e vario, dovrei pero’ percorrerlo con altri ritmi e il tempo per visualizzare e provare i passaggi piu’ ostici, magari meccanizzando.

kìaz malpasso

Foto action tnx to Marco di Bicinatura

Dulcis in fundo 10 km di asfalto x tornare alle macchine … che dire merita un’altra chance, ma magari meccanizzata e con la dovuta calma …

Video tnx to Angelo Benfante ( magari andar così…)

Traccia:

Splitboard in appennno Mt Ocre

Splitboard in Appennino – Monte Ocre

The Splitboard Chronicles #2

Non e’ assolutamente stato facile, dopo la prima esperienza non propriamente positiva e le difficolta’ incontrate nel trovare informazioni ed eventuali skialper disposti ad accettare la sottoscritta principiante in salita, riuscire a far quadrare impegni, meteo e orari per finalmente andare a capire cosa possono offrire queste montagne del centro sud, cosi’ tanto diverse dalla mia Valle.
Dunque finalmente in compagnia di Ottavio, biker, skialper profondo conoscitore dell’Appennino centrale inizia quest’avventura sulla neve.
l’itinerario previsto e’ il Monte Ocre: 2200 di quota con circa 900 d+ per arrivare in vetta.
La sveglia suona presto ma non mi pesa, la curiosita’ di collaudare per davvero la split e’ molta. Raggiungiamo la location di partenza attorno alle 10, un paesuncolo non molto distante da Campo Felice, Casamaina. E’ l’ennesimo dei “posti improbabili” gia’ incontrati in bici, insomma uno di quei posti dove ti sembra di capitarci per sbaglio. La neve apparentemente sul versante che dovremmo affrontare e’ poca, sono scettica nella mente ma mi fido cecamente della mia guida. Iniziamo a salire per uno stradotto, poi zig zag tra cespugli e sassi, neve poca e dura. I miei pensieri sono il non rovinare la split e sperare di scendere indenni. Il panorama e’ particolare, molto diverso da quelli che conosco, e guardandomi attorno penso che queste pendenze sarebbero molto interessanti da visionare in estate per vedere se c’e’ un qualche percorso adatto alla mtb.

(foto fontana e parte bassa)
ocre up 2 oxee up 1

Si continua a macinare metri in salita, senza grossi intoppi, fino all’avvicinarsi ad un “muretto“, diciamo ad una pendenza da pista rossa difficile o nera facile. E, come volevasi dimostrare qua iniziano i problemi. Dopo un gia’ complicato traverso, nel tentativo di cambiare direzione, scivolo e cado rotolando all’indietro come una patata lessa. Un bello spavento, considerata la pendenza e la presenza di pietre, fortunatamente l’incrocio con un pianetto mi fa fermare. A questi punti c’e’ da fare una cosa sola: farsi passare la paura, montare i rampant e affrontare lo strappo. In qualche modo piu’ o meno ortodosso e ancora incerta e non fiduciosa al 100% nel mezzo raggiungo il primo scollinamento, da cui finalmente si intravede il nostro obbiettivo. La neve migliora di qualita’ facendomi sperare e sognare qualche cuvra perlomento dignitosa.

pianetti 2 pianetti 1 split rampant 2 up rampant 1

Si prosegue con piu’ facilita’, senza rampant, lasciandosi a destra uno splendido pianoro su cui si affacciano altre alture dalle pendenze perfette, capace di far sognare qualunque amante del freeride. La particolaritadell’appennino e’ la vastita di pendiisurfabili” senza ne alberi ne niente a quote basse, cosa che sulle alpi non c’e’, o meglio ha conformazione completamente diversa.
uphill 2 uphill 1

Salendo ulteriormente si ha sempre piu’ la percezione di un paesaggio extraterrestre, che potrebbe essere adatto ad un set di star wars. La neve inizia a mollare, le temperature poco coerenti con la stagione fan si che si ottenga il cosiddetto “firn“, neve primaverile trasformata portante, molto godibile con attrezzi quali la mia splitboard. Abbiamo passato i 2000 e la fatica inizia a farsi sentire … io procedo sempre piu’ a rilento, preferendo linee molto dirette anche se piu’ faticose. La paura di cadere in un inversione sta sempre li, ma pian piano la fiducia con il mezzo di salira arriva. Lentamente arriviamo su un anticima. quota 2140, la cresta del monte Ocre e’ proprio in faccia, ma la mia stanchezza sommata alla paura di cadere mi fa optare per accontentarmi di questo montarozzo. Per me e’ gia’ un gran risultato, circa 800 d+ #conlemiegambe , al momento e’ il dislivello piu’ importante raggiunto con la split.

top m4 top ocr3 top 8 1

Ripreso fiato e riportata la split in posizione di discesa, iniziamo a scendere. Le prime curve regalano ancora qualche sprazzo di powder compatta un po’ gessata, ma decisamente apprezzabile, poi giu’ sul firn, che rimane comunque di gradevole sensazione sotto la soletta.
Curve di diverso raggio, tendenti allo stretto visto che devo seguire uno skier, poi giu’ sempre su trasformata, con qualche breve punto in cui ricompare la powder gessata. Tirando le somme e considerato il meteo ballerino non ci si lamenta. L’ultima parte diventa un po’ piu’ macchinosa e crostosa, ma il know-how di Ottavio fa si di trovare sempre il passaggio giusto anche per la tavola. Per tutta la discesa solo una volta ho dovuto fare buta/gava (metti e togli la tavola x i non piemontesi) e il bastoncino che ho tenuto preventivamente a portata di mano e’ serivto piuttosto di rado. Gita perfetta per la tavola dunque … magari da ripetere in condizioni di neve “recente” .
(video discesa)

Concludendo, anche d’inverno l’appennino centrale mostra di avere un suo perche’. Sono montagne diverse dalle alpi, con paesaggi estremamente vasti e sconfinati, e le alterzze e pendenze non eccessive fanno piu’ effetto di enormi collinoni innevati, tutti adattissimi ad essere “surfati”. C’e’ tanto da fare e da esplorare, non e’ facile muoversi in autonomia in quanto il territorio e’ molto, molto differente da quello alpino ed il numero di praticanti dello skialp molto basso, quindi e’ frequente poter tracciare per primi (oggi sul versante da noi scelto cosi’ e’ stato). Le variabili meteo in gioco sono molte piu’ che sulle alpi, e mi ci vorra’ del tempo per imparare a comprenderle ed interpretarle in maniera corretta. Ma, km da tritare in macchina a parte, c’e’ tutto un mondo da scoprire (e da surfare) la fuori …..

Un enorme ringraziamento alla mia guida, Ottavio “otto”, che ha avuto la pazienza di introdurmi a questo territorio per me completamente inesplorato 😉

Traccia GPX : fornisco la traccia, ma raccomando di usarla solo se ben coscienti di quello che si va a fare. Il territorio e’ vasto, privo a volte di punti di riferimento, ed un errore puo’ portare su versanti completamente opposti. Il mio consiglio e’, se non siete del posto, di cercare di affidarvi a qualche esperto.