Test Turbo Levo SL Specialized

TURBO LEVO SL – Il Test

La mia curiosita’ per il neonato segmento delle ebike ultraleggere non e’ un segreto. Da sempre il grosso limite che trovo nelle ebike per quel che riguarda il mio stile di guida e’ il peso. Peso che influisce nella guida in discesa, nel tecnico lento, nella frenata. D’altro canto pero’ per alleggerire bisogna tagliare altrove, ovvero batteria e motore, e quindi essere pronti ad accettare compromessi in salita.
Ieri si e’ presentata l’occasione per testare una Turbo Levo SL Comp sui trail di Formello. Il maltempo e la pioggia fine non mi han fermato, troppa era la mia voglia di provare questo mezzo. Per chi non e’ troppo “tecnico”, ricordo che la LevoSL risparmia in peso montando una batteria da 320 Wh (contro le 500-600 delle ebike “pesanti”) e un motore realizzato “ad hoc” in grado di erogare una coppia di “soli” 35nm (a fronte dei 70-85 delle ebike “pesanti”). Questi accorgimenti portano il peso dell’oggetto in questione attorno ai 18.75 kg per le versioni in alluminio (da me provata) e a 17 kg per quelle in carbonio. Sono pesi comparabili alle vecchie “freeride” della prima decade degli anni 2000, con la differenza che la tecnologia si e’ evoluta e questa ha il motore.


La bici da me provata e’ in allestimento comp, monta forka fox 34 grip, ammo fox float dps, freni guide, trasmissione nx 12v, ruote da 29.

Vediamo subito come va. Intanto anche da spenta rimane pedalabile, il trascinamento e’ pari a zero e questo permette, in tratti pianeggianti, di spegnere tranquillamente il motore per guadagnare in autonomia. Una volta acceso il motore si fa sentire, ed e’ tutt’altro che silenzioso. La LevoSL ha tre livelli di assistenza, in stile shimano per intenderci. In “eco”, diciamo che lo sforzo e’ comparabile al pedalare una XC molto leggera. Su salite scorrevoli non si hanno problemi, a patto di non pretendere – a parita’ di fatica – le stesse velocita’ che si avrebbero con un ebike full-weight and full-power. Per farla molto semplice, questa trail bike mette una “toppa” alla mancanza di allenamento di un/a “sunday rider” come la sottoscritta, permettendo di faticare meno in salita e guadagnare un pelino di velocita’, ma siamo ben lontani dell’effetto “criceto elettrico” tipico delle ebike pesanti.

In discesa, e’ a tutti gli effetti molto molto piu’ vicina ad una trail bike senza motore piuttosto che ad un ebike. Per farla breve mi sembrava di essere tornata sulla mia cara vecchia stumpjumper. Quindi una bici reattiva che risponde ad ogni nostro spostamento di peso, che chiede di essere guidata , che puo’ essere facilmente alzata per saltare radici in bunnyhop , che vola nei rilanci e sulle sponde. Ho avuto giusto qualche problema di feeling con i freni: su una bici del genere vedo meglio un impianto tipo xt, anche solo a 2 pistoni, sarebbe piu’ che sufficente per il peso della sottoscritta … preferisco avere una frenata pronta e possibilita’ di cimentarmi in cose che su un ebike pesante mi sono quasi precluse, come i nosepress.

Purtroppo il meteo non ha aiutato e la gopro si e’ presto bagnata …

Facciamo un’altra risalita, stavolta proviamo ad usare un po’ piu’ di assistenza. La modalita’ trail, ovvero quella intermedia, e’ comfrontabile ad un eco “spinto” di un Shimano o di un Bosch, o ad un Trail/Tour un po’ “moscio”. Qua il motore si sente di piu’ e quindi le velocita’ aumentano senza problemi. Non ho purtroppo avuto possibilita’ di provare salite tecniche, di quelle non pedalabili (almeno da me) con la muscolare. Sarebbe molto interessante poter approfondire anche il comportamento sui “ripidoni in salita”.

Tirando le somme, di elettrico quest’attrezzo ha solo le lucine: e’ quasi una “muscolare” a tutti gli effetti, forse giusto alzarla in manual e’ – almeno per me – un po’ piu’ complesso in quanto la presenza della batteria sul tubo obliquo rende piu’ faticosa la manovra. Idem per i bunnyhop a basse velocita’, ho potuto costatatare una facilita’ maggiore di alzata sul posteriore rispetto all’anteriore. Ma credo che si tratti di farci la mano e di trovare la giusta tecnica, siamo comunque molto, molto piu’ vicini ad una Stumpjumper – o ad una Enduro come pesi – che non alla controparte elettrica, sia essa la Levo full powered, o la mia Thok o altri attrezzi ancora piu’ pesanti (penso prevalentemente alle motorizzazioni bosch e nn solo … )

Il domandone finale e’: la comprerei ? O meglio, avendola provata prima la avrei comprata al posto della thok ?
Per poter rispondere, avrei bisogno di approfondire la conoscenza del mezzo. Di certo trovando un usato (magari di qualcuno rimasto deluso dalle basse peformance del motore) ad un buon prezzo ci farei un pensierone ….. Il nuovo resta decisamente fuori dal mio budget, magari in un’altra vita, chissa’.
Aggiungo che, se avete solo amici elettrici full powered questa bici non vi permettera’ di girare con loro.
Se girate con bici a propulsione umana e rider allenati, e’ la compagna perfetta. Idem per i solitari.
E’ anche un ottimo mezzo come unica bici per chi fa il maestro di MTB, permettendo una didattica che mantiene l’approccio della “muscolare” a livello tecnico ma offre un buon risparmio di gamba nelle risalite.

Aspetto la possibilta’ di provare anche la diretta concorrente, la Orbea Rise, sperando di riuscire ad avere l’opportunita’ x farlo.

Ringrazio Marco di MTB Formello per avermi messo a disposizione questa super bici.

MTB: Cicloturistica Formello Terre di Veio 2018

La Cicloturistica MTB Formello Terre di Veio 2018 vista da un’endurista che ancora pedala #conlepropriegambe …

[ Come spesso succede sul mio blog, questo articolo è scritto in maniera istintiva, e rispecchia esclusivamente in maniera realistica il mio punto di vista, strettamente collegato a quel che mi piace fare in bici: divertirmi in discesa, meglio se dopo averla conquistata pedalando … ]

7.30 AM. La faccia non è delle piu’ sveglie, la specy ha una tabella con il numero 139 sul manubrio. Cosa sto andando a fare ancora non lo so, una cosa è certa, che Qubo ormai conosce a memoria la strada per Formello e arrivo tranquilla malgrado la mia sonnolenza.
Quella tabella con il numero 139 rappresenta la mia iscrizione alla cicloturistica Terre di Veio, percorso lungo di 40 e rotti km su e giu’tra il Sorbo e la macchia di Sacrofano. La mia decisione di partecipre deriva dal legame che ho per la location, definibile il mio “homespot*” – perdonate il termine rubato al surf – in provincia di Roma. Formello mi ha rimesso in MTB, i trail sono sempre tra i miei preferiti, quindi quale migliore occasione per supportare la location e conoscere percorsi inediti. Gia’, perchè alcuni
singletrack previsti nel giro (che si sviluppa per piu’ del 50% su traccia singola) sono un po’ fuori dalle rotte classiche del bikepark.
L’unica incognita, almeno alla partenza, sono io .. o meglio la capacita’ delle mie gambe di fare 40 km su 1000 d+ “a piu’ o meno piccole” dosi.

qubo

8.30 AM. L’arrivo al campo sportivo di Formello lascia intuire che forse non sono la persona giusta al posto giusto. Tante macchine tanti bikers … bikers gia’ … tante tutine da XC e mezzi che vanno dai frontini anche un po’ datati a full super pedalabili come scalpel e epic, oltre all’immancabile ormai presenza elettrica …. No problem cerchiamo di fare finta di niente siamo qua per una sfida personale,punto.
Fatto sta che le full da trail/enduro non a motore, insomma mezzi che abbiano un escursione degna di questo nome e un reggisella telescopico
si contano sulle dita di una mano.

start

9.30 AM si parte … sopravvivendo alla folla in griglia. Diciamo che l’inizio era chiaro. Si sale, su asfalto, per arrivare all’ingresso verso il Sorbo della Porcineta. Ovviamente mi supera mezzo mondo, ma io continuo con il mio ritmo blando. Passato il cancello inizia il primo singletrack, e con lui i primi imbuti.
Del resto, buttare ad imbuto in un sentiero quasi 500 bikers, di livello tecnico e mezzi moooooolto eterogenei non è cosa indolore.
Purtoppo si nota da subito che il livello in discesa è l’opposto esatto della media di quello in salita, impedendo a chi le skill opportune le ha di esprimersi al meglio.

imbuto

Pazienza, spero in un “diradamento” sulle salite successive, in modo da poter “aprire” un minimo e divertirmi. Per chi non mi dovesse conoscere, ricordo che il mio stile in bike è l’enduro/trail/am, … e agli effetti in questo tipo di evento apparentemente c’entro quanto i cavoli a merenda.
video primo trail

Va bene …. saliamo …. e non poco, su asfalto per fortuna … altro giro di superamenti e io continuo piano … strade secondarie, campagna, bei paesaggi , ma non c’è tempo per le foto. Qua tocca sgambettare per non rimanere troppo indietro.
Finalmente un altro singletrack, sconosciuto questo, che ben promette. Gia’ promette perchè gli imbuti continuano ad essere protagonisti, con conseguente distanza “tutt’altro che di sicurezza”. Gli imbuti pero’ fan si che si recupera qualche posizione, certo godersi la discesa è cosa ben diversa, ma vabbeh, ormai nella mente la decisione c’è: sto giro lo devo fare tutto, perchè in qualche modo mi devo sfogare … almeno i programmati trails del park ovvero aquila pecora e volpe devo poterli fare a tutto gas. Peccato perchè dopo una salita abbastanza ostica c’era un bel singletrack … da esplorare in seguito, non sono una che corre, ma la discesa per me è una cosa: flow. Se questo viene a mancare anche il divertimento si limita.
No problem. Pausa velocissima per bere e su per il Sorbo, di nuovo su per la Porcineta … altro giro altro regalo.
Stavolta si fa un mix di trails, con un po’ di saliscendi ma con alcune parti divertenti, fino ad intraprendere una lunga e panoramica
risalita che ci fara’ entrare finalmente nel Veio bike park.

io prati

Le gambe rallentano ma per fortuna il traffico ormai si è sfoltito,
con fatica arrivo all’imbocco del trail Aquila , tiro su le protezioni (queste sconosciute) e giu’ finalmente a fuoco .. finalmente ci si diverte finalmente la Specy fa quello per cui è stata creata. Un paio di sorpassi un po’ al pelo, ma il flow è flow. Non sai cosa ti perdi se non lo cerchi. è l’essenza della MTB per me, il resto è un mezzo per raggiungerlo.
Risalita spaccagambe, e dinuovo giu’ a palla per la Pecora bassa. Ho un elettrico davanti che viaggia abbastanza bene, gli sto sulle ruote ma non ho necessita’ di superare … giusto qualche salto è stato un po’ a rischio incroci pericolosi … Risalita tranquilla e senza pausa ai arriva alla Volpe, sulla quale purtoppo arriva anche un frontino a farmi da tappo. Stop prima di ogni salto per potermeli godere un minimo, ma il pensiero si sposta altrove. Dovremmo essere a buon punto, e dopo la risalita sulla sterrata carrabile il peggio dovrebbe essere finito.
Le indicazioni ci fanno scendere, per una sterrata senza infamia e senza lode che sembra eterna … eterna come cominciano ad esserlo questi ultmi km, su stradotti pedalabili … ma l’impressione che ho è che stiamo perdendo quota, troppa … e che presto il mio incubo degli ultimi km in salita si materializzera’ …. e si materializza con un ben preciso nome: Via Franchigena, da me ribattezzata via “crucis” Franchigena.

Fa caldo, e le gambe ormai fanno quello che possono. L’unica motivazione che mi fa continuare è l‘arrivare al centro sportivo viva e con le mie gambe. Sono pochi eterni km. Finalmente asfalto e riconosco la zona … siamo poco sotto la partenza … un ultima “allungatoia” con giro attorno ai campi sportivi e finalmente ci siamo.

Viva. Intera. Stanca … ma ancora lucida.
Piu’ di 40 km 1000 d+ quasi no stop.
Un record. Una prova contro me stessa … a dimostrazione che certi limiti sono solo mentali.

Pranzo (compreso nel “pacco gara” – ottima la pasta) un po’ per inerzia … saluti di rito a Cinzia, Barrozza e lo staff del Formello, faticosamente ricarico qubo e inverto la rotta.

Due riflessioni per chiudere:
– Soddisfazione personale di capacita’ di reggere lo sforzo, far girare le gambe a dovere grandiosa. Ho superato un nuovo limite a livello kilometrico, anche se come dislivelli so fare di piu’. Ma si sa, in montagna la cosa è diversa, e per il fisico il “saliescendi” è sicuramente piu’ stancante.
– Tipologia di evento/percorso: per quanto molti trail siano “enduro friendly” non lo è la formula e la disomogeneita’ di livello/mezzi dei partecipanti. Forse piu’ pedalato all’inizio avrebbero sfoltito meglio il gruppo, permettendo di divertrsi in discesa a chi, fondamentalmente sale per godersi la discesa conquistata.
– Forse una terza opzione, vista la struttura del percorso, sarebbe stata quella di un rientro piu’ easy diretto al campo sportivo dopo aver concluso l’ultimo trail (volpe) , magari opzionale per chi non ne ha piu’. D’accordo c’era il corto, ma, almeno nel mio caso la voglia di godermi almeno un paio di trail c’era, e come gia’ detto per poter camminare con un certo flow era necessario sfoltire il gruppo.
– Last but not least, come sempre i dintorni di Formello sono paesaggisticamente bellissimi. Lo so, è un problema mio che non sono abbastanza allenata e veloce, ma ho potuto fare pochissime foto e guardarmi attorno. Come si evince dal resto del blog, per me la MTB è anche scoperta, esplorazione di posti e trail nuovi. Qua per ovvi motivi il focus era sul pedalare e concludere indenne il giro.

Come sempre pero’ Formello resta una super location, e il lavoro svolto da tutto lo staff dei trail builders è davvero qualcosa di
immenso. Grazie sempre per farci divertire sui vostri trailz 😉 .

traccia gpx (mio consiglio è fare la parte del sorbo con clima secco)

Test ebike moustache Samedi 27 trail & race

Quando si propone l’occaione per testare una e-bike è difficile mancare, specie se si tratta di un brand come Moustache, che produce
soltanto ebikes. Chi mi conosce sa che sono abbastanza scettica sulla questione elettrica, e che nei precedenti test (thokturbo levo) non ho manifestato eccessivi entusiasimi per una tipologia di mezzo con cui comunque, prima o poi direttamente o indirettamente (leggi  amici … ) bisogna confrontarsi.

La giornata ahimè non è delle migliori meteorologicamete parlando. A Formello ha piovuto il giorno prima e probabilmente pure la notte, il cielo è grigio,la minaccia che possa ri-piovere è presente. Il terreno è umido e a tratti fangoso mi anticipano, quindi ci troveremo con una piccola complicazione in piu’. Meglio, cosi’ il test si fa piu’ interessante.

La sottoscritta è una ragazza un po’ cresciuta a cui manca pochissimo agli “anta”, è alta 165 x 60 kg circa, in discreta forma fisica ma non eccessivamente allenata (tempaccio maledetto). La prima bici testata è una trail bike da 140 di escursione, la Samedi 27 trail 4. L’allestimento è abbastanza base, sospensioni suntour, trasmissione e freni xt, gomme plus, motorizzata bosch.

samedi 27 trail
Si parte, risalendo verso l’inizio dei trail capra e Pecora. Le rampe su cui a pedali cmq fatico con questa sono una passeggiata di salute.
Tra le varie assistenze selezionabili con due bottoni + e – , sfrutto la nuova modalita‘ “ebike“, che ha la piacevole caratteristica di adeguare la potenza erogata alla pedalata del rider, restituendo una sensazione di fluidita’ e nauturalita’ che spesso nelle elettriche manca un po’.
Veniamo alla discesa. Malgrado il manubrio di serie davvero stretto per le mie abitudini (siamo con un 720) la bici si fa piacere da subito,
regalando una buona facilita’ di guida e maneggevolezza. Sulla pecora alta, trail tuttavia semplice le risposte sono buone, il trail è molto flow , terreno perfetto e questo semplifica le cose. I pesi sono ben bilanciati, e stavolta la sensazione è che i 10 kg in piu’ rispetto ad una bici “muscolare” aiutino a restare attaccati al terreno, con l’ausilio dal sistema di sospensione posteriore che fa il suo dovere.
Dopo questa breve ma positiva anteprima optiamo per il cinghiale, trail che offre qualche parte un pochino piu’ stretta e tecnica oltre che alcuni rilanci. Anche qui la bici va alla grande, permettendo grazie all’ausilio del motore delle medie che con la mia stumpjumper a pedali mi sogno. Il peso nei salti si sente, va gestito in un modo un po’ diverso rispetto ad una classica bici, è necessario tirare  maggiormente a se l’anteriore per restare compatti e sui pedali (uso i flat). Ma capito il trucco si fa tutto, con un ottima sicurezza.
Nello stretto no problem, almeno in uno stretto relativo come l’ultima parte del cinghiale. Diciamo che in linea di massima, su tracciati flow in cui magari occorre pure rilanciare e pedalare, è il mezzo perfetto per divertirsi come su una giostra …  

kiaz samedi 27 trail samedi 27 trail formello
Risaliamo, senza problemi malgrado il fango (e qua se fossi stata con la mia oggi avrei dovuto spingere) , e concludiamo con la prima parte della volpe. Qua sento i limiti dei 140 di escursione, evitando di fare il roccione. Buona ragione per vedere se riusciamo a  provare qualcosa di piu’ spinto. C’e’ ancora un po’ di tempo, e riesco a farmi dare un mezzo piu’ enduristico, la base della versione samedi race.

samedi race 4

Anche su questa la forka è suntour. Visto il poco tempo decido di fare un trail breve, lo scoiattolo. In questo caso forse la bici è leggermente grande per me, ma comunque si lascia guidare, nei salti devo arretrare un po’ piu’ del normale, ma  nessun problema. Anche le due ultime curve dello scoiattolo, abbastanza strette, si girano senza problemi. Dulcis in fundus, visto il confidence level veramente alto con i mezzi, mi allungo fino al roccione della volpe, uno step down di circa 1.5 mt, copiabile ma
drittino. Se con la 140 mi son tirata indietro, con questa è stato un giochino , forse addirittura piu’ facile che con la mia stupjumper.

samedi race 4 samedi race 4 volpe

Purtroppo il tempo è scaduto e si torna alla base. L’impressione stavolta è davvero positiva. Credo che con le sospensioni giuse e ben tarate potrebbe davvero essere il giocattolo del futuro. In un posto come Formello, dove i trail sono brevi e le risalite anche relativamente brevi , dove spesso prima si scende e poi si sale , l’elettrica ha un suo perche’. Sarebbe interessante per capirne i limiti provare un simile mezzo in quel di Civitavecchia, o ancor meglio in Liguria.

Una cosa è certa. Bici tradizionale e elettrica sono 2 cose diverse, la seconda richiede alcuni adeguamenti e adattamenti alla guida.
C’è da capire come si puo’ gestire nel tecnico lento, e in sentieri non prettamente preparati, oltre da – in caso di giri da 1000 d+ e oltre – fare i conti con l’autonomia e imparare a tirare al risparmio con l’assistenza.
Dal punto di vista del dispendio calorico, come gia’ detto in precedenza è minore, ma se usata con un po’ di furbizia si puo’ e un buon lavoro a livello cardio.
Certo è che se ci si vuole allenare e si usa la bici anche come sistema per mantenersi in forma – come nel mio caso – per il momento è
meglio continuare a spingere … ma non dimentichiamoci la malefica formula , FCMAX = 220 – eta’ … questo purtroppo per i sunday
bikers come me ha un solo significato: Che prima o poi se vorro’ continuare a fare quel che faccio il motore sara’ indispensabile …
ma per ora cerco ancora di farcela da sola 😉

Grazie a Hybrid MTB & Moustache per l’opportunita’ e come sempre ai trailbuilders di MTB Formello per farci divertire in ogni condizione!

Relive giro trail:

Relive ‘test ebike moustache’

MTB: Formello new trails , Vacca e Toro

Vacca e Toro , sono 2 nuovi trails nella zona delle Valli del Sorbo di Formello … andiamo a scopririli ….

La zona delle Valli del Sorbo è la meno frequentata dai bikers che girano a Formello, anche se storicamente i primi trails dedicati alle bici (Falco, tartaruga, canyon) sono nati proprio da questo versante. Rispetto ai trails della Macchia di Sacrofano, questi sono un po’ piu’ naturali, e la zona è a tratti piu’ umida (cosa buona in caso di clima secco) grazie al corso d’acqua del Sorbo.

Si parte dunque alla scoperta di questa zona, stavolta sono in compagnia di “e-Mike” e della sua nuova fiammante Mondraker e-Crusher … un bel bicione assistito da motore Shimano. Io ovviamente pedalo con le mie gambe la Specy, ma ammetto che in queste situazioni di ricerca di nuovi sentieri l’avere un amico elettrico che puo’ andare in avanscoperta e trainarmi se serve è una gran risorsa.

Il nostro giro comincia con la Vacca, trail che parte poco dopo l’ingresso del Sorbo da via della Porcineta, prima dei pali della luce, il cui imbocco è contrassegnato da due fascette arancio. Il trail è relativamente facile, mediamente flow con un terreno che deve ancora “farsi”, ma lascia ben sperare … molto particolare, con passaggi stretti in mezzo a cespugli e arbusti … suggestivo. Si esce direttamente sulla strada principale della Valle del Sorbo, da qua la traccia i nostro possesso ci suggerisce di risalire un po’ sull’asfalto per imboccare un nuovo trail in discesa, relativamente breve ma simpatico, che ci porta in un’altra vallata secondaria caratterizzata da una splendida radura …  Da qua saliremo al trail Toro, ma prima ci allunghiamo di qualche centinaia di metri per ammirare le cascate.

sorbo ponticello sorbo radura

cascate sorbo

Si supera dunque il ponticello di legno e si sale verso il trail Toro sulla collina antistante. La salita a parte qualche breve tratto (comune anche alla discesa) è tutta pedalabile anche se a tratti impegnativa, ovviamente e-Mike si arrampica agevolmente sui muri, io fatico un po’ ma comunque arrivo in cima senza troppi problemi. Dalla cima della collina non è facilissimo trovare l’imbocco del sentiero, occorre porre attenzione ad un paletto con fettuccia e restare sulla destra, ravanando nei cespugli e osservando spesso il gps siamo poi riusciti ad immetterci sul trail “Toro” … anche questo molto flow, con delle belle sponde e volendo qualche salto, terreno un po’ piu’ secco, molto divertente e con qualche passaggio tecnico (tutto super fattibile) nel finale …

emike kiaz sorbo

Ripercorriamo quindi a ritroso la valle del Sorbo, per tornare verso la zona dei trail “storici”, con l’idea di risalire ancora una volta per fare ancora un sentiero in discesa. Proviamo a risalire sfruttando una “scorciatoia” suggeritaci dal trail builder local Barrozza … scorciatoia che sara’ si scorciatoia, ma che per me si traduce in 100% spingismo, e sulla tratta piu’ impervia e ripida mette in crisi anche e-mike e il suo mezzo motorizzato .

Decidiamo di scendere per il classico “tartaruga”, trail divertente abbastanza naturale con un bel ripidone …   in poco tempo siamo dinuovo nel fondovalle, ne approfittiamo per allungarci nuovamente di qualche metro fino a poco sotto il Santuario del Sorbo … ultime foto e ultima risalita su asfalto, stavolta approfittando della potenza di traino del bicione motorizzato.

mik

backlight

Per concludere, diciamo che si tratta di una zona molto panoramica  e caratteristica con ancora molte potenzialita’ da sfruttare, dove visti i dislivelli “brevi” si riesce anche a far convivere chi pedala con le sue gambe con chi si fa aiutare dalla batteria a patto di avere un po’ di pazienza e flessibilita’.

Relive:

Relive ‘Sorbo with e-Mike’


Per la traccia vi rimando a questa, fornita da Bicinatura.it

Si ringraziano MTB Formello, Barrozza e tutti i trail builders per il gran lavoro che permette un gran divertimento a tutti i bikers !!

MTB: Formello – Aquila e Canyon

Formello new trails : Aquila e Canyon

Si sa, d’inverno Formello rimane uno dei trail centers piu’ avvantaggiati, grazie al super terreno che assorbe l’acqua meglio di una spugna
e permette di girare su un ottimo fondo anche con umidita’ e pioggia recente. Quindi sfruttiamo questa bella giornata fredda ma non troppo
dal tempo perturbato per esplorare due nuovi sentieri. L’aquila e il Canyon. A dire il vero il Canyon è tutt’altro che nuovo, anzi è uno dei trails “storici” del versante della valle del Sorbo, area in cui sono nati i primi trails enduro di Formello. Ma iniziamo dall’Aquila, new entry vera e propria nella zona della macchia di Sacrofano. I cartelli la indicano come “e-l’Aquila“, dove la e fa pensare ad un trail pensato maggiormente per le bici elettriche, sempre piu’ presenti sui trail. Da quanto avevo sentito dire nei giorni scorsi, una cosa era ben chiara, che la salita doveva essere impegnativa … la discesa abbastanza flow, ma le informazioni erano comunque poche e vaghe.
In questi casi si puo’ fare una cosa sola : andare a vedere ….
Detto fatto, si sale, fino all’ingresso per Pecora e Capra, poi ancora su …. e in pochi metri ho ben chiaro il significato di quella “e” davanti al nome del trail sul cartello : se non hai il motore hai vinto un paio di rampe di sano spingismo.
Finalmente si arriva in cima al Monte Musino, e si inizia a scendere. La traccia conferma le aspettative flow, tante curve abbastanza
ampie senza difficolta’ alcuna, ostacoli quai zero, con un pezzo molto divertente in una specie di canalone. Il sentiero è bello lungo,
a tratti panoramico, e si conclude in una splendida radura con vista sulle colline circostanti.

aquila1

aquila2

Da qua purtroppo … si risale nuovamente … lungo uno stradotto che ci riportera’ alla fine di Capra e Scoiattolo. Da qui l’ovvia continuazione è il cinghiale.
Nel complesso l’Aquila vale comunque la pena provarlo, magari con qualche aggiunta e qualche variante potrebbe diventare ancora piu’
interessante.

Relive:

Relive ‘Formello – Aquila cinghiale volpe’

La prima parte del mio giro si conclude con la Volpe. Ma quel che realmente mi interessava oggi era vedere il versante del Sorbo.
Cosciente della poca segnaletica mi affido al solito indispensabile GPS. Decido comunque per comodita’ – visto anche il tempo perturbato –
di spostarmi in macchina alla base della valle del Sorbo, e da qua risalire. La risalita è su asfaalto, a tratti anche abbastanza ripida, ma mai impossibile e intervallata da parti in piano o leggera discesa che fanno respirare. In mezz’ora sono all’imbocco dei trails, e qua bisogna un minimo sapersi orientare.

sorbo 1

cart1

La freccia indica Tartaruga a sinistra, Falco e Pungitopo a destra. Andando per esclusione e ricordando che Falco e Pungitopo erano stati danneggiati dal tonrado lo scorso anno, seguo per Tartaruga. Canyon dovrebbe essere una variante di quest’ultimo.
Il trail è poco frequentato, ma qualche traccia fresca di gomma c’è. Buon segno. Si tratta di un sentiero piu’ naturale, sicuramente piu’ lento di quelli della zona della Macchia, che non presenta comunque nella prima parte difficolta’ grosse. Ad un certo punto purtroppo diventa difficile capire il percorso, causa foglie secche che hanno ormai cancellato ogni traccia. Il GPS dice che la direzione è giusta, a valle c’è un indicatore bianco-rosso, quindi giu’ per un ripidone alla cieca. Poc anzi un segnale “canyon” ci fa capire che siamo dalla parte giusta, ed eccolo qua il Canyon vero e proprio.

sorbo 1

Dovro’ tonrarci con la action cam per documentare, fatto sta che la traccia
segue un vero e proprio canalone tra le rocce. Io la seguo con la dovuta prudenza, qualche passaggio a cui prestare attenzione c’è,
ma nel complesso un trail davvero divertente, scenografico e particolare. Spero di ripeterlo con la telecamera e con condizioni meteo migliori, la minaccia che potesse piovere sembrava dietro l’angolo ma fortunatamente l’ho scampata.

Nel complesso, due trail molto diversi, ognuno con il suo perchè. La zona del Sorbo merita indubbiamente degli approfondimenti, chissa’
se arriveranno nuovi trails su tale versante??

Traccia GPX Canyon

Come sempre si ringraziano i trail builders di MTB Formello per il grandissimo lavoro che svolgono sui sentieri 😉

Test E-Bike Thok MIG

Quella di ieri e’ stata una domenica “elettrica“. A Formello infatti c’e’ stata l’opportunita’ di provare le neonate e-bike “Thok“,
sviluppate dal campione di downhill Stefano Migliorini. Non e’ cosa da tutti i giorni poter provare gratuitamente un mezzo simile, e
quindi malgrado io non sia una fan sfegatata delle elettriche (ne avevo gia’ parlato in passato) mi sono cimentata in questo test,
complice anche la ancora non perfetta forma fisica post infortunio.
Il test prevedeva di poter usare la bici per 20/30 minuti, effettuando quindi una salita e una discesa lungo uno dei piu’ divertenti
trail di Formello: la Pecora: trattasi di un percorso molto flow, con paraboliche, rilanci e qualche saltino. Niente di diffiicile,
per permettere a chiunque di prendere confidenza con un mezzo che, ci tengo a sottolinearlo fin da subito, ha uno spettro di utenza
veramente ampio che va dall’ex discesista al pensionato sportivo, passando per chiunque sia attratto dalla mtb ma che non abbia voglia/
tempo/allenamento per pedalare, fidanzate di bikers incluse.
Le caratteristiche tecniche della bici da me provata (il modello base MIG) le trovate sul sito ufficiale. Non mi dilunghero’ in analisi dettagliate della componentistica: per farla breve abbiamo a che fare con una full da 150 di escursione con gomme plus, ovvero 2.8 di sezione, cosa che secondo me da molta sicurezza in piu’ in discesa senza compromessi su un mezzo assistito .

thok mig ebike

thok mig ebike 2

Veniamo a noi. Finalmente salgo su questo mostro elettrificato. Forse la M e’ un pelo grande di taglia, ma per farci un giretto no problem.

ebike test

Per regolare l’assistenza si usa un manettino in stile cambio, non molto intuitivo a dire il vero. Sul display viene poi indicato il livello di assistenza e la velocita’. L’attrezzo, come del resto mi aspettavo, cammina da solo, mantenendo pero’ un’assistenza molto fluida e meno scattosa rispetto ad altre bici elettriche su cui ero salita in passato. Fatto sta che cammina da solo e non si lascia intimorire dalla prima rampetta, malgrado la modalita’ eco, ovvero quella base.

Rapidamente raggiungiamo l’inizio della discesa. La bici cammina, le sospensioni sono un pelo rigide forse per il mio peso ma siamo su un sentiero easy quindi no problem grazie anche ai gommoni plus. Ho fatto tutta la discesa in modalita’ eco, e comunque il fatto di avere un motore, un qualcosa che spinge si sente, non stiamo lavorando piu’ solo con la forza di gravita’. Difficile spiegare questa sensazione, fatto sta che basta mezza pedalata e riparte subito, non hai il fiatone negli strappi, ma vista la facile accelerazione richiede una guida molto attiva.

kiaz ebike mig

Nei salti malgrado i 20 kg abbondanti di peso riesco a tenerla benino anche se qualche volta ho rschiato di perdere i pedali, probabilmente
per tecnica errata. E fin qui tutto bene.

Ma il vero potenziale di questi mezzi e’ la salita. La risalita nella macchia condivisa dai trail cinghiale/pecora/picchio , che pedalata puo’ essere tanto rilassante quanto pallosa (dipende dai punti di vista)
diventa un divertimento, perche’ de facto e’ … non dico un altra discesa ma un singletrack pianeggiante con curvette e passaggi divertenti. Ecco che quindi la guida diventa attiva anche in salita, e da qua capisci che e’ qualcosa di diverso, qualcosa che puo’ cambiare il concetto di bikepark. Usando la modalita’piu’ potente, la boost, arriviamo a superare tranquillamente i 20 km/h in salita, velocita’ che normalmente io faccio in discesa, e quindi potete capire come un sentiero possa diventare divertente anche al contrario. De facto, cambia il modo di concepire alcuni aspetti della mtb. E’ un mezzo orientato prettamente alle abilita’ di guida e dove il motore da un grosso aiuto. Insomma una cosa diversa. Molto divertente ma diversa.



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Cerchiamo di trarre qualche conclusione, anche se sull’argomento si potrebbero scrivere megabytes di caratteri.

Ci sono due aspetti da tenere in considerazione.

Uno filosofico/emozionale, l’altro tecnico. E ancora un’altro aspetto IMHO, legato alla salute e alla forma fisica.

Partiamo dalla questione tecnica: al mezzo testato non si puo’ dire niente. E’ semplicemente pereftta e credo che se presa di una taglia in meno e con le sospensioni tarate giuste diventi un gran bel giocattolo, ottimo per fare i criceti anche senza  la seggiovia, per divertirsi senza faticare troppo (lo sforzo diventa molto simile a quello che si fa facnedo solo discesa,
tipo bikepark meccanizzato per intenderci) e magari per esplorare la montagna a caccia di nuovi trails ampliando il range di  dislivello e km percorribili. E tutto questo non e’ poco, a patto di poterselo permettere in termini economici (i prezzi partono da poco meno di 4000 Euro…) .

Unico scetticismo la gestione di un mezzo di tale peso in percorsi piu’ tecnici e meno scorrevoli come possono essere i  Ripetitori di Civitavecchia. Molto probabilmente tocca adeguare la tecnica al mezzo, ma al momento non ho elementi per addentrarmi nella questione.

Ma ma ma ma …. #Slayerina ??… ecco. Nel pomeriggio risalgo sul mio mezzo a pedali veri,che mi aspettava un po’ triste in un cantuccio.

slayerna

Eccolo,salgo sul mio cancellino vintage e mi sparo una run su scoiattolo + cinghiale. Niente da fare. Il fare da me continua a piacermi di piu’ almeno in discesa. Sono piu’ sicura sui salti, conosco bene il mio mezzo con i suoi pregi e i suoi difetti. E dopo aver portato un attrezzo da 20kg con il motore …
Slayerina sembra una bicicletta.
MA SLAYERINA e’ una BICICLETTA !!!!!
Mi da piu’ sicurezza … certo avesse le gomme plus … ma poi come salgo ?
Slayerina e la sua ferraglia meccanica. I suoi rumori.

Nessun fruscio di motore. Enjoy the silence.

Slayerina che nei rilanci vuole che io usi le gambe …. si si le gambe i prosciuttini. I miei quadricipiti femorali che tanto sto faticando ad allenare.
E ora che c’e’ la salita … che si fa . Facile. Si pedala. E ci si guarda intorno, finamente. Vado piano ma almeno mi godo la  natura e l’ambiente.

Per me la bici e’ uno sport e finche’ FCMAX=220-ETA’ sara’ sufficente a farmi pedalare pedalero’. Con i miei  limiti e la mia velocita’. Al momento non ho sogni elettrici. Arriveranno quando la vecchiaia mi imporra’ questa scelta, fermo  restando che magari la possibilita’ di affittarne una in determinate situazioni puo’ essere divertente.
Surf a parte, che come gia’ osservato in passato non e’ sufficiente a manenersi in forma, la bici e’ l’unico sport che pratico con
costanza. Odio le palestre e ho dei problemini fisici che mi proibiscono attivita’ con i pesi. Ben venga allora quel po’ di fatica
che faccio nei weekend 😉 . A pedali , finche’ girano le gambe.

C’e’ da dire una cosa pero’: queste bici elettriche danno una grande speranza, quella di potersi continuare a divertire anche con gli anni che passano. Il poter continuare comunque a stare all’aria aperta, sgambettare senza farsi venire le traveggole significa poter andare in bici anche con gli anni che passano.

Ed e’ sempre piu’ frequente vedere persone “grandi” ma felici di poter tornare bambini grazie a queste e-bike. Quindi … lunga vita alle e-bike e all’evoluzione tecnologica al servizio di una vita piu’ lunga e migliore 😉

Never stop riding, even with an engine 😉

Si ringraziano Thock Bikes di Stefano Migliorini, Bike Store Ciampino, il gruppo Stonati MTB enduro (che ringrazio anche per il video da cui sono catturate alcune immagini incluse in questo post), e ovviamente i locals di
Formello per i trail sempre perfetti e la location 😉
https://www.facebook.com/groups/StonatiEnduroMtb
https://www.facebook.com/BikeStore.srl/
http://www.mtbformello.it/
http://www.thokbikes.com/
Al prossimo test !


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Microtraumi ….

Cadere rialzarsi ripartire … cadere farsi male recuperare ripartire … Praticare action sports o attivita’ outdoor in generale
significa anche imparare a convivere con traumi piu’ o meno importanti.

Fa parte del gioco , e piu’ vai avanti con gli anni piu’ diventi consapevole che non sei piu’ di gomma, e che a volte bisogna dare ascolto allo spirito di conservazione.
Ma non e’ detto che i microtraumi siano per forza legati alla bici o ad altro attrezzo sportivo. Poco piu’ di una settimana fa durante un giro esplorativo in una poco nota e battuta zona delle mie terre d’origine in provincia di Torino sono stupidamente inciampata in un sasso, cadendo rovinosamente e ritrovandomi con una brutta distorsione  alla caviglia destra.

colle forchetta val di lanzo colle forchetta val di lanzo colle forchetta val di lanzo colle forchetta val di lanzo

Risultato ? Niente di rotto, ma qualche giorno con le stampelle non me lo ha levato nessuno. Poi tutore(simpaticamente soprannominato robocop) e pian piano si riprende confidenza con i pedali, dato che la bici ha un gran vantaggio: dal punto di vista impatto sulle articolazioni e’ un attrezzo molto tranquillo, certo, vietato fare i salti o cercare guai tra gli sgarupi.

tutore robocop

E cosi’ prendo il coraggio a 4 mani e rientrata a Roma inizio con qualcosa di semplice: la sughereta di Pomezia e’ un parco pieno
di singletrack senza niente di difficile ma divertenti quanto basta per passare un paio d’ore in tranquillita’ a 15 minuti dall’EUR. Stringiamo bene il tutore e si parte pedalando. Le gambe funzionano il fiato tocca rifarlo un pelo ma dolori non ne sento. Proviamo anche qualche passaggio un pochino piu’ tecnico, devo evitare di caricare la gamba destra ma dove si riesce a scegliere bene la linea problemi non ce ne sono. Unico
fastidio le vibrazioni, devo evitare percorsi troppo scassati per il momento. Ma 2 belle orette a pedali senza sforzo eccessivo  le abbiamo fatte.

sughereta pomezia sughereta pomezia fiori sughereta pomezia

Visto che mi sento abbastanza sicura decido di replicare a Formello. Anche qua la scelta e’ di stare tranquilli, non fare nientedidifficile, guidare con il massimo flow evitando i salti e scegliendo linee pulite senza eccedere nella velocita’.
Certo se si poteva saltare era piu’ divertente, ma una guida piu’ rilassata mi permette di essere stranamente piu’ performante sulle salite.
Cinghiale, pecora bassa e poi Volpe. Senza correre copiando i salti obbligati rimanendo in sicurezza. Tempi di percorrenza e medie piu’ che dignitose per il mio poco e incostante allenamento. Ma gia’ solo il sapere che in bici ci posso andare, e che riesco pure a divertirmi e’ una gran cosa.

cinghialepecoravolpedati volpestart

Per tornare a fare surf ci vorra’ ancora tempo, ma per ora concentriamoci su #Slayerina e sulle piccole grandi soddisfazioni che mi da 😉

Never stop riding 😉


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MTB: cadute e nuovi traguardi

Cadere, rialzarsi, ripartire. Senza paura.

Provare un nuovo passaggio tecnico o un salto un po’ piu’ alto. Queste piccole sfide personali fanno parte di quella che per me e’ la parte piu’ divertente della mountain bike.
Spesso e’ piu’ facile superare i propri limiti quando si e’ in compagnia di qualcuno con un livello superiore al proprio. E cosi’ e’ stato lo scorso weekend in cui ho avuto la possibilita’ (finalmente) di girare in gruppo con Fabio, Sara e Simone: quest’ultimo in particolare e’ un biker di alto livello, con ottima tecnica e allenamento, e la sua presenza e’ stata determinate nel farmi trovare il coraggio di affrontare salti mai provati in precedenza e di aumentare la velocita’ sullo scorrevole riuscendo addirittura a chiudere i “doppi” (salti in cui c’e’ un “vuoto” tra dente e atterraggio) presenti sull’ormai ben noto trail “la pecora” di Formello

salita pecora

Poter seguire un biker esperto e’ molto utile per capire come impostare le curve e come ottimizzare le traiettorie perperdere meno velocita’ possibile. Purtroppo non e’ cosa semplice quando il gap di livello e’ alto, ma la fortuna di non essere l’unica ragazza del gruppetto e di essere in un gruppo con altri biker di livello eterogeneo ha reso la cosa piu’ semplice. Purtroppo la pazienza non e’ dote da tutti, non ho ancora l’allenamento ottimale per seguire gruppi organizzati senza fare la figura del “tappo”.

fine pecora

Quindi domenica e’ stata una grande occasione di darci dentro e affrontare cose mai fatte prima, come il saltone della “Capra”

saltocapra saltocapra1

Il primo tentativo e’ andato alla grande, poi la scimmia mi ha fatto riprovare, e il risultato e’ stato un po’ meno soddisfacente:
carico eccessivo sull’anteriore con splendido volo in avanti … risultato un paio di bei lividi …

botto

Ma poco importa. Il casco Bell (qui il mio TEST) mi ha risparmiato un incontro ravvicinato con il dentista, e per il resto i lividi passano …
ci si rialza e si riparte, senza paura. Certo, bisogna accettare il rischio e sapere che qualche livido e’ da mettere in conto, sempre e comunque.

La paura ci aiuta a conoscere i nostri limiti. E’ normale aver paura affrontando un nuovo passaggio.

scoiattolo start pecora linea hard

Meglio comunque evitare di fare cose che non ci sentiamo di affrontare, specie se siamo da sole/i. E anche quando si cade, conviene
cercare di liberarsi dalla bici quando possibile, sfruttare le protezioni per attutire l’impatto , e se andiamo lungo preferibilmente rotolare piuttosto che infossarsi. In mtb e in particolare nelle discipline gravity si cade, quindi consiglio a chiunque voglia avvicinarsi a questo tipo di tracciati di dotarsi di protezioni (almeno ginocchiere, gomitiere e casco meglio se full face)


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Ringrazio ancora Simone, Sara e Fabio x la compagnia e la pazienza 😉 speriamo che ci siano altre occasioni per girare assieme. 



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MTB: Back action camera

Per chi non ci segue su facebook, ecco il video realizzato a Formello sul trail “cinghiale”, uno dei piu’ datati ma pur sempre divertente 😉
Il percorso non presenta particolari difficolta’ come potete vedere, ed e’ apprezzabile anche con una front 😉 (chi ha effettuato le riprese . all’indietro girava con un frontino ;)) . Buon divertimento

formello curve

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