Cadere rialzarsi ripartire … cadere farsi male recuperare ripartire … Praticare action sports o attivita’ outdoor in generale
significa anche imparare a convivere con traumi piu’ o meno importanti.
Fa parte del gioco , e piu’ vai avanti con gli anni piu’ diventi consapevole che non sei piu’ di gomma, e che a volte bisogna dare ascolto allo spirito di conservazione.
Ma non e’ detto che i microtraumi siano per forza legati alla bici o ad altro attrezzo sportivo. Poco piu’ di una settimana fa durante un giro esplorativo in una poco nota e battuta zona delle mie terre d’origine in provincia di Torino sono stupidamente inciampata in un sasso, cadendo rovinosamente e ritrovandomi con una brutta distorsione alla caviglia destra.
Risultato ? Niente di rotto, ma qualche giorno con le stampelle non me lo ha levato nessuno. Poi tutore(simpaticamente soprannominato robocop) e pian piano si riprende confidenza con i pedali, dato che la bici ha un gran vantaggio: dal punto di vista impatto sulle articolazioni e’ un attrezzo molto tranquillo, certo, vietato fare i salti o cercare guai tra gli sgarupi.
E cosi’ prendo il coraggio a 4 mani e rientrata a Roma inizio con qualcosa di semplice: la sughereta di Pomezia e’ un parco pieno
di singletrack senza niente di difficile ma divertenti quanto basta per passare un paio d’ore in tranquillita’ a 15 minuti dall’EUR. Stringiamo bene il tutore e si parte pedalando. Le gambe funzionano il fiato tocca rifarlo un pelo ma dolori non ne sento. Proviamo anche qualche passaggio un pochino piu’ tecnico, devo evitare di caricare la gamba destra ma dove si riesce a scegliere bene la linea problemi non ce ne sono. Unico
fastidio le vibrazioni, devo evitare percorsi troppo scassati per il momento. Ma 2 belle orette a pedali senza sforzo eccessivo le abbiamo fatte.
Visto che mi sento abbastanza sicura decido di replicare a Formello. Anche qua la scelta e’ di stare tranquilli, non fare nientedidifficile, guidare con il massimo flow evitando i salti e scegliendo linee pulite senza eccedere nella velocita’.
Certo se si poteva saltare era piu’ divertente, ma una guida piu’ rilassata mi permette di essere stranamente piu’ performante sulle salite.
Cinghiale, pecora bassa e poi Volpe. Senza correre copiando i salti obbligati rimanendo in sicurezza. Tempi di percorrenza e medie piu’ che dignitose per il mio poco e incostante allenamento. Ma gia’ solo il sapere che in bici ci posso andare, e che riesco pure a divertirmi e’ una gran cosa.
Per tornare a fare surf ci vorra’ ancora tempo, ma per ora concentriamoci su #Slayerina e sulle piccole grandi soddisfazioni che mi da 😉
Never stop riding 😉