MTB Tornimparte 2018

Tornimparte – il Casello

Il rientro al mio attuale mondo reale, ovvero Roma e le difficolta’ che il vivere nella Capitale implica d’estate per un’amante dell’aria fresca e dei monti, è sempre un semi trauma. Aggiungiamoci il ginocchio (piccolo infortunio durante il mio breve break in Val Susa) che non è ancora stabile a complicare le cose e a limitare le scelte … Scelta che cade su Tornimparte, location gia’ esplorata lo scorso autunno  , che offre un range di quota 1000-1500, non il massimo certo, ma si sa, sugli Appennini è difficile trovare flow trail in quota raggiungibili pedalando. Stavolta ci limiteremo al solo trail “Casello“, che offre ben 4 km di discesa abbondanti, con una prima parte molto flow interrotta da qualche breve rockgarden, e un ultima parte con stretti tornantini poco graditi alle mie attuali capacita’ e forma fisica. IIl breve ma divertente giro si sviluppa con circa 500 mt d+, con una salita che prevede un breve tratto di asfalto (2 km) e poi una piacevole e panoramica sterrata lungo la quale troviamo due fonti , ottima cosa per rinfrescarsi dal caldo che si è fatto sentire malgrado l’altitudine.

fontana

Consigliato anche a chi non ama i tornanti, la prima parte è davvero flow e piacevole per tutti.

Relive :

Relive ‘Casello Tornimparte’

Per la traccia vi rimando a quella del precedente articolo

MTB: Lago Nero enduro

Il sentiero misterioso … enduro in zona lago Nero (alta Valsusa – Val di thures)

Nella “valle che resiste” dove l’enduro non esiste, o meglio non è cosi’ praticato e conosciuto come tale location meriterebbe  ogni tanto bisogna uscire dagli schemi e azzardare, fidarsi dell’istinto, delle carte e di chi questa montagna la conosce anche se non da biker.
Gia’ da tempo la zona del lago Nero stava nel repertorio delle possibili esplorazioni, ma data la scarsita’ di tracce o la limitazione di queste a giri palesemente xc su noiosi sterrati avevo sempre rimandato per paura di dover rientrare dalla traccia di salita.

Stavolta un qualcosa salta fuori dal sito gpsies, una traccia che dovrebbe prevedere una discesa su singletrack dal Col Begino verso il  lago Nero , zona di prati abbastanza aperta, ben nota d’inverno a skialpers e snowalpers o backcountry riders che dirsi voglia.

Conoscendo le mie gambe e le pendenze in gioco decido di modificare il percorso optando per salire dalla strada sterrata carrabile che sale da Bousson al lago nero anziche’ da Chabaud in val di Thures … i miei lontani ricordi di backcountry rider mi fanno tornare in mente la pendenza non particolarmente dolce della prima tratta di quel pendio … quindi ben venga il classico sterratone.

val di thuras

Come tante altre sterrate dell’alta Valle, anche questa sale dolce e si lascia pedalare, il fondo lascia un po’ a desiderare data
la prevalenza di brecciolino , ma senza troppe rogne arriviamo al lago Nero, quota 2020 circa.

lago nero

Lo scuro piccolo bacino ha un’aspetto diverso da quello invernale, fatico a riconoscere il circondario che anni fa “surfavo” in snowboard.
Inoltre le recinzioni elettrificate verso le praterie da cui dovrebbe svilupparsi la discesa lasciano presagire un possibile rischio di  non percorribilita’ della traccia. Inoltre i tempi di percorrenza sono stati piu’ lunghi di quelli stimati, quindi comincio a ragionare su percorsi alternativi. Una cosa è certa, fa freddo e conviene allontanarsi dalla conca del lago, ripercorrendo la strada a ritroso fino al bivio che dovrebbe portare al collegamento sull’altro versante della valle. Un brevissimo taglio in singletrack naturale , e  dal ponte inaspettatamente si ricomincia a salire, senza troppa pendenza ma con il solito fondo antipatico che nel giro di alcuni metri si trasforma in pietra fissa simil mulattiera, tanto scomoda da farmi optare per lo spingismo malgrado la pendenza non importante.

chaberton spingismo

Finalmente si arriva al quadrivio, siamo nuovamente risaliti poco sopra i 2000, e tocca prendere una decisione.

quadrivio

Scartando a priori la salita verso il colle Begino, le opzioni di discesa diventano due :

1) Scendere lungo la strada sassosa verso Chabaud ed eventualmente inserire qualche breve taglio su sentiero, e poi percorrere tutta la
sterrata lungo il torrente fino a ritrovare la macchina.
2) Dal quadrivio stacca un singletrack. Sulla cartografia di mytrails è nominato Sentiero dei Forestali. Ha un aspetto non molto invitante,
stretto ma comunque curato … potrebbe essere una sola (fregatura per chi legge da fuori Roma) pazzesca o il trail del secolo …

c’è un solo modo per saperlo … andare a vedere … quindi si sceglie la 2.

L’angusto singletrack inizia con un paio di stretti ma ancora fattibili tornantini , poi un pezzo piu’ scassato ma fattibile che faccio a
piedi perchè vagamente esposto e da sola … a seguire un lungo mezzacosta in leggera discesa stretto ed esposto, senza troppe difficolta’ ma
che richiede cautela e attenzione pena la caduta nel burrone … il trail poi comincia fortunatamente ad aprirsi, offrendo una parte
simpaticamente flow, con ampie curve, le pendenze sono un po’ piu’ accentuate a tratti, ma finalmente non c’è piu’ il burrone quindi
si prosegue con un po’ di piacevole scorrevolezza.

Siamo circa a meta’ traccia o poco piu’. Il pendio si inasprisce nuovamente, e il trail inizia ad andare giu’ a serpentina, sempre  esposto ma con traversi fattibili in sella.
Questione diversa è per i tornanti che diventano sempre piu’ stretti e che necessiterebbero la piena padronanza del nosepress
padronanza che ovviamente io non ho e che mi costringe a scendere a quasi ogni curva, complice anche il recente infortunio e il ginocchio non ancora perfettamente stabile.

trail 1 tornantino

L’ultima parte per fortuna si addolcisce, riusciamo a fare qualche curvetta, e per concludere una parte flow ci riconduce sulla strada sterrata che, costeggiando il fiume, riporta sani e salvi a Bousson e quindi alla macchina

Concludendo, una gita avventurosa con 700 d+ che mi ha fatto scoprire un interessantissimo anche se tortuoso sentiero, ma un indubbia palestra
per imparare a fare i conti con tecnica e paure. Una cosa è certa , che per fare trail non esplicitamente bike oriented il nosepress va imparato, e va imparato in maniera sicura. Deve diventare un automatismo. Solo cosi’ finalmente potro’ godermi appieno questo tipo  di trail, molto frequenti in contesti alpini e non solo.

In bikepark sono buoni tutti !!!

Traccia – Fornita a proprio rischio e pericolo. Come descritto il sentiero non è facile, ha delle affinita’ con il singetrack de l’infernet aggiungendo pero’ il non trascurbile fattore esposizione. La sottoscritta declina ogni responsabilita’ legata all’utilizzo, ognuno deve essere ben cosciente del proprio livello/limiti 


video relive

Relive ‘Lago nero enduro’

MTB Sestrieres Col basset sentiero Bordin

MTB Sestrieres Col basset sentiero Bordin
(e varianti … )

Siamo ormai a praticamente una settimana dall’infortunio, il ginocchio ha dato segnali positivi di discreta stabilita’, quindi si torna a
pedalare su trails naturali. Visto il caldo decido di salire in quota, con un breve giro che dal colle del Sestrieres sale fino al col Basset su comoda strada militare, per poi ridiscendere via singletrack.

bordin 1 bordin 2 bordin 3 bordin 4

La strada che dal Sestriere conduce al Col Basset è scorrevole e tranquilla, con un buon fondo, si lascia pedalare tutta senza spingismo e senza strappi, regalando una vista sempre notevole che rende ancora piu’ motivante e piacevole la salita di 6.5 km circa che ci porta fino a quasi 2500 di quota. In cima l’aria fredda si fa sentire, ma il sole scalda, e trovo riparo dietro alla vecchia stazione della cabinovia per prendere fiato e prepararmi alla discesa.

basset 1 basset 2 basset 3 basset 4

Discesa che parte con uno stretto singletrack naturale, non particolarmente difficile ma che richiede un minimo di attenzione per non incastrarsi nelle frequenti canaline … Il fondo è buono, a tratti un po’ secco, qualche pietra vagante e qualche tratta lievemente esposta impone la dovuta cautela, considerato anche il recente incidente.

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single 2

Giungiamo all’incrocio con il noto sentiero Bordin, un singletrack mezzacosta che attraversando un bosco di larici ci condurra’ verso la zona degli “champlas” senza farci perdere quota. Attraversiamo ad un tratto la pista di downhill del Fraiteve, ma basta allungare lo sguardo per capire che al momento non è cosa fattibile. Dunque si prosegue, sempre su tranquillo mezzacosta, fino ad un bivio a cui conviene stare bassi in modo da perdere un po’ di quota. Da qua in teoria incroceremo un’altra strada per tornare a Sestrieres.

Fortuna vuole pero’ che lungo la noiosa doppia traccia in discesa, noto a sinistra un sentiero che si addentra tra i larici. Un rapido check al GPS mi fa capire che ovunque vada non mi perdero’, alla peggio portera’ verso valle. Il trail è contrassegnato da segnali di spray sugli alberi , e viste le ampie curve pare palesemente un trail costruito per le bici. Purtoppo il giochino dura poco , e a breve si rincrocia l’asfalto che ci riportera’ senza difficolta’ a Sestriere.

sestriervs

Un giro in quota, senza difficolta’ eccessive, adatto con la dovuta cautela anche a frontini, con panorami eccezionali e sentieri divertenti.
Insomma il giusto approccio per recuperare da un infortunio mantenendo alti sia la sicurezza che il divertimento 😉

Relive

Relive ‘Col basset sentiero bordin’

Traccia

MTB: Prarotto

MTB bassa ValSusa Prarotto AM (gpx al fondo)

La mia trasferta in valsusa non inizia nel migliore dei modi, proseguendo nella lettura scoprirete il perchè.
Grazie alle temperature piu’ che accettabili avevo schedulato un giro
in bassa valle in compagnia della local e Liv Ambassador Chiara, che mi ha proposto il trail di Prarotto, sopra Condove, di cui avevo gia’ sentito parlare e letto qualcosa … ma le mie infos erano limitate ad un qualcosa tipo circa 25 km su 1000 d+ e poco altro.
I “numeri” sono alla mia portata, quindi dopo le dovute presentazioni con la mia omonima, iniziamo la lunga salita, che presenta qualche strappo all’inizio ma nulla di non pedalabile. Salgo pianino con il sacrosanto 46, cercando di ottimizzare le forze.
La salita è a tratti piacevole e panoramica, si attraversano simpatici paesini ma si alterna a tratti con dei noiosi traversi,restando sempre pedalabile.

prarotto 1 prarotto 2 prarotto 3

Senza eccessive difficolta’ e con la dovuta calma raggiungiamo la cappella di Prarotto a 1400 mt slm. Abbiamo fatto piu’ di 1000 mt di dislivello, c’è una bell’aria fresca e ci aspetta un lungo singletrack naturale. Le premesse sono ottime …..

prarotto capp prarotto prato

Il sentiero inizia in falsopiano con qualche breve rilancio, attraversando bellissime e verdissime praterie.

prarotto 43 prarottto 333

A breve pero’ si capisce che non abbiamo a che vedere con il classico flow trail, il terreno è secco e non grippa, e comincio a fare
conoscenza con alcune poco simpatiche pietre mobili … il sentiero alterna tratte in terra a tratte simil mulattiera non molto regolari,
richiedendo un attenzione di guida non indifferente. Terreno per me ignoto .. che abbassa la mia sicurezza e il mio confidence level.
In tutto questo arriva un bel rockgarden tutt’altro che semplice almeno per me, che obbliga ad una linea molto precisa

rockgarden

Si prosegue con la soddisfazione di averlo chiuso anche se non perfettamente … ma il terreno si fa sempre piu’ ostico, aggiungendo
al repertorio strettoie e canaline ….
e qui casca l’asino, o meglio l’asina ….
perdo grip e per restare in equilibrio metto a terra il piede dx ..
qualcosa – probabilmente una pietra mobile – mi intrappa e cado insaccando sul ginocchio …
dolore ….
paura ….
game over ….

No pain no gain, purtoppo la strada è ancora lunga. Il dolore è sopportabile, riesco a muovere e caricare il ginocchio, quindi si prosegue.

Il sentiero si snoda tra gli alberi, alternando parti in terra con grip fortunatamente migliore a tratti di mulattiera mediamente scassata ma senza eccessive difficolta’. Durante il giro conosco il mio nuovo incubo e limite: le pietre mobili. Credo che siano una tipologia di terreno davvero infido e poco godibile, poi percarita’ ognuno ha le sue preferenze, ma diciamo che non è un tipo di terreno che mi interessa affrontare.
Nella parte bassa del sentiero affrontiamo un ultimo non banale passaggio con 2 tornantini tutt’altro che larghi, che in uscita danno il colpo di grazia al mio ginocchio :

tornantini

Ci si rialza un altra volta, e si arriva in qualche modo a fine giro, optando per un ultima parte su asfalto onde evitare altre sorprese.
L’importante è essere arrivati giu’ piu’ o meno intera …

Il ginocchio avra’ sicuramente bisogno di un po’ di stop … ma spero che questo non sia l’unico report di questo breve break in Valle.
Ringrazio infinitamente Chiara per la guida e il supporto … sperando di ritrovarci x un altro giro, ginocchio permettendo ….

Keep Strong !!

Relive

Relive ‘Prarotto’

Traccia gpx

MTB: La Faggeta Reloaded – Cionna Granpicchio 3 archi

La Faggeta “reloaded” : Cionna, GranPicchio, 3 Archi

Migliorare il proprio livello, aumentare la confidenza nei passaggi tecnici , gestire la paura e riuscire a chiudere alcuni passaggi non propriamente semplici. Questo è l’ottimo risultato dell’ultimo giro alla Faggeta (http://whybenormal.net/?s=faggeta) di Soriano nel Cimino, location gia’ esplorata un paio di volte con risultati altalenanti.
Stavolta ci si torna con i ragazzi di Bicinatura : non c’è nulla di meglio che girare in ottima compagnia con riders di livello superiore per
riuscire a ritrovare sicurezza dopo la caduta dello scorso weekend.
Il giro, di cui trovate la traccia a fondo pagina, prevede la risalita da Soriano, lungo una sterrata di brecciolino piuttosto faticosa,
che pero’ taglia di molto i km e evita gran parte dell’asfalto. Sbucati poco sotto il cionna si taglia ancora un pezzo per stradotto, poi asfalto fino in cima. Da qua la prima run è sul gia’ noto Cionna … che stavolta non mi frega e chiudo in piedi fino all’ultima curva, tra rockgarden, saltini e parti flow

rockgarden

j

Si risale dunque, fino al piazzale da cui attacca il secondo trail, Granpicchio, di cui vi propongo il video registrato dalla mia helmet cam :

granpicchio action cam

Trattasi di trail che parte facile, ma che si incattivisce progressivamente con curve strette, ripidi, passaggi su roccia e chi piu’ ne ha piu’ ne metta ….

granpicchio 5 granpicchio 4 granpicchio 3 granpicchio 2 granpicchio 1

Il giro si chiude con il trail 3 archi, che si raggiunge dopo una breve e facile risalita su sterrata. Quest’ultimo è un flow trail con qualche pezzetto un pochino piu’ tecnico, ma risulta il piu’ flow del giro. Ultimi km di asfalto per ritrovare le macchine a Soriano, fortunatamente senza pendenze importanti.
Un giro di poco + di 20 km con poco meno di 1000 d+ , che mixa tecnico e flow ad un buon livello , ideale per chi vuole progredire nella
tecnica mantenendo comunque una buona sicurezza: si tratta infatti di trail costruiti e manutenuti, dove ogni passaggio è stato studiato
e adeguato ad-hoc per essere percorso con una mtb enduro 😉
Concludendo, posso dire di aver quasi “dominato” la faggeta 😉

Si ringraziano i ragazzi di Bicinatura per le foto e la compagnia 😉



relive

Relive ‘Cionna gran picchio 3 archi’

gpx

Mtb: Cerveteri , boschetto, cascate, snake

Cerveteri edited: Boschetto, Sassrola, Cascate e Snake

Il meteo un po’ instabile e con temperature accettabili mi ha fatto venir voglia di tornare a Cerveteri, cercando stavolta un giro che conduca alle cascate di san Giuliano in maniera piu’ light, cercando di limitare il piu’ possibile lo spingismo. L’idea è quella di individuare un giro piu’ veloce, fattibile anche in un pomeriggio , rinunciando alla faticosa salita che porta al Dark Deer (ma anche allo stesso trail) e optando per percorsi piu’ scorrevoli nei boschi.

Stavolta la partenza è dal cimitero di Cerveteri, dove si puo’ agevolmente parcheggiare. Da qua saliamo dolcemente prima per ampie praterie e poi per boschi verso la collina antistante. Per curiosita’ e per inserire subito un po’ di discesa nel giro mi butto subito nel breve ma divertente trail “boschetto“, un flow trail con qualche rilancio e un paio di sezioni tecniche a cui prestare attenzione.

boschetto road boschetto trail

Risaliamo stavolta proseguendo, eccezion fatta per qualche breve tratto sassoso la strada è sempre pedalabile agevolmente, e senza fatica si arriva ad uno slargo dal quale la strada diventa sentiero, trasformandosi in un inaspettato singletrack a tratti un pochino esposto ma molto divertente che offre anche un salto costruito a meta’ sentiero.  Poc’anzi incontriamo un bivio, che lascia intuire che potrebbe portare verso il fiumiciattolo, ma la traccia che ho preso suggerisce di restare a destra, il singletrack risale un pelo senza mai essere troppo ripido, ma il fondo irregolare mi fa preferire per un po’ di sano spingismo. Sbuchiamo in una sterrata larga, che conduce ad un trivio non indicato sulla cartografia che sto usando. Dopo un po’ di tentativi capisco che va presa la strada al centro, uno sterratone che scende e che ben presto si trasforma letteralmente in una sassaia molto variegata, con divertenti e fattibili rockgarden alternati a meno divertenti tratti caratterizzati da pietre smosse pronte ad ostruire la linea. Successivamente scopriro’ che tale traccia prende il nome di sassarola …. il perchè è chiaro.

cascata cerveteri

A fine sassarola ci attende un facile guado, e costeggiando il fiume raggiungiamo quella che dovrebbe essere la seconda cascata. Uno spettacolo che invita ad un bel bagno … ma ci sono nuvole in agguato e purtoppo tocca rimettersi rapidamente in movimento .

cascata bassa

Un’altro breve tratto a spingismo, e , inseguite dalla pioggia ci ritroviamo a percorrere il gia’ noto Snake, a gran velocita’, superando stavolta anche i gradoni che mi intimidirono qualche tempo fa … ancora un tratto pedalato che ci conduce verso l’ultimo guado , non propriamente semplice ma rispetto alla primavera fattibile.

balle

Da qua si pedala, e a tratti si spinge su una ripida rampa. Il pignone da 46 da il suo aiuto, ma nei punti piu’ ripidi la difficolta’ non è tanto data dalla forza necessaria a far girare la ruote, quanto dalla geometria poco avvezza alla salita ripida della Specy. Poco male, altra piccola spinta e in pochi minuti ritroviamo l’uscita del trail Boschetto, e infine la sterrata che ci riporta dolcemente alla macchina .

Per concludere: un giretto divertente, abbastanza vario, media difficolta’ e poco dislivello. Contesto paesaggistico e naturalistico notevole. Insomma diciamo che – se il clima lo permette – è una buona alternativa per una pedalata pomeridiana 😉

Relive

Relive ‘Cerveteri boschetto sassaia snake’

Traccia

MTB: Guadagnolo G4 il trail che non c’è

Guadagnolo – il sentiero che non c’è

La voglia di sfida continua … le nasate prese a bassiano lo scorso we non mi sono bastate.

Dopo una settimana non propriamente tranquilla e un sabato parzialmente lavoratiivo, tocca decidere dove portare la specy a sgambettare.
Dato che evidentemente ho la capoccia dura e se non vado in cerca di guai non mi diverto , decido , previe opportune verifiche di unirmi ad un giro organizzato dal gruppo MTBAllMountain. Si dovrebbe trattare della “versione light” del cosidetto “grezzo”* , “trail non trail” che scende dai 1400 mt slm di Guadagnolo fino a San Gregorio da Sassola, location di partenza sita poco sopra Tivoli, a circa 400 mt slm.
Il gruppo è composto sia da elettrici che pedalatori … fondamentale sara’ il supporto dei primi per raggiungere l’inizio del trail in un tempo ragionevole tramite una ripida strada secondaria abbastanza noiosa, con una pendenza che non molla mai.
In compenso il paesino di Guadagnolo, sito proprio in cima ad un bricco, è molto caratteristico con le sue costruzioni in pietra, e dal punto piu’ alto il panorama si fa apprezzare.

guadagnolo 1

guadagnolo scalini

guadagnolo panorama

Dunque giunge l’ora di andare a scoprire questo trail conosciuto anche come il sentiero della via Lattea … come sempre con la dovuta prudenza. Si parte subito con una scalinata e due tagli che gia’ mi fanno capire che potrei trovarmi con un livello un pochino sotto quanto realmente necessario. Ma siamo in ballo e dobbiamo ballare o meglio pedalare, spingere … Gia’ spingere, perchè stavolta ci vorranno buone dosi di spingismo per superare i frequenti rilanci e seguire “il sentiero che non c’è” … perchè de facto si tratta di inventarsi linee tra praterie e pietraie , cercando di superare i frequenti rockgarden, alcuni piu’ semplici altri meno.
Piu’ che i rockgarden in se, la difficolta’ viene fuori da alcuni passaggi particolarmente angusti che necessiterebbero di tecniche quasi trialistiche che non domino. Il trail mixa pezzi freeride, molto divertenti dove esprimere la propria creativita’ sfruttando rocce e roccette come salti e drop, ad altri che, almeno per me , creano molte difficolta’ , sopratutto, x assurdo se poco pendenti su cui rimane difficile mantenere una certa velocita’ per copiare i frequenti ostacoli.

roccia guadagnolofoto by bicinatura

guadagnolo rocks

guadanolo wid3

Diversamente scorrevole, diversamente ciclabile, il tutto condito da spingismo … ma va bene lo stesso e ci divertiamo uguale perchè il posto è bello, molto naturale e selvaggio e siamo in buona compagnia. Malgrado il mio livello decisamente sotto la media i ragazzi del gruppo mi sopportano e mi supportano in ogni mio tentativo di superare passaggi ben diversi da quelli che si vedono sui trail manutenuti. Dopo l’ennesimo tratto di spingismo si prosegue per la seconda parte del trail, che dovrebbe essere un pelo piu’ flow. 

foto by bicinatura

kiaz pollofoto by mtballmountain

Anche qua pero’ le difficolta’ non mancano, e un impegnativo rockgaredn mi disarciona, facendomi fare una bella capriola con tuffo nei rovi
incluso. Nulla di rotto solo una botta ad un dito, si riparte ma il mio confidence level è diventato nullo e basta il piu’ stupido degli scalini a farmi tirare i remi in barca. Ormai si tratta di arrivare giu’ sani salvi e lucidi … nuovamente lo spirito di conservazione, stavolta chiamato in causa dalla stanchezza ha la meglio, ed evito l’ultima tratta di trail tagliando per la tranquilla strada forestale.



In un batter d’occhio siamo nuovamente a San Gregorio …. dove ci attende un freschissmo distributore automatico di acqua minerale ed una mertata birretta di fine giro.

Tecnicamente c’è tanto ancora da lavorare … le mie skill sono ancora lontane dal poter affrontare certi tipi di percorsi …
una cosa è certa, la compagnia aiuta a trovare la motivazione, da sola un giro simile non mi sarebbe nemmeno passato per l’anticamera del cervello, per quanto sia capacissima di andare a cercare rogne anche in solitaria (vedi bassiano)

Un grosso ringraziamento va ad organizzatori e partecipanti: MTBAllMountain , BiciNatura , Grezzi Guadagnolo … un particolare grazie va a Gianni di MTB AllMountain, che ha avuto la pazienza di “meccanizzarmi” una buona parte della salita e di aspettarmi lungo le tratte piu’ ostcihe. Mi auguro che la mia presenza non sia stata troppo di rallentamento per il gruppo … nella speranza di poter migliorare la tecnica e condividere qualche altra uscita 😉

Al prossimo “grezzo” !!

Report di MTBAllMountain, per conoscere il punto di vista di chi ha organizzato l’uscita e ha molta piu’ diimestichezza con il “diversamente scorrevole” , nel link trovate anche la traccia – sconsiglio cmq di andarci senza un qualcuno che conosce i passaggi ….
http://www.mtballmountain.it/2018/06/19/pedalando-sulla-via-lattea/

Relive

Relive ‘gadagnolo survival ride’

*Trattasi di trail estremamente “diversamente scorrevole” maggiori infos qua
PS : non pubblico la traccia in quanto trattasi di giro davvero fuori dal comune e non alla portata di tutti. Non è cosa da fare senza qualcuno che conosca la zona e potrebbe diventare poco divertente se non si è preparati. Non è un sentiero per bici ma un classico sentiero cai piuttosto impegnativo.

PPSS : No pain no gain … probabilmente per molti/e il mio andare a correre rischi riempendomi di lividi e di sfregiature da rovi non è molto comprensibile … ma si vive una volta sola, questo sport mi sta dando molto portandomi a visitare luoghi di cui altrimenti avrei ignorato l’esistenza e mettendomi costantemente alla prova vedendo che comunque margini di miglioramento e cose da imparare ce ne sono ancora parecchie.

 

MTB: bassiano enduro

Bassiano enduro… lepr8 + Raven (traccia al fondo)

Confidence level, livello di confidenza, uscire dalla zona di confort … che belle paroline.
Dicono che girare dove non si conosce faccia bene alla salute … e allora vai , sola soletta in cerca di guai ….
sola soletta perche’ la location di oggi non è per tutti , e perchè non tutti amano affrontare sentieri “diversamente flow” o se preferite
diversamente scorrevoli. Che Bassiano, paesuncolo sulle alture nell’entroterra a est di Latina, non fosse per tutti era comprensibile dai
video. Ma complice l’imminente gara di enduro ho presupposto sentieri e fondo in ordine, e quindi una situazione affrontabile.
Chi mi conosce sa che mi piace mettermi alla prova, e che sono sempre alla ricerca di nuovi ostacoli da superare. Non amo le velocita’ stratosferiche, ma quel che voglio riuscire a fare è scendere ovunque 2 ruote possano passare.
Quindi eccoci qui, a pedalare una piacevole sterrata mai ripida, che a tratti offre un panorama sul Circeo niente male, complice anche  la limpidissima giornata, e il vento di maestrale che rende la temperatura molto gradevole.

bassiano 1 bassiano 2

Senza intoppi si arriva al primo trail, il lepr8, o leprotto che dirsi voglia, che si snoda nella macchia, su un terreno compatto ma a tratti spolverato di infido brecciolino, cosparso di pietre fisse ogni dove. La guida richiesta non è delle piu’ semplici, troviamo un rockgarden in curva su cui è facile sbagliare linea, ma indicativamente tutti i passaggi sono gestibili. Si arriva in una bellissima radura e il sentiero diventa piu’ flow, con divertenti curve spondate di diverso raggio.

l3pr8

Attraversata la strada di risalita , il trail prosegue, continuando con un bel repertorio di tornantini anche stretti, che riesco a gestire abbastanza bene. La guida è comunque sempre impegnativa, non sono concessi errori visto il fondo non prettamente liscio, e il trail si  conclude con un ripido rockgarden ai limiti del fattibile, che per ragioni di sicurezza evito di sperimentare.

rockgard3n

Purtoppo l’andare da soli non aiuta in questi casi. La paura abbassa il confidence level, e il dubbio che qualcosa vada storto prende il sopravvento facendomi tirare il freno a mano. Poco male ci saranno altre opportunita’.

ripidon3

Risaliamo dunque, pedalando tranquillamente senza particolari sforzi. Stavolta ci spingiamo un pelo piu’ in alto, e torniamo a scorgere in lontanana il mare e il promontorio del Circeo. Poco oltre attacca il trail Raven, il piu’ lungo del comprensorio.

circ3 circ
Un po’ di meritato e fresco riposo, e poi si rimonta casco e protezioni, si aprono le sospensioni e giu’. Ho qualche problema a seguire la traccia causa fogliame che nasconde il sentiero, ma dopo qualche breve ravanamento riprendo la “retta via” …. o meglio … smarrisco la “retta via“. Mi spiego meglio, il trail attacca subito pesante, con passaggi da studiare e calibrare bene, il tutto condito da un terreno secco quanto basta a generare insicurezza. Il trail poi si incanala in una gola, nella quale la vegetazione la fa da padrona limitando notevolmente il passaggio della luce, e riducendo la mia gia’ bassa sensibilita’ al contrasto. Via pure l’occhiale fotocromatico , ma qua non è solo piu’ questione di visibilita‘. Si presentano passaggi al limite, dove la velocita’ di ingresso non è facile da regolare e mantenere
e dove ostacoli che spaziano dalle pietre di ogni foggia alle radici sembrano essere fatti apposta per incastrarsi dove non dovrebbero, ovvero sotto il movimento centrale. Passato – a mano – quanto reputavo non ciclabile – il sentiero continua ad addentrarsi nella gola,  proponendo un repertorio di stretti tornantini, che riesco a passare quasi indenne a meno di uno scivolone sul brecciolino.
Niente di rotto ne per me ne per la bici, si prosegue su un mediamente lungo mezzacosta pedalato in leggera contropendenza, e in lontananza
si comincia a sentire rumore di macchine e di strada … bene vuol dire che non manca molto alla “civilta’”.
Stavolta non c’è nulla di piu’ bello che lo sbucare in uno stradotto asfaltato …. e controllare sul gps di essere al posto giusto … tutte intere sia io che la bici. Un  km saliscendi pedalati mi conduce con facilita’ e senza sforzo alla macchina e ad una splendida e fresca fontana … ringrazio di avere finalmente il pignone da 46 che mi riduce notevolmente la fatica sul ripido e in caso di stanchezza.

h2o

Concludendo … ogni giro ha il suo fascino e il suo perchè. Oggi malgrado tutto mi sono divertita ma ho sofferto, e la Paura con la P maiuscola mi è venuta a trovare parecchie volte, attivando quel senso di conservazione che mi fa ricordare che gli “anta” sono li, che nel mondo reale ho la partita iva e la parola “mutua” non puo’ far parte del mio vocabolario … e che sopratutto sono sola, in un posto dove il cellulofono prende poco e male. Probabilmente in compagnia di qualcuno/a piu’ bravo di me avrei osato di piu’. Speriamo di ripetere, magari con la giusta compagnia, in quanto il posto è molto interessante e piacevole. Stavolta pero’ ha vinto la paura.

GPX Lepr8 (sulla raven troppe perdite di segnale)

Relive (a scopo illustrativo, inaffidabile)

Relive ‘bassiano ….’

 

Carsoli tris, Petrekte e Mola – Video & GPX

Carsoli video blog : Petrekte e Mola – traccia gpx a seguire

Torniamo per il terzo weekend consecutivo a Carsoli, stavolta con una splendida giornata. Credo che stavolta i video valgano piu’ di 1000 parole, e vi porto direttamente sul Petrekte e sulla parte alta de La Mola

Petrekte

Mola

Del Petrekte abbiamo abbondantemente parlato nel precedente articolo , confermo che al momento trattasi del trail piu’ divertente tra quelli raggiungibili in un oretta da Roma…. un super flow in un bellissimo toboga, richiede un buon ritmo, ha un paio di ripidi (entrambi evitabili volendo)ma è fattibile con qualunque trail bike full e un livello intermedio. Da provare per tutti.  Aggiungo due parole su la Mola: il panorama vale i 15 km di salita su asfalto (mai impegnativa e sempre piacevole almeno per me), ma il terreno nelle parti in ombra non è dei migliori, e rimane ancora a tratti fangoso. Alcuni passaggi sono davvero stretti, e mi hanno messo in discreta difficolta’. Non c’è nulla di pericoloso ma l’ultima sezione richiede tecniche che ancora non padroneggio.

Relive

Relive ‘Carsoli mola petrekte’


 
GPX

MTB: Carsoli Bike Zone Day

Carsoli Bike Zone day – Petrekte trail 1st ride (traccia GPX al fondo)

7.45 am, la specy è carica la sottoscritta piu’ o meno. Si torna a Carsoli, in occasione del Carsoli Bike Zone day, che prevede la presentazione di un nuovo trail. Stavolta facciamo qualcosa di diverso, concentrandoci sulla discesa. Si è potuto infatti approfittare di un servizio navetta ad un prezzo davvero promozionale, permettendo cosi’ la totale concentrazione sulle discese che, come gia’ visto in precedenza, non sono propriamente facili facili.
Arrivo al parcheggio quasi in titardo, e riesco a farmi caricare al volo da “La diligenza”, è questo il nickname del mezzo meccanico di risalita di oggi, un simpatico vecchio furgone pickup Iveco dell’86. Sono un po’ circondata da bicioni e discesisti, e come spesso succede a questi tipi di evento sono l’unica donna, fiera di indossare la maglia delle #RagazzeFreeride. Alla guida del furgone c’è Alessandro, local gia’ incrociato la scorsa volta mente ripuliva il trail Poeta assieme ad altri ragazzi. Cerco di far capire al gruppo che il mio livello non è eccelso, che non sto dietro alle DH ma che scendo. Insomma da brava extraterrestre metto le mani avnti. No problem perchè comunque il gruppo è abbastanza variegato, passando da giovani discesisti a chi è da un po’ che non sale in sella.



la dilig3nza

La prima discesa la si fa sul trail Poeta risulta un po’ piu’ ostica della settimana passata, con il sentiero decisamente piu’ umido e inidioso.. diciamo che dal punto di vista teconico la discesa risulta una fotocopia della precedente. Ma va bene x prenderci la mano. Risaliamo a Collalto Sabino, stavolta allungandoci fino al centro del paese per incrociare i pedalatori e approfittare del ristoro gentilmente offerto dall’organizzazione. Io approfitto per fare qualche foto a questo caratteristico borgo medievale.

collalto 1 collalto 2 collalto 3

collalto 4

Si riparte, destinazione seconda run sul Poeta: decisamente meglio, e stavolta chiudo interamente in sella il trail compresi due passaggi
che avevo evitato … si risale … e stavolta è giunta l’ora della new entry :

Petrekte

Il trail inizia tranquillo tranquillo … per poi rompere subito la tranquillita’ con un super ripidone (fattibile) seguito da un canale da saltare … si continua con qualche curva tranquilla, una parte veloce con un saltino per poi immettersi con un altro ripido, stavolta dotato di chicken line, in un toboga degno di quello della 24h di finale ligure. Godimento assoluto con sponde e passerelle , step up e qualche droppino … indescribile ….. immenso lavoro fatto dai trailbuilders locali per creare questa cosa , un vero capolavoro di ingegneria dei trail che al momento – almeno per quanto a me noto – non ha uguali nelle vicinanze di Roma.

petrekte

Concludiamo in uno splendido prato , e ripetiamo nuovamente il trail, che alla seconda run diventa ancora piu’ godibile, con il “confidence level” migliorato dalla prima run. Il terreno grazie alla temperatura che nel frattempo è salita è migliorato ancora, confermando le grandi potenzialita’ di puro divertimento che offre questo splendido trail.

prato petrekte

Nel pomeriggio, si decide x salire fino al trail la Mola, che parte da molto piu’ su. La “diligenza” si inerpica per stradotti sempre piu’ tortuosi,
mentre nel frattempo cerco di capire cosa mi aspetta chiedendo infos agli altri riders. Una cosa è certa, che il sentiero è molto naturale e che non è semplice,e che ci sara’ fango.  La partenza è da uno spettacolare punto panoramico, ma all’orizzonte si notano nuvoloni e qualche tuono inizia a farsi sentire.

mola 1 mola 2

Non c’è tempo da perdere, antipioggia e giu’ …. prima parte bellissima tra i prati , poi l’inferno fangoso con pioggia compresa …. fango fango fango fango … fortunatamente gli altri ragazzi han la pazienza di starmi ad aspettare e darmi qualche dritta per sopravvivere, ma qua piu’ di una volta scendo in punti che in situazioni normali avrei passato tranquilla … Fortunatamente arrivo in fondo intera, e ad attenderci non solo c’è la Diligenza … ma anche un buon caffè che ci voleva tutto !!!

caffè

Ricarichiamo e via giu’ … la pioggia da un po’ di tregua e c’è margine per un ultima run sul Petrekte a cui non rinuncio … l’acqua ha reso i ripidi piu’ complicati, e le cadute si susseguono. Poco male ci si diverte anche cosi’ … fa parte del gioco e poi lo abbiamo deto #nonèunosportdafemminucce … ma io sono un po’ maschiaccia e non mi faccio spaventare. Tanto poi c’è la lavatrice che ci pensa.

Ultimo pickup, direzione autolavaggio per lavare le bici … molto comodo disporre di un lavaggio a moneta a fine trails 😉

Nel complesso, Carsoli e i trailbuilder che han creato tutto questo si sono superati. Flow senza cadere nello scontato con alcuni pezzi che richiedono una discreta padronanza del mezzo. Roba da poter competere con la Liguria …. da ripetere assolutamente… magari pedalando …con terreno un po’ piu’ secco e con una action cam funzionante …
Per il resto 10 e lode ai trail builders della Carsoli Bike Zone !!!!

Si ringraziano Carsoli Bike Zone, la “Diligenza” per avermi risparmiato per una volta un po’ di fatica, e tutti i ragazzi che han condiviso questa esperienza e che hanno avuto la grande pazienza di sopportarmi e di aspettarmi. Grandi tutti spero di riincontrarvi sui trail !

Traccia GPX Petrekte