MTB: Carsoli Conciarelle e Poeta

Carsoli enduro : Trail Conciarelle e Poeta (gpx al fondo)

… Il sabato sera iniza con la notizia di dover cambiare programma … dopo lo scorso weekend con la cicloturistica Terre di Veio era necessario fare qualcosa di nuovo, qualcosa che mi mettesse un po’ alla prova che andasse un po’ oltre i flow trail. Insomma qualcosa da non rimpiangere la Liguria … l’idea originale era Bassiano (LT), ma abbiamo dovuto cambiare programma causa evento podistico.
In fretta riprendo a ravanare su internet, cercando una location che possa essere gradita sia a me che all’elettrico Guido, che come gia’ in altre occasioni condividera’ con me la scoperta di nuovi (per noi) trails. Trovare giri dove gli elettrici e i pedalatori non  abbiano troppe difficolta’ di convivenza e troppo distacco non è facile … La nostra scelta è caduta su Carsoli, noto per trails di una certa difficolta’ ma facilmente accessibili con strade pedalabili.

Siamo ad 1h di macchina da Roma, sulla Roma l’Aquila, proprio al confine tra Lazio e Abbruzzo. Seguiamo una traccia scaricata dal  sito bicinatura, punto di riferimento ormai per reperire giri AllMountain in zona. In teoria il giro prevede 3 trail, noi ne faremo solo due (Conciarelle e Poeta) in quanto il terzo (Moab Tufo) sulla carta risulta non solo essere estremamente tecnico, ma anche raggiungibile solo a spingismo estremo (=portage).

Detto fatto si parte, stavolta anche Guido si è dotato di un cellulare Android con Mytrails, e iniziamo a seguire la traccia, che, partendo dal ristorante Casabianca nel fondovalle sale dolcemente su asfalto poco frequentato verso l’abitato di Poggio Cinolfo, per poi proseguire per ancora 2 km abbondanti fino ad imboccare uno sterrato fresco e panoramico (sulle cime piu’ alte si intravedono ancora residui di neve) che con qualche saliscendi, qualche strappo e qualche antipatica pozzanghera ci conduce alla zona da cui dovrebbe partire il primo trail previsto.

carsoli1 carsoli1 carsoli top carsoli stumpy

Dopo qualche difficolta’ di interpretazione, troviamo l’attacco del trail Conciarelle: non ci sono indicazioni di alcun tipo, e bisogna ignorare lo stradotto a doppia traccia e arrampicarsi sul sentiero che poco dopo sale sulla cresta spartiacque. Da li a breve inizia il trail che parte seguendo la cresta senza particolari difficolta’, flow , qualche salto ben integrato e qualche ripido, il tutto all’interno di una faggeta che regala anche qualche particolarita’ come la strana composizione di tronchi che troviamo dopo il secondo salto.

ride carsoli

jump carsoli

albero strano

Il sentiero si fa poi un po’ piu’ tecnico. Su trailforks è definito come verde (facile) ,ma mi sembra un giudizio un po’ azzardato  considerando un paio di passaggi con tornanti su radici, un ripido a compressione e l’uscita finale in contropendenza. Nel complesso cmq molto divertente, ben concepito intetvallando in maniera opportuna flow e sezioni piu’ tecniche. Il terreno ha una buona tenuta e la zona è tendente all’umido … con un clima piu’ secco potrebbe ancora migliorare, ma considerata la bassa quota (range 500-900) lo vedo difficilmente praticabile in estate.

carsoli guido

Una tranquilla strada bianca in leggera discesa ci riporta sull’asfalto in prossimita’ di una fontana della quale approfittiamo per  una breve pausa. Da qua risaliremo tranquilli su asfalto pedalabile per poco piu’ di 100 mt di dislivello verso Collalto Sabino. Da qua affronteremo l’ultimo trail previsto, il Poeta, classificato blu (medio facile) su trailforks.Il tempo tende a peggiorare, quindi cerchiamo di sbrigarci per evitare di prendere acqua.

carsoli fontana carsoli collalto sab

Il trail inizia dopo un tornante, anche qui indicazioni zero, ma si capisce abbastanza chiaramvnte che il sentiero che scende a sinistra è
il nostro. L’incipit e da mulattiera scassata sul genere Ligure, pietre fondamentalmente fisse … insomma scassato comunque divertente
su cui occorre scegliere bene la linea … a breve incontriamo alcuni local impegnati nella manutenzione del sentiero, una bella fortuna in quanto ci riferiscono che fino a poco prima era pieno di rami e di foglie … ci mettono anche in guardia su un paio di punti dove il trail diventa abbastanza tecnico e su un salto molto grosso. Un punto in particolare mi mette in difficolta’, un gradone non copiabile la cui chicken line è tortuosa e ostruita ancora da alcuni rami. Con un po’ di rammarico decido di scendere … forse se avessi avuto il  paraschiena ci avrei provato ma non è cosa correre rischi inutili. A seguire, un’enore salto , anche questo dotato di una chicken line
da sistemare (troppo stretto il passaggio a sinistra,mi auguro venga migliorato), davvero fuori dalla mia portata (e credo anche da quella
del telaio in carbonio della stumpjumper). Da qua, il sentiero diventa technical flow, molto divertente con saltini fattibili e una parte finale con una successione di curve scavate abbastanza ripide e strette che mi han dato molto filo da torcere considerate le mie difficolta’ in tali contesti, ma che ho tranquillamente (o quasi) chiuso senza mai mettere i piedi in terra …. il trail si chiude dritto per dritto su stradone asfaltato, in prossimita’ della locanda “il Poeta” da cui prende il nome , il tempo si fa sempre piu’ minaccioso e percorriamo gli ultimi km di asfalto fino alle macchine inseguiti dalle nuvole che gia’ regalano qualche goccia.
Come sempre arriva il tempo di tirare le somme. Dunque finalmente un giro che mi ha messo un po’ alla prova, che mi ha impegnato nella  guida e dato soddisfazioni, lasciando comunque qualche “conto in sospeso”, ovvero quella ragione in piu’ per tornarci. Una giornata cosi’ ci voleva, almeno per quanto visto finora Carsoli ben si adatta ad un enduro un po’ “oldschool”, senza dimenticare del fatto che le risalite sono sempre state piacevoli e pedalabili senza troppi strappi, spingismi e fuori soglia. Mettiamoci anche che il posto è molto tranquillo e panoramico, unico neo quota forse un pelo bassa quindi non so quanto tempo avremo a disposizone per tornarci prima del caldo. Ultimo ma non meno importante, complimenti a chi si occupa di creare e manutenere questi trails, ci sara’ sicuramente da tornarci per vedere il nuovo trail di cui ci hanno accennato i local incontrati ;).

Al prossimo giro !

Traccia GPS GPX

Relive

Relive ‘Carsoli conciarelle poeta’

MTB: Cicloturistica Formello Terre di Veio 2018

La Cicloturistica MTB Formello Terre di Veio 2018 vista da un’endurista che ancora pedala #conlepropriegambe …

[ Come spesso succede sul mio blog, questo articolo è scritto in maniera istintiva, e rispecchia esclusivamente in maniera realistica il mio punto di vista, strettamente collegato a quel che mi piace fare in bici: divertirmi in discesa, meglio se dopo averla conquistata pedalando … ]

7.30 AM. La faccia non è delle piu’ sveglie, la specy ha una tabella con il numero 139 sul manubrio. Cosa sto andando a fare ancora non lo so, una cosa è certa, che Qubo ormai conosce a memoria la strada per Formello e arrivo tranquilla malgrado la mia sonnolenza.
Quella tabella con il numero 139 rappresenta la mia iscrizione alla cicloturistica Terre di Veio, percorso lungo di 40 e rotti km su e giu’tra il Sorbo e la macchia di Sacrofano. La mia decisione di partecipre deriva dal legame che ho per la location, definibile il mio “homespot*” – perdonate il termine rubato al surf – in provincia di Roma. Formello mi ha rimesso in MTB, i trail sono sempre tra i miei preferiti, quindi quale migliore occasione per supportare la location e conoscere percorsi inediti. Gia’, perchè alcuni
singletrack previsti nel giro (che si sviluppa per piu’ del 50% su traccia singola) sono un po’ fuori dalle rotte classiche del bikepark.
L’unica incognita, almeno alla partenza, sono io .. o meglio la capacita’ delle mie gambe di fare 40 km su 1000 d+ “a piu’ o meno piccole” dosi.

qubo

8.30 AM. L’arrivo al campo sportivo di Formello lascia intuire che forse non sono la persona giusta al posto giusto. Tante macchine tanti bikers … bikers gia’ … tante tutine da XC e mezzi che vanno dai frontini anche un po’ datati a full super pedalabili come scalpel e epic, oltre all’immancabile ormai presenza elettrica …. No problem cerchiamo di fare finta di niente siamo qua per una sfida personale,punto.
Fatto sta che le full da trail/enduro non a motore, insomma mezzi che abbiano un escursione degna di questo nome e un reggisella telescopico
si contano sulle dita di una mano.

start

9.30 AM si parte … sopravvivendo alla folla in griglia. Diciamo che l’inizio era chiaro. Si sale, su asfalto, per arrivare all’ingresso verso il Sorbo della Porcineta. Ovviamente mi supera mezzo mondo, ma io continuo con il mio ritmo blando. Passato il cancello inizia il primo singletrack, e con lui i primi imbuti.
Del resto, buttare ad imbuto in un sentiero quasi 500 bikers, di livello tecnico e mezzi moooooolto eterogenei non è cosa indolore.
Purtoppo si nota da subito che il livello in discesa è l’opposto esatto della media di quello in salita, impedendo a chi le skill opportune le ha di esprimersi al meglio.

imbuto

Pazienza, spero in un “diradamento” sulle salite successive, in modo da poter “aprire” un minimo e divertirmi. Per chi non mi dovesse conoscere, ricordo che il mio stile in bike è l’enduro/trail/am, … e agli effetti in questo tipo di evento apparentemente c’entro quanto i cavoli a merenda.
video primo trail

Va bene …. saliamo …. e non poco, su asfalto per fortuna … altro giro di superamenti e io continuo piano … strade secondarie, campagna, bei paesaggi , ma non c’è tempo per le foto. Qua tocca sgambettare per non rimanere troppo indietro.
Finalmente un altro singletrack, sconosciuto questo, che ben promette. Gia’ promette perchè gli imbuti continuano ad essere protagonisti, con conseguente distanza “tutt’altro che di sicurezza”. Gli imbuti pero’ fan si che si recupera qualche posizione, certo godersi la discesa è cosa ben diversa, ma vabbeh, ormai nella mente la decisione c’è: sto giro lo devo fare tutto, perchè in qualche modo mi devo sfogare … almeno i programmati trails del park ovvero aquila pecora e volpe devo poterli fare a tutto gas. Peccato perchè dopo una salita abbastanza ostica c’era un bel singletrack … da esplorare in seguito, non sono una che corre, ma la discesa per me è una cosa: flow. Se questo viene a mancare anche il divertimento si limita.
No problem. Pausa velocissima per bere e su per il Sorbo, di nuovo su per la Porcineta … altro giro altro regalo.
Stavolta si fa un mix di trails, con un po’ di saliscendi ma con alcune parti divertenti, fino ad intraprendere una lunga e panoramica
risalita che ci fara’ entrare finalmente nel Veio bike park.

io prati

Le gambe rallentano ma per fortuna il traffico ormai si è sfoltito,
con fatica arrivo all’imbocco del trail Aquila , tiro su le protezioni (queste sconosciute) e giu’ finalmente a fuoco .. finalmente ci si diverte finalmente la Specy fa quello per cui è stata creata. Un paio di sorpassi un po’ al pelo, ma il flow è flow. Non sai cosa ti perdi se non lo cerchi. è l’essenza della MTB per me, il resto è un mezzo per raggiungerlo.
Risalita spaccagambe, e dinuovo giu’ a palla per la Pecora bassa. Ho un elettrico davanti che viaggia abbastanza bene, gli sto sulle ruote ma non ho necessita’ di superare … giusto qualche salto è stato un po’ a rischio incroci pericolosi … Risalita tranquilla e senza pausa ai arriva alla Volpe, sulla quale purtoppo arriva anche un frontino a farmi da tappo. Stop prima di ogni salto per potermeli godere un minimo, ma il pensiero si sposta altrove. Dovremmo essere a buon punto, e dopo la risalita sulla sterrata carrabile il peggio dovrebbe essere finito.
Le indicazioni ci fanno scendere, per una sterrata senza infamia e senza lode che sembra eterna … eterna come cominciano ad esserlo questi ultmi km, su stradotti pedalabili … ma l’impressione che ho è che stiamo perdendo quota, troppa … e che presto il mio incubo degli ultimi km in salita si materializzera’ …. e si materializza con un ben preciso nome: Via Franchigena, da me ribattezzata via “crucis” Franchigena.

Fa caldo, e le gambe ormai fanno quello che possono. L’unica motivazione che mi fa continuare è l‘arrivare al centro sportivo viva e con le mie gambe. Sono pochi eterni km. Finalmente asfalto e riconosco la zona … siamo poco sotto la partenza … un ultima “allungatoia” con giro attorno ai campi sportivi e finalmente ci siamo.

Viva. Intera. Stanca … ma ancora lucida.
Piu’ di 40 km 1000 d+ quasi no stop.
Un record. Una prova contro me stessa … a dimostrazione che certi limiti sono solo mentali.

Pranzo (compreso nel “pacco gara” – ottima la pasta) un po’ per inerzia … saluti di rito a Cinzia, Barrozza e lo staff del Formello, faticosamente ricarico qubo e inverto la rotta.

Due riflessioni per chiudere:
– Soddisfazione personale di capacita’ di reggere lo sforzo, far girare le gambe a dovere grandiosa. Ho superato un nuovo limite a livello kilometrico, anche se come dislivelli so fare di piu’. Ma si sa, in montagna la cosa è diversa, e per il fisico il “saliescendi” è sicuramente piu’ stancante.
– Tipologia di evento/percorso: per quanto molti trail siano “enduro friendly” non lo è la formula e la disomogeneita’ di livello/mezzi dei partecipanti. Forse piu’ pedalato all’inizio avrebbero sfoltito meglio il gruppo, permettendo di divertrsi in discesa a chi, fondamentalmente sale per godersi la discesa conquistata.
– Forse una terza opzione, vista la struttura del percorso, sarebbe stata quella di un rientro piu’ easy diretto al campo sportivo dopo aver concluso l’ultimo trail (volpe) , magari opzionale per chi non ne ha piu’. D’accordo c’era il corto, ma, almeno nel mio caso la voglia di godermi almeno un paio di trail c’era, e come gia’ detto per poter camminare con un certo flow era necessario sfoltire il gruppo.
– Last but not least, come sempre i dintorni di Formello sono paesaggisticamente bellissimi. Lo so, è un problema mio che non sono abbastanza allenata e veloce, ma ho potuto fare pochissime foto e guardarmi attorno. Come si evince dal resto del blog, per me la MTB è anche scoperta, esplorazione di posti e trail nuovi. Qua per ovvi motivi il focus era sul pedalare e concludere indenne il giro.

Come sempre pero’ Formello resta una super location, e il lavoro svolto da tutto lo staff dei trail builders è davvero qualcosa di
immenso. Grazie sempre per farci divertire sui vostri trailz 😉 .

traccia gpx (mio consiglio è fare la parte del sorbo con clima secco)

MTB: Torriglia enduro

Torriglia enduro Bull Park

Continuiamo la serie “posti improbabili“. Stavolta siamo nell’entroterra Ligure, a meno di 30 km da Genova, in un paesino arroccato sui bricchi chiamato Torriglia. Siamo poco sotto i 1000 mt slm e fa freddo, il termomentro del qubo segna 13 gradi. Bello sbalzo dai 25 del giorno precedente. Il cielo è coperto anche se saltariamente si intravede qualche piccolo squarcio di sereno , insomma, la situazione meteo indurrebbe la maggior parte degli esseri umani normali a tapparsi in casa. Ma essere biker è qualcosa di diverso, questo sport ti puo’ portare a raggiungere angoli sperduti fuori dalle abituali rotte turistiche pur di pedalare in un nuovo posto. Se poi c’è la compagnia delle #RagazzeFreeride Angela e Sara i km sono piu’ che giustificati, e malgrado le minacce dal cielo sono sicura che ci sara’ da divertirsi. Con noi c’è anche Massimo, elettrico con una KTM motorizzata bosh. Un caffè e si parte …. dolcemente si sale su asfalto prima,
poi due belle rampe e poi un bel mix di pedalato (piu’ o meno visto il viscidume) e spingismo. Arriviamo alla prima breve ma simpatica
discesetta, poi si risale su un mezzacosta che fa parte dell’Alta Via Ligure. Lungo questo tratto ci fermiamo piu’ volte ad ammirare il panorama… malgrado il tempo la vista tra monti e mare in lontananza è notevole spaziando fino al promontorio di Portofino e a Sestri Levante. Ancora uno sforzo e si raggiunge uno slargo su asfalto, da cui inizia il collegamento per i trail veri e propri. Anche da qua la vista è da non perdere.

chiesa mare e monti mare e monti1 mare e monti 3 io ragazze freeride

Si entra quindi nel bosco di castagni che ospita il “Bull Park“. Ci troviamo dunque in una location con trails costruiti ad-hoc per la MTB.Nell’ordine percorreremo Toro1, Toro2 e Toro che corre. La prima parte, con curve spondate abbastanza strette ma molto divertenti, è comune a tutti i trails. Toro 1 parte con una linea di salti, ben fatti e tutti fattibili .. Anche Sara con la sua Slayer (stretta parente della mia Slayerina) ci fa vedere che le ruote da 26′ ancora si difendono.

toro jump

Il sentiero si fa poi piu’ tecnico con alcuni ripidoni viscidi che mi creano qualche difficolta’. Nulla di difficile se il terreno fosse stato secco. Risaliamo su asfalto per andare a fare Toro2. Questo è un po’ piu’ lungo e flow, con terreno perfetto. Ricorda un po’ un mix tra la Pecora alta e il cinghiale di Formello, per chi conosce la location. Dinuovo risalita su asfalto, e stavolta facciamo Toro che Corre, il piu’ tecnico dei 3, con ripidi e curve a gomito che mettono alla prova tutti. Chi prima o chi dopo in qualche punto del sentiero è andata/o giu’… complice anche il terreno non ottimale.

up up2

top2 top3

Purtoppo come sempre le cose belle hanno un termine … e anche le gambe iniziano a dare segni di cedimento. Ci aspetta ancora qualche km di asfalto per tornare nel centro abitato che fortunatamente scorrono abbastanza facilmente. Come in tutti questi casi non puo’ mancare la birra di fine giro … In conclusione …. il meteo per fortuna ha tenuto, permettendomi di scoprire una nuova location gia’ in quota (i trail si sviluppano tra i 1000 e i 1200 slm) che puo’ essere un opzione per sfuggire al caldo in caso mi ritrovassi d’estate in zona.
I trail sono ottimamente costruiti, meno tecnici se confrontati allo standard ligure ma non per questo meno divertenti. La risalita su asfalto è pallosa ma umana , certo è che questo tipo di situazioni ben si prestano ai “criceti elettrici” o al meccanizzare con i furgoni.
D’altra parte, la MTB puo’ portare un minimo di turismo e far lavorare gli esercenti di location ben fuori dalle rotte standard.
Ultimo ma non meno importante la compagnia: #RagazzeFreeride è una stupenda realta’ che unisce donne con questa anomala passione a due ruote.
Girare e potersi confrontare con Angela e Sara porta il divertimento ad un’altro livello. Anche la presenza di Massimo, malgrado elettrico,
ha dimostrato che con un po’ di buona volonta’ e spirito di adattamento la convivenza in certi spot è applicabile. Purtoppo non tutti la pensano cosi’ ….

Speriamo di tornare presto nell’#universoparallelo. Adesso ahimè si riparte verso sud

Relive

Relive ‘Torriglia’

Traccia
GPSies - Torriglia



MTB: Genova Righi – atto 2°

Genova – Righi – Atto secondo

Uscire di casa in bici, arrivare alla stazione, prendere il treno per Genova Principe e trovare un’amica biker che ti aspetta. In pratica il mondo dei sogni, l’universo parallelo chiamato Liguria dove molto è misura di biker. Scesa dal treno incontro subito Laura, un’altra delle #ragazzefreeride con cui saliremo a Righi con la funicolare e da li iniziera’ il gliro. Stesso iter seguito nella prima esperienza di un mesetto fa con Angela, ma stavolta la strada è un po’ diversa. Raggiungiamo in breve un forte, aperto in occasione di un evento MTB con tanto di pump track all’interno. C’è anche la possibilita’ (teorica) di testare alcune ebike, ma l’attesa rischia di essere troppo lunga, inoltre non amo fare test di questo tipo su terreni che non conosco.

righi 1 righi 2

Ci uniamo ad un gruppo eterogeneo (comprensivo di elettrici) di maschietti e iniziamo il giro. Subito a sorpresa un bresissimo ma divertente singletrack tutto curve, poi si pedala, piu’ o meno agevolmente su un panoramico mezzacosta. Da qua arriviamo al primo trail, il Maggiolino, gia’ fatto nel precedente giro. Ma stavolta vi ci porto proprio grazie all’action cam:

Il trail è mediamente flow con una sezione tecnica abbastanza ripida e insidiosa, complice anche il terreno molto secco, ma si fa senza intoppi. Rientriamo poi su una strada sterrata molto frequentata da pedoni. Risaliamo al forte, dove incrociamo Silvia e India, già conosciute al giro della 24h, in attesa di testare un ebike (chissa’ come sara’ andata …) .
Il tempo si guasta un pelo, i tempi di attesa non sono chiari e io e Laura ripartiamo. Si unisce Monica, super endurista con esperienza
agonistica. Dunque subito giu’ per i trail, il primo si chiama Bruco, seguito da Artu‘. Tutto techical flow molto da guidare, su un buon terreno. Insomma cose che a me e alla mia specy piacciono. Risaliamo e facciamo subito un’altro trail, forse il piu’ flow del giorno, si chiama le Frecce. Da li dinuovo asfalto, e stavolta ci fermiamo per una pausa comprensiva della dovuta birra.
Un’ultima run sulle Frecce, un’ultimo sterrato e poi l’asfalto ci ricondurra’ in centro di Genova.
Ne approfittiamo per un breve giro per le vie principali della citta’, che in questo periodo è addobbata di ombrelli colorati in occaione dell’evento fieristico euroflora.

kiaz & laura

Concludendo, la fortuna di avere trails di un certo livello dietro casa non è cosa da poco, e non lo è nemmeno il poter raggiungere facilmente
svariati “spot” senza usare la macchina. Il genere prevalmente è come detto il flow a tratti tecnico, che richiede sempre un po’ di attenzione. Il terreno ligure aiuta, avere dislivelli di 500 e piu’ mt a ridosso del mare e a ridosso di un capologo di regione non è cosa che capita ovunque. Ma ormai lo abbiamo capito. Per la MTB (e non solo) questa regione con cui ho comunque un certo legame non ha uguali …
Il prossimo step ci portera’ invece nell’entroterra …. Stay tuned ….

Relive ‘Genova righi 2’

Traccia GPX :
GPSies - Genova Righi

MTB: Rive Rosse

… Perchè ci sono piu’ trails che onde … e la MTB puo’ portarti in posti dove è difficile capitarci, se non per sbaglio. Posti che, per un comune mortale potrebbero non significare nulla. Ma che riservano grande divertimento a chi apprezza un certo modo di andare in mountain bike. Parliamo sempre di enduro, e stavolta siamo nell’estremo Nord del Piemonte, destinazione Rive Rosse, posto di cui ho letto spesso e volentieri su riviste e web.

All’uscita della Torino Milano il panorama è poco rassicurante. Pianura e risaie. Avvicinandosi alla localita’ di partenza, un paesotto chiamato Brusnengo(provincia di Biella), si iniziano a scorgere delle alture. Meno male, vuol dire che siamo nella direzione giusta.



La temperatura purtroppo non aiuta. Daniele, il local che mi fa da guida, mi dice che siamo in un periodo borderline per questo giro (che non supera l’altitudine di 500 mt slm) , e che la zona è in genere molto calda, ragion per cui risulta essere frequentata sopratutto d’autunno e inverno. Ma ormai siamo qua e tocca levarsi lo sfizio di vedere questo posto famoso sopratutto per una zona dal terreno rossiccio con salti costruiti e elementi naturali su cui scatenare la fantasia.

La prima salita è la piu’ brutta. Ha qualche analogia con lo spingismo di Cerveteri, fortunatamente è piu’ breve. Si attacca con il primo singletrack , prima parte in discesa, poi un falsopiano con elementi divertenti, fino ad arrivare allo start della zona dei salti. Qua c’è veramente da sbizzarrirsi e dare sfogo alla fantasia , con drop, step up e qualche passaggio tecnico su roccia.

fly shadow jump roccia

Per certi aspetti il posto sembra una Liguria senza mare, ma il panormama cambia ad ogni angolo, e completato il trail si risale, stavolta piu’ agevolmente in mezzo alle vigne per poi raggiungere un punto panoramico che offre un inaspettato scorcio su un lago.

lago top vigne io vigne

Da qua, altra discesa. Singletrack flow senza particolari difficoltà, che ci riporta poi su asfalto . Sosta in un paesuncolo dotato di fontana, per poi risalire due tostissime rampe per arrivare all’ultimo trail della giornata.

h2o

h2o 2

Ultimo trail che parte da un’altro punto panoramico e che scende fin in riva ad un lago, sentiero abbastanza tecnico, scassato il giusto con qualche ripidone e qualche passaggio da scegliere bene le linee , divertente anche se purtroppo non apprezzabile appieno causa stanchezza.

galletto

lago

Concludendo, un posto interessante , probabilmente visto nella stagione sbagliata. Il caldo, anche se non eccessivo non aiuta. La cosidetta “zona dei salti” vale tutto il giro se amanti del genere, con step up e drop che a vista possono impressionare ma concepiti molto bene per permettere dei discreti voli. Il tutto su un terreno particolare, non al meglio per il secco, ma comunque in grado di dare un dignitoso grip. Un posto da vedere se si capita in zona insomma.
Un ultima nota la dedico nuovamente alla “questione elettrica” : la mia guida ha usato una Focus Sam motorizzata Shimano. Ho avuto modo di provarla su alcuni tratti in salita anche tecnici, argomento che non avevo ancora approfondito durante altri test. Con questi mezzi è possibile dimezzare lo sforzo salendo anche in punti dove un comune mortale di medio allenamento con una classica full non pedala. Sicuramente sono mezzi che modificano il concetto di MTB, spostandolo su una questione piu’ tecnica che fisica. Non so quanto il tutto “paghi” in discesa , fatto sta che fare ancora tutto con le proprie gambe sara’ poco “fashon” ma di di grande soddisfazione personale 😉

Relive:

Relive ‘rive rosse’


Traccia

 

 

MTB Cerveteri enduro rock center : Dark Deer e Snake

MTB: Cerveteri enduro rock center : Dark Deer & more …

il rientro dalla Liguria con conseguente ritorno alla consueta solitudine porta una buona dose di motivazione per partire ad esplorare nuovi trail e nuove location. Di Cerveteri ne sentivo parlare da un po’, o meglio da un po’ cercavo di documentarmi in merito per capire che genere di percorsi potesse offrire. Una cosa era chiara dal materiale trovato in rete : trattasi di zona umida, con corsi d’acqua e terreno tutt’altro che drenante. Premesse interessanti in caso di secco … due giorni di sole probabilmente non sono abbastanza, ma la voglia di andare in esplorazione è tanta. Sapevo a priori che lo “spingismo“* sarebbe stato protagonista, ma dopo l’esperienza ligure credevo di essere pronta a tutto …
Quindi eccomi pronta a seguire la traccia gentilmente resa dispobibile da Cerveteri enduro rock center , con partenza dalle Necropoli.
Dopo un breve tratto costeggiando l’area archeologica, si inizia a salire in mezzo ai prati, su strada bianca piacevole, unico neo le frequenti pozze d’acqua che fanno presagire quel che mi aspetta e confermano i miei sospetti. Il panorama è molto bello, si scorge il mare in lontananza, e sono circondata di prati fioriti. Una classica giornata di primavera insomma …

crv1 crv2
Ma il rilassante “bucolico” paesaggio primaverile ben presto viene interrotto da un cancello lucchettato che segnala una zona di caccia…
dopo un po’ di esitazione sulla scia di un gruppo di persone a cavallo che lo aggira, decido di scavalcare e proseguire. I prati lasciano spazio alla macchia, e le dolci pendenze a delle impervie rampe, spesso scassate, che sono costretta a superare a spingismo.
Altra conferma assieme al fango, che continua “piacevolmente” a rendere ostico il passaggio anche nei pochi tratti pedalabili … ma non mi arrendo e continuo a spingere la specy … Arrivo – stanca – finalmente in cima all’altura dopo ben 1h e 40 minuti tra tratti pedalati e spingismo, ma la vista e la pace ripaga … tempo per godersi un po’ di aria buona, cambiarsi , fare foto e montare la mentoniera al casco.

top1 top io

Dunque ripartiamo alla ricerca dell’attacco del Dark Deer. Trattasi dell’ultimo trail nato in zona, che dal materiale visto in rete promette bene. Dopo qualche ravanamento** riesco a trovare l’imbocco, che si incanala tra gli alberi sul versante est. Il sentiero è ancora “fresco”, si vede che è nato da poco, ma promette bene. Unico problema continua ad essere il fango, ho le gomme quasi lisce e questo mi crea insicurezza al punto da evitare alcuni passaggi in realta’ fattibili. Il trail alterna qualche tratto pedalato a tornanti e parti piu’ guidate, con due bei salti ben costruiti.

jump1 jump2

Il sentiero termina ad una specie di crucivio, al centro del quale c’e’ un simpatico ponticello sotto il quale scorre un torrente…
la location mi fa pensare che siamo nella zona delle famose cascate, attrazione turistica/ambientale della zona. Da qua il GPS inizia a fare i capricci, e inizio a non capire dove devo andare. Malgrado la posizione imprecisa provo a seguire la direzione che ritengo piu’ plausibile … mi ritrovo un folto gruppo di bikers XC (cross country) in direzione opposta … quindi temo di aver sbagliato.Provo a seguirli ma dopo poche curve il sentiero inizia a salire pesantemente, quindi confidando nel fatto che la traccia da me scaricata dovrebbe essere “enduro“, quindi prediligere la discesa alla salita, faccio inversione di marcia.
A intuito mi “arrabatto” tra pedalata e spingismo, lungo un sentiero che costeggia le famose cascate che riesco a intravedere …

fiumiciattolo1 fiumiciattolo2 wat3rfall

cascata

la priorita’ è trovare il sentiero della traccia.

Ingannata dalle segnaletiche cai mi ritrovo a scendere dei ripidi scaloni per poi risalire l’ennesimo stradotto scassato … fino ad imboccare finalmente il secondo trail in discesa del giro, lo “snake”. Questo è sicuramente piu’ flow, con qualche tratto tecnico che giunge senza preavviso e qualche strettoia … anche qua purtoppo lo spirito di conservazione ha la meglio, e decido di evitare punti dove rischio di cadere … sono comunque da sola, in zona non coperta dal cellulare . Il ravanaggio continua e alla fine tra difficolta’ di orientamento e un guado non troppo facile affronto l’ultima salita a spingismo, che mi riconduce sulla sterrata larga in direzione Necropoli … ci sarebbe stato un terzo trail, il boschetto, ma la poca batteria del cellulare mi ha fatto desistere, non potevo permettermi di non sapere come ritrovare la macchina …

n3cropoli

Un giro faticoso, caratterizzato da salite impegnative con discese sicuramente interessanti, che richiederebbero una resistenza alla
fatica superiore alla mia attuale per essere apprezzate appieno, oltre che magari ad un clima molto secco. La zona vale comunque qualche ulteriore indagine per capire se ci sono sistemi per percorrere singolarmente i trail in modo da metabolizzarli senza perdere troppe energie.
Voglio concludere con un paio di riflessioni: la prima riguarda l’eventuale utilzzo di una mtb elettrica per il giro; credo che sicuramente il dispendio energetico e i tempi di percorrenza saranno minori, ma le rampe in salita sono a tratti molto tecniche e richiedono suppongo una certa preparazione … penso che con il mio attuale know-how e allenamento avrei faticato in ogni caso, magari in modo diverso. La seconda riguarda il mio girare da sola. De facto è una necessità. Adoro la MTB, e il suo scopo primario per me è quello di andare a spasso alla scoperta di nuovi trails e nuovi posti. Andare a spasso e magari divertirsi in discesa, senza dover fare le corse. Un giro come questo, fatto in modo frenetico puo’ diventare molto pesante.
In giri cosi’ vado piano, mi piace fermarmi a fare foto e ammirare il paesaggio e ho i miei tempi. Purtoppo in zona Roma per ora non ho trovato altri bikers che condividono questa mentalita’, e dopo un po’ fare sempre gli stessi trail diventa un po’ noioso.

Lo so sono un po’ folle, ma adoro la mia bici e voglio portarla a spasso !!!

Traccia (tnx Cerveteri enduro rock):
https://drive.google.com/open?id=1utYyqG9eNqtQ5tEaAoA6cG1dHOBdC3dv

Relive

Relive ‘Cerveteri dark deer snake ravanation’

Glossario:
Spingismo : spingere a piedi la bici
Ravanamento, ravanare, ravanaggio: di provenienza dallo sci alpinismo, girare a volte a vuoto per trovare un passaggio. 

MTB: Finale Ligure 24h con le #RagazzeFreeride

Finale Ligure 24h con le #RagazzeFreeride

Dimentichiamoci per un giorno di tutto quello che è la routine, anche quella routine legata alla mtb. Dimentichiamoci di Formello, dei giri in solitaria o della non sempre semplice convivenza con gli elettrici. Siamo dinuovo in zona Finale Ligure, e stavolta io e la mia Specy siamo in compagnia delle Ragazze Freeride. Sei donne in bici, un miracolo potrei dire !! Sara, Angela, Silvia, India , Manuela e la sottoscritta … queste ragazze sono qua per provare il giro della 24 ore di Finale, storica gara endurance a squadre in cui si deve percorrere un anello a turno lungo ben 24 ore … niente male !! Pur non conoscendoci il feeling con il gruppo è subito ottimo, e dopo un caffe’ si inizia a pedalare .
Il tracciato, almeno sulla carta non è propriamente enduro, si tratta di un anello in stile XCO (cross country olimpico) di circa 10km, in cui ci sono molte sezioni da pedalare ma anche una buona parte di divertenti discese come vedremo in seguito. Il livello in discesa è di fattibilita’ anche con un frontino (a patto di saperlo portare, perchè cmq siamo in liguria e pietre ed ostacoli non mancano) , mentre le salite sono spesso tecniche, richiedono sia gamba che capacita’ o, in alternativa, una bella e-bike.

Il percorso parte dall’altopiano delle Maine, a cavallo tra Spotorno e Finale Ligure. Si inizia con un singletrack saliscendi, da pedalare che spezza molto, con molti cambi e sprint in salita. Si capisce subito che non è il classico giro enduro in cui in qualche modo si sale e poi si scende, almeno in una prima fase. Dopo un po’ di questi saliscendi un po’ troppo da frontino o elettrica per i miei gusti,

24h 1 24h 2 24h 3

Arriviamo ad un bel mezzacosta panoramico, e quindi una prima discesa un po’ piu’ lunghetta. Il trail si lascia guidare, presenta qualche piccolo ostacolo ma #nientedidifficile , solo tanto divertimento e una bella vista a picco sul mare.
Un’altra tratta mezzacosta super panoramica, foto di gruppo e davvero tanto divertimento e bella compagnia. Non posso non osservarela Slayer di Sara, “gemella diversa” della mia #Slayerina … peccato che la modifica monocorona la rendano poco pedalabile a differenza della mia. Resta sempre la mia “bici del cuore”, quella che mi ha fatto entrare in questo mondo magico … certo ora con la Specy è
altra cosa … ma #Slayerina è sempre li …

gruppo rayazzefreeride

slayer sara

specy 24h vs noli

Il giro continua, tra tratte panoramiche, flow, e “spingismo” per chi come me in salita tecnica ha problemi sia fisici che di rapporti che di geometrie …ma tutto sempre nel segno del divertimento e della condivisione di tutto quello che di positivo la MTB puo’ dare … fino ad arrivare ad un ultima salita a spingismo, che conduce al premio finale: il TOBOGA, una tratta super flow con sponde GIGANTI … una di quelle cose che immaginavi esistessero solo nei video …. roba da giostra, e quindi criceto mode on, si torna su a ripetere le ultime enormi sponde paraboliche di questo trail indescrivibile per il godimento che trasmette. Strettamente consigliato a tutti, dalla bmx all’elettrica. Tornerei di corsa solo per girare su questa sezione.

birra

Immancabile la birra di fine giro … e tanto casino in compagnia. Non c’è nulla di piu’ bello che confrontarsi,  con le altre #ragazzeFreeride su argomenti tecnici che possono spaziare dalla sella alla scelta dei rapporti, cose che indubbiamente
sono un po’ differenti tra i due sessi …

Che dire … un universo parallelo. L’enduro al femminile esiste. Non sono sola nella galassia, lo sono solo nel mio attuale pianeta.
Lo so, #noneunosportdafemminucce .. ma a noi piace cosi’. Finalmente posso parlare al plurale. Grazie di eistere #RagazzeFreeride , tornero’ al piu’ presto a trovarvi , nel frattempo torno alla mio mondo reale, girando sui flow trails di Formello e rendendo disponible #slayerina a chi volesse avvicinarsi a questo sport, che non è solo fatto di sfide e tecnica, ma è anche un bellissimo modo per stare all’aria aperta e vedere posti nuovi 🙂

A presto ragazze !!!

Traccia GPX tnx to India 24hfinal3-93077-data.gpx

MTB: i forti di Genova

Liguria … il mio uovo di Pasqua è diverso. è fatto di sentieri, panorami, fatica, spingismo, e soddisfazioni. Se poi tutto questo avviene in compagnia di una “ragazzaFreeride” comincio quasi a credere che esista un mondo parallelo dove tutto è bello e possibile.
Gia’, perchè stavolta la mia guida e compagna d’avventura è Angela, local di Genova e rappresentante del team “Ragazze Freeride“, che mi scarrozzera’ su e giu’ per i trails della zona dei Forti di Genova.
Stavolta il meeting point è alla stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe, che raggiungo in treno dalla mia base di Rapallo, sfruttando
l’opportunita’ di poter caricare le bici a boardo senza supplemento. Da qua, dopo un caffè e le dovute presentazioni nel mondo reale,  ci avviamo a prendere la funicolare dei Righi, simpatico mezzo di trasporto pubblico anomalo che ci risparmiera’ ben 300 mt di dislivello  positivo. Piccolo sconto, perchè poi si pedala …. in modo agevole finchè siamo su sterrata, un po’ meno almeno per me lungo le tratte in single track. Ma come spesso avviene in questi casi il panorama e la compagnia ripagano 😉

righi forti1 forti1

Arrivate sotto al primo forte si prosegue con un susseguirsi di singletrack con saliscendi, a volte anche tecnici in salita, che mi mettono in difficolta’ (ma non Angela, che spinge un 42 come niente fosse … ) e mi costringono a ricorrere a spingismo … Ma queste creste che sanno gia’ di quasi montagna, con dislvelli comunque gia’ di un certo rilievo fanno dimenticare la fatica.
Si arriva ad un primo trail, il Maggiolino.

forti top

g3

Tempo di cambiarsi e inizia la discesa. Trattasi di un trail technical flow con qualche ripidone e una compressione, qualche curva un po’ rognosa (ne sbaglio una), che termina su una sezione tipo scaloni/rockgarden in pieno stile ligure. Sbuchiamo su una strada a mezzacosta nel bosco, che ci condurra’ ad un bar per un break e rifornimento.

Risaliamo, per percorrere un altro super panoramico mezzacosta vagamente esposto, con qualche tratta tecnica in salita che costringe allo spingismo, per poi ricollegarci alla seconda parte del sentiero percorso in precedenza.

io pta chappa

Dinuovo il mezzacosta, ma stavolta per risalire, ahimè a spingismo per prendere il bellissimo trail “Pinasco“, che forse al momento meglio rappresenta la mia “idea” di mtb.
Si tratta di un trail prevalentemente roccioso, intervallato da tratte piu’ scorrevoli ma mai liscie, qualche sponda, qualche salto costruito, qualche tornantino ma mai impossibile. Le sezioni tecniche sono un mix tra sestri e alcune parti dei Ripetitori (per chi  è di roma e dintorni) , con gradini e rockgarden che richiedono una buona scelta della linea, senza andare pero’ mai in eccessivi tecnicismi. Insomma, un trail perfetto per il mio attuale livello di riding, godimento allo stato puro. Il giusto mix tra sentiero naturale e qualche aggiustamento per renderlo piu’ idoneo alle MTB. Peccato che come tutto, anche questo finisca.

monti

Un ultimo collegamento su asfalto per le vie di Genova e siamo alla stazione brignole … giusto il tempo per salutare la mia super
guida Angela e prendere il treno regionale che mi riporterà a Rapallo ….

Come sempre la Liguria non delude. Stavolta pero’ la cosa piu’ bella non sono stati solo trail e panorami, ma la splendida compagnia
di una “RagazzaFreeride” , di livello compatibile con il mio con cui condividere le grandi emozioni che ci regalano le nostre biciclettine …

chissa’ se mai anche nel centro sud ci sara’ un po’ piu’ di interesse femminile nei confronti delle ruote grasse …per ora è un gran
bel pretesto per salire piu’ frequentemente 😉

Relive:

Relive ‘Genova – i forti’

MTB: Civitavecchia – il Cerro

Torna il sole e si va a provare un nuovo trail in zona Ripetitori di Civitavecchia. Si chiama il Cerro, e parte da dietro il 2o ripetitore :

cerro

Come ormai d’abitudine in questa zona il terreno è caratterizzato da frequenti rocce, spesso utilizzate come ostacoli naturali nel trail. Il nuovo sentiero, che ancora deve stabilizzarsi in certe zone, è caratterizzato da contropendenze, qualche curva stretta, qualche gradone. Di tutto un po’, molto naturale nel classico stile che caratterizza questa zona. Non presenta comunque passaggi impegnativi o salti grossi, è tutto fattibilissimo senza studiarci troppo.

cerrokiaz

Il sentiero termina sull’ormai noto stradotto di risalita dalla Valle del marangone. Da qua possiamo risalire, o optare per proseguire su un’altro trail. La scelta è tra Granata e Rotella, e stavolta scelgo il primo, che per me è comunque una novita’. Niente di troppo complesso nemmeno qua, eccezion fatta per un rockgarden un po’ in stile XCO che necessita di slancio, e che non ho osato azzardare.

Dunque risaliamo, per l’ormai nota valle del Marangone, con il solito stop alla fontana.

fontana marangone

Il secondo round di risalita si fa sentire, ma la voglia di fare un’altra discesa è tanta … dalla cima stavolta decido di scendere per il classico Ripetitori , ma nella seconda parte la stanchezza prende il sopravvento e mi fa commettere un piccolo errore nel rockgarden.

top ripetitori

—-
Video parte alta ripetitori —

Le gambe – e anche le braccia – l’impegno sui trail dei ripetitori non è indifferente – si fanno sentire, e pian piano si riscende verso il mare.
Il Cerro come tutti gli altri non ha deluso, Civitavecchia resta tra i posti nelle vicinanze di Roma l’unico tra quelli da me conosciuti che meglio unisce una giusta difficolta’ tecnica ad uno splendido paesaggio … vale sempre la pena farci un giro, a patto che le condizioni meteo lo permenttano (anche se la zona asciuga in fretta il terreno è meno compatto rispetto a Formello, ergo meglio secco che bagnato).

Seguono video relive e traccia gpx.

Relive ‘Civitavecchia cerro And more. ..’

Traccia:

Test ebike moustache Samedi 27 trail & race

Quando si propone l’occaione per testare una e-bike è difficile mancare, specie se si tratta di un brand come Moustache, che produce
soltanto ebikes. Chi mi conosce sa che sono abbastanza scettica sulla questione elettrica, e che nei precedenti test (thokturbo levo) non ho manifestato eccessivi entusiasimi per una tipologia di mezzo con cui comunque, prima o poi direttamente o indirettamente (leggi  amici … ) bisogna confrontarsi.

La giornata ahimè non è delle migliori meteorologicamete parlando. A Formello ha piovuto il giorno prima e probabilmente pure la notte, il cielo è grigio,la minaccia che possa ri-piovere è presente. Il terreno è umido e a tratti fangoso mi anticipano, quindi ci troveremo con una piccola complicazione in piu’. Meglio, cosi’ il test si fa piu’ interessante.

La sottoscritta è una ragazza un po’ cresciuta a cui manca pochissimo agli “anta”, è alta 165 x 60 kg circa, in discreta forma fisica ma non eccessivamente allenata (tempaccio maledetto). La prima bici testata è una trail bike da 140 di escursione, la Samedi 27 trail 4. L’allestimento è abbastanza base, sospensioni suntour, trasmissione e freni xt, gomme plus, motorizzata bosch.

samedi 27 trail
Si parte, risalendo verso l’inizio dei trail capra e Pecora. Le rampe su cui a pedali cmq fatico con questa sono una passeggiata di salute.
Tra le varie assistenze selezionabili con due bottoni + e – , sfrutto la nuova modalita‘ “ebike“, che ha la piacevole caratteristica di adeguare la potenza erogata alla pedalata del rider, restituendo una sensazione di fluidita’ e nauturalita’ che spesso nelle elettriche manca un po’.
Veniamo alla discesa. Malgrado il manubrio di serie davvero stretto per le mie abitudini (siamo con un 720) la bici si fa piacere da subito,
regalando una buona facilita’ di guida e maneggevolezza. Sulla pecora alta, trail tuttavia semplice le risposte sono buone, il trail è molto flow , terreno perfetto e questo semplifica le cose. I pesi sono ben bilanciati, e stavolta la sensazione è che i 10 kg in piu’ rispetto ad una bici “muscolare” aiutino a restare attaccati al terreno, con l’ausilio dal sistema di sospensione posteriore che fa il suo dovere.
Dopo questa breve ma positiva anteprima optiamo per il cinghiale, trail che offre qualche parte un pochino piu’ stretta e tecnica oltre che alcuni rilanci. Anche qui la bici va alla grande, permettendo grazie all’ausilio del motore delle medie che con la mia stumpjumper a pedali mi sogno. Il peso nei salti si sente, va gestito in un modo un po’ diverso rispetto ad una classica bici, è necessario tirare  maggiormente a se l’anteriore per restare compatti e sui pedali (uso i flat). Ma capito il trucco si fa tutto, con un ottima sicurezza.
Nello stretto no problem, almeno in uno stretto relativo come l’ultima parte del cinghiale. Diciamo che in linea di massima, su tracciati flow in cui magari occorre pure rilanciare e pedalare, è il mezzo perfetto per divertirsi come su una giostra …  

kiaz samedi 27 trail samedi 27 trail formello
Risaliamo, senza problemi malgrado il fango (e qua se fossi stata con la mia oggi avrei dovuto spingere) , e concludiamo con la prima parte della volpe. Qua sento i limiti dei 140 di escursione, evitando di fare il roccione. Buona ragione per vedere se riusciamo a  provare qualcosa di piu’ spinto. C’e’ ancora un po’ di tempo, e riesco a farmi dare un mezzo piu’ enduristico, la base della versione samedi race.

samedi race 4

Anche su questa la forka è suntour. Visto il poco tempo decido di fare un trail breve, lo scoiattolo. In questo caso forse la bici è leggermente grande per me, ma comunque si lascia guidare, nei salti devo arretrare un po’ piu’ del normale, ma  nessun problema. Anche le due ultime curve dello scoiattolo, abbastanza strette, si girano senza problemi. Dulcis in fundus, visto il confidence level veramente alto con i mezzi, mi allungo fino al roccione della volpe, uno step down di circa 1.5 mt, copiabile ma
drittino. Se con la 140 mi son tirata indietro, con questa è stato un giochino , forse addirittura piu’ facile che con la mia stupjumper.

samedi race 4 samedi race 4 volpe

Purtroppo il tempo è scaduto e si torna alla base. L’impressione stavolta è davvero positiva. Credo che con le sospensioni giuse e ben tarate potrebbe davvero essere il giocattolo del futuro. In un posto come Formello, dove i trail sono brevi e le risalite anche relativamente brevi , dove spesso prima si scende e poi si sale , l’elettrica ha un suo perche’. Sarebbe interessante per capirne i limiti provare un simile mezzo in quel di Civitavecchia, o ancor meglio in Liguria.

Una cosa è certa. Bici tradizionale e elettrica sono 2 cose diverse, la seconda richiede alcuni adeguamenti e adattamenti alla guida.
C’è da capire come si puo’ gestire nel tecnico lento, e in sentieri non prettamente preparati, oltre da – in caso di giri da 1000 d+ e oltre – fare i conti con l’autonomia e imparare a tirare al risparmio con l’assistenza.
Dal punto di vista del dispendio calorico, come gia’ detto in precedenza è minore, ma se usata con un po’ di furbizia si puo’ e un buon lavoro a livello cardio.
Certo è che se ci si vuole allenare e si usa la bici anche come sistema per mantenersi in forma – come nel mio caso – per il momento è
meglio continuare a spingere … ma non dimentichiamoci la malefica formula , FCMAX = 220 – eta’ … questo purtroppo per i sunday
bikers come me ha un solo significato: Che prima o poi se vorro’ continuare a fare quel che faccio il motore sara’ indispensabile …
ma per ora cerco ancora di farcela da sola 😉

Grazie a Hybrid MTB & Moustache per l’opportunita’ e come sempre ai trailbuilders di MTB Formello per farci divertire in ogni condizione!

Relive giro trail:

Relive ‘test ebike moustache’