MTB: Malpasso – Carsoli

MTB Malpasso – Carsoli

l’ora d’aria allungata …

Lasciate alle spalle tutte le esercitazioni, i bunnyhop e le slide del corso TM1 si ritorna a girare per davvero, fresca di una qualifica da maestro mtb che rappresenta solo l’inizio, consapevole che c’è una cosa sola da fare, pedalare, allenarsi ma sopratutto ritrovare la fiducia sul tecnico,
fiducia che va ritrovata con pazienza cercando di lasciarsi alle spalle dolori e microtraumi.
Dunque torniamo in sella a fare qualcosa che va ben oltre l’ora d’aria … il trail Malpasso di carsoli era nella to-do-list, e quindi mi unisco coraggiosamente al gruppo di bicinatura che ha organizzato il giro. Coraggiosamente in quanto la mia forma fisica è penosa, non pedalo con un certo dislivello da più di un mese … insomma so bene che faro’ il fanalino di coda, ma non importa, se non ricomincio da qualche parte non va bene.
il giro prevede due trail, Conciarelle, gia’ percorso in passato, e la new entry per me Malpasso, trail naturale molto vario.

kìaz concìar Foto action tnx to Marco di Bicinatura

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Molto faticosamente, non tanto per le pendenze ma quanto per il mio scarso allenamento e conseguente incapacita’ di stare dietro al gruppo, arrivo a Collegiove, paese da cui inizia uno sterrato panoramico gia’ percorso in passato per raggiungere il trail “la mola” … purtoppo qua si tratta di pedalare e il tempo x guardarsi attorno (e quindi di fare foto) è poco.

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Speriamo che la discesa sia degna della fatica , anche se purtoppo ci risiamo :… tra confidence level sotto zero, fretta, sindrome del ruotino, non scendo come vorrei su un trail che impegna, che passa da tratte tipiche da sentiero di montagna a rockgarden piu’ o meno rognosi, da pietre mosse ad una terra secchissima e scivolosa che mi impone di optare per scendere a piedi un paio di volte . La fiducia sia in me che nella specy è bassa, bene nelle curve strette e nei passaggi su roccia, male nel guidato specie se la pendenza aumenta. Cerco di trovare qualche istante per guardarmi attorno … ma la fretta di raggiungere il gruppo la fa da padrona. Malgrado tutto il trail è molto bello e vario, dovrei pero’ percorrerlo con altri ritmi e il tempo per visualizzare e provare i passaggi piu’ ostici, magari meccanizzando.

kìaz malpasso

Foto action tnx to Marco di Bicinatura

Dulcis in fundo 10 km di asfalto x tornare alle macchine … che dire merita un’altra chance, ma magari meccanizzata e con la dovuta calma …

Video tnx to Angelo Benfante ( magari andar così…)

Traccia:

MtB Liguria : Monte Gazzo (GE)

MtB Liguria : Monte Gazzo (GE)

L’occasione di girare in Liguria va sempre sfruttata, dunque perche’ non approfittare del meteo favorevole sulla via del ritorno e lanciarsi alla scoperta di qualche nuovo percorso?
Detto, fatto, un breve scambio di messaggi con Sara delle #ragazzeFreeride e siamo pronte ad avventurarci alla scoperta del monte Gazzo, o meglio di “Gazzolandia” come lo chiama Sara. Ci riferiamo all’ennesima altura sopra Genova, stavolta siamo sul versante di ponente, in una zona con un ottima esposizione e ventilazione che dovrebbe aver ben drenato la pioggia e la neve dei giorni precedenti.
Giunta con qualche complicazione al punto di partenza, iniziamo a pedalare lungo una tranquilla strada secondaria asfaltata, molto panoramica e godibile, insomma una di quelle strade che fanno apprezzare anche la salita. Qualche strappo ma nulla di che, la vista verso il mare come sempre in questi giri ripaga la fatica. La temperatura e’ ottima, un po’ di venticello da nord ma un cielo super limpido e soleggiato mettono i presupposti per una giornata perfetta.

up cz
Scolliniamo verso l’entroterra, e dopo una breve discesa arriviamo al primo trail,chiamato “Muskat” una new entry a detta di Matteo, la nostra guida. Anche per lui e’ la prima run su questo trail che scende nel bosco, che dovrebbe essere come genere un enduro abbastanza easy con qualche rilancio pedalato. Mettiamo le protezioni e via, si scende tranquilli tra curve abbastanza strette e rilanci, ma tutto molto apprezzabile e guidabile.

sara
Il sentiero finisce su una strada asfaltata in una vallata interna, ho perso un po’ il senso dell’orientamento ma ci fidiamo della guida. Ora c’e’ da pedalare nuovamente per un po’, dobbiamo scollinare e riportarci verso il mare. La salita fortunatamente anche qua e’ sempre tranquilla, panoramica e appagante: si costeggia un torrente abbastanza impervio, con cascatelle e canyon, che all’altezza dei paesini molto caratteristici dell’entroterra, viene attraversato da una serie di ponticelli abbastanza particolari, che presentano al centro cappellette e piloni votivi.

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Lasciato il fondovalle si sale verso un colle, qua il vento si fa sentire, ma passata un’ultima rampa dopo una breve discesa su asfalto imbocchiamo il primo trail della lunga discesa che ci riportera’ nel fondovalle.
Questo primo sterrato in realta’ e’ un po’ un collegamento tra i versanti, ma presenta comunque qualche passaggetto su roccia a cui prestare attenzione, per poi attraversare una radura molto panoramica e ritrovare l’asfalto gia’ percorso all’andata.

sun mtb
Un breve falsopiano e entriamo nel bello del giro, ci aspettano due trail lato mare da leccarsi i baffi : Cippo e Fortini.

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Sono due trail molto panoramici, a tratti tecnici senza mai sfociare nel troppo difficile, con curve piu’ o meno strette, qualche passaggio su roccia e qualche gradone un po’ piu’ ostico. Tutto molto fattibile anche con una front con la giusta cautela, un trail ben calibrato per divertirsi e progredire, senza mai sfociare nel banale o nel “cuocifreni”, restano infatti abbastanza frequenti i rilanci o comunque tratte in cui tocca dare qualche giro di pedale. Con Sara ci motiviamo a vicenda sui passaggi piu’ ostici, e’ divertente ed e’ piu’ motivante mettersi in gioco tra ragazze.
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L’ultima sezione e’ un po’ piu’ flow e veloce, per il resto un bellissimo tracciato, di quelli che solo la Liguria riesce a regalare, unendo splendidi panorami a sentieri che hanno sempre qualcosa di bello per cui valga la pena farti venire la voglia di ripeterli .
Una regione, una citta’ (Genova) ed un territorio incredibile per i bikers, con innumerevoli versanti e comprensori sfruttabili al meglio in base al clima. Percorsi mai banali, mai ripetitivi, per tutti gli stili e i livelli. Davvero un paradiso per chi ci abita e per chi, come la sottoscritta, ha occasione di andarci abbastanza di frequente 😉
Concludendo, una gran giornata, un grosso grazie a Sara che all’ultimo mi ha “organizzato” questo super giro che in numeri si traduce in 23km con 800 d+. Promosse anche le mie gambe, che han girato bene probabilmente grazie all'”allenamento” fatto in quota con la splitboard.
Non posso che sperare di tornare prestissimo a girare in Liguria !!!

Traccia:

EOY 2018 – Welcome 2019

Eoy 2018 – Welcome 2019

Oulx (TO) 22-1-2019

Con un po’ di ritardo eccomi a tirare le somme sull’anno passato.
Stavolta non e’ cosi’ semplice fare un riassunto delle “puntate precedenti”. Una cosa e’ certa, l’arrivo della splitboard mi ha riportato
ulteriormente a ritrovare le mie origini, confermando che tutto e’ iniziato da qui, da questa valle, in questi giorni fredda e poco innevata
dove ho mosso i primi passi sulla neve prima da piccola con gli sci e poi da adolescente sulla tavola.
La “valle che resiste dove l’enduro non esiste” d’estate, d’inverno diventa un playground niente male, che anche con poca neve (o artificiale)
puo’ salvarti in corner se hai l’attrezzo giusto, nel mio caso la k2 carveair, tavola “groomer”, carving newschool, che esprime il suo massimo potenziale a pista libera su neve artificiale fino a 56 km/h .
Una cosa e’ certa. Mi manca il mio playground. Mi mancano le mie montagne. Mi manca l’avere neve, piste e itinerari snowalp/backcountry a pochi minuti di macchina.

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Si, molti mi dicono che sta nevicando in appennino e che giu’ c’e’ un sacco di neve.
Vedo su facebook post da invidia … ma per quanto rosico, ho un senso di impotenza di fronte a tutto cio’.

faggeta
Impotenza dovuta al non conoscere il territorio. Al non avere l’abitudine di farsi due ore (o piu’ di macchina) per poi mettersi a camminare con la splitboard per altrettante alla ricerca di una linea di discesa perfetta che perfetta non potrebbe essere.
Cerco di documentarmi, ma mi sento ignorante. E’ un territorio diverso, molto vasto, disabitato, con altitudini limitate, prevalenza di
latifoglie (faggete) , con una conformazione molto lontana da quella alpina. Non ci sono punti di riferimento precisi, il gps in skialp e’ pressoche’ inutilizzato e di conseguenza diventa veramente complicato avventurarsi senza l’aiuto di qualche “local” o esperto di tali localita’.
Mai piu’ come in questo momento apprezzo la fortuna avuta in passato … ci sono momenti, periodi. Ho voluto imparare a fare surf,
cosa che mi e’ riuscita alla fine, con qualche limite e, in fondo, anche qualche delusione abbastanza profonda sopratutto riguardante
l’ambiente che ruote attorno a tale disciplina. Ma quando in uno sport super meteodipendente arrivi ad una specie di capolinea, ad un livello tale per cui il tuo fisico non ti permette ulteriori evoluzioni, e la pratica per vari motivi puo’ essere piu’ traumatica che piacevole allora e’ meglio tirare il freno a mano e buttarsi in acqua solo in condizioni tali per cui ne valga veramente la pena …. tipo quelle nella foto sottostante …..

circe super

La bici resta l’unica certezza, l’unica compagna di giochi e di avventure che difficilmente delude. Da questo punto di vista sopratutto in off-season lo stare a Roma non e’ cosa malvagia, offrendo comunque alcune opportunita’ poco distanti dalla capitale per divertirsi senza macinare troppi km. Ultimamente in mtb sto lavorando piu’ sulla tecnica che non su altri aspetti, in quanto sto ultimando il corso per aspirante maestra di mtb di primo livello. Ma spero a breve di tornare anche a rimettermi in gioco sui trails e non solo su ostacoli artificiali.

mtb2018

Speriamo dunque in un 2019 sempre all’aria aperta, all’avventura nella neve e alla scoperta di nuovi trail. Se poi ci scappa qualche onda vedremo di approfittarne … Ride the elements !!!

MTB: Genova Monte Fasce

Monte Fasce, trail Topinigi …

La Liguria … il paradiso della MTB … basta aprire trailforks per rendersi conto di quanti sentieri ci siano in questa stretta regione dove si possono trovare alture a picco sul mare in grado di sfiorare i 1000 metri di quota …

Ogni rientro a “casa” è buono per approfittare delle risorse di questa terra, e stavolta in compagnia delle due Sara delle #ragazzefreeride abbiamo sfidato il fango sul trail Topinigi. Si tratta per ora solo di un piccolo assaggio, in quanto le avverse condizioni meteo ci hanno imposto di dimezzare il giro.

Lascio spazio ai video, ricordando con grande gioia questi momenti che hanno dell’incredibile …. tre donne con bici da enduro … le aliene esistono e scendono dalle antenne del Fasce …. buona visione e buone Feste !

MTB: Circeo

Circeo MTB

Anche a Roma puo’ capitare che faccia freddo. Le massime sembrano non superare i 6 gradi nelle location “vicine” (vicino molto tra virgolette, perchè, diciamolo, di vicino all’eur non c’è un bel niente … ). Dato chie si avvicinano le festivita’ Natalizie una persona normale  trascorrerebbe la domenica al calduccio in un qualche centro commerciale. Ma io normale non sono, e malgrado l’assenza di “volontari” decido di approfittare del fatto che a Sud il termometro dovrebbe segnare qualche grado in piu’ , per lanciarmi in un giretto esplorativo in solitaria sui panoramici trails del Circeo. La meta era da un po’ nella to-do-list, ma in genere per me Circeo è sinonimo di surf, dunque era rimasta in sospeso.

Qubo “rotola” verso sud su una strada che conosce a memoria. Stavolta la dietro c’è la specy al posto di Violetta (la mia tavola da surf).
Lascio la macchina all’imbocco di San Felice e iniziamo l’ascesa sul promontorio della Maga Circe. La temperatura non è di certo ottimale,
ma sicuramente piu’ gradevole che a Roma. La traccia che sto seguendo prevede una serie di trail piu’ enduristici intervallati dal pezzo
forte della giornata, il famoso sentiero panoramico. Dato che sono sola decido di evitare a priori i trail descritti come troppo tecnici.

Si sale dunque, prima fino al borgo alto di San Felice e poi si prosegue … sempre asfalto con qualche strappo, ma pendenza tuttavia costante. Niente di eccessivo anche se il mio scarso allenamento si fa sentire …

sf 1 sf 2

Durante la risalita incrocio un breve trail, il Ciclamino, che decido di provare per saggiare il terreno. Corto ma simpatico, questo piccolo “diversivo” offre un terreno molto “ligure”, con scalini e pietre fisse. Proseguendo, in poco piu’ di un ora siamo in cima, o quasi. Da qua ci allunghiamo qualche metro a piedi fino ad un punto panoramico da cui si puo’ ammirare la costa sottostante.

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pan stumpy

La salita non è ancora finita, la traccia indica di proseguire sulla strada che segue la linea della cresta spartiacque, sempre asfaltata con
qualche saliscendi un po’ fastidioso. Giunti sotto alle antenne del monte Circello attraversiamo un cancello che ci conduce al trail.
Monto la mentoniera sul casco integrale e inizia la giostra.

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Avevo visto alcuni video di questa famosa panoramica e letto alcune recensioni. Ci troviamo di fronte ad un trail dalle pendenze dolci, caratterizzato da un fondo sassoso smosso che varia dal brecciolino a veri e propri ghiaioni e alcuni tornanti sempre decisamente larghi.

De facto, a parte il fondo che cmq è gestibilissimo vista la pendenza non eccessiva, la scarica di adrenalina proviene dal fatto che il  trail è davvero esposto, e che cadere di sotto significherebbe fare una brutta fine. Ma basta fare un po’ di attenzione e non farsi distrarre dalla spettacolarita’ del panorama a picco sul mare per concluderlo senza problemi. Questa parte del percorso è adatta a tutti, frontini inclusi, e credo che valga la pena farla almeno una volta nella propria “vita” di biker.
Le immagini valgono piu’ di 1000 parole ….

gopro 1

gopro2

Dopo un ultima parte un po’ meno esposta in cui si possono lasciare i freni, il trail termina in una sterrata saliscendi mezzacosta, che ci riporta al paese alto di San Felice con qualche saliscendi.

road2sf

Da qua, dopo una breve pausa, decido di risalire, malgrado il cielo si sia ingrigito e la temperatura in ribasso, fino all’imbocco del trail Peretto, che ci riportera’ a quota zero attraversando i boschi del lato “nord” del monte. La seconda risalita, seppur parziale, non è esente da fatica, che peroi verra’ ricompensata da un terreno degno di nota: il sottobosco del Circeo è caratterizzato da un terreno molto somigliante a quello della Pineta di ostia, capace di drenare l’acqua e mantenere il grip malgrado l’umidita‘… questo permette di godere appieno  di questo trail, forse un po’ piu’ “xco” che non enduro visti i frequenti rilanci pedalati, ma comunque molto divertente, adattissimo ad ebike, e non esente da segmenti tecnici in cui è importante scegliere bene la linea…il tutto in un ambiente caratterizzato da una fittissima vegetazione e alcuni particolari passaggi come questo misterioso tunnel.

buco

Come tutti i giri anche questo si conclude, ancora qualche colpo di pedale su asfalto e ritroviamo il Qubo parcheggiato.
Grazie, Maga Circe … non solo surf ma anche MTB in questa zona che meritera’ sicuramente qualche approfondimento (ci sono altri trailz sul lato nord … )

Relive

Relive ‘Circeo’

traccia

EDIT : Giro 2020 con sentiero “Cereselle”, divertente trail con alcune parti piu’ tecniche:

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Mtb: Civitavecchia la bestia nera …..

La bestia nera and more ….

Ovvero rotella alto, granata intermedio e basso, ed  appunto la bestia nera: sono stati i trail protagonisti del raduno pre natalizio che ha coinvolto i gruppi dei local Sbroccati (i creatori e manutentori dei trail di Civitavecchia ) , bicinatura e alcuni altri amici tra cui gli elettrici già compagni di altre avventure Guido e Giuseppe .

Ho gia avuto modo in passato di parlare della bellezza della zona e dei rispettivi sentieri, ma stavolta saliremo per un precorso alternativo, un pelo più lungo ma più scorrevole. Arrivo in cima per ultima, tanto per cambiare. Anche se il gruppo è fondamentalmente muscolare il livello è alto, il che mi fa presagire che per le risalite successive sarà meglio farsi aiutare da Giuseppe e la sua e bike .

Ripetitori

Il primo trail previsto è il Rotella alto, già conosciuto. Presenta una nuova variante molto tecnica che preferisco evitare. Proseguiamo con Granata, che conoscevo solo in parte. Questo è un trail che alterna qualche parte più flow ad altre più pedalate, con un immancabile rockgarden.

Rockgarden granata

Si risale senza pause …. Ed è proprio il senza pause che impone il cavo da traino sulla rampa che dalla valle del marangone risale ai ripetitori. Riconquistata (si fa per dire) la vetta inizia il pezzo forte del programma ovvero la Bestia Nera. La parte alta inizia con un buon flow e alcuni salti , tutti evitabili, si chiude con un rockgarden e un faticoso rilancio.

Rotella top

Nella seconda parte, si inizia a ballare : passaggi su roccia di ogni genere più o meno semplici , insomma un giusto preludio a quanto mi aspetta a breve in Liguria. I freni e le sospensioni da poco revisionate fanno il loro lavoro, ritrovo la confidenza smarrita grazie anche al supporto del gruppo, ed ecco che la specy ritrova il piacere di affrontare dei bei roccioni .

Bestia nera rock

Video

Globalmente, mi reputo soddisfatta di come ho superato alcuni passaggi non proprio banali… Il trail si conclude con un divertente guado che poi ci riporta all ultima risalita

video

il giro si conclude con un tracciato inedito, la prova speciale 4 della gara di due anni fa … Niente di difficile , un veloce stracotto con qualche tratta scassata che conferma il buon lavoro fatto sulle sospensioni.

Stanca e provata più che altro dall intensità del giro, completo anche io il giro … Molto molto bello da ripetere senza fretta , con la salita classica o dal cancello rosso. Soddisfatta delle mie performance e invitata a fermarmi al pranzo organizzato dai locals Sbroccati , ben accetto la mangiata conclusiva.

Civitavecchia si conferma un ottima location per migliorarsi senza andare troppo lontano, conto di tornarci più spesso ora che il mio confiidence level è quasi tornato al top.

Grazie a tutti per la compagnia e la pazienza, e come sempre speciale menzione va a Marco di bicinatura per le bellissime foto.

Relive

Relive ‘Ripetitori sbroccati’

Per la traccia vi rimando ai giri in zona precedenti

 

MTB: Zi chiccu 3 + San Francesco (Antrodoco-Borgo Velino)

MTB: Zi chiccu 3 + San Francesco (Antrodoco-Borgo Velino)

Finalmente il meteo concede un po’ di clemenza e possiamo nuovamente avventurarci a scoprire nuovi trail e a ripercorrerne altri gia’ apprezzati. Da un po’ d’ tempo volevo tornare in quel di Antrodoco, con l’obbiettivo di unire parte del giro della cicloturistica alla parte finale del noto e tanto osannato trail Zi Chiccu, ma tra il meteo instabile e la mancanza di “volontari” la missione continuava a venire rinviata. L’occasione si presta nel giorno di San Martino, confermando la tradizione di bel tempo quasi estivo. Stavolta i volontari ci sono eccome, tutti elettrici ahimè: Franco alla prima esperienza con un ebike, Guido che ormai è una presenza abbastanza costante nei miei giri esplorativi e Giuseppe, new entry che avevo gia’ incrociato a Carsoli.

|l programma prevede il trail San Francesco, gia’ esplorato circa 1 mese fa, a cui abbineremo la parte finale di Zi Chiccu … poi si vedrà.

Si parte dunque per la prima salita su asfalto e poi sterrato, di circa 300 d+ su 5km, sempre pedalabile senza troppi impegni …i colori autunnali la fanno da padrona, rendendo il paesaggio ancora piu’ bello.

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Meno di un ora e siamo all’attacco del singletrack San Francesco, da me gia’ percorso ma nuovo per il resto del gruppo. Per chi si fosse perso il precedente articolo, il trail è uno spettacolare susseguirsi di curve di diverso raggio e sponde naturali che regalano un flow pazzesco senza interventi “man made”. Uno di quei sentieri che potresti ripetere ad oltranza … ha un solo difetto, è breve.

Arrivati a valle cambiamo versante, costeggiamo il torrente con un piacevole singletrack e poi si ricomincia a salire in parete Sud, prima verso la localita’ Ville su asfalto, che presto abbandoneremo per inerpicarci per la ripida sterrata/cementata che guadagna quotavattraversando bellissimi e curatissimi castagneti.

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gruppo

Qua viste le pendenze arriva anche per me l’aiutino elettrico, grazie al provvidenziale gancio da traino … traino che riduce la fatica senza ombra di dubbio, ma, fatti i debiti confronti con il precendente giro, non riduce
chissa’ quanto i tempi di percorrenza viste le pendenze importanti. Ci mettiamo infatti un ora abbondante ad arrivare all’inizio della sezione finale del famoso Zi Chiccu (che in realta’ è fatto di 3 tronconi e sviluppa 11km di discesa per 1400d+, maggiori infos su bicinatura).

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gruppo top zì kìkku 3

Via, si scende, vediamo se mantiene le promesse: il trail purtoppo è molto sporco, “condito” di rami e rametti, sassi, e altre amenita’ che ne complicano la percorrenza … malgrado questo non tradisce, offrendo tornantini, S a volte impegnative e qualche passaggio ostico.
Niente di impossibile ma i freni della mia specy cominciano a comportarsi in modo poco modulabile e troppo stop and go, complicandomi la
vita non poco. Malgrado tutto riesco a restare in sella per quasi tutto il percorso, evitando soltanto una terribile canalina che mi riporta la mente al giorno dell’infortunio. Nelle fasi finali, ho l’occasione di provare la Turbo Levo di Giuseppe, che si rivela sorprendentemente stabile sullo scassato, anche se un po’ impacciata in curva stretta e in eventuali ripartenze in punti un po’ critici.

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Di seguito un breve video delle “parti salienti” di Zi Kikku 3 :

Ci ritroviamo nel fondo valle, e abbiamo percorso “solo” 700 d+ con 17 km. Dato che c’è ancora tempo decidiamo di risalire un’ultima volta per ripetere il trail San Francesco, che per il mio stato attuale di “confidence level” resta di un livello ideale. De facto meccanizziamo la mia risalita per guadagnare tempo, e ci godiamo un’ultima spettacolare discesa tra sponde e tornantini.

Concludendo : la zona di Antrodoco-Borgo Velino si sta rivelando sempre piu’ interessante per il mio modo di intendere la MTB . Peccato solo per la mia non ottimale forma fisica e per alcuni problemi tecnici sulla bici, freni in primis,che hanno influenzato la mia sicurezza in discesa e non mi hanno permesso di chiudere Zi Kikku come avrei voluto. Poco male abbiamo un conto in sospeso e sara’ dunque occasione per tornarci e migliorare la performance (magari facendo il giro che comprende anche la parte intermedia del trail).

Relive

Relive ‘San Francesco zi kikku 3’

Traccia

MTB: Tecnica – il BunnyHop

Bunnyhop questo sconosciuto !!

Lo ammetto, è da quando vado in mtb, quindi da davvero tanto tempo, 25 anni almeno che desideravo riuscire ad imparare a saltare un ostacolo
con entrambe le ruote senza l’ausilio di denti(kicker) o rampe .
La suddetta skill prende il nome di bunnyhop (salto del coniglio) , cercando su google e youtube troviamo quintali di video che tentano di spiegare come arrivarci, ma nel mio caso gran parte di questi sono stati di poca utilita’ pratica.
Dunque dato che credo che altri/e riders al mondo abbiano le mie stesse difficoltà, provo a spiegarvi come ci sono recentemente arrivata.

Facciamo una premessa : questo howto puo’ funzionare nel caso in cui il vostro scoglio (come nel mio caso) sia l’incapacita’ di alzare singolarmente la ruota posteriore senza aiuto dei freni (rear wheel lift). Nel caso in cui la suddetta manovra vi riesca, probabimente uno dei tanti howto classici risolvera’ il vostro problema piu’ velocemente e efficacemente del mio.
Se invece come me proprio non riuscite a capire come tirare su quella maledetta ruota, provate a seguire il mio percorso.
Nella seconda e terza fase (volendo anche nella prima) potrebbero tornarvi utili birilli (vanno bene anche bicchieri di plastica, e astine per crearvi l’ostacolo. Aggiungo che un prerequisito è avere un minimo di confidenza con i salti, sopratutto di tipo step up (panettone)

Fase 1 – Manualalziamo la ruota davanti. Mettiamoci fin da subito in testa che dovremo alzarla almeno il doppio dell’ostacolo che dovremo cercare di superare. Per aiutarci comprimiamo la forcella caricando il peso, poi distendiamo braccia e gambe sbilanciandoci all’indietro. Non dobbiamo necessariamente sforzarci di restare in equilibrio a lungo, la cosa importante è alzare il piu’ possbile la ruota. Si tratta di guadagnare elevazione. Per aiutarci, possiamo costruire un ostacolo a ponticello e sforzaci di abbatterlo con la ruota anteriore.

manual

Fase 2 – dente.  Alla base della realizzazione del bunnyhop c’è il saper saltare staccando entrambe le ruote su un panettone o step-up.
L’approccio a questo tipo di struttura vi aiutera’ a capire come spostare i pesi in aria. Da qua per portare il tutto sul “flat”, sara’ solo una questione di esasperazione e velocizzazione dei movimenti.
Quindi, troviamo un piccolo dente o un panettoncino, e sforziamoci di saltare staccando entrambe le ruote e atterrando a ruote pari o ancor meglio prima con l’anteriore (senza esasperare) … Carichiamo le sospensioni approcciando il dente, e appena sentiamo la ruota davanti staccare assecondiamo la parabola spostando il peso centralmente->anteriormente. Questo movimento viene abbastnza naturale a meno di non fare errori quali il rimanere col peso arretrato.

bunnyhop s1

Fase 2b dente con ostacolo
Per complicarci la vita e esasperare il movimento, mettiamo un ostacolo oltre il dente, leggermente piu’ alto dello stesso.
L’obbiettivo è saltare l’ostacolo, atterrando sempre a ruote pari o leggermente prima sulla ruota davanti.
Questo esercizio per me è stato la chiave di volta per riuscire a sollevare in aria il posteriore in maniera adeguata e fare in automatico tutti quei bei movimenti a me incomprensibili (tipo gira le punte arpiona i pedali) spiegati nei vari tutorial su youtube …
Quindi provare provare provare finchè istintivamente supererete l’asticella senza farla cadere 🙂

Fase 3 – Flatland !!

Proviamo ora a riprodurre tutto su un terreno pianeggiante. Costruiamo un piccolo ostacolo, nel mio caso ho usato i birilli bassi (i cosiddetti cinesini) e un asticella. Possono andare bene anche i bicchierini del caffè.
Avendo saltato l’asticella con il dente, dovremmo aver acquisito la memoria muscolare necessaria a fare “nostro” il movimento.
La chiave è, dopo aver capito la base, ripetere ripetere ripetere !!!!
Prendiamo dunque una discreta rincorsa, che ci permetta di smettere di pedalare alcuni metri prima dell’ostacolo e approcciare il sollevamento dell’anteriore. Una volta che abbiamo la sensazione di essere con la ruota davanti ben sopra l’ostacolo, richiamiamo il posteriore dando un colpo di reni (punte dei piedi verso il basso) e spostando il peso verso l’anteriore. Per esasperare l’idea e per farvi capire la sensazione che io ho cercato è quella che si puo’ avere tentando di fare una capriola (o meglio una verticale) su un ostacolo piu’ alto
del terreno. Mentalmente puo’ aiutare anche l’idea di “fare un tuffo di testa da bordo vasca con la bici”.
Sono tutti collegamenti con altre discipline che possono aiutare a trovare la propria strategia. Si tratta di un movimento di non facile schematizzazione, un po’ come l’ollie con lo skateboard, quindi ripeto, la chiave è provare provare provare.

Ora vi chiederete: perchè ho voluto provare tanto il bunnyhop e scriverci addirittura un articolo sopra ?
Beh, da un po’ avevo in programma di iscrivermi al corso per maestri di MTB Fci di primo livello, e il bunnyhop è uno dei requisiti per la
selezione. Selezione che ieri 27/10/2018 ho superato con successo intraprendendo questa nuova avventura 😉
Per la riuscita del tutto è stato fondamentale l’aiuto dei ragazzi della Oneleven MTB School nella struttura dell’AllPark Roma. Senza l’aiuto dell’istruttore Dario (l’idea di mettere un ostacolo piu’alto del dente – che è stata la chiave di volta – è sua) questo percorso sarebbe stato molto piu’ lento e complesso.

22-11-2018 –  edit: il lavoro continua in ottica esame  finale tm1 ….insistendo sono riuscita a saltare un tronco … la tecnica è ancora grezza, c’è da lavorare ma abbiamo un buon punto di partenza 😉

 

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#bunnyhop #improving #mtbschool #way2tm1 #mtb #enduromtb #vtt #vttenduro #not4normals #bicionaverdina

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24/1/2019 we got it !!! Missione TM1 Compiuta !!! Con un po’ di fatica causa schiena non al top, abbiamo portato a casa il brevetto da maestro di 1o livello …. Nel frattempo ho proseguito gli esercizi, migliorando ancora l’altezza … insomma, insistere, e,sopratutto, una volta capito il movimento base lavorare tanto sul sollevamento della ruota posteriore …

tm1 bunnyhop alto

 

 

 

Buona pratica a tutti !!!

MTB: Morra Ferogna

Morra Ferogna, l’infernet “de noi artri” … (o quasi)

Morra Ferogna è un’altro trail che da tempo osservavo tra quelli proposti da Bicinatura, un giro AM sui 20 km/800 d+ range 600-1400 mt slm con salita in prevalenza su asfalto anche se non esente da rampe, ed una discesa su trail AM naturale di media difficolta’.
La zona è quella dei Simbruini, gia’ meta di miei altri giri. La partenza dovrebbe essere da Subiaco, ma problemi di orario mi hanno fatto optare per salire in macchina fino a Monte Livata, dove ho incontrato i ragazzi di Bicinatura.

l1vata

Da qua abbiamo ancora una breve, pedalabilissima e panoramica salita su sterrato, che tagliando il monte a mezzacosta ci porta all’imbocco del trail,
in prossimita’ di uno splendido altipiano.

k1az stradottofoto by bicinatura

altopìano morra 1

gruppofoto by bicinatura

Si parte con un rockgarden super tecnico, da me evitato, che risulta essere poi l’unica vera difficolta’ del trail .
Dopodiche’ tornantini piu’ o meno stretti, che a tratti ricordano il singletrack de l’infernet, qualche rockgarden e qualche passaggio
angusto, ma mai niente che non si possa fare. Non manca il flow, sopratutto nella parte conclusiva … parte conclusiva con cui prendo
un po’ troppa confidenza con conseguente caduta e nuova botta al ginocchio infortunato (Vedi Prarotto)



Dopo qualche istante per fortuna il dolore si riduce e riesco a tornare in sella. Ho perso molta sicurezza, e per non peggiorare le cose scendo nell’ultimo passaggio un po’ ostico.
Raggiungo l’asfalto sana e salva o quasi, ma il ginocchio è ancora indolenzito … non me la sento di pedalare la risalita (circa 700 d+ su 12km) e riesco a farmi accompagnare a riprendere il Qubo a Livata.

Qua trovate un video del giro giusto x capire un po’ di cosa parliamo … 

https://www.facebook.com/1564808144/posts/10216992032624082/

Concludendo, un giro da rifare conquistandolo a pedali, magari con un po’ piu’ di calma per metabolizzare meglio alcune linee … siamo
di fronte ad un trail naturale a cui comunque non mancano parti flow e qualche sezione a pietre fisse liguria like, il tutto condito da
un buon numero di divertenti tornantini.

Da rifare e approfondire.

Relive solo discesa

Relive ‘Discesa morra ferogna’

Per la traccia e altre infos rimando a bicinatura :
http://www.bicinatura.it/index.php/2018/05/15/mora-ferogna/

Ringrazio come sempre tutti i ragazzi con cui ho girato e che hanno avuto la pazienza di aspettarmi, e in particolare Jacopo che ha accompagnato me e i ragazzi del Doblo’ che mi hanno portato su la bici.

Al prossimo giro birra offerta per tutti 😉

MTB: test Thok Mig 2018

Test : e-mtb thok Mig 2018

Anche quest’anno a Formello si è svolto l’italian bike test tour, e malgrado il maltempo ho avuto l’occasione di riprovare l’ebike Thok Mig, gia’ “assaggiata” un anno fa. Ho scelto propio questa bici in quanto è una delle poche elettriche che mi attraggono: la geometria non troppo
esasperata e la compattezza la rendono appetibile anche a ragazze (piu’ o meno cresciute).

La bici testata è il modello Mig, allestita con gomme 27.5 plus, forcella yari, ammortizzatore superdeluxe, trasmissione sram NX 11v, freni shimanao deore con dischi da 200. L’aiutino (o meglio aiutone) elettrico è delegato ad un motore shimano.

A questo link l’allestimento preciso: https://www.thokbikes.com/thok-mig-ebike-biammortizzata-27-5-plus

Stavolta sono stata fortunata e ho potuto provare una S (sono 165 x 60kg circa), che ho subito trovato perfetta per le mie misure.

La prima cosa che si è fatta notare è il tubo sella molto basso, che permette un abbassamento notevole del sellino, cosa che rende il reggisella telescopico da 124 mm piu’ che adatto. Questa posizione bella arretrata sara’ come vedremo molto d’aiuto in salti e discese.
Purtoppo il meteo non è stato clemente ed il test è avvenuto sul bagnato, ed in parte sotto la pioggia. in poco piu’ di un ora ho percorso i trail Scoiattolo, cinghiale e parte della Volpe nel Veio bike park.

Partiamo dal punto forte: la salita. Abbiamo a che vedere con un trattore, che non si fa spaventare dalle curve strette in salita dello scoiattolo, e che in modalita’ trail ci porta in cima in due minuti e mezzo e fatica zero… pronti quindi a scendere, lo scoiattolo è il piu’ breve dei trail di Formello, ed è caratterizzato da salti e qualche curva, di cui un paio a gomito,piu’ un piccolo ripido con compressione finale. La bici è un po’ piu’ dura della mia specy, considerando anche le sospensioni non tarate al mio peso, ma globalmente molto “solida” e intuitiva.

Anche nei salti l’adeguamento di stile è minimo, e richiede solo qualche piccola accortezza nell’arretrare il peso per non perdere la bici in aria. Gli angoli non troppo estremi la rendono facile da girare anche nelle curve a gomito e l’impianto frenante
lavora in maniera adeguata al mio peso rendendo tutto abbastanza semplice.
A seguito dello scoiattolo proseguiamo in discesa sul cinghiale, e anche qua troviamo sicurezza nei salti e nei rilanci ..
Tocca risalire, inizia a piovere e mettiamo il turbo … e la noiosa risalita condivisa dai trail pecora e cinghiale diventa quasi un’altra discesa, con velocita’ oltre i 15 km h e un “uphill flow”, ovvero flow, fluidita’ in salita senza compromessi.

Chiudiamo con una breve tratta del trail Volpe, litigando con il fango e mettendo a dura prova le gomme di serie, ma l’ampia sezione fa miracoli e mi lascia in piedi anche sulle contropendenze.

thok 2

Rientro ai box bagnata e divertita … il problema, se cosi possiamo chiamarlo è che ho fatto una dozzina di km e un 200 mt di dislivello senza fare fatica … in un posto come Formello girare con una e-mtb è come andare alle giostresarebbe interessante capire quanto e come questo mezzo possa spingersi sul tecnico, in particolare in situazioni tipo scaloni e curve strette.
Altra curiosita’ riguarda la possibilita’ di affrontare salite non pedalabili con le proprie gambe, insomma arrivare la dove ci arrivi o cosi o spingismo … per il resto ogni volta che salgo su un ebike e vado in salita senza faticare mi sembra sempre un po’ di rubare qualcosa, di usare una forma di doping estremo tale per cui non sono piu’ io con i miei mezzi. Tutto molto divertente, ma finchè il fisico regge la sensazione di farcela da soli è impagabile, poi con il tempo si vedra’ ……

Pro : La piu’ simile ad una non assistita tra quelle da me provate.
Contro : come tutte le elettriche, peso, difficolta’ di trasporto se non si è Ulk, limiti in giri am che richiedano portage anche breve (ad es guadi non pedalabili) .

Ammetto che gradirei provarla in sentieri piu’ stretti e tecnici ……