MTB: Colle Bercia e lago della Capra

Continuano le esplorazioni in Alta Valsusa, esplorazioni sempre piuttosto brevi visto il rischio di temporali presente fin dal primo pomeriggio. Qualche tempo fa avevo notato sulle cartine una linea che dal Colle Bercia (zona Monti della Luna) scendeva verso la Capanna Mautino. Fatta qualche indagine tramite anche le strava heatmap (non sapete cos’è? Google aiuta, ma in breve si tratta di un “sunto” di tutti i passaggi registrati con lo sport tracker strava, utile per capire se un sentiero e’ frequentato o “dimenticato”) e appurata la ciclabilita‘ del trail, si parte per andarlo a provare. Proprio per motivi di “rischio meteo” salgo lentamente in macchina a SagnaLonga dalla sterrata, e da qua pedalo tranquillamente fino al Colle Bercia, godendo di panorami fantastici che spaziano dallo Chaberton al Pic de Rochebrun passando per le scialpinistiche Giassez e Fournier attorno alla conca del Lago Nero.

rochbrun2 rochbrun1 chab

bercia

Dal piazzale del Bercia dopo un po’ di ravanaggio trovo la linea che scende verso il lago Foiron (o della Capra). E’ un singletrack classico di montagna, qualche saliscendi e un pezzetto piu’ guidato ci portano dopo aver attraversato un ponticello sulle sponde del laghetto.

lago capra

Da qua, dopo un breve e caratteristico tratto lungolago, ancora qualche saliscendi, poi flow intervallato da qualcosa di un pelo piu’ guidato, fino alla Capanna Mautino.

cap maut

(video)

Volgendo lo sguardo alla conca del lago Nero e al col Begino, le nuvole iniziano a farsi notare in quota, dunque senza esperimenti rientriamo per il noto trail della Clavierissima, (gia’ percorso in altre occasioni, tipo il giro del lago dei 7 colori) altro singletrack dove,  con qualche rilancio e qualche parte un po’ piu’ scassata, prevale comunque il flow.

(video)

Da qua ritroviamo la strada di Sagnalonga, un ultima breve rampa e si ritrova la macchina. Una “sezione di giro” da inserire in altri piu’ lunghi in zona Lago Nero (ad es questo, che integra in un unica traccia la discesa dal bercia e quella delle gr. Dalma)  , con un interessante sviluppo tale per cui un’agevole, panoramica e scorrevole salita di circa 4 km permette di farne ben 5 in singletrack in discesa (qualche rilancio).
A mio avviso, il percorso visti i frequenti rilanci offre il meglio con un’ebike, ma anche con le proprie gambe è più che divertente.

Relive

Relive ‘bercia da sagna’

Traccia gps gpx

 

PierreMenaud e i sentieri sconosciuti.

MTB ValSusa PierreMenaud e i sentieri sconosciuti.

Siamo in alta Valsusa e ci resteremo per un po’. Quando il tempo e’ poco per un motivo o per l’altro, si approfitta per giri brevi cercando di scoprire interessanti varianti da inserire anche nel contesto di giri piu’ lunghi. Da qualche tempo sull’app mytrails e sulle opencyclemaps avevo notato una traccia che, tagliando in diagonale la montagna, dal paesino di PierreMenaud porta nel fondovalle alla frazione di Amazas.
Con poco piu’ di due ore a disposizione, decido di pedalarmela fino a PierreMenaud e di andare alla ricerca della suddetta traccia, di cui non vi sono indicazioni o segni alcuni.
IL paese si raggiunge agevolmente su asfalto scorrevole in una cinquantina di minuti guadagnando circa 400 d+. Anche se sono ormai anni che giro per queste piccole frazioni, e’ sempre un piacere ritornarci.
pm1

Inizia il ravanamento cercando di mettersi in traccia. Giu’ per i prati, sali, scendi, osserva, segui …
Dopo un po’ di avanti e indietro finalmente le mie ruote sono su un promettente sentierino :

Come da programma, il singletrack, pulito a sufficenza, scorre in un bellissimo bosco su terreno secco. Qualche piccola compressione, qualche rilancio e una parte centrale un po’ esposta ma fortunatamente breve che ho affrontato a piedi, per poi ritrovare un ultimo traverso flow fino all’abitato di Amazas.

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Nel complesso una bella sorpresa, scorrevole, divertente il giusto, ombroso. Insomma il giusto compendio da inserire in giri piu’ lunghi in zona cotolivier, o un veloce passatempo per un’ora d’aria pedalata divertente. E chissa’ quante altre sorprese ha ancora in serbo l’alta Valsusa …

Relive:

Relive ‘Pierre menaud 2 amazas’

I miei giri in mtb in Valsusa

Test Garmin Forerunner 30 cardio da polso + GPS

Test Garmin Forerunner 30 cardio da polso + GPS

Da circa un mesetto sto provando in bici il cardiofrequenzimetro da polso Garmin Forerunner 30. Si tratta dell’entry level con gps della casa, nato in realta’ per il running ma piu’ che utilizzabile in mtb se non si hanno particolari esigenze. Al momento posso reputarmi soddisfatta del prodotto, che pare piu’ affidabile di altri di prezzo comparabile.
Premetto che il cardio da polso non funziona bene a tutti. Se come me non gradite la fascia (per le donne puo’ essere scomoda) vi consiglio
di cercare di provarlo prima di comprarlo, in quanto il sensore potrebbe avere qualche difficolta’ di lettura su polsi troppo grossi o troppo fini, e puo’ essere impreciso nel rilevamento di cambi improvvisi di ritmo. 

Veniamo al prodotto che sto usando : esteticamente è sobrio sopratutto con il cinturino grigio e puo’ essere tranquillamente usato da orologio nella vita di tutti i giorni. Ha alcune funzioni tipo smartwatch, conta i passi e le calorie bruciate. Dall’app si trova anche un interessante divisione tra le calorie consumate a riposo e quelle in attivita’.

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La lettura della fc al polso viene fatta tramite 3 sensori. questo rende il prodotto piu’ affidabile di altri. Dopo 1 mese di utilizzo in bici e 16 registrazioni, solo una volta il dispositivo ha mostrato per qualche istante valori non coerenti. I 3 sensori sono, tra l’altro, a differenza che in altri prodotti, leggermente in rilievo rispetto alla base, questo probabilmente aiuta ad evitare spostamenti accidentali e difficolta’ di lettura. Il cinturino va stretto il giusto,il cardio funziona anche se non e’ stretto a morte ma va comunque tenuto abbastanza aderente: il display si legge bene anche con forte luce ed il dispositivo funziona anche in acqua fino a 3atm, perdendo sicuramente di affidabilita’(non ho fatto ancora test in mare) .

Per quanto riguarda il tracking gps risulta preciso e la traccia puo’ essere scaricata in vari formati dal sito web garmin connect sul quale è necessario registrarsi per dare al device piena funzionalita’. Oltre a registrarsi su garmin connect è necessario installare la rispettiva app su smartphone. Questa, almeno per quanto riguarda android, è piuttosto pesante, e richiede un centinaio di mb liberi. Ammetto che avendo un telefono di fascia medio-bassa non è stato facile liberare spazio e ho dovuto fare qualche rinuncia.
L’app e l’orlologio si parlano in bluetooth: comunque durante la registrazione si puo’ tenere tranquillamente il bluetooth spento e syncare i device a fine giro. La sincronizzazione non sempre è veloce, e necessita di copertura dati per funzionare.

snap app1 snap app 2
Una volta sincronizzato possiamo visualizzare tutti i dati piu’ interessanti registrati: traccia,km,guadagno quota, kcal consumate e ovviamente i grafici della frequenza cardiaca in funzione del tempo ... avrei preferito i km come “x” ma pazienza.
Accedendo al sito da computer è tutto un po’ piu’ chiaro, si puo’ mettere come x anche la distanza, e con un po’ di smanettamento e qualche tool esterno si possono anche esportare i dati in excel e divertirsi a processarli come meglio si crede.

ggg calc

 

Concludendo, un ottimo dispositivo con un buon rapporto qualita’ prezzo per il comune mortale che vuole monitorare le prorie uscite e avere qualche dato generale in piu’ sul proprio stato di forma fisica (passi, kcal, sonno) .

PRO:
3 sensori al polso, buona precisione (dato soggettivo)
prezzo accessibile
gps integrato
export dati nei principali formati.

CONTRO
App “pesante”
necessaria rete dati x sincronizzazione
durata della batteria piuttosto limitata

 

Acquistando da amazon tramite i link sovrastanti supporti questo blog !!

MTB Rapallo ion cup trails

La funivia di Rapallo e i trail della ion cup

Casa … #homeRapallo … questo è il posto con cui ho piu’ legami …. ed è il posto dove sogno di tornare una volta x tutte.
Non tutti hanno una funivia sotto casa che guadagna 600 d+ in 8 minuti, e ti porta sui trail delle prove speciali della ion cup in programma in data odierna (09/06/2019).

Conoscendo la zona e gli scherzi che puo’ fare il meteo, decido di prendere al volo, appena arrivata da Roma, la funivia delle 17.
La cabina è carica di bikers, e altrettanti aspettano la risalita successiva. Tutti qua a provare questi trail, che avevo gia’ in parte sperimentato. Stavolta cerchiamo di approfondire l’interessante argomento.
funìvìa

Cominciamo dopo un breve tratto spingistico in cui ci lasciamo alle spalle il santuario e la vista sul golfo di Rapallo con la PS2, jump jump.
Trail breve, attacca con un pezzo pedalato mezzacosta e poi stretti tornantini mediamente pendenti, il tutto “condito” da qualche passaggio su roccia, un paio di saltini e drop. Non è complicato ma comunque impegna.

(video)

Risaliamo tranquillamente l’asfalto, poi solito spingismo e qualche centinaia di metri su una mulattiera su cresta spartiacque che lascia intravedere attraverso la fitta vegetazione l’entroterra. Da qua attacca il “capra“, ps1 della gara, che non ha nulla a che vedere con l’omonimo di Formello.
Anche qua partiamo con un mezzacosta peldalato, ma poi subito il trail attacca con un paio di S non particolrmente intuitive ma nemmeno impossibili, per poi lasciare spazio ad un po’ di flow con curve piu’ ampie. Questo è l’unico dei tre trail dove abbiamo un po’ di scorrevolezza e possiamo prendere un pelo di velocita’.

(video)

Ritrovato ancora l’asfalto, pochi metri im salita ci portano alla partenza della ps3, la piu’ lunga e impegnativa. Sono poco meno di 3km, con un dislivello negativo di 275 mt. La traccia prevede un repertorio piuttosto vasto. Anche qua a farla da padrona sono le curve strette su pendenze a volte anche non indifferenti, intervallate da traversi dove non mancano rocce, radici, scalini, strettoie, droppetti.
Non ci sono cose estreme o esposte, non c’è il ripidone che fa paura o il rockgarden impossibile, è tutto pero’ un susseguirsi di passaggi mai banali, che richiedono una guida molto fisica e “luci ben accese”. Non essendo abituata a trail che “non mollano mai”, la stanchezza, pur non avendo pedalato chissa’ cosa, arriva facile, e i battiti han valori “tutt’altro che da discesa”.

Come gia’ detto e come si capisce dal video, il trail non molla mai un attimo, e non conoscendolo in maniera approfondita la caduta è dietro l’angolo … ed in un punto particolarmente impegnativo con sequenza di curve e controcurve arriva un bel volo, per fortuna senza conseguenze.

(volo)

 

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#mtbcrash #secascohollame #mtb #enduromtb #rapallo #funivia #ps3 #nopainnogain #not4normals

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il trail termina su asfalto dopo un ultimo rilancio … game over almeno per me, volendo risalire sono circa 300 d+ di asfalto fino all’imbocco della ps3, e altri 150/200 per ps2 e ps1.

Tirando le somme, che dire??? Bello, bello, bello. Sarebbe ancora piu’ bello se si potessero sfruttare tutti i 600 d+ coperti dalla funivia.
Siamo davanti a trail tecnici in una zona che resta fresca anche d’estate, servita dalla super efficiente funivia. Se proprio dobbiamo trovare un “difetto” è il terreno poco drenante, che rende difficile l’utlizzo dei trail in caso di umido, vista anche la loro grande tecnicita’.
Speriamo che questa location a me tanto cara possa espandersi e farsi conoscere a dovere. Ultimo ma importantissimo, un grosso complimento e ringraziamento va a chi ha realizzato e manutenuto tutto questo, Maurizio di DeepBike.

Traccia gpx mio giro

MTB: Argentario enduro bis

Anche questo weekend si propone un “remake“: si torna all’Argentario, dopo circa 2 mesi, con una nuova compagnia ed un giro in parte inedito. Siamo in compagnia di Laura, Alessio e altri ragazzi di RomaMTB, e altri riders tra cui l’organizzatore . Riesco tramite Laura ad ottenere la traccia la sera prima, si capisce poco della seconda parte, quel che si vede e’ che sono 44 km su 1300 d+ .. roba che non fa per me. Mi comunicano dalla “regia” che il giro sara’ con recupero auto, e che quindi si ridurra’ il dislivello. In ogni caso io resto sempre pronta con tracce e gps a proporre ai miei amici un giro alternativo, in caso quello proposto fosse troppo impegnativo per chi come me non ha una gran gamba.

mad conv

Eccoci qua dunque … stavolta si parte direttamente dal convento, e si sale su asfalto fino al primo trail in programma, il gia’ noto Madonnina. Prima parte molto secca con terreno breccioloso su roccia che richiede molta cautela, poi flow guidato fino ad incanalarsi in un caratteristico fosso dove ci si diverte con sponde drop e saltini. Un buon mix senza grosse difficolta’, bello lungo e divertente. Purtroppo il grande contrasto luce-buio non e’ il max per fare video, ma spero di riuscire a “rendere” l’idea del trail nel filmato a seguire.

Video ripreso con  action cam low cost yi  (la gopro dei povery)

Terminata questa prima bella discesa tocca risalire, stavolta su sterrato, mai troppo impegnativo. Finalmente e’ una giornata estiva o quasi, si sente un po’ il caldo, ma il vento da maestrale aiuta a rendere gradevole anche questa salita. Ed e’ proprio lungo questa salita che iniziano a notarsi le differenze prestazionali all’interno del gruppo, che si dividera’ tra chi fara’ il giro completo (che poi ho scoperto essere interessante solo paesaggisticamente ma non tecnicamente) e chi , come me, Laura , Alessio, Andrea, Alessandra e poi alcuni altri, optera’ per una versione piu’ corta ma con un ultimo singletrack.

Quindi dallo stradone sterrato iniziamo un singletrack su cresta spartiacque molto panoramico, un po’ saliscendi mangia-e-bevi, senza mai presentare eccessive difficolta’ se non quella di non farsi distrarre dal paesaggio. Qualche metro a spingismo e arriviamo su una collinetta abbastanza a picco sul mare, da cui inutile ormai dirlo, la vista fa la sua parte.

top

Ed e’ da questa collinetta che inizia il pezzo forte e piu’ tecnico della giornata ovvero Il trail “soda”, ancora non tracciato su trailforks e derivati. Mi e’ stato descritto come ripido con stretti tornanti. Non ho ripreso la discesa per preservare la telecamera in caso di cadute, visto il terreno molto secco e tendente al breccioloso. Cercando di rendere a parole l’idea, siamo davanti ad un trail dalle pendenze abbastanza accentuate senza mai avere ripidi esagerati, diciamo che richiede il giusto impegno dei freni, su un terreno non dei piu’ grippanti. Il tutto alternato da tanti tornantini mediamente stretti, alcuni ad S ed esposti. Molto bello e comunque non eccessivamente complesso, la difficolta’ e’ semplicemente incrementata dal fatto che alcuni tratti sono esposti e richiedono cautela.

soda

soda 2

Un ultimo tratto di singletrack dove la fa padrona la vegetazione che quasi si appropria della traccia ci riconduce all’asfalto, che dovremo percorrere per 5 km (o alternativamente per un pezzetto la ciclabile…) per portarci in prossimita’ della salita all’ultimo trail, Miniere, anche questo gia’ conosciuto.

Si tratta di un flow trail con un unico passaggio tecnico, breve e divertente per terminare il giro sorridenti. Anche per questo vi lascio al video.

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Video ripreso con  action cam low cost yi  (la gopro dei povery)

In conclusione: l’Argentario si conferma un interessante e vario territorio per la MTB. Ho ancora alcuni sentieri (i piu’ tecnici) con cui fare conoscenza. Da Roma non e’ vicinissimo, ma vale il viaggio. Compagnia TOP per il gruppetto del “giro breve”, ringrazio i contatti di RomaMTB per avermi fatto trovare (speriamo) un gruppo di livello piuttosto omogeneo dove anche chi non ha gamba puo’ integrarsi. Le mie performance in salita non sono ancora al top ma qualche minimo miglioramento si vede. Il giro con recupero si attesta su 570 d+, ma , avendo l’accortezza di salire su asfalto ed evitare il salitone di Miniere, si puo’ tranquillamente fare in versione completamente pedalata.

Relive

Relive ‘Argentario con recupero’


Traccia

MTB: Massa Marittima Reloaded

Non c’è uno senza due … e visto che la precedente esperienza in quel di Massa Marittima era stata positiva, ho ben pensato di tornarci.
Stavolta siamo con gli elettrici Guido e Giuseppe ed altri loro amici, e per ovviare ai soliti problemi di convivenza con gli elettrici inizio a pedalare con mezz’ora di anticipo, e con un mix di sterrate e singletrack in salita arrivimo stavolta fino in cima al Monte Arsenti, da cui si gode una vista non indifferente.
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La compagnia ha un buon livello, e si decide per il trail “freeride“, che scende sul versante piu’ a sud. Si tratta di un trail guidato, con qualche passaggio un po’ ostico ma nel complesso fattibile, abbastanza lento, almeno per me. Come sempre il video è piu’ esplicativo.

Si risale, non esenti da qualche imprevisto quale un cancello chiuso che rende difficile il passaggio delle elettriche, fino nuovamente alla vetta. Da qua imbocchiamo il trail Benedetto, la cui prima parte per me è inedita ed esordisce con un ripido su roccia un po’ a sorpresa, seguito da altri passaggi interessanti e non sempre banali, talvolta stretti e di precisione. Parecchi spunti per lavorare un po’ sulla tecnica dunque , che nella precedente uscita non avevo affrontato.

Prosegiamo poi con il “sequel” del Benedetto, gia’ percorso la precendente uscita. Qua torna a farla da padrona il flow, con una prima parte (primi due minuti del video a seguire) vermente divertente e ben strutturata, con alcune super compressioni da giostra.

(video)

Successivamente il flow lascia spazio a qualche tratta pedalta, senza mai scomparire, e senza grosse difficolta’ o sorpese. Trail molto lungo e stancante se affrontato quasi senza pause.
Purtoppo io non sono (ancora) motorizzata, e le gambe dopo circa 600 d+ abbondanti su 17 km chiedono gia’ pieta’.
Ma la voglia di tornare a girare in questo perfetto posto improbabile dove tutto è bike oriented rimane .. Ci sono tantissimi trail, e con le prorie gambe è molto difficile se non impossibile farli tutti in giornata.

Video realizzati sempre con Yi action cam

Traccìa GPX

Test yi discovery action cam

La gopro dei “povery” …

Da ormai un mesetto sto usando questa action cam , hardware xiaomi e sensore ccd sony , ottica wide da 150°. Ha preso il posto della ormai malfunzionante nilox f60 , e al momento posso tranquillamente affermare “minima spesa massima resa“.

La videocamera è piccola, leggera, e, cosa molto positiva, dispone di un display touchscreen per poter regolare le varie opzioni e rivedere i video appena realizzati. Le modalita’ utilizzabili prevedono un 4k a 20fps (inutile x uso action imho) e i classici hd 1080p o 720p a 60 fps, piu’ che sufficenti per un uso amatoriale su video destinati al web.

L’utilizzo che ne faccio è prevalentemente in mtb, dove ho testato sia il classico supporto da casco che quello a pettorina:

Casco

Pettorina

Senza dubbio il classico supporto da casco è piu’ stabile, da un po’ piu’ fastidio se presenti rami, privlegia una visione piu’ ampia dando pero’ una percezione minore di velocita’. La pettorina invece è piu’ indicata quando si vuole dare maggiore rilievo a velocita‘ e al trail, inquadrando il manubrio si ha anche un idea piu’ concreta del raggio delle curve e della pendenza, che comunque resta sempre falsata da questo tipo di supporti. Spendiamo anche due parole sull’audio: i video finora postati hanno il case waterproof, questo di seguito ha l’audio originale con il case montato. Sicuramente attenuato ma meno della vecchia nilox.

Pettorina, case waterproof, audio originale
e

Sostituendo il case waterproof con il supporto non impermeabile, il risultato cambia eccome. Lo ho da poco e devo ancora sperimentare sul veloce, ma giusto x avere un idea ecco un filmato senza “scafandro”.

Due parole ancora sulla capacita’ del sensore di adattarsi in situazioni critiche: quando i contrasti luce-ombra sono elevati, la velocita’ di adattamento è sicuramente superiore alla nilox, ma di poco inferiore, per quanto personalmente sperimentato , alla gopro session 5. Comunque piu’ che accettabili per una action cam il cui prezzo si aggira sui 50 euro (+ accessori).

Un ultimo paragrafo lo dedico all’uso in acqua. Ho voluto provare anche il case waterproof con il surf, e direi che la qualita’ delle riprese in mare è molto buona. Lo scafandro ha una lieve tendenza ad appannarsi ma fortunatamente ai bordi e non al centro dell’obiettivo. Non sara’ mai il mio uso primario, ma il suo lavoro lo fa.

Concludendo, un buon prodotto per chi come me non puo’ o non vuole spendere cifre da capogiro ma vuole comunque dilettarsi a documentare le prorie avventure sportive, considerando anche l’evoluzione di questi prodotti e l’oblsolescenza programmata dalla quale sono affetti, obbligando l’utente ad aggiornarsi di continuo per non incorrere in penalizzazioni da parte dei vari algoritmi. 
L’unico difetto ad oggi riscontrato da me è la durata della batteria, che non supera l’ora di utilizzo, appena sufficente per le mie necessita’ e un po’ limitante sopratutto per uso surfistico, mentre invece un buon vantaggio è la compatibilità degli attacchi con lo standard gopro (fondamentale per l’uso con la tavola da surf).

Per acquistarla, è disponibile su amazon assieme a vari accessori e supporti (consiglio il package con case e pettorina)

MTB: Massa Marittima (massavecchia)

Mtb – Massa Marittima (MassaVecchia) – gpx a fine report

Posti improbabili ci risiamo … il meteo in Liguria non e’ clemente, e le secchiate d’acqua cadute dal cielo mi obbligano ad anticipare la partenza verso la Capitale. Stavolta pero’ non mi faro’ i soliti 500 km filati “sprecando” la giornata, ma mi fermero’ esattamente a meta’ strada. localita’ Massa Marittima, divenuta piu’ o meno nota tra i biker di tutto lo stivale per il gran numero di trail specifici per la mtb esistenti. A farmi da guida sara’ Francy, local conosciuta tramite il gruppo delle RagazzeFreeride (potenza del web a volte ..)
Le coordinate del punto di ritrovo, a circa 15 min. dall’Aurelia/superstrada, portano ad uno slargo in mezzo ai campi, dove molte auto parcheggiate hanno  targhe straniere. Cosa ci vengano a fare qua cosi’ tanti bikers cercheremo di scoprirlo. Di fronte a me verde campagna, ed un collinotto che risponde al nome di Monte (!!!!) Arsenti su cui suppongo dovremo inerpicarci.
Nell’attesa (sono in ampio anticipo) incrocio biker di ogni genere e eta’ prevalentemente elettrici, inaspettatamente tante donne, ed una coppia elettrica sulla 70ina. A dimostrare che questo giocattolo a due ruote puo’ davvero essere “long lasting”, permettendo, con i dovuti
adattamenti di continuare a divertirsi malgrado lo scorrere degli anni.

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Veniamo a noi. Arriva Francy con un paio di suoi amici e si parte. Ovviamente si sale. La salita, prima su strada brecciolosa e poi su un trail dedicato alla salita, lo “spaghetti uphill“, e’ abbastanza impegnativa anche se mai impossibile. Le pendenze non sono estreme,  ma il trail e’ angusto, obbliga quasi sempre almeno la sottoscritta al 46 e presenta parecchi tornantini che troverei indubbiamente piu’ interessanti a scendere. Ma questo e’ un senso unico, guai sgarare dunque. Si alterna sterrata a singletrack, con pezzi piu’ o meno impegnativi, ma comunque pedalabili, fino alla “casetta dei trailbuilders”.

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Scopro che tra i gestori di questo “bike business” c’e’ niente meno che il fratello di Nino Shurter (pluricampione mondiale xc per chi non lo sapesse – mi auguro nessuno) che gestisce scuola e servizio di risalite meccanizzate in fuoristrada. A Nino (che ogni tanto si allena su questi trail) e’ anche dedicato un sentiero … non previsto nel giro di oggi ma che conto di tornare a fare.
A breve arriviamo poco sotto la vetta, da qua partiamo per il primo trail, insoglio , flow molto curato senza niente di complesso… Quello che si nota e’ l’estrema cura nella realizzazione dei sentieri, che sono tutti bike oriented e creati apposta e quindi riservati alle biciclette. Risaliamo, stavolta soffro un po’ meno, e ripartiamo per un’altro trail, Scopine. Un po’ piu’ vario forse un pelo piu’ tecnico, con qualche passaggio stretto che mi mette in leggera difficolta’. Anche qua flow, sono trail di quelli che “vanno imparati” per poterci poi dare gas ... Per fare un qualche paragone siamo di fronte ad un livello Formello-like, ma piu’ ampio e lungo.Trovando un confronto con la Liguria invece, terreno e tracce ricordano un po’ la parte alta del Beigua, quella meno tecnica.

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Un ultima risalita ci riporta all’ultimo trail, Benedetto. Questo e’ un po’ piu’ particolare, piu’ lungo, con tantissime compressioni alternate a pezzi pedalati, sponde e quant’altro. Molto divertente e molto lungo, un po’ faticoso nei rilanci, ma anche caratteristico, si costeggia un torrente per poi uscire in un ampia radura, da cui in breve si ritorna al punto di partenza.

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Nel complesso, un pomeriggio piacevole, sopratutto per la compagnia di Francy, fa sempre piacere confrontarsi con altre donne biker, e’ per me motivo di motivazione e voglia di migliorare e migliorarsi, oltre che di non avere troppi problemi di perdere troppi metri in salita ;).
Il posto va rivisto … ed e’ la dimostrazione di come una location pressoche’ sconosciuta al resto del mondo, priva di grandi dislivelli e/o di viste da sogno, possa diventare, grazie ad un accurato lavoro, attrazione turistica per biker da tutta italia e non solo.
“Colline” come il monte Arsenti il nostro Stivale ne e’ pieno. Ci sarebbero posti e posti dove il bike-business, sopratutto nella sempre piu’ presente componenete elettrica, potrebbe avere sviluppi. Il primo esempio che mi salta in testa e’ Monte Cavo e i castelli Romani, dove ci sarebbero potenzialita’ enormi ma la fanno da padrona divieti e burocrazia. Se in liguria sono riusciti a regolamentare l’accesso bikers all’un tempo “vietatissimo” monte di Portofino, non capisco proprio perche’ 500 km piu’ a sud tutto debba essere piu’ complesso e abbandonato al suo stesso destino ….

Relive

Relive ‘Massa vecchia’


Traccia

Un immenso ringraziamento va a Francy e i suoi amici per la guida e la compagnia, e, indirettamente a Sara delle RagazzeFreeride per avermici messo in contatto tramite il gruppo “RagazzeFreeride in tour”.
Speriamo presto di rivedere un po’ di rosa sui trailz !!

MTB Riva Trigoso Punta baffe – U turiun

Punta baffe – U turiun

Ricominciamo con i conti in sospeso, quelli di un certo spessore. Stavolta l’obbiettivo è uno dei trail piu’ impegnativi della zona di Sestri Levante,o meglio nel caso specifico di Riva Trigoso. Parliamo di U turiun, conosciuto anche come Punta Baffe, un sentiero che avevo gia’ provato ad affrontare lo scorso autunno ma con scarsi risultati (50% a piedi …) .
Stavolta la mia forma fisica è migliore, la confidenza sul tecnico è risalita, dunque è giunta l’ora di cercare di fare i conti con questo tracciato.
Arrivarci è semplice, si pedala un pezzo di Aurelia in direzione Spezia, poi si stacca su una stradina a destra prima asfaltata poi sterrata, che sale senza troppi strappi. Si raggiunge uno slargo da cui la strada diventa singletrack, da qua è bene gia mettere le protezioni, e godersi il panoramico trail che ci porta verso punta Baffe.

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(foto e video)

#nientedidifficile per adesso, solo uno splendido panorama sul mare. Solo questa tratta puo’ valere la salita.

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Arrivati al bivio per “U Turiun“, si vede subito che le cose cambiano: il trail inizia a scendere tortuoso , scassato , con qualche pietra mobile, e linee da scegliere bene.
Molti passaggi sono di difficile interpretazione, e da sola la prudenza la fa da padrona, scendendo quando le cose si complicano troppo e non esitando a mettere un piede a terra se necessario. Fatto sta che stavolta sono rimasta comunque molto più in sella rispetto al primo tentativo, e gia’ questo è un grosso passo avanti. Le pendenze non sono comunque mai elevatissime, non ci sono tratti esposti o ripidi estremi , è solo tutto molto molto scassato e a tratti scavato con terreno raramente regolare, il che rende difficile il ridurre la velocita’ in maniera sicura … le asperita’ obbligano a cercare il rotolamento, e non sempre questo è ancora fattibile x me in sicurezza … il video vale piu’ di 1000 descrizioni.

video

rock mtb

Lo scassato poi lascia spazio ad un breve collegamento su sterratone, fino all’inizio dell’ultima sezione dove il genere cambia un po’.
Dopo una partenza facile e flow, le pendenze aumentano e il trail diventa da guidare con cautela a velocita’ controllata su fondo abbastanza breccioloso e dall’aderenza non perfetta, curve spondate ma ripide, qualche salto per chi se la sente. Certo rispetto a quanto visto prima è una passeggiata.

vid finale

Stanca ma comunque soddisfatta ritrovo l’asfalto fino a Riva Trigoso. Un trail molto impegnativo con cui i conti non sono ancora finiti, ogni volta che torno qua c è sempre da migliorare e imparare.
Un ultimo appunto – vale anche x altre locations – è da fare a Trailforks e/o a chi ha inserito i trail della zona. U Turiun NON PUO’ essere segnalato come blu. Minimo è black diamond, se non double black diamond.
Chi usa l’app e non conosce la zona potrebbe trovarsi leggermente spaesato da questa valutazione …. non oso immaginare cosa sia allora una “nera” per chi ha effettuato l’inserimento in trailforks …

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Relive ‘Punta baffe 2019’

traccia

MTB argentario enduro

MTB argentario enduro

Argentario: l’isola non isola gia’ in Toscana a 140 km da Roma stava nella to-do-list dei giri da fare in mtb in centro italia da un po’. L’occasione arriva ieri, complice il meteo incerto che faceva propendere per destinazioni a bassa quota. Sono dinuovo in compagnia del gruppo di Gargasecca, gia’ conosciuto il precedente weekend, e il giro si preannuncia sui 1200 d+, molto saliscendi con trail impegnativi.
Il mio stato di forma non e’ dei migliori, complice sia il maltempo che il cambio d’ora che non ho digerito, ma viste le previsioni infauste per la domenica non voglio peredere quest’occasione.
Gia’ alla base della partenza si intuisce che, dal punto di vista paesaggistico, la zona ha molto da raccontare, con questa isola-non-isola collegata con due ponti in terra al resto del “continente”.
Partiamo da poco oltre Orbetello, e iniziamo a pedalare su una cementata che sale subito decisa, per poi trasformarsi in sterrata abbastanza scassata che in 20 minuti e con qualche parentesi spingistica ci porta al primo punto panoramico, nei pressi delle miniere abbandonate.

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arg 2

Io sono gia’ mezza cotta dalla prima salita anche se breve: quando le pendenze iniziano ad essere piu’ elevate gambe e fiato fanno quello che possono. Pazienza, per fortuna c’e’ la prima discesa ad aspettarci, Miniere, un flow trail con qualche saltino e niente di difficile, divertente quanto basta per trovare la motivazione a rimettersi a pedalare in salita.
Infatti iniziamo a risalire, prima su sterrata da pendenze medio tranquille, che ben presto lasciano spazio ad alcune rampe non sempre pedalabili (almeno per me) fino al convento dei Padri passionisti, da cui possiamo godere di una splendida vista sulle particolari lagune.

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Da qua si procede su asfalto mediamente tranquillo fino al prossimo trail chiamato Noviziato. Ed e’ meglio non fraintendere il nome, perche’ il sentiero e’ tutt’altro che da novizi(indicato black diamond su trailforks), complice anche il fondo umido e viscido, che mi mette ko al primo cambio di pendenza, costringendomi a percorrerne gran parte a piedi. Le gomme liscie non sono d’aiuto (maledizione bartolini..) e alimentano la mia insicurezza, dunque meglio essere prudenti per portare a casa la pellaccia. In se, a parte alcuni passaggi, il trail non avrebbe troppe problematiche, ma il terreno argilloso e il grip nullo (non riuscivo a stare in equilibrio sulla bici) mi fanno ritrovare in una situazione paragonabile a quella vissuta sul monte Fasce d’inverno, con conseguente permanente accensione della lampadina di pericolo.
Uno stradotto ci riporta verso il convento, e da qui si risale, stavolta fino in cima al monte. Viaggio pianino con il 46 malgrado le pendenze umane, prendo il solito distacco dal gruppo, ma il paesaggio aiuta a farsi piacere la salita, stavolta siamo sull’altro versante, con vista sul mare aperto e l’isola del Giglio.

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Un ultimo sforzo, per me a spinta per raggiungere la cima del promontorio e la partenza di quello che per me sara’ l’ultimo trail, Madonnina.
Qua partiamo su roccia in stile Ligure (l’attacco puo’ ricordare Sant anna di Sestri) , ma all’ingresso del bosco la musica cambia completamente. Dopo una tratta flow guidata ma mai eccessivamente tecnica il sentiero entra in un canalone che vagamente ricorda il canyon di Formello ma piu’ lungo, con qualche droppino, saltino e passaggetto roccioso. Tutto fattibile e con un buon flow oltre che un terreno con un buon grip.

(foto)

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Le gambe e il fiato sono purtoppo al capolinea. Il giro prevederebbe un’altra risalita da 300 d+ e un’altro trail a scendere, molto tecnico a detta dei miei “soci”. Decido, vista la stanchezza, di abbandonare il gruppo e rientrare tranquillamente su asfalto, evitando possibili incidenti da stanchezza e chiudendo il giro con una bella litoranea panoramica, per un totale di 990 d+ e 34 km.

Concludendo, anche qua abbiamo aperto un conto che prima o poi dovremo saldare: parliamo sia di Noviziato che dell’ultimo trail previsto che non ho percorso. La location e’ da prediligere con il secco ma in stagioni dall’autunno alla primavera, dunque sara’ difficile tornare a saldare i conti a breve. Globalmente, un posto da rivisitare e da studiare, magari cercando il modo di, a costo di allungare il giro, rendere le risalite piu’ pedalabili.

Relive

Relive ‘Argentario ..’


Traccia mio giro (rientro su asfalto)