MTB: tivoli enduro

La voglia di esplorare nuovi trails e nuovi posti è una delle primarie motivazioni che mi spingono a pedalare. Da un po’ di tempo avevo in mente di visitare i trails di Tivoli, curati dal Tibur Trail center , teatro di una passata edizione dell’Appennino enduro Trophy.
Quindi parliamo di sentieri che sono stati utilzzati come prove speciali in una competizione. Decido previo consulto con riders che gia’
conoscono la location di optare x la superintegrale con variante g-line, come da traccia gentilmente fornita da bicinatura. Avrei dovuto
girare con Marco, admin dell’omonimo sito e local, ma una serie di desync temporali ci hanno impedito di incontrarci. Poco male, a girare
da sola tanto sono abituata, e se non altro potro’ pedalare con il mio ritmo da bradipo e fermarmi tutte le volte che voglio. Meglio, in
quanto la salita è tutt’altro che una passeggiata di salute, 70% asfalto, fortunatamente poco trafficato intervallato da un breve singletrack
in cui lo spingismo la fa da padrona, ma che rappresenta l’unica parte panoramica dell’ascesa.

tivoli climb tivoli sp

Ripreso l’asfalto , in poco piu’ di 1 ora sono in cima al colle Ripoli, da cui il panorama spazia da Roma e la pianura ai monti circostanti.  Siamo su una piattaforma di lancio di parapendii e deltaplani , ed è proprio da qua che dovrebbero iniziare i trails .


tivoli para

Gia’ … i trails … una freccia indica Superintegrale, Marshall e g-line a destra …. a destra ma dove ?
L’altopiano pare solo una discesa di erba e sassi, senza una traccia precisa.

tivoli top
Il gps dice di girare a sinistra … ma non intravedo l’ombra di sentieri .
Fortunatamente arriva via Facebook l’aiuto di Marco, ed effettivamente costeggiando il recinto della piattaforma si inizia a vedere un
segno marrone, ecco la nostra traccia che ci portera’ad un bivio, purtroppo anche questo poco chiaro.

tivoli suprint

Stavolta mi aiuta il GPS, che dopo un po’ di ravanamenti mi conduce alla Superintegrale, che inizia con un lungo e panoramico mezzacosta senza #nientedidifficile se non  qualche pietra fissa. Un breve tratto pedalato ci porta all’inizio del bosco, dove l’umidita’ la fa da padrona, e dove si puo’ scegliere la variante gangster line, traccia super flow la cui unica insidia è data dal terreno umido ricoperto di foglie per il resto tutto da lasciare correre e saltare. Imbocco un’altra variante che termina con un bel ripidone, e poi in breve si ritorna al punto di partenza.


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Pur implicando una salita abbastanza impegnativa, il giro è breve e decido di ripeterlo … la temperatura è salita e il cielo si è aperto .. si risale, stavolta senza soste.

ripoli io ripoli

Non conoscendo molto la zona ripeto lo stesso trail, stavolta riuscendo a imboccare come variante la parte finale di “mulo pazzo“,  un pochino piu’ lenta e con qualche roccia fissa infda e nascosta in piu’, ma comunque niente di complicato.


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Concludendo : location interessante, da approfondire e ri-visitare con terreno piu’ asciutto. La traccia da me seguita e che riporto è adatta anche a principianti, e con le dovute accortezze percorribile anche con una front.
Unica nota negativa la poca segnaletica, senza gps non è fattibile se non si conosce il posto, meglio comunque contare sull’aiuto di qualche local .

Relive

Traccia

MTB: Torninparte enduro

Torninparte enduro (prove speciali Casello e Canalone)

15/10/17: La giornata si preannuncia con una temperatura tutt’altro che autunnale e cielo sereno, quindi quale migliore occasione per tornare sopra i 1000 metri? Stavolta andiamo ad esplorare i trails appositamente costruiti per la gara di Enduro svoltasi a Torninparte circa un mesetto fa. Stavolta a farmi da guida c’e’ Alessandro, mio “compagno di scuola di MTB”. A dire il vero sulla carta la destinazione mi aveva gia’ incuriosito, anche se gli elementi in mio possesso lasciavano intuire una noiosa risalita su asfalto lungo la strada che porta a Campo Felice. Fortunatamente Alessandro con alcuni amici ha scovato un’alternativa, che limita l’asfalto a 3km, dopodiche’ si sale su una piacevole sterrata, mai troppo ripida e molto panaoramica: la vegetazione e’ a prevalenza di faggi che in questa stagione assumono colori spettacolari che spaziano dal giallo al rossiccio.

torni 1 torni 11

Arriviamo all’imbocco della prima speciale, chiamata Canalone. Questi trail sono stati appositamente creati per un evento, ma fortunatamente si e’ cercato di mantenere il piu’ possibile il terreno naturale, senza grossi sconvolgimenti e strutture improbabili. E’ la piu’ corta delle speciali (meno di 2km) , presenta qualche elemento tecnico compresi alcuni scalini all’inizio che mi mettono subito in difficolta’ , poi la cosa diventa piu’ flow, con alcuni ripidi abbastanza dritti che non spaventano per nulla la specy. Il trail si chiude con un complicato canyon tra le rocce, poco piu’ largo di un manubrio da 800 mm …. canyon che ne io ne Alessandro riusciamo a chiudere in sella.

torninparte enduro from KiaZ bike surf and more on Vimeo.

Si risale una seconda volta, stavolta piu’ alti, per imboccare la speciale chiamata il Casello, nome dovuto al fatto che termina proprio attaccata al casello autostradale. Le gambe vanno quasi meglio che al primo giro, e i faggi colorati continuano a dominare il paesaggio,rendendo il tragitto sempre piacevole.

salita stradotto stumpy

Partiamo quindi per la seconda ed ultima per oggi discesa. Un bel sentiero natural flow, che purtroppo per me si conclude con una serie di strettissimi tornantini, e mi riprende il flashback del famoso singletrack de l’infernet, gioie e dolori di quest’estate … e contestualmente anche l’idea che sullo stretto la slayer girava meglio (penso che con la vecchia 26 li avrei chiusi non dico tutti ma quasi) … continuo a non arrendermi e a pensare che sia una questione di tecnica … se ci scende gente con bici con taglie piu’ grandi della mia perche’ non ci devo scendere io ????


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Purtroppo il giro e’ finito, tutto molto divertente anche se si aggiunge un nuovo “conto in sospeso” ai miei problemi tecnici e ritorna un po’ di nostalgia per Slayerina, che e’ tornata a sgambettare e a zompare a Formello con il nuovo proprietario: un 13enne senza paura …

nik

Concludo con il solito relive e link alla traccia. Al prossimo giro !
Relive:


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Traccia GPX :

La Specy alla prova

Primo weekend a Roma dopo le ferie:temperature in ribasso e prima mareggiata che ha regalato qualche onda surfabile.
Insomma finalmenete si intravede l’autunno, anche se le temperature dell’acqua sono ancora molto alte, con conseguente sovraffollamento degli spot sia da parte dei praticanti del surf che dei bagnanti. Le onde di sabato al Circeo erano davvero belle, ma 1h di attesa per parcheggiare e 40 persone in line up tra cui molti principianti hanno reso la mia session meno piacevole del dovuto.

crowdedcarrubbo
Beninteso che di onde ne ho prese e pure alcune belle, ma confesso che tra me e me, mentre nel “traffico” cercavo il mio spazio pensavo “avrei fatto meglio ad andare in bici, domani vado in bici sia ben chiaro … “

Detto fatto: domenica, malgrado la mattina molti spot regalassero ancora onde di qualita’, decido di prendermela comoda e di portare la Specy in un posto che le potrebbe piacere : i Ripetitori di Civitavecchia .

Ci sono 23 gradi quando esco, attorno alle 11, e alle 13 appena 24 alla partenza in bici dalla Coop. C’e’ vento da WNW che rende la  salita piacevole malgrado sia tutta al sole e con le solite rampe ammazzagambe, che con il malefico 42 della specy diventano ancora piu’ dure, ma sempre fattibili, non essendo per fortuna mai troppo lunghe. Il terreno e’ buono anche sulla parte finale, il temporale di sabato notte ha dato una grossa mano per consolidare il tutto.

In cima e’ sempre uno spettacolo, il maestrale ha ripulito il cielo e si vede benissimo tutta la costa …. Peccato solo per il terreno ultra secco, anche qua la siccita’ si e’ fatta sentire e non poco.

ripetitori top
Mi metto le protezioni, monto la mentoniera al casco bell convertibile e finalmente si parte giu’ per il Rotella.
E’ la vera prova della Specy, per capire se davvero passa dove la Slayer non passava . Le conferme arrivano ben presto, chiudo parecchi passaggi in piu‘ e non sono costretta ad usare sempre le chicken lines. La biciona va giu’ tranquila, mangiandosi tutti i sassi che vede, copiando tutto, e dandomi molta confidenza su un terreno dove con  la vecchia slayer avevo molte difficolta’. Giusto in alcuni passaggi dove c’e’ da girare un po’ piu’ stretto si e’ piantata, confermando quanto gia’ “diagnosticato” in alta montagna, ma probabilmente a monte c’e’ un impostazione di guida diversa e un  mio deficit tecnico che spero di riuscire a colmare.

fine rotella kiaz

rotella

Si risale per la valle del Marangone quindi, tra mucche e cavalli come sempre, per andare stavolta a prendere il trail Ripetitori, che attacca con 3 bei passaggi su pietre fisse che con la slayer proprio avevo paura anche solo a provare. E invece con questa stumpjumper me li mangio non dico tranquilla, ma in sicurezza e senza troppa paura di cadere in modi terribili. Le sospensioni fanno egregiamente il loro dovere, e le varie pietre e pietrne, passaggi passaggini e passaggetti diventano quasi flow, chiudendo il trail con una fludita’ mai vista con la slayer e stancandomi molto meno. Grande soddisfazione: finalmente sento effettivamente
la differenza e le potenzialita’ di questa cosidetta “forward geometry” con sterzo piu’ aperto e posizione di guida piu’ centrale.

mukkapazzaa fontana

io

I ripetitori, vista l’ottima performance, diventano forse la location n1 tra quelle a meno di 1h da Roma per come intendo io la MTB: contesto naturale e panorami piacevoli e sentieri molto naturali ma ben fatti dove si e’ intervenuto, dove occorre comunque un minimodi capacita’ di lettura del terreno e il motto “se sei incerto tieni aperto” non e’ sufficente a chiudere alcuni passaggi.
Con queste premesse, ho una gran voglia di tornare in liguria e provarla in quel di Sestri Levante (chi conosce la location sa di cosa parlo)..

Relive:

Traccia :


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MTB : Passo Mulattiera

Concludiamo ahime’ queste vacanze con il report del piu’ bel giro effettuato in questi 15 giorni : il Passo della Mulattiera, un target che mi ero prefissata prima di partire e che ho portato a casa.

Passo della Mulattiera (Bardonecchia)

La montagna, quella vera, quella sopra i 2000 e’ sempre in un certo modo sinonimo di sfide. Ogni volta che torno quassu’, nei luoghi dove sono cresciuta e dove ho iniziato ad apprezzare le attivita’ outdoor mi impongo di aggiungere un giro, un qualcosa, un obiettivo una piccola conquista. L’anno scorso e’ stata la volta del Sommeiler, quest’anno la mia scelta e’ caduta su un itinerario di cui avevo visto tracce e foto, il passo della Mulattiera, un 1000 d+ di tutto rispetto che resta comunque accessibile anche ai sunday bikers come me che difficimente superano i “K” nel weekend. Ma quassu’ si sale per scendere, e la discesa si conquista. Le premesse sono molto flow anche per questo giro, e la fortuna vuole che qua a Bardonecchia ritrovo Ale Di Pezza, biker gasatissima fondatrice del progetto Pink Freeride.
E quindi si va, due donne, una piccola grande impresa.
Si decide per una breve scorciatoia: la seggiovia di Pian del Sole ci “scontera’” circa 300 mt di dislivello e un oretta di sgambettamento.
Da Pian del Sole si sale verso il Colomion, la salita e’ abbastanza scorrevole anche se ripida, il fondo e’ buono e i miei ricorsi  allo spingismo sono piuttosto sporadici. Malgrado il 42 in qualche modo vado su. Arriviamo in cima all’arrivo dello skilift in circa 1h30 , il cielo e’ perturbato e fa freddo. Una breve pausa caffe’ approfittando del baretto e si ricomincia a pedalare lungo la sterrata che sale dolcemente a mezzacosta verso il passo della Mulattiera. La maestosita’ della Grand Hoche e della Clotesse verso il versante di Beaulard non puo’ essere ignorata, e Ale malgrado la luce dispettosa ne approfitta per qualche scatto con la reflex (nb non ancora disponibili al momento della stesura, il materiale che pubblico e’ tutto opera di cellulare e action cam…) 

mulattiera uphill mulattira quasi in cima
Si sale, si sale, piu’ o meno pedalando, qualche breve tratto di spingismo per me nei punti dove il sentiero e’ piu’ scassato e dove faccio fatica a far scorrere le ruote di questa specy che fortunatamente e’ leggera. Il paesaggio e’ sempre piu’ imponente e malgrado la fatica non indifferente la motivazione e’ fortissima, coscienti che in cima ci aspettera’ una vista mozzafiato e una super discesa su singletrack . Ultimo tratto di spingismo obbligato prima dello scollinamento.

Immense praterie, rocce, sfasciumi, un piccolo nevaio.

E uno splendido singletrack che si snoda giu’ tra prati e pietraie.
Notevole. Senza parole. Indubbiamente uno dei posti piu’ belli e piu’ selvaggi mai visti, luoghi dove la Natura e’ ancora padrona e dove
la traccia di sentiero non e’ stata creata con un bobcat.

top spepcy traccia nevaio ale e kiaz sentiero

Una breve pausa, foto e si scende. Notevole sia il sentiero che il contesto, prima parte super flow tra praterie e pietraie senza complicazioni. La specy conferma la sua vocazione discesistica. Continuiamo la discesa, entrando nel bosco e seguendo le indicazioni per pian del Colle. Qua il sentiero si fa piu’ tecnico, con tratti anche parecchio sassosi e qualche guado. Alcuni pezzi particolarmente viscidi e smossi ci costringono a scendere, ma nel complesso la discesa resta piu’ che godibile.
Ultimo pezzo in direzione Chesal su facile e rilassante singletrack mezzacosta, poi ricongiungimento al comprensorio del colomion
grazie al “20” del bikepark che attraversando un tranquillo bosco di larici ci riporta a Pian Del Sole senza fatica.

28 km in tutto, 863 mt D+ assoluto, 1109 la salita effettiva.

 

Ancora qualche curva giu’ dal bikepark ed eccoci al parcheggio ……. Stanche ma soddisfatte.

Un super giro, in ottima compagnia, a dimostrazione che con la dovuta calma e un minimo sindacale di preparazione anche imprese che appaiono fuori portata si fanno. Certo ci va passione, determinazione e anche voglia di esplorare location inedite difficilmente raggiungibili senza fatica….


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MTB: Sentiero dei Cannoni

Sentiero dei Cannoni – Gran Bosco – Col Blegier – Col Lauson

Continua la ricerca qua in alta Valsusa di trail divertenti e non troppo conosciuti. Stavolta andiamo a scoprire il Sentiero dei Cannoni, nel parco naturale Gran Bosco di Salbertrand. Si tratta di un singletrack che stacca dal piu’ noto GTA(che scende su Montagne Seu e poi Salbetrand nel fondovalle), e che permette un giro ad anello partendo, nel mio caso, da poco sopra Sauze D’Oulx, nei pressi dell’istiuto zootecnico.
Si pedala nel parco, tra boschi di larici, al fresco, e nel silenzio piu’ totale (e’ vietata la circolazione di mezzi a motore), salendo verso la strada dell’Assietta. La salita presenta qualche strappo che preferisco affrontare a spinta, ma rimane in gran parte scorrevole e con un buon fondo, rendendola molto piacevole e rilassante. In un paio d’ore arrivo al Col Blegier, fuori dal bosco, e gia’ qua le praterie la fanno da padrone, per la gioia delle mucche al pascolo.

bleegier mucchee blegier bike blegier

Da qua si scollina sul versante della Val Chisone , e si esce temporaneamenete dal parco. Siamo sulla strada dell’Assitta, aperta anche al traffico, e qua qualche incrocio con jeep e moto e’ da mettere in conto. Tra falsipiani e leggere salite, con sempre uno sfondo spettacolare, si arriva al col Lauzon, che ci riporta sul versante della Val Susa. Da qua gia’ si vede il singletrack che si snoda tra i prati, promettendo una bella discesa flow come da aspettative.

lago lauzon col lauzon skyline lauzon 2 lauzon bike
#Nientedidifficile stavolta, solo far scorrere le ruote tra le praterie, godendosi lo spettacolo della natura e il silenzio. Un sentiero naturale, tutto flow che sembra pero’ fatto apposta per le mtb … Il sentiero poi prosegue nel bosco, sempre restando scorrevole eccezion fatta per alcuni piccoli guadi e qualche tratto pedalato, ma sempre veloce e scorrevole.


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Il trail termina sulla strada che abbiamo percorso in salita, e da qua si puo’ decidere se rienetrare verso Sauze o se allungare con una variante, risalendo di circa 100 mt per prendere il bivio per l’alpe Laune e omonimo lago. Malgrado la fatica si faccia sentire decido di fare quest’ultimo sforzo, quasi tutto a spinta, per poi ridiscendere su uno stradotto sopra il laghetto, e terminare con un breve singletrack fin sulle rive. Grazie alle luci del tramonto anche questo piccolo lago fa la sua figura, meritando i 100 mt di risalita in piu’. Da qui ora non resta che scendere verso l’istituto zootecnico e la macchina, lungo una classica sterrata molto polverosa.

lago launee 1 lago laune 2

Giro molto bello, che unisce panorami, salite mai impegnative e una gran bella discesa, affrontabile questa senza problemi anche con una front.
All mountain per tutti direi, ma stavolta credo che il video possa essere piu’ esplicativo di 1000 parole

-> video 2017

SentieroCannoniSound from Green Specy on Vimeo.

video 2019

-> traccia gps gpx

NB: Ricordo che siamo in zona parco e che – teoricamente – alcuni sentieri sono vietati alle bici. Il percorso proposto non dovrebbe comportare divieti, ma la sottoscritta si esula dalla responsabilita’ di evntuali variazioni delibrate dall’ente parco. L’uso della traccia e’  vostro rischio e pericolo.


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MTB: Singletrack de l’Infernet

Singletrack de l’infernet (Briancon)

Il Singletrack de l’Infernet, o meglio nome corretto “La Batterie de la lame“, ma noto online sotto vari nomiGondrand“, giro dei forti  ecc ecc ecc. e’ un sentiero a traccia singola che dalla zona del Gondrands e che scende verso Briancon passando per il bosco dell’Infernet.
E’ uno di quei trail di cui si fa un gran parlare, con pareri molto differenti nelle varie recensioni riguardo la difficolta’.  La FFC, federazione Francese di Ciclismo, lo classifica nero (difficile), alcuni siti italiani lo giudicano addirittura “percorribile con una front”. Come scoprire chi ha ragione ? Andando a vedere, alla peggio se dovesse essere davvero nero dove non si passa si scende.

Il progetto dell’impresa parte dalla salita: siamo di fronte ad un 1000+, da affrontarsi su sterrate e asfalto chiuso al traffico …
1000 e piu’ metri di dislivello in circa 14 km . Sono numeri per me impegnativi, da affrontare con calma, ma non impossibile.
Quindi ci si prova.

fontenil forte

Si parte da localita’ Fontenil, sotto Briancon , e si sale per una sterrata che presenta qualche strappo da “spingismo”, teoricamente tutta pedalabile, ma con il 42 io non ce la faccio. E’ necessario prestare attenzione ai bivi, la zona dei forti di Briancon e’ piena di strade e straducole, e senza traccia o cartina e idee chiare e’ facile sbagliarsi. Una volta arrivati alla strada militare asfaltata, sbaglarsi e’ impossibile. Ricordo che e’ una strada vietata al traffico, e che in alcuni periodi dell’anno e’ chiusa per tutti in quanto attraversa un poligono di tiro.

Il panorama, come sempre da queste parti, fa la sua parte per rendere anche la salita interessante, alternando la Barre des Ecrins
e la valle di Cervieres.

barre ecrins 1 barre 2 cervieres

La salita pare a tratti eterna, mai troppo faticosa ma eterna. Ogni tanto controllo il GPS, sperando di essere a buon punto, ma sembra
sempre esserci un tornante in piu’ … finalmente, dopo 4 eterne ore di pedalata siamo al colle del Gondrand. C’e’ un vento gelido,
il panorama e’ spettacolare, ma il freddo incita a rimettersi in moto… Metto le protezioni , monto la mentonira al casco e via,
giu’ prima da un mezzacosta sassosissimo e poi eccolo che ci aspetta, il singletrack de l’infernet o meglio La Batterie de la Lame. 

gondrand 1 gondrand 1

Abbiamo detto chela FFC lo definisce NERO : e posso assicurarvi che nero e’ : non tanto per le pendenze, quanto per l’essere stretto con tornantini che questa specy 27.5 fa molta fatica a chiudere. Certo, mettiamoci pure che ho questa bici tra le mani  da appena 1 settimana, e che vengo da una 26, ma gli ingombri si fanno senetire. Nello stretto non riesco a girarla, molto probabilmente manca la tecnica, ma anche dicamo che l’essere in completa solitaria diminuisce molto il mio “confidence level”, fatico ad uscire dall’aree di confort, sapendo che devo tornare giu’ intera (E pure la bici) e mantenere la giusta lucidita’.

singletrack de l infernet
Lucidita‘, perche’ questo trail da poca tregua, si qualche punto in cui torna un piacevole flow c’e’, ma sempre con gli occhi apereti,  perche’ il tornantino stretto puo’ essere dietro l’angolo …. Diciamo che considerata la mia preparazione e l’istinto di sopravvivenza ne ho chiuso in sella circa l’80% , piantandomi sui tornatini piu’ stretti (specie a dx) e su un paio di parti particolarmente scassate in cui il rischio di caduta poteva esseere alto. Non e’ un bikepark, anche se palinato e catalogato FFV e’ un sentiero naturale, e come tale non ha sponde o quasi . Una bella palestra, per rendeersi ben conto del proprio livello e delle proprie paure (cheonei tratti esposti crescono a dismisura) e delle skill su cui dovro’ lavorare … Insomma tra me e l’infernet resta un conto aperto ….


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Concludendo : un trail per enduristi con la E maiuscola, che probabilmente puo’ anche diventare parzialmente meccanizzabile (navette
da briancon, poi volendo impianti) , la maggiore difficolta’ e’ data dai tornantini stretti, da alcuni tratti esposti e dal fatto che il singletrack e’ davveero singletrack, spesso scavato e con il mc basso delle bici moderne ci sono parti che possono essere problematiche. La salita se fa, ma la prossima volta penso che sarebbe piu’ divertente scendere dalla blu, insomma per il mio livello e preparazione non e’ cosa da fare dopo 14 km di salita. In ogni caso se vi trovate da queste parti e avetee una full, vale la pena provarci 😉

Relive :

Traccia (versione col gondrand, senza salita al forte)

Per piu’ infos e altri giri nel briancconais :
https://www.espace-vtt-brianconnais.com/brian%C3%A7on-villar-st-pancrace/brian%C3%A7on/

MTB: Caccia al tesoro

Dopo 3 “Classiche” (Cima Bosco, Passo Mulattiera, Lago dei 7 Colori) dell’alta Valle e una giornata in bikepark a sauze volevo trovare un itinerario un po’ alternativo, non eccessivamente lungo (percorribile in circa 4 ore max al mio lentissimo ritmo) ma con una discesa divertente il giusto. Non e’mai facile stimare la difficolta’ o la scorrevolezza di un trail guardando solo tracce sui vari siti,  spesso con descrizioni molto sommarie o prive di descrizioni.
L’idea era comunque quella di scovare qualcosa nell’area del Cotolivier,
abbondantemente ricca di sentieri e stradotti. Ravanando online mi imbatto in una fotografia di una mappa cartacea, con indicati  a pennarello alcuni percorsi e segnalazioni di tratte richiedenti “spingismo” o passaggi reputati tecnici dall’autore. Peccato che la mappa e’ su un immagine jpg, quindi non usabile come cartografia su mytrails. Tra i vari trail indicati sulla mappa cartacea c’e’ n’e’ uno evidenziato in arancione che mi attrae particolarmente: stacca dal sentiero che conduce verso il lago Desertes prima del tratto in salita, all’altezza del bivio per la croce di San Giuseppe. Il sentiero appare con simpatici tornantini e un lungo traverso che termina al paesino di Millaures.

bike pierre menaud
Opto per partire da PierreMenaud, quota 1450 circa. Da qua si sale verso il Cotolivier, prima su asfalto poi su sterrato, sempre agevole e pedalabile anche con il mio malefico 42. Poco prima della cappelletta in cima, si segue il cartello per Pourachet. Da qua una strada mezzacosta scende leggermente, per poi trasformarsi in sentiero e risalire, costringendomi ad un po’ di sano spingismo causa fondo breccioloso e instabile (in realta’ con piu’ allenamento e/o rapporti piu’ corti e’ pedalabilissima tutta). Come molti  sentieri mezzacosta anche questo gode di uno splendido panorama con vista sulla punta Clotesse e l’immancabile Chaberton (3000+)

chaberton

Finalmente un cartello con le indicazioni per la croce di san Giuseppe e il lago Desertes … e un sentiero anonimo, non segnalato, che scende verso valle …. Confrontando le mappe parrebbe proprio essere lui, il “mio” singletrack.

clotss


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Pronti si scende: come da programma il sentierino non delude: tanti simpatici tonrantini, ottimi per migliorare la tecnica, che mi mettono a volte in leggera difficolta’ con gli ingombri della specy .. fondo un po’ smosso , non perfetto ma comunque godibile.

La parte tortuosa finisce in una radura, da cui riprende la traccia dai prati, diventando molto flow interrotta solo da un albero caduto e da recinzioni…. qualche piccolo torrentino da guadare, una parte un po’ fangosa, un paio di divertenti gradoni su pietre fisse.
C’e’ quasi tutto …. ancora singletrack e poi un’ultima parte su mulattiera scassata e abbastanza ripida, ma non tanto da spavnetare la specy e la sottoscritta. Siamo a Millaures, e da qua un altro singletrack mezzacosta con qualche rilancio ci ricondurra’ a Lauzet e da qui a Vazon su carrabile. Ultimi tagli nel bosco (molto divertenti) e ritroviamo il punto di partenza.

vrso loze

Cercare, esplorare, rischiar di perdersi fa parte del gioco. A volte pochi elementi portano discese super belle e divertenti. Questa era davvero inedita, e senza la conoscenza del territorio dei miei genitori non sarebbe stata cosi’ a colpo sicuro. Infatti e’ grazie a loro, veri local, che han preventivamente percorso il sentiero in salita a piedi che ho potuto avere la certezza della ciclabilita’ della traccia.
E chissa’ quanti altri sentieri da scoprire o riscoprire ci sono quassu’. Bisogna solo saperli cercare …. 


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MTB: Lago dei 7 Colori e Col Saurel

Lago dei 7 colori e col Saurel (Giro Clavierissima)

Il giro del lago dei 7 Colori e’ una classica dell’alta Valsusa che gia’ sconfina nel Brianconnais, partendo gia’ in territorio Francese
da Monginevro. E’ un giro a me abbastanza noto, gia’ fatto parecchi anni fa addirittura con la Decathlon. Era da tempo che volevo tornarci, e per varie ragioni gli scorsi anni i miei tentativi erano stati fallimentari, con varie complicanze che vanno dalla foratura al roaming che impediva al gps di scaricare le mappe. Finalmente sembra arrivare la giornata giusta, con tempo buono anche se non perfetto, traccia GPS ufficiale della marathon Clavierissima , mappa scaricata in locale in modo da evitare problemi con il roaming.
Dunque si parte, da Monginevro si pedala sulla strada che sale al Gondrand, che sale dolcemente senza troppe difficolta’. Terreno
compatto dall’ottima tenuta, e qua finalmente nessun problema di rapporti.

La bici e’ comoda e si fa pedalare con tranquillita’. In meno di 2 ore arriviamo a Gondrand, purtroppo il tempo inizia a cambiare, ma malgrado tutto voglio concludere il giro e non ripiegare su una scontatissima discesa per il bikepark.

specy gondrand

Quindi prendiamo il singletrack, a volte piuttosto scassato che ci condurra’ fino al lago dei 7 colori attraverso un paeesaggio alieno con la Valle di Cervieres come sfondo. Il singletrack presenta alcuni passaggi tecnici, parti scassate su roccia, qualche zona esposta. Prima si scende poi si risale, e un breve tratto richiede spingismo. Dopo un ultimo
saliscendi ecco il lago dei 7 colori, deseerto visto il tempo instabile. La giornata purtroppo non rende giustizia alla location.

specy 7 colori specy saurel servier

lago 7 coloriUn ultimo (o quasi) sforzo a spingismo, si passa il Col Saurel e siamo in territorio italiano. Da qua inizia il singletrack della Clavierissima, che per essere parte di una Marathon posso assicurarvi che e’ tutt’altro che esente da parti tecniche.
Infatti si attacca subito con un ripido scassato, due tornantini stretti, la stumpy ha qualche esitazione ma riesco a tenerla a bada. Un’altro tornante superstretto con scaloni, che stavolta evito (Quando sono sola alla minima incertezza vado a piedi) , passaggio sotto la seggiovia del Saurel e si prosegue. Il singletrack diventa un lungo mezzacosta nel bosco, con molti rilanci da pedalare e qualche pietra/radice/passaggio tecnico che non spaventano ne me ne la stumpy, bici che in questo terreno che definirei misto si trova molto a suo agio.

Val gimont from Green Specy on Vimeo.

Il tempo si mantiene minaccioso ma non piove. Sbuchiamo all’arrivo della seggiovia che conduce alla pista nota come “Gialla”, che de facto si percorre fino a costeggiare il campo da golf. Da qua purtroppo ci tocca un’altra risalita a spinta, fino a ritrovare lo stradotto a mezzacosta che riconduce al centro di Monginevro.


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Giro molto bello e non eccessivamente impeegnativo dal punto di vista fisico , adatto anche a chi non e’ eccessivamente allenato o si avvicina alle discipline all-mountain, discesa con alcuni interessanti spunti tecnici, forse pecca un po’ di flow rispetto ad altri sentieri naturali (spesso le parti scorrevoli sono da pedalare) , ma nel complesso molto completo e paesaggisticamente notevole .

Relive:

Traccia GPS:

 

MTB: Cima Bosco

MTB: Cima Bosco (Val Susa)

Cima bosco e’ sopratutto nota come classica facile gita scialpinistica/snowalp invernale. Si tratta di un bel panettone alto
circa 2400 mt slm, situato tra Sauze di Cesana e Thures,con un versante boscoso e un’altro piu’ aperto, con un pendio “surfabile”/sciabile in inverno e affrontabile in mtb in estate, grazie ad un singletrack che sulla carta dovrebbe essere molto flow e divertente.
Per conquistarsi questo bel sentiero pero’ ci aspettano 14 km di salita e circa 1000 metri di dislivello. Sono i primi 1000 dell’anno
per me e per questa Specy Stumpjumper verde con cui sto facendo amicizia.

cima bosko 1
La salita e’ nel bosco, sempre ombrosa su carrabile mai troppo difficile e mai troppo pendente, ma con fondo a volte irregolare, breccioloso e comunque poco scorrevole. Le difficolta’ per me con il 42 si fanno sentire come c’era da aspettarsi, e tocca alternare pezzi pedalati a pezzi di “spingismo”, ma posso assicurare che con una gamba migliore o con rapporti piu’ consoni si pedala al 100%, tranne forse l’ultimo brevissimo strappo. Il guadagno di quota e gli scorci panoramici comunque invogliano a continuare a salire, pronti a godersi la ricompensa finale.

cima bosko1

Questo e’ un classico giro “salgoperscendere“, di quelli che piacciono a me. Quelli in cui la dicesa te la conquisti, quelli in cui non importa se hai il reggisella telescopico o meno, tanto una volta in cima l’assetto e’ quello da discesa fino in fondo.

cimabosco 3

Gia’ dall’alto si intuisce che il flow ci sara’ : un bel sentiero naturale si snoda nel bosco rado, con curve mai troppo strette, qualche
tratta vagamente piu’ tecnica ma sempre all’insegna di una piacevole e guidabile scorrevolezza. Flow. Dovendo forzare un paragone
con qualcosa di appenninico, possiamo tranquillamente paragonarlo alla parte alta del Vallone delle Cese.

cima bosco singletrack

cima bosco 6 cima bosco cartello
Saltuariamente qualche tronco obbliga a qualche deviazione, ma de facto non e’ mai stato necessario scendere dalla bici. Peccato solo per l’ultima parte, una mulattiera mediamente ripida e scassata che richiede una certa attenzione, ma niente di difficile.


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Nel complesso un classico giro “premio”, con discesa da conquistare e che vale tutta la pedalata in salita. Vivamente consigliato a chi ama il flow naturale, tutto da conquistare pero’ 😉

Relive:


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Traccia GPS GPX

MTB: Vallone delle Cese – Esploriamo l’Appennino

Esploriamo l’appennino: Vallone delle Cese – Discesa Cese Trail

Il caldo la fa da padrone a Roma, e, reduce dal piacevole weekend nella mia Valle, necessito di trovare un percorso sopra i 1000 mt, che
mi permetta di pedalare un po’ al fresco. Cosa non semplicissima partendo dalla Capitale, e sopratutto con un know-how del territorio molto limitato, basato su facebook, mtb-mag e il “sentito dire” . Appunto, l’imput di questa escursione e’ partita dal sentito-dire : un local della pineta di Ostia mi ha parlato di un certo Vallone delle Cese vicino a l’Aquila e me lo consigliava come giro molto divertente e lontano dal caldo. e
Detto fatto: grazie a google e gli altri potenti mezzi offerti dal web trovo una traccia con video su youtube compreso nel prezzo. Dal video il sentiero pare proprio del mio genere: flow con tante belle curvette e panorama di una certa dignita’.
Via, scarichiamo la traccia e cominciamo a cercare di capire. Non e’ facile interpretare quali saranno le difficolta’ di un percorso di cui non sai niente, non sai nemmmeno dov’e’, ci arriverai con il navigatore e poi seguirai un puntino sullo schermo del cellulare per capire dove sei e dove devi andare. Solo quella traccia, i video e qualche consiglio via Facebook (grazie Stonati)

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Le previsioni e le varie intuizioni sul territorio mi fanno pensare che comunque s’ha da fa … che anche se relativamente alto (800-1400)
la zona non e’ delle piu’ fresche e quindi now or never, anche se da sola. Carichiamo Slayerina e via sulla Roma-L’Aquila, direzione Pizzoli, insignificante paesuncolo a pochi km dal capoluogo abbruzzese. Dal gps capisco dove devo andare e si sale. Eccome se si sale.
Prima parte da inferno, mediamente calda, secca, in un insignificante boschetto. Guardo di continuo lo schermo del telefono per capire dove sono, e quanto mi manca ad uscire da questo antipatico stradotto. In meno di un ora sbuco sull’asfalto, stavolta e’ uno stradone, nientemeno che la Statale del Gran Sasso. Asfalto bello scorrevole, ma pare che sia una sorta di pista da superbike. Ogni 5 minuti mi ritrovo a sperare che un qualche motociclista in piega non sbagli qualcosa e mi investa. Pedalo, pedalo, siam sopra i 1000 fa sempre piu’ fresco e si sta bene. Su questo stradone #slayerina si sente un po’ fuori posto, come se costretta ad un GPM del Giro D’Italia.

valico

valico fontana
Si arriva ad una specie di valico, e finalmente il panorama comincia a sapere di montagna … certo … molto diversa da quella che conosco, queste sono delle specie di grosse colline con vegetazione di conifere, ma va bene uguale. L’aria e’ buona, c’e’ un piacevole venticlello ed e’ pieno di fiori. L’ultima parte di salita torna piacevole in quanto chiusa al traffico, le gambe girano, e in circa 2 ore arriviamo all’attacco dei trail, nei pressi di una stazione di rilevamento meteo. Abbiamo percorso una decina
di km con circa 600 mt abbondanti di dislivello.

cartello

stazione meteo ultima salita

Riconosco quanto visto in video. Ora tocca vedere se mantiene le aspettative: bene, prima parte che riscende verso il valico super flow,
curve ampie e divrtenti, fondo un po’ ghiaioso ma comunque gestibile. Vado piano perche’ non conosco, ma l’ambiente e’ spettacolare e il
sentiero esattamente come lo aspettavo.


Sbuchiamo nuovamente al valico, attraversiamo la strada e alcuni cartelli indicano il proseguimento del trail.
La seconda parte e’tutta nel bosco, decisamente piu’ tecnica e con alcuni pezzi parzialmente esposti. Vado super piano ma non c’e’ niente di troppo complicato, ci son alcuni passaggi su cui devo optare per la cosiddetta chicken line ma si fa, tutto un po’ #diversamentescorrevole ma guidato e con molti tornantini dove fare pratica con le curve strette. Diciamo un trail un po’ come erano i primi comparsi nei bikepark nella mia alta Valle Susa, un mix tra naturale e costruito che comunque richiede una certa confidenza con il mezzo.

diversamentescorrevole


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diversamentescorrevole2

A meta’ tracciato incontro dei ragazzi, probabilmente risaliti in furgone, che mi guardano come un alieno e mi danno del Lei. Certo potrei essere la loro mamma, ma se anche con il casco integrale si vede la mia vecchiaia vuol dire che tra me e #slayerina facciamo davvro buon brodo … vabbeh no problem … Li lascio andare e pian piano proseguo. L’ultima parte e’ un altalenarsi di super flow, con step up e panettoni e aree quasi da pump track e qualche passaggio tecnico inaspettato da prendere con le molle, e terreno molto mutevole da una curva all’altra. Molto divertenti sopratutto le ultima battute che andrebbero conosciute meglio per staccare sugli
step-up – Una ragione per tornarci, prima o poi.

kiaz fine

curva curva

io

slayerina cartello

Finalmente il trail finisce, e un ultimo stradotto sabbioso ci riporta verso il centro abitato. Le gambe hanno retto bene, #slayerina pure. Um bel percorso All-Mountain di media difficolta’, che fa un po’ soffrire la salita per varie ragioni ma che poi diventa estremamente godibile in tante parti. Uniche note di demerito la salita poco motivante (preferisco evitare le strade statali) , specie per la prima ora abbondante e il fatto che malgrado la quota non rimane fresco come ci si aspetterebbe.

Per me e’ il primo giro sopra i 1000 in appennino, sono soddisfatta delle mie performance, e spero di trovare altri trail simili non troppo distanti da Roma. Certo, il panorama non ha nulla a che vedere con quello Alpino, ma anche questo e’ apprezzabile nella sua diversita’.

Relive :

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