Arrivare in mountain bike a quota 3000 metri sul livello del mare era un obbiettvo che mi ero messa in testa di raggiungere fin dai tempi della prima bici “seria” in mio possesso, ma allenamento, logistica, meteo, e tante altre cose hanno rimandato la cosiddetta “Grande Impresa” a data da destinarsi. Ma quest’anno finalmente si son verificate le condizioni adatte per salire lassu’: bici in ordine con una forcella adatta anche a salite piuttosto scassate e gambe che paiono non spaventarsi di 1000 mt di dislivello. Il Colle del Sommeiller si trova sopra Bardonecchia, al confine con la Francia ed e’ considerata la strada carrozzabile piu’ alta d’Europa: questo puo’ essere l’unico lato negativo dell’escursione, in quanto la suddetta strada e’ notoriamente frequentata da motociclisti e fuoristrada . Pazienza, cercheremo di non respirare troppa polvere.
Considerato il mio allenamento discreto ma non da iron bike decido di partire dal parcheggio del Rifugio Scarfiotti, a circa 2136 metri di altezza. L’obbiettivo sono i 3000 metri.
Si sale lentamente senza troppi intoppi per i primi 400 metri, l’aria e’ fresca e il panorama e’ spettacolare gia’ da subito.
Dopo un primo falsopiano la strada riprende a salire, senza rampe eccessive, tornante dopo tornante. Fino ai 2600 abbondanti fiato e gambe sono ancora abbastanza in ordine, e la temperatura tutt’altro che calda incentiva a restare in movimento. Dai 2700 circa la strada comincia a prensentare tratti piuttosto sassosi e scassati, e l’altitudine a farsi sentire, riducendo le mie capacita’ aerobiche. Questo mi costringe saltuariamente a alternare qualche breve tratto a spinta, non tanto per la difficolta’ quanto per cambiare tipologia di sforzo e dare un po’ di tregua ai quadricipiti femorali. Ma piu’ si sale e piu’ pare di essere su un’altro pianeta quindi l’incentivo a continuare e’ forte e si riprende a pedalare
A 2900 circa inizia a vedersi la prima neve … e gli ultimi tornanti che salgono … non riesco a valutare quanto ci vorra’ a fare quelle 4 sassose rampe ma ormai l’arrivo e’ davvero vicino, l’adrenalina lascia spazio al fiatone e i quadricipiti si rimettono in moto salendo addirittura di rapporto, pur di arrivare al piu’ presto lassu’. Una volta al termine della strada, quasi incredula di avercela fatta, mi sembra di stare davvero in un altro mondo … vegetazione completamente assente, sassi, terra, neve, e una volta scollinato il dosso compare anche il laghetto in cui si specchiano le montagne circostanti .
Fa freddo ma pare di stare sul tetto del mondo e la cosa piu’ bella e’ esserci arrivati con le proprie forze. Ora ci aspetta la discesa, che purtroppo non presenta molte varianti rispetto alla salita, solo un paio di divertenti tagli. Probablmente da meta’ strada c’e’ possibilta’ di percorrere il sentiero pedonale, ma non avendo notizie sulla ciclabilita’ dello stesso ho preferito percorrerlo solo ove era palesemente valutabile e visibile, come nell’ultima tratta che ci riporta sul retro del rifugio Scarfiotti, con le cascate di sfondo
Per concludere, piu’ di 1000 metri di dislivello inclusi i saliscendi dei 2 falsipiani, 3 ore e mezza circa per salire. Considerata l’altitudine e tutto il resto del contesto mi ritengo davvero soddisfatta ! Il posto merita tutta la fatica e pare di essere a due passi dal cielo !
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