Bikepark vs elettrica in Valsusa

Bikepark vs elettrica in Valsusa
… tra passato, presente e futuro della MTB

Questa vuole essere una riflessione di ampio spettro, scritta in un giorno piovoso agli sgoccioli del mio summer break in alta val Susa
in alcuni precedenti scritti ho definito ironicamente questa location al confine con la Franciala valle che resiste dove l’enduro non esiste“, riferendomi principalmente al fatto che la reperibilita’ di informazioni relative a trail con caratteristiche “enduro” è  davvero scarsa, eccezion fatta per qualche “classica” dal dislivello gia’ importante.
Malgrado in passato (2014 l’ultimo evento di rilievo) la ValSusa e in particolare Sauze d’oulx siano stati teatro di importanti manifestazioni quali la superenduro, ad oggi non è facile, sopratutto per un ipotetico “foresto”, scovare giri “salgoperscendere“, ovvero in cui la discesa è “il premio” per il dislivello maturato, rischiando di fossilizzarsi nei due bikepark superstiti (Bardonecchia e Sauze) dove, sopratutto a Bardonecchia, è stato fatto un gran lavoro, ma continua comunque a mancare quell’add-on pedalato in grado di completare l’offerta per elettrici o per chi comunque vuole alternare qualche pedalata alle seggiovie.

Abbiamo detto gran lavoro a Bardo, sintetizziamo un po’ la situazione. Ci ho girato con le #ragazzefreeride e da sola. Vengono dichiarati
85 km di percorsi free-ride, ma secondo me se la cifra viene dimezzata è gia’ tanto. Parliamo cmq di 9 trail serviti da 2 seggiovie:

Zona Campo Smith-Pian del Sole
In ordine di difficolta’:

9D : flow trail per tutti, frontini inclusi, tante curve spondate qualche panettone e un ampia zona tra i prati dove lasciare correre .. #nientedidifficile. Definito rosso ma direi piu’ che altro blu
15D : il trail storico di Campo Smith, migliorato negli anni sopratutto come scorrevolezza.. Lo preferivo quando era piu’ grezzo e richiedeva una guida un po’ piu’ precisa … adesso, passerelle in legno e saltino a parte, lo trovo semplicemente un cuocifreni, almeno per il mio stile di guida
16D : Parallelo al 15 troviamo il 16. Piu’ ripido e tecnico, ma comunque artificiale, tutto spondato ma costruito da movimenti terra. Include alcuni ripidi abbastanza impegnativi e un paio di S strettine ma spondate. C’e’ anche un passaggio molto tecnico su un roccione con uscita su un ripido, passaggio che, se avesse avuto un uscita meno impegnativa avrei azzardato, ma il contesto in cui è inserito non ispira sicurezza. Ciliegina sulla torta e’ la simpatica struttura tipo northsore in legno, con wallride e rampa in uscita. Dal punto di vista tecnico, con il terreno giusto questo trail è quello che offre di piu’.
12D : simile al 16, ma non offre le strutture in legno. Anche qua troviamo alcune S abbastanza ripide non semplicissime.
14D : Trail enduro vero e proprio, naturale. Inizia come un classico sentiero nei boschi, poi due difficili ripidi in sequenza su cui ogni errore non è perdonabile. Consigliato solo agli amanti del genere. Diciamo che questa e’ una vera “nera”. 

turn northshore jump2 jump1

Zona Melezet-Chesal, sempre in ordine di difficolta’.

27D : lunghissimo flow trail, parte con qualche insidia (mezzacosta sui ghiaini un pochino esposto) ma poi diventa un bel sentiero flow, con tante sponde lungo e divertente. Trail completamente “man made” con movimento terra (leggi bobcat), si snoda lungo la pista olimpica. Anche questo è fattibile anche con una front con la dovuta cautela.

24D : Tra Melezet e Les Arnauds, si fa strada uno degli ultimi arrivati .. Anche il 24 D è man made, un tutto sponde che attacca un po’ ripido ma che lascia ampio respiro sopratutto nella parte finale, spaziando tra boschi e prati. Trail di livello medio con curve di diverso raggio, ottimo per migliorare nella tecnica di curva 😉

25D : Il primo nato in zona melezet, mantiene ancora discretamente la componente naturale che aveva un tempo. Anch’esso migliorato negli anni , parte con un bel flow su terreno abbastanza naturale, poi diventa piu’ tecnico con un paio di ripidi da prendere con attenzione, per tornare flow nella parte finale.
26D : altra new entry. Simile al 25, ma un po’ piu’ ripido e tecnico, abbastanza enduristico come genere, alternando parti piu’ scorrevoli a discreti ripidi. Anche questo e’ una bella palestra per fare i conti con un certo tipo di pendenze.

Tutto molto bello …. poco naturale (14d a parte) ma bello e divertente soprautto in compagnia (tnx #ragazzefreeride) ; inoltre è l’unico park in zona che prevede una linea facile (9D) adatta anche a chi prova per la prima volta la mtb gravity …. eh si perchè Sauze, che resta il mio preferito per tipologia dei trails, comunque non è per tutti, e alcuni punti nelle parti basse potrebbero essere per niente intuitivi e scoraggiare un ipotetico/a principiante. Per il resto i trail sono tutti di livello medio, abbastanza naturali ad eccezione di tippy’s witch e offrono un bel mix di flow naturale con qualche elemento tecnico ma sempre fattibili per tutti (anzi come ripidi direi piu’ ripidi a bardo) …

sauzejump

Detto questo … ma se ho un elettrica da enduro e non voglio pagare lo skipass cosa posso fare in alta Valsusa ?
Premesso che sia a Sauze che a Bardo si puo’ – piu o meno agevolmente – risalire pedalando le linee dei park questo lascia un po’ il tempo che trova , si puo’ fare un paio di volte (io stessa che pedalo #conlemiegmbe senza motore lo ho fatto a volte quando tempo e/o fantasia sono limitati) ma poi appunto lascia il tempo che trova … se ci spostiamo pochi km oltre il confine andando in Francia nel Brianconnais troveremo tutt’altra situazione e offerta … dove alle linee dei park si integrano trail naturali e itinerari segnati di diversa difficolta’ che contemplano sia semplici anelli nel fondovalle che cose piu’ impegnative , senza necessariamente superare i 1000 d+ e introdurre elemvnti di “cicloalpinismo” quali lunghe tratte in portage.
Ho tirato fuori l’elettrica perchè, turisticamente parlando, volenti o nolenti il futuro sta li.  Tralasciando gli agonisti di ogni disciplina, gli amanti dell’AM estremo/cicloalpinismo che qua possono trovare un discreto repertorio, ci sara’ sempre di piu’ un concentrato di “sunday bikerselettrici che non cerca soltanto la passeggiata panoramica senza fatica (… tipicamente l’offerta dei noleggi ebike con guida è questa …) ma anche qualcosa con cui divertirsi nella guida, sia essa in discesa o in percorsi misti.

A Sauze ci sarebbe tutta la parte alta ben adattabile ad un uso elettrico (Rocce nere, Supersauze alta , e altre se ne potrebbero aprire)
A Bardonecchia si potrebbe creare/ripristinare qualcosa sul versante Jafferau oltre che meglio segnalare un paio di altri giretti a quote medio-basse …. Per non parlare di zone non servite da impianti, come tutto il Cotolivier, dove qualcuno che prova ad inventariare e tracciare
qualcosa c’è …ma spostandoci di poco ci sarebbe tanto tanto tanto ancora … tipo il divertentissimo trail dimenticato di Sansicario … anche li ci sarebbe margine per ulteriori linee …..  e tanto ci sarebbe ancora …

sansìcarìo Strutture abbandonate …

Nel post olimpico (estate 2006 e anni a venire fin circa al 2012 indicativamente) la MTB ma sopratutto lo sviluppo dei bikepark, tra i primi in italia, ha aiutato la Valsusa a farsi conoscere un po’ anche d’estate andando oltre il turismo delle seconde case a cui è troppo legata … 

Adesso da una parte l’offerta turistica dei park si è ampliata con soluzioni molto piu’ interessanti per gli amanti del genere, dall’altra per essere competitivi serve budget … quindi non bisogna solo focalizzarsi sulla presenza delle seggiovie, trovando un’offerta per una categoria di bikers molto ampia, in gran parte elettrica, che puo’ e vuole divertirsi sui sentieri anche senza risalite meccanizzate ……

C’è da meditare e ci sarebbe tanto da fare …

Singletrack de l’infernet 2018

Singletrack de l’infernet 2018 (da Monginevro)

A 1 anno di distanza ritorniamo a percorrere il singletrack de l’Infernet… Giusto per rinfrescarci la memoria stiamo parlando di un trail
classificato come nero da FFC-VTT, che dalla zona del fort du Gondrand (Monginevro) scende con piu’ o meno stretti tornanti verso Briancon.
Lo scorso anno, con la Specy da appena 1 settimana, il suddetto trail si era rivelato parecchio ostico su molti tornantini .

STavolta non sono sola, ma in compagnia di Angela delle #ragazzefreeride , con cui ho gia’ avuto occasione di condividere alcuni splendidi giri in Liguria 😉

Per rendere la salita piu’ accettabile partiamo da Monginevro. Da qua in un paio d’ore maciniamo circa 650 d+ , fino al fort du Gondrand,  da cui devieremo per l’infernet.

gondrand 1

Come da ricordi, si inizia con un lungo e veloce attraversamento di ghiaioni in mezzacosta. Poi la musica cambia completamente, ed eccoci entrare nel famoso singletrack. Il sentiero si snoda serpeggiando nei boschi, con un infinita’ di curve di diverso raggio intervallate da qualche sezione piu’ flow.

ghìaìonì

curvaaaa

flow...
Stavolta, sara’ per la presenza di Angela che ha fatto sempre da apripista, le difficolta‘, pur essendo presenti, non sembrano essere cosi insormontabili, e il lungo trail scorre alla grande sotto le nostre ruote, impegnandoci quanto basta e regalandoci grande gioia e soddisfazione ad ogni tornante chiuso.
Anche in questo caso il video è piu’ eloquente di 1000 parole ….


Come tutte le cose belle anche questo trail ha un lieto fine … o quasi … La partenza da Monginevro ci ha scontato 500 mt di dislivello sul giro fatto da briancon e 300 sulla prima salita … ma comunque abbiamo perso 300 mt nei confronti di Monginevro, e dunque ci tocca un’ultimo, apparentemente eterno sforzo per risalire, inseguite dalle nuvole sempre piu’ nere …

Scampiamo il temporale e concludiamo con birretta di rito e caffè (inastpettataamente italianissimo e ottimo) .

Sintetizzando, la partenza dal Mongi permette fondamentalmente di arrivare sul lungo trail piu’ lucidi rispetto alla salita da briancon effettuata lo scorso anno. Certo risalire non è stata – almeno per me una passeggiata di salute, ma senza dubbio meglio questa versione che non quella da 1200 d+ e 14 km di interminabile salita.
Non posso non essere super soddisfatta dei progressi fatti nello stretto. Ben inteso che le “condizioni al contorno”, ovvero compangia super, terreno,
sentiero mai pericoloso hanno fatto la loro, ma le curve le abbiamo fatte io e la biciona verdina …

Un grandissimo ringraziamento va ad Angela, super Ragazza Freeride senza paura, che ha condiviso com me questo giro ed è coraggiosamente sempre stata avanti . Speriamo di ritrovarci presto sui trail 😉

Traccia versione Monginevro

MTB: Traversata Valle Stretta Nevache

Dalla Valle Stretta a Nevache passando per il lago Thures

L’ispirazione per questo giro nasce da una traccia vista su vtt-brianconnais, sito francese che offre svariate idee per giri vicino al confine … Del resto nella “valle che resiste”  l’enduro non esiste , o meglio al di fuori di quanto concerne i bikepark è difficile trovare informazioni e tracce aggiornate e sicure sulla ciclabilita’ in discesa dei tanti trail esistenti.

Con il lago thures e il sentiero d’accesso da risalire rigorosamente a spingismo , avevo gia’ fatto conoscenza tanti anni fa, percorrendo una variante di questo giro ma con discesa piu’ breve sul colle della Scala.

Stavolta invece l’obbiettivo è lo scollinamento su versante Francese, con eventuale pickup in caso di maltempo …… Sempre su vtt-brianconnais un video lascia ben sperare in una discesa che dovrebbe valere la fatica della salita: in soldoni 400 mt di dislivello positivo in 3 km tutti da fare a spinta, lungo un sentiero raramente pedalabile, non tanto per le pendenze, quanto per le frequenti radici … sentiero che potrebbe essere carino in discesa, ma questa è un’altra storia da affrontare magari fuori stagione, essendo il trail frequentatissimo da escursionisti sia italiani che Francesi.

spingismo 1 spingismo 2

Dopo 1h e 10 minuti di fatica, raggiungiamo finalmente la splendida piana del lago Thures, che fa bella mostra di se , riflettendo nella sua limpida acqua le alture circostanti e le nuvole che iniziano minacciose a poplare il cielo …

nuvoloni 1 nuvoloni 2

Non solo nuvole … ahimè il cielo inizia anche a tuonare, ma la voglia di completare il giro è alta … Si iniziano ad attraversare le praterie su un scorrevole e veloce singletrack, lungo cui il telefono riprende segnale e riesco ad organizzare il pickup in macchina con i miei sul versante Francese. Il singletrack facile e tranquillo attraversa un colle, e da qua la musica cambia … lasciando spazio ad un infinita’ di tornanti su fondo smosso a tratti esposto.

curva esposta

Non ci sono parole per descrivere la bellezza di questo trail non facile, tutto da guidare, a tratti esposto e con terreno a volte ostico, pendenze mai estreme ma una bella serie di tornanti a gomito fortunatamente non troppo stretti … Il video vale piu’ di 1000 parole …..

Verso il fondovalle l’ultima difficolta’ è data da un guado, che affronto ormai sotto la pioggia battente. Guado la cui osticita’ non è causata dall’acqua, ma dal “salto” tra la strada e il letto del fiume, non indifferente, che mi costringe ad uno scivolone lungo una ripida rampa argillosa di difficile accesso (non cicalbile in maniera alcuna) …. ultimi metri su uno stradotto ormai largo e compatto, sempre sotto la pioggia, fino al termine dell’avventura in un piccolo slargo accessibile alle auto in cui mi aspetta la mitica Panda 4×4 .

Un giro che merita, che rimarrebbe comunque fattibile (meteo e tempistiche permettendo…)  anche come anello sul Colle della Scala (si aggiungono circa 200 mt d+ di tranquillo asfalto) che in tal caso aggiungerebbe un’altro simpatico singletrack a mezzacosta in discesa, oltre che ulteriori possibilita’ di allungo integrandolo nel precedente giro in Valle Stretta.

Concludo con il Relive, mentre per la traccia vi lascio a quella di VTT Brianconnais(giro num 47) … ultima nota, molto probabilmente – meglio se fuori stagione – gli elettrici potrebbero effettuare il giro in senso opposto, pedalandolo al 100% ….

Relive ‘Laghi thures traversata’

MTB: Valle Stretta Flow

Valle Stretta flow trail

Per divertirsi con la bici non sempre sono necessari tanti km e tanto dislivello (Formello docet per chi conosce …) , come non sono necessari percorsi eccessivamente tecnici. Le previsioni meteo parlavano di temporali al pomeriggio, quindi necessitava tirare fuori un giro breve e divertente, da chiudere in un paio d’ore. Cosa non sempre facile in alta montagna, dove il dislivello ha molto piu’ peso dei km.

Mi ricordo quindi di un trail trovato su un sito francese che gia’ lo scorso anno mi ha lasciato un bel ricordo. Parliamo del sentiero pedonale di Valle stretta, sopra Bardonecchia, appena passato il confine con la Francia.

Dopo una piacevole salita quasi esclusivamente su scorrevole asfalto, superati i rifugi Terzo Alpini e Re Magi, proseguiamo per circa ancora 1km su sterrato, guadagnando in tutto circa 400 mt d+. All’altezza di una grangia inizia il singletrack, che ha svariati attacchi, io opto per il piu’ tecnico e meno percorso dai pedoni.

3o alp 3o alp 2 strada rifugio valle stretta

Superata una prima parte un po’ scassata si passa su prati in maniera molto free e veloce, il trail poi si restringe e con un po’ di cautela ci porta ad un ponticello che si attraversa in sella.  Il sentiero prosegue nel bosco, con qualche rilancio e qualche spunto tecnico mantenendo comunque un buon flow, flow che va in crescendo man mano che usciamo dal bosco e attraversiamo il lungo falsopiano, per culminare ad un’altro ponte che, attraversando una piccola diga ci riporta all’asfalto.

(video 1)

vallestretta 1st part from Not4 Normals on Vimeo.

(video 2)

In teoria il sentiero proseguirebbe sempre sull’altro lato del fiume, ma un cartello FFC VTT (il trail è inventariato dalla federazione francese ciclistica) con la X mi fa desistere da esperimenti .

diga

Poco male perchè l’asfalto si evita al 95% con dei divertenti e a volte un po’ piu’ tecnici tagli su fondo un po’ smosso ma gestibilissimo, sempre tra i pini e sempre con un buon flow.

Giro facile, veloce e divertente, adatto anche alle front e a chi si avvicina alla MTB sui sentieri. Unico neo, i tanti escursionisti a piedi sopratutto nella parte alta a cui va prestata massima attenzione. Ottimo percorso anche per gli elettrici, in quanto i rilanci della parte intermedia diventerebbero un divertimento e non un ostacolo 😉

Relive

Relive ‘Valle stretta 2018’

Traccia

MTB: Capanna Mautino

Capanna Mautino – anello da Bousson

Ancora una volta in alta Valsusa, e a sto giro ci resteremo per 3 settimane, quanto basta per girare in lungo e in largo su nuovi e vecchi trail.

Cominciamo con un giro apparentemente corto e facile, in zona Lago NeroMonti della Luna. Trattasi di una versione ridotta di una traccia alternativa per il Col saurel, limitando il giro a poco meno di 700 mt d+ , piu’ che sufficenti a riprendere confidenza con il terreno alpino, ben diverso da quello appenninico.

La salita fino al Lago Nero la abbiamo gia’ conosciuta un mesetto fa : 7 km noiosi quanto bastano con un fondo instabile e breccioloso duro da digerire. Mai pendenze eccessive, tutto pedalbile, ma non propriamente scorrevole. Anche il clima, decisamente caldo per il range di quota (1400-2000) non concilia la pedalata, che procede scattosa e non esente da soste.

In compenso, come sempre il panorama sul lago e la sua conca ha sempre il suo perchè .

lago nero 3 lago nero 2 lago nero 1

Dal lago Nero si guadagnano ancora circa 70 mt d+ con una mezz’ora di spingismo, fino alla Capanna Mautino. Anche da qui la vista sul Fournier e col Begino ricompensa della fatica.

capanna mautino

Finalmente, dopo 8km totali di salita e 670 d+  si inizia a percorrere dei singletrack . Si attacca con un mezzacosta saliscendi parte della marathon Clavierissima, un po’ spaccafiato ma piacevole, panoramico e comunque divertente. Il fondo è molto secco e presenta qualche antipatica pietra mobile, ma nel complesso #nientedidifficile.

bivio

Incrociamo un bivio da cui inizia la discesa vera e propria, verso la strada di collegamento a SagnaLonga. Il sentiero attacca con una pendenza costante mai eccessiva, terreno sempre molto secco e a volte sporco, linee multiple da scegliere, qualche passaggio su radici. Tutto molto da guidare e da leggere le linee, su trail naturale senza sponde o altre amenita’.

trail dh

Il trail attraversa poi nuovamente la strada di sagnalonga , e da qua cambia genere. I boschi lasciano spazio ad ampie praterie, in cui la traccia – che in origine doveva essere una double o una trattorabile – spesso scompare o quasi, e ci costringe ad un divertente freeride in erba alta, il tutto condito da panorami non indifferenti da cui non farsi distrarre troppo 😉

trail 2 trail prati pratoni

Si alterna ancora qualche parte piu’ stretta nei boschi ad altre in cui destreggiarsi tra erba alta e ortiche, concludendo nella strada di salita.

Manca ancora un’ultima parte che risulta purtoppo molto sporca, consiglio di evitarla e di seguire la traccia di salita sulla larga sterrata.

Concludendo, una discesa lunga (6km circa ), varia, sempre naturale e mai troppo complessa. Un giro all-mountain facile senza eccessi ne in salita ne in discesa, ottimo per chi si avvicina o deve riprendere confidenza con la disciplina.

Relive

Relive ‘Capanna mautino’

Traccia

 

Origins – Origini

Non si dimenticano e non si cambiano

All’alba degli anta, in un annata che ha visto molti cambiamenti sul profilo lavoratvo, mi ritrovo a sfogliare a ritroso il mio profilo facebook (facebook.com/kiazsurf ) ritrovando foto di momenti perduti, che adesso come non mai sogno di ritrovare e rivivere ….

snow origins

il mondo cambia … non di certo in meglio … si guarda indietro … si guarda una serie di scelte
il surf … un sogno divenuto realta’, che ora per tanti motivi è rimasto un po’ li … tra acciacchi fisici e possibilita’ limitate di decidere del proprio tempo, crescita esponenziale dei praticanti sta lasciando nuovamente il posto alle mie vere origini.

snow jump

Non si puo’ negare … se cresci sui monti questo ti segna.
Magari per un po’ neghi, rifiuti, vuoi scappare, vuoi conoscere l’elemento liquido ….

elemento liquido che dopo 11 anni ti porta al capolinea, perchè quello che potevi fare lo hai fatto …
a 40 anni non hai piu’ voglia di sgomitare.
A 40 anni preferisci rincorrere il silenzio piuttosto che le onde, anche perchè ormai le onde semi deserte sono un utopia ….

Ricompare lei … con le sue ruote e i suoi pedali … la mia biciclettina … un mezzo eclettico che unisce esplorazione, avventura,
adrenalina e perchè no – fitness …

slay4r

Grazie a Slayerina prima e poi alla Specy ho ritrovato le mie origini …
quelle origini che hanno un elemento ben preciso : la neve, lo snowboard, il backcountry.

bc

Dopo tutto è solo acqua gelata, ma è il meglio dei due mondi. Lo snowboard mi ha portato ad apprezzare la montagna non solo come elemento
da sfruttare in senso gravity, ma per tutto quello che circonda. Ma la neve non è eterna, l’evoluzione delle mountain bike han permesso di ritrovare anche d’estate alcuni concetti -quali il #salgoperscendere – tipici degli sport invernali.

Il concetto di freeride in senso lato è quanto piu’ mi appartiene. Che si tratti di tavola o di bici, di neve o di trails, c’è sempre una linea … e volendo si puo’ anche staccare da terra … interpretare il terreno.

Nel surf il freeride non esiste. Il surf mi ha dato tanto, mi ha insegnato la pazienza.

Ma il tempo passa, e non ci si puo’ permettere di aspettare.
Sono fatta per stare all’aria aperta.
Muoversi è necessario per poter continuare a farlo il piu’ lungo possibile.
Il surf specie in italia non puo’ essere uno sport unico specie da grandi, necessita di una buona preparazione atletica che è difficile mantenere da adulti senza doversi rivolgere ad una palestra. Ma le palestre e la noiosa ripetitivita’ non fanno per me.

Meglio pedalare.
O, se possibile, inerpicarsi tavola a spalle alla ricerca di neve perfetta.

La pazienza è finita. Mountails are my playgrounds, le montagne sono il mio parco giochi … Gravity and my legs are my engine, gravita’
e gambe sono il mio motore.

Anche i trails si “surfano”. Surfing trails is possible.

That’s it … that’s all … ready to get back in my mountains for a while … Pronta per tornare sulle mie montagne per un po’.

MTB Tornimparte 2018

Tornimparte – il Casello

Il rientro al mio attuale mondo reale, ovvero Roma e le difficolta’ che il vivere nella Capitale implica d’estate per un’amante dell’aria fresca e dei monti, è sempre un semi trauma. Aggiungiamoci il ginocchio (piccolo infortunio durante il mio breve break in Val Susa) che non è ancora stabile a complicare le cose e a limitare le scelte … Scelta che cade su Tornimparte, location gia’ esplorata lo scorso autunno  , che offre un range di quota 1000-1500, non il massimo certo, ma si sa, sugli Appennini è difficile trovare flow trail in quota raggiungibili pedalando. Stavolta ci limiteremo al solo trail “Casello“, che offre ben 4 km di discesa abbondanti, con una prima parte molto flow interrotta da qualche breve rockgarden, e un ultima parte con stretti tornantini poco graditi alle mie attuali capacita’ e forma fisica. IIl breve ma divertente giro si sviluppa con circa 500 mt d+, con una salita che prevede un breve tratto di asfalto (2 km) e poi una piacevole e panoramica sterrata lungo la quale troviamo due fonti , ottima cosa per rinfrescarsi dal caldo che si è fatto sentire malgrado l’altitudine.

fontana

Consigliato anche a chi non ama i tornanti, la prima parte è davvero flow e piacevole per tutti.

Relive :

Relive ‘Casello Tornimparte’

Per la traccia vi rimando a quella del precedente articolo

MTB: Lago Nero enduro

Il sentiero misterioso … enduro in zona lago Nero (alta Valsusa – Val di thures)

Nella “valle che resiste” dove l’enduro non esiste, o meglio non è cosi’ praticato e conosciuto come tale location meriterebbe  ogni tanto bisogna uscire dagli schemi e azzardare, fidarsi dell’istinto, delle carte e di chi questa montagna la conosce anche se non da biker.
Gia’ da tempo la zona del lago Nero stava nel repertorio delle possibili esplorazioni, ma data la scarsita’ di tracce o la limitazione di queste a giri palesemente xc su noiosi sterrati avevo sempre rimandato per paura di dover rientrare dalla traccia di salita.

Stavolta un qualcosa salta fuori dal sito gpsies, una traccia che dovrebbe prevedere una discesa su singletrack dal Col Begino verso il  lago Nero , zona di prati abbastanza aperta, ben nota d’inverno a skialpers e snowalpers o backcountry riders che dirsi voglia.

Conoscendo le mie gambe e le pendenze in gioco decido di modificare il percorso optando per salire dalla strada sterrata carrabile che sale da Bousson al lago nero anziche’ da Chabaud in val di Thures … i miei lontani ricordi di backcountry rider mi fanno tornare in mente la pendenza non particolarmente dolce della prima tratta di quel pendio … quindi ben venga il classico sterratone.

val di thuras

Come tante altre sterrate dell’alta Valle, anche questa sale dolce e si lascia pedalare, il fondo lascia un po’ a desiderare data
la prevalenza di brecciolino , ma senza troppe rogne arriviamo al lago Nero, quota 2020 circa.

lago nero

Lo scuro piccolo bacino ha un’aspetto diverso da quello invernale, fatico a riconoscere il circondario che anni fa “surfavo” in snowboard.
Inoltre le recinzioni elettrificate verso le praterie da cui dovrebbe svilupparsi la discesa lasciano presagire un possibile rischio di  non percorribilita’ della traccia. Inoltre i tempi di percorrenza sono stati piu’ lunghi di quelli stimati, quindi comincio a ragionare su percorsi alternativi. Una cosa è certa, fa freddo e conviene allontanarsi dalla conca del lago, ripercorrendo la strada a ritroso fino al bivio che dovrebbe portare al collegamento sull’altro versante della valle. Un brevissimo taglio in singletrack naturale , e  dal ponte inaspettatamente si ricomincia a salire, senza troppa pendenza ma con il solito fondo antipatico che nel giro di alcuni metri si trasforma in pietra fissa simil mulattiera, tanto scomoda da farmi optare per lo spingismo malgrado la pendenza non importante.

chaberton spingismo

Finalmente si arriva al quadrivio, siamo nuovamente risaliti poco sopra i 2000, e tocca prendere una decisione.

quadrivio

Scartando a priori la salita verso il colle Begino, le opzioni di discesa diventano due :

1) Scendere lungo la strada sassosa verso Chabaud ed eventualmente inserire qualche breve taglio su sentiero, e poi percorrere tutta la
sterrata lungo il torrente fino a ritrovare la macchina.
2) Dal quadrivio stacca un singletrack. Sulla cartografia di mytrails è nominato Sentiero dei Forestali. Ha un aspetto non molto invitante,
stretto ma comunque curato … potrebbe essere una sola (fregatura per chi legge da fuori Roma) pazzesca o il trail del secolo …

c’è un solo modo per saperlo … andare a vedere … quindi si sceglie la 2.

L’angusto singletrack inizia con un paio di stretti ma ancora fattibili tornantini , poi un pezzo piu’ scassato ma fattibile che faccio a
piedi perchè vagamente esposto e da sola … a seguire un lungo mezzacosta in leggera discesa stretto ed esposto, senza troppe difficolta’ ma
che richiede cautela e attenzione pena la caduta nel burrone … il trail poi comincia fortunatamente ad aprirsi, offrendo una parte
simpaticamente flow, con ampie curve, le pendenze sono un po’ piu’ accentuate a tratti, ma finalmente non c’è piu’ il burrone quindi
si prosegue con un po’ di piacevole scorrevolezza.

Siamo circa a meta’ traccia o poco piu’. Il pendio si inasprisce nuovamente, e il trail inizia ad andare giu’ a serpentina, sempre  esposto ma con traversi fattibili in sella.
Questione diversa è per i tornanti che diventano sempre piu’ stretti e che necessiterebbero la piena padronanza del nosepress
padronanza che ovviamente io non ho e che mi costringe a scendere a quasi ogni curva, complice anche il recente infortunio e il ginocchio non ancora perfettamente stabile.

trail 1 tornantino

L’ultima parte per fortuna si addolcisce, riusciamo a fare qualche curvetta, e per concludere una parte flow ci riconduce sulla strada sterrata che, costeggiando il fiume, riporta sani e salvi a Bousson e quindi alla macchina

Concludendo, una gita avventurosa con 700 d+ che mi ha fatto scoprire un interessantissimo anche se tortuoso sentiero, ma un indubbia palestra
per imparare a fare i conti con tecnica e paure. Una cosa è certa , che per fare trail non esplicitamente bike oriented il nosepress va imparato, e va imparato in maniera sicura. Deve diventare un automatismo. Solo cosi’ finalmente potro’ godermi appieno questo tipo  di trail, molto frequenti in contesti alpini e non solo.

In bikepark sono buoni tutti !!!

Traccia – Fornita a proprio rischio e pericolo. Come descritto il sentiero non è facile, ha delle affinita’ con il singetrack de l’infernet aggiungendo pero’ il non trascurbile fattore esposizione. La sottoscritta declina ogni responsabilita’ legata all’utilizzo, ognuno deve essere ben cosciente del proprio livello/limiti 


video relive

Relive ‘Lago nero enduro’

MTB Sestrieres Col basset sentiero Bordin

MTB Sestrieres Col basset sentiero Bordin
(e varianti … )

Siamo ormai a praticamente una settimana dall’infortunio, il ginocchio ha dato segnali positivi di discreta stabilita’, quindi si torna a
pedalare su trails naturali. Visto il caldo decido di salire in quota, con un breve giro che dal colle del Sestrieres sale fino al col Basset su comoda strada militare, per poi ridiscendere via singletrack.

bordin 1 bordin 2 bordin 3 bordin 4

La strada che dal Sestriere conduce al Col Basset è scorrevole e tranquilla, con un buon fondo, si lascia pedalare tutta senza spingismo e senza strappi, regalando una vista sempre notevole che rende ancora piu’ motivante e piacevole la salita di 6.5 km circa che ci porta fino a quasi 2500 di quota. In cima l’aria fredda si fa sentire, ma il sole scalda, e trovo riparo dietro alla vecchia stazione della cabinovia per prendere fiato e prepararmi alla discesa.

basset 1 basset 2 basset 3 basset 4

Discesa che parte con uno stretto singletrack naturale, non particolarmente difficile ma che richiede un minimo di attenzione per non incastrarsi nelle frequenti canaline … Il fondo è buono, a tratti un po’ secco, qualche pietra vagante e qualche tratta lievemente esposta impone la dovuta cautela, considerato anche il recente incidente.

A post shared by KiaZ Chiara (@kiazsurfbike) on

single 2

Giungiamo all’incrocio con il noto sentiero Bordin, un singletrack mezzacosta che attraversando un bosco di larici ci condurra’ verso la zona degli “champlas” senza farci perdere quota. Attraversiamo ad un tratto la pista di downhill del Fraiteve, ma basta allungare lo sguardo per capire che al momento non è cosa fattibile. Dunque si prosegue, sempre su tranquillo mezzacosta, fino ad un bivio a cui conviene stare bassi in modo da perdere un po’ di quota. Da qua in teoria incroceremo un’altra strada per tornare a Sestrieres.

Fortuna vuole pero’ che lungo la noiosa doppia traccia in discesa, noto a sinistra un sentiero che si addentra tra i larici. Un rapido check al GPS mi fa capire che ovunque vada non mi perdero’, alla peggio portera’ verso valle. Il trail è contrassegnato da segnali di spray sugli alberi , e viste le ampie curve pare palesemente un trail costruito per le bici. Purtoppo il giochino dura poco , e a breve si rincrocia l’asfalto che ci riportera’ senza difficolta’ a Sestriere.

sestriervs

Un giro in quota, senza difficolta’ eccessive, adatto con la dovuta cautela anche a frontini, con panorami eccezionali e sentieri divertenti.
Insomma il giusto approccio per recuperare da un infortunio mantenendo alti sia la sicurezza che il divertimento 😉

Relive

Relive ‘Col basset sentiero bordin’

Traccia

MTB: Prarotto

MTB bassa ValSusa Prarotto AM (gpx al fondo)

La mia trasferta in valsusa non inizia nel migliore dei modi, proseguendo nella lettura scoprirete il perchè.
Grazie alle temperature piu’ che accettabili avevo schedulato un giro
in bassa valle in compagnia della local e Liv Ambassador Chiara, che mi ha proposto il trail di Prarotto, sopra Condove, di cui avevo gia’ sentito parlare e letto qualcosa … ma le mie infos erano limitate ad un qualcosa tipo circa 25 km su 1000 d+ e poco altro.
I “numeri” sono alla mia portata, quindi dopo le dovute presentazioni con la mia omonima, iniziamo la lunga salita, che presenta qualche strappo all’inizio ma nulla di non pedalabile. Salgo pianino con il sacrosanto 46, cercando di ottimizzare le forze.
La salita è a tratti piacevole e panoramica, si attraversano simpatici paesini ma si alterna a tratti con dei noiosi traversi,restando sempre pedalabile.

prarotto 1 prarotto 2 prarotto 3

Senza eccessive difficolta’ e con la dovuta calma raggiungiamo la cappella di Prarotto a 1400 mt slm. Abbiamo fatto piu’ di 1000 mt di dislivello, c’è una bell’aria fresca e ci aspetta un lungo singletrack naturale. Le premesse sono ottime …..

prarotto capp prarotto prato

Il sentiero inizia in falsopiano con qualche breve rilancio, attraversando bellissime e verdissime praterie.

prarotto 43 prarottto 333

A breve pero’ si capisce che non abbiamo a che vedere con il classico flow trail, il terreno è secco e non grippa, e comincio a fare
conoscenza con alcune poco simpatiche pietre mobili … il sentiero alterna tratte in terra a tratte simil mulattiera non molto regolari,
richiedendo un attenzione di guida non indifferente. Terreno per me ignoto .. che abbassa la mia sicurezza e il mio confidence level.
In tutto questo arriva un bel rockgarden tutt’altro che semplice almeno per me, che obbliga ad una linea molto precisa

rockgarden

Si prosegue con la soddisfazione di averlo chiuso anche se non perfettamente … ma il terreno si fa sempre piu’ ostico, aggiungendo
al repertorio strettoie e canaline ….
e qui casca l’asino, o meglio l’asina ….
perdo grip e per restare in equilibrio metto a terra il piede dx ..
qualcosa – probabilmente una pietra mobile – mi intrappa e cado insaccando sul ginocchio …
dolore ….
paura ….
game over ….

No pain no gain, purtoppo la strada è ancora lunga. Il dolore è sopportabile, riesco a muovere e caricare il ginocchio, quindi si prosegue.

Il sentiero si snoda tra gli alberi, alternando parti in terra con grip fortunatamente migliore a tratti di mulattiera mediamente scassata ma senza eccessive difficolta’. Durante il giro conosco il mio nuovo incubo e limite: le pietre mobili. Credo che siano una tipologia di terreno davvero infido e poco godibile, poi percarita’ ognuno ha le sue preferenze, ma diciamo che non è un tipo di terreno che mi interessa affrontare.
Nella parte bassa del sentiero affrontiamo un ultimo non banale passaggio con 2 tornantini tutt’altro che larghi, che in uscita danno il colpo di grazia al mio ginocchio :

tornantini

Ci si rialza un altra volta, e si arriva in qualche modo a fine giro, optando per un ultima parte su asfalto onde evitare altre sorprese.
L’importante è essere arrivati giu’ piu’ o meno intera …

Il ginocchio avra’ sicuramente bisogno di un po’ di stop … ma spero che questo non sia l’unico report di questo breve break in Valle.
Ringrazio infinitamente Chiara per la guida e il supporto … sperando di ritrovarci x un altro giro, ginocchio permettendo ….

Keep Strong !!

Relive

Relive ‘Prarotto’

Traccia gpx