Mtb: pineta di ostia mini bikepark

La Pineta di Ostia , seppur tendenzialmente pianeggiante puo’ diventare un interessante posto per migliorare la tecnica nei salti in mountain bike. Infatti grazie ad alcuni volenterosi locals sono comparse rampette e nortshore nell’area circoscritta tra la ferrovia e il canale dei pescatori. Diciamo che non e’ un posto apprezzabile dal punto di vista ambientale, anzi purtroppo il degrado e’ piu’ che evidente (un peccato per un posto che comunque permette a chi sta a Roma Sud un minimo di allenamento divertente) , ma la bella giornata di ieri e i saltini costruiti piu’ che bene mi hanno permesso un oretta di sano divertimento in modalita’ criceto 😉

ostia northshore

ostia jump

Il modo piu’ facile (e anche piu’ sicuro se si e’ in macchina) e’ quello di entrare in pineta all’altezza dell’incrocio tra Via di CastelFusano e il canale dei Pescatori. Seguendo poi la traccia gps gpx o semplicemente riferendosi alla mappa qua sotto dovreste riuscire a trovare la zona con i passaggi costruiti.

mappa pineta

Il terreno regge molto bene la pioggia, quindi e’ un posto ottimo per divertirsi un pochino anche in caso di maltempo. Inoltre essendo tendenzialmente morbido (in questo aiutano anche gli aghi di pino) e’ davvero facile avvicinarsi ai salti in discreta sicurezza.

Dowload traccia GPS GPX


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Forcella vecchia fa buon brodo … o no ?

Se andiamo a vedere il setup originale della mia biciclettina (#slayerina x gli amici) noteremo che montava una forcella ad aria marzocchi AM 1 con escursione di 150 mm, sulla carta superiore alla attuale rockshox Pike a molla da 140. Il principale abbandono della Marzocchi lo scorso anno e’ stato causato dal prematuro smarrimento del pomello del sistema ETA, ovvero del congegno che permette la riduzione della corsa a 120 mm in modo da agevolare la salita. Senza tale feature #slayerina somiglia ad una bici da freeride old-school, e in saliita non si pedala.

slayerina

Lo scorso we, convinta da un’amico abbiamo provato a rimontare la Marzocchi, dopo essere riusciti a costruire un pomello altrnativo per rimettere in funzione l’ETA. E’ stata occasione anche per montare il nuovo attacco corto del manubrio , altra piccola utile modifica utile per migliorare le performance in discesa di bici datate o entry level.

attacco40mm

Geometricamente parlando, le differenze si sentono. Il solito Formello e’ stato il banco di prova per queste modifiche, e la migliore confidenza sui salti e’ un dato di fatto :

Purtroppo non e’ tutto oro quel che luccica. La vecchia Marzocchi, seppur piu’ leggera e con maggiore escursione si e’ rivelata inaffidabile sui piccoli urti, mostrando ancora problemi sul rebound (ritorno). Probabilmente una revisione approfondita potrebbe riportarla agli antichi splendori o decretarne definitivamente la fine. Vedremo se riusciremo nell’impresa.

Quindi il giorno dopo rimontiamo la pike a molla. 1 cm in meno di escursione, peso maggiore e la sicurezza del perno passante, oltre al sistema meccanico di riduzione della corsa, meno sofisticato dell’ETA ma sicuramente piu’ semplice e affidabile. Manteniamo l’attacco corto del manubrio, e si va immediatamente a testare la bici sui saltini della pineta di Ostia …

pineta

La bici e’ OK, e qualcosa geometricamente abbiamo comunque guadagnato senza perdere in salita, l’attacco corto permette una maggiore facilita’ a stare arretrati, aumentando la sicurezza sui salti malgrado il cm in meno e il conseguente sterzo piu’ chiuso.
Concludendo , con una bici dalle geometrie un po’ datate qualche accorgimento a basso costo puo’ migliorare un pelo le performance, i limiti purtroppo nel caso Slayerina arrivano dalla forcella: il cambio dello standard per i cannotti sterzo (da dritto da 1 pollice e 1/8 a conico) ha ridotto notevolente le scelte per gli upgrade, a meno di non ravanare nei mercatini dell’usato sperando in un po’ di fortuna. Tranquillli cmq, per ora #slayerina resta con me 😉


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Quante calorie si bruciano con il surf ?

Quante calorie si bruciano facendo surf ?

Quante calorie si bruciano facendo surf ? Meno di quanto molti immaginano.
due session di longboard molto simili come intensita’ mare piccolo, liscio e divertente, periodo lungo affollamento medio-alto.
Insomma una tipica situazione italiana. Al cardiofrequenzimetro l’ardua sentenza :

cardio surfcardio surf 2
Come potete vedere nella migliore delle ipotesi siamo attorno a poco piu’ di 300 kcal/h … insomma una passeggiata un po’ veloce 😉
La sottoscritta ha comunque un buon allenamento a livello di remata, e remare mi impegna poco piu’ che camminare.
Abbiamo un po’ di picchi esplosivi nel momento dei takeoff , ma considerati i notevoli tempi morti il dispendio e’ tutt’altro che
elevato. Lavorare comunque si lavora, standup e controllo della tavola richiedono una buona base atletica.

Con questi dati alla mano sottolineo il fatto che il surf come unico sport – praticato magari solo nei weekend – non e’ sufficente per mantenersi in forma, a meno che non si segua anche un qualche programma di preparazione atletica a secco …

Sarebbe interessante confrontare i miei dati con quelli di qualcuno che surfa con la shortboard, per avere un termine di paragone e
per capire se la diversa galleggiabilita’ della tavola influisce sul dispendio energetico.

Insomma stare in acqua fa bene, sopratutto dal punto di vista psicofisico, ma considerata anche la discontinuita’ delle condizioni
meteomarine nostrane non possiamo affidarci al surf per restare in forma o ancor peggio perdere peso.

Altro parametro da tenere in considerazione e’ il livello del surfista : molto probabilmente un principiante alle prime armi , magari poco allenato dal punto di vista aerobico avra’ un dispendio maggiore, facendo piu’ fatica nel compiere movimenti nuovi . Allo stesso modo utilizzare una tavola a cui non siamo abituati. Dubito fortemente che dovendo remare una tavola corta riuscirei a mantenere la frequenza cardiaca media a 108 bpm …. insomma surf 4 fun, not 4 fitness 😉

circeo sliding circeo turn

Tutti i rilevamenti sono stati fatti con il cardio waterproof da polso MIO ALPHA2

mio alpha su crc

Test Cardiofrequenzimetro da polso MIO Alpha 2

Da un po’ di tempo volevo ricomprare un cardiofrequenzimetro. Ho usato per un breve periodo un paio di modelli decathlon economici
dotati di fascia, il loro dovre lo facevano ma il sistema puo’risultare piuttosto scomodo per una donna, almeno per la mia esperienza.
Quindi mi sono orientata su un prodotto con sensore al polso, sempre piu’ diffusi e accessibili. Volendo usare il dispositivo anche
in acqua la scelta si restringeva a modelli impermeabili almeno a 3 ATM. Con il mio budget limitato i modelli appetibili non sono tantissimi, e la scelta e’ caduta sul MIO Alpha 2, che gia’ avevo addocchiato da un po’ su alcuni siti web.

mioalpha2

Il MIO Alpha 2 e’ un orologio/cardio “puro” . Non e’ una fitness band/smartwatch , quindi non ha funzionalita’ extra oltre a quello
per cui e’ stato concepito, ovvero rilevare la frequenza cardiaca, calcolare le calorie consumate e gestire le zone target. Queste
tre cose le fa in maniera piu’ che dignitosa.

Il device e’ un pochino macchinoso da programmare la prima volta, l’assenza di touchscreen e la presenza di due soli pulsanti rende
un po’ complesso il primo setup, ma poi una volta capito e imparata la sequenza di tasti tutto va per il meglio. Dopo aver inserito
i propri dati e la frequenza cardiaca massima (calcolata automaticamente con la forumula 220-eta’, ma modificabile manualmente)
vengono calcolate le zone target, ed e’ possibile scegliere tra il sistema piu’ semplice e classico a 3 zone e quello piu’ preciso a 5 zone.
Il primo rilevamento dei battiti richiede di tenere per alcuni secondi il device fermo, le prime volte potrebbe essere un po’ lento
e richiedere di ripetere l’operazione, ma ho notato che con l’utilizzo quest’operazione si velocizza. Appena ottenuta la frequenza
cardiaca sul display possiamo avviare il timer e iniziare la nostra attivita’: solo in questa modalita’ il device registrera’ i
dati relativi all’allenamento e potra’ fornirci statistiche alla fine.

La prima prova la ho effettuata in mare, con una sessione di surf di 2 ore. Ho tenuto il cardio sotto la muta, la temperatura dell’acqua
era sui 15 gradi e il dispositivo non ha mai smesso di rilevare la FC. Il cinturino, disponibile in piu’ misure sta ben fermo anche
su polsi stretti come il mio senza essere troppo fastidioso . La variazione di zona target viene indicata con il led luminoso (che sotto
la muta non potevo vedere) ma anche con un segnale acusitico. Dopo 2 ore con mare abbastanza impegnativo (non tanto per la misura
ma quanto per la freuqenza delle serie e la difficolta’ a risalire in lineup) ecco le statistiche, che mi sembrano abbastanza prcise:
lo scorso anno avevo usato anche uno smartwatch samsung, e i dati del MIO sono compatibili con quanto avevo ottenuto con il samsung.

Ho voluto provare anche il device durante la stessa giornata in un breve e tranquillo giro in bici. Anche qua nessun problema particolare.
Unica nota negativa rispetto ai prodotti a fascia e’ che a volte il device tende a “laggare” inteso che la frequenza cardiaca mostrata sul display non sempre e’ mostrata in tempo reale, ma richiede probabilmente un tempo di calcolo di alcuni secondi.
A tal proposito consiglio di non fermare il timer appena finito l’allenamento, ma di aspettare qualche minuto in modo di avere la certezza di aver raccolto tutti i dati.


Nel complesso un buon prodotto di fascia econocmica adatto sopratutto per chi fa sport acquatici :

PRO :
Comodita’ e funzionaliita’
rapporto qualita’ prezzo
impermeabilita’ fino a 3 atm
durata della batteria
CONTRO :
leggero lag nel rilevamento della FC
app per smartphone un po’ limitata (ma e’ possibile interfacciare il device ad altre fitness app)
display piccolo, impossibilita’ di vedere contemporanemanete ora e frequenza cardiaca .

Il Mio Alpha 2 e’ acquistabile su CRC

mio alpha su crc

 

MTB: cadute e nuovi traguardi

Cadere, rialzarsi, ripartire. Senza paura.

Provare un nuovo passaggio tecnico o un salto un po’ piu’ alto. Queste piccole sfide personali fanno parte di quella che per me e’ la parte piu’ divertente della mountain bike.
Spesso e’ piu’ facile superare i propri limiti quando si e’ in compagnia di qualcuno con un livello superiore al proprio. E cosi’ e’ stato lo scorso weekend in cui ho avuto la possibilita’ (finalmente) di girare in gruppo con Fabio, Sara e Simone: quest’ultimo in particolare e’ un biker di alto livello, con ottima tecnica e allenamento, e la sua presenza e’ stata determinate nel farmi trovare il coraggio di affrontare salti mai provati in precedenza e di aumentare la velocita’ sullo scorrevole riuscendo addirittura a chiudere i “doppi” (salti in cui c’e’ un “vuoto” tra dente e atterraggio) presenti sull’ormai ben noto trail “la pecora” di Formello

salita pecora

Poter seguire un biker esperto e’ molto utile per capire come impostare le curve e come ottimizzare le traiettorie perperdere meno velocita’ possibile. Purtroppo non e’ cosa semplice quando il gap di livello e’ alto, ma la fortuna di non essere l’unica ragazza del gruppetto e di essere in un gruppo con altri biker di livello eterogeneo ha reso la cosa piu’ semplice. Purtroppo la pazienza non e’ dote da tutti, non ho ancora l’allenamento ottimale per seguire gruppi organizzati senza fare la figura del “tappo”.

fine pecora

Quindi domenica e’ stata una grande occasione di darci dentro e affrontare cose mai fatte prima, come il saltone della “Capra”

saltocapra saltocapra1

Il primo tentativo e’ andato alla grande, poi la scimmia mi ha fatto riprovare, e il risultato e’ stato un po’ meno soddisfacente:
carico eccessivo sull’anteriore con splendido volo in avanti … risultato un paio di bei lividi …

botto

Ma poco importa. Il casco Bell (qui il mio TEST) mi ha risparmiato un incontro ravvicinato con il dentista, e per il resto i lividi passano …
ci si rialza e si riparte, senza paura. Certo, bisogna accettare il rischio e sapere che qualche livido e’ da mettere in conto, sempre e comunque.

La paura ci aiuta a conoscere i nostri limiti. E’ normale aver paura affrontando un nuovo passaggio.

scoiattolo start pecora linea hard

Meglio comunque evitare di fare cose che non ci sentiamo di affrontare, specie se siamo da sole/i. E anche quando si cade, conviene
cercare di liberarsi dalla bici quando possibile, sfruttare le protezioni per attutire l’impatto , e se andiamo lungo preferibilmente rotolare piuttosto che infossarsi. In mtb e in particolare nelle discipline gravity si cade, quindi consiglio a chiunque voglia avvicinarsi a questo tipo di tracciati di dotarsi di protezioni (almeno ginocchiere, gomitiere e casco meglio se full face)


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Ringrazio ancora Simone, Sara e Fabio x la compagnia e la pazienza 😉 speriamo che ci siano altre occasioni per girare assieme. 



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MTB: Back action camera

Per chi non ci segue su facebook, ecco il video realizzato a Formello sul trail “cinghiale”, uno dei piu’ datati ma pur sempre divertente 😉
Il percorso non presenta particolari difficolta’ come potete vedere, ed e’ apprezzabile anche con una front 😉 (chi ha effettuato le riprese . all’indietro girava con un frontino ;)) . Buon divertimento

formello curve

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Surf & Bike : la mia insolita accoppiata

Diciamolo: e’ abbastanza raro che un surfista si dedichi alla mountain bike e ci si appassioni, ma e’ ancora piu’ difficile
che un biker fissato si avvicini al surf da onda. Montagna (o cmq ambiente collinare) e mare, due realta’ molto diverse, anche
se coincidenza vuole che molte location surfisticamente interessanti siano interessanti anche per la mountain bike. Restando in
italia il miglior esempio e’ la Liguria, mentre all’estero Tenerife e Gran Canaria offrono onde di qualita’ e singletrack da paura.

Perche’ allora e’ cosi’ poco frequente trovare appassionati di entrambi questi sport, malgrado ci siano aziende che lavorano
in entrambi i settori (Dakine, ION, e se vogliamo anche Fox dato che propone boardshorts e costumi) ?

Partiamo dal presupposto che parlando di puri appassionati non agonisti la forma mentis ideale e’ estremamente diversa tra i due
sport. Iniziando dal surf, cominciamo con il dire che questo piu’ che uno sport e’ una filosofia, uno stile di vita, una ricerca
continua di un “sistema perfetto” surfista-onda, in cui si cerca il bilanciamento totale tra le forze e l’equilibrio umano e quello
della natura. Nel Surf nulla si crea e nulla si distrugge, si sfrutta un momento cercando di goderne appieno in pochi attimi
di simbiosi con il Mare. Ovvio, dietro a tutto questo c’e’ tecnica, capacita’ di lettura del mare, una buona forma fisica e preribilmente
una buona memoria muscolare. Considerando solamente surfisti “mediterranei”, quindi che surfano prevalentemente un bacino chiuso,
bisogna ricordare che la frequenza delle mareggiate in questo caso non ha nulla a che vedere con l’Oceano. Si, in Italia e nel
Mediterraneo le onde ci sono, e spesso sono pure di qualita’, ma sono esclusivamente legate a perturbazioni. E se arriva l’alta pressione
si rischia di restare a secco anche per piu’ di un mese, e se non si affianca un’altro sport o un allenamento specifico possono
essere dolori: affrontare una mareggiata magari consistente dopo un mese di stop puo’ diventare molto faticoso.

surfcarrubbo1

La mountain bike invece e’ forse tra i piu’ prevedibili e meno meteodipendenti degli action sports outdoor, basta che non piova a dirotto e un posto dove girare o anche solo allenarsi un po’ si trova. Forse e’ questa la ragione per cui ho trovato nella bike una soluzione
per poter dare un minimo di continuita’ al mio cercare di tenermi in forma. Odio le palestre e le attivita’ ripetitive e fini a
se stesse in generale, inotre ho alcuni acciacchi che mi impediscono di lavorare con i pesi, quindi la bici con il suo basso impatto
sulle articolazioni e la sua componente prettamente aerobica fa il caso mio. La mtb permette di stare all’aria aperta e scoprire
posti nuovi, goderti il silenzio e respirare aria pulita, migliorare la forma fisica e accettare nuove sfide, sia tecniche che di dislivello.

Inoltre a livello di allenamento aiuta chi come me non ama le palestre a migliorare con gambe e fiato, fattori che comunque anche nel surf tornano utili specie nel lungo termine. Quindi se percaso fate parte di quella categoria di sportivi come surfer, windsurfers, kiters, snowboarders, e altri praticanti di attivita’ meteodipendenti se non avete mai pensato alla biciclettina come passatempo provate a farci un pensiero, e se pensate che sia uno sport noioso provatelo in un bikepark con risalite meccanizzate,
potreste cambiare velocemente idea …. Idem se avete timore per l’incolumita’ delle vostre chiappe: basta una buona sella e un pantaloncino
di qualita’ per limitare notevolmente il trauma da sellino che allontana molti potenziali adepti. Se non ci credete continuate
a seguirmi, a breve vi raccontero’ della trasformazione di un giocatore di rugby anti-bici in un biker 😉 .

mike2

Proviamo invece a vedere cosa potrebbe portare in acqua un biker. Trattasi di argomento molto complicato: il surf al momento e’ di moda
e questo non e’del tutto positivo, il numero di praticanti e’ in crescita ma lo spazio in acqua resta lo stesso. E’ uno sport che nei primi
tempi richiede continuita’ per migliorare, e’ molto faticoso per chi le braccia le usa poco … ecco ribaltando la situazione
possiamo dire che permette di allenare la parte superiore del corpo, migliora comunque ulteriormente il fiato e la resistenza
e porta ad esplorare un mondo nuovo per chi e’ abituato ad andare su due ruote. Un mondo diverso, di non semplice comprensione,
ma che puo’ far provare sensazioni che nessun altro attrezzo sportivo puo’ regalare. Sensazioni che spesso hanno un prezzo
da pagare molto alto specie nel nostro mare in termini di attesa, convivenza in acqua, frustrazione per le difficolta’ di apprendimento.
Ma con una buona dose di umilta’ e pazienza si riesce ancora a tirare fuori del buono da quello che e’ secondo me il piu’ particolare e affascinante tra tutti gli action sports 😉

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MTB: Civitavecchia – Rotella – Ripetitori …

Enjoy the silnce: Civitavecchia Ripetitori trail Rotella
(traccia GPS GPX al fondo)

Finalmente una bella giornata soleggiata mi permette di riportare #Slayerina ai Ripetitori di Civitavecchia. Stavolta siamo
entrambe piu’ preparate, e l’obbiettivo e’ il trail Rotella, che non avevamo ancora percorso. La salita a sto giro non presenta
sorprese, le gambe vanno e il 36 fa il resto. In meno di un ora sono sotto al secondo ripetitore. Il vento da est/sudest e’ freschetto,
e in lontananza il mare mi fa pensare per un attimo al surf e alla mareggiata che potrebbe entrare. Lo scirocco pero’ e’ ballerino,
ha i suoi tempi, quindi ben venga la scelta di pedalare. Pochi incontri con esseri umani a sto giro, qualche motociclista, un paio
di bikers molto frettolosi, per il resto mucche, cavalli e silenzio.

mucche io cavalli top

Rimonto la mentoniera al casco Bell convertibile, accendo
la cam e giu’ per il Rotella. I sentieri di Civitavecchia han poco a che vedere con Formello o Monte Cavo. L’ambiente e’ completamente
diverso, molto piu’ selvaggio, il terreno e’ roccioso e insidioso. Non ho un buon rapporto con questo tipo di terreno, quindi vado
piano e cerco di farmelo piacere. Qualche punto dove si puo’ lasciare correre c’e’, ma questi sono i tipici trails in cui ci vuole
un po’ per capire il modo migliore per percorrerli. Ci pensa il paesaggio a compensare le mie skill un po’ limitate, e il silenzio.
La seconda parte del sentiero presenta anch’essa alcuni passaggi rognosetti, nulla di apparentemente impossibile, ma io ho una forma
di blocco psicologico per le pietre fisse, preferisco radici e canali scassati se proprio devo andare sul tecnico, ma in qualche modo si fa.

Siamo a fondovalle , e iniziamo a risalire per la sterrata, tra mucche,cavalli, margherite e fontane. Stavolta risaliamo nuovamente
ai ripetitori, e decido per il sentiero centrale classico. Anche qua pietre e pietroni, e un altro blocco psicologico su un rockgarden a passaggio obbligato. Quando la discesa e’ tecnica la fatica si fa sentire, e non abbiamo ancora finito perche’ ci aspetta il simpatico stradotto
che ci riporta all’asfalto … Un uscita tecnicamente interessante e mentalmente rilassante: tecnica, silenzio, e bei panorami, il tutto
a circa 50 km da Roma ….

cavalli2 slayerina

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top2

DOWNLOAD GPX

 

MTB: Formello, la Pecora, video e traccia GPS

In sella a Slayerina vi presento la Pecora, ultima creazione dei locals di Formello nel Veio Bike Park. La prima parte e’ molto facile, la seconda invece presenta un divertentissimo canale con saliescendi da montagne russe. Ecco il video, in fondo all’articolo troverete anche la traccia GPS.

La Pecora condivide la traccia di risalita con l’altra new entry, la Capra, sentiero un pelo piu’ tecnico con un grosso salto (evitabile) e qualche passaggio su roccia. Entrambi si sviluppano nella parte alta della macchia di Sacrofano, e possono essere percorsi anche in condizioni di discreta umidita’ (al momento della ripresa del video piovigginava a tratti) .

formello capra pecora

Formello si conferma una location spettacolare per avvicinarsi e migliorare nella MTB. I sentieri sono divertenti e davvero ben tenuti, adatti anche alle front con le dovute cautele, inoltre anche le rissalite sono su sterrato e su singletrack, tutte all’interno di un’area protetta, questo rende impossibile effettuare risalite meccanizzate (i percorsi comunque restano piu’ sul genere easy enduro/trail, raramente ho visto bici con forka a doppia piastra) rendendo il posto veramente ideale per allenarsi in tranquillita’ nel verde a pochi km da Roma.

Ieri e’ anche stata l’occasione per provare il nuovo upgrade di Slayerina, un nuovo manubrio RaceFace Riser largo ben 780 mm

slayerina manubrio

E’ ancora un po’ presto per trarre conclusioni, ma in questa prima prova posso dire che i cm in piu’ (l’originale era da 720) aiutano molto in discesa a mantenersi stabili in velocita’ e migliorano la confidenza sui salti, ma non solo: ero molto scettica sulla guida in salita con questo manubrione, invece anche qua specie nei passaggi tecnici e nei tornanti aiuta a tenere tutta la bici stabile.

manubrio race face

Si tratta di un upgrade relativamente poco costoso (su siti come crc e probike si trovano manubri di questo tipo tra i 30 e i 50 euro) che puo’ pero’ dare nuovi “imput” specie a bici un po’ datate o entry level.

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Per concludere, come anticipato ecco la traccia GPX: comprende tutta la parte alta del park di Formello, quindi Scoiattolo, Capra e appunto la neonata Pecora:

DOWNLOAD GPX

Si ringrazia MTB FORMELLO per il gran lavoro su questi sentieri 😉