MTB: Formello – Aquila e Canyon

Formello new trails : Aquila e Canyon

Si sa, d’inverno Formello rimane uno dei trail centers piu’ avvantaggiati, grazie al super terreno che assorbe l’acqua meglio di una spugna
e permette di girare su un ottimo fondo anche con umidita’ e pioggia recente. Quindi sfruttiamo questa bella giornata fredda ma non troppo
dal tempo perturbato per esplorare due nuovi sentieri. L’aquila e il Canyon. A dire il vero il Canyon è tutt’altro che nuovo, anzi è uno dei trails “storici” del versante della valle del Sorbo, area in cui sono nati i primi trails enduro di Formello. Ma iniziamo dall’Aquila, new entry vera e propria nella zona della macchia di Sacrofano. I cartelli la indicano come “e-l’Aquila“, dove la e fa pensare ad un trail pensato maggiormente per le bici elettriche, sempre piu’ presenti sui trail. Da quanto avevo sentito dire nei giorni scorsi, una cosa era ben chiara, che la salita doveva essere impegnativa … la discesa abbastanza flow, ma le informazioni erano comunque poche e vaghe.
In questi casi si puo’ fare una cosa sola : andare a vedere ….
Detto fatto, si sale, fino all’ingresso per Pecora e Capra, poi ancora su …. e in pochi metri ho ben chiaro il significato di quella “e” davanti al nome del trail sul cartello : se non hai il motore hai vinto un paio di rampe di sano spingismo.
Finalmente si arriva in cima al Monte Musino, e si inizia a scendere. La traccia conferma le aspettative flow, tante curve abbastanza
ampie senza difficolta’ alcuna, ostacoli quai zero, con un pezzo molto divertente in una specie di canalone. Il sentiero è bello lungo,
a tratti panoramico, e si conclude in una splendida radura con vista sulle colline circostanti.

aquila1

aquila2

Da qua purtroppo … si risale nuovamente … lungo uno stradotto che ci riportera’ alla fine di Capra e Scoiattolo. Da qui l’ovvia continuazione è il cinghiale.
Nel complesso l’Aquila vale comunque la pena provarlo, magari con qualche aggiunta e qualche variante potrebbe diventare ancora piu’
interessante.

Relive:

Relive ‘Formello – Aquila cinghiale volpe’

La prima parte del mio giro si conclude con la Volpe. Ma quel che realmente mi interessava oggi era vedere il versante del Sorbo.
Cosciente della poca segnaletica mi affido al solito indispensabile GPS. Decido comunque per comodita’ – visto anche il tempo perturbato –
di spostarmi in macchina alla base della valle del Sorbo, e da qua risalire. La risalita è su asfaalto, a tratti anche abbastanza ripida, ma mai impossibile e intervallata da parti in piano o leggera discesa che fanno respirare. In mezz’ora sono all’imbocco dei trails, e qua bisogna un minimo sapersi orientare.

sorbo 1

cart1

La freccia indica Tartaruga a sinistra, Falco e Pungitopo a destra. Andando per esclusione e ricordando che Falco e Pungitopo erano stati danneggiati dal tonrado lo scorso anno, seguo per Tartaruga. Canyon dovrebbe essere una variante di quest’ultimo.
Il trail è poco frequentato, ma qualche traccia fresca di gomma c’è. Buon segno. Si tratta di un sentiero piu’ naturale, sicuramente piu’ lento di quelli della zona della Macchia, che non presenta comunque nella prima parte difficolta’ grosse. Ad un certo punto purtroppo diventa difficile capire il percorso, causa foglie secche che hanno ormai cancellato ogni traccia. Il GPS dice che la direzione è giusta, a valle c’è un indicatore bianco-rosso, quindi giu’ per un ripidone alla cieca. Poc anzi un segnale “canyon” ci fa capire che siamo dalla parte giusta, ed eccolo qua il Canyon vero e proprio.

sorbo 1

Dovro’ tonrarci con la action cam per documentare, fatto sta che la traccia
segue un vero e proprio canalone tra le rocce. Io la seguo con la dovuta prudenza, qualche passaggio a cui prestare attenzione c’è,
ma nel complesso un trail davvero divertente, scenografico e particolare. Spero di ripeterlo con la telecamera e con condizioni meteo migliori, la minaccia che potesse piovere sembrava dietro l’angolo ma fortunatamente l’ho scampata.

Nel complesso, due trail molto diversi, ognuno con il suo perchè. La zona del Sorbo merita indubbiamente degli approfondimenti, chissa’
se arriveranno nuovi trails su tale versante??

Traccia GPX Canyon

Come sempre si ringraziano i trail builders di MTB Formello per il grandissimo lavoro che svolgono sui sentieri 😉

MTB: tivoli enduro

La voglia di esplorare nuovi trails e nuovi posti è una delle primarie motivazioni che mi spingono a pedalare. Da un po’ di tempo avevo in mente di visitare i trails di Tivoli, curati dal Tibur Trail center , teatro di una passata edizione dell’Appennino enduro Trophy.
Quindi parliamo di sentieri che sono stati utilzzati come prove speciali in una competizione. Decido previo consulto con riders che gia’
conoscono la location di optare x la superintegrale con variante g-line, come da traccia gentilmente fornita da bicinatura. Avrei dovuto
girare con Marco, admin dell’omonimo sito e local, ma una serie di desync temporali ci hanno impedito di incontrarci. Poco male, a girare
da sola tanto sono abituata, e se non altro potro’ pedalare con il mio ritmo da bradipo e fermarmi tutte le volte che voglio. Meglio, in
quanto la salita è tutt’altro che una passeggiata di salute, 70% asfalto, fortunatamente poco trafficato intervallato da un breve singletrack
in cui lo spingismo la fa da padrona, ma che rappresenta l’unica parte panoramica dell’ascesa.

tivoli climb tivoli sp

Ripreso l’asfalto , in poco piu’ di 1 ora sono in cima al colle Ripoli, da cui il panorama spazia da Roma e la pianura ai monti circostanti.  Siamo su una piattaforma di lancio di parapendii e deltaplani , ed è proprio da qua che dovrebbero iniziare i trails .


tivoli para

Gia’ … i trails … una freccia indica Superintegrale, Marshall e g-line a destra …. a destra ma dove ?
L’altopiano pare solo una discesa di erba e sassi, senza una traccia precisa.

tivoli top
Il gps dice di girare a sinistra … ma non intravedo l’ombra di sentieri .
Fortunatamente arriva via Facebook l’aiuto di Marco, ed effettivamente costeggiando il recinto della piattaforma si inizia a vedere un
segno marrone, ecco la nostra traccia che ci portera’ad un bivio, purtroppo anche questo poco chiaro.

tivoli suprint

Stavolta mi aiuta il GPS, che dopo un po’ di ravanamenti mi conduce alla Superintegrale, che inizia con un lungo e panoramico mezzacosta senza #nientedidifficile se non  qualche pietra fissa. Un breve tratto pedalato ci porta all’inizio del bosco, dove l’umidita’ la fa da padrona, e dove si puo’ scegliere la variante gangster line, traccia super flow la cui unica insidia è data dal terreno umido ricoperto di foglie per il resto tutto da lasciare correre e saltare. Imbocco un’altra variante che termina con un bel ripidone, e poi in breve si ritorna al punto di partenza.


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Pur implicando una salita abbastanza impegnativa, il giro è breve e decido di ripeterlo … la temperatura è salita e il cielo si è aperto .. si risale, stavolta senza soste.

ripoli io ripoli

Non conoscendo molto la zona ripeto lo stesso trail, stavolta riuscendo a imboccare come variante la parte finale di “mulo pazzo“,  un pochino piu’ lenta e con qualche roccia fissa infda e nascosta in piu’, ma comunque niente di complicato.


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Concludendo : location interessante, da approfondire e ri-visitare con terreno piu’ asciutto. La traccia da me seguita e che riporto è adatta anche a principianti, e con le dovute accortezze percorribile anche con una front.
Unica nota negativa la poca segnaletica, senza gps non è fattibile se non si conosce il posto, meglio comunque contare sull’aiuto di qualche local .

Relive

Traccia

Test : Specialized turbo levo w 2018

Test : Specialized turbo levo w 2018

I bike test sono sempre eventi interesanti a cui prendere parte. Stavolta l’edizione romana del  bike shop test si svolge a Formello,  quindi quale migliore occasione per farsi un’idea di “dove va” il futuro della mtb. Tanti gli stand presenti, dai grossi brand come Cannondale, Trek e Specialized ad altri un po’ meno noti, quali Thok di cui abbiamo gia’ parlato in passato. Una cosa pero’ e’ certa, che le e-bike ormai la fanno da padrona. E visto il fatto che il villaggio test non si trovava propriamente attaccato ai trails, perche’ non provare proprio un e-bike ?


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Dopo aver sbrigato un po’ di burocrazia, riesco a mettere le mani su una Specialized Turbo Levo 2018 versione da donna. Il montaggio e’ quello di serie, con sospensioni Rock Shox : forcella Revelation da 150 e ammo Monarch, con 135 mm di corsa. Diciamo che siamo nella categoria trail, la stessa della mia Stumpjumper, con 1 cm in meno di escurisione. Noto subito che la piega manubrio e’ stretta, solo 720 contro i 780 a cui sono abituata. Poco male, vedremo se puo’ aiutarmi nelle curve a corto raggio.

levo piega

L’assistenza erogata dal motore si regola con due bottoni + e – accanto alla manopola sinistra, vicino al comando del reggisella tesescopico. Non ci sono display al manubrio, trovo la cosa esteticamente molto piacevole ma forse almeno un indicatore del livello in uso poteva tornare utile. Per raggiungere i trails del Veio Bike Park ci toccano un paio di km di asfalto in salita …. poco male , con  il motore e’ facile, e in 10 minuti siamo al cancello di legno. Anche la breve risalita in sterrato e’ una passeggiata di salute,  addirittura sugli strappi il cardiofrequenzimetro non supera i 120 bpm. Facile, facile, troppo facile. Giunge l’ora di buttarci in discesa.
Opto per il trail cinghiale, che non presenta difficolta’ ma rimane un trail comunque abbastanza discesistico senza troppi rilanci, in modo da poter fare i paragoni con i mezzi non assistiti nel modo piu’ trasparente possibile.

levo 2

In discesa i 10 kg in piu’ si sentono tutti, dal primo all’ultimo. I freni sram guide RE fanno il loro lavoro, ma l’inerzia di quei 10 kg in piu’ rende il comportamento del mezzo completamente diverso dalla cuginetta a pedali con cui normalmente giro. Le sospensioni probabilmente non sono tarate a dovere per il mio peso (specie la forka, – consideriamo che la revelation rispetto alla fox 34 sta un pelo sotto), ma fatto sta che anche le curve piu’ semplici e i salti piu’ piccoli diventano difficili e mettono paura. Le gomme plus aiutano e fanno egregiamente il loro dovere perdonando quello che le sospensioni non fanno, ma comunque sto guidando faccia a faccia con la paura di cadere e di ritrovarmi i 20 e oltre kg di questo mezzo motorizzato sulle ginocchia. Non faccio errori grossolani, scendo comunque in maniera abbastanza fluida  ma sento proprio notevole difficolta’ a far girare il mezzo, sia in curve ad ampio raggio che a raggio piu’ stretto.

levo 3

Stavolta il bello arriva al fondo, quando si risale per il singletrack che riporta all’ingresso del bosco. La salita diventa piu’ divertente della discesa avendo molto piu’ controllo su quel che deve fare il mezzo e non dovendo pensare ai freni. Diventa una salita “attiva” , “guidata“, non
un semplice mulinare le gambe per guadagnare dislivello. Sono due cose diverse … l’erogazione dell’assistenza e’ sempre ottimale, si pedala comunque in modo naturale e non scattoso … si, si pedala, ma la fatica e’ tendente a zero, con il cardio che i valori piu’ alti li ha segnalati in discesa e non in salita. Ancora una volta siamo in cima, tagliando addirittura due tornanti come niente fosse …  e senza fermarci ci buttiamo giu’ per la Volpe, trail piu’ pedalato e meno pendente.
Qua l’elettrica comincia ad avere un qualche perche‘, riesco anche a fare qualche salto in maniera un pelo piu’ sicura, ma il peso continua a sentirsi eccome. In compenso sui frequenti rilanci non si fatica e non si perde velocita’ , a patto di riuscire ad imbroccare  bene il giusto rapporto e livello di assistenza.
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Risaliamo un’altra volta stavolta sul brecciolino, proviamo la modalita’ turbo ….. mai andata cosi’ forte in salita, la levo sembra uno scooter e piu’ di una volta supero i canonici 25 km/h oltre i quali la legge italiane impone il disinserimento automatico dell’assistenza.

Concludendo : ancora non ci siamo per come la vedo io … ho avuto un’impressione migliore dalla Thok testata a maggio, piu’ intuitiva e stabile. Il non faticare in salita non giustifica le grosse difficolta’ in discesa. Probabilmente che viene dalla DH o ha esperienza con le moto la pensa diversamente da me, ma per la mia idea di mtb e il tipo di sentieri che prediligo (a volte anche molto naturali) il peso eccessivo diventa un limite e un pericolo. Per non parlare del fatto che il peso non si sente solo in discesa, ma anche nelle operazioni di carico e scarico e diventa anche complicato l’eventuale passaggio a piedi su eventuali parti tecniche fuori dalla mia portata ..

Sottolineo che questo test e’ stato scritto di pancia, di getto riportando le mie sensazioni. Come tutte le cose credo che approfondendo l’argomento e testando altri mezzi si possano avere altri elementi di valutazione, ma per il momento il divertimento in discesa dato da una moderna bici senza motore da enduro/trail non ha paragoni 😉

De gustibus ….

Raduno Stonati MTB Mandela 2017

Report: Raduno Stonati MTB Mandela 2017

Devo ammetterlo: se in qualche modo lo scorso anno sono riuscita a riprendere ad andare in mtb con costanza anche qua nei dintorni di Roma e non solo in ferie lo devo un po’ anche agli Stonati, gruppo di enduristi incontrati per la prima volta a Monte Cavo, mentre pedalavo con #Slayerina e il naso dentro al GPS cercando di capire come si prendevano i sentieri … Grazie a loro ho iniziato ad avere un po’ di idee su come dove, quando e perchè girare in bike in Lazio e vicinanze.
Quindi quest’anno, complice una buona situazione meteo e location relativamente vicina ho deciso di partecipare al raduno organizzato da loro, sia per dare un “volto” a nomi dei membri di un gruppo facebook che per conoscere nuovi trails. In genere non amo la confusione e preferisco girare in gruppi piu’ ristretti e a volte ho anche bisogno di stare da sola, ma devo dire che poter incontrare cosi’ tanti bikers accomuati dalla stessa passione non mi era mai capitato …. Ho poche infos sul giro, e come sempre in questi casi la paura di non essere abbastanza allenata e fare il fanalino di coda è sempre un pelo presente , complice anche la massiccia presenza di elettrici.

Ho poche infos sul giro , quindi si segue il gruppo, sperando sempre di non essere troppo lenta … Dopo un prima parte su strade secondarie
asfaltate e poi bianche, si arriva in un bel prato, dove ci attende una divertente e spettacolare demo freestyle con il pro rider Luca Belli,
che ci mostra come saltare nientemeno che un pickup …

kiaz bicinatura

Siamo davvero tanti … non credevo che un evento non agonistico potesse attrarre cosi’ tanti bikers appassionati. Peccato che, come sempre di ragazze siamo davvero poche …

stonati gruppo

Un breve breifing riguardante le eventuali difficolta’ i del percorso e si ricomincia a salire, con ultima tratta a spingismo fino all’imbocco
del primo trail, realizzato da poco e per questo ancora abbastanza grezzo ma comunque divertente, senza particolari difficolta’.

kiaz 1

kiaz 2

Purtroppo causa foratura siamo costretti a tagliare un pezzettino, e passiamo al secondo trail, che ci portera’ fino a valle. Questo è molto
vario, sempre tutto naturale senza elementi artificiali o costruiti, spaziando tra sezioni tecniche lente parti flow e qualche divertente
ripidone. Non si fa mancare un bel tornantino a sinistra sul quale ovviamente vado dritta.

stonati pont

Il trail discesistico vero e proprio termina, e da qua si coseggia il fiume Aniene, con un piacevole falsopiano, anche se ,la fatica inizia
a farsi sentire. Purtroppo per ritornare al punto di partenza ci aspettano 4 km di salita su asfalto, le mie gambe iniziano ad essere davvero molli e l’aiuto degli “elettrici” è ben gradito 😉 …. finalmente imbocco la strada dove ho lasciato la macchina , abbiamo fatto 25 km con 664 mt D+ , certo st’estate ho fatto di molto + impegnativo, ma io soffro tantissimo il dover affrontare salite al rientro, quindi se proprio vogliamo trovare un qualcosa di negativo … l’ultma risalita per tornare a Mandela … meno male che poi c’è stato modo di recuperare energia con pasta party e l’ottima “birra stonata” artigianale prodotta apposta per l’evento ….

Bella giornata, bella compagnia , meteo perfetto … che si vuole di piu’ ??? Il bis ovviamente !!!

Si ringrazano
STONATI enduro MTB
Bike Store Ciampino
BiciNatura per le foto 😉

TRACCIA GPS :

MTB: Torninparte enduro

Torninparte enduro (prove speciali Casello e Canalone)

15/10/17: La giornata si preannuncia con una temperatura tutt’altro che autunnale e cielo sereno, quindi quale migliore occasione per tornare sopra i 1000 metri? Stavolta andiamo ad esplorare i trails appositamente costruiti per la gara di Enduro svoltasi a Torninparte circa un mesetto fa. Stavolta a farmi da guida c’e’ Alessandro, mio “compagno di scuola di MTB”. A dire il vero sulla carta la destinazione mi aveva gia’ incuriosito, anche se gli elementi in mio possesso lasciavano intuire una noiosa risalita su asfalto lungo la strada che porta a Campo Felice. Fortunatamente Alessandro con alcuni amici ha scovato un’alternativa, che limita l’asfalto a 3km, dopodiche’ si sale su una piacevole sterrata, mai troppo ripida e molto panaoramica: la vegetazione e’ a prevalenza di faggi che in questa stagione assumono colori spettacolari che spaziano dal giallo al rossiccio.

torni 1 torni 11

Arriviamo all’imbocco della prima speciale, chiamata Canalone. Questi trail sono stati appositamente creati per un evento, ma fortunatamente si e’ cercato di mantenere il piu’ possibile il terreno naturale, senza grossi sconvolgimenti e strutture improbabili. E’ la piu’ corta delle speciali (meno di 2km) , presenta qualche elemento tecnico compresi alcuni scalini all’inizio che mi mettono subito in difficolta’ , poi la cosa diventa piu’ flow, con alcuni ripidi abbastanza dritti che non spaventano per nulla la specy. Il trail si chiude con un complicato canyon tra le rocce, poco piu’ largo di un manubrio da 800 mm …. canyon che ne io ne Alessandro riusciamo a chiudere in sella.

torninparte enduro from KiaZ bike surf and more on Vimeo.

Si risale una seconda volta, stavolta piu’ alti, per imboccare la speciale chiamata il Casello, nome dovuto al fatto che termina proprio attaccata al casello autostradale. Le gambe vanno quasi meglio che al primo giro, e i faggi colorati continuano a dominare il paesaggio,rendendo il tragitto sempre piacevole.

salita stradotto stumpy

Partiamo quindi per la seconda ed ultima per oggi discesa. Un bel sentiero natural flow, che purtroppo per me si conclude con una serie di strettissimi tornantini, e mi riprende il flashback del famoso singletrack de l’infernet, gioie e dolori di quest’estate … e contestualmente anche l’idea che sullo stretto la slayer girava meglio (penso che con la vecchia 26 li avrei chiusi non dico tutti ma quasi) … continuo a non arrendermi e a pensare che sia una questione di tecnica … se ci scende gente con bici con taglie piu’ grandi della mia perche’ non ci devo scendere io ????


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Purtroppo il giro e’ finito, tutto molto divertente anche se si aggiunge un nuovo “conto in sospeso” ai miei problemi tecnici e ritorna un po’ di nostalgia per Slayerina, che e’ tornata a sgambettare e a zompare a Formello con il nuovo proprietario: un 13enne senza paura …

nik

Concludo con il solito relive e link alla traccia. Al prossimo giro !
Relive:


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Traccia GPX :

MTB: Sestri Levante con la Specy

Sestri … enduro dream …

Lo abbiamo gia’ appurato in altri giri : la specy ama le pietre, meglio se fisse. “Copiare” qualunque cosa pare essere la sua specialita’.

Questo mini anomalo weekend infrasettimanale ligure aveva uno scopo: portare la Specy a Sestri, e passare dove la Slayer si era fermata.

Detto, fatto, si sale su per San Bernardo senza particolari difficolta. Sono decisamente piu’ allenata rispetto a quando ho fatto lo stesso giro con la Slayer, e la salita resta molto agevole finche’ siamo su asfalto. Durante il tracciato conosco Maurizio, un simpatico e gentile “elettrico” che si offre di farmi da guida (e di prestarmi il fast permettendomi di risolvere rapidamente una foratura).

san bernardo specy san bernardo

Comincia la discesa, il terreno e’ parecchio rovinato dall’acqua, e l’avere davanti qualcuno che mi fa vedere le linee e’ davvero un grande aiuto. La specy trita, schiaccia, copia. Un autentico rullo compressore, il cui limite arriva solo dalle mie skill.
Per chi non conoscesse il posto, stiamo parlando di un percorso enduro con la E maiuscola, prevalentemente naturale fatto di roccia, roba che probabilmente un comune mortale a piedi non immaginerebbe come terreno ideale per scendere in bici. E invece il divertimento e’ assicurato, si impara a scegliere le linee giuste, a passare dove non pensi che una bici possa passare. Il tutto aiutato da spazi mai stretti e mai esposti, cosa che garantisce una certa sicurezza e permette di “osare” anche a chi come me non e’ un pro e non ha molta dimestichezza con questi tipi di terreni. Con le linee giuste anche le pietre diventano flow, cosa che non credevo possibile.


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Solo due passaggi molto rovinati dall’erosione mi hanno imposto di scendere, ma piu’ per mia sicurezza che per altro.
Senza dimenticare che anche qua le “condizioni al contorno” sono notevoli, con un panorama sul Golfo del Tigullio che vale il passaggio,
indipendentemente da come si affrontera’ poi il trail.

sestri enduro 1 sestri 2 sestri 3 sestri 4

L’avere un rider davanti che sa adeguare la sua velocita’ alla mia e che conosce bene il tracciato e’ una gran cosa, credo infatti che da sola qualche problemino in piu’ lo avrei avuto 🙂 .

Concludendo, per il poco che lo conosco Sestri Levante resta un baluardo dell’Enduro, una location che qualunque biker dovrebbe prima o poi visitare. Se si impara a girare sulle rocce liguri, si puo’ andare ovunque …
Ringrazio ancora Maurizio per le dritte e la pazienza, sperando di tornare presto in Liguria, provando magari anche altri trails .

Relive :

Traccia GPS GPX:

 


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Surf & MTB in Liguria …

…. le condizioni al contorno …

Le condizioni al contorno … mi piace chiamare cosi’ tutto quello che non e’ prettamente tecnica, performance, mezzo, ma che rende una giornata outdoor vicina alla perfezione. Puo’ esseere la giusta compagnia, oppure nel mio caso parliamo di una location e un meteo perfetti, che hanno reso questa giornata sul levante Ligure davvero superlativa.

Iniziamo con il surf. Webcam check alle 7 del mattino, previsioni confermate. A Recco entrano piccole ondine da mare lungo da Maestrale, perfette per scivolare con #violettablackdog . Attorno alle 8 sono sullo spot, ci sono 3 persone in acqua, e dal vivo la situazione e’ meglio che in webcam. L’aria e’ bella fredda (il termometro del qubo segna 11 gradi), il cielo limpido … un leggero vento da terra rende le piccole onde ancora piu’ liscie e invitanti. Quando e’ cosi’ non si sa mai quanto puo’ durare, quindi metto la muta di corsa e mi butto. L’acqua e’ apparentemente calda, almeno con la muta 3.2 . Il periodo e’ lungo, c’e’ molto da aspettare per prendere la serie “buona”, ma l’affollamento quasi nullo e le “condizioni al contorno” perfette rendono quest’attesa piacevole. Non c’e’ una nuvola, l’acqua e’ pulita e si intravede addirittura in lontanaza l’estremo ponente ligure …. Ormai e’ settembre inoltrato, la spiaggia semi deserta, gli stabilimenti iniziano a dimezzare il numero di sdraie e ombrelloni. E’ finita l’estate dei bagnanti, inizia l’autunno del surf. Le onde sono a-frame, la luce bassa mi costringe nella prima ora a prediligere le sinistre. Appena la visibilita’ migliora mi sposto a cercare le destre, piu’ lunghe e portanti, anche se parliamo di misura molto piccola, dal mezzo in metro in giu’, ma davvero divertenti e ottime per il long.

Recco surf

Dopo un paio d’ore la frequenza delle serie buone va scemando, quindi esco, e finalmente mi godo un po’ di aria buona e sole in riva al mare,
in attesa di cambiare giocattolo nel pomeriggio . Questa e’ la mia stagione preferita per godersi il mare .. ci scappa pure un bagnetto ma l’acqua e’ tutt’altro che calda , ormai l’autunno e’ arrivato.


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Giunge di dare spazio alla biciclettina, chissa’ se alla Specy piaceranno i sentieri del monte di Portofino ?
Unico modo per saperlo e’ andare a pedalarci !!
Superato il primo problema ovvero dove parcheggiare, si parte per un pezzo di aurelia, poi si sale su asfalto fino al Portofino Kulm, hotel
abbandonato. Il giro e’ piu’ o meno quello dello scorso anno, con l’aggiunta di una parte molto panoramica su trail naturale. Pietre fisse
due malefici tornanti che la specy non gradisce (ci risiamo, leggere il report del singletrack de l’infernet per capire) , un tratto di spingismo per risalire, ma nel complesso valuterei la Specy 8 e mezzo in questa prima parte che ben rispecchia quello che dovrebbe fare una moderna trail bike.

porofino 2

ruta
portofino 1

Risaliamo dallo stradotto principale per un po’, fino a ritrovare il bivio per il Pollone, gia’ percorso con la Slayer lo scorso anno.
Il trail in molte sue parti e’ stato sicuramente risistemato, aggiunte sponde e alcuni divertenti salti

ni. Purtroppo la parte tecnica che con la slayer non mi aveva creato piu’ di tanti problmi, qua si e’ rivelata complessa, e un po’ complice la scarsa visibilta’ (malgrado la splendida giornata mi ritrovavo nella parte in ombra) non sono riuscita a chiuderla in sella. Pazienza , sara’ motivo per tornarci. In compenso poi il sentiero ritorna flow, con uno splendido salto nella parte finale.

salto portofino

Un ultimo sforzo per passare il sentiero mezzacosta in leggera salita che arriva a San Lorenzo, anche qua qualche sporadico ma simpatico
scalone e passaggio tecnico, la specy si difende bene su scalini e scalette , confermando invece l’avversita‘ per alcune tipologie di passaggi tecnici … ma molto probabilmente sono io la causa : devo ancora prendere bene le misure con il nuovo telaio ….

san lornzo

In conclusione una giornata quasi perfetta, la Liguria in questa stagione non ha rivali, e ritrovarsi con la fortuna di avere a pochi km da casa sia sentieri che spot surfabili non ha prezzo ….

Traccia GPS (ricordo che la circolazione nel Parco è regolamentata)


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Relive video : https://www.relive.cc/view/1193124189

La Specy alla prova

Primo weekend a Roma dopo le ferie:temperature in ribasso e prima mareggiata che ha regalato qualche onda surfabile.
Insomma finalmenete si intravede l’autunno, anche se le temperature dell’acqua sono ancora molto alte, con conseguente sovraffollamento degli spot sia da parte dei praticanti del surf che dei bagnanti. Le onde di sabato al Circeo erano davvero belle, ma 1h di attesa per parcheggiare e 40 persone in line up tra cui molti principianti hanno reso la mia session meno piacevole del dovuto.

crowdedcarrubbo
Beninteso che di onde ne ho prese e pure alcune belle, ma confesso che tra me e me, mentre nel “traffico” cercavo il mio spazio pensavo “avrei fatto meglio ad andare in bici, domani vado in bici sia ben chiaro … “

Detto fatto: domenica, malgrado la mattina molti spot regalassero ancora onde di qualita’, decido di prendermela comoda e di portare la Specy in un posto che le potrebbe piacere : i Ripetitori di Civitavecchia .

Ci sono 23 gradi quando esco, attorno alle 11, e alle 13 appena 24 alla partenza in bici dalla Coop. C’e’ vento da WNW che rende la  salita piacevole malgrado sia tutta al sole e con le solite rampe ammazzagambe, che con il malefico 42 della specy diventano ancora piu’ dure, ma sempre fattibili, non essendo per fortuna mai troppo lunghe. Il terreno e’ buono anche sulla parte finale, il temporale di sabato notte ha dato una grossa mano per consolidare il tutto.

In cima e’ sempre uno spettacolo, il maestrale ha ripulito il cielo e si vede benissimo tutta la costa …. Peccato solo per il terreno ultra secco, anche qua la siccita’ si e’ fatta sentire e non poco.

ripetitori top
Mi metto le protezioni, monto la mentoniera al casco bell convertibile e finalmente si parte giu’ per il Rotella.
E’ la vera prova della Specy, per capire se davvero passa dove la Slayer non passava . Le conferme arrivano ben presto, chiudo parecchi passaggi in piu‘ e non sono costretta ad usare sempre le chicken lines. La biciona va giu’ tranquila, mangiandosi tutti i sassi che vede, copiando tutto, e dandomi molta confidenza su un terreno dove con  la vecchia slayer avevo molte difficolta’. Giusto in alcuni passaggi dove c’e’ da girare un po’ piu’ stretto si e’ piantata, confermando quanto gia’ “diagnosticato” in alta montagna, ma probabilmente a monte c’e’ un impostazione di guida diversa e un  mio deficit tecnico che spero di riuscire a colmare.

fine rotella kiaz

rotella

Si risale per la valle del Marangone quindi, tra mucche e cavalli come sempre, per andare stavolta a prendere il trail Ripetitori, che attacca con 3 bei passaggi su pietre fisse che con la slayer proprio avevo paura anche solo a provare. E invece con questa stumpjumper me li mangio non dico tranquilla, ma in sicurezza e senza troppa paura di cadere in modi terribili. Le sospensioni fanno egregiamente il loro dovere, e le varie pietre e pietrne, passaggi passaggini e passaggetti diventano quasi flow, chiudendo il trail con una fludita’ mai vista con la slayer e stancandomi molto meno. Grande soddisfazione: finalmente sento effettivamente
la differenza e le potenzialita’ di questa cosidetta “forward geometry” con sterzo piu’ aperto e posizione di guida piu’ centrale.

mukkapazzaa fontana

io

I ripetitori, vista l’ottima performance, diventano forse la location n1 tra quelle a meno di 1h da Roma per come intendo io la MTB: contesto naturale e panorami piacevoli e sentieri molto naturali ma ben fatti dove si e’ intervenuto, dove occorre comunque un minimodi capacita’ di lettura del terreno e il motto “se sei incerto tieni aperto” non e’ sufficente a chiudere alcuni passaggi.
Con queste premesse, ho una gran voglia di tornare in liguria e provarla in quel di Sestri Levante (chi conosce la location sa di cosa parlo)..

Relive:

Traccia :


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MTB : Passo Mulattiera

Concludiamo ahime’ queste vacanze con il report del piu’ bel giro effettuato in questi 15 giorni : il Passo della Mulattiera, un target che mi ero prefissata prima di partire e che ho portato a casa.

Passo della Mulattiera (Bardonecchia)

La montagna, quella vera, quella sopra i 2000 e’ sempre in un certo modo sinonimo di sfide. Ogni volta che torno quassu’, nei luoghi dove sono cresciuta e dove ho iniziato ad apprezzare le attivita’ outdoor mi impongo di aggiungere un giro, un qualcosa, un obiettivo una piccola conquista. L’anno scorso e’ stata la volta del Sommeiler, quest’anno la mia scelta e’ caduta su un itinerario di cui avevo visto tracce e foto, il passo della Mulattiera, un 1000 d+ di tutto rispetto che resta comunque accessibile anche ai sunday bikers come me che difficimente superano i “K” nel weekend. Ma quassu’ si sale per scendere, e la discesa si conquista. Le premesse sono molto flow anche per questo giro, e la fortuna vuole che qua a Bardonecchia ritrovo Ale Di Pezza, biker gasatissima fondatrice del progetto Pink Freeride.
E quindi si va, due donne, una piccola grande impresa.
Si decide per una breve scorciatoia: la seggiovia di Pian del Sole ci “scontera’” circa 300 mt di dislivello e un oretta di sgambettamento.
Da Pian del Sole si sale verso il Colomion, la salita e’ abbastanza scorrevole anche se ripida, il fondo e’ buono e i miei ricorsi  allo spingismo sono piuttosto sporadici. Malgrado il 42 in qualche modo vado su. Arriviamo in cima all’arrivo dello skilift in circa 1h30 , il cielo e’ perturbato e fa freddo. Una breve pausa caffe’ approfittando del baretto e si ricomincia a pedalare lungo la sterrata che sale dolcemente a mezzacosta verso il passo della Mulattiera. La maestosita’ della Grand Hoche e della Clotesse verso il versante di Beaulard non puo’ essere ignorata, e Ale malgrado la luce dispettosa ne approfitta per qualche scatto con la reflex (nb non ancora disponibili al momento della stesura, il materiale che pubblico e’ tutto opera di cellulare e action cam…) 

mulattiera uphill mulattira quasi in cima
Si sale, si sale, piu’ o meno pedalando, qualche breve tratto di spingismo per me nei punti dove il sentiero e’ piu’ scassato e dove faccio fatica a far scorrere le ruote di questa specy che fortunatamente e’ leggera. Il paesaggio e’ sempre piu’ imponente e malgrado la fatica non indifferente la motivazione e’ fortissima, coscienti che in cima ci aspettera’ una vista mozzafiato e una super discesa su singletrack . Ultimo tratto di spingismo obbligato prima dello scollinamento.

Immense praterie, rocce, sfasciumi, un piccolo nevaio.

E uno splendido singletrack che si snoda giu’ tra prati e pietraie.
Notevole. Senza parole. Indubbiamente uno dei posti piu’ belli e piu’ selvaggi mai visti, luoghi dove la Natura e’ ancora padrona e dove
la traccia di sentiero non e’ stata creata con un bobcat.

top spepcy traccia nevaio ale e kiaz sentiero

Una breve pausa, foto e si scende. Notevole sia il sentiero che il contesto, prima parte super flow tra praterie e pietraie senza complicazioni. La specy conferma la sua vocazione discesistica. Continuiamo la discesa, entrando nel bosco e seguendo le indicazioni per pian del Colle. Qua il sentiero si fa piu’ tecnico, con tratti anche parecchio sassosi e qualche guado. Alcuni pezzi particolarmente viscidi e smossi ci costringono a scendere, ma nel complesso la discesa resta piu’ che godibile.
Ultimo pezzo in direzione Chesal su facile e rilassante singletrack mezzacosta, poi ricongiungimento al comprensorio del colomion
grazie al “20” del bikepark che attraversando un tranquillo bosco di larici ci riporta a Pian Del Sole senza fatica.

28 km in tutto, 863 mt D+ assoluto, 1109 la salita effettiva.

 

Ancora qualche curva giu’ dal bikepark ed eccoci al parcheggio ……. Stanche ma soddisfatte.

Un super giro, in ottima compagnia, a dimostrazione che con la dovuta calma e un minimo sindacale di preparazione anche imprese che appaiono fuori portata si fanno. Certo ci va passione, determinazione e anche voglia di esplorare location inedite difficilmente raggiungibili senza fatica….


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MTB: Sentiero dei Cannoni

Sentiero dei Cannoni – Gran Bosco – Col Blegier – Col Lauson

Continua la ricerca qua in alta Valsusa di trail divertenti e non troppo conosciuti. Stavolta andiamo a scoprire il Sentiero dei Cannoni, nel parco naturale Gran Bosco di Salbertrand. Si tratta di un singletrack che stacca dal piu’ noto GTA(che scende su Montagne Seu e poi Salbetrand nel fondovalle), e che permette un giro ad anello partendo, nel mio caso, da poco sopra Sauze D’Oulx, nei pressi dell’istiuto zootecnico.
Si pedala nel parco, tra boschi di larici, al fresco, e nel silenzio piu’ totale (e’ vietata la circolazione di mezzi a motore), salendo verso la strada dell’Assietta. La salita presenta qualche strappo che preferisco affrontare a spinta, ma rimane in gran parte scorrevole e con un buon fondo, rendendola molto piacevole e rilassante. In un paio d’ore arrivo al Col Blegier, fuori dal bosco, e gia’ qua le praterie la fanno da padrone, per la gioia delle mucche al pascolo.

bleegier mucchee blegier bike blegier

Da qua si scollina sul versante della Val Chisone , e si esce temporaneamenete dal parco. Siamo sulla strada dell’Assitta, aperta anche al traffico, e qua qualche incrocio con jeep e moto e’ da mettere in conto. Tra falsipiani e leggere salite, con sempre uno sfondo spettacolare, si arriva al col Lauzon, che ci riporta sul versante della Val Susa. Da qua gia’ si vede il singletrack che si snoda tra i prati, promettendo una bella discesa flow come da aspettative.

lago lauzon col lauzon skyline lauzon 2 lauzon bike
#Nientedidifficile stavolta, solo far scorrere le ruote tra le praterie, godendosi lo spettacolo della natura e il silenzio. Un sentiero naturale, tutto flow che sembra pero’ fatto apposta per le mtb … Il sentiero poi prosegue nel bosco, sempre restando scorrevole eccezion fatta per alcuni piccoli guadi e qualche tratto pedalato, ma sempre veloce e scorrevole.


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Il trail termina sulla strada che abbiamo percorso in salita, e da qua si puo’ decidere se rienetrare verso Sauze o se allungare con una variante, risalendo di circa 100 mt per prendere il bivio per l’alpe Laune e omonimo lago. Malgrado la fatica si faccia sentire decido di fare quest’ultimo sforzo, quasi tutto a spinta, per poi ridiscendere su uno stradotto sopra il laghetto, e terminare con un breve singletrack fin sulle rive. Grazie alle luci del tramonto anche questo piccolo lago fa la sua figura, meritando i 100 mt di risalita in piu’. Da qui ora non resta che scendere verso l’istituto zootecnico e la macchina, lungo una classica sterrata molto polverosa.

lago launee 1 lago laune 2

Giro molto bello, che unisce panorami, salite mai impegnative e una gran bella discesa, affrontabile questa senza problemi anche con una front.
All mountain per tutti direi, ma stavolta credo che il video possa essere piu’ esplicativo di 1000 parole

-> video 2017

SentieroCannoniSound from Green Specy on Vimeo.

video 2019

-> traccia gps gpx

NB: Ricordo che siamo in zona parco e che – teoricamente – alcuni sentieri sono vietati alle bici. Il percorso proposto non dovrebbe comportare divieti, ma la sottoscritta si esula dalla responsabilita’ di evntuali variazioni delibrate dall’ente parco. L’uso della traccia e’  vostro rischio e pericolo.


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