MTB: Genova Righi – atto 2°

Genova – Righi – Atto secondo

Uscire di casa in bici, arrivare alla stazione, prendere il treno per Genova Principe e trovare un’amica biker che ti aspetta. In pratica il mondo dei sogni, l’universo parallelo chiamato Liguria dove molto è misura di biker. Scesa dal treno incontro subito Laura, un’altra delle #ragazzefreeride con cui saliremo a Righi con la funicolare e da li iniziera’ il gliro. Stesso iter seguito nella prima esperienza di un mesetto fa con Angela, ma stavolta la strada è un po’ diversa. Raggiungiamo in breve un forte, aperto in occasione di un evento MTB con tanto di pump track all’interno. C’è anche la possibilita’ (teorica) di testare alcune ebike, ma l’attesa rischia di essere troppo lunga, inoltre non amo fare test di questo tipo su terreni che non conosco.

righi 1 righi 2

Ci uniamo ad un gruppo eterogeneo (comprensivo di elettrici) di maschietti e iniziamo il giro. Subito a sorpresa un bresissimo ma divertente singletrack tutto curve, poi si pedala, piu’ o meno agevolmente su un panoramico mezzacosta. Da qua arriviamo al primo trail, il Maggiolino, gia’ fatto nel precedente giro. Ma stavolta vi ci porto proprio grazie all’action cam:

Il trail è mediamente flow con una sezione tecnica abbastanza ripida e insidiosa, complice anche il terreno molto secco, ma si fa senza intoppi. Rientriamo poi su una strada sterrata molto frequentata da pedoni. Risaliamo al forte, dove incrociamo Silvia e India, già conosciute al giro della 24h, in attesa di testare un ebike (chissa’ come sara’ andata …) .
Il tempo si guasta un pelo, i tempi di attesa non sono chiari e io e Laura ripartiamo. Si unisce Monica, super endurista con esperienza
agonistica. Dunque subito giu’ per i trail, il primo si chiama Bruco, seguito da Artu‘. Tutto techical flow molto da guidare, su un buon terreno. Insomma cose che a me e alla mia specy piacciono. Risaliamo e facciamo subito un’altro trail, forse il piu’ flow del giorno, si chiama le Frecce. Da li dinuovo asfalto, e stavolta ci fermiamo per una pausa comprensiva della dovuta birra.
Un’ultima run sulle Frecce, un’ultimo sterrato e poi l’asfalto ci ricondurra’ in centro di Genova.
Ne approfittiamo per un breve giro per le vie principali della citta’, che in questo periodo è addobbata di ombrelli colorati in occaione dell’evento fieristico euroflora.

kiaz & laura

Concludendo, la fortuna di avere trails di un certo livello dietro casa non è cosa da poco, e non lo è nemmeno il poter raggiungere facilmente
svariati “spot” senza usare la macchina. Il genere prevalmente è come detto il flow a tratti tecnico, che richiede sempre un po’ di attenzione. Il terreno ligure aiuta, avere dislivelli di 500 e piu’ mt a ridosso del mare e a ridosso di un capologo di regione non è cosa che capita ovunque. Ma ormai lo abbiamo capito. Per la MTB (e non solo) questa regione con cui ho comunque un certo legame non ha uguali …
Il prossimo step ci portera’ invece nell’entroterra …. Stay tuned ….

Relive ‘Genova righi 2’

Traccia GPX :
GPSies - Genova Righi

MTB: Rive Rosse

… Perchè ci sono piu’ trails che onde … e la MTB puo’ portarti in posti dove è difficile capitarci, se non per sbaglio. Posti che, per un comune mortale potrebbero non significare nulla. Ma che riservano grande divertimento a chi apprezza un certo modo di andare in mountain bike. Parliamo sempre di enduro, e stavolta siamo nell’estremo Nord del Piemonte, destinazione Rive Rosse, posto di cui ho letto spesso e volentieri su riviste e web.

All’uscita della Torino Milano il panorama è poco rassicurante. Pianura e risaie. Avvicinandosi alla localita’ di partenza, un paesotto chiamato Brusnengo(provincia di Biella), si iniziano a scorgere delle alture. Meno male, vuol dire che siamo nella direzione giusta.



La temperatura purtroppo non aiuta. Daniele, il local che mi fa da guida, mi dice che siamo in un periodo borderline per questo giro (che non supera l’altitudine di 500 mt slm) , e che la zona è in genere molto calda, ragion per cui risulta essere frequentata sopratutto d’autunno e inverno. Ma ormai siamo qua e tocca levarsi lo sfizio di vedere questo posto famoso sopratutto per una zona dal terreno rossiccio con salti costruiti e elementi naturali su cui scatenare la fantasia.

La prima salita è la piu’ brutta. Ha qualche analogia con lo spingismo di Cerveteri, fortunatamente è piu’ breve. Si attacca con il primo singletrack , prima parte in discesa, poi un falsopiano con elementi divertenti, fino ad arrivare allo start della zona dei salti. Qua c’è veramente da sbizzarrirsi e dare sfogo alla fantasia , con drop, step up e qualche passaggio tecnico su roccia.

fly shadow jump roccia

Per certi aspetti il posto sembra una Liguria senza mare, ma il panormama cambia ad ogni angolo, e completato il trail si risale, stavolta piu’ agevolmente in mezzo alle vigne per poi raggiungere un punto panoramico che offre un inaspettato scorcio su un lago.

lago top vigne io vigne

Da qua, altra discesa. Singletrack flow senza particolari difficoltà, che ci riporta poi su asfalto . Sosta in un paesuncolo dotato di fontana, per poi risalire due tostissime rampe per arrivare all’ultimo trail della giornata.

h2o

h2o 2

Ultimo trail che parte da un’altro punto panoramico e che scende fin in riva ad un lago, sentiero abbastanza tecnico, scassato il giusto con qualche ripidone e qualche passaggio da scegliere bene le linee , divertente anche se purtroppo non apprezzabile appieno causa stanchezza.

galletto

lago

Concludendo, un posto interessante , probabilmente visto nella stagione sbagliata. Il caldo, anche se non eccessivo non aiuta. La cosidetta “zona dei salti” vale tutto il giro se amanti del genere, con step up e drop che a vista possono impressionare ma concepiti molto bene per permettere dei discreti voli. Il tutto su un terreno particolare, non al meglio per il secco, ma comunque in grado di dare un dignitoso grip. Un posto da vedere se si capita in zona insomma.
Un ultima nota la dedico nuovamente alla “questione elettrica” : la mia guida ha usato una Focus Sam motorizzata Shimano. Ho avuto modo di provarla su alcuni tratti in salita anche tecnici, argomento che non avevo ancora approfondito durante altri test. Con questi mezzi è possibile dimezzare lo sforzo salendo anche in punti dove un comune mortale di medio allenamento con una classica full non pedala. Sicuramente sono mezzi che modificano il concetto di MTB, spostandolo su una questione piu’ tecnica che fisica. Non so quanto il tutto “paghi” in discesa , fatto sta che fare ancora tutto con le proprie gambe sara’ poco “fashon” ma di di grande soddisfazione personale 😉

Relive:

Relive ‘rive rosse’


Traccia

 

 

MTB Cerveteri enduro rock center : Dark Deer e Snake

MTB: Cerveteri enduro rock center : Dark Deer & more …

il rientro dalla Liguria con conseguente ritorno alla consueta solitudine porta una buona dose di motivazione per partire ad esplorare nuovi trail e nuove location. Di Cerveteri ne sentivo parlare da un po’, o meglio da un po’ cercavo di documentarmi in merito per capire che genere di percorsi potesse offrire. Una cosa era chiara dal materiale trovato in rete : trattasi di zona umida, con corsi d’acqua e terreno tutt’altro che drenante. Premesse interessanti in caso di secco … due giorni di sole probabilmente non sono abbastanza, ma la voglia di andare in esplorazione è tanta. Sapevo a priori che lo “spingismo“* sarebbe stato protagonista, ma dopo l’esperienza ligure credevo di essere pronta a tutto …
Quindi eccomi pronta a seguire la traccia gentilmente resa dispobibile da Cerveteri enduro rock center , con partenza dalle Necropoli.
Dopo un breve tratto costeggiando l’area archeologica, si inizia a salire in mezzo ai prati, su strada bianca piacevole, unico neo le frequenti pozze d’acqua che fanno presagire quel che mi aspetta e confermano i miei sospetti. Il panorama è molto bello, si scorge il mare in lontananza, e sono circondata di prati fioriti. Una classica giornata di primavera insomma …

crv1 crv2
Ma il rilassante “bucolico” paesaggio primaverile ben presto viene interrotto da un cancello lucchettato che segnala una zona di caccia…
dopo un po’ di esitazione sulla scia di un gruppo di persone a cavallo che lo aggira, decido di scavalcare e proseguire. I prati lasciano spazio alla macchia, e le dolci pendenze a delle impervie rampe, spesso scassate, che sono costretta a superare a spingismo.
Altra conferma assieme al fango, che continua “piacevolmente” a rendere ostico il passaggio anche nei pochi tratti pedalabili … ma non mi arrendo e continuo a spingere la specy … Arrivo – stanca – finalmente in cima all’altura dopo ben 1h e 40 minuti tra tratti pedalati e spingismo, ma la vista e la pace ripaga … tempo per godersi un po’ di aria buona, cambiarsi , fare foto e montare la mentoniera al casco.

top1 top io

Dunque ripartiamo alla ricerca dell’attacco del Dark Deer. Trattasi dell’ultimo trail nato in zona, che dal materiale visto in rete promette bene. Dopo qualche ravanamento** riesco a trovare l’imbocco, che si incanala tra gli alberi sul versante est. Il sentiero è ancora “fresco”, si vede che è nato da poco, ma promette bene. Unico problema continua ad essere il fango, ho le gomme quasi lisce e questo mi crea insicurezza al punto da evitare alcuni passaggi in realta’ fattibili. Il trail alterna qualche tratto pedalato a tornanti e parti piu’ guidate, con due bei salti ben costruiti.

jump1 jump2

Il sentiero termina ad una specie di crucivio, al centro del quale c’e’ un simpatico ponticello sotto il quale scorre un torrente…
la location mi fa pensare che siamo nella zona delle famose cascate, attrazione turistica/ambientale della zona. Da qua il GPS inizia a fare i capricci, e inizio a non capire dove devo andare. Malgrado la posizione imprecisa provo a seguire la direzione che ritengo piu’ plausibile … mi ritrovo un folto gruppo di bikers XC (cross country) in direzione opposta … quindi temo di aver sbagliato.Provo a seguirli ma dopo poche curve il sentiero inizia a salire pesantemente, quindi confidando nel fatto che la traccia da me scaricata dovrebbe essere “enduro“, quindi prediligere la discesa alla salita, faccio inversione di marcia.
A intuito mi “arrabatto” tra pedalata e spingismo, lungo un sentiero che costeggia le famose cascate che riesco a intravedere …

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cascata

la priorita’ è trovare il sentiero della traccia.

Ingannata dalle segnaletiche cai mi ritrovo a scendere dei ripidi scaloni per poi risalire l’ennesimo stradotto scassato … fino ad imboccare finalmente il secondo trail in discesa del giro, lo “snake”. Questo è sicuramente piu’ flow, con qualche tratto tecnico che giunge senza preavviso e qualche strettoia … anche qua purtoppo lo spirito di conservazione ha la meglio, e decido di evitare punti dove rischio di cadere … sono comunque da sola, in zona non coperta dal cellulare . Il ravanaggio continua e alla fine tra difficolta’ di orientamento e un guado non troppo facile affronto l’ultima salita a spingismo, che mi riconduce sulla sterrata larga in direzione Necropoli … ci sarebbe stato un terzo trail, il boschetto, ma la poca batteria del cellulare mi ha fatto desistere, non potevo permettermi di non sapere come ritrovare la macchina …

n3cropoli

Un giro faticoso, caratterizzato da salite impegnative con discese sicuramente interessanti, che richiederebbero una resistenza alla
fatica superiore alla mia attuale per essere apprezzate appieno, oltre che magari ad un clima molto secco. La zona vale comunque qualche ulteriore indagine per capire se ci sono sistemi per percorrere singolarmente i trail in modo da metabolizzarli senza perdere troppe energie.
Voglio concludere con un paio di riflessioni: la prima riguarda l’eventuale utilzzo di una mtb elettrica per il giro; credo che sicuramente il dispendio energetico e i tempi di percorrenza saranno minori, ma le rampe in salita sono a tratti molto tecniche e richiedono suppongo una certa preparazione … penso che con il mio attuale know-how e allenamento avrei faticato in ogni caso, magari in modo diverso. La seconda riguarda il mio girare da sola. De facto è una necessità. Adoro la MTB, e il suo scopo primario per me è quello di andare a spasso alla scoperta di nuovi trails e nuovi posti. Andare a spasso e magari divertirsi in discesa, senza dover fare le corse. Un giro come questo, fatto in modo frenetico puo’ diventare molto pesante.
In giri cosi’ vado piano, mi piace fermarmi a fare foto e ammirare il paesaggio e ho i miei tempi. Purtoppo in zona Roma per ora non ho trovato altri bikers che condividono questa mentalita’, e dopo un po’ fare sempre gli stessi trail diventa un po’ noioso.

Lo so sono un po’ folle, ma adoro la mia bici e voglio portarla a spasso !!!

Traccia (tnx Cerveteri enduro rock):
https://drive.google.com/open?id=1utYyqG9eNqtQ5tEaAoA6cG1dHOBdC3dv

Relive

Relive ‘Cerveteri dark deer snake ravanation’

Glossario:
Spingismo : spingere a piedi la bici
Ravanamento, ravanare, ravanaggio: di provenienza dallo sci alpinismo, girare a volte a vuoto per trovare un passaggio. 

MTB: Finale Ligure 24h con le #RagazzeFreeride

Finale Ligure 24h con le #RagazzeFreeride

Dimentichiamoci per un giorno di tutto quello che è la routine, anche quella routine legata alla mtb. Dimentichiamoci di Formello, dei giri in solitaria o della non sempre semplice convivenza con gli elettrici. Siamo dinuovo in zona Finale Ligure, e stavolta io e la mia Specy siamo in compagnia delle Ragazze Freeride. Sei donne in bici, un miracolo potrei dire !! Sara, Angela, Silvia, India , Manuela e la sottoscritta … queste ragazze sono qua per provare il giro della 24 ore di Finale, storica gara endurance a squadre in cui si deve percorrere un anello a turno lungo ben 24 ore … niente male !! Pur non conoscendoci il feeling con il gruppo è subito ottimo, e dopo un caffe’ si inizia a pedalare .
Il tracciato, almeno sulla carta non è propriamente enduro, si tratta di un anello in stile XCO (cross country olimpico) di circa 10km, in cui ci sono molte sezioni da pedalare ma anche una buona parte di divertenti discese come vedremo in seguito. Il livello in discesa è di fattibilita’ anche con un frontino (a patto di saperlo portare, perchè cmq siamo in liguria e pietre ed ostacoli non mancano) , mentre le salite sono spesso tecniche, richiedono sia gamba che capacita’ o, in alternativa, una bella e-bike.

Il percorso parte dall’altopiano delle Maine, a cavallo tra Spotorno e Finale Ligure. Si inizia con un singletrack saliscendi, da pedalare che spezza molto, con molti cambi e sprint in salita. Si capisce subito che non è il classico giro enduro in cui in qualche modo si sale e poi si scende, almeno in una prima fase. Dopo un po’ di questi saliscendi un po’ troppo da frontino o elettrica per i miei gusti,

24h 1 24h 2 24h 3

Arriviamo ad un bel mezzacosta panoramico, e quindi una prima discesa un po’ piu’ lunghetta. Il trail si lascia guidare, presenta qualche piccolo ostacolo ma #nientedidifficile , solo tanto divertimento e una bella vista a picco sul mare.
Un’altra tratta mezzacosta super panoramica, foto di gruppo e davvero tanto divertimento e bella compagnia. Non posso non osservarela Slayer di Sara, “gemella diversa” della mia #Slayerina … peccato che la modifica monocorona la rendano poco pedalabile a differenza della mia. Resta sempre la mia “bici del cuore”, quella che mi ha fatto entrare in questo mondo magico … certo ora con la Specy è
altra cosa … ma #Slayerina è sempre li …

gruppo rayazzefreeride

slayer sara

specy 24h vs noli

Il giro continua, tra tratte panoramiche, flow, e “spingismo” per chi come me in salita tecnica ha problemi sia fisici che di rapporti che di geometrie …ma tutto sempre nel segno del divertimento e della condivisione di tutto quello che di positivo la MTB puo’ dare … fino ad arrivare ad un ultima salita a spingismo, che conduce al premio finale: il TOBOGA, una tratta super flow con sponde GIGANTI … una di quelle cose che immaginavi esistessero solo nei video …. roba da giostra, e quindi criceto mode on, si torna su a ripetere le ultime enormi sponde paraboliche di questo trail indescrivibile per il godimento che trasmette. Strettamente consigliato a tutti, dalla bmx all’elettrica. Tornerei di corsa solo per girare su questa sezione.

birra

Immancabile la birra di fine giro … e tanto casino in compagnia. Non c’è nulla di piu’ bello che confrontarsi,  con le altre #ragazzeFreeride su argomenti tecnici che possono spaziare dalla sella alla scelta dei rapporti, cose che indubbiamente
sono un po’ differenti tra i due sessi …

Che dire … un universo parallelo. L’enduro al femminile esiste. Non sono sola nella galassia, lo sono solo nel mio attuale pianeta.
Lo so, #noneunosportdafemminucce .. ma a noi piace cosi’. Finalmente posso parlare al plurale. Grazie di eistere #RagazzeFreeride , tornero’ al piu’ presto a trovarvi , nel frattempo torno alla mio mondo reale, girando sui flow trails di Formello e rendendo disponible #slayerina a chi volesse avvicinarsi a questo sport, che non è solo fatto di sfide e tecnica, ma è anche un bellissimo modo per stare all’aria aperta e vedere posti nuovi 🙂

A presto ragazze !!!

Traccia GPX tnx to India 24hfinal3-93077-data.gpx

MTB: i forti di Genova

Liguria … il mio uovo di Pasqua è diverso. è fatto di sentieri, panorami, fatica, spingismo, e soddisfazioni. Se poi tutto questo avviene in compagnia di una “ragazzaFreeride” comincio quasi a credere che esista un mondo parallelo dove tutto è bello e possibile.
Gia’, perchè stavolta la mia guida e compagna d’avventura è Angela, local di Genova e rappresentante del team “Ragazze Freeride“, che mi scarrozzera’ su e giu’ per i trails della zona dei Forti di Genova.
Stavolta il meeting point è alla stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe, che raggiungo in treno dalla mia base di Rapallo, sfruttando
l’opportunita’ di poter caricare le bici a boardo senza supplemento. Da qua, dopo un caffè e le dovute presentazioni nel mondo reale,  ci avviamo a prendere la funicolare dei Righi, simpatico mezzo di trasporto pubblico anomalo che ci risparmiera’ ben 300 mt di dislivello  positivo. Piccolo sconto, perchè poi si pedala …. in modo agevole finchè siamo su sterrata, un po’ meno almeno per me lungo le tratte in single track. Ma come spesso avviene in questi casi il panorama e la compagnia ripagano 😉

righi forti1 forti1

Arrivate sotto al primo forte si prosegue con un susseguirsi di singletrack con saliscendi, a volte anche tecnici in salita, che mi mettono in difficolta’ (ma non Angela, che spinge un 42 come niente fosse … ) e mi costringono a ricorrere a spingismo … Ma queste creste che sanno gia’ di quasi montagna, con dislvelli comunque gia’ di un certo rilievo fanno dimenticare la fatica.
Si arriva ad un primo trail, il Maggiolino.

forti top

g3

Tempo di cambiarsi e inizia la discesa. Trattasi di un trail technical flow con qualche ripidone e una compressione, qualche curva un po’ rognosa (ne sbaglio una), che termina su una sezione tipo scaloni/rockgarden in pieno stile ligure. Sbuchiamo su una strada a mezzacosta nel bosco, che ci condurra’ ad un bar per un break e rifornimento.

Risaliamo, per percorrere un altro super panoramico mezzacosta vagamente esposto, con qualche tratta tecnica in salita che costringe allo spingismo, per poi ricollegarci alla seconda parte del sentiero percorso in precedenza.

io pta chappa

Dinuovo il mezzacosta, ma stavolta per risalire, ahimè a spingismo per prendere il bellissimo trail “Pinasco“, che forse al momento meglio rappresenta la mia “idea” di mtb.
Si tratta di un trail prevalentemente roccioso, intervallato da tratte piu’ scorrevoli ma mai liscie, qualche sponda, qualche salto costruito, qualche tornantino ma mai impossibile. Le sezioni tecniche sono un mix tra sestri e alcune parti dei Ripetitori (per chi  è di roma e dintorni) , con gradini e rockgarden che richiedono una buona scelta della linea, senza andare pero’ mai in eccessivi tecnicismi. Insomma, un trail perfetto per il mio attuale livello di riding, godimento allo stato puro. Il giusto mix tra sentiero naturale e qualche aggiustamento per renderlo piu’ idoneo alle MTB. Peccato che come tutto, anche questo finisca.

monti

Un ultimo collegamento su asfalto per le vie di Genova e siamo alla stazione brignole … giusto il tempo per salutare la mia super
guida Angela e prendere il treno regionale che mi riporterà a Rapallo ….

Come sempre la Liguria non delude. Stavolta pero’ la cosa piu’ bella non sono stati solo trail e panorami, ma la splendida compagnia
di una “RagazzaFreeride” , di livello compatibile con il mio con cui condividere le grandi emozioni che ci regalano le nostre biciclettine …

chissa’ se mai anche nel centro sud ci sara’ un po’ piu’ di interesse femminile nei confronti delle ruote grasse …per ora è un gran
bel pretesto per salire piu’ frequentemente 😉

Relive:

Relive ‘Genova – i forti’

MTB: Civitavecchia – il Cerro

Torna il sole e si va a provare un nuovo trail in zona Ripetitori di Civitavecchia. Si chiama il Cerro, e parte da dietro il 2o ripetitore :

cerro

Come ormai d’abitudine in questa zona il terreno è caratterizzato da frequenti rocce, spesso utilizzate come ostacoli naturali nel trail. Il nuovo sentiero, che ancora deve stabilizzarsi in certe zone, è caratterizzato da contropendenze, qualche curva stretta, qualche gradone. Di tutto un po’, molto naturale nel classico stile che caratterizza questa zona. Non presenta comunque passaggi impegnativi o salti grossi, è tutto fattibilissimo senza studiarci troppo.

cerrokiaz

Il sentiero termina sull’ormai noto stradotto di risalita dalla Valle del marangone. Da qua possiamo risalire, o optare per proseguire su un’altro trail. La scelta è tra Granata e Rotella, e stavolta scelgo il primo, che per me è comunque una novita’. Niente di troppo complesso nemmeno qua, eccezion fatta per un rockgarden un po’ in stile XCO che necessita di slancio, e che non ho osato azzardare.

Dunque risaliamo, per l’ormai nota valle del Marangone, con il solito stop alla fontana.

fontana marangone

Il secondo round di risalita si fa sentire, ma la voglia di fare un’altra discesa è tanta … dalla cima stavolta decido di scendere per il classico Ripetitori , ma nella seconda parte la stanchezza prende il sopravvento e mi fa commettere un piccolo errore nel rockgarden.

top ripetitori

—-
Video parte alta ripetitori —

Le gambe – e anche le braccia – l’impegno sui trail dei ripetitori non è indifferente – si fanno sentire, e pian piano si riscende verso il mare.
Il Cerro come tutti gli altri non ha deluso, Civitavecchia resta tra i posti nelle vicinanze di Roma l’unico tra quelli da me conosciuti che meglio unisce una giusta difficolta’ tecnica ad uno splendido paesaggio … vale sempre la pena farci un giro, a patto che le condizioni meteo lo permenttano (anche se la zona asciuga in fretta il terreno è meno compatto rispetto a Formello, ergo meglio secco che bagnato).

Seguono video relive e traccia gpx.

Relive ‘Civitavecchia cerro And more. ..’

Traccia:

Test ebike moustache Samedi 27 trail & race

Quando si propone l’occaione per testare una e-bike è difficile mancare, specie se si tratta di un brand come Moustache, che produce
soltanto ebikes. Chi mi conosce sa che sono abbastanza scettica sulla questione elettrica, e che nei precedenti test (thokturbo levo) non ho manifestato eccessivi entusiasimi per una tipologia di mezzo con cui comunque, prima o poi direttamente o indirettamente (leggi  amici … ) bisogna confrontarsi.

La giornata ahimè non è delle migliori meteorologicamete parlando. A Formello ha piovuto il giorno prima e probabilmente pure la notte, il cielo è grigio,la minaccia che possa ri-piovere è presente. Il terreno è umido e a tratti fangoso mi anticipano, quindi ci troveremo con una piccola complicazione in piu’. Meglio, cosi’ il test si fa piu’ interessante.

La sottoscritta è una ragazza un po’ cresciuta a cui manca pochissimo agli “anta”, è alta 165 x 60 kg circa, in discreta forma fisica ma non eccessivamente allenata (tempaccio maledetto). La prima bici testata è una trail bike da 140 di escursione, la Samedi 27 trail 4. L’allestimento è abbastanza base, sospensioni suntour, trasmissione e freni xt, gomme plus, motorizzata bosch.

samedi 27 trail
Si parte, risalendo verso l’inizio dei trail capra e Pecora. Le rampe su cui a pedali cmq fatico con questa sono una passeggiata di salute.
Tra le varie assistenze selezionabili con due bottoni + e – , sfrutto la nuova modalita‘ “ebike“, che ha la piacevole caratteristica di adeguare la potenza erogata alla pedalata del rider, restituendo una sensazione di fluidita’ e nauturalita’ che spesso nelle elettriche manca un po’.
Veniamo alla discesa. Malgrado il manubrio di serie davvero stretto per le mie abitudini (siamo con un 720) la bici si fa piacere da subito,
regalando una buona facilita’ di guida e maneggevolezza. Sulla pecora alta, trail tuttavia semplice le risposte sono buone, il trail è molto flow , terreno perfetto e questo semplifica le cose. I pesi sono ben bilanciati, e stavolta la sensazione è che i 10 kg in piu’ rispetto ad una bici “muscolare” aiutino a restare attaccati al terreno, con l’ausilio dal sistema di sospensione posteriore che fa il suo dovere.
Dopo questa breve ma positiva anteprima optiamo per il cinghiale, trail che offre qualche parte un pochino piu’ stretta e tecnica oltre che alcuni rilanci. Anche qui la bici va alla grande, permettendo grazie all’ausilio del motore delle medie che con la mia stumpjumper a pedali mi sogno. Il peso nei salti si sente, va gestito in un modo un po’ diverso rispetto ad una classica bici, è necessario tirare  maggiormente a se l’anteriore per restare compatti e sui pedali (uso i flat). Ma capito il trucco si fa tutto, con un ottima sicurezza.
Nello stretto no problem, almeno in uno stretto relativo come l’ultima parte del cinghiale. Diciamo che in linea di massima, su tracciati flow in cui magari occorre pure rilanciare e pedalare, è il mezzo perfetto per divertirsi come su una giostra …  

kiaz samedi 27 trail samedi 27 trail formello
Risaliamo, senza problemi malgrado il fango (e qua se fossi stata con la mia oggi avrei dovuto spingere) , e concludiamo con la prima parte della volpe. Qua sento i limiti dei 140 di escursione, evitando di fare il roccione. Buona ragione per vedere se riusciamo a  provare qualcosa di piu’ spinto. C’e’ ancora un po’ di tempo, e riesco a farmi dare un mezzo piu’ enduristico, la base della versione samedi race.

samedi race 4

Anche su questa la forka è suntour. Visto il poco tempo decido di fare un trail breve, lo scoiattolo. In questo caso forse la bici è leggermente grande per me, ma comunque si lascia guidare, nei salti devo arretrare un po’ piu’ del normale, ma  nessun problema. Anche le due ultime curve dello scoiattolo, abbastanza strette, si girano senza problemi. Dulcis in fundus, visto il confidence level veramente alto con i mezzi, mi allungo fino al roccione della volpe, uno step down di circa 1.5 mt, copiabile ma
drittino. Se con la 140 mi son tirata indietro, con questa è stato un giochino , forse addirittura piu’ facile che con la mia stupjumper.

samedi race 4 samedi race 4 volpe

Purtroppo il tempo è scaduto e si torna alla base. L’impressione stavolta è davvero positiva. Credo che con le sospensioni giuse e ben tarate potrebbe davvero essere il giocattolo del futuro. In un posto come Formello, dove i trail sono brevi e le risalite anche relativamente brevi , dove spesso prima si scende e poi si sale , l’elettrica ha un suo perche’. Sarebbe interessante per capirne i limiti provare un simile mezzo in quel di Civitavecchia, o ancor meglio in Liguria.

Una cosa è certa. Bici tradizionale e elettrica sono 2 cose diverse, la seconda richiede alcuni adeguamenti e adattamenti alla guida.
C’è da capire come si puo’ gestire nel tecnico lento, e in sentieri non prettamente preparati, oltre da – in caso di giri da 1000 d+ e oltre – fare i conti con l’autonomia e imparare a tirare al risparmio con l’assistenza.
Dal punto di vista del dispendio calorico, come gia’ detto in precedenza è minore, ma se usata con un po’ di furbizia si puo’ e un buon lavoro a livello cardio.
Certo è che se ci si vuole allenare e si usa la bici anche come sistema per mantenersi in forma – come nel mio caso – per il momento è
meglio continuare a spingere … ma non dimentichiamoci la malefica formula , FCMAX = 220 – eta’ … questo purtroppo per i sunday
bikers come me ha un solo significato: Che prima o poi se vorro’ continuare a fare quel che faccio il motore sara’ indispensabile …
ma per ora cerco ancora di farcela da sola 😉

Grazie a Hybrid MTB & Moustache per l’opportunita’ e come sempre ai trailbuilders di MTB Formello per farci divertire in ogni condizione!

Relive giro trail:

Relive ‘test ebike moustache’

MTB: Formello new trails , Vacca e Toro

Vacca e Toro , sono 2 nuovi trails nella zona delle Valli del Sorbo di Formello … andiamo a scopririli ….

La zona delle Valli del Sorbo è la meno frequentata dai bikers che girano a Formello, anche se storicamente i primi trails dedicati alle bici (Falco, tartaruga, canyon) sono nati proprio da questo versante. Rispetto ai trails della Macchia di Sacrofano, questi sono un po’ piu’ naturali, e la zona è a tratti piu’ umida (cosa buona in caso di clima secco) grazie al corso d’acqua del Sorbo.

Si parte dunque alla scoperta di questa zona, stavolta sono in compagnia di “e-Mike” e della sua nuova fiammante Mondraker e-Crusher … un bel bicione assistito da motore Shimano. Io ovviamente pedalo con le mie gambe la Specy, ma ammetto che in queste situazioni di ricerca di nuovi sentieri l’avere un amico elettrico che puo’ andare in avanscoperta e trainarmi se serve è una gran risorsa.

Il nostro giro comincia con la Vacca, trail che parte poco dopo l’ingresso del Sorbo da via della Porcineta, prima dei pali della luce, il cui imbocco è contrassegnato da due fascette arancio. Il trail è relativamente facile, mediamente flow con un terreno che deve ancora “farsi”, ma lascia ben sperare … molto particolare, con passaggi stretti in mezzo a cespugli e arbusti … suggestivo. Si esce direttamente sulla strada principale della Valle del Sorbo, da qua la traccia i nostro possesso ci suggerisce di risalire un po’ sull’asfalto per imboccare un nuovo trail in discesa, relativamente breve ma simpatico, che ci porta in un’altra vallata secondaria caratterizzata da una splendida radura …  Da qua saliremo al trail Toro, ma prima ci allunghiamo di qualche centinaia di metri per ammirare le cascate.

sorbo ponticello sorbo radura

cascate sorbo

Si supera dunque il ponticello di legno e si sale verso il trail Toro sulla collina antistante. La salita a parte qualche breve tratto (comune anche alla discesa) è tutta pedalabile anche se a tratti impegnativa, ovviamente e-Mike si arrampica agevolmente sui muri, io fatico un po’ ma comunque arrivo in cima senza troppi problemi. Dalla cima della collina non è facilissimo trovare l’imbocco del sentiero, occorre porre attenzione ad un paletto con fettuccia e restare sulla destra, ravanando nei cespugli e osservando spesso il gps siamo poi riusciti ad immetterci sul trail “Toro” … anche questo molto flow, con delle belle sponde e volendo qualche salto, terreno un po’ piu’ secco, molto divertente e con qualche passaggio tecnico (tutto super fattibile) nel finale …

emike kiaz sorbo

Ripercorriamo quindi a ritroso la valle del Sorbo, per tornare verso la zona dei trail “storici”, con l’idea di risalire ancora una volta per fare ancora un sentiero in discesa. Proviamo a risalire sfruttando una “scorciatoia” suggeritaci dal trail builder local Barrozza … scorciatoia che sara’ si scorciatoia, ma che per me si traduce in 100% spingismo, e sulla tratta piu’ impervia e ripida mette in crisi anche e-mike e il suo mezzo motorizzato .

Decidiamo di scendere per il classico “tartaruga”, trail divertente abbastanza naturale con un bel ripidone …   in poco tempo siamo dinuovo nel fondovalle, ne approfittiamo per allungarci nuovamente di qualche metro fino a poco sotto il Santuario del Sorbo … ultime foto e ultima risalita su asfalto, stavolta approfittando della potenza di traino del bicione motorizzato.

mik

backlight

Per concludere, diciamo che si tratta di una zona molto panoramica  e caratteristica con ancora molte potenzialita’ da sfruttare, dove visti i dislivelli “brevi” si riesce anche a far convivere chi pedala con le sue gambe con chi si fa aiutare dalla batteria a patto di avere un po’ di pazienza e flessibilita’.

Relive:

Relive ‘Sorbo with e-Mike’


Per la traccia vi rimando a questa, fornita da Bicinatura.it

Si ringraziano MTB Formello, Barrozza e tutti i trail builders per il gran lavoro che permette un gran divertimento a tutti i bikers !!

MTB: Sestri sentiero sant’anna Video

Il “sant’Anna” è uno dei classici percorsi enduro di Sestri Levante. Ne abbiamo gia’ parlato un po’ di tempo fa, e questa è la terza volta che lo affronto (la seconda con la Specy). Finalmente lo ho chiuso completamente in sella. In rete ci sono tantissimi video di questa tratta, spesso con protagonisti pro o comunque rider di un certo livello. La mia prospettiva non sara’ di certo veloce, ma permette di ammirare la spettacolarita’ del paesaggio e la difficoltà di alcuni tratti rocciosi. Buona visione a bordo della Stumpjumper verdina !

Per informazioni ulteriori sul giro e sul sentiero, traccia gps e relive, vi rimando al vecchio articolo 😉 


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MTB: Finale Ligure

Finale Ligure (Vacche – Dolmen – Bondi Trails)

Finale. Uno dei simboli della MTB enduro in Italia e non solo. Una delle location in cui l’enduro è nato. Un posto che finora avevo visto solo in foto, video e di cui avevo in passato sentito pareri contrastanti, incutendom anche un certo timore.

Ma per capire davvero cos’è Finale bisogna andarci.
L’occasione arriva il giorno della vigilia di Natale, in cui last minute riesco ad unirmi ad un giro organizzato da Daniele, guida MTB operante nel NordOvest che seguo via Facebook.

La sera prima, iniziano le paranoie sul livello richiesto. La prima cosa che viene in mente parlando di Finale è l’ews, enduro world  series. Solo l’idea che nel giro programmato verra’ inclusa una delle prove speciali del Mondiale di enduro mi fa tremare braccia e gambe, nella speranza di essere in grado di scendere da tracciati da coppa del Mondo. I video in questo non aiutano … mentre un po’ piu’ rassicuranti sono i livelli di difficolta’ segnati sul sito e app trailforks, che valulta come blu il livello di difficolta’ …. Da Trailforks si capisce anche con cosa abbiamo a che vedere: sentieri, sentieri e ancora sentieri. Ovunque in un concentrato di trails .


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La mattina del 24 a Rapallo il cielo è grigio e le strade umide. Si spera in bene perchè un incontro ravvicinato con le pietre viscide è l’ultimo dei miei desideri … lungo la strada il tempo non pare migliorare fin dopo Savona, dove verso il mare si inizia a intravedere un po’ di luce … il termomentro sta sui 12 gradi, ottima temperatura considerate che le ultime uscite tra Formello e Civitavecchia le ho fatte con 5/6 gradi.

finale 1

A Finale per fortuna il tempo è piu’ che decente, e si inizia a pedalare, risalendo su asfalto e poi su sterrato senza difficoltà. Il giro proposto da Daniele prevede un primo trail piu’ “semplice”, il Vacche.
Il terreno è perfetto, secco malgrado il tempo sia umido, e subito si comincia a capire con cosa abbiamo a che fare: sassi, sassi e ancora sassi, fortunatamente pietre fisse che rendono importante la scelta della linea, nel complesso niente di eccessivamente complesso a patto di scegliere bene la linea specie in alcuni passaggi piuttosto stretti. Il trail è piuttosto lungo, presenta qualche tratto da pedalare un minimo , ma diciamo che ci siamo fatti un idea del terreno. Si risale, stavolta su singletrack che io faccio quasi tutto a spingismo. Fortunatamente è un mezzacosta panoramico, che attraversa falesie e offre scorci sia verso il mare che verso l’entroterra.

Dopo una breve risalita su asfalto affrontiamo il secondo trail, il Dolmen trail, prova speciale della enduro world series … quello che, diciamo, dai video mi incuteva piu’ timore. Il nome fa riferimento al fatto che lungo il percorso si possono osservare alcuni artefatti risalenti alla Preistoria … e anche qua pietre, gradoni e passaggi tecnici non mancano, impegnativo ma di grande soddisfazione, a conferma dei grandi progressi fatti con la specy negli ultimi tempi e della predisposizione di questa bici al tecnico. 

dolmen trail finale

L’idea di aver fatto  in sella al 90% (siamo scesi solo in un punto molto sporco e coperto da foglie) una Speciale di livello world series è davvero una
gran bella sensazione, sempre piu’ sto riuscendo a controllare la bici a dovere e a capire dove mettere le ruote. In particolare alcuni passaggi sono davvero tecnici, ma fortunatamente mai esposti e con buone vie di fuga. Potendo contare su un terreno davvero perfetto anche cose che apparentemente sembrano davvero complesse diventano fattibili.

finale dolmen end

Un ultima ma facile scalinata ci riporta in paese. Ora si risale sull’altro versante, di circa 220 mt d+, per affrontare l’ultimo  trail del giorno, il Bondi Trail. Questo è piu’ flow e piu’ costruito stile bikepark, ma non per questo privo da insidie, ripidi, curve e tornanti. La stanchezza la fa da padrona, ormai siamo vicino ai 30 km di percorso e abbiamo maturato gia’ + di 900 mt di dislivello positivo, ammetto che su quest’ultimo, divertentisssimo sentiero avrei potuto guidare meglio con le gambe piu’ fresche.

bondi trail end

Per concludere alla classica domanda “ne vale la pena” ? La risposta è si, certamente, di corsa, a patto di avere una full da 150 minimo di escursione e la tecnica sufficente per affrontare scaloni, drop e pietre fisse. Per me gran bella esperienza, diciamo una sorta di “esame di maturità”, a consolidare l’ottimo feeling che sto prendendo con la Specy Stumpjumper evo carbon.

Ringrazio Daniele per la guida in una location dove i sentieri sono ben manutenuti ma non c’è seglaletica, quindi consiglio gps con traccia
ben registrata (le perdite di segnale sono frequenti) o amico/guida che conosca il posto.

Traccia GPS GPX
GPSies - Finale enduro Vacche Dolmen Bondi Trail

Relive:

Relive ‘finale enduro’

PRO : Posto fantastico, trails infiniti, terreno perfetto per l’inverno.
CONTRO : Non adatto a front e principianti. Qua è enduro vero.


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