MTB: Lago Nero enduro

Il sentiero misterioso … enduro in zona lago Nero (alta Valsusa – Val di thures)

Nella “valle che resiste” dove l’enduro non esiste, o meglio non è cosi’ praticato e conosciuto come tale location meriterebbe  ogni tanto bisogna uscire dagli schemi e azzardare, fidarsi dell’istinto, delle carte e di chi questa montagna la conosce anche se non da biker.
Gia’ da tempo la zona del lago Nero stava nel repertorio delle possibili esplorazioni, ma data la scarsita’ di tracce o la limitazione di queste a giri palesemente xc su noiosi sterrati avevo sempre rimandato per paura di dover rientrare dalla traccia di salita.

Stavolta un qualcosa salta fuori dal sito gpsies, una traccia che dovrebbe prevedere una discesa su singletrack dal Col Begino verso il  lago Nero , zona di prati abbastanza aperta, ben nota d’inverno a skialpers e snowalpers o backcountry riders che dirsi voglia.

Conoscendo le mie gambe e le pendenze in gioco decido di modificare il percorso optando per salire dalla strada sterrata carrabile che sale da Bousson al lago nero anziche’ da Chabaud in val di Thures … i miei lontani ricordi di backcountry rider mi fanno tornare in mente la pendenza non particolarmente dolce della prima tratta di quel pendio … quindi ben venga il classico sterratone.

val di thuras

Come tante altre sterrate dell’alta Valle, anche questa sale dolce e si lascia pedalare, il fondo lascia un po’ a desiderare data
la prevalenza di brecciolino , ma senza troppe rogne arriviamo al lago Nero, quota 2020 circa.

lago nero

Lo scuro piccolo bacino ha un’aspetto diverso da quello invernale, fatico a riconoscere il circondario che anni fa “surfavo” in snowboard.
Inoltre le recinzioni elettrificate verso le praterie da cui dovrebbe svilupparsi la discesa lasciano presagire un possibile rischio di  non percorribilita’ della traccia. Inoltre i tempi di percorrenza sono stati piu’ lunghi di quelli stimati, quindi comincio a ragionare su percorsi alternativi. Una cosa è certa, fa freddo e conviene allontanarsi dalla conca del lago, ripercorrendo la strada a ritroso fino al bivio che dovrebbe portare al collegamento sull’altro versante della valle. Un brevissimo taglio in singletrack naturale , e  dal ponte inaspettatamente si ricomincia a salire, senza troppa pendenza ma con il solito fondo antipatico che nel giro di alcuni metri si trasforma in pietra fissa simil mulattiera, tanto scomoda da farmi optare per lo spingismo malgrado la pendenza non importante.

chaberton spingismo

Finalmente si arriva al quadrivio, siamo nuovamente risaliti poco sopra i 2000, e tocca prendere una decisione.

quadrivio

Scartando a priori la salita verso il colle Begino, le opzioni di discesa diventano due :

1) Scendere lungo la strada sassosa verso Chabaud ed eventualmente inserire qualche breve taglio su sentiero, e poi percorrere tutta la
sterrata lungo il torrente fino a ritrovare la macchina.
2) Dal quadrivio stacca un singletrack. Sulla cartografia di mytrails è nominato Sentiero dei Forestali. Ha un aspetto non molto invitante,
stretto ma comunque curato … potrebbe essere una sola (fregatura per chi legge da fuori Roma) pazzesca o il trail del secolo …

c’è un solo modo per saperlo … andare a vedere … quindi si sceglie la 2.

L’angusto singletrack inizia con un paio di stretti ma ancora fattibili tornantini , poi un pezzo piu’ scassato ma fattibile che faccio a
piedi perchè vagamente esposto e da sola … a seguire un lungo mezzacosta in leggera discesa stretto ed esposto, senza troppe difficolta’ ma
che richiede cautela e attenzione pena la caduta nel burrone … il trail poi comincia fortunatamente ad aprirsi, offrendo una parte
simpaticamente flow, con ampie curve, le pendenze sono un po’ piu’ accentuate a tratti, ma finalmente non c’è piu’ il burrone quindi
si prosegue con un po’ di piacevole scorrevolezza.

Siamo circa a meta’ traccia o poco piu’. Il pendio si inasprisce nuovamente, e il trail inizia ad andare giu’ a serpentina, sempre  esposto ma con traversi fattibili in sella.
Questione diversa è per i tornanti che diventano sempre piu’ stretti e che necessiterebbero la piena padronanza del nosepress
padronanza che ovviamente io non ho e che mi costringe a scendere a quasi ogni curva, complice anche il recente infortunio e il ginocchio non ancora perfettamente stabile.

trail 1 tornantino

L’ultima parte per fortuna si addolcisce, riusciamo a fare qualche curvetta, e per concludere una parte flow ci riconduce sulla strada sterrata che, costeggiando il fiume, riporta sani e salvi a Bousson e quindi alla macchina

Concludendo, una gita avventurosa con 700 d+ che mi ha fatto scoprire un interessantissimo anche se tortuoso sentiero, ma un indubbia palestra
per imparare a fare i conti con tecnica e paure. Una cosa è certa , che per fare trail non esplicitamente bike oriented il nosepress va imparato, e va imparato in maniera sicura. Deve diventare un automatismo. Solo cosi’ finalmente potro’ godermi appieno questo tipo  di trail, molto frequenti in contesti alpini e non solo.

In bikepark sono buoni tutti !!!

Traccia – Fornita a proprio rischio e pericolo. Come descritto il sentiero non è facile, ha delle affinita’ con il singetrack de l’infernet aggiungendo pero’ il non trascurbile fattore esposizione. La sottoscritta declina ogni responsabilita’ legata all’utilizzo, ognuno deve essere ben cosciente del proprio livello/limiti 


video relive

Relive ‘Lago nero enduro’

MTB Sestrieres Col basset sentiero Bordin

MTB Sestrieres Col basset sentiero Bordin
(e varianti … )

Siamo ormai a praticamente una settimana dall’infortunio, il ginocchio ha dato segnali positivi di discreta stabilita’, quindi si torna a
pedalare su trails naturali. Visto il caldo decido di salire in quota, con un breve giro che dal colle del Sestrieres sale fino al col Basset su comoda strada militare, per poi ridiscendere via singletrack.

bordin 1 bordin 2 bordin 3 bordin 4

La strada che dal Sestriere conduce al Col Basset è scorrevole e tranquilla, con un buon fondo, si lascia pedalare tutta senza spingismo e senza strappi, regalando una vista sempre notevole che rende ancora piu’ motivante e piacevole la salita di 6.5 km circa che ci porta fino a quasi 2500 di quota. In cima l’aria fredda si fa sentire, ma il sole scalda, e trovo riparo dietro alla vecchia stazione della cabinovia per prendere fiato e prepararmi alla discesa.

basset 1 basset 2 basset 3 basset 4

Discesa che parte con uno stretto singletrack naturale, non particolarmente difficile ma che richiede un minimo di attenzione per non incastrarsi nelle frequenti canaline … Il fondo è buono, a tratti un po’ secco, qualche pietra vagante e qualche tratta lievemente esposta impone la dovuta cautela, considerato anche il recente incidente.

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single 2

Giungiamo all’incrocio con il noto sentiero Bordin, un singletrack mezzacosta che attraversando un bosco di larici ci condurra’ verso la zona degli “champlas” senza farci perdere quota. Attraversiamo ad un tratto la pista di downhill del Fraiteve, ma basta allungare lo sguardo per capire che al momento non è cosa fattibile. Dunque si prosegue, sempre su tranquillo mezzacosta, fino ad un bivio a cui conviene stare bassi in modo da perdere un po’ di quota. Da qua in teoria incroceremo un’altra strada per tornare a Sestrieres.

Fortuna vuole pero’ che lungo la noiosa doppia traccia in discesa, noto a sinistra un sentiero che si addentra tra i larici. Un rapido check al GPS mi fa capire che ovunque vada non mi perdero’, alla peggio portera’ verso valle. Il trail è contrassegnato da segnali di spray sugli alberi , e viste le ampie curve pare palesemente un trail costruito per le bici. Purtoppo il giochino dura poco , e a breve si rincrocia l’asfalto che ci riportera’ senza difficolta’ a Sestriere.

sestriervs

Un giro in quota, senza difficolta’ eccessive, adatto con la dovuta cautela anche a frontini, con panorami eccezionali e sentieri divertenti.
Insomma il giusto approccio per recuperare da un infortunio mantenendo alti sia la sicurezza che il divertimento 😉

Relive

Relive ‘Col basset sentiero bordin’

Traccia

MTB : Passo Mulattiera

Concludiamo ahime’ queste vacanze con il report del piu’ bel giro effettuato in questi 15 giorni : il Passo della Mulattiera, un target che mi ero prefissata prima di partire e che ho portato a casa.

Passo della Mulattiera (Bardonecchia)

La montagna, quella vera, quella sopra i 2000 e’ sempre in un certo modo sinonimo di sfide. Ogni volta che torno quassu’, nei luoghi dove sono cresciuta e dove ho iniziato ad apprezzare le attivita’ outdoor mi impongo di aggiungere un giro, un qualcosa, un obiettivo una piccola conquista. L’anno scorso e’ stata la volta del Sommeiler, quest’anno la mia scelta e’ caduta su un itinerario di cui avevo visto tracce e foto, il passo della Mulattiera, un 1000 d+ di tutto rispetto che resta comunque accessibile anche ai sunday bikers come me che difficimente superano i “K” nel weekend. Ma quassu’ si sale per scendere, e la discesa si conquista. Le premesse sono molto flow anche per questo giro, e la fortuna vuole che qua a Bardonecchia ritrovo Ale Di Pezza, biker gasatissima fondatrice del progetto Pink Freeride.
E quindi si va, due donne, una piccola grande impresa.
Si decide per una breve scorciatoia: la seggiovia di Pian del Sole ci “scontera’” circa 300 mt di dislivello e un oretta di sgambettamento.
Da Pian del Sole si sale verso il Colomion, la salita e’ abbastanza scorrevole anche se ripida, il fondo e’ buono e i miei ricorsi  allo spingismo sono piuttosto sporadici. Malgrado il 42 in qualche modo vado su. Arriviamo in cima all’arrivo dello skilift in circa 1h30 , il cielo e’ perturbato e fa freddo. Una breve pausa caffe’ approfittando del baretto e si ricomincia a pedalare lungo la sterrata che sale dolcemente a mezzacosta verso il passo della Mulattiera. La maestosita’ della Grand Hoche e della Clotesse verso il versante di Beaulard non puo’ essere ignorata, e Ale malgrado la luce dispettosa ne approfitta per qualche scatto con la reflex (nb non ancora disponibili al momento della stesura, il materiale che pubblico e’ tutto opera di cellulare e action cam…) 

mulattiera uphill mulattira quasi in cima
Si sale, si sale, piu’ o meno pedalando, qualche breve tratto di spingismo per me nei punti dove il sentiero e’ piu’ scassato e dove faccio fatica a far scorrere le ruote di questa specy che fortunatamente e’ leggera. Il paesaggio e’ sempre piu’ imponente e malgrado la fatica non indifferente la motivazione e’ fortissima, coscienti che in cima ci aspettera’ una vista mozzafiato e una super discesa su singletrack . Ultimo tratto di spingismo obbligato prima dello scollinamento.

Immense praterie, rocce, sfasciumi, un piccolo nevaio.

E uno splendido singletrack che si snoda giu’ tra prati e pietraie.
Notevole. Senza parole. Indubbiamente uno dei posti piu’ belli e piu’ selvaggi mai visti, luoghi dove la Natura e’ ancora padrona e dove
la traccia di sentiero non e’ stata creata con un bobcat.

top spepcy traccia nevaio ale e kiaz sentiero

Una breve pausa, foto e si scende. Notevole sia il sentiero che il contesto, prima parte super flow tra praterie e pietraie senza complicazioni. La specy conferma la sua vocazione discesistica. Continuiamo la discesa, entrando nel bosco e seguendo le indicazioni per pian del Colle. Qua il sentiero si fa piu’ tecnico, con tratti anche parecchio sassosi e qualche guado. Alcuni pezzi particolarmente viscidi e smossi ci costringono a scendere, ma nel complesso la discesa resta piu’ che godibile.
Ultimo pezzo in direzione Chesal su facile e rilassante singletrack mezzacosta, poi ricongiungimento al comprensorio del colomion
grazie al “20” del bikepark che attraversando un tranquillo bosco di larici ci riporta a Pian Del Sole senza fatica.

28 km in tutto, 863 mt D+ assoluto, 1109 la salita effettiva.

 

Ancora qualche curva giu’ dal bikepark ed eccoci al parcheggio ……. Stanche ma soddisfatte.

Un super giro, in ottima compagnia, a dimostrazione che con la dovuta calma e un minimo sindacale di preparazione anche imprese che appaiono fuori portata si fanno. Certo ci va passione, determinazione e anche voglia di esplorare location inedite difficilmente raggiungibili senza fatica….


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MTB: Sentiero dei Cannoni

Sentiero dei Cannoni – Gran Bosco – Col Blegier – Col Lauson

Continua la ricerca qua in alta Valsusa di trail divertenti e non troppo conosciuti. Stavolta andiamo a scoprire il Sentiero dei Cannoni, nel parco naturale Gran Bosco di Salbertrand. Si tratta di un singletrack che stacca dal piu’ noto GTA(che scende su Montagne Seu e poi Salbetrand nel fondovalle), e che permette un giro ad anello partendo, nel mio caso, da poco sopra Sauze D’Oulx, nei pressi dell’istiuto zootecnico.
Si pedala nel parco, tra boschi di larici, al fresco, e nel silenzio piu’ totale (e’ vietata la circolazione di mezzi a motore), salendo verso la strada dell’Assietta. La salita presenta qualche strappo che preferisco affrontare a spinta, ma rimane in gran parte scorrevole e con un buon fondo, rendendola molto piacevole e rilassante. In un paio d’ore arrivo al Col Blegier, fuori dal bosco, e gia’ qua le praterie la fanno da padrone, per la gioia delle mucche al pascolo.

bleegier mucchee blegier bike blegier

Da qua si scollina sul versante della Val Chisone , e si esce temporaneamenete dal parco. Siamo sulla strada dell’Assitta, aperta anche al traffico, e qua qualche incrocio con jeep e moto e’ da mettere in conto. Tra falsipiani e leggere salite, con sempre uno sfondo spettacolare, si arriva al col Lauzon, che ci riporta sul versante della Val Susa. Da qua gia’ si vede il singletrack che si snoda tra i prati, promettendo una bella discesa flow come da aspettative.

lago lauzon col lauzon skyline lauzon 2 lauzon bike
#Nientedidifficile stavolta, solo far scorrere le ruote tra le praterie, godendosi lo spettacolo della natura e il silenzio. Un sentiero naturale, tutto flow che sembra pero’ fatto apposta per le mtb … Il sentiero poi prosegue nel bosco, sempre restando scorrevole eccezion fatta per alcuni piccoli guadi e qualche tratto pedalato, ma sempre veloce e scorrevole.


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Il trail termina sulla strada che abbiamo percorso in salita, e da qua si puo’ decidere se rienetrare verso Sauze o se allungare con una variante, risalendo di circa 100 mt per prendere il bivio per l’alpe Laune e omonimo lago. Malgrado la fatica si faccia sentire decido di fare quest’ultimo sforzo, quasi tutto a spinta, per poi ridiscendere su uno stradotto sopra il laghetto, e terminare con un breve singletrack fin sulle rive. Grazie alle luci del tramonto anche questo piccolo lago fa la sua figura, meritando i 100 mt di risalita in piu’. Da qui ora non resta che scendere verso l’istituto zootecnico e la macchina, lungo una classica sterrata molto polverosa.

lago launee 1 lago laune 2

Giro molto bello, che unisce panorami, salite mai impegnative e una gran bella discesa, affrontabile questa senza problemi anche con una front.
All mountain per tutti direi, ma stavolta credo che il video possa essere piu’ esplicativo di 1000 parole

-> video 2017

SentieroCannoniSound from Green Specy on Vimeo.

video 2019

-> traccia gps gpx

NB: Ricordo che siamo in zona parco e che – teoricamente – alcuni sentieri sono vietati alle bici. Il percorso proposto non dovrebbe comportare divieti, ma la sottoscritta si esula dalla responsabilita’ di evntuali variazioni delibrate dall’ente parco. L’uso della traccia e’  vostro rischio e pericolo.


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MTB: Singletrack de l’Infernet

Singletrack de l’infernet (Briancon)

Il Singletrack de l’Infernet, o meglio nome corretto “La Batterie de la lame“, ma noto online sotto vari nomiGondrand“, giro dei forti  ecc ecc ecc. e’ un sentiero a traccia singola che dalla zona del Gondrands e che scende verso Briancon passando per il bosco dell’Infernet.
E’ uno di quei trail di cui si fa un gran parlare, con pareri molto differenti nelle varie recensioni riguardo la difficolta’.  La FFC, federazione Francese di Ciclismo, lo classifica nero (difficile), alcuni siti italiani lo giudicano addirittura “percorribile con una front”. Come scoprire chi ha ragione ? Andando a vedere, alla peggio se dovesse essere davvero nero dove non si passa si scende.

Il progetto dell’impresa parte dalla salita: siamo di fronte ad un 1000+, da affrontarsi su sterrate e asfalto chiuso al traffico …
1000 e piu’ metri di dislivello in circa 14 km . Sono numeri per me impegnativi, da affrontare con calma, ma non impossibile.
Quindi ci si prova.

fontenil forte

Si parte da localita’ Fontenil, sotto Briancon , e si sale per una sterrata che presenta qualche strappo da “spingismo”, teoricamente tutta pedalabile, ma con il 42 io non ce la faccio. E’ necessario prestare attenzione ai bivi, la zona dei forti di Briancon e’ piena di strade e straducole, e senza traccia o cartina e idee chiare e’ facile sbagliarsi. Una volta arrivati alla strada militare asfaltata, sbaglarsi e’ impossibile. Ricordo che e’ una strada vietata al traffico, e che in alcuni periodi dell’anno e’ chiusa per tutti in quanto attraversa un poligono di tiro.

Il panorama, come sempre da queste parti, fa la sua parte per rendere anche la salita interessante, alternando la Barre des Ecrins
e la valle di Cervieres.

barre ecrins 1 barre 2 cervieres

La salita pare a tratti eterna, mai troppo faticosa ma eterna. Ogni tanto controllo il GPS, sperando di essere a buon punto, ma sembra
sempre esserci un tornante in piu’ … finalmente, dopo 4 eterne ore di pedalata siamo al colle del Gondrand. C’e’ un vento gelido,
il panorama e’ spettacolare, ma il freddo incita a rimettersi in moto… Metto le protezioni , monto la mentonira al casco e via,
giu’ prima da un mezzacosta sassosissimo e poi eccolo che ci aspetta, il singletrack de l’infernet o meglio La Batterie de la Lame. 

gondrand 1 gondrand 1

Abbiamo detto chela FFC lo definisce NERO : e posso assicurarvi che nero e’ : non tanto per le pendenze, quanto per l’essere stretto con tornantini che questa specy 27.5 fa molta fatica a chiudere. Certo, mettiamoci pure che ho questa bici tra le mani  da appena 1 settimana, e che vengo da una 26, ma gli ingombri si fanno senetire. Nello stretto non riesco a girarla, molto probabilmente manca la tecnica, ma anche dicamo che l’essere in completa solitaria diminuisce molto il mio “confidence level”, fatico ad uscire dall’aree di confort, sapendo che devo tornare giu’ intera (E pure la bici) e mantenere la giusta lucidita’.

singletrack de l infernet
Lucidita‘, perche’ questo trail da poca tregua, si qualche punto in cui torna un piacevole flow c’e’, ma sempre con gli occhi apereti,  perche’ il tornantino stretto puo’ essere dietro l’angolo …. Diciamo che considerata la mia preparazione e l’istinto di sopravvivenza ne ho chiuso in sella circa l’80% , piantandomi sui tornatini piu’ stretti (specie a dx) e su un paio di parti particolarmente scassate in cui il rischio di caduta poteva esseere alto. Non e’ un bikepark, anche se palinato e catalogato FFV e’ un sentiero naturale, e come tale non ha sponde o quasi . Una bella palestra, per rendeersi ben conto del proprio livello e delle proprie paure (cheonei tratti esposti crescono a dismisura) e delle skill su cui dovro’ lavorare … Insomma tra me e l’infernet resta un conto aperto ….


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Concludendo : un trail per enduristi con la E maiuscola, che probabilmente puo’ anche diventare parzialmente meccanizzabile (navette
da briancon, poi volendo impianti) , la maggiore difficolta’ e’ data dai tornantini stretti, da alcuni tratti esposti e dal fatto che il singletrack e’ davveero singletrack, spesso scavato e con il mc basso delle bici moderne ci sono parti che possono essere problematiche. La salita se fa, ma la prossima volta penso che sarebbe piu’ divertente scendere dalla blu, insomma per il mio livello e preparazione non e’ cosa da fare dopo 14 km di salita. In ogni caso se vi trovate da queste parti e avetee una full, vale la pena provarci 😉

Relive :

Traccia (versione col gondrand, senza salita al forte)

Per piu’ infos e altri giri nel briancconais :
https://www.espace-vtt-brianconnais.com/brian%C3%A7on-villar-st-pancrace/brian%C3%A7on/

MTB: Caccia al tesoro

Dopo 3 “Classiche” (Cima Bosco, Passo Mulattiera, Lago dei 7 Colori) dell’alta Valle e una giornata in bikepark a sauze volevo trovare un itinerario un po’ alternativo, non eccessivamente lungo (percorribile in circa 4 ore max al mio lentissimo ritmo) ma con una discesa divertente il giusto. Non e’mai facile stimare la difficolta’ o la scorrevolezza di un trail guardando solo tracce sui vari siti,  spesso con descrizioni molto sommarie o prive di descrizioni.
L’idea era comunque quella di scovare qualcosa nell’area del Cotolivier,
abbondantemente ricca di sentieri e stradotti. Ravanando online mi imbatto in una fotografia di una mappa cartacea, con indicati  a pennarello alcuni percorsi e segnalazioni di tratte richiedenti “spingismo” o passaggi reputati tecnici dall’autore. Peccato che la mappa e’ su un immagine jpg, quindi non usabile come cartografia su mytrails. Tra i vari trail indicati sulla mappa cartacea c’e’ n’e’ uno evidenziato in arancione che mi attrae particolarmente: stacca dal sentiero che conduce verso il lago Desertes prima del tratto in salita, all’altezza del bivio per la croce di San Giuseppe. Il sentiero appare con simpatici tornantini e un lungo traverso che termina al paesino di Millaures.

bike pierre menaud
Opto per partire da PierreMenaud, quota 1450 circa. Da qua si sale verso il Cotolivier, prima su asfalto poi su sterrato, sempre agevole e pedalabile anche con il mio malefico 42. Poco prima della cappelletta in cima, si segue il cartello per Pourachet. Da qua una strada mezzacosta scende leggermente, per poi trasformarsi in sentiero e risalire, costringendomi ad un po’ di sano spingismo causa fondo breccioloso e instabile (in realta’ con piu’ allenamento e/o rapporti piu’ corti e’ pedalabilissima tutta). Come molti  sentieri mezzacosta anche questo gode di uno splendido panorama con vista sulla punta Clotesse e l’immancabile Chaberton (3000+)

chaberton

Finalmente un cartello con le indicazioni per la croce di san Giuseppe e il lago Desertes … e un sentiero anonimo, non segnalato, che scende verso valle …. Confrontando le mappe parrebbe proprio essere lui, il “mio” singletrack.

clotss


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Pronti si scende: come da programma il sentierino non delude: tanti simpatici tonrantini, ottimi per migliorare la tecnica, che mi mettono a volte in leggera difficolta’ con gli ingombri della specy .. fondo un po’ smosso , non perfetto ma comunque godibile.

La parte tortuosa finisce in una radura, da cui riprende la traccia dai prati, diventando molto flow interrotta solo da un albero caduto e da recinzioni…. qualche piccolo torrentino da guadare, una parte un po’ fangosa, un paio di divertenti gradoni su pietre fisse.
C’e’ quasi tutto …. ancora singletrack e poi un’ultima parte su mulattiera scassata e abbastanza ripida, ma non tanto da spavnetare la specy e la sottoscritta. Siamo a Millaures, e da qua un altro singletrack mezzacosta con qualche rilancio ci ricondurra’ a Lauzet e da qui a Vazon su carrabile. Ultimi tagli nel bosco (molto divertenti) e ritroviamo il punto di partenza.

vrso loze

Cercare, esplorare, rischiar di perdersi fa parte del gioco. A volte pochi elementi portano discese super belle e divertenti. Questa era davvero inedita, e senza la conoscenza del territorio dei miei genitori non sarebbe stata cosi’ a colpo sicuro. Infatti e’ grazie a loro, veri local, che han preventivamente percorso il sentiero in salita a piedi che ho potuto avere la certezza della ciclabilita’ della traccia.
E chissa’ quanti altri sentieri da scoprire o riscoprire ci sono quassu’. Bisogna solo saperli cercare …. 


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MTB: Cima Bosco

MTB: Cima Bosco (Val Susa)

Cima bosco e’ sopratutto nota come classica facile gita scialpinistica/snowalp invernale. Si tratta di un bel panettone alto
circa 2400 mt slm, situato tra Sauze di Cesana e Thures,con un versante boscoso e un’altro piu’ aperto, con un pendio “surfabile”/sciabile in inverno e affrontabile in mtb in estate, grazie ad un singletrack che sulla carta dovrebbe essere molto flow e divertente.
Per conquistarsi questo bel sentiero pero’ ci aspettano 14 km di salita e circa 1000 metri di dislivello. Sono i primi 1000 dell’anno
per me e per questa Specy Stumpjumper verde con cui sto facendo amicizia.

cima bosko 1
La salita e’ nel bosco, sempre ombrosa su carrabile mai troppo difficile e mai troppo pendente, ma con fondo a volte irregolare, breccioloso e comunque poco scorrevole. Le difficolta’ per me con il 42 si fanno sentire come c’era da aspettarsi, e tocca alternare pezzi pedalati a pezzi di “spingismo”, ma posso assicurare che con una gamba migliore o con rapporti piu’ consoni si pedala al 100%, tranne forse l’ultimo brevissimo strappo. Il guadagno di quota e gli scorci panoramici comunque invogliano a continuare a salire, pronti a godersi la ricompensa finale.

cima bosko1

Questo e’ un classico giro “salgoperscendere“, di quelli che piacciono a me. Quelli in cui la dicesa te la conquisti, quelli in cui non importa se hai il reggisella telescopico o meno, tanto una volta in cima l’assetto e’ quello da discesa fino in fondo.

cimabosco 3

Gia’ dall’alto si intuisce che il flow ci sara’ : un bel sentiero naturale si snoda nel bosco rado, con curve mai troppo strette, qualche
tratta vagamente piu’ tecnica ma sempre all’insegna di una piacevole e guidabile scorrevolezza. Flow. Dovendo forzare un paragone
con qualcosa di appenninico, possiamo tranquillamente paragonarlo alla parte alta del Vallone delle Cese.

cima bosco singletrack

cima bosco 6 cima bosco cartello
Saltuariamente qualche tronco obbliga a qualche deviazione, ma de facto non e’ mai stato necessario scendere dalla bici. Peccato solo per l’ultima parte, una mulattiera mediamente ripida e scassata che richiede una certa attenzione, ma niente di difficile.


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Nel complesso un classico giro “premio”, con discesa da conquistare e che vale tutta la pedalata in salita. Vivamente consigliato a chi ama il flow naturale, tutto da conquistare pero’ 😉

Relive:


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Traccia GPS GPX

MTB: Specy Stumpjumper : prime esperienze “alpine”

Primi giorni sopra i 1000 in Val di Susa per la sottoscritta e la Specy Stumpjumper Verde. Il tempo per il momento non e’ molto d’aiuto e per ora ho fatto due brevi giri per testare ulteriormente le potenzialita’ del mezzo. Partiamo da ieri, primo giorno quassu’, meteo incerto: optiamo per una salita relativamente breve ma non esente da tratte ripide, che ci porta fino all’arrivo della seggiovia che da Campo Smith (Bardonecchia) arriva a pian del Sole. Da li si staccano i principali trails artificiali del bikepark. Prima di lanciarci giu’ per la D15 proviamo un po’ di salti sui piccoli drop accanto alla stazione di monte della seggiovia: confermiamo che e’ tutta un’altra storia, e che la sicurezza che infonde questa bici e’ notevole.
Per intenderci, con la Slayer faccio solo il salto piccolo. Con questa specy mi sono tranquillamente spinta su quello intermedio.

In salita si e’ difesa, anche se, come gia’ precisato, il 42 per me e’ poco, e andra’ valutata un opportuna modifica per renderla meno stancante.

La discesa dal D15 invece liscia come l’olio. Questa bici fa davvero tutto lei, anche se il sentiero rispetto al passato e’ stato notevolmente semplificato e spianato ….

Bardo Bikepark D15 Specy from KiaZ bike surf and more on Vimeo.

Oggi invece, sempre causa meteo poco clemente optiamo per un breve ma panoramico giro. Restiamo in zona Bardonecchia, salendo alle Grange Rho e scendendo dal simpatico SingleTrack gia’ affrontato parecchie volte con Slayerina. Per la salita confermo quanto detto finora, il rapporto attualmente montato non e’ sufficentemente agile per le mie gambine. Finche’si tratta di giri brevi si gestisce, ma dovendo pensare a raddoppiare il dislvello temo che le cose si complicheranno. In compenso in discesa arrivano solo conferme all’agilita’ e facilita’ di questa bici. Anche in un singletrack stretto e esposto infonde sicurezza, difendendosi bene pure in un bel tornantino stretto

GrangeRhoSpecy from Green Specy on Vimeo.

La seconda parte del trail prevede invece qualche rilancio, dove ahime’ la specy si pianta, e mi richiede di spingerla su tratte che con la Slayer passavo tranquillamente. Credo che comunque anche questo sia risolvibile almeno in parte con le modifiche alla trasmissione di cui abbiamo gia’ parlato.
Sara’ interessante vedere come me la cavero’ con questa bici in giri con un dislvello piu’ importante …. Stay tuned …

specy fiori

 


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MTB: Sansicario – Champlas Seguin – Soleil Boeuf – bikepark

Secondo e purtroppo ultimo giorno in alta Valle. Il tempo fortunatamente regge, anche se la notte ha piovuto e questo condizionera’ la scelta del giro.  Tempo a disposizione piuttosto limitato in quanto dopo pranzo tocchera’ ripartire …. Dopo un po’ di ragionamenti  e consulti di cartine e tracce, decido di fare, con una variante piu’ sicura, un giro che la scorsa estate mi aveva in fondo lasciato un ricordo positivo. E’ un anello poco frequentato, con partenza da San Sicario, primo traverso verso Champlas Seguin e poi  salita abbastanza aggressiva in direzione Fraiteve, che non percorrero’ tutta ma mi limitero’ ad arrivare al collegamento per
Soleil Boef, area di arrvo della prima trance di impianti. Da qua inizia quel che una volta era l’unico trail del bikepark di  San Sicario: sulla carta un divertentissimo singletrack in gran parte naturale dove il flow la fa da padrone e i pochi passaggi un po’ piu’ tecnici sono inseriti molto bene.
La gita purtroppo inizia male. La gomma posteriore di #Slayerina e’ a terra. Si tratta di un pneumatico latticizzato, tubeless home
made. Non ho liquido anti-foratura, provo invano con il Fast. Niente da fare, la bomboletta sputa fuori il contenuto ovunque tranne che nello pneumatico e non riesce a gonfiare la gomma. Non resta che passare ai vecchi metodi: mettiamo una bella camera d’aria
e via, si parte, pronti a salire.

foratura champlas

Una bella traversata in un fresco bosco e poi iniziano le rampe, che pian piano con il 36 riesco a superare in maniera quasi completa.
Solo in 2 punti davvero tosti ho dovuto percorrere qualche metro a spinta. Ricordo che lo scorso anno i metri a spinta sono stati molti di piu’.

chalmettes

slayernarcisi pozza champlas sestrieres
Raggiunto Soleil Boeuf inizia il singletrack, che purtroppo pare presto perdersi nel nulla. Fortuna che si intravede qualche traccia tra l’erba, e riesco a ritrovare il passaggio, che pero’ piu’ di una volta risulta ostruito da alberi caduti, o da rami che rischiano di infilarsi nelle ruote e che comunque rallentano la corsa. Un vero peccato, perche’ il trail in questione e’ veramente divertente e basterebbe davvero poco a liberarlo almeno dei rami e a ricongiungere le parti mancanti. Su un passaggio un pelo tecnico ho dovuto levare i rami a mano per poter scendere in sicurezza.

finale

Spiace che anche se non servito piu’ dalla seggiovia stia messo cosi’ male. Certo e’ in una zona un po’ fine a se stessa e non perfettamentente integrabile in altri giri piu’ lunghi, ma credo che potrebbe essere oggetto di interesse per chi ha una bici elettrica e di conseguenza potrebbe ripercorrerlo piu’ di una volta anche senza risalita meccanizzata.

Qua di seguito il video realizzato con relive , che ben rende l’idea del percorso ….

E la rispettiva traccia GPS GPX  per chi si trovasse in zona e volesse ripercorrerlo.

Resta ad ora un divertente trail servito da una salita non facilissima ma panoramica e con fondo buono, e verrebbe voglia di  armarsi di rastrello e tronchesine e dargli una ripulita e renderlo piu’ agevole ….



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Si conclude cosi’ questo breve weekend o meglio anticipo d’estate nella mia Valle, sperando presto di tornare a girare in location
dove non e’ solo la tecnicita’ del trail che fa la differenza, ma anche tutto quello che sta attorno ….

MTB: finalmente in ValSusa

Day 0 – Prologo : Rapallo Funivia .
Il mio weekend lungo con #slayerina comincia inaspettatamente in Liguria, complici alcuni contrattempi mi ritrovo a Rapallo a salire sulla funivia di Monteallegro.

funivia montallegro

Qualche video e qualche ricerca qua e la mi portano su un tracciato denominato “jump jump”, che scende nei boschi sul versante della strada asfaltata. Se gia’ dai video la tecnicita’ del trail pareva elevata, dal vivo lo e’ ancor di piu’, mettendo a dura prova le mie capacita’ e quelle della povera Slayer che avrebbe voluto qualche cm in piu’sulla forka. Morale della favola, troppo tecnico per stare solo con le ginocchiere, la caviglia ancora protetta dal tutore e il mio spirito di conservazione mi fanno cercare il modo per abbandonare il sentiero e scendere su asfalto. Montellegro 1 Kiaz zero … ce ne ricorderemo, ma per fortuna la Valsusa ci attende ….

Day 1 – Bardonecchia – Singletrack Grange Rho Grange Frejus
Reduce dagli “sgarupi” Liguri ho bisogno di divertirmi, rilassarmi, non fare cose troppo impegnative e godermi un bel panorama.
La scelta cade sulla valle della Rho, con un giretto di cui avevo gia’ parlato. Salita con fondo piuttosto antipatico, breve proseguo lungo la valle per fare qualche foto e divertirsi con una scalinata in legno

rho scale rho slayer rho panaorama

… Poi singletrack simpaticissimo, super panoramico
e a tratti esposto ma mai complesso, eccezion fatta per un paio di tornantini che richiedono un pochino d’attenzione. Ultimo pezzo
un po’ noioso con mulattiere, ricompensato da un divertente ripidone finale che spara dritto in un prato fiorito. Gambe un po’ inchiodate, altitudine che seppur non elevata si sente ma la sgambettata si e’ fatta 😉

singletrack rho

Video :

valle rho mtb june 2017 from KiaZ bike surf and more on Vimeo.

SEGUE : DAY 2

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