MTB: Genova Righi – atto 2°

Genova – Righi – Atto secondo

Uscire di casa in bici, arrivare alla stazione, prendere il treno per Genova Principe e trovare un’amica biker che ti aspetta. In pratica il mondo dei sogni, l’universo parallelo chiamato Liguria dove molto è misura di biker. Scesa dal treno incontro subito Laura, un’altra delle #ragazzefreeride con cui saliremo a Righi con la funicolare e da li iniziera’ il gliro. Stesso iter seguito nella prima esperienza di un mesetto fa con Angela, ma stavolta la strada è un po’ diversa. Raggiungiamo in breve un forte, aperto in occasione di un evento MTB con tanto di pump track all’interno. C’è anche la possibilita’ (teorica) di testare alcune ebike, ma l’attesa rischia di essere troppo lunga, inoltre non amo fare test di questo tipo su terreni che non conosco.

righi 1 righi 2

Ci uniamo ad un gruppo eterogeneo (comprensivo di elettrici) di maschietti e iniziamo il giro. Subito a sorpresa un bresissimo ma divertente singletrack tutto curve, poi si pedala, piu’ o meno agevolmente su un panoramico mezzacosta. Da qua arriviamo al primo trail, il Maggiolino, gia’ fatto nel precedente giro. Ma stavolta vi ci porto proprio grazie all’action cam:

Il trail è mediamente flow con una sezione tecnica abbastanza ripida e insidiosa, complice anche il terreno molto secco, ma si fa senza intoppi. Rientriamo poi su una strada sterrata molto frequentata da pedoni. Risaliamo al forte, dove incrociamo Silvia e India, già conosciute al giro della 24h, in attesa di testare un ebike (chissa’ come sara’ andata …) .
Il tempo si guasta un pelo, i tempi di attesa non sono chiari e io e Laura ripartiamo. Si unisce Monica, super endurista con esperienza
agonistica. Dunque subito giu’ per i trail, il primo si chiama Bruco, seguito da Artu‘. Tutto techical flow molto da guidare, su un buon terreno. Insomma cose che a me e alla mia specy piacciono. Risaliamo e facciamo subito un’altro trail, forse il piu’ flow del giorno, si chiama le Frecce. Da li dinuovo asfalto, e stavolta ci fermiamo per una pausa comprensiva della dovuta birra.
Un’ultima run sulle Frecce, un’ultimo sterrato e poi l’asfalto ci ricondurra’ in centro di Genova.
Ne approfittiamo per un breve giro per le vie principali della citta’, che in questo periodo è addobbata di ombrelli colorati in occaione dell’evento fieristico euroflora.

kiaz & laura

Concludendo, la fortuna di avere trails di un certo livello dietro casa non è cosa da poco, e non lo è nemmeno il poter raggiungere facilmente
svariati “spot” senza usare la macchina. Il genere prevalmente è come detto il flow a tratti tecnico, che richiede sempre un po’ di attenzione. Il terreno ligure aiuta, avere dislivelli di 500 e piu’ mt a ridosso del mare e a ridosso di un capologo di regione non è cosa che capita ovunque. Ma ormai lo abbiamo capito. Per la MTB (e non solo) questa regione con cui ho comunque un certo legame non ha uguali …
Il prossimo step ci portera’ invece nell’entroterra …. Stay tuned ….

Relive ‘Genova righi 2’

Traccia GPX :
GPSies - Genova Righi

MTB: Rive Rosse

… Perchè ci sono piu’ trails che onde … e la MTB puo’ portarti in posti dove è difficile capitarci, se non per sbaglio. Posti che, per un comune mortale potrebbero non significare nulla. Ma che riservano grande divertimento a chi apprezza un certo modo di andare in mountain bike. Parliamo sempre di enduro, e stavolta siamo nell’estremo Nord del Piemonte, destinazione Rive Rosse, posto di cui ho letto spesso e volentieri su riviste e web.

All’uscita della Torino Milano il panorama è poco rassicurante. Pianura e risaie. Avvicinandosi alla localita’ di partenza, un paesotto chiamato Brusnengo(provincia di Biella), si iniziano a scorgere delle alture. Meno male, vuol dire che siamo nella direzione giusta.



La temperatura purtroppo non aiuta. Daniele, il local che mi fa da guida, mi dice che siamo in un periodo borderline per questo giro (che non supera l’altitudine di 500 mt slm) , e che la zona è in genere molto calda, ragion per cui risulta essere frequentata sopratutto d’autunno e inverno. Ma ormai siamo qua e tocca levarsi lo sfizio di vedere questo posto famoso sopratutto per una zona dal terreno rossiccio con salti costruiti e elementi naturali su cui scatenare la fantasia.

La prima salita è la piu’ brutta. Ha qualche analogia con lo spingismo di Cerveteri, fortunatamente è piu’ breve. Si attacca con il primo singletrack , prima parte in discesa, poi un falsopiano con elementi divertenti, fino ad arrivare allo start della zona dei salti. Qua c’è veramente da sbizzarrirsi e dare sfogo alla fantasia , con drop, step up e qualche passaggio tecnico su roccia.

fly shadow jump roccia

Per certi aspetti il posto sembra una Liguria senza mare, ma il panormama cambia ad ogni angolo, e completato il trail si risale, stavolta piu’ agevolmente in mezzo alle vigne per poi raggiungere un punto panoramico che offre un inaspettato scorcio su un lago.

lago top vigne io vigne

Da qua, altra discesa. Singletrack flow senza particolari difficoltà, che ci riporta poi su asfalto . Sosta in un paesuncolo dotato di fontana, per poi risalire due tostissime rampe per arrivare all’ultimo trail della giornata.

h2o

h2o 2

Ultimo trail che parte da un’altro punto panoramico e che scende fin in riva ad un lago, sentiero abbastanza tecnico, scassato il giusto con qualche ripidone e qualche passaggio da scegliere bene le linee , divertente anche se purtroppo non apprezzabile appieno causa stanchezza.

galletto

lago

Concludendo, un posto interessante , probabilmente visto nella stagione sbagliata. Il caldo, anche se non eccessivo non aiuta. La cosidetta “zona dei salti” vale tutto il giro se amanti del genere, con step up e drop che a vista possono impressionare ma concepiti molto bene per permettere dei discreti voli. Il tutto su un terreno particolare, non al meglio per il secco, ma comunque in grado di dare un dignitoso grip. Un posto da vedere se si capita in zona insomma.
Un ultima nota la dedico nuovamente alla “questione elettrica” : la mia guida ha usato una Focus Sam motorizzata Shimano. Ho avuto modo di provarla su alcuni tratti in salita anche tecnici, argomento che non avevo ancora approfondito durante altri test. Con questi mezzi è possibile dimezzare lo sforzo salendo anche in punti dove un comune mortale di medio allenamento con una classica full non pedala. Sicuramente sono mezzi che modificano il concetto di MTB, spostandolo su una questione piu’ tecnica che fisica. Non so quanto il tutto “paghi” in discesa , fatto sta che fare ancora tutto con le proprie gambe sara’ poco “fashon” ma di di grande soddisfazione personale 😉

Relive:

Relive ‘rive rosse’


Traccia

 

 

MTB Cerveteri enduro rock center : Dark Deer e Snake

MTB: Cerveteri enduro rock center : Dark Deer & more …

il rientro dalla Liguria con conseguente ritorno alla consueta solitudine porta una buona dose di motivazione per partire ad esplorare nuovi trail e nuove location. Di Cerveteri ne sentivo parlare da un po’, o meglio da un po’ cercavo di documentarmi in merito per capire che genere di percorsi potesse offrire. Una cosa era chiara dal materiale trovato in rete : trattasi di zona umida, con corsi d’acqua e terreno tutt’altro che drenante. Premesse interessanti in caso di secco … due giorni di sole probabilmente non sono abbastanza, ma la voglia di andare in esplorazione è tanta. Sapevo a priori che lo “spingismo“* sarebbe stato protagonista, ma dopo l’esperienza ligure credevo di essere pronta a tutto …
Quindi eccomi pronta a seguire la traccia gentilmente resa dispobibile da Cerveteri enduro rock center , con partenza dalle Necropoli.
Dopo un breve tratto costeggiando l’area archeologica, si inizia a salire in mezzo ai prati, su strada bianca piacevole, unico neo le frequenti pozze d’acqua che fanno presagire quel che mi aspetta e confermano i miei sospetti. Il panorama è molto bello, si scorge il mare in lontananza, e sono circondata di prati fioriti. Una classica giornata di primavera insomma …

crv1 crv2
Ma il rilassante “bucolico” paesaggio primaverile ben presto viene interrotto da un cancello lucchettato che segnala una zona di caccia…
dopo un po’ di esitazione sulla scia di un gruppo di persone a cavallo che lo aggira, decido di scavalcare e proseguire. I prati lasciano spazio alla macchia, e le dolci pendenze a delle impervie rampe, spesso scassate, che sono costretta a superare a spingismo.
Altra conferma assieme al fango, che continua “piacevolmente” a rendere ostico il passaggio anche nei pochi tratti pedalabili … ma non mi arrendo e continuo a spingere la specy … Arrivo – stanca – finalmente in cima all’altura dopo ben 1h e 40 minuti tra tratti pedalati e spingismo, ma la vista e la pace ripaga … tempo per godersi un po’ di aria buona, cambiarsi , fare foto e montare la mentoniera al casco.

top1 top io

Dunque ripartiamo alla ricerca dell’attacco del Dark Deer. Trattasi dell’ultimo trail nato in zona, che dal materiale visto in rete promette bene. Dopo qualche ravanamento** riesco a trovare l’imbocco, che si incanala tra gli alberi sul versante est. Il sentiero è ancora “fresco”, si vede che è nato da poco, ma promette bene. Unico problema continua ad essere il fango, ho le gomme quasi lisce e questo mi crea insicurezza al punto da evitare alcuni passaggi in realta’ fattibili. Il trail alterna qualche tratto pedalato a tornanti e parti piu’ guidate, con due bei salti ben costruiti.

jump1 jump2

Il sentiero termina ad una specie di crucivio, al centro del quale c’e’ un simpatico ponticello sotto il quale scorre un torrente…
la location mi fa pensare che siamo nella zona delle famose cascate, attrazione turistica/ambientale della zona. Da qua il GPS inizia a fare i capricci, e inizio a non capire dove devo andare. Malgrado la posizione imprecisa provo a seguire la direzione che ritengo piu’ plausibile … mi ritrovo un folto gruppo di bikers XC (cross country) in direzione opposta … quindi temo di aver sbagliato.Provo a seguirli ma dopo poche curve il sentiero inizia a salire pesantemente, quindi confidando nel fatto che la traccia da me scaricata dovrebbe essere “enduro“, quindi prediligere la discesa alla salita, faccio inversione di marcia.
A intuito mi “arrabatto” tra pedalata e spingismo, lungo un sentiero che costeggia le famose cascate che riesco a intravedere …

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cascata

la priorita’ è trovare il sentiero della traccia.

Ingannata dalle segnaletiche cai mi ritrovo a scendere dei ripidi scaloni per poi risalire l’ennesimo stradotto scassato … fino ad imboccare finalmente il secondo trail in discesa del giro, lo “snake”. Questo è sicuramente piu’ flow, con qualche tratto tecnico che giunge senza preavviso e qualche strettoia … anche qua purtoppo lo spirito di conservazione ha la meglio, e decido di evitare punti dove rischio di cadere … sono comunque da sola, in zona non coperta dal cellulare . Il ravanaggio continua e alla fine tra difficolta’ di orientamento e un guado non troppo facile affronto l’ultima salita a spingismo, che mi riconduce sulla sterrata larga in direzione Necropoli … ci sarebbe stato un terzo trail, il boschetto, ma la poca batteria del cellulare mi ha fatto desistere, non potevo permettermi di non sapere come ritrovare la macchina …

n3cropoli

Un giro faticoso, caratterizzato da salite impegnative con discese sicuramente interessanti, che richiederebbero una resistenza alla
fatica superiore alla mia attuale per essere apprezzate appieno, oltre che magari ad un clima molto secco. La zona vale comunque qualche ulteriore indagine per capire se ci sono sistemi per percorrere singolarmente i trail in modo da metabolizzarli senza perdere troppe energie.
Voglio concludere con un paio di riflessioni: la prima riguarda l’eventuale utilzzo di una mtb elettrica per il giro; credo che sicuramente il dispendio energetico e i tempi di percorrenza saranno minori, ma le rampe in salita sono a tratti molto tecniche e richiedono suppongo una certa preparazione … penso che con il mio attuale know-how e allenamento avrei faticato in ogni caso, magari in modo diverso. La seconda riguarda il mio girare da sola. De facto è una necessità. Adoro la MTB, e il suo scopo primario per me è quello di andare a spasso alla scoperta di nuovi trails e nuovi posti. Andare a spasso e magari divertirsi in discesa, senza dover fare le corse. Un giro come questo, fatto in modo frenetico puo’ diventare molto pesante.
In giri cosi’ vado piano, mi piace fermarmi a fare foto e ammirare il paesaggio e ho i miei tempi. Purtoppo in zona Roma per ora non ho trovato altri bikers che condividono questa mentalita’, e dopo un po’ fare sempre gli stessi trail diventa un po’ noioso.

Lo so sono un po’ folle, ma adoro la mia bici e voglio portarla a spasso !!!

Traccia (tnx Cerveteri enduro rock):
https://drive.google.com/open?id=1utYyqG9eNqtQ5tEaAoA6cG1dHOBdC3dv

Relive

Relive ‘Cerveteri dark deer snake ravanation’

Glossario:
Spingismo : spingere a piedi la bici
Ravanamento, ravanare, ravanaggio: di provenienza dallo sci alpinismo, girare a volte a vuoto per trovare un passaggio. 

MTB: Finale Ligure 24h con le #RagazzeFreeride

Finale Ligure 24h con le #RagazzeFreeride

Dimentichiamoci per un giorno di tutto quello che è la routine, anche quella routine legata alla mtb. Dimentichiamoci di Formello, dei giri in solitaria o della non sempre semplice convivenza con gli elettrici. Siamo dinuovo in zona Finale Ligure, e stavolta io e la mia Specy siamo in compagnia delle Ragazze Freeride. Sei donne in bici, un miracolo potrei dire !! Sara, Angela, Silvia, India , Manuela e la sottoscritta … queste ragazze sono qua per provare il giro della 24 ore di Finale, storica gara endurance a squadre in cui si deve percorrere un anello a turno lungo ben 24 ore … niente male !! Pur non conoscendoci il feeling con il gruppo è subito ottimo, e dopo un caffe’ si inizia a pedalare .
Il tracciato, almeno sulla carta non è propriamente enduro, si tratta di un anello in stile XCO (cross country olimpico) di circa 10km, in cui ci sono molte sezioni da pedalare ma anche una buona parte di divertenti discese come vedremo in seguito. Il livello in discesa è di fattibilita’ anche con un frontino (a patto di saperlo portare, perchè cmq siamo in liguria e pietre ed ostacoli non mancano) , mentre le salite sono spesso tecniche, richiedono sia gamba che capacita’ o, in alternativa, una bella e-bike.

Il percorso parte dall’altopiano delle Maine, a cavallo tra Spotorno e Finale Ligure. Si inizia con un singletrack saliscendi, da pedalare che spezza molto, con molti cambi e sprint in salita. Si capisce subito che non è il classico giro enduro in cui in qualche modo si sale e poi si scende, almeno in una prima fase. Dopo un po’ di questi saliscendi un po’ troppo da frontino o elettrica per i miei gusti,

24h 1 24h 2 24h 3

Arriviamo ad un bel mezzacosta panoramico, e quindi una prima discesa un po’ piu’ lunghetta. Il trail si lascia guidare, presenta qualche piccolo ostacolo ma #nientedidifficile , solo tanto divertimento e una bella vista a picco sul mare.
Un’altra tratta mezzacosta super panoramica, foto di gruppo e davvero tanto divertimento e bella compagnia. Non posso non osservarela Slayer di Sara, “gemella diversa” della mia #Slayerina … peccato che la modifica monocorona la rendano poco pedalabile a differenza della mia. Resta sempre la mia “bici del cuore”, quella che mi ha fatto entrare in questo mondo magico … certo ora con la Specy è
altra cosa … ma #Slayerina è sempre li …

gruppo rayazzefreeride

slayer sara

specy 24h vs noli

Il giro continua, tra tratte panoramiche, flow, e “spingismo” per chi come me in salita tecnica ha problemi sia fisici che di rapporti che di geometrie …ma tutto sempre nel segno del divertimento e della condivisione di tutto quello che di positivo la MTB puo’ dare … fino ad arrivare ad un ultima salita a spingismo, che conduce al premio finale: il TOBOGA, una tratta super flow con sponde GIGANTI … una di quelle cose che immaginavi esistessero solo nei video …. roba da giostra, e quindi criceto mode on, si torna su a ripetere le ultime enormi sponde paraboliche di questo trail indescrivibile per il godimento che trasmette. Strettamente consigliato a tutti, dalla bmx all’elettrica. Tornerei di corsa solo per girare su questa sezione.

birra

Immancabile la birra di fine giro … e tanto casino in compagnia. Non c’è nulla di piu’ bello che confrontarsi,  con le altre #ragazzeFreeride su argomenti tecnici che possono spaziare dalla sella alla scelta dei rapporti, cose che indubbiamente
sono un po’ differenti tra i due sessi …

Che dire … un universo parallelo. L’enduro al femminile esiste. Non sono sola nella galassia, lo sono solo nel mio attuale pianeta.
Lo so, #noneunosportdafemminucce .. ma a noi piace cosi’. Finalmente posso parlare al plurale. Grazie di eistere #RagazzeFreeride , tornero’ al piu’ presto a trovarvi , nel frattempo torno alla mio mondo reale, girando sui flow trails di Formello e rendendo disponible #slayerina a chi volesse avvicinarsi a questo sport, che non è solo fatto di sfide e tecnica, ma è anche un bellissimo modo per stare all’aria aperta e vedere posti nuovi 🙂

A presto ragazze !!!

Traccia GPX tnx to India 24hfinal3-93077-data.gpx

MTB: Civitavecchia – il Cerro

Torna il sole e si va a provare un nuovo trail in zona Ripetitori di Civitavecchia. Si chiama il Cerro, e parte da dietro il 2o ripetitore :

cerro

Come ormai d’abitudine in questa zona il terreno è caratterizzato da frequenti rocce, spesso utilizzate come ostacoli naturali nel trail. Il nuovo sentiero, che ancora deve stabilizzarsi in certe zone, è caratterizzato da contropendenze, qualche curva stretta, qualche gradone. Di tutto un po’, molto naturale nel classico stile che caratterizza questa zona. Non presenta comunque passaggi impegnativi o salti grossi, è tutto fattibilissimo senza studiarci troppo.

cerrokiaz

Il sentiero termina sull’ormai noto stradotto di risalita dalla Valle del marangone. Da qua possiamo risalire, o optare per proseguire su un’altro trail. La scelta è tra Granata e Rotella, e stavolta scelgo il primo, che per me è comunque una novita’. Niente di troppo complesso nemmeno qua, eccezion fatta per un rockgarden un po’ in stile XCO che necessita di slancio, e che non ho osato azzardare.

Dunque risaliamo, per l’ormai nota valle del Marangone, con il solito stop alla fontana.

fontana marangone

Il secondo round di risalita si fa sentire, ma la voglia di fare un’altra discesa è tanta … dalla cima stavolta decido di scendere per il classico Ripetitori , ma nella seconda parte la stanchezza prende il sopravvento e mi fa commettere un piccolo errore nel rockgarden.

top ripetitori

—-
Video parte alta ripetitori —

Le gambe – e anche le braccia – l’impegno sui trail dei ripetitori non è indifferente – si fanno sentire, e pian piano si riscende verso il mare.
Il Cerro come tutti gli altri non ha deluso, Civitavecchia resta tra i posti nelle vicinanze di Roma l’unico tra quelli da me conosciuti che meglio unisce una giusta difficolta’ tecnica ad uno splendido paesaggio … vale sempre la pena farci un giro, a patto che le condizioni meteo lo permenttano (anche se la zona asciuga in fretta il terreno è meno compatto rispetto a Formello, ergo meglio secco che bagnato).

Seguono video relive e traccia gpx.

Relive ‘Civitavecchia cerro And more. ..’

Traccia:

MTB: tivoli enduro

La voglia di esplorare nuovi trails e nuovi posti è una delle primarie motivazioni che mi spingono a pedalare. Da un po’ di tempo avevo in mente di visitare i trails di Tivoli, curati dal Tibur Trail center , teatro di una passata edizione dell’Appennino enduro Trophy.
Quindi parliamo di sentieri che sono stati utilzzati come prove speciali in una competizione. Decido previo consulto con riders che gia’
conoscono la location di optare x la superintegrale con variante g-line, come da traccia gentilmente fornita da bicinatura. Avrei dovuto
girare con Marco, admin dell’omonimo sito e local, ma una serie di desync temporali ci hanno impedito di incontrarci. Poco male, a girare
da sola tanto sono abituata, e se non altro potro’ pedalare con il mio ritmo da bradipo e fermarmi tutte le volte che voglio. Meglio, in
quanto la salita è tutt’altro che una passeggiata di salute, 70% asfalto, fortunatamente poco trafficato intervallato da un breve singletrack
in cui lo spingismo la fa da padrona, ma che rappresenta l’unica parte panoramica dell’ascesa.

tivoli climb tivoli sp

Ripreso l’asfalto , in poco piu’ di 1 ora sono in cima al colle Ripoli, da cui il panorama spazia da Roma e la pianura ai monti circostanti.  Siamo su una piattaforma di lancio di parapendii e deltaplani , ed è proprio da qua che dovrebbero iniziare i trails .


tivoli para

Gia’ … i trails … una freccia indica Superintegrale, Marshall e g-line a destra …. a destra ma dove ?
L’altopiano pare solo una discesa di erba e sassi, senza una traccia precisa.

tivoli top
Il gps dice di girare a sinistra … ma non intravedo l’ombra di sentieri .
Fortunatamente arriva via Facebook l’aiuto di Marco, ed effettivamente costeggiando il recinto della piattaforma si inizia a vedere un
segno marrone, ecco la nostra traccia che ci portera’ad un bivio, purtroppo anche questo poco chiaro.

tivoli suprint

Stavolta mi aiuta il GPS, che dopo un po’ di ravanamenti mi conduce alla Superintegrale, che inizia con un lungo e panoramico mezzacosta senza #nientedidifficile se non  qualche pietra fissa. Un breve tratto pedalato ci porta all’inizio del bosco, dove l’umidita’ la fa da padrona, e dove si puo’ scegliere la variante gangster line, traccia super flow la cui unica insidia è data dal terreno umido ricoperto di foglie per il resto tutto da lasciare correre e saltare. Imbocco un’altra variante che termina con un bel ripidone, e poi in breve si ritorna al punto di partenza.


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Pur implicando una salita abbastanza impegnativa, il giro è breve e decido di ripeterlo … la temperatura è salita e il cielo si è aperto .. si risale, stavolta senza soste.

ripoli io ripoli

Non conoscendo molto la zona ripeto lo stesso trail, stavolta riuscendo a imboccare come variante la parte finale di “mulo pazzo“,  un pochino piu’ lenta e con qualche roccia fissa infda e nascosta in piu’, ma comunque niente di complicato.


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Concludendo : location interessante, da approfondire e ri-visitare con terreno piu’ asciutto. La traccia da me seguita e che riporto è adatta anche a principianti, e con le dovute accortezze percorribile anche con una front.
Unica nota negativa la poca segnaletica, senza gps non è fattibile se non si conosce il posto, meglio comunque contare sull’aiuto di qualche local .

Relive

Traccia

MTB: Sestri Levante con la Specy

Sestri … enduro dream …

Lo abbiamo gia’ appurato in altri giri : la specy ama le pietre, meglio se fisse. “Copiare” qualunque cosa pare essere la sua specialita’.

Questo mini anomalo weekend infrasettimanale ligure aveva uno scopo: portare la Specy a Sestri, e passare dove la Slayer si era fermata.

Detto, fatto, si sale su per San Bernardo senza particolari difficolta. Sono decisamente piu’ allenata rispetto a quando ho fatto lo stesso giro con la Slayer, e la salita resta molto agevole finche’ siamo su asfalto. Durante il tracciato conosco Maurizio, un simpatico e gentile “elettrico” che si offre di farmi da guida (e di prestarmi il fast permettendomi di risolvere rapidamente una foratura).

san bernardo specy san bernardo

Comincia la discesa, il terreno e’ parecchio rovinato dall’acqua, e l’avere davanti qualcuno che mi fa vedere le linee e’ davvero un grande aiuto. La specy trita, schiaccia, copia. Un autentico rullo compressore, il cui limite arriva solo dalle mie skill.
Per chi non conoscesse il posto, stiamo parlando di un percorso enduro con la E maiuscola, prevalentemente naturale fatto di roccia, roba che probabilmente un comune mortale a piedi non immaginerebbe come terreno ideale per scendere in bici. E invece il divertimento e’ assicurato, si impara a scegliere le linee giuste, a passare dove non pensi che una bici possa passare. Il tutto aiutato da spazi mai stretti e mai esposti, cosa che garantisce una certa sicurezza e permette di “osare” anche a chi come me non e’ un pro e non ha molta dimestichezza con questi tipi di terreni. Con le linee giuste anche le pietre diventano flow, cosa che non credevo possibile.


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Solo due passaggi molto rovinati dall’erosione mi hanno imposto di scendere, ma piu’ per mia sicurezza che per altro.
Senza dimenticare che anche qua le “condizioni al contorno” sono notevoli, con un panorama sul Golfo del Tigullio che vale il passaggio,
indipendentemente da come si affrontera’ poi il trail.

sestri enduro 1 sestri 2 sestri 3 sestri 4

L’avere un rider davanti che sa adeguare la sua velocita’ alla mia e che conosce bene il tracciato e’ una gran cosa, credo infatti che da sola qualche problemino in piu’ lo avrei avuto 🙂 .

Concludendo, per il poco che lo conosco Sestri Levante resta un baluardo dell’Enduro, una location che qualunque biker dovrebbe prima o poi visitare. Se si impara a girare sulle rocce liguri, si puo’ andare ovunque …
Ringrazio ancora Maurizio per le dritte e la pazienza, sperando di tornare presto in Liguria, provando magari anche altri trails .

Relive :

Traccia GPS GPX:

 


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MTB: Sentiero dei Cannoni

Sentiero dei Cannoni – Gran Bosco – Col Blegier – Col Lauson

Continua la ricerca qua in alta Valsusa di trail divertenti e non troppo conosciuti. Stavolta andiamo a scoprire il Sentiero dei Cannoni, nel parco naturale Gran Bosco di Salbertrand. Si tratta di un singletrack che stacca dal piu’ noto GTA(che scende su Montagne Seu e poi Salbetrand nel fondovalle), e che permette un giro ad anello partendo, nel mio caso, da poco sopra Sauze D’Oulx, nei pressi dell’istiuto zootecnico.
Si pedala nel parco, tra boschi di larici, al fresco, e nel silenzio piu’ totale (e’ vietata la circolazione di mezzi a motore), salendo verso la strada dell’Assietta. La salita presenta qualche strappo che preferisco affrontare a spinta, ma rimane in gran parte scorrevole e con un buon fondo, rendendola molto piacevole e rilassante. In un paio d’ore arrivo al Col Blegier, fuori dal bosco, e gia’ qua le praterie la fanno da padrone, per la gioia delle mucche al pascolo.

bleegier mucchee blegier bike blegier

Da qua si scollina sul versante della Val Chisone , e si esce temporaneamenete dal parco. Siamo sulla strada dell’Assitta, aperta anche al traffico, e qua qualche incrocio con jeep e moto e’ da mettere in conto. Tra falsipiani e leggere salite, con sempre uno sfondo spettacolare, si arriva al col Lauzon, che ci riporta sul versante della Val Susa. Da qua gia’ si vede il singletrack che si snoda tra i prati, promettendo una bella discesa flow come da aspettative.

lago lauzon col lauzon skyline lauzon 2 lauzon bike
#Nientedidifficile stavolta, solo far scorrere le ruote tra le praterie, godendosi lo spettacolo della natura e il silenzio. Un sentiero naturale, tutto flow che sembra pero’ fatto apposta per le mtb … Il sentiero poi prosegue nel bosco, sempre restando scorrevole eccezion fatta per alcuni piccoli guadi e qualche tratto pedalato, ma sempre veloce e scorrevole.


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Il trail termina sulla strada che abbiamo percorso in salita, e da qua si puo’ decidere se rienetrare verso Sauze o se allungare con una variante, risalendo di circa 100 mt per prendere il bivio per l’alpe Laune e omonimo lago. Malgrado la fatica si faccia sentire decido di fare quest’ultimo sforzo, quasi tutto a spinta, per poi ridiscendere su uno stradotto sopra il laghetto, e terminare con un breve singletrack fin sulle rive. Grazie alle luci del tramonto anche questo piccolo lago fa la sua figura, meritando i 100 mt di risalita in piu’. Da qui ora non resta che scendere verso l’istituto zootecnico e la macchina, lungo una classica sterrata molto polverosa.

lago launee 1 lago laune 2

Giro molto bello, che unisce panorami, salite mai impegnative e una gran bella discesa, affrontabile questa senza problemi anche con una front.
All mountain per tutti direi, ma stavolta credo che il video possa essere piu’ esplicativo di 1000 parole

-> video 2017

SentieroCannoniSound from Green Specy on Vimeo.

video 2019

-> traccia gps gpx

NB: Ricordo che siamo in zona parco e che – teoricamente – alcuni sentieri sono vietati alle bici. Il percorso proposto non dovrebbe comportare divieti, ma la sottoscritta si esula dalla responsabilita’ di evntuali variazioni delibrate dall’ente parco. L’uso della traccia e’  vostro rischio e pericolo.


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MTB: Singletrack de l’Infernet

Singletrack de l’infernet (Briancon)

Il Singletrack de l’Infernet, o meglio nome corretto “La Batterie de la lame“, ma noto online sotto vari nomiGondrand“, giro dei forti  ecc ecc ecc. e’ un sentiero a traccia singola che dalla zona del Gondrands e che scende verso Briancon passando per il bosco dell’Infernet.
E’ uno di quei trail di cui si fa un gran parlare, con pareri molto differenti nelle varie recensioni riguardo la difficolta’.  La FFC, federazione Francese di Ciclismo, lo classifica nero (difficile), alcuni siti italiani lo giudicano addirittura “percorribile con una front”. Come scoprire chi ha ragione ? Andando a vedere, alla peggio se dovesse essere davvero nero dove non si passa si scende.

Il progetto dell’impresa parte dalla salita: siamo di fronte ad un 1000+, da affrontarsi su sterrate e asfalto chiuso al traffico …
1000 e piu’ metri di dislivello in circa 14 km . Sono numeri per me impegnativi, da affrontare con calma, ma non impossibile.
Quindi ci si prova.

fontenil forte

Si parte da localita’ Fontenil, sotto Briancon , e si sale per una sterrata che presenta qualche strappo da “spingismo”, teoricamente tutta pedalabile, ma con il 42 io non ce la faccio. E’ necessario prestare attenzione ai bivi, la zona dei forti di Briancon e’ piena di strade e straducole, e senza traccia o cartina e idee chiare e’ facile sbagliarsi. Una volta arrivati alla strada militare asfaltata, sbaglarsi e’ impossibile. Ricordo che e’ una strada vietata al traffico, e che in alcuni periodi dell’anno e’ chiusa per tutti in quanto attraversa un poligono di tiro.

Il panorama, come sempre da queste parti, fa la sua parte per rendere anche la salita interessante, alternando la Barre des Ecrins
e la valle di Cervieres.

barre ecrins 1 barre 2 cervieres

La salita pare a tratti eterna, mai troppo faticosa ma eterna. Ogni tanto controllo il GPS, sperando di essere a buon punto, ma sembra
sempre esserci un tornante in piu’ … finalmente, dopo 4 eterne ore di pedalata siamo al colle del Gondrand. C’e’ un vento gelido,
il panorama e’ spettacolare, ma il freddo incita a rimettersi in moto… Metto le protezioni , monto la mentonira al casco e via,
giu’ prima da un mezzacosta sassosissimo e poi eccolo che ci aspetta, il singletrack de l’infernet o meglio La Batterie de la Lame. 

gondrand 1 gondrand 1

Abbiamo detto chela FFC lo definisce NERO : e posso assicurarvi che nero e’ : non tanto per le pendenze, quanto per l’essere stretto con tornantini che questa specy 27.5 fa molta fatica a chiudere. Certo, mettiamoci pure che ho questa bici tra le mani  da appena 1 settimana, e che vengo da una 26, ma gli ingombri si fanno senetire. Nello stretto non riesco a girarla, molto probabilmente manca la tecnica, ma anche dicamo che l’essere in completa solitaria diminuisce molto il mio “confidence level”, fatico ad uscire dall’aree di confort, sapendo che devo tornare giu’ intera (E pure la bici) e mantenere la giusta lucidita’.

singletrack de l infernet
Lucidita‘, perche’ questo trail da poca tregua, si qualche punto in cui torna un piacevole flow c’e’, ma sempre con gli occhi apereti,  perche’ il tornantino stretto puo’ essere dietro l’angolo …. Diciamo che considerata la mia preparazione e l’istinto di sopravvivenza ne ho chiuso in sella circa l’80% , piantandomi sui tornatini piu’ stretti (specie a dx) e su un paio di parti particolarmente scassate in cui il rischio di caduta poteva esseere alto. Non e’ un bikepark, anche se palinato e catalogato FFV e’ un sentiero naturale, e come tale non ha sponde o quasi . Una bella palestra, per rendeersi ben conto del proprio livello e delle proprie paure (cheonei tratti esposti crescono a dismisura) e delle skill su cui dovro’ lavorare … Insomma tra me e l’infernet resta un conto aperto ….


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Concludendo : un trail per enduristi con la E maiuscola, che probabilmente puo’ anche diventare parzialmente meccanizzabile (navette
da briancon, poi volendo impianti) , la maggiore difficolta’ e’ data dai tornantini stretti, da alcuni tratti esposti e dal fatto che il singletrack e’ davveero singletrack, spesso scavato e con il mc basso delle bici moderne ci sono parti che possono essere problematiche. La salita se fa, ma la prossima volta penso che sarebbe piu’ divertente scendere dalla blu, insomma per il mio livello e preparazione non e’ cosa da fare dopo 14 km di salita. In ogni caso se vi trovate da queste parti e avetee una full, vale la pena provarci 😉

Relive :

Traccia (versione col gondrand, senza salita al forte)

Per piu’ infos e altri giri nel briancconais :
https://www.espace-vtt-brianconnais.com/brian%C3%A7on-villar-st-pancrace/brian%C3%A7on/

MTB: Caccia al tesoro

Dopo 3 “Classiche” (Cima Bosco, Passo Mulattiera, Lago dei 7 Colori) dell’alta Valle e una giornata in bikepark a sauze volevo trovare un itinerario un po’ alternativo, non eccessivamente lungo (percorribile in circa 4 ore max al mio lentissimo ritmo) ma con una discesa divertente il giusto. Non e’mai facile stimare la difficolta’ o la scorrevolezza di un trail guardando solo tracce sui vari siti,  spesso con descrizioni molto sommarie o prive di descrizioni.
L’idea era comunque quella di scovare qualcosa nell’area del Cotolivier,
abbondantemente ricca di sentieri e stradotti. Ravanando online mi imbatto in una fotografia di una mappa cartacea, con indicati  a pennarello alcuni percorsi e segnalazioni di tratte richiedenti “spingismo” o passaggi reputati tecnici dall’autore. Peccato che la mappa e’ su un immagine jpg, quindi non usabile come cartografia su mytrails. Tra i vari trail indicati sulla mappa cartacea c’e’ n’e’ uno evidenziato in arancione che mi attrae particolarmente: stacca dal sentiero che conduce verso il lago Desertes prima del tratto in salita, all’altezza del bivio per la croce di San Giuseppe. Il sentiero appare con simpatici tornantini e un lungo traverso che termina al paesino di Millaures.

bike pierre menaud
Opto per partire da PierreMenaud, quota 1450 circa. Da qua si sale verso il Cotolivier, prima su asfalto poi su sterrato, sempre agevole e pedalabile anche con il mio malefico 42. Poco prima della cappelletta in cima, si segue il cartello per Pourachet. Da qua una strada mezzacosta scende leggermente, per poi trasformarsi in sentiero e risalire, costringendomi ad un po’ di sano spingismo causa fondo breccioloso e instabile (in realta’ con piu’ allenamento e/o rapporti piu’ corti e’ pedalabilissima tutta). Come molti  sentieri mezzacosta anche questo gode di uno splendido panorama con vista sulla punta Clotesse e l’immancabile Chaberton (3000+)

chaberton

Finalmente un cartello con le indicazioni per la croce di san Giuseppe e il lago Desertes … e un sentiero anonimo, non segnalato, che scende verso valle …. Confrontando le mappe parrebbe proprio essere lui, il “mio” singletrack.

clotss


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Pronti si scende: come da programma il sentierino non delude: tanti simpatici tonrantini, ottimi per migliorare la tecnica, che mi mettono a volte in leggera difficolta’ con gli ingombri della specy .. fondo un po’ smosso , non perfetto ma comunque godibile.

La parte tortuosa finisce in una radura, da cui riprende la traccia dai prati, diventando molto flow interrotta solo da un albero caduto e da recinzioni…. qualche piccolo torrentino da guadare, una parte un po’ fangosa, un paio di divertenti gradoni su pietre fisse.
C’e’ quasi tutto …. ancora singletrack e poi un’ultima parte su mulattiera scassata e abbastanza ripida, ma non tanto da spavnetare la specy e la sottoscritta. Siamo a Millaures, e da qua un altro singletrack mezzacosta con qualche rilancio ci ricondurra’ a Lauzet e da qui a Vazon su carrabile. Ultimi tagli nel bosco (molto divertenti) e ritroviamo il punto di partenza.

vrso loze

Cercare, esplorare, rischiar di perdersi fa parte del gioco. A volte pochi elementi portano discese super belle e divertenti. Questa era davvero inedita, e senza la conoscenza del territorio dei miei genitori non sarebbe stata cosi’ a colpo sicuro. Infatti e’ grazie a loro, veri local, che han preventivamente percorso il sentiero in salita a piedi che ho potuto avere la certezza della ciclabilita’ della traccia.
E chissa’ quanti altri sentieri da scoprire o riscoprire ci sono quassu’. Bisogna solo saperli cercare …. 


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