Surf: si ritorna a scivolare al Circeo

Le premesse per passare una bella giornata di surf al Circeo c’erano tutte. Le previsioni meteo erano abbastanza chiare e concordi, e sulla carta c’era da aspettarsi una situazione ottimale per ricominciare a muoversi anche in acqua e vedere come si comporta la caviglia a 15 giorni dall’infortunio. In effetti le promesse vengono mantenute, e il Carrubbo mi accoglie con una splendida giornata e piccole e lisce ondine, l’ideale per riprendere confidenza con il mare.

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Vista la giornata easy decidiamo di portare in mare anche la action cam, e documentare questo ritorno al surf dopo quasi 20 giorni di stop. La caviglia e’ ancora convalescente, il tutore aiuta ma nel surf comunque i movimenti sono molto piu’ particolari e orientati alla torsione, quindi alcuni passaggi risultano un pelo complessi. In particolare la disciplina da me praticata, il longboard, implica il camminare avanti e indietro sulla tavola per mantenere la velocita’, cosa che con una caviglia dai movimenti ancora un po’ limitati nn e’ facilissima.

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Malgrado tutto e’ sempre divertente e piacevole scivolare con la mia #Violetta , anche quando non ci si resce a muovere in modo ottimale. Qualche ondina carina pero’ e’ arrivata, come da video :

Circeo Longboard Surfing Small Waves from KiaZ bike surf and more on Vimeo.

Unica nota se possiamo dire “negativa” della giornata, la non facile convivenza con alcuni principianti. L’attesa a volte lunga tra una serie e l’altra faceva si che le onde di un certo rilievo non erano molto frequenti, e conseguentemente molto ambite da tutti. Premesso che in teoria andrebbe rispettata la regola “1 onda 1 surfista” e che ha la precedenza chi parte per primo piu’ internamente nel caso di un onda solo destra (o solo sinistra) , se non si e’ in grado di tagliare correttamente l’onda sarebbe bene evitare di provare a partire se altri remano sulla stessa onda. Tutti siamo stati principianti, non tutti si ricordano di esserlo stati. Una cosa pero’ mi sento di dirla. Se si cerca di posizionarsi in maniera opportuna e non si rema forsennatamente su qualunque cosa arrivi allora forse l’onda buona arrivera’ ….

Alla prossima swell, sperando che la caviglia guarisca del tutto 😉

 

 

Quante calorie si bruciano con il surf ?

Quante calorie si bruciano facendo surf ?

Quante calorie si bruciano facendo surf ? Meno di quanto molti immaginano.
due session di longboard molto simili come intensita’ mare piccolo, liscio e divertente, periodo lungo affollamento medio-alto.
Insomma una tipica situazione italiana. Al cardiofrequenzimetro l’ardua sentenza :

cardio surfcardio surf 2
Come potete vedere nella migliore delle ipotesi siamo attorno a poco piu’ di 300 kcal/h … insomma una passeggiata un po’ veloce 😉
La sottoscritta ha comunque un buon allenamento a livello di remata, e remare mi impegna poco piu’ che camminare.
Abbiamo un po’ di picchi esplosivi nel momento dei takeoff , ma considerati i notevoli tempi morti il dispendio e’ tutt’altro che
elevato. Lavorare comunque si lavora, standup e controllo della tavola richiedono una buona base atletica.

Con questi dati alla mano sottolineo il fatto che il surf come unico sport – praticato magari solo nei weekend – non e’ sufficente per mantenersi in forma, a meno che non si segua anche un qualche programma di preparazione atletica a secco …

Sarebbe interessante confrontare i miei dati con quelli di qualcuno che surfa con la shortboard, per avere un termine di paragone e
per capire se la diversa galleggiabilita’ della tavola influisce sul dispendio energetico.

Insomma stare in acqua fa bene, sopratutto dal punto di vista psicofisico, ma considerata anche la discontinuita’ delle condizioni
meteomarine nostrane non possiamo affidarci al surf per restare in forma o ancor peggio perdere peso.

Altro parametro da tenere in considerazione e’ il livello del surfista : molto probabilmente un principiante alle prime armi , magari poco allenato dal punto di vista aerobico avra’ un dispendio maggiore, facendo piu’ fatica nel compiere movimenti nuovi . Allo stesso modo utilizzare una tavola a cui non siamo abituati. Dubito fortemente che dovendo remare una tavola corta riuscirei a mantenere la frequenza cardiaca media a 108 bpm …. insomma surf 4 fun, not 4 fitness 😉

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Tutti i rilevamenti sono stati fatti con il cardio waterproof da polso MIO ALPHA2

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Test Cardiofrequenzimetro da polso MIO Alpha 2

Da un po’ di tempo volevo ricomprare un cardiofrequenzimetro. Ho usato per un breve periodo un paio di modelli decathlon economici
dotati di fascia, il loro dovre lo facevano ma il sistema puo’risultare piuttosto scomodo per una donna, almeno per la mia esperienza.
Quindi mi sono orientata su un prodotto con sensore al polso, sempre piu’ diffusi e accessibili. Volendo usare il dispositivo anche
in acqua la scelta si restringeva a modelli impermeabili almeno a 3 ATM. Con il mio budget limitato i modelli appetibili non sono tantissimi, e la scelta e’ caduta sul MIO Alpha 2, che gia’ avevo addocchiato da un po’ su alcuni siti web.

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Il MIO Alpha 2 e’ un orologio/cardio “puro” . Non e’ una fitness band/smartwatch , quindi non ha funzionalita’ extra oltre a quello
per cui e’ stato concepito, ovvero rilevare la frequenza cardiaca, calcolare le calorie consumate e gestire le zone target. Queste
tre cose le fa in maniera piu’ che dignitosa.

Il device e’ un pochino macchinoso da programmare la prima volta, l’assenza di touchscreen e la presenza di due soli pulsanti rende
un po’ complesso il primo setup, ma poi una volta capito e imparata la sequenza di tasti tutto va per il meglio. Dopo aver inserito
i propri dati e la frequenza cardiaca massima (calcolata automaticamente con la forumula 220-eta’, ma modificabile manualmente)
vengono calcolate le zone target, ed e’ possibile scegliere tra il sistema piu’ semplice e classico a 3 zone e quello piu’ preciso a 5 zone.
Il primo rilevamento dei battiti richiede di tenere per alcuni secondi il device fermo, le prime volte potrebbe essere un po’ lento
e richiedere di ripetere l’operazione, ma ho notato che con l’utilizzo quest’operazione si velocizza. Appena ottenuta la frequenza
cardiaca sul display possiamo avviare il timer e iniziare la nostra attivita’: solo in questa modalita’ il device registrera’ i
dati relativi all’allenamento e potra’ fornirci statistiche alla fine.

La prima prova la ho effettuata in mare, con una sessione di surf di 2 ore. Ho tenuto il cardio sotto la muta, la temperatura dell’acqua
era sui 15 gradi e il dispositivo non ha mai smesso di rilevare la FC. Il cinturino, disponibile in piu’ misure sta ben fermo anche
su polsi stretti come il mio senza essere troppo fastidioso . La variazione di zona target viene indicata con il led luminoso (che sotto
la muta non potevo vedere) ma anche con un segnale acusitico. Dopo 2 ore con mare abbastanza impegnativo (non tanto per la misura
ma quanto per la freuqenza delle serie e la difficolta’ a risalire in lineup) ecco le statistiche, che mi sembrano abbastanza prcise:
lo scorso anno avevo usato anche uno smartwatch samsung, e i dati del MIO sono compatibili con quanto avevo ottenuto con il samsung.

Ho voluto provare anche il device durante la stessa giornata in un breve e tranquillo giro in bici. Anche qua nessun problema particolare.
Unica nota negativa rispetto ai prodotti a fascia e’ che a volte il device tende a “laggare” inteso che la frequenza cardiaca mostrata sul display non sempre e’ mostrata in tempo reale, ma richiede probabilmente un tempo di calcolo di alcuni secondi.
A tal proposito consiglio di non fermare il timer appena finito l’allenamento, ma di aspettare qualche minuto in modo di avere la certezza di aver raccolto tutti i dati.


Nel complesso un buon prodotto di fascia econocmica adatto sopratutto per chi fa sport acquatici :

PRO :
Comodita’ e funzionaliita’
rapporto qualita’ prezzo
impermeabilita’ fino a 3 atm
durata della batteria
CONTRO :
leggero lag nel rilevamento della FC
app per smartphone un po’ limitata (ma e’ possibile interfacciare il device ad altre fitness app)
display piccolo, impossibilita’ di vedere contemporanemanete ora e frequenza cardiaca .

Il Mio Alpha 2 e’ acquistabile su CRC

mio alpha su crc

 

Surf & Bike : la mia insolita accoppiata

Diciamolo: e’ abbastanza raro che un surfista si dedichi alla mountain bike e ci si appassioni, ma e’ ancora piu’ difficile
che un biker fissato si avvicini al surf da onda. Montagna (o cmq ambiente collinare) e mare, due realta’ molto diverse, anche
se coincidenza vuole che molte location surfisticamente interessanti siano interessanti anche per la mountain bike. Restando in
italia il miglior esempio e’ la Liguria, mentre all’estero Tenerife e Gran Canaria offrono onde di qualita’ e singletrack da paura.

Perche’ allora e’ cosi’ poco frequente trovare appassionati di entrambi questi sport, malgrado ci siano aziende che lavorano
in entrambi i settori (Dakine, ION, e se vogliamo anche Fox dato che propone boardshorts e costumi) ?

Partiamo dal presupposto che parlando di puri appassionati non agonisti la forma mentis ideale e’ estremamente diversa tra i due
sport. Iniziando dal surf, cominciamo con il dire che questo piu’ che uno sport e’ una filosofia, uno stile di vita, una ricerca
continua di un “sistema perfetto” surfista-onda, in cui si cerca il bilanciamento totale tra le forze e l’equilibrio umano e quello
della natura. Nel Surf nulla si crea e nulla si distrugge, si sfrutta un momento cercando di goderne appieno in pochi attimi
di simbiosi con il Mare. Ovvio, dietro a tutto questo c’e’ tecnica, capacita’ di lettura del mare, una buona forma fisica e preribilmente
una buona memoria muscolare. Considerando solamente surfisti “mediterranei”, quindi che surfano prevalentemente un bacino chiuso,
bisogna ricordare che la frequenza delle mareggiate in questo caso non ha nulla a che vedere con l’Oceano. Si, in Italia e nel
Mediterraneo le onde ci sono, e spesso sono pure di qualita’, ma sono esclusivamente legate a perturbazioni. E se arriva l’alta pressione
si rischia di restare a secco anche per piu’ di un mese, e se non si affianca un’altro sport o un allenamento specifico possono
essere dolori: affrontare una mareggiata magari consistente dopo un mese di stop puo’ diventare molto faticoso.

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La mountain bike invece e’ forse tra i piu’ prevedibili e meno meteodipendenti degli action sports outdoor, basta che non piova a dirotto e un posto dove girare o anche solo allenarsi un po’ si trova. Forse e’ questa la ragione per cui ho trovato nella bike una soluzione
per poter dare un minimo di continuita’ al mio cercare di tenermi in forma. Odio le palestre e le attivita’ ripetitive e fini a
se stesse in generale, inotre ho alcuni acciacchi che mi impediscono di lavorare con i pesi, quindi la bici con il suo basso impatto
sulle articolazioni e la sua componente prettamente aerobica fa il caso mio. La mtb permette di stare all’aria aperta e scoprire
posti nuovi, goderti il silenzio e respirare aria pulita, migliorare la forma fisica e accettare nuove sfide, sia tecniche che di dislivello.

Inoltre a livello di allenamento aiuta chi come me non ama le palestre a migliorare con gambe e fiato, fattori che comunque anche nel surf tornano utili specie nel lungo termine. Quindi se percaso fate parte di quella categoria di sportivi come surfer, windsurfers, kiters, snowboarders, e altri praticanti di attivita’ meteodipendenti se non avete mai pensato alla biciclettina come passatempo provate a farci un pensiero, e se pensate che sia uno sport noioso provatelo in un bikepark con risalite meccanizzate,
potreste cambiare velocemente idea …. Idem se avete timore per l’incolumita’ delle vostre chiappe: basta una buona sella e un pantaloncino
di qualita’ per limitare notevolmente il trauma da sellino che allontana molti potenziali adepti. Se non ci credete continuate
a seguirmi, a breve vi raccontero’ della trasformazione di un giocatore di rugby anti-bici in un biker 😉 .

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Proviamo invece a vedere cosa potrebbe portare in acqua un biker. Trattasi di argomento molto complicato: il surf al momento e’ di moda
e questo non e’del tutto positivo, il numero di praticanti e’ in crescita ma lo spazio in acqua resta lo stesso. E’ uno sport che nei primi
tempi richiede continuita’ per migliorare, e’ molto faticoso per chi le braccia le usa poco … ecco ribaltando la situazione
possiamo dire che permette di allenare la parte superiore del corpo, migliora comunque ulteriormente il fiato e la resistenza
e porta ad esplorare un mondo nuovo per chi e’ abituato ad andare su due ruote. Un mondo diverso, di non semplice comprensione,
ma che puo’ far provare sensazioni che nessun altro attrezzo sportivo puo’ regalare. Sensazioni che spesso hanno un prezzo
da pagare molto alto specie nel nostro mare in termini di attesa, convivenza in acqua, frustrazione per le difficolta’ di apprendimento.
Ma con una buona dose di umilta’ e pazienza si riesce ancora a tirare fuori del buono da quello che e’ secondo me il piu’ particolare e affascinante tra tutti gli action sports 😉

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Surf: fredda perfezione invernale

Nell’immaginario collettivo il surf e’ cosa che si fa d’estate, roba da spiaggie affollate da palestrati e simil top model in bikini
con tavola sottobraccio, sole che splende e onde che fanno i tubi. In italia non e’ cosi’, o meglio l’estate e’ il momento peggiore
per surfare (e anche per imparare questo sport) , le mareggiate scarseggiano e le poche volte che il mare regala qualche onda c’e’
da gestire una difficile convivenza con i bagnanti nonche’ con il numero almeno raddoppiato di surfisti, specie principianti.
Ma spesso e’ la stagione fredda a regalare le giornate piu’ interessanti, con swell di intensita’ tale da attivare alcuni spot
che richiedono quadri meteo particolari difficili da vedere nella bella stagione. Altra cosa positiva dell’inverno e’ che, tralasciando
gli spot piu’ famosi e frequentati l’affollamento si riduce, e non e’ raro restare in acqua da soli.
La swell di oggi era annunciata, con tutti i principali siti meteo che all’unaminita’ annunciavano questa potente sciroccata.
Gia’ ieri al tramonto ho potuto godere di un “prologo” di riscaldamento che mi ha colto un po’ impreparata: 1 mese senza surfare
e’ parecchio, e’ uno sport per il quale e’ molto difficile effettuare una preparazione completa a secco senza andare in palestra e
disporre di attrezzi specifici, e rientrare in condizioni gia’ da subito abbastanza impegnative (vento da terra forte che rende la
partenza piu’ faticosa) non e’ il massimo dopo un mese a secco.

violetta banzai beach

Il prologo pero’ e’ servito: oggi le braccia hanno funzionato meglio, aiutate anche dalla rip-current che si forma lungo l’antimurale
che ripara lo spot dallo scirocco attivo e facilita la risalita.

Quasi 3 ore in acqua di cui circa una 40 ina di minuti in solitudine, e poi solo in 3 a dividerci la fredda line up.

surf secret towerFreddo, vento da terra ma onde perfette sia destre che sinistre di misura attorno al metro permettevano di passare da uno stile piu’
orientato alle curve al classico sopratutto sulla destra. La perfezione fa dimenticare il freddo (che si sentiva malgrado la muta 5.3, calzari guanti e cappuccio ) e si continua a risalire  finche’ le braccia reggono. E’ difficile descrivere a parole quello che puo’ produrre lo spot surfato oggi. Probabilmente che non conosce il surf non riesce ad immaginare che anche il nostro piccolo Mediterraneo puo’ riuscire a regalare mareggiate di qualita’ oceanica.

violetta tower instagram
Ci vuole passione, costanza e qualche rudimento di meterologia per inseguire le onde nostrane, ma una volta arrivati ad un livello
stabile ci si puo’ divertire anche senza investire in viaggi in oceano. Ormai e’ assodato: Yes we surf in Italy

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Surf: Scirocco

E scirocco fu. Finalmente arriva il giorno in cui il tempo libero e una Mareggiata si sovrappongono. Quando carica il quadrante sud questo e’
spesso sinonimo di maltempo, pioggia, vento a volte da terra. Con questo scenario e’ facile sbagliare spot, ed e’ facile buttare via
il poco tempo disponibile infrasettimanalmente. Ma il surf e’ cogliere l’attimo, non e’ un attivita’ schedulabile. Nettuno si sveglia
quando meglio crede, e poco gli importa se c’e’ il sole o freddo e pioggia. In un bacino chiuso come il Mediterraneo spesso surf
e’ sinonimo di maltempo. Ma l’acqua e’ bagnata, e una volta che ci sei dentro poco importa se piove, basta evitare condizioni di tipo
temporalesco

Ieri e’ andata cosi’. Dopo davvero tanto tempo che non surfavo onde di una certa misura arriva una mareggiata di un certo spessore.
L’ultma volta che ricordo aver preso onde di una certa misura e di una certa qualita’ e’ stato a Pasqua dello scorso anno tra Liguria e Toscana. Scirocco abbiamo detto, attivo. Per poter surfare con un long serve sempre e comunque uno spot riparato. La scelta, quasi
obbligata viste le condizioni e il tempo limitato a mia disposizione e’ caduta su una location gia’ poco nota, ma diventata ancora
meno frequentata per l’impossibilita’ di avvicinarsi alla spiaggia in macchina, e la conseguente necessita’ di farsi una bella
passeggiata con tavola sottobraccio (nel caso specifico di ieri sotto pioggia e vento da nordest)

E come da aspettative lo spot si presenta deserto, e arrivano barre che superano il metro (a volte abbondantemente) ma che srotolano fin
quasi a riva in maniera a volte perfetta sopratutto a destra ma non molto regolare. Con il tempo che stringe penso “se po’fa”, torno alla macchina, mi preparo, prendo #ViolettaBlackdog e avviso un’amica che mi aveva chiesto info che si puo’ fare.

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Inizio a remare verso la lineup. C’e’ corrente che porta fuori, ma sapendola gestire e’ un aiuto a portarsi sul picco. Guardo intorno.
arrivano colline d’acqua, lo spot non fa mai onde troppo ripide fortunatamente.
Remo la prima, la tavola vola, ho alle spalle parecchia acqua, ma l’onda e’ relativamente facile e riforma a destra …
prima corsa e si rientra, passando da fuori per ri-sfruttare la rip current (canale con corrente che porta al largo) .
Passo circa una mezz’oretta in solitaria, scegliendo bene le onde. In Mare non si scherza specie con una certa misura e con i miei
problemini fisici che mi riducono un pelo le mie potenzialita’. Poi mi raggiunge un sup e la mia amica anche lei longboarder.
Prendiamo ancora alcune onde, alcune molto belle, ma la misura e’ quasi al limite per la mia skill e la classica Violetta.
Non riesco a manovrare esattamente come vorrei, ma qualche bella corsa e un paio di hang five ci scappano.

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Sotto il diluvio si rientra dopo circa un paio d’ore molto intense. E’ un mare che da soddisfazioni. Non e’ la mia session ideale
(mezzo metro abbondante e’ la misura su cui mi diverto di piu’) ma grandi sensazioni e soddisfazione di riuscire a tirare fuori
qualche manovra anche con mare impegnativo.
E oggi e’ un’altro giorno e vediamo se la scaduta ci fa qualche regalo …..

Surf : il sesto senso che porta a Marines

In un paese che si affaccia su un mare chiuso come il Mediterraneo, previsioni meteo online (quasi) sempre piu’ affidabili e webcam sono diventate una manna dal cielo per i surfisti italici. Il rovescio della medaglia di questa abbondanza di informazioni e’ il riversamento delle stesse sui social network, con interpretazioni piu’ o meno veritiere da parte dei surfisti del web, dovee concetti come “glassy” ovvero liscio, la misura delle onde e la qualita’ delle stesse sono molto soggettivi in base al tipo di tavola usata e al livello del surfer che ha fornito un certo tipo di informazone.

Io stessa ieri sono stata bombardata da infos di dubbia attendibilita’ anche se il mio piano, complice il poco tempo a disposizione, lo avevo gia’ in mente: Marins , aka Marinaretti, aka la baia di levante di Anzio in condizioni di scaduta da wsw e rotazione a nord puo’ ancora mandare qualche ondina, e se il vento da nord dovesse essere troppo intenso c’e’ sempre il Belevedere di Nettuno qualche km oltre.

E infatti, dopo la conferma o meglio smentita di una molto dubbia opportunita’ di surfare al Circeo, mi sono fiondata a Marines. A dire il vero temevo il peggio, visto che qualcuno in mattinata parlava di piatto … e invece eccole le ondine ….

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Aria fresca, acqua piu’ che tiepida. Leggero vento da terra. Certo misura piccolina, ma quanto basta a far scivolare #violetta . Poche persone in acqua. Niente di meglio era da un po’ che non vedevo finalmente un Marinaretti  con un fondale quasi buono , in grado di produrre onde destre che con un po’ di timing e fortuna permettono anche qualche passeggiata in nose. L’ora solare e le giornate corte hanno i loro difetti, e alle 16.30 il sole inizia a calare, dopo 2 ore esco dall’acqua ma lo spettacolo delle luci al tramonto in questo periodo non ha uguali .

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Finalmente una surfata piu’ che dignitosa. Micro ondine in buona compagnia, temperatura piacevole quasi fino all’ultimo e bei colori.
E ora torniamo nell’attesa della prossima mareggiata, sperando di poter surfare nel momento migliore, ragionando con la propria testa senza badare a quel che si scrive sui social, e non solo accontentarsi degli ultimi refoli regalati da Nettuno.

Occhi e action sport : 5 cose da sapere

La vista è senz’ombra di dubbio il piu’ importante dei nostri sensi. Per quanto si leggano di casi di persone affette da gravi deficit visivi o addirittura da cecita’ che praticano snowboard o surf sotto la guida di istruttori , senza ombra di dubbio la possibilita’ di apprezzare questi sport senza occhi scende vertiginosamente. Per non parlare delle discipline gravity della mtb, che credo siano tecnicamente impossibili da praticare senza poterci vedere.

Quindi, lasciando da parte il terrorismo psicologico, parliamo un attimo di cosa si puo’ fare per prevenire problemi che potrebbero compromettere in parte il nostro sistema visivo. Nella vita oltre che divertirmi con biciclettina e tavola da surf sono un Ottico Optometrista e al momento sto collaborando con uno Studio Oculistico. Mi sono inoltre dovuta confrontare con una serie di problematiche che possono sembrare stupide ma che se ignorate potrebbero portare gravi conseguenze.

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Cominciamo dai soggetti maggiormente a rischio : i miopi. La miopia, e’ l’incapacita’ di mettere a fuoco oggetti distanti . Tale deficit e’ dovuto ad un eccessiva lunghezza del bulbo oculare, con conseguente immagine che si forma prima della retina e qundi viene percepita sfuocata. Conseguenza di questo allungamento del bulbo e’ , al crescere dell’entita’ del difetto, un possibile indebolimento e assottigliamento della zona retinica con aumento della predisposizione a fenomeni piuttosto spiacevoli quali il distacco del vitreo(la palla gelatinosa che abbiamo dentro l’occhio) e il distacco di retina. Si tratta di fenomeni che se riconosciuti possono essere trattati chirurgicamente, ma diciamo che evitare sarebbe molto meglio.

Gli impatti di testa e le vibrazioni possono aumentare la predisposizione a questo tipo di fenomeni. Quindi regola numero 1, per gli sport sulla neve o a rotelle o ruote, indossare SEMPRE IL CASCO, meglio se di buona qualita’, e se siamo bikers e ci lanciamo in percorsi discesistici impegnativi optiamo per un casco INTEGRALE .

caschi integrali

Regola numero 2 , riguardante sopratutto i miopi forti (per forte intendo sopra le 5 diottrie) o chi in seguito ad un OCT (esame non invasivo che consiste in una specie di TAC all’occhio) ha ricevuto segnalazioni di problematiche a livello retinico: se andate in mountain bike FULL IS BETTER !!! Anche se non fate cose folli , se vi limitate a qualche singletrack un po’ sconnesso o qualche mulattiera, l’avere l’ammo posteriore potrebbe prevenire distacchi parziali del vitreo o di retina. Indecisi con la bici o volete iniziare ? A meno che non facciate asfalto per l’80% meglio una full un po’ datata (con l’avvento delle 27.5 e’ possibile trovare tante 26 usate anche top gamma a prezzi ridicoli) che una front moderna.

Regola numero 3 : Negli sport acquatici, surf, windsurf, sup, kite e chi piu’ ne ha piu’ ne metta imparate a non cadere di testa o di faccia !!!! cercate sempre di cadere di culo, di schiena, alla peggio di lato, ma non di testa !! E anche i tuffi di testa in piscina o al mare specie da altezze superiori al bordo vasca sono da evitare come la peste, come tutte le attivita’ sportive che implicano posizioni “invertite”, tipo certe branche dello yoga e nuove discipline fitness quali cross-fit e calisthenic .

Regola numero 4 : evitare allenamenti puramente di forza ad alto carico, in particolare lo squat con bilancere e’ da sconsigliarsi ad un miope od altro soggetto predisposto. Non e’ raro sentire di personaggi che hanno avuto un distacco di retina dopo aver sollevato pesi. Anche in allenamenti piu’ light, tipo funzionale o pilates, fate presente la vostra miopia al trainer.

Regola numero 5 : sottoponetevi a visita oculistica almeno 1 volta l’anno, meglio se comprensiva di OCT (tomografia a coerenza ottica: e’ un esame non invasivo che valuta il fondo dell’occhio come se fosse una TAC), in modo da poter trattare eventuali sintomi in maniera precoce.

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Ultima regola che vale per tutti …. bere tanta acqua,almeno 2 litri al giorno, aiuta a prevenire distacchi del vitreo e a ridurre le cosidette “mosche volanti” , prima avvisaglia di vitreo non perfetto. Se le “mosche volanti” sono una costante, esistono alcuni intgeratori che aiutano ad aumentare l’idratazione del vitreo (e che spesso sono anche utili per miglorare le proprie prestazioni atletiche ;))

Vi chiederete perche’ vi scrivo questo : sono miope di piu’ di 10 diottrie, e esattamente un anno fa sono stata vittima di un emorragia sub-retinica da sbalzo pressorio, che mi ha messo ko per piu’ di 1 mese e che fortunatamente si e’ risolta nel quasi migliore dei modi. Quest’episodio mi ha fatto aprire gli occhi e diventare un pochino piu’ prudente. Perche’ di occhi ne abbiamo solo due, e vorrei continuare a non essere normale finche’ campo 😉 

surf: le 7 cose da sapere se sei un neofita

Troppo spesso quando per forza di cose mi tocca frequentare (malvolentieri come stamattina) spot affollati mi ritrovo ad assistere a situazioni poco piacevoli che sarebbe meglio evitare. Credo che in acqua sia diritto di tutti divertirsi e stare bene, ma il numero di praticanti
e’ in crescita, le mareggiate da noi non sono super frequenti quindi quando c’e’ da surfare nei weekend tocca prestare
molta attenzione. Se hai iniziato questo sport da poco e sei determinato nel voler continuare questi consigli possono esserti d’aiuto 😉

1) Cerca di capire il livello delle persone in acqua e il tipo di tavola prevalente. Se sei agli inizi o se hai gia’ le idee chiare e
sai di essere un (futuro) longboarder, evita gli spot frequentati esclusivamente da tavolette. Con il long si parte piu’ al largo, e
bisogna saper manovrare bene per evitare scontri con gli shortboarder nell’inside. Se sei un principiante evita spot con onde ripide
palesemente da tavoletta. Perderai solo tempo e sarai considerato ospite indesiderato.

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2) Informati sul tipo di fondale, correnti ed eventuali altri pericoli presenti nello spot in cui intendi entrare. La presenza
di surfisti in acqua in un certo punto non e’ sinonimo di spot per tutti.

3) Spesso dall’alto le onde sembrano piu’ belle e piu’ facili di quel che realmente sono. Se stai osservando uno spot dall’alto
scendi in spiaggia per capire meglio con che tipo di onde hai a che fare .

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4) Quando cadi o hai problemi a risalire in lineup, impara a restare il piu’ possibile attaccato alla tavola. Mollarla puo’ essere molto pericoloso sia per gli altri che per la tavola stessa che per te . Non uscire con misura eccessiva in beach break che non hanno un chiaro canale d’uscita se non hai il pieno controllo di turtle con il long e duck dive con tavole corte.

5) Rispetta le regole, sempre ! Il surfista piu’ vicino al picco ha la precedenza, SEMPRE !! Non partire su un onda su cui qualcuno sta
gia’ surfando !!

6) A volte qualche km in piu’ puo’ permetterti di trovare spot meno affollati e piu’ idonei al tuo livello e divertirti di piu’ 😉
Impara a conoscere la costa che frequenti , potrebbe riservare gradite sorprese 😉

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7) Approfitta delle scadute anche con mare molto piccolo : e’ un occasione per migliorare nel takeoff (l’80% del surf sta in quello) e
lavorare sulla ripetibilita’ senza preoccuparsi dell’affollamento !!!

Ci vuole tanta pazienza umilta’ , costanza e determinazione per apprendere questo sport e trovare la propria dimensione per sentirsi tutt’uno con il Mare.
Non bastano un corso di 4 giorni e tavola e muta sottobraccio per essere surfisti: quello puo’ dare solo una vaga idea di quel che e’ il surf ….
Buone onde a tutti (quando torneranno)

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Surf: il Risveglio della Maga Circe (benvenuto autunno)

Forse l’autunno, almeno per quanto riguarda il surf e’ la mia stagione preferita. L’acqua e’ ancora bella calda, permettendo di entrare in mutino, ma il tempo diventa instabile, iniziano ad arrivare le prime perturbazioni, sinonimo di swell (mareggiate) per il surfista e di fine della bella stagione per i bagnanti.  Tutto questo per me significa ritornare alla ricerca di quelle belle ondine, mai troppo grandi ma liscie e precise, su cui posso divertirmi scivolando con la mia cara Violetta , la mia tavola, un longboard classico single fin che ormai da 2 anni accompagna le mie uscite surfistiche.

Trovare le condizioni ideali sulla parte centrale del Tirreno non e’ sempre facile. Il vento e’ sempre in agguato, e se si vogliono trovare condizioni glassy, ovvero liscie, spesso tocca fare km per raggiungere il giusto spot ridossato. Con mareggiata attiva da quadranti W-SW (Ovest – Sud Ovest) uno dei posti che garantiscono il divertimento con il longboard classico e’ il Circeo …. non si tratta di spot facile da attivarsi, ma quando la Maga Circe risveglia libeccio e ponente (e a volte anche maestrale) barrette destre iniziano a srotolare, permettendo belle scivolate per chi come me e’ appassionato alla tavola lunga e allo stile retro.surfcarrubbo1La giornata di ieri e’ stata caratterizzata da una condizione all’inizio un po’ rovinata dal vento side-offshore, fastidioso ma non troppo, vento che verso il tramonto e’ calato girando da terra, e regalando piacevoli scivolate e anche qualche passeggiata fin sul nose. Il Circeo ultimamente e’ forse il mio spot preferito, anche se destro e teoricamente backside per una goofy (per i non adepti: surfo con il piede sinistro avanti quindi un onda che apre a destra la devo surfare di schiena) . L’acqua pulita e la location fanno poi tutto il resto … senza contare che l’affollamento ieri era abbastanza scarso e quindi piu’ che gestibile .

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Speriamo in un lungo, tiepido e ondoso … per il momento … Grazie Maga Circe ……