MTB: Guarcino / CampoCatino / Obaco Trail

L’avventura inizia su un autobus. Si un autobus … carico di bici e di bikers. L’insolito mezzo ci sta portando a CampoCatino,
resort sciistico in parziale disarmo sito a 1900 mt slm. Stavolta si va in alto, roba quasi da Alpi, il caldo ce lo impone.
Se tutto va bene ci aspettano quasi 1400 mt di dislivello negativo.

autobus campocatino

La maggiornaza delle bici sull’autobus sono “bicioni“, ovvero bici da dh con doppia piastra e la cosa mi preoccupa un po’. Fortunatamente
gli altri riders che usufruiscono dalla navetta conoscono la location meglio di noi, e ci consigliano un giro piu’ “All Mountain” rispetto
a quello che avevo pianificato. Quindi cerco la traccia al volo del trail noto come l’Obaco, 20 km di cui gran parte in singletrack.
Ci sara’ da pedalare un po’ ma tutti ci dicono che ne vale la pena. Il gruppetto e’ lo stesso dello scorso weekend: Guido elettrificato
con il fratello Massimo alle prese con un frontino. Ci assicurano che il giro si fa anche con le front … e che c’e’ solo un pezzo
tecnico con rocce nella prima parte. Dunque iniziamo a salire seguendo la traccia.

campocatino salita

Saliamo, su una sterrata molto ghiaiosa e sdruciolevole dalle pendenze impegnative, che mi obbligano a scendere e spingere Slayerina.
Non tanto per le pendenze, quanto per il fondo. Guardo il colle a cui dobbiamo arrivare e spero solo che ne valga la pena, perche’ lo ammetto, questo genere di salita non e’ cosa gradita ne a me ne tantomeno alla mia schiena.
Arrivati il cima il panorama ricompensa lo sforzo, e si capisce che siamo in quota (attorno ai 2000 mt) , la vegetazione e’ ormai assente e lascia spazio a rocce .

top

Ora inizia la discesa, la cui prima parte e’ piuttosto impegnativa, non per le pendenze ma per il fondo tutto ghiaioni e pietre mosse. Riesco a difendermi discretamente e lo chiudo tutto in sella. Ci troviamo quindi ad una fonte dall’acqua freschissima, e da qua dovremo ripartire e trovare il singletrack che ci portera’ a valle.

ghiaioni fonte

gruppetto

E inizano i dubbi: il sentiero non e’ piu’ tracciato correttamente, il gps ci indica una direzione anch’essa priva di tracce.
Segnali o indicazioni zero. Chiediamo a degli escurisonisti e piu’ o meno ci indicano dove scendere. In qualche modo scendiamo, anche se la ciclabilita’ del percorso da loro indicato non e’ eccelsa, in pratica stiamo tagliando per prati sperando che qualche pietra non ci crei qualche problema tecnico. In un modo o nell’altro arriviamo ad una bellissima radura al cui centro si trova un masso molto particolare, a forma di montagnetta 😉

masso prati
Ci lasciamo un po’ prendere la mano su una parte scorrevole per prati ma ben presto ci accorgiamo di essere fuori dalla traccia.
Alcuni segnali CAI bianco-rossi ci convincono a perdere ulteriormente quota, su una pseudotraccia fatta di pietre e foglie tutt’altro che semplice. Il mio GPS dice che siamo fuori, Guido e’ convinto che le tracce si ricongiungano. Ad un tratto finiamo in una specie di gola rocciosa, da cui non si prosegue, perlomeno non in bici. Niente da fare, siamo costretti a risalire a spinta con molta fatica fino ai prati, e ad affidarci al GPS per riprendere la traccia. Fortunatamente incrociamo una coppia di escursionsti che stavolta ci consigliano in maniera corretta. Effettivamente poco prima della fine dei prati bisognava salire (sempre a spinta
ahime’) su un sentiero a sx, che dopo un po’ di saliscendi comincia a perdere quota, prima con alcune parti tecniche con radici e pietre fisse ma mai niente di impossibile, poi diventa un lunghissimo, scorrevole e veloce singletrack tra i faggi, a volte forse un pochino esposto.

singletrack

Purtroppo il singletrack a breve finisce e diventa una classica strada carrabile sassosa dal fondo un po’ insidioso …….
chi mi conosce sa che non amo questo tipo di strade in discesa, ma non ho alternative e cerco di farmela piacere, fino agli ultmi km su asfalto percorsi a gran velocita’ fino al paese di Guarcino dove avevamo lasciato le macchine.

Tirando le somme : si tratta di un giro in classico stile AM di difficolta’ media, un po’ di passaggi tecnici nella parte alta la cui difficolta’ e’ data dal fondo e non da altri fattori. Poi imboccato il singletrack e’ tutta una piacevole discesa senza #nientedidifficile

PRO :
Navetta a costo irrisorio (3 euro, orari 8,30 10.30 15.00) per guadagnare quota.
Panorama eccellente che quasi ricorda alcune zone alpine.
Quota alta e singletrack all’ombra, ottimo per godersi un po’ di fresco.

CONTRO:
Indicazioni assenti : senza GPS non e’ fattibile se non si ha una guida. E anche con il gps bisogna fidarsi ciecamente di quel che dice lo strumento.
Ultima parte su sterratone un po’ noiosa per i miei gusti .

Concludendo : da tornarci, magari percorrendo altri trail piu’ bike oriented. L’Obaco e’ un classico sentiero CAI, quindi che
considera i pedoni come usufruitori primari. Di conseguenza non tutte le parti sono apprezzabili appieno in sella, ovvio dipende dal livello e dalle proprie capacita’ tecniche. Per quanto giguarda la traccia gps, essendo la mia poco chiara e molto ravanata, vi rimando a quella che ho utilizzato per trovare la giusta via su wikiloc :

https://it.wikiloc.com/wikiloc/view.do?id=13782709

Vi consiglio inoltre, se usate mytrails di scaricare la mappa offline della zona in quanto la copertura telefonica e’ molto ridotta 😉

MTB: Vallone delle Cese – Esploriamo l’Appennino

Esploriamo l’appennino: Vallone delle Cese – Discesa Cese Trail

Il caldo la fa da padrone a Roma, e, reduce dal piacevole weekend nella mia Valle, necessito di trovare un percorso sopra i 1000 mt, che
mi permetta di pedalare un po’ al fresco. Cosa non semplicissima partendo dalla Capitale, e sopratutto con un know-how del territorio molto limitato, basato su facebook, mtb-mag e il “sentito dire” . Appunto, l’imput di questa escursione e’ partita dal sentito-dire : un local della pineta di Ostia mi ha parlato di un certo Vallone delle Cese vicino a l’Aquila e me lo consigliava come giro molto divertente e lontano dal caldo. e
Detto fatto: grazie a google e gli altri potenti mezzi offerti dal web trovo una traccia con video su youtube compreso nel prezzo. Dal video il sentiero pare proprio del mio genere: flow con tante belle curvette e panorama di una certa dignita’.
Via, scarichiamo la traccia e cominciamo a cercare di capire. Non e’ facile interpretare quali saranno le difficolta’ di un percorso di cui non sai niente, non sai nemmmeno dov’e’, ci arriverai con il navigatore e poi seguirai un puntino sullo schermo del cellulare per capire dove sei e dove devi andare. Solo quella traccia, i video e qualche consiglio via Facebook (grazie Stonati)

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Le previsioni e le varie intuizioni sul territorio mi fanno pensare che comunque s’ha da fa … che anche se relativamente alto (800-1400)
la zona non e’ delle piu’ fresche e quindi now or never, anche se da sola. Carichiamo Slayerina e via sulla Roma-L’Aquila, direzione Pizzoli, insignificante paesuncolo a pochi km dal capoluogo abbruzzese. Dal gps capisco dove devo andare e si sale. Eccome se si sale.
Prima parte da inferno, mediamente calda, secca, in un insignificante boschetto. Guardo di continuo lo schermo del telefono per capire dove sono, e quanto mi manca ad uscire da questo antipatico stradotto. In meno di un ora sbuco sull’asfalto, stavolta e’ uno stradone, nientemeno che la Statale del Gran Sasso. Asfalto bello scorrevole, ma pare che sia una sorta di pista da superbike. Ogni 5 minuti mi ritrovo a sperare che un qualche motociclista in piega non sbagli qualcosa e mi investa. Pedalo, pedalo, siam sopra i 1000 fa sempre piu’ fresco e si sta bene. Su questo stradone #slayerina si sente un po’ fuori posto, come se costretta ad un GPM del Giro D’Italia.

valico

valico fontana
Si arriva ad una specie di valico, e finalmente il panorama comincia a sapere di montagna … certo … molto diversa da quella che conosco, queste sono delle specie di grosse colline con vegetazione di conifere, ma va bene uguale. L’aria e’ buona, c’e’ un piacevole venticlello ed e’ pieno di fiori. L’ultima parte di salita torna piacevole in quanto chiusa al traffico, le gambe girano, e in circa 2 ore arriviamo all’attacco dei trail, nei pressi di una stazione di rilevamento meteo. Abbiamo percorso una decina
di km con circa 600 mt abbondanti di dislivello.

cartello

stazione meteo ultima salita

Riconosco quanto visto in video. Ora tocca vedere se mantiene le aspettative: bene, prima parte che riscende verso il valico super flow,
curve ampie e divrtenti, fondo un po’ ghiaioso ma comunque gestibile. Vado piano perche’ non conosco, ma l’ambiente e’ spettacolare e il
sentiero esattamente come lo aspettavo.


Sbuchiamo nuovamente al valico, attraversiamo la strada e alcuni cartelli indicano il proseguimento del trail.
La seconda parte e’tutta nel bosco, decisamente piu’ tecnica e con alcuni pezzi parzialmente esposti. Vado super piano ma non c’e’ niente di troppo complicato, ci son alcuni passaggi su cui devo optare per la cosiddetta chicken line ma si fa, tutto un po’ #diversamentescorrevole ma guidato e con molti tornantini dove fare pratica con le curve strette. Diciamo un trail un po’ come erano i primi comparsi nei bikepark nella mia alta Valle Susa, un mix tra naturale e costruito che comunque richiede una certa confidenza con il mezzo.

diversamentescorrevole


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diversamentescorrevole2

A meta’ tracciato incontro dei ragazzi, probabilmente risaliti in furgone, che mi guardano come un alieno e mi danno del Lei. Certo potrei essere la loro mamma, ma se anche con il casco integrale si vede la mia vecchiaia vuol dire che tra me e #slayerina facciamo davvro buon brodo … vabbeh no problem … Li lascio andare e pian piano proseguo. L’ultima parte e’ un altalenarsi di super flow, con step up e panettoni e aree quasi da pump track e qualche passaggio tecnico inaspettato da prendere con le molle, e terreno molto mutevole da una curva all’altra. Molto divertenti sopratutto le ultima battute che andrebbero conosciute meglio per staccare sugli
step-up – Una ragione per tornarci, prima o poi.

kiaz fine

curva curva

io

slayerina cartello

Finalmente il trail finisce, e un ultimo stradotto sabbioso ci riporta verso il centro abitato. Le gambe hanno retto bene, #slayerina pure. Um bel percorso All-Mountain di media difficolta’, che fa un po’ soffrire la salita per varie ragioni ma che poi diventa estremamente godibile in tante parti. Uniche note di demerito la salita poco motivante (preferisco evitare le strade statali) , specie per la prima ora abbondante e il fatto che malgrado la quota non rimane fresco come ci si aspetterebbe.

Per me e’ il primo giro sopra i 1000 in appennino, sono soddisfatta delle mie performance, e spero di trovare altri trail simili non troppo distanti da Roma. Certo, il panorama non ha nulla a che vedere con quello Alpino, ma anche questo e’ apprezzabile nella sua diversita’.

Relive :

Scarica / download la Traccia GPX (Cese Trail)