MTB – Uscio, reloaded

Di Uscio, location che troviamo a 10 km da Recco salendo verso l’entroterra, avevamo gia’ parlato qualche anno fa. L’esigenza di trovare qualche trail che non sia spaccabici (ogni riferimento a Sestri Levante e’ puramente casuale…) su cui girare e allenarmi senza dovermi allontanare troppo da casa mi ha riportato a riscoprire tale localita’ e i suoi trail.
In zona operano vari gruppi di trail builders, e su Trailforks sono comparse alcune nuove tracce che vale la pena conoscere (e ancora ne mancano …)
Ma andiamo per ordine . Il primo trail di cui vi parlo si chiama Batagna 1. Salendo dal centro di Uscio, scollinato Colle Caprile proseguiamo sulla strada per Gattorna prestando attenzione ai cartelli a sinistra. Troveremo un apertura con indicazioni Batagna 1/2 e Costa Lunga che conduce su una mulattiera mezzacosta di collegamento. Il primo e ben indicato bivio a sx che incontriamo e’ Batagna 1: un trail di media difficolta’, senza niente di particolarmente complesso, che unisce drop naturali, guidato, e parti flow piu’ veloci.
Il sentiero scende sul versante ovest verso l’entroterra, terminando in un avvallamento attraversato da un bellissimo ruscello, che dovremo guadare. Con l’ebike e’ consigliato spingere la bici qualche metro piu’ a valle del guado “ufficiale”, e sfruttare un abbastanza evidente
punto con acqua piu’ bassa e sassi su cui fare affidamento .

NB : video registrato come 1st ride , quindi discesa blind senza conoscere ancora il sentiero

Il trail non ha pendenze accentuate ed ha un buon fondo, il che permette di percorrerlo in maniera sicura anche con il bagnato (nei limiti ovviamente delle proprie capacita’ ).
A fine trail ci aspetta una risalita un po’ impegnativa ma tutta pedalabile in ebike (ma anche in muscolare, se si e’ allenati e si possiede una buona tecnica) , fino a ritrovare l’asfalto che seguiremo fino a Calcinara. Da qui possiamo sfruttare un breve trail di collegamento per tagliare un pezzo d’asfalto e riportarci a Colle Caprile. Da qui possiamo salire verso il gia’ noto trail Polveriera, che ci riporta ad Uscio passando per il punto panoramico della panchina gigante ….

big bench uscio

….. oppure ricollegarci allo start di Batagna e degli altri trail sul lato entroterra, tramite Chiapparino, un breve ma divertente trail prevalentemente in terra con qualche passaggio su roccia fissa.

chiapparino

Proseguendo invece oltre l’ingresso di Batagna/Costalunga, troviamo l’ultimo nato trai i trail della zona. Si chiama Calabroni, ed e’ il piu’ facile dei trail sul versante entroterra. E’ un trail mediamente facile per almeno 3/4 della sua percorrenza, con qualche sporadica parte un po’ piu’ stretta e scavata all’inizio, qualche semplice drop e un ultima parte piu’ ripida. Soltanto la parte finale, con un traverso esposto e stretto e successivo ripido in contropendenza e compressione possono riusltare problematiche. Ma parliamo di pochi metri e comunque l’ambiente ripaga con la vista di questo particolare ruscello che si fa strada attraverso una ripida gola.

E’ doveroso ahime’ segnalare che l’uscita del trail presenta una sbarra non apribile, di non facile passaggio con l’ebike se si e’ da soli. Per risalire, troviamo subito la strada che porta a PiandeiPreti, un po’ ripida ma sempre asfaltata, panoramica verso la val fontanabuona.

(video calabroni)

Spendiamo ancora due parole su Costa Lunga e Batagna 2. Il primo , come suggerisce il nome, segue il costone della cresta spartiacque, senza presentare difficolta’ alcuna fino a quando le pareti non si inaspriscono verticalizzandosi verso il fondovalle. Da qua la musica cambia: un lungo ripido guidato, molto ripido con punte oltre il 40% ci portera’ fino ad un traverso lungo il torrente dove il lepego (umido viscido) e’ in agugato e occorre prestare attenzione anche se si tratta di una sezione facile. Il trail si conclude in una caratteristica gola dove un ponticello che dimostra “una certa eta’” ci permette l’attraversamento. Anche per questo trail suggerisco la risalita via pian de preti. Su trailforks e’ blu, ma il ripido finale e’ decisamente nero.

Batagna due invece e’ forse il piu’ hard dei trail della zona. Non tanto per le pendenze, quanto per il fatto che passa in una parete nord estremamente umida, o meglio lepega, ricca di corsi d’acqua. Attraversa un ambiente a tratti singolare, passando accanto a costruzioni abbandonate e terminando anch’esso nei pressi del torrente con un caratteristico ponticello. Su trailforks e’ indicato blu ma IMHO e’ da segnare nero.

Un ultima menzione va anche fatta per N.S del Bosco, ancora in fase di manutenzione e pulizia nella seconda parte: trail xc/flow nella prima parte con poi una serie di rilanci e strappi in salita non banali. Molto interessante per chi vuole mettersi alla prova anche sul tecnico in salita. Termina all’omonimo santuario, da dove su strada asfaltata risaliamo tranquillamente verso Calcinara/Colle caprile.

In ogni caso, se abbiamo iniziato il giro partendo da Uscio, a fine giro e’ consigliato il rientro sul classico Polveriera.

Tutti i trail indicati, tranne Calabroni NS del Bosco e Chiapparino, sono ben indicati su trailforks. Per questi altri vi linko le mie attivita’ su Strava,ma tutti i percorsi sono ben segnalati da cartelli e indicazioni.

CALABRONI + CHIAPPARINO
COSTA LUNGA/NS BOSCO

Per concludere: location davvero bella, che merita sicuramente piu’ visibilita’, posizione strategica tra costa e entroterra, terreno che regge piu’ che bene l’umido e che sul lato mare drena rapidamente. Ci ho girato anche con il bagnato, e con la dovuta cautela i trail meno ripidi sono fattibilissimi. I local del gruppo “Uscio outdoor” si danno da fare per mantenere e aprire nuove linee, andando a riscoprire antiche vie di comunicazione e evitando di creare strutture dal nulla rispettando al massimo l’ambiente. E ultimo ma per me importante, qua ci sono trail adatti a tutti, anche a chi sta iniziando a scoprire questo mondo, cosa non sempre semplice da trovare in Liguria. Inoltre il comprensorio e’ ben collegato , ognuno puo’ scegliere l’anello piu’ idoneo alla propria preparazione tecnica e atletica (e al mezzo) e le risalite sono tutte ben pedalabili .

Vi invito anche a leggere il post del 2020, e ovviamente a venire a girare su questi trail!

eMTB AM Genova Mte Fasce 2 Sori

A volte mi si chiede se non ho paura a girare in mtb da sola.
La risposta e’ si, a volte si, ma se dovessi sempre trovare qualcuno per fare un determinato giro sarei piu’ sul divano che in bici.
E questa cosa vale sopratutto in questa fase personale di ricostruzione. Lasciata alle spalle la Capitale, ora la mia concentrazione e’ sull’arrivare a termine del corso regionale ACT e sul portare avanti i miei progetti in quello che voglio che sia il mio mondo.
Per arrivare indenni all’esame finale, farsi male e’ severamente vietato. Ed e’ x questo che negli ultimi tempi mi avete visto fare anche molti km, (cosa che comunque evito di fare con frequenza) pur di avere compagnia, sopratutto in giri piu’ lunghi e magari dallo stampo piu’ AM.
Ma le belle giornate e il richiamo dell’esplorazione del meraviglioso territorio che ho a pochi km dalla mia base invernale (attualmente sono a Rapallo e ci restero’ fino al disgelo) stavolta mi hanno convinto a rimettermi a “ravanare” in un giro piu’ lungo di stampo all-mountain. L’idea arriva da un post su facebook di un uscita effettuata dal CAI di Savona, alla quale ha partecipato una biker che ho tra i contatti. Mi informo e ottengo il gpx. Si tratta di un alternativa alla gia’ nota Porcilaia , che dalla strada del monte Fasce scende su St.Ilario. Stavolta invece ci si stacca poco prima, e sulla carta dovremo affrontre una serie di creste, fino a scendere a Sori passando per la localita’ Teriasca , il tutto seguendo uno spettacolare crinale , sul quale si alterneranno sezioni esposte ad altre piu’ aperte, per concludersi con uno splendido sentiero a tornantini (minuto 7.49 del video sottostante x i piu’ impazienti) .

Quindi pronti … VIA . Vi lascio subito il vlog del giro ….

Ma procediamo con ordine. Dislivello e kilometraggio ignoti, in quanto la traccia che ho parte da Nervi e sale per la classica risalita che in genere si utilizza per i trail lato antenne (Geometra, Topinigi, Tupango) , mentre per me, arrivando da Levante conviene lasciare la macchina a Sori e salire da qua. 9km per alzare circa 620 d+, ad incrociare la strada del Fasce che arriva da Uscio in localita’ Case Cornua. Da qua ancora 2km e 100 d+ per lasciare poi l’asfalto in corrispondenza di uno slargo, e seguire una visibile e sempre pedalabile linea di cresta che porta ad una stazione metereologica. Inutile dire che il panorama lascia senza parole.

Raggiunta la cresta piu’ alta inizia la discesa. La prima parte, dopo un poco visibile attacco a valle di una lastra rocciosa, e’ un lungo traverso con un paio di tornantini, il tutto fattibile ma decisamente esposto. Serve prudenza e cautela sopratutto se si e’ in solitaria; il traverso poi conduce ad un altra serie di creste con qualche rilancio e qualche scalino in salita, fino ad un ultimo ripido molto smosso (che non mi vergogno ad aver fatto a piedi vista la situazione) . Da qua il sentiero cambia totalmente, si entra nel bosco in una classica mulattiera che talvolta presenta qualche restringimento e qualche passaggio su pietra fissa a rischio rotture, terminando con uno stretto tornante che conduce in una altrettanto stretta linea racchiusa tra muretti a secco. Superata questa sezione, possiamo dire di esserci lasciati alle spalle la parte piu’ ostica del trail, indicata come nera su trailforks. Finalmente possiamo mollare un po’ i freni, immettendoci sul divertentissimo “Cortino DH“, blu su trailforks: una discesa sempre panoramica con una prima parte natural flow in cui il sentiero trova il suo percorso tra la bassa vegetazione mediterranea, per poi diventare piu’ tortuoso aggrovigliandosi in una divertente e sfidante serie di tornantini. Il fondo breccioloso non e’ dei miei preferiti e richiede cautela, ma a parte questo dettaglio la discesa e’ davvero TOP ! Un ultima “S” ci porta nuovamente a contatto con la civilta’, sbucando in una cementata al servizio di qualche abitazione.
Ancora pochi metri in lieve salita e ci troviamo in localita’ Teriasca.

Da qui possiamo rientrare a Sori su asfalto, o in alternativa fare un ultimo trail, purtroppo non pulitissimo sopratutto nella parte finale che ci porta rapidamente nel fondovalle sulla cementata che costeggia il torrente e che conduce con piacevoli passaggi tra le tipiche abitazioni, fino al mare.

CONCLUSIONI: giro bellissimo, abbinabile volendo ad altri elementi nella zona del Fasce. (Il giro in se come lo ho fatto io sono poco meno di 20 km e 830 d+) Paesaggi e terreni che ricordano l’alta montagna, ma sotto c’e’ il mare …. esposizione sud quindi ben drenante . Peccato che l’ultima sezione (CORTINO) non abbia una via d’accesso semplice e alternativa al lungo traverso, in quanto meriterebbe la possibilita’ di una risalita dedicata essendo molto divertente dal punto di vista della guida e della pratica sui tornantini stretti.

STRAVA: https://www.strava.com/activities/8548438525
TRAILFORKS : https://www.trailforks.com/ridelog/view/49008744/

Relive:
https://www.relive.cc/view/vQvxpMXjR9v

Alta valsusa in hardtail.

I trail + interessanti per i “frontini”…

Chi mi segue, lo ha notato sia nei video che qui sul blog: il #frontinorosso ha trovato di che divertirsi qua in alta ValSusa. Vediamo quali sono i percorsi dove meglio esprime le sue potenzialita’ “downcountry“; ovviamente tutti gli itinerari indicati sono molto adatti anche per chi si avvicina al mondo della mtb su sentiero strizzando l’occhio al contesto gravity.

1) Basso Cotolivier, Irontibi lines
La parete Nord del Cotolivier nella sua parte bassa, tra le frazioni di Chateau Beaulard, Pierremenaud e Vazon offre una serie di trail interessanti e divertenti per la front, concatenabili in diversi anelli.
In breve: da Vazon c’e’ un lungo sentiero mezzacosta, flow con alcuni rilanci, direi piu’ xc e un unico passaggio tecnico che arriva a Chateau.
Da Chateau 2 possibilita’ di discesa su Beaulard:
1) Superflow : linea easy veloce e scorrevole.
2) D2 : linea enduro, non impossibile, fattibile anche con la front ma richiede una certa attenzione.
Rientrando sulla strada mezzacosta verso Pierremenaud troviamo un bivio che indica Villaretto: da qua parte un velocissimo e pulito trail fatto di compressioni e saliscendi. Se vogliamo una versione piu’ “guidata”, basta proseguire per alcuni metri e troveremo un ingresso nel bosco che conduce ad una variante piu’ stretta e ripida che si collega al sentiero citato sopra. Entrambi conducono alla frazione Villaretto. Da qua ci sono altre 3 possibilita’ di discesa:
a) Verso Oulx con un trail ripido guidato la cui unica difficolta’ e’ data dalla pendenza.
b) Verso Savoulx (tenere la sx ad un bivio in corrispondenza di un prato) su trail veloce ma stretto
c) Proseguendo il facile sentiero che pero’ presenta molti rilanci (piu’ XC)

SALITA: pedalabile++ (asfalto/sterrato scorrevole)
DISCESA: Vazon-Chateau S1/S2-
Chateau Superflow S0/S1
Chateau D2 S2/S3-
Villaretto S0
Villaretto variante S1+
Villaretto-Oulx S1+
Villaretto Savoulx S0
Villaretto / Savoulx variante S1

Traccia (indicativa)
https://www.strava.com/activities/7439216968

Dislivello 400-700+ e oltre d+ a seconda delle combinazioni

Acqua: fontane (caratteristiche) in tutte le frazioni.

Video del “superflow”


2) Sansicario ex park

Da Sansicario, seguire la strada per loc. Champlas, da qui salire in direzione Chalmettes. Raggiunto l’omonimo bar/ristorante, si puo’ decidere se fare un giro piu’ lungo proseguendo verso Sestriere sulla strada del Monte Rotta e rientrando per il sentiero Bordin (Facile mezzacosta in leggera discesa, panoramico ma poco interessante dal punto di vista della guida), o proseguire in direzione Soleil Boef. Dall’omonima localita’, dietro ad un cannone sparaneve, si scorge la traccia che scende nel prato. Inizialmente e’ stretta ma poi diventa facilmente seguibile, trasformandosi in un divertentissimo – anche se non largo – flow trail che offre anche una passerella northshore – discendente a Sansicario. Da non perdere.

SALITA: pedalabile– (sterrato fattibile fino al forte Foen poi ci vuole gamba)
DISCESA: Bordin s0, exPark S1, passerella e qualche ripido S2+
Dislivello: 500 (700 se si arriva a Sestriere)

Traccia (indicativa)
https://www.strava.com/activities/7592527409

Acqua: solo a Champlas e poi a Sestriere se si prosegue (c’e’ una fontana lungo la strada del Monte Rotta, ma ad Agosto 2022 risultava spenta)
Video:

3) Bardonecchia Grange della Rho

Giro breve ma panoramico e sopratutto divertente. Si parte dalla zona alta di Bardonecchia, seguendo le indicazioni per Grange Rho e i camini del Frejus. Si parte su asfalto che, anche se a tratti ripido, si lascia pedalare fino al bivio per grange Rho. Da qui la strada diventa sterrata, impegnativa, con una pendenza media dell 11% che richiede una discreta gamba per non ricorrere allo spingismo. Arrivati al paesino, seguiamo in mezzo alle case l’indicazione per Bardonecchia/Strada 3 croci. A breve la traccia diventa un divertentissimo sentiero, che tra curve di diverso raggio (mancano solo le sponde eehheheh) e veloci rettilinei porta a valle fino a ritrovare l’asfalto. Per allungare il giro abbiamo due opportunita’ : a) risalire e poco prima di grange Rho seguire il bivio per Grange Frejus. Da qua inizia un altro singletrack piu’ “XC” con tratti panoramici , qualche parte + tecnica e rilanci che arriva a Grange Frejus sull’asfalto. Percorso qualche metro d’asfalto a sx troviamo una mulattiera, apparentemente anonima e banale, ma che con un po’ di fantasia puo’ trasformarsi in una serie di spondine. b) Se vogliamo evitare il salitone, possiamo semplicemente risalire fino solo alla mulattiera dall’asfalto in direzione camini del Frejus e imboccare la mulattiera a sx.

SALITA: pedalabile — (asfalto fattibile, sterrato impegnativo)
DISCESA: s1 tutte.
Dislivello: 400-600 d+

Grange rho fondovalle

Traccia:
https://www.strava.com/activities/7642188897

Acqua: sia a Grange della Rho che poco prima delle grange del Frejus (qualche metro dopo l’inizio della mulattiera) .

Video:

4) Sauze/gran bosco, Il sentiero dei Cannoni

Classico giro tra il Gran Bosco di Salbeltrand e la Strada dell’Assietta. Salita mediamente impegnativa su sterrata non sempre scorrevole almeno fino al col Blegier, poi le pendenze e la scorrevolezza migliorano una volta inseriti sulla storica strada dell’Assietta. Discesa flow con qualche pezzo un po’ piu’ scassato, lunga e talvolta stancante per il fondo irregolare sopratutto nella prima parte. Un po’ “noioso” il dover ripetere un pezzo dell’itinerario di salita per rientrare al punto di partenza, ma nel Gran Bosco di Salbeltrand non e’ possibile percorrere sentieri in bici tranne il suddetto .

frontino assietta col blegier

SALITA: pedalabile – (sterrato non sempre scorrevole)
DISCESA: S1 tutta.
Dislivello: 750 d+
Traccia:
https://www.strava.com/activities/7631541822

Acqua: assente, premunirsi: le uniche fontane presenti lungo la strada del Gran Bosco ad Agosti 2022 risultano chiuse.

Video:

NB: Le tracce sono state linkate da Strava. Se siete iscritti anche con il profilo gratuito dovreste riuscire a scaricarle facilmente da computer. In caso di difficolta’ potete contattarmi e saro’ lieta di fornirvele via email o altro.

Che budget per avvicinarsi alla MTB ?

Avvicinarsi alla MTB/eMTB – opportunita’ e budget –

Diciamolo apertamente : quando qualche amico/parente/conoscente non biker mi chiede quanto costa la mia bici rimane negativamente colpito e vede questo sport come inavvicinabile. E sottolineo che la mia Thok e’ un entry level come montaggio, e, nel mondo elettrico, e’ poco piu’ del “minimo sindacale” che serve ad avvicinarsi ad un uso offroad sportivo/enduristico.

thok mig sauze

Questo “costo di strartup” e’ un gran deterrente per tanti che vorrebbero provare, avvicinarsi a questo mondo , capire di che si tratta e se puo’ essere il loro sport. Purtroppo anche le formule di leasing o long term rental (noleggio a lungo termine) non sono sempre attuabili e/o convenienti , e implicano un impegno minimo di 1 anno, e sono rare le offerte dedicate a privati che permettono la restituzione del mezzo senza penali.

Tutto questo scoraggia il semplice sportivo curioso, magari praticante di altre attivita’ outdoor, anche solo nei confronti di un noleggio giornaliero , timoroso del “e se poi mi piace come faccio ?”

Facciamo dunque due passi indietro. Le eMTB non sono sempre esistite, e anche senza il motore questo sport puo’ avere il suo perche’ , a patto di mettere a budget – prevalentemente nella stagione estiva – qualche uscita in bikepark , quindi usando le seggiovie o altro mezzo di risalita, per poter migliorare rapidamente in discesa e avere l’opportunita’ di non stancarsi in salita e perdere lucidita’.

Il periodo ideale per avvicinarsi a questo sport con un budget ridotto, e’ secondo me, prima dell’estate , in modo da poter approfittare della stagione di apertura dei bikepark per farci un idea globale di quello che vogliamo fare con la bicicletta.

In ogni caso, il budget minimo per una full (ovvero bici con sospensione sia anteriore che posteriore) usata puo’ variare tra i 1000 e i 1500 euro.
Sotto questa cifra si rischia di tornare molto “indietro nel tempo” , trovando mezzi ormai decisamente obsoleti sui quali puo’ risultare anche difficile reperire i ricambi.

E … se a questa cifra non ci arrivo ?

Se proprio si vuole provare, il mio consiglio e’ di affittare un enduro muscolare in un bikepark e cercare di capire se questo mondo fa per noi. Meglio se accompagnati da un maestro o almeno da un amico/a esperto/a . Il costo di una giornata puo’ variare – incluso skipass e noleggio – dai 70 ai 120 euro a seconda della location scelta.

… Basta una giornata a capire ?

Non e’ detto. In questo caso – ahime’ – il mezzo e il tipo di sentieri fa la differenza. Per questo, nel dubbio meglio affidarsi ad un esperto/a .

… Non ho bikepark accessibili, so a priori che dovro’ pedalare, posso iniziare con una buona front ?

La risposta e’ ASSOLUTAMENTE SI !! Il “frontino”, sopratutto se moderno , e’ un mezzo divertente, allenanete e didattico. E’ piu’ agile e meno faticoso in salita di una full pari peso, in discesa e’ agile e reattivo sul veloce. Richiede pero’ maggiore controllo, scelta di linea e skill a bassa velocita’ sul tecnico. Tutte cose che possono essere imparate, e che sono anche motivanti e divertenti da acquisire.

frontino manual
frontino chiesetta

Dunque, che caratteristiche deve avere un frontino divertente ? All’incirca quelle del mio FrontinoRosso: telaio in alluminio (alcuni propongono l’accaio, sinceramente lo sconsiglio ad un principiante poco allenato, l’aumento di peso non e’ trascurabile), sterzo mediamente aperto (66-67 gradi), ruote da 29 e escursione della forcella intorno ai 120-130 mm. Ci sono front da enduro con escursioni maggiori, ma fidatevi, sopratutto se dovete pedalarci ed e’ la vostra prima bici e’ solo peso in piu’ . Un mezzo del genere permette di iniziare a divertirsi e di imparare solidamente i fondamentali della guida offroad.

E ricordatevi che gran parte delle volte, se non riuscite a chiudere un passaggio , non e’ colpa “della bici” …. La guida attiva in mtb richiede tecnica, che non tutti riescono ad apprendere in modo autonomo e intuitivo. Qualche lezione puo’ essere piu’ utile di un inutile upgrade …

E vi ricordo che se vi trovate in alta Valsusa, per tutto Agosto sono disponibile per lezioni per livello principiante/intermedio in bikepark e non solo, sia per ebike che non.

maestra mtb

eMTB Jenne All Mountain

Jenne e dintorni, all-mountain appenninico

Era da un bel po’ che non scrivevo di un giro in centro Italia.
La mancanza di scassato o comunque di terreno naturale iniziava a farsi sentire.
Quindi non avendo impegni volevo assolutamente azzardare qualcosa di nuovo.
Girare “fuori dal preparato” in Appennino Centrale e’ ben diverso dal farlo nella “mia” ValSusa. Si e’ spesso senza segnale telefonico, in zone molto lontane da centri abitati , e lo sviluppo kilometrico in genere prevale su quello altimetrico. Quindi e’ bene avventurarsi perlomeno con un compagno/a. Cosa che negli ultimi tempi era diventata difficile, visti i frequenti impegni didattici sia con la Tibur Bike che per il mio progetto RidePink.
Ma i social talvolta aiutano, e riesco ad accordarmi con Tony, e-biker che gradisce il riding su terreno naturale e scassato in quota (e che e’ pure capitato nella “mia” Valsusa …)
Il giro che prevediamo di fare e’ un mix tra due tracce in zona monti Simbruini. La partenza e’ da Jenne, alcuni km oltre Subiaco lungo la strada alternativa per monte Livata. Saliamo per asfalto direzione Livata fino a localita’ Fondi, un immenso altopiano in “classico” stile Simbruini. Con qualche taglio ci portiamo su una carrabile che in cresta diventa sentiero, e diventa un po’ sporca e non semplice da seguire. Dobbiamo far affidamento alle bandierine CAI, oltre che alla traccia GPX. Del sentiero non vi e’ praticamente segno. Seguendo la cresta arriviamo ad uno scollinamento su prati in dicesa che ci conduce al punto piu’ panoramico del giro. Un breve ma spettacolare saliscendi, comprensivo di qualche zona ancora innevata, ci porta su un crestino (Colle Campitellino) dal quale e’ possibile ammirare alcune cime innevate, a cui purtroppo non saprei dare nome (eh no, questa non e’ la mia valle :/ …)

Ritrovato il sentiero dopo qualche ravanaggio, continua la “caccia alla bandierina”. Un peccato perche’ il percorso – tutto pedalabile – sarebbe davvero bello e accessibile se fosse pulito. Le faggete dei Simbruini sono un terreno perfetto per la mtb e, sotto quello strato di foglie secche e ramaglie, si nascondono davvero trail di ogni genere.
In ogni caso, a forza di bandierine arriviamo sull’asfaltata. Ancora un saliscendi e inizia il primo vero e proprio trail della giornata: fondo prevalentemente smosso con qualche parte su pietra fissa, non particolarmente difficile ma abbastanza “fisico” per braccia e sospensioni. Verso la parte finale il trail si incattivisce un pelo, con un paio di curve non banali e il fondo che prende un aspetto piu’ di pietra fissa/rockgarden, sbucando infine nuovamente sulla traccia asfaltata da cui siamo saliti.


Risaliamo nuovamente per un paio di km e andiamo a prendere l’ultimo segmento della giornata: un divertente trail, decisamente piu’ flow talvolta interrotto da passaggi su roccia fissa, con alcune sezioni che richiedono un giusto bilanciamento tra precisione di guida e capacita’ di fare scorrere alla velocita’ corretta.
Con un ultima sezione a tornantini si ritrova l’asfalto poco sopra l’abitato di Jenne, e quindi le macchine.

Video By Toni

Concludendo: mi mancava un giro “all mountain”, dove la protagonista e’ la Natura e la Montagna, e la bici e i trail diventano un mezzo appagante e sfidante per goderseli. Ambienti affascinanti e particolari, ben diversi dalle Alpi, dove c’e’ ancora un qualcosa di selvaggio e ben lontano dall’antropizzazione.

Traccia su Strava, consiglio buone capacita’ di orientamento e uso del gps (che deve essere carico e avere le mappe offline) per seguire la parte alta.

https://www.strava.com/activities/6855435457

MTB Valsusa: San Colombano, 804a, Bisee

Media Valsusa: San Colombano, Trail 804_a , Combes, trail Bisee

Un inverno anomalo, ma questa anomalia purtroppo e’ sempre piu’ frequente. Le precipitazioni nevose sono sempre piu’ rare, e spesso alternate a rialzi termici non indifferenti tali da rendere impossibile la persistenza del manto di neve a quote medio-basse.
Anche a Febbraio quindi niente splitboard, ma ebike. Approfittiamo quindi per esplorare una parete sud che d’estate puo’ essere troppo calda: si tratta dell’area sopra Exilles, e in particolare dei sentieri che collegano quest’ultimo con le frazioni Deveys, Combes e San Colombano. L’idea in realta’ deriva da un trail che piu’ di una volta avevo notato percorrendo la SS24, un susseguirsi di tornanti che piombavano direttamente sulla strada asfaltata da una parete piuttosto ripida.

Aprendo trailforks si nota che questo trail esiste, ed e’ segnato come blu. Resta da trovare il modo per inserirlo in un giro piu’ lungo (il trail in se e’ circa 1km, e il dislivello positivo per raggiungere il singolo trail e’ di 300 d+) , compito per il quale ho deciso di riprovare ad usare Komoot. L’altro riferimento da inserire, sempre guardando trailforks e ricordandomi anche di un giro proposto sul libro Western Trail, e’ il sentiero 804 A, che in realta’ andrebbe preso dalla Grangia Soullieres lungo la strada che porta a Grange della Valle, a quota 1700 circa. Ma di questa seconda opzione vi faro’ cenno successivamente.

Saliamo quindi da Exilles verso San Colombano, da qua lasciamo l’asfalto per seguire una sterrata di recente realizzazione. In questa zona sono state ristrutturate alcune antiche grange , quindi c’e’ una strada al servizio di queste. La strada sale tranquilla , si incattivisce solo verso la fine, terminando in un incrocio con proprio il trail che stiamo cercando. La salita e’ comunque facile e pedalabile, alternando scorci sul fondovalle a passaggi tra conformazioni rocciose e muretti a secco. Visto il numero di “ruderi” osservabili presumo che doveva essere una zona ben abitata in passato.

Ma passiamo alla prima discesa. Direzione localita’ Combes: ci aspetta una prima serie di tornanti su fondo smosso e traversi mediamente esposti, nulla di ripido ma che richiede un po’ di sicurezza nella conduzione del mezzo. Scenario sempre molto spettacolare come dal video seguente.

Giunti alla localita’ le Combes proseguiamo continuando la discesa in direzione Deveys. Qua le cose si complicano un pelo, incontrando un traverso esposto dal fondo smosso franoso, che genera alcune contropendenze non banali e non sicure. Il mio consiglio e’ di spingere la bici per i pochi metri “critici”, se non si ha il pelo di rischiare uno scivolone . Lasciato alle spalle il traverso incriminato, la discesa diventa un po’ piu’ scorrevole, e la pietra se compare diventa fissa, proponendo alcune divertenti S e curve varie fino a Deveys.

Ritrovato l’asfalto, si risale per circa 150 d+ fino al ripetitore di San Colombano. Da qua inizia il sentiero Bisee, che pur essendo indicato da paline ha un accesso non visibilissimo, staccandosi a sinistra da uno stradotto che risulta senza uscita. E qui inizia il divertimento: se fosse pulito (basterebbe soffiarlo e levare ramaglie) sarebbe un bellissimo “natural flow” , che alterna parti piu’ “mulattierose” (genere bassa valle, vedi il giro in zona Susa) , ad altre piu’ scorrevoli e addirittura qualche sponda naturale generata dai muretti a secco. Insomma, foglie secche e ramaglie a parte una goduria , con un gran finale a tornantini a picco sulla statale.

Visto il successo di quanto riportato finora, il giorno seguente decido di avventurarmi fino alla grangia Soullier, quota 1700 circa per vedere la parte alta del trail 804 a . Mi affido nuovamente a komoot per vedere quale sia il metodo piu’ rapido per evitare il piu’ possibile la statale in salita. Il suggerimento e’ quello, di percorrere un mezzacosta (o almeno si presume tale) che si stacca dalla strada percorsa il giorno precedente in corrispondenza delle prime case, e inizia a costeggiare la parete. Purtroppo il trail, contrassegnato dalle paline “sentiero balcone” e indicato cosi’ sulle carte, risulta spesso strettissimo, esposto e con passaggi tecnici in salita che gia’ non sarebbero banali in un altro contesto, figuriamoci con uno strapiombo da una parte

sentiero balcone

In ogni caso in qualche modo, spingendo piu’ di una volta la bici (nb: il trail se si ha pelo e manico in salita con un e-bike e’ ciclabile al 95% forse anche oltre) si arriva alla localita’ Combes. Da qua ora solo asfalto, lungo la strada x Grange della Valle, fino a quota 1700 mt slm.

gr soullier

Fa freddo e tocca muoversi. Il sentiero e’ facilmente individuabile dalle seganalzioni biancorosse CAI, e , promette davvero bene. Purtroppo e’ sporco, sporchissimo, pieno di rami e ramaglie di larice, ma se ripulito sarebbe a dir poco spettacolare dal punto di vista del divertimento a due ruote.

ramaglie 804

UN mix tra singletrack e mulattiera con qualche pietra fissa, e muretti a secco che fanno da sponde naturali. Molto particolare la parte di uscita dal bosco, che ci porta a ritrovare l’itinerario gia’ noto del giorno precedente, con passaggio in una “barriera” costruita con lastre di pietra .

lastre 804

Ripercorriamo dunque la strada del giro gia’ noto a ritroso, incontrando anche qualche pianta in fiore … la primavera e’ ormai gia’ qua (con un mese di anticipo) . Il giro si conclude con il bellissimo sentiero Bisee di cui abbiamo gia’ parlato per un totale di 970 d+.

pianta fiorita

Concludendo: una zona che ancora non conoscevo, estremamente interessante. Con un po’ di lavoro di pulizia l’accoppiata 804/bisee diventerebbe davvero un giro TOP per chi ama l’enduro su terreno naturale. Ottima scoperta sopratutto in mid season ovvero “destagionalizzata”.

Per completezza lascio i link alle due attivita’ su Strava. Il mezzacosta “sentiero balcone” e’ da percorrere con cautela e a proprio rischio e pericolo.

https://www.strava.com/activities/6731781950

https://www.strava.com/activities/6726933564

Nasce Ridepink.it

Con immenso piacere annuncio anche qua sul blog personale la mia nuova grande sfida. Si chiama RidePink.it ed e’ (per quanto a mia conoscenza) il primo progetto di MTB Coaching offerto da Istruttrici donne nei confronti di altre donne bikers. Con me in questa avventura ci sara’ Barbara, rider e personal Trainer , con cui nell’ultimo periodo ho condiviso uscite in bici, progressi e confronto tecnico.

kiaz and bi argentario
"ride P.NK DON'T THINK" logo

Il nostro obiettivo e’ quello di vedere sempre piu’ ragazze e donne di tutte le eta’ in MTB e in EBike. Vogliamo far capire che con un opportuno background tecnico questo sport puo’ essere davvero divertente e motivante, permettendoci non solo di ricercare l’adrenalina sui trail, ma anche di raggiungere posti fantastici. Crediamo fermamente che la MTB “ricreativa”, intesa come attrezzo per godersi il mondo outdoor abbia una potenzialita’ simile a quella dello sci alpino e dello snowboard … sopratutto in funzione del fatto che nevica e nevichera’ sempre meno, dunque la montagna andra’ sempre piu’ vissuta in modo alternativo e destagionalizzato. La filosofia didattica e’ gia’ quella che trovate qua, ovvero #dazeroalsentiero , un approccio progressivo che mira a consolidare le abilita’ tecniche di base e a portarle sui trail, guadagnando fiducia e imparando a superare i blocchi mentali, problema tipico dell’universo femminile.

k & b tivoli

Ed e’ dai blocchi mentali che arriva il nostro slogan: “Don’t think, ride pink”, ovvero non pensare, ma “raidare” , proprio perche’ spesso tendiamo a bloccarci ragionando in maniera eccessiva e facendo girare piu’ il cervello che non le ruote 😀 !!

Vi invitiamo a seguirci sul nuovo sito e sui rispettivi canali social !

FB: https://www.facebook.com/ridepinkmtb
IG: https://www.instagram.com/ridepink.it/

MTB Coaching: blocchi mentali

MTB Coaching: blocchi mentali

Comincia con questo articolo una serie dedicata alla didattica. Se trovero’ tempo e location idonea cerchero’ anche di fare una versione video (vlog), giusto per cercare di stare al passo con i tempi 😀

Veniamo subito al dunque. L’idea di trattare questo insidioso argomento mi e’ venuta venerdi’ scorso, a Sestri levante alla fine del ST.Anna. Chi conosce il trail sa che alla fine del suddetto c’e’ un passaggio su roccia che puo’ incutere timore.

La sottoscritta ci ha messo parecchio tempo a trovare il coraggio di chiuderlo.
Parlo di trovare il coraggio, perche’ in se il passaggio non ha nulla di particolarmente complesso sopratutto se affrontato con una full moderna sia essa a pile o no. La prima volta che lo ho “portato a casa” risale al 2019, con la stumpjumper

il primo superamento del “sasso” in questione, nel 2019 con la specy

Ma cos’ha di particolare questo sasso ? Lo si capisce abbastanza bene dalla foto recente, la prima che ho postato: e’ messo in un punto dove c’e’ roccia sia a destra che a sinistra e per copiarlo e’ necessario mettere le ruote in un punto ben preciso.
Dopodiche’ si tratta di un droppetto come tanti altri, addirittura piu’ facile del roccione della Capra di formello, che pero’ ho “imparato a chiudere” molto prima del suddetto passaggio di Sestri Levante.

drop 4mello

Addirittura, posso dire che la difficolta’ e’paragonabile ad un altro passaggio presente a Formello, ovvero il drop sulla Volpe.

volpe drop old
il drop della Volpe, non e molto diverso. Ma fa un effetto diverso essendo circondato da vegetazione.

Perche’ quindi ci sono “certi passaggi” che chiudiamo e certi altri, di pari difficolta’ che ci mandano in tilt ?

Molto semplice. Si tratta di blocchi mentali, spesso correlati a qualche “elemento di disturbo” che incute timore, tipo una parte esposta, un albero in un posto scomodo, o semplicemente il fatto di trovarsi in un “posto nuovo”.

Il ragionamento che sto per fare PRESUPPONE che il/la rider abbia il livello necessario e sufficente a superare il passaggio incriminato.
Nel caso specifico stiamo parlando di un breve ripido roccioso, definibile come drop, con analogie didattiche con, ad esempio, una scalinata ripida ma breve, elemento reperibile con facilita’ e utilizzabile per apprendere la tecnica in un contesto protetto.

Ecco, introduciamo il concetto di “contesto protetto”: definisco contesto protetto tutte quelle situazioni in cui possiamo praticare determinate skill minimizzando i rischi di infortunio: bike park, parchi urbani con zone adatte alla mtb, alcuni tracciati xco anche. Trattasi tipicamente di aree in cui e’ facile prestare assistenza agli allievi in caso di coaching, e, piu’ generalmente di “spot” in cui ci troviamo nella nostra zona di comfort.

Il blocco mentale avviene quando non riusciamo a ricondurre quanto abbiamo davanti ad un qualcosa di simile gia’ effettuato in un contesto protetto e/o su un trail che e’ nella nostra zona di comfort.

Come possiamo fare a sbloccarci, e a trovare la fiducia necessaria sia nella bici che nelle nostre skill per azzardare un nuovo passaggio?
Provo a dare qualche consiglio.

1) Osservare bene l’ostacolo, e se possibile verificare che la bici lo “copi” in maniera agevole senza rischio di toccare sul MC o altrove.
2) Spesso questo tipo di drop ha un entrata blind, ovvero alla cieca, che da l’idea di aver a che fare con un salto piuttosto che con un passaggio copiabile. Il non avere visibilita’ sul dopo e’ uno dei primi fattori di blocco. Individuare dunque il punto di ingresso del drop.
3) Individuato il punto d’ingresso fare qualche metro indietro e studiare bene la linea per entrare dritti. Questa fase e’ molto importante, perche’ talvolta e’ meglio una linea retta anche se piu’ dissestata piuttosto che introdurre curve per cercare la parte piu’ pulita.
4) Visualizzare mentalmente e memorizzare la “cosa piu’ simile” che abbiamo gia’ fatto in altri contesti.

A questi punti la strategia e’ la stessa che si usa per imparare a saltare : ovvero “commit” , termine che non riesco a ben tradurre dall’inglese. “Commit” nell IT e’ la conferma di un blocco di istruzioni ad un database relazionale.

Qualcosa del tipo, ok, ho chiare le istruzioni, devo eseguire senza interruzioni .

In questo caso il significato e’ avere bene in testa quello che dobbiamo fare, concentrandoci solo sulla linea e non su tutto il resto, tenendo a mente che ci sara’ un istante di “non ritorno”, superato il quale gli errori si pagano. Se abbiamo bene in mente la linea, se sappiamo gestire in maniera opportuna lo spostamento dei pesi sulla bici (bike body separation, separazione corpo bici), l’ostacolo risultera’ “una cazzata”, in quanto non sara’ altro che la replica di un gesto che abbiamo gia’ fatto e che ben conosciamo.

Sottolineo l’importanza di visualizzare: di pensare ad un “e’ come … un qualcosa di gia’ noto” e di non pensare a cosa ci sta attorno. Questo e’ molto d’aiuto anche nel superare parti esposte anche molto facili.

Ovviamente oltre che la tecnica, serve esperienza, fiducia e ripetibilita’. Un consiglio su passaggi di questo tipo e’ di ripeterli piu’ volte, fino a portarli nella nostra zona di confort.

Se invece ci accorgiamo che arrivamo indecisi, e che all’attacco del passaggio non riusciamo a visualizzarne la chiusura, meglio lasciare perdere per il momento e tornare a consolidare le abilita’ tecniche necessarie in un “contesto protetto”.

Ma quali sono le abilita’ piu’ importanti per gestire in sicurezza drop e passaggi scalonati ?
Oltre la gia’ citata bike body separation, serve una buona gestione dei freni nonche’ fiducia negli stessi (brake confidence) e nozioni base di equlibrio. Sono dell’idea che un buon surplace (qua un mio tutorial fatto in passato) sia sempre alla base di tantissime altre skill utili sopratutto in un contesto all-mountain. Ovviamente questo articolo e’ rivolto a chi inizia a confrontarsi con trail piu’ tecnici. Per chi invece vuole migliorare la velocita’ la questione e’ diversa ma ne parleremo in futuro.

Vi ricordo che sono Maestra di MTB. Se volete approfondire dal vivo qua il mio progetto di coaching.

La bicicletta (a pile e non) mi salvera’

Mi scuso per il lungo silenzio stampa, ma sono reduce da un periodo impegnativo, culminato con l’acquisizione del brevetto di Guida Cicloturistica Sportiva FCI che si aggiunge a quello di Maestro di primo livello. Questo ulteriore piccolo tassello si aggiunge ad un percorso, intrapreso quasi inconsapevolmente e per gioco nel 2018, che mi ha portato finalmente a veder pian piano realizzarsi un sogno, quello di riuscire a “monetizzare” una passione sportiva.
In questo periodo ho capito di aver fatto tanti, tantissimi errori, di essermi fatta influenzare da legami e da stereotipi.
La bicicletta e’ un “attrezzo” che mi e’ sempre venuta incontro nei momenti difficili. E in tali situazioni non mi ha mai deluso, indicandomi la strada per uscire dai guai. In bici c’e’ sempre tempo di riflettere. Sopratutto quando giro da sola. Forse e’ proprio la contrapposizione tra le mie riflessioni in salita e la concentrazione e l’adrenalina della discesa che rende per me questo sport un qualcosa di unico che mi fa sentire viva, unito allo stare all’aria aperta e esplorare posti nuovi.
Gia’ dallo snowboard (con il quale il mio sogno di diventare maestra purtroppo non e’ andato a buon fine) sentivo di avere una buona propensione alla didattica. Anche in settori completamente differenti (IT) ho avuto esperienze positive nell’insegnamento. Purtroppo questi elementi sono risultati transitori, non ho mai avuto la capacita’ di dare importanza a questa skill.
Finalmente, a fine 2020 in piene emergenza Covid, grazie ad una coincidenza inizio una collaborazione con una scuola di MTB e metto in opera le mie skill. Bambini alle prime esperienze, poi ragazzini aspiranti enduristi, e nel mentre qualche “ragazza cresciuta” alle prime armi.


La cosa pare funzionare, e credo che sia giunta l’ora di continuare in questo percorso, di migliorare ulteriormente il mio livello (no, non chiedetemi di fare i qom/kom su strava) e di promuovere il piu’ possibile l’uso turistico/ricreativo della MTB con la SICUREZZA come prima finalita’. Si, la sicurezza, perche’ ad oggi chiunque puo’ affittare un ebike senza avere un minimo di conoscenza di come va guidata.
La mtb si guida, si guida !!! Non si pedala e basta, si GUIDA !
La tecnica e’ quello che permette di acquisire sicurezza : #dazeroalsentiero e’ uno dei miei hashtag, e significa arrivare sui trail con le nozioni necessarie e sufficienti a e evitare incidenti.

drop 4mello


Il 2022 riservera’ grandi cambiamenti. Posso reputarmi fortunata attualmente a permettermi di correre alcuni rischi che sono cosciente non tutti possono correre. Le persone normali non corrono questi rischi. Le persone normali hanno una vita normale. Io no. E non la voglio.

Probabilmente i miei clienti, o i genitori dei miei clienti, sono o saranno persone normali per una buona parte.
Magari qualcuno ha questa passione. Magari molti spendono anche cifre per me irraggiungibili per avere un ebike di ultima generazione o per andare in ferie o a girare nei posti piu’ “cool”. E’ passione anche quella in un certo senso.
Non sono fatta per restare a guardare.
Non sono fatta per giocare ad un videogame reale (strava).


Quello che attualmente faccio (lavoro in uno studio oculistico) lo faccio solo per “mangiare” e ripagarmi l’affitto in una citta’ che non mi e’ mai appartenuta.


La vita e’ una sola ed e’ gia’ quasi tardi. Va vissuta, non sprecata. Sopratutto di questi tempi, dove il covid ha fatto emergere il peggio dell’essere umano e, almeno per quello che mi riguarda, mi ha fatto capire cosa e’ VERAMENTE IMPORTANTE per me.
Non crediate che quello che sto per fare non sia un atto di coraggio.
Non posso svelare tutto e subito.
A presto su queste pagine, a presto con altre novita’.

Stay Tuned,

KiaZ

eMTB: Sestri All Mountain

Sestri Levante All Mountain

Sestri Levante e’ ben nota per i trail enduro, tra cui il famoso St.Anna, e questo ormai lo sanno pure i muri.
Ma non c’e’ solo “enduro” inteso come “prove speciali” , ma altri interessantissimi itinerari all-mountain, piu’ naturali (btw, st.Anna e’ a prevalenza naturale, ma la sua particolare conformazione lo rende molto enduristico) e molto meno conosciuti. Grazie alla disponibilita’ della guida MTB Gabriele ho avuto l’opportunita’ di fare un bel giro alternativo sulle alture che sovrastano Sestri e Cavi di Lavagna.

Partiamo dall’inizio: la salita e’ la solita che si fa per i classici St’Anna, ma stavolta proseguiamo per una sterrata, che poi diventera’ sentiero, direzione Cavi quindi verso ponente , fino a raggiungere la cima del monte Capenardo, poco sotto i 700 mt slm. Da qua proseguiamo ancora fino, tramite un trail a scalette, a raggiungere il sentiero di cresta.
Le salite sono a tratti impegnative e l’ebike e’ d’obbligo per i comuni mortali. Si parte quindi con uno spettacolare sentiero in cresta, con vista mare che spazia su tutto l’intero golfo del Tigullio, da Sestri fino al monte di Portofino.

Dopo questo breve incipit molto easy , lasciamo la cresta per immetterci nel bosco in parete nord. Attacchiamo quindi con il primo trail un po’ piu’ tecnico della giornata, “ciappea“, da “ciappe”, ovvero il termine con cui venivano chiamate le lastre di ardesia, caratteristiche di queste alture. E il trail e’ quindi un susseguirsi di punti piu’ flow a qualche passaggio tecnico su roccia fissa mai impegnativo.

Ci ritroviamo allo slargo da cui partono alcuni trail e da cui abbiamo iniziato a salire su singletrack . Da qua prendiamo uno stretto trail, a tratti nascosto dalla vegetazione. Scorrevole e divertente, e’ il sentiero piu’ flow del giro, e molto probabilmente il piu’ flow della zona (su trailforks e’ indicato come verde …). Attraversando bellissimi boschi e alternando zone piu’ aperte da cui si scorge nuovamente il mare, a tratti circondati dalle ginestre, sbuchiamo su asfalto dal versante ovest, verso Cavi, e dunque ci tocca risalire, per l’ultima volta.

flow trail

Stavolta lasciato l’asfalto la salita si fa impervia, tanto da mandare in crisi la thok su un ripido anche in boost. Fortunatamente e’ breve, pochi metri a spingismo (walk) e andiamo ad incrociare l’ultima parte del trail “i cani” che con un mezzacosta ci portera’ sul famoso Sant’Anna, circa alla fine del Toboga. Il resto, lo conosciamo ormai bene, dai paesaggi ai passaggi tecnici su roccia fissa Sant’Anna non delude mai, e stavolta, cigliegina sulla torta, una nuova variante un pelo piu’ easy che bypassa il roccione e porta a meta’ del trail finale dei ponti Romani. Interessante e utile per chi non ha ancora fiducia sui drop rocciosi ma non vuole perdersi l’opportunita’ di girare su uno dei trail piu’ “unici” della Liguria.

Si conclude cosi’ questo bellissimo giro. Ringrazio la guida Gabriele Grasso per avermi fatto scoprire questo itinerario AM che aggiunge un motivo in piu’ per girare a Sestri. Il territorio ligure conferma ancora una volta di avere la conformazione perfetta per la MTB, e l’elettrica amplia ulteriormente il range di sfruttamento del territorio. Spero presto di tornare qua, avere questi trail a poca distanza da casa non ha prezzo.

st anna guide

relive