Finale with Friends

SPOILER

Non amo le seggiovie ma ogni tanto (raramente) ne faccio uso.
Preferisco pedalare (tranquilli, anche a pile si pedala)
Non avrei mai pensato in vita mia di andare a Finale Ligure e farmi scarriolare tutto il giorno con un furgone per fare il criceto.
Ma per gli amici questo e altro.

In questo articolo fate finta che io abbia qualche anno di meno e anche meno esperienza in bici (ne bastano giusto un paio) e che la sfida con il destino non sia mai esistita. O forse si. Non lo so. Finale e’ finale e facendo un paragone con il surf e’ come surfare in oceano dopo anni nel nostro laghetto mediterraneo.

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Bici carica
Batteria carica anche se stavolta non ci serve.
Manca circa un quarto alle 7 e ho una destinazione impostata su maps.
99 ad Ovest da qui. Destinazione Finale Ligure aka La Mecca della MTB

Aspettative zero, se non quella di una bella giornata a ritrovare vecchi amici.
Perche’ e’ vero che Roma non mi manca per niente, ma mi mancano tantissimi biker con cui ho girato in questi anni.

E’ un piacere rivedere “a soli 100 km da casa” Guido, Ivano, Roberto e altri nuovi amici targati RM.
Mi mancava la loro allegria il loro far casino. Mi mancava un giro in compagnia .

Dopo i saluti di rito si va a caricare le bici sul furgone. Destinazione Base Nato, 1000 d+ circa da guadagnare a suon di tornanti … con la sottoscritta che a meta’ strada si arrende e chiede di stare davanti. Era meglio pedalare penso tra me e me.

La notte ha piovuto, e questo ci costringe ad iniziare da Base Nato , mentre io speravo di vedere il famoso RollerCoaster.
Poco male.
Finale sembra un altro pianeta. Un quantitativo di bikers, tra cui ragazze, famiglie, bambini, mai visto in nessun altra location.
Sentieri ovunque.


Attacchiamo la prima discesa , che si chiama Madre Natura , io ho le gambe molli. Non sono abituata a girare senza pedalare un po’.
Soffro la luce e gli sbalzi sole/ombra. Faccio fatica e non vado come vorrei ma almeno resto in piedi sulla bici.
Il trail sbuca sull’asfaltata, e da qui il furgone ci raccoglie e si torna su
Altro giro altro regalo .
Stavolta il trail mi pare si chiami H. Simile al precedente, io per la scarsa visibilita’ mi pianto e vado dritta ad una curva.
Ancora non ho fatto amicizia. L’unica cosa certa e’ che il setup mullet sulla thok stavolta funziona eccome.
Terza risalita. E’ l’ora del trail ingegnere, che ci portera’ fino a Feglino dove faremo pausa pranzo. Questo gia’ lo conoscevo, e infatti andiamo un pochino meglio (si fa per dire). E’ lungo, tanto lungo, ed e’ mediamente tecnico. Non ha nulla di impossibile ma c’e’ sempre da guidare e stare attenti. Io vado con calma , senza uscire dalla mia comfort zone. Cerco di goderemelo e di sfruttare al meglio il nuovo setup dell’ormai datata thok. Vi lascio il video di questo , dovrete accontentarvi, non sono una pro, ma se qualcuno vuole farsi l’idea di un Finale al rallentatore, questo fa per voi 😀 😀

L’ingegnere e’ lungo, fisico, 5 km di carico continuo su braccia e gambe, ma nel mio caso sono sopratutto le seconde che soffrono.
Pausa pranzo meritata e decisamente allegra in un posto carino in quel di Feglino …

La mia povera thok e’ piena di fango. Le mie gambe sono sempre piu’ molli . Alla faccia di quelli che dicono “ah ma tanto fai solo discesa se vai con il furgone”. Si, diciamo che io sono piu’ reattiva dopo una bella e non eccessiva salita pedalata.
Ripartiamo , e io decido di saltare un trail e mantenere le (poche) forze per il finale della giornata, Rollercoaster , che era un po’ la ragione di questo giro, trail di cui tutti parlano e che io “non ho mai fatto anche se ci sto a 100 km”.

100 km … che erano realativamente pochi quando vivevo a Roma qua diventano tanti. Si , certo la qualita’ dei trail e’ molto elevata, e sopratutto se si ama l’Enduro valgono tutti i km . Ma io so (e devo) anche accontentarmi delle mulattiere che ho a pochi km.

Arriviamo dunque a sto benedetto RollerCoaster, sul quale Guido si offre di accompagnarmi e aspettarmi . Prima parte easy e flow senza davvero niente di strao o di difficile, un lungo drittone in leggera discesa con qualche saltino. Il trail si fa divertente quando inizia ad essere guidato, con una successione di compressioni molto ritmiche e ben concatenate tra loro, che se fatte ad una velocita’ ben diversa dalla mia diventano tutt’altro che banali. Diciamo che fino all’incrocio con la sterratona e’ un trail quasi per tutti.
Diversa e’ l’ultima sezione dove l’ignoranza torna padrona e infatti cado come un sacco di patate su un cambio di terreno da umido a secco. C’e’ molto piu’ da guidare e un ultima sezione multilinea un po’ stile “Rive Rosse” , su cui Guido mi ha gentilmente indicato dove mettere le ruote.
Felice di rivedere l’asfalto … soddisfatta di essere intera … contenta di aver passato una giornata in compagnia .

Mi mancherete ragazzi, come mi siete mancati. Spero di girare ancora con voi … Ora tocca rimettersi a lavorare. La sfida con il destino non e’ finita, e’ appena iniziata ….

MTB – Uscio, reloaded

Di Uscio, location che troviamo a 10 km da Recco salendo verso l’entroterra, avevamo gia’ parlato qualche anno fa. L’esigenza di trovare qualche trail che non sia spaccabici (ogni riferimento a Sestri Levante e’ puramente casuale…) su cui girare e allenarmi senza dovermi allontanare troppo da casa mi ha riportato a riscoprire tale localita’ e i suoi trail.
In zona operano vari gruppi di trail builders, e su Trailforks sono comparse alcune nuove tracce che vale la pena conoscere (e ancora ne mancano …)
Ma andiamo per ordine . Il primo trail di cui vi parlo si chiama Batagna 1. Salendo dal centro di Uscio, scollinato Colle Caprile proseguiamo sulla strada per Gattorna prestando attenzione ai cartelli a sinistra. Troveremo un apertura con indicazioni Batagna 1/2 e Costa Lunga che conduce su una mulattiera mezzacosta di collegamento. Il primo e ben indicato bivio a sx che incontriamo e’ Batagna 1: un trail di media difficolta’, senza niente di particolarmente complesso, che unisce drop naturali, guidato, e parti flow piu’ veloci.
Il sentiero scende sul versante ovest verso l’entroterra, terminando in un avvallamento attraversato da un bellissimo ruscello, che dovremo guadare. Con l’ebike e’ consigliato spingere la bici qualche metro piu’ a valle del guado “ufficiale”, e sfruttare un abbastanza evidente
punto con acqua piu’ bassa e sassi su cui fare affidamento .

NB : video registrato come 1st ride , quindi discesa blind senza conoscere ancora il sentiero

Il trail non ha pendenze accentuate ed ha un buon fondo, il che permette di percorrerlo in maniera sicura anche con il bagnato (nei limiti ovviamente delle proprie capacita’ ).
A fine trail ci aspetta una risalita un po’ impegnativa ma tutta pedalabile in ebike (ma anche in muscolare, se si e’ allenati e si possiede una buona tecnica) , fino a ritrovare l’asfalto che seguiremo fino a Calcinara. Da qui possiamo sfruttare un breve trail di collegamento per tagliare un pezzo d’asfalto e riportarci a Colle Caprile. Da qui possiamo salire verso il gia’ noto trail Polveriera, che ci riporta ad Uscio passando per il punto panoramico della panchina gigante ….

big bench uscio

….. oppure ricollegarci allo start di Batagna e degli altri trail sul lato entroterra, tramite Chiapparino, un breve ma divertente trail prevalentemente in terra con qualche passaggio su roccia fissa.

chiapparino

Proseguendo invece oltre l’ingresso di Batagna/Costalunga, troviamo l’ultimo nato trai i trail della zona. Si chiama Calabroni, ed e’ il piu’ facile dei trail sul versante entroterra. E’ un trail mediamente facile per almeno 3/4 della sua percorrenza, con qualche sporadica parte un po’ piu’ stretta e scavata all’inizio, qualche semplice drop e un ultima parte piu’ ripida. Soltanto la parte finale, con un traverso esposto e stretto e successivo ripido in contropendenza e compressione possono riusltare problematiche. Ma parliamo di pochi metri e comunque l’ambiente ripaga con la vista di questo particolare ruscello che si fa strada attraverso una ripida gola.

E’ doveroso ahime’ segnalare che l’uscita del trail presenta una sbarra non apribile, di non facile passaggio con l’ebike se si e’ da soli. Per risalire, troviamo subito la strada che porta a PiandeiPreti, un po’ ripida ma sempre asfaltata, panoramica verso la val fontanabuona.

(video calabroni)

Spendiamo ancora due parole su Costa Lunga e Batagna 2. Il primo , come suggerisce il nome, segue il costone della cresta spartiacque, senza presentare difficolta’ alcuna fino a quando le pareti non si inaspriscono verticalizzandosi verso il fondovalle. Da qua la musica cambia: un lungo ripido guidato, molto ripido con punte oltre il 40% ci portera’ fino ad un traverso lungo il torrente dove il lepego (umido viscido) e’ in agugato e occorre prestare attenzione anche se si tratta di una sezione facile. Il trail si conclude in una caratteristica gola dove un ponticello che dimostra “una certa eta’” ci permette l’attraversamento. Anche per questo trail suggerisco la risalita via pian de preti. Su trailforks e’ blu, ma il ripido finale e’ decisamente nero.

Batagna due invece e’ forse il piu’ hard dei trail della zona. Non tanto per le pendenze, quanto per il fatto che passa in una parete nord estremamente umida, o meglio lepega, ricca di corsi d’acqua. Attraversa un ambiente a tratti singolare, passando accanto a costruzioni abbandonate e terminando anch’esso nei pressi del torrente con un caratteristico ponticello. Su trailforks e’ indicato blu ma IMHO e’ da segnare nero.

Un ultima menzione va anche fatta per N.S del Bosco, ancora in fase di manutenzione e pulizia nella seconda parte: trail xc/flow nella prima parte con poi una serie di rilanci e strappi in salita non banali. Molto interessante per chi vuole mettersi alla prova anche sul tecnico in salita. Termina all’omonimo santuario, da dove su strada asfaltata risaliamo tranquillamente verso Calcinara/Colle caprile.

In ogni caso, se abbiamo iniziato il giro partendo da Uscio, a fine giro e’ consigliato il rientro sul classico Polveriera.

Tutti i trail indicati, tranne Calabroni NS del Bosco e Chiapparino, sono ben indicati su trailforks. Per questi altri vi linko le mie attivita’ su Strava,ma tutti i percorsi sono ben segnalati da cartelli e indicazioni.

CALABRONI + CHIAPPARINO
COSTA LUNGA/NS BOSCO

Per concludere: location davvero bella, che merita sicuramente piu’ visibilita’, posizione strategica tra costa e entroterra, terreno che regge piu’ che bene l’umido e che sul lato mare drena rapidamente. Ci ho girato anche con il bagnato, e con la dovuta cautela i trail meno ripidi sono fattibilissimi. I local del gruppo “Uscio outdoor” si danno da fare per mantenere e aprire nuove linee, andando a riscoprire antiche vie di comunicazione e evitando di creare strutture dal nulla rispettando al massimo l’ambiente. E ultimo ma per me importante, qua ci sono trail adatti a tutti, anche a chi sta iniziando a scoprire questo mondo, cosa non sempre semplice da trovare in Liguria. Inoltre il comprensorio e’ ben collegato , ognuno puo’ scegliere l’anello piu’ idoneo alla propria preparazione tecnica e atletica (e al mezzo) e le risalite sono tutte ben pedalabili .

Vi invito anche a leggere il post del 2020, e ovviamente a venire a girare su questi trail!

eMTB AM Genova Mte Fasce 2 Sori

A volte mi si chiede se non ho paura a girare in mtb da sola.
La risposta e’ si, a volte si, ma se dovessi sempre trovare qualcuno per fare un determinato giro sarei piu’ sul divano che in bici.
E questa cosa vale sopratutto in questa fase personale di ricostruzione. Lasciata alle spalle la Capitale, ora la mia concentrazione e’ sull’arrivare a termine del corso regionale ACT e sul portare avanti i miei progetti in quello che voglio che sia il mio mondo.
Per arrivare indenni all’esame finale, farsi male e’ severamente vietato. Ed e’ x questo che negli ultimi tempi mi avete visto fare anche molti km, (cosa che comunque evito di fare con frequenza) pur di avere compagnia, sopratutto in giri piu’ lunghi e magari dallo stampo piu’ AM.
Ma le belle giornate e il richiamo dell’esplorazione del meraviglioso territorio che ho a pochi km dalla mia base invernale (attualmente sono a Rapallo e ci restero’ fino al disgelo) stavolta mi hanno convinto a rimettermi a “ravanare” in un giro piu’ lungo di stampo all-mountain. L’idea arriva da un post su facebook di un uscita effettuata dal CAI di Savona, alla quale ha partecipato una biker che ho tra i contatti. Mi informo e ottengo il gpx. Si tratta di un alternativa alla gia’ nota Porcilaia , che dalla strada del monte Fasce scende su St.Ilario. Stavolta invece ci si stacca poco prima, e sulla carta dovremo affrontre una serie di creste, fino a scendere a Sori passando per la localita’ Teriasca , il tutto seguendo uno spettacolare crinale , sul quale si alterneranno sezioni esposte ad altre piu’ aperte, per concludersi con uno splendido sentiero a tornantini (minuto 7.49 del video sottostante x i piu’ impazienti) .

Quindi pronti … VIA . Vi lascio subito il vlog del giro ….

Ma procediamo con ordine. Dislivello e kilometraggio ignoti, in quanto la traccia che ho parte da Nervi e sale per la classica risalita che in genere si utilizza per i trail lato antenne (Geometra, Topinigi, Tupango) , mentre per me, arrivando da Levante conviene lasciare la macchina a Sori e salire da qua. 9km per alzare circa 620 d+, ad incrociare la strada del Fasce che arriva da Uscio in localita’ Case Cornua. Da qua ancora 2km e 100 d+ per lasciare poi l’asfalto in corrispondenza di uno slargo, e seguire una visibile e sempre pedalabile linea di cresta che porta ad una stazione metereologica. Inutile dire che il panorama lascia senza parole.

Raggiunta la cresta piu’ alta inizia la discesa. La prima parte, dopo un poco visibile attacco a valle di una lastra rocciosa, e’ un lungo traverso con un paio di tornantini, il tutto fattibile ma decisamente esposto. Serve prudenza e cautela sopratutto se si e’ in solitaria; il traverso poi conduce ad un altra serie di creste con qualche rilancio e qualche scalino in salita, fino ad un ultimo ripido molto smosso (che non mi vergogno ad aver fatto a piedi vista la situazione) . Da qua il sentiero cambia totalmente, si entra nel bosco in una classica mulattiera che talvolta presenta qualche restringimento e qualche passaggio su pietra fissa a rischio rotture, terminando con uno stretto tornante che conduce in una altrettanto stretta linea racchiusa tra muretti a secco. Superata questa sezione, possiamo dire di esserci lasciati alle spalle la parte piu’ ostica del trail, indicata come nera su trailforks. Finalmente possiamo mollare un po’ i freni, immettendoci sul divertentissimo “Cortino DH“, blu su trailforks: una discesa sempre panoramica con una prima parte natural flow in cui il sentiero trova il suo percorso tra la bassa vegetazione mediterranea, per poi diventare piu’ tortuoso aggrovigliandosi in una divertente e sfidante serie di tornantini. Il fondo breccioloso non e’ dei miei preferiti e richiede cautela, ma a parte questo dettaglio la discesa e’ davvero TOP ! Un ultima “S” ci porta nuovamente a contatto con la civilta’, sbucando in una cementata al servizio di qualche abitazione.
Ancora pochi metri in lieve salita e ci troviamo in localita’ Teriasca.

Da qui possiamo rientrare a Sori su asfalto, o in alternativa fare un ultimo trail, purtroppo non pulitissimo sopratutto nella parte finale che ci porta rapidamente nel fondovalle sulla cementata che costeggia il torrente e che conduce con piacevoli passaggi tra le tipiche abitazioni, fino al mare.

CONCLUSIONI: giro bellissimo, abbinabile volendo ad altri elementi nella zona del Fasce. (Il giro in se come lo ho fatto io sono poco meno di 20 km e 830 d+) Paesaggi e terreni che ricordano l’alta montagna, ma sotto c’e’ il mare …. esposizione sud quindi ben drenante . Peccato che l’ultima sezione (CORTINO) non abbia una via d’accesso semplice e alternativa al lungo traverso, in quanto meriterebbe la possibilita’ di una risalita dedicata essendo molto divertente dal punto di vista della guida e della pratica sui tornantini stretti.

STRAVA: https://www.strava.com/activities/8548438525
TRAILFORKS : https://www.trailforks.com/ridelog/view/49008744/

Relive:
https://www.relive.cc/view/vQvxpMXjR9v

eMTB: Andora/Diano e il salto nel blu

Ancora un invito a girare a Ponente. Stavolta arriva da Luca di ebiketour.net . Non do nemmeno troppo peso al giro, mi dice zona Andora/Diano, chiedo se si fara’ il salto nel blu e la risposta e’ affermativa. Il Salto Nel blu e’ forse, dopo i sentieri di Finale, il trail piu’ famoso, fotografato e documentato su Youtube del Ponente o forse della Liguria in generale.
La curiosita’ quindi c’era … ma stavolta arrivare al traguardo non sara’ semplice.
Si preannunciano una 40ina di km e circa 1300 d+- Diciamo che so da subito che con la pila sto al limite e che non sara’ facile chiudere il giro esenti da fatica. Ma ci proviamo.
Chiedo perdono se daro’ + spazio alle mie sensazioni che non ad una precisa descrizione della location, il Ponente lo conosco solo per il surf, e anche il ridelog su Trailforks non mi aiuta al 100%. Iniziamo dunque … simpatico gruppetto elettrico in cui siamo ben due donne, livello … livello .. gia’ il livello. Quella cosa che non so piu’ come definire perche’ e’ troppo relativa. Facciamo prima a dire livello compatibile con il mio, almeno in discesa …
In salita pero’ … o sul mangiaebevi con cui e’ esordito il giro … lasciamo perdere.
La sottoscritta ha scomodato tutti i santi a lei noti, maledicendo fango e “LEPEGO**” in generale, per un lungo e poco piacevole mangia-e-bevi che ci ha condotto al primo trail.
E si attacca subito con una nera. Si chiama “i tecci”, e mena. Mai esposta e mai pericolosa, le difficolta’ maggiorni sono le canale e alcuni punti scavati. Nulla di impossibile ma impegnativa e continuamente scassata.


Dopo una breve pausa in un bar nel fondovalle, risaliamo sul versante opposto. Altro giro altro regalo, un altro trail scassato il giusto, un po’ + guidato e scorrevole con alternanza di pezzi veloci e alcuni tagli mezzacosta di collegamento. Direi piu’ xc moderno che enduro, ma comunque interessante e ignorante quanto basta. Qua sotto il video, trattasi di un mix di varie linee e quindi non so darvi un nome di riferimento.

Anche se le gambe sono decisamente cedevoli, mi convinco a fare – a fatica – l’ultima risalita per arrivare a queste famose antenne. Oltre alle gambe inizia a cedere anche la batteria, che va in rosso a circa 100 d+ dalla fine. Fortunatamente l’ultima salita mena meno delle altre e finalmente siamo in prossimita’ delle antenne gia’ viste in svariati video online.


Da qua, inizia il vero piatto forte della giornata: antenne/salto nel blu, un flow trail che alterna scorrevolezza a elementi tecnici tutt’altro che banali. Anzi forse il piu’ banale e’ proprio il famoso salto … a seguire c’e’ di tutto e vanno conosciute alcune chickens in quanto la linea principale ha alcuni drop che richiedono tanto manico e zero paura. A contorno di tutto una bella vista mare che lo rende ancora piu’ spettacolare. Forse il trail tra quelli “costruiti” piu’ bello che ho mai fatto in Liguria … e uno dei piu’ belli in generale se parliamo di Enduro.

Stremata mi trascino al qubo. 40 km abbondanti e quasi 1400 d+. Non so se sono + ko io o la pila della bici. Una bella prova e sopratutto un uscita che mi ha riportato il mood in bike positivity, in buona compagnia e con in piu’ la motivazione di avere nel gruppo un’altra ragazza, Marcella, di livello compatibile con il mio.

Ringrazio ancora tutto il bel gruppetto elettrico e in particolare Luca x l’invito e l’ideatore della traccia, Marzio, quasi local in questa zona dove l’ignoranza la fa da padrona (come del resto in gran parte della Liguria)

Relive:
https://www.relive.cc/view/vPv4AP32XRO

Strava:
https://www.strava.com/activities/8347791439

** LEPEGO = umido viscido in Genovese.

eMTB Liguria – Spotorno Monte Mao (e dintorni)

Primo post ufficiale lontana ormai da un paio di mesi abbondanti dalla Capitale. Tra impegni vari correlati al corso (leggere qua se siete nuovi qui o se vi siete persi le puntate precedenti) e meteo sfavorevole le occasioni per vedere posti nuovi degni di recensione non ci sono state. Finalmente location, meteo e compagnia riescono a quadrare, e decido di spingermi a Ponente (NB: attualmente sono abbastanza stabile a Rapallo, sul levante ligure) per incontrare Daniele (mio “collega” al corso di cui sopra) e andare a provare alcuni trail, tra cui Mao Crest , gia’ PS EWS nel 2018, del quale avevo visto qualche interessante video.
Ma andiamo con ordine.
Purtroppo uscire la mattina in un giorno feriale anche qua non e’ cosa, Genova non e’ Roma, ma la coda GE EST/GE OVEST e’ comunque una garanzia. Non finisce qua, un ulteriore strettoia la trovo poco dopo Savona, ma per fortuna il tutto si risolve in “soli” 15 minuti di ritardo.
Finalmente quindi si pedala. Prima risalita va via abbastanza scorrevole, come il primo trail, “Resident Evil” su trailforks, non fatevi ingannare dal nome perche’ non e’ niente di che, in realta’ un traverso di trasferimento. Soffro molto il passaggio luce/ombra con la luce bassa, e questa sofferenza si traduce in insicurezza sui successivi trail: Zak, un mangia-e-bevi sul genere xc moderno,che si innesta sull’ultima parte de “la folia”, uno scassatone breccioloso su cui prendo qualche pietra rotolante non so bene dove, fatto sta che la bici comincia a fare strani rumori di dubbia provenienza. Rumori che spariscono per miracolo dopo la prima risalita su asfalto pedalando agile.
Purtroppo l’asfalto dura poco , e lascia spazio ad una sterratona relativamente fattibile in ebike, e a seguire un trail in salita a tratti un po’ ostico. Il tutto ci porta all’inizio de “La Rete”, bellissimo trail dalle pendenze piu’ accentuate che mixa sezioni guidate e spondate a rockgarden su pietra fissa, mai banale ma mai impossibile. Lo definirei sul genere del st Anna, ma decisamente piu’ pulito. Dal punto di vista della guidabilita’ direi il trail + interessante di tutta la giornata.

cresta mao
vista su savona
bergeggi


Ci tocca risalire nuovamente per il percorso precedente, fino stavolta a portarci oltre, per prendere un taglio su singletrack verso il Monte Mao, ultimo obbiettivo della giornata e “pezzo forte”: Mao Crest, PS EWS nel 2018, un lungo e panoramico singletrack su fondo smosso che alterna sezioni piu’ guidate con curve a traversi, il tutto partendo da una cresta, mai esposta che punta dritta sull’isolotto di Bergeggi, lasciandoci da un lato Savona e dall’altro Spotorno. Molto molto bello e panoramico, mai difficile mai ripido a patto di avere una buona familiarita’ con lo smosso e l’esposto (mai eccessivo, sempre in zona di confort almeno x me, grazie anche all’onnipresente vegetazione). La bici purtroppo su questo trail riprende a fare “i rumori”, ma mi porta indenne alla macchina. Concludendo, 1270 d+ e 28 km, zero biker incontrati. Giro che sicuramente si adatta a varianti e ad ulteriori modifiche/integrazioni, ma Mao Crest e “la Rete” IMHO sono un must.

Ridelog su trailforks

https://www.trailforks.com/ridelog/view/47000547/

NB: da qualche settimana, ho attivato i ridelog su trailforks. Tutte le mie uscite saranno su questa piattaforma (oltre che su strava) e sara’ mia premura segnalare eventuali problematiche riscontrate sui trail e/o livelli incongruenti di difficolta’. Per dirne una , anche in questo giro i colori sono un po’ incongruenti. Mao Crest non e’ nero ma un po’ meno (S2-), La Rete non e’ blu ma qualcosa in piu’ (S2 pieno), Resident Evil potrebbe addirittura essere verde (S1). Il blu puo’ starci per “zak”. La questione difficolta’ dei sentieri contunua ad essere un tema spinoso , servirebbe una classificazione che vada un po’ oltre i colori.. ma questo e’ un altro discorso …

Relive:

eMTB Liguria Levante: Anchetta

All Mountain Tigullio: Anchetta (discese su Zoagli e su Chiavari)

Torniamo in Liguria, o meglio torniamo a raccontare le esperienze dei miei due ultimi giri nel posto che chiamo casa, ovvero Rapallo, nel levante ligure e piu’ precisamente nel golfo del Tigullio. Stavolta vi presento un paio di trail, effettuati in due giorni diversi e con diverso spirito, ma volendo collegabili in un unico giro, sopratutto se si decide di utilizzare la funivia per guadagnare quota.
Il punto di partenza, da raggiungere pedalato o tramite la funivia di Montallegro, e’ dietro all’omonimo santuario, seguendo le indicazioni per il ristorante “Il Pellegrino”, e poi per il passo Anchetta.
L’incipit e’ abbastanza easy con un po’ di rilanci, su fondo a pietra fissa sempre fattibile, scassato, fisico ma non difficile.
Il trail alterna parti nel bosco incastonate in muretti a secco a classici scorci panoramici sul mare. Qualche area e’ + esposta, e richiede attenzione. Poco prima del ricongiungimento ad una strada asfaltata, ci sono un paio di tornanti tecnici con un ingresso non banale (S3++) parzialmente esposti. Conviene osservare ed essere certi di “averceli” per azzardarli.

Giunti al passo Anchetta la vista si riapre, regalando nuovamente un classico panorama del golfo del Tigullio. Da qua abbiamo due opzioni, a seconda del giro che vogliamo fare.

anchetta 1

1) Discesa verso st’Andrea di Rovereto e quindi Zoagli e rientro a Rapallo con l’aurelia.
2) Discesa dalla “anchetta DH” in direzione Chiavari. Da qui rientro in treno, oppure risalita all’Anchetta e proseguo con quanto indicato al punto 1).

1) Il singletrack parte mezzacosta su classico muretto a secco con qualche scalino e prevalenza pietra fissa, e prosegue sempre sullo stesso classico genere. Impegnativo per braccia e gambe, qualche tratta piu’ tecnica , il problema e’ che non molla mai e non lascia possibilita’ di riposare. Anche quando “spiana” rimane scassato. Dimenticatevi la parola “flow”. Verso la fine c’e’ un passaggio molto ostico (S4) del quale non saprei che linea adottare, ma fortunatamente molto breve. Lo trovate su trailforks come Madonetta, nome probabilmente dovuto al santuario che si incrocia.

madonetta
anchetta start vs zoagli

Da st’Andrea proseguire su asfalto in direzione Zoagli , dove se la stagione lo permette, ci si puo’ concedere un bagnetto in mare.

2) Anchetta DH, cosi’ si chiama su Trailforks. Di DH, in realta’ ha solo il fatto che scende verso giu’. E’ un sentiero all-mountain diciamo messo in sicurezza, con tutte le caratteristiche del “genere” : curve strette , ripido guidato, curve scassate , curve scassate e ripide.
Molto molto bello, impegnativo ma motivante e ripagante. Livello da S2 a S3. Da evitare dopo pioggia forte. Il trail prosegue con una variante tutta curve veramente bella impegnativa per chi non e’ abituato al genere. All mountain a tutti gli effetti direi, ben lontano da quello che si vede nelle trail area. Un bel “proving grounds“, sopratutto per la sottoscritta che dovra’ abituarsi a farci i conti sempre piu’ spesso con questo genere di terreno.

Come anticipato, se si fa questo trail come prima opzione, e’ possibile risalire e poi fare quello indicato al punto 1) se si e’ partiti da Rapallo. Altrimenti ricordo che in Liguria le bici viaggiano gratis sui treni regionali.

Allego i link alle due attivita’ su Strava. Se vi serve unire le due tracce non esitate a contattarmi e vi genero la traccia unica.

https://www.strava.com/activities/5942794812

https://www.strava.com/activities/6150209941


NB: trailforks segna entrambi i trail come blu. Di blu non hanno un bel niente. Sopratutto Anchetta DH e’ molto lontano dal blu.
Nero con qualche passo doppia nera se dobbiamo usare i colori di trailforks.

Ultimo ma non meno importante: sono diventata guida con FCI, e dal 2022 dovrei essere guida con tutte le scartoffie burocratiche in regola. Nel 2022 la mia presenza nel Tigullio dovrebbe diventare costante, e sono disponibile come guida/escursioni didattiche per questi ed altri giri 😉 Contattatemi x info

eMTB: Sestri All Mountain

Sestri Levante All Mountain

Sestri Levante e’ ben nota per i trail enduro, tra cui il famoso St.Anna, e questo ormai lo sanno pure i muri.
Ma non c’e’ solo “enduro” inteso come “prove speciali” , ma altri interessantissimi itinerari all-mountain, piu’ naturali (btw, st.Anna e’ a prevalenza naturale, ma la sua particolare conformazione lo rende molto enduristico) e molto meno conosciuti. Grazie alla disponibilita’ della guida MTB Gabriele ho avuto l’opportunita’ di fare un bel giro alternativo sulle alture che sovrastano Sestri e Cavi di Lavagna.

Partiamo dall’inizio: la salita e’ la solita che si fa per i classici St’Anna, ma stavolta proseguiamo per una sterrata, che poi diventera’ sentiero, direzione Cavi quindi verso ponente , fino a raggiungere la cima del monte Capenardo, poco sotto i 700 mt slm. Da qua proseguiamo ancora fino, tramite un trail a scalette, a raggiungere il sentiero di cresta.
Le salite sono a tratti impegnative e l’ebike e’ d’obbligo per i comuni mortali. Si parte quindi con uno spettacolare sentiero in cresta, con vista mare che spazia su tutto l’intero golfo del Tigullio, da Sestri fino al monte di Portofino.

Dopo questo breve incipit molto easy , lasciamo la cresta per immetterci nel bosco in parete nord. Attacchiamo quindi con il primo trail un po’ piu’ tecnico della giornata, “ciappea“, da “ciappe”, ovvero il termine con cui venivano chiamate le lastre di ardesia, caratteristiche di queste alture. E il trail e’ quindi un susseguirsi di punti piu’ flow a qualche passaggio tecnico su roccia fissa mai impegnativo.

Ci ritroviamo allo slargo da cui partono alcuni trail e da cui abbiamo iniziato a salire su singletrack . Da qua prendiamo uno stretto trail, a tratti nascosto dalla vegetazione. Scorrevole e divertente, e’ il sentiero piu’ flow del giro, e molto probabilmente il piu’ flow della zona (su trailforks e’ indicato come verde …). Attraversando bellissimi boschi e alternando zone piu’ aperte da cui si scorge nuovamente il mare, a tratti circondati dalle ginestre, sbuchiamo su asfalto dal versante ovest, verso Cavi, e dunque ci tocca risalire, per l’ultima volta.

flow trail

Stavolta lasciato l’asfalto la salita si fa impervia, tanto da mandare in crisi la thok su un ripido anche in boost. Fortunatamente e’ breve, pochi metri a spingismo (walk) e andiamo ad incrociare l’ultima parte del trail “i cani” che con un mezzacosta ci portera’ sul famoso Sant’Anna, circa alla fine del Toboga. Il resto, lo conosciamo ormai bene, dai paesaggi ai passaggi tecnici su roccia fissa Sant’Anna non delude mai, e stavolta, cigliegina sulla torta, una nuova variante un pelo piu’ easy che bypassa il roccione e porta a meta’ del trail finale dei ponti Romani. Interessante e utile per chi non ha ancora fiducia sui drop rocciosi ma non vuole perdersi l’opportunita’ di girare su uno dei trail piu’ “unici” della Liguria.

Si conclude cosi’ questo bellissimo giro. Ringrazio la guida Gabriele Grasso per avermi fatto scoprire questo itinerario AM che aggiunge un motivo in piu’ per girare a Sestri. Il territorio ligure conferma ancora una volta di avere la conformazione perfetta per la MTB, e l’elettrica amplia ulteriormente il range di sfruttamento del territorio. Spero presto di tornare qua, avere questi trail a poca distanza da casa non ha prezzo.

st anna guide

relive

MTB Liguria: La Porcilaia

La Porcilaia

Ci sono, a volte dei trail per cui vado in fissa, dei trail che vedo in video e che mi metto in testa che devo assolutamente fare. Talvolta capita che i trail in questione siano in zone piuttosto poco frequentate (almeno, pre covid) e questo , dopo l’infortunio di settembre, mi mette un po’ il freno ad andarci da sola. Ma stavolta i report recenti e positivi su trailforks, e il clima secco da un po’ mi hanno permesso di ritrovare il coraggio. Siamo in Liguria per il ponte, e finalmente andiamo a fare la Porcilaia. La Porcilaia e’ un trail all-mountain ad uso promiscuo che stacca dalla strada del monte Fasce, percorre una lunga cresta e poi si incanala sul versante ovest nel bosco, per arrivare fino in zona Sant. Ilario (Genova Nervi). Avevo visto tanti video di questo trail, scassato ma non troppo, con paesaggi da favola e sezioni tecniche impegnative ma fattibili. O almeno, questa era l’idea che mi ero fatta dai video.
Ma veniamo all’impresa. Decido di tracciare ex novo una linea alternativa. Arrivando da Rapallo non mi conviene salire da Nervi, ma lasciare la macchina a Sori, e percorrere una strada alternativa che, attraversando varie caratteristiche frazioni, arriva alla panormaica del Monte Fasce. La salita va su agevole, con l’ebike e’ davvero una piacevole passeggiata, sostando di tanto in tanto ad immortalare qualche caratteristico scorcio sul mare.

fraz sori
frazioni sori

E’ anche abbastanza facile trovare l’attacco di questa Porcilaia. Il trail e’ ben segnato da cartelli e segnavia, e’ difficile sbagliare, c’e’ un unico bivio dove bisogna piegare a destra ed evitare la seconda cresta (ciclabile ma definita nera da trailforks).

strada fasce
start porcilaia

Il trail parte con un lungo mezzacosta esposto. Mai difficile, con qualche sasso un po’ cattivo e qualche passaggio che andrebbe conosciuto (ci sono scaloni non copiabili) , ma mai facile, mai rilassante. Il fondo e’ sempre irregolare, su pietra fissa, tipico da antica mulattiera dismessa e richiede un impegno fisico non indifferente. Parti piu’ scorrevoli si alternano a passaggi piu’ tecnici sempre su pietra fissa. Solo un paio di gradoni mi han messo alla prova: uno e’ assolutamente non copiabile, il secondo sarebbe fattibile. Ma essendo in solitaria ho optato per rischiare il meno possibile.

E’ difficile trovare le parole per descrivere lo spettacolo offerto da questo trail. L’unico neo e’ quello che essendo fisicamente impegnativo non permette di rilassarsi quanto basta x godersi lo spettacolo. Meno male che ho documentato tutto, per rivivere a posteriori questo bellissimo giro :

creste porcilaia
thok
monte di porfofino da porcilaia

(video prima parte e foto)

Lasciata la cresta, ci si infila nel bosco, e il trail assume sempre + l’aspetto di mulattiera scassata. Mai ripido e mai impossibile, ma sempre, continuamente impegnativo fisicamente, fino ad arrivare ad uno stradotto, apparentemente carrabile, sopra Sant’Ilario. E da qua iniziano le incognite.

Dovendo tornare verso Sori quindi verso levante, avevo tracciato un ipotetica linea tutta alla mia sinistra. Sulla cartina sembrava una “via” con un nome … in realta’ si e’ rivelata un susseguirsi di strettoie e scalette in stile “townhill”, passando in mezzo ad abitazioni raggiungibili davvero soltanto per tali passaggi … Impressionante. Dopo alcuni bivi sbagliati, e un susseguirsi di scalette piu’ o meno hardcore , affrontate con le braccia ormai alla frutta , finalmente sbuco a Bogliasco sull’Aurelia … Felice di essere viva e di essere tornata al “mondo civilizzato” metto boost e mi pedalo gli ultimi km che mi separano dalla macchina.

Per concludere, un giro che se si ha il livello necessario per apprezzarlo va fatto. Il trail non e’ mai ripido, ma e’ impegnativo fisicamente. Il terreno non e’ mai compatto , non ci sono punti dove poter far correre la bici. Braccia e gambe sono sempre richieste attive e al lavoro. In pratica, ho faticato piu’ a scendere che a salire. Alla luce di tutto questo vorrei trovare una via di rientro + agevole , le scalinate per quanto divertenti diventano pericolose se affrontate da stanchi. Full d’obbligo , risalita piu’ che umana anche per chi non va a pile. Da evitare assolutamente con il bagnato .

Strava link:
https://www.strava.com/activities/5384044611

In Liguria con la Thok

L’apertura al transito tra regioni, sommata ad una coincidenza favorevole sulle giornate lavorative, mi ha finalmente permesso di tornare nella mia amata Liguria, e di portarci la Thok.
Ci eravamo lasciati con la Mondraker e con un infortunio alle spalle, sul monte di Portofino.
Inoltre era davvero da tanto che non mi cimentavo in qualcosa di tecnico, anche se la thok ha mostrato fin da subito la sua buona predisposizione ad un certo tipo di terreni.
Ma se c’e’ un sentiero definibile come “il trail della verita’” questo e’ il St.Anna di Sestri Levante, che non necessita di presentazioni. In particolare, la seconda parte del suddetto e’ un susseguirsi di rockgarden non sempre banali in cui la scelta della linea e’ fondamentale. L’esordio di questa 4 giorni e’ proprio stato in buona compagnia su questo trail , finalmente chiuso in maniera “lineare” senza troppi intoppi.

me riding thok stanna

Le prospettive dunque sono buone: il ritorno sul Monte di Portofino, previsto per il giorno seguente e quello dopo ancora, non puo’ che essere positivo. Stavolta torno temporaneamente dalla parte dell’allieva, sotto la guida del mio amico, coach local Beppe, con cui affiniamo ulteriormente curve sul ripido guidato in modalita’ didattica (eh si, per acquisire sicurezza la chiave e’ imparare ad andare piano ovunque, oltre che per essere “dimostrativi” e sicuri quando si insegna) , salti e qualche passaggio un po’ + hardcore. Il giorno dopo sempre sul monte, e’ altrettanto formativo: ho l’opportunita’ di osservare il lavoro di Beppe e del suo collega con i ragazzi del bike Camogli, ottima opportunita’ di confronto con una realta’ diversa da quella di Tivoli (tibur bike team) con cui collaboro da dicembre. La giornata si chiude con una discesa dal classicissimo trail Pollone, quello dove, a settembre, mi sono infortunata al ginocchio. E’ un trail con una prima parte flow molto bella e divertente, che poi diventa piu’ tecnico e guidato nella seconda parte. Mi sono ritrovata a scendere inseguendo una ragazza agonista di Enduro, e un ragazzo della scuola con una front che letteralmente “volava”. Tanto per dire che conta sempre il manico, e che il mezzo e’ relativo.

La discesa si conclude con una parte “urban”/towhill, verso Santa Margherita Ligure, giu’ per una scalinata abbastanza adrenalinica, almeno x i miei standard. Anche qua il ragazzino con il frontino mi ha staccato il giusto.

Il meteo l’ultimo giorno e’ poco clemente. Ha piovuto tutta la notte, e questo impone un ritorno a Sestri, unica location con terreno che asciuga rapidamente. E dunque, dinuovo su sant’Anna, in solitaria e con la dovuta prudenza, approfittando anche x documentare la discesa con la gopro, tra rockgarden vari, ginestre in fiore e il solito, spettacolare panorama sul mare.

Che dire: la Thok sembra proprio un gran bel mezzo, adatto alle mie skill. Un mezzo che mi sta permettendo di alzare ulteriormente l’asticella, e di trarre vantaggio dall’elettrico: anche il semplice fatto di arrivare lucidi in cima, permette di affrontare trail tecnici con una testa “migliore”, e addirittura, di affrontarli una seconda volta. Solo in questo modo si riesce a metabolizzare tutta una serie di cose e migliorare il feeling con il mezzo.

thok rapallo

Bisognerebbe riuscire a girare con piu’ costanza su trail di una certa tecnicita’ ma senza parare in sentieri “spaccabici” come possono essere alcune situazioni piu’ frequenti in centro Italia. Sant’Anna ha di buono che non presenta sassi appuntiti o taglienti, o se li presenta questi sono una parte irrisoria. Insomma spero di tornare ASAP a girare su !!

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MTB Liguria – Uscio

MTB Liguria : Uscio’s trails

Lasciato alle spalle o quasi il lockdown, si “rotola” verso Nord con ovviamente la bici al seguito. Dopo un tempo che pare eternita’ ritrovo la mia Liguria, ovvero il posto che chiamo #casa- La stagione non e’ di certo quella ideale per girare in bici al livello del mare, ma il caldo qui e’ rimasto accettabile. Grazie alla vicinanza di alture le temperature restano sempre accettabili all’ombra, salvo rare eccezioni. E questa situazione ci permette di andare a vedere un posto nuovo. Parliamo stavolta di Uscio, a 10 km da Recco salendo verso l’interno. Famoso per la produzione di orologi da Torre, da poco in questa location che si trova gia’ a 360 mt slm alcuni local si sono impegnati nella pulizia e nel recupero di alcuni sentieri “storici”. Quindi non siamo davanti ad un bike park o ad una trail area realizzata ad-hoc per la mtb, ma in un opera di riqualificazione e pulizia di tracce pedonali esistenti, rendendole quindi usufruibili sia dai biker che dagli escursionisti. A tal proposito consiglio a chi desidera seguire la mia traccia ed esplorare la zona, di portare massima attenzione visto l’uso promiscuo dei trail.
Ma veniamo al giretto esplorativo: in compagnia dei local Mauro e Marcello, iniziamo a salire su asfalto verso il bivio della strada del Monte Fasce fino a localita’ Calcinara. Da qua prendiamo il primo trail, breve ma molto divertente, che parte con un bel paio di tornantini in un contesto verde e panoramico verso l’entroterra. A seguire un traverso molto fresco all’ombra, fino ad una fonte (o meglio – al troppo-pieno dell’acquedotto) dove e’ possibile ricaricare acqua freschissima. Riprendiamo asfalto a salire, per poi passare a sentiero che presto richiede – almeno per me – la percorrenza di alcune tratte a spinta. Iniziamo ad essere verso la cresta, i boschi si diradano iniziando a farci intravedere in mare. Giriamo pero’ nuovamente verso il lato nord, percorrendo un sentiero mezzacosta un po’ “mangia e bevi”, con qualche passaggio tecnico e qualche tornante ostico. Forse il pezzo piu’ bello del giro, che conduce alle antiche cave di ardesia. Con la dovuta cautela ci si puo’ avvicinare a quel che resta degli scavi, ormai trasformati in laghetti, dove addirittura han “trovato casa” alcuni pesci rossi da acquario, probabilmente un regalo non gradito. Meglio nel laghetto che in un boccione in casa, mi viene da pensare. Resta impressionante la storia di queste cave, dove piu’ di 100 anni fa le lastre di ardesia venivano estratte a mano, e trasportate verso valle con un trenino (del quale e’ esposto un carro abbandonato).

cave 1
cave 2
cave 3

Da qua, ritroviamo il lato del mare arrivando ad un simpatico e panoramico crucivio con un caratteristico ponticello. Qui parte un altro trail , la “casa del cinese”, che punta diretto sul paese di Uscio. Noi invece riprendiamo un traverso panoramico, lungo il quale troviamo anche un area pic-nic attrezzata in un punto con vista panoramica sul Promontorio di Portofino e Punta Chiappa.

lato mare 1
lato mare 2

Pochi metri e inizia l’ultimo trail: la Polveriera, un sentiero mediamente scorrevole con giusto qualche sezione un po’ piu’ scassata ma senza particolari difficolta’, che ci riporta dritti sulla strada principale nella parte alta del paese di Uscio.

Nel video potete trovare un mix dei passaggi piu’ interessanti dei trail percorsi.

Video integrale by UscioOutdoor

Concludendo: una location da esplorare ulteriormente, che sicuramente porta un offerta un po’ “diversa” da quel che siamo abituati a vedere in Liguria. L’approccio multidisciplinare e conservativo e’ apprezzabile, e la rende idonea anche per chi sta muovendo i primi passi sui trail, situazione non facile da trovare in terra ligure.
Allego relive e traccia, ma vi consiglio di dare un occhiata al sito di usciooutdoor.it per trovare maggiori informazioni e le tracce di tutti i trail presenti.
Un ringraziamento a Mauro e Marcello per avermi fatto conoscere questa interessante location.

TRACCIA GPS GPX