Gallina vecchia fa (ancora) buon surf ….
Cosa mi spinge ancora a 41 anni suonati a riprendere la tavola e a buttarmi in mare anche sotto la pioggia? Beh sicuramente il fatto che con la pioggia e’ meglio fare surf che andare in bici, ma non e’ solo quello. Negli ultimi tempi pare che Nettuno si sia nuovamente ricordato della vecchia gallina surfante, e che la schiena – facciamo le corna – stia riuscendo a reggere bene lo sforzo della remata.
La tavola mi ha salvato da una settimana tragica dal punto di vista meteo, regalandomi un paio di giornate molto produttive per quel che riguarda le onde, e anche per quel che riguarda il mio non facile approccio a questa attivita’,che nel bene o nel male ogni volta che ci ricasco mi riprende bene, sopratutto se il fisico sopporta bene.
(le onde di questi giorni, tra ostia e Santa Marinella)
E infatti se dal punto di vista fisico la schiena tiene, la scimmia risale e di conseguenza anche la voglia di cercare di progredire e migliorare il mio stile.
Cosa non facile nel nostro Mediterraneo, in cui manca fondamentalmente continuita’.
E la mancanza di continuita’ in uno “sport” in cui la ripetibilita’ assoluta non esiste rende le cose molto piu’ complicate, sopratutto se hai superato gli anta, non sei una molla e non hai a disposizione un qualcuno (o un qualcosa) che ti permetta di documentare come stai surfando, di rivederti e di capire cosa stai sbagliando e perche’ fatichi tanto ad arrivare su quel benedetto nose, che poi e’il fine ultimo del longboard.
Puoi guardare tutti i (pochi) tutorial che trovi su youtube, ma il surf e’ bastardo.
Il surf non e’ la bici o lo snowboard o qualunque altro action/freestyle sport terrestre.
Il Mare e’ in continuo movimento, tu devi interpretare questo movimento e adeguare i tuoi movimenti sulla tavola di conseguenza.
Ci vuole una buona dose di intuito, ma anche quasi di immaginazione, sopratutto sulle nostre ondine.
La cosiddetta “progressione didattica” che funziona tanto bene in bici nel surf lascia il tempo che trova. Proprio perche’ c’e’ assenza di ripetibilita’ non si puo’ scomporre un movimento “complesso” in piu’ movimenti semplici.
Bisogna imparare a leggere e interpretare il mare il piu’ velocemente possibile. E a non sbagliare i “fondamentali”.
In questi giorni perturbati ma di onde adatte al mio scopo sono riuscita a riprendere un buon feeling con la tavola, diciamo a tornare “dove ero rimasta” quando ero arrivata all’apice del mio livello.
Confesso che l’avere una muta nuova e super morbida e elastica mi ha solo aiutato in questa fase di recupero.
Adesso, sarebbe bello riuscire ad andare oltre. Appunto, oltre, verso il nose, cercando quel momento di equilibrio perfetto sulla punta della tavola.
(foto di repertorio, so bene che sono ancora molto “sloppy” e c’e’ da lavorare tanto)
Non sara’ facile e dovra’ assistermi il meteo, oltre che la schiena …
Basta un lungo periodo di piatta per ritrovarsi a riprendere le misure …
Ma l’avere un obbiettivo e’ una motivazione in piu’ per uscire dalla “pausa di riflessione”.
E ora andiamo a vedere le previsioni 😉
Il mio approccio al surf (link)