Mtb: Monte Torre Maggiore

torre maggiore mtb

Monte Torre Maggiore
Blind ride con RomaMtb

A volte i programmi cambiano all’improvviso senza preavviso. Il maltempo mi ha costretto ad un rientro anticipato su Roma dalla Liguria con conseguente necessita’ di riorganizzare il weekend.
Mi ricordavo che stavolta ROMAMtb proponeva un giro sulla carta fattibile, un 900 d+ dichiarato con discesa enduro “semplice”. Fortuna vuole che il sabato incontro a Formello i due organizzatori, e senza promettere niente mi faccio mandare la posizione di partenza, non garantendo nessuna certezza della mia presenza ma cercando di fare il possibile … dopo 6 ore in macchina spararsene la meta’ tra andata e ritorno il giorno dopo non sempre e’ cosa, ma la biciclettina ha sempre il sopravvento assieme alla voglia di vedere un nuovo trail… sopratutto ora che le gambe piu’ o meno almeno sullo scorrevole girano. Stavolta parto veramente blind, alla cieca, senza sapere nemmeno dove si trova la location di partenza. Non so e preferisco non sapere, per una volta non mi scervello tra tracce e cartine.
Non accendo nemmeno il cartografico sul cellulare, traccio solo con l’orologio cosi’ risparmio batteria. Si parte dall’ennesimo paese improbabile, uno di quei posti di cui se non ci fosse la bici
a portarmici non mi passerebbe mai per l’anticamera del cervello di visitare. Siamo in Umbria, provincia di Terni, in un paesotto chiamato Cesi arroccato sulle pendici di un bricco.
Fa freddo e non-si-capisce-bene come si sviluppera’ il giro. Questo stato confusionale mi terra’ compagnia per tutta la giornata, impedendomi di esprimere appieno le mie potenzialita’. Ma per fortuna con me c’e Laura, e inoltre le quote rosa abbondano(abbiamo pure la super Michela, guida e maestra della RomaMtb), quindi almeno in salita stavolta non faro’ il fanalino solitario.
Dopo una brevissima parentesi di asfalto si sale prima su singletrack teoricamente pedalabile da chi e’ piu’ skillato e resistente di me, io mi limito alle tratte pianeggianti, poi su sterratona dal fondo buono, cosa insolita per il centro italia, senza troppi strappi nella prima parte … giusto una rampa mooolto impegnativa obbliga la sottoscritta e la Laura allo spingismo, poi si ripedala fino ad un ultimo tratto di salita tecnica che mette alla prova anche le guide e gli elettrici, per finalmente uscire dal bosco e sbucare su un colletto panoramico caratterizzato dalle classiche praterie appenniniche con frequenti pietre sparse in giro …. da qua ancora si sale fino in vetta (evitabile ai fini del mero trail) a spingismo e/o portage (eh si .. stavolta sono riuscita a tirarmi pure
la bici a spalla, fortunatamente per un tratto molto breve) da cui si dovrebbe godere di una vista a 360 … purtoppo un po’ limitata dalle nubi.

rrr torre magg 1 spingismo tt

bike girlz io
Fa freddo e dopo una breve pausa inizia la discesa, prima parte freeride tra pietre, prati e buche di cinghiali, poi tocca ripedalare (o ri-spingere nel mio caso) qualche decina di metri per scollinare e trovare l’imbocco del nostro trail.

Il sentiero parte senza troppe difficolta’ ma e’ un crescendo, con passaggi su roccia fissa e pietre mobili, spesso non troppo intuitivi che necessiterebbero di uno studio piu’ approfondito per riuscire a concluderli in sicurezza. Non oso troppo perche’ non ci sono con la testa e ho le gambe molli. Alcuni punti non sono per niente banali e sopratutto costellati di pietre mobili, articolo con cui vado davvero poco daccordo, davvero off-limits per la mia skill e il mio attuale setup. E’ un mix tra rockgarden liguria like in pietra fissa sul genere del Sant Anna di Sestri e passaggi ancora piu’ complessi. Gli stop nel posto sbagliato possono rendere difficile la ripartenza, e’ richiesto un gioco di freni da manuale.
Non ci sono ripidoni, step down, salti, compressioni, o feature della serie “se sei incerto tieni aperto”, qua e’ un trail tecnico dove bisogna imparare a fare amicizia con la roccia e con i passaggi obbligati. Le chicken line sono quasi assenti (anche se in alcuni casi sarebbero individuabili) e purtoppo, se la paura di rompere se stessi e/o qualche componente della bici ha il sopravvento il risultato e’ il preferire la discesa a piedi. Il primo trail termina su uno stradotto sterrato in mezzo ai boschi, altro break per una foratura e ri riparte.

gruppo

Ci aspetta un “mangia e bevi” che dovrebbe essere in prevalenza flow, ed in effetti alcune sezioni lo sono, alternate ad altre piu’ tecniche che a tratti nuovamente mi fanno scendere, un po’ per stanchezza e un po’ per il fatto che le “pietre che camminano” non credo che mai riusciro’ ad affrontarle e a “digerirle”…. Nota positiva di quest’ultima sezione e’ la presenza di funghi della famiglia dei “boletus” in ogni angolo … diciamo che la location sarebbe da rivisitare in un’altra veste.
Finalmente si ritrova una stradina asfaltata che ci ricondurra’ alle macchine. Io esausta scendo subito, mentre gran parte del gruppo si allunga ancora fino ad un punto panoramico.

Concludendo, 850 d+ reali limitabili a 700 se si e’ interessati al trail e non alla “vetta”. Giro che cerchero’ sicuramente di ripetere perche’ ho lasciato troppi conti in sospeso sulla prima parte… da verificare anche l’esistenza di discese alternative per evitare il mezzacosta mangia-e-bevi. Trail molto interessante con terreno che mette alla prova, da rivedere e rivalutare e riprovare. Al momento non esprimo un giudizio al 100%, una cosa e’ sicura, fa parte del genere che “non molla mai o quasi”, quindi oltre alla tecnia serve anche una buona resistenza in discesa. Se dovessi valutarlo con la scala singletrack che utilizzo per la “mia” Valle, questo e’ S2 con molti passi S3.

Vedremo se ci sara’ occasione di tornarci e di farlo concentrandosi sui passaggi piu’ ostici.

Relive

Relive ‘Giro con romamtb’

Traccia (download diretto – non postero’ tracce su gpsies fino a risoluzione dei problemi su dispositivi mobili)

Si ringraziano le guide Michela e Sergio, e tutti le/i partecipanti della RomaMtb