Sfidiamo il destino su un frontino

Questo post e’ un po’ diverso dal solito, di parlare del #frontinorosso abbiamo gia’ avuto occasione in lungo e in largo, e questo non e’ il solito articolo tecnico o la recensione di un itinerario. Stavolta vi porto un po’ dentro la mia vita, anche se a dire il vero lo avevo gia’ fatto circa un anno fa, con questo articolo :
http://whybenormal.net/la-bicicletta-a-pile-e-non-mi-salvera

In realta’ le cose in quel momento non sono andate esattamente come speravo. E’ stata comunque occasione per confrontarsi con altre realta’, per capire come gira il mondo del bike business altrove, e per acquisire la consapevolezza che c’e’ ancora tanto, tantissimo da fare e che ahime’ in questo mondo essere donna (o forse sarebbe meglio dire “diversamente donna“**) rende le cose piu’ complicate. Ma da questa consapevolezza di complicazione puo’ uscire motivazione, e da qui nasce RidePink, primo “caposaldo” della mia sfida al destino.
Il secondo punto ha un carattere piu’ burocratico e amministrativo: nel paese dei cavilli e dei balzelli (Italia), i titoli rilasciati dalla federazione non hanno valore universale. Nella regione in cui risiedo (Piemonte) e in cui intendo portare avanti un buon 50% del mio progetto , serve un abilitazione regionale da Guida Cicloturistica per poter lavorare sui sentieri (ambiente ostile) con adulti a scopo turistico/ricreativo (leggesi: poter offrire servizio di escursioni guidate nei confronti di soggetti sprovvisti di qualsivoglia tesseramento/certificato medico) senza dover ricorrere, appunto, al burocratico accrocchio chiamato ASD. Chi mi segue su Strava avra’ visto che ho girato tanto con il frontinorosso cercando di spingere il + possibile con le mie gambette. Ebbene si, questo serviva a superare la prova di ammissione al corso in oggetto, prova che ho superato qualche giorno fa. Non sara’ una passeggiata perche’ la “convivenza” con il frontino dovra’ continuare per buona parte del corso, e io, se devo scegliere, preferisco andare a pile (del resto, il potenziale pubblico di una guida e’ al 90% elettrico, ma questo e’ un altro discorso…)


E quindi eccoci qua, avevo giurato che non sarei piu’ tornata a “scuola”, che non mi sarei piu’ impegolata in corsi, slide, tesine e altre cose dalla dubbia utilita’ e invece ci sono ricascata. Perche’ io ci credo, io so che il mio posto e’ li tra le mie montagne, non rinchiusa al buio vestita da scema . Il destino, in questi ultimi 10 anni e’ stato molto strano con me. E’ successo di tutto e di piu’, parzialmente intuibile scorrendo indietro questo blog, o guardando i miei profili social. C’e’ ovviamente dell’altro, non di pubblico dominio e interesse, ma tirando le somme questo lungo periodo passato nella Capitale, e’ stato, nel bene e nel male fondamentale per capire almeno in parte #tuttiimieisbagli, purtroppo fortemente influenzati dal fatto di avere un difetto refrattivo all’occhio sinistro poco diffuso, e correggibile appieno solo con particolari lenti a contatto (non da banco x intenderci).
Molto probabilmente se non avessi avuto “sfig-occhio” (come lo chiamavo) a alterarmi il sistema nervoso, ora come ora sarei maestra di snowboard, e probabilmente sarei gia’ gct/mmb da un po’ , ma pazienza, indietro non si torna, e – ahime’ – l’esperienza e il senno si acquisiscono solo con il tempo, a suo malgrado tiranno.


Tempo tiranno perche’ per molti probabilmente sono solo una “zitella” che trova consolazione nei suoi giocattoli perche’ non e’ stata capace di realizzarsi in maniera “normale”, creandosi una vita e una famiglia come tutta la gente “normale”. Gente “normale” che mi auguro in futuro di poter accompagnare nel mio mondo, regalando qualche attimo di spensieratezza e liberta’ in mezzo alla natura o – perche’ no – un po’ di adrenalina lungo un bel singletrack in discesa.
La mia famiglia sono le mie due biciclettine. Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo le stesse fortune (o sfortune), e la propria unicita’ va accettata, coltivata, e rispettata. Ho motivazione e passione da vendere, e penso di poter avere qualcosa da offrire nel mondo delle due ruote turistico/ricreativo. Stavolta tiro avanti dritta, senza influenze esterne, solo con la mia testa. E forse, anche se con qualche anno di ritardo, finalmente avro’ ragione.

Se siete arrivati fino alla fine di questo pippone vi ringrazio, nel limite del possibile cerchero’ di tenervi aggiornati sull’evoluzione del corso che seguiro’, che, ricordo essere di ben 280 ore, molte di piu’ di quelle di Federazione o peggio di alcuni enti. Sara’ il tempo a dirci se questa formazione sara’ davvero utile per poter operare sul campo in maniera professionale e sicura e per diventare una biker migliore.

Stay Tuned

KiaZ

** quando uso questo termine mi riferisco al fatto che non sono riconoscibile per niente in un classico stereotipo femminile, ma che ho sempre fatto senza pormi troppi problemi cose “da maschi” e che credo che se le ho fatte io sia tutto alla portata di chiunque e che gender e caxxate simili siano solo frutto del voler per forza etichettare e stereotipare ogni essere vivente in una certa categoria standardizzata.

Alta valsusa in hardtail.

I trail + interessanti per i “frontini”…

Chi mi segue, lo ha notato sia nei video che qui sul blog: il #frontinorosso ha trovato di che divertirsi qua in alta ValSusa. Vediamo quali sono i percorsi dove meglio esprime le sue potenzialita’ “downcountry“; ovviamente tutti gli itinerari indicati sono molto adatti anche per chi si avvicina al mondo della mtb su sentiero strizzando l’occhio al contesto gravity.

1) Basso Cotolivier, Irontibi lines
La parete Nord del Cotolivier nella sua parte bassa, tra le frazioni di Chateau Beaulard, Pierremenaud e Vazon offre una serie di trail interessanti e divertenti per la front, concatenabili in diversi anelli.
In breve: da Vazon c’e’ un lungo sentiero mezzacosta, flow con alcuni rilanci, direi piu’ xc e un unico passaggio tecnico che arriva a Chateau.
Da Chateau 2 possibilita’ di discesa su Beaulard:
1) Superflow : linea easy veloce e scorrevole.
2) D2 : linea enduro, non impossibile, fattibile anche con la front ma richiede una certa attenzione.
Rientrando sulla strada mezzacosta verso Pierremenaud troviamo un bivio che indica Villaretto: da qua parte un velocissimo e pulito trail fatto di compressioni e saliscendi. Se vogliamo una versione piu’ “guidata”, basta proseguire per alcuni metri e troveremo un ingresso nel bosco che conduce ad una variante piu’ stretta e ripida che si collega al sentiero citato sopra. Entrambi conducono alla frazione Villaretto. Da qua ci sono altre 3 possibilita’ di discesa:
a) Verso Oulx con un trail ripido guidato la cui unica difficolta’ e’ data dalla pendenza.
b) Verso Savoulx (tenere la sx ad un bivio in corrispondenza di un prato) su trail veloce ma stretto
c) Proseguendo il facile sentiero che pero’ presenta molti rilanci (piu’ XC)

SALITA: pedalabile++ (asfalto/sterrato scorrevole)
DISCESA: Vazon-Chateau S1/S2-
Chateau Superflow S0/S1
Chateau D2 S2/S3-
Villaretto S0
Villaretto variante S1+
Villaretto-Oulx S1+
Villaretto Savoulx S0
Villaretto / Savoulx variante S1

Traccia (indicativa)
https://www.strava.com/activities/7439216968

Dislivello 400-700+ e oltre d+ a seconda delle combinazioni

Acqua: fontane (caratteristiche) in tutte le frazioni.

Video del “superflow”


2) Sansicario ex park

Da Sansicario, seguire la strada per loc. Champlas, da qui salire in direzione Chalmettes. Raggiunto l’omonimo bar/ristorante, si puo’ decidere se fare un giro piu’ lungo proseguendo verso Sestriere sulla strada del Monte Rotta e rientrando per il sentiero Bordin (Facile mezzacosta in leggera discesa, panoramico ma poco interessante dal punto di vista della guida), o proseguire in direzione Soleil Boef. Dall’omonima localita’, dietro ad un cannone sparaneve, si scorge la traccia che scende nel prato. Inizialmente e’ stretta ma poi diventa facilmente seguibile, trasformandosi in un divertentissimo – anche se non largo – flow trail che offre anche una passerella northshore – discendente a Sansicario. Da non perdere.

SALITA: pedalabile– (sterrato fattibile fino al forte Foen poi ci vuole gamba)
DISCESA: Bordin s0, exPark S1, passerella e qualche ripido S2+
Dislivello: 500 (700 se si arriva a Sestriere)

Traccia (indicativa)
https://www.strava.com/activities/7592527409

Acqua: solo a Champlas e poi a Sestriere se si prosegue (c’e’ una fontana lungo la strada del Monte Rotta, ma ad Agosto 2022 risultava spenta)
Video:

3) Bardonecchia Grange della Rho

Giro breve ma panoramico e sopratutto divertente. Si parte dalla zona alta di Bardonecchia, seguendo le indicazioni per Grange Rho e i camini del Frejus. Si parte su asfalto che, anche se a tratti ripido, si lascia pedalare fino al bivio per grange Rho. Da qui la strada diventa sterrata, impegnativa, con una pendenza media dell 11% che richiede una discreta gamba per non ricorrere allo spingismo. Arrivati al paesino, seguiamo in mezzo alle case l’indicazione per Bardonecchia/Strada 3 croci. A breve la traccia diventa un divertentissimo sentiero, che tra curve di diverso raggio (mancano solo le sponde eehheheh) e veloci rettilinei porta a valle fino a ritrovare l’asfalto. Per allungare il giro abbiamo due opportunita’ : a) risalire e poco prima di grange Rho seguire il bivio per Grange Frejus. Da qua inizia un altro singletrack piu’ “XC” con tratti panoramici , qualche parte + tecnica e rilanci che arriva a Grange Frejus sull’asfalto. Percorso qualche metro d’asfalto a sx troviamo una mulattiera, apparentemente anonima e banale, ma che con un po’ di fantasia puo’ trasformarsi in una serie di spondine. b) Se vogliamo evitare il salitone, possiamo semplicemente risalire fino solo alla mulattiera dall’asfalto in direzione camini del Frejus e imboccare la mulattiera a sx.

SALITA: pedalabile — (asfalto fattibile, sterrato impegnativo)
DISCESA: s1 tutte.
Dislivello: 400-600 d+

Grange rho fondovalle

Traccia:
https://www.strava.com/activities/7642188897

Acqua: sia a Grange della Rho che poco prima delle grange del Frejus (qualche metro dopo l’inizio della mulattiera) .

Video:

4) Sauze/gran bosco, Il sentiero dei Cannoni

Classico giro tra il Gran Bosco di Salbeltrand e la Strada dell’Assietta. Salita mediamente impegnativa su sterrata non sempre scorrevole almeno fino al col Blegier, poi le pendenze e la scorrevolezza migliorano una volta inseriti sulla storica strada dell’Assietta. Discesa flow con qualche pezzo un po’ piu’ scassato, lunga e talvolta stancante per il fondo irregolare sopratutto nella prima parte. Un po’ “noioso” il dover ripetere un pezzo dell’itinerario di salita per rientrare al punto di partenza, ma nel Gran Bosco di Salbeltrand non e’ possibile percorrere sentieri in bici tranne il suddetto .

frontino assietta col blegier

SALITA: pedalabile – (sterrato non sempre scorrevole)
DISCESA: S1 tutta.
Dislivello: 750 d+
Traccia:
https://www.strava.com/activities/7631541822

Acqua: assente, premunirsi: le uniche fontane presenti lungo la strada del Gran Bosco ad Agosti 2022 risultano chiuse.

Video:

NB: Le tracce sono state linkate da Strava. Se siete iscritti anche con il profilo gratuito dovreste riuscire a scaricarle facilmente da computer. In caso di difficolta’ potete contattarmi e saro’ lieta di fornirvele via email o altro.

Che budget per avvicinarsi alla MTB ?

Avvicinarsi alla MTB/eMTB – opportunita’ e budget –

Diciamolo apertamente : quando qualche amico/parente/conoscente non biker mi chiede quanto costa la mia bici rimane negativamente colpito e vede questo sport come inavvicinabile. E sottolineo che la mia Thok e’ un entry level come montaggio, e, nel mondo elettrico, e’ poco piu’ del “minimo sindacale” che serve ad avvicinarsi ad un uso offroad sportivo/enduristico.

thok mig sauze

Questo “costo di strartup” e’ un gran deterrente per tanti che vorrebbero provare, avvicinarsi a questo mondo , capire di che si tratta e se puo’ essere il loro sport. Purtroppo anche le formule di leasing o long term rental (noleggio a lungo termine) non sono sempre attuabili e/o convenienti , e implicano un impegno minimo di 1 anno, e sono rare le offerte dedicate a privati che permettono la restituzione del mezzo senza penali.

Tutto questo scoraggia il semplice sportivo curioso, magari praticante di altre attivita’ outdoor, anche solo nei confronti di un noleggio giornaliero , timoroso del “e se poi mi piace come faccio ?”

Facciamo dunque due passi indietro. Le eMTB non sono sempre esistite, e anche senza il motore questo sport puo’ avere il suo perche’ , a patto di mettere a budget – prevalentemente nella stagione estiva – qualche uscita in bikepark , quindi usando le seggiovie o altro mezzo di risalita, per poter migliorare rapidamente in discesa e avere l’opportunita’ di non stancarsi in salita e perdere lucidita’.

Il periodo ideale per avvicinarsi a questo sport con un budget ridotto, e’ secondo me, prima dell’estate , in modo da poter approfittare della stagione di apertura dei bikepark per farci un idea globale di quello che vogliamo fare con la bicicletta.

In ogni caso, il budget minimo per una full (ovvero bici con sospensione sia anteriore che posteriore) usata puo’ variare tra i 1000 e i 1500 euro.
Sotto questa cifra si rischia di tornare molto “indietro nel tempo” , trovando mezzi ormai decisamente obsoleti sui quali puo’ risultare anche difficile reperire i ricambi.

E … se a questa cifra non ci arrivo ?

Se proprio si vuole provare, il mio consiglio e’ di affittare un enduro muscolare in un bikepark e cercare di capire se questo mondo fa per noi. Meglio se accompagnati da un maestro o almeno da un amico/a esperto/a . Il costo di una giornata puo’ variare – incluso skipass e noleggio – dai 70 ai 120 euro a seconda della location scelta.

… Basta una giornata a capire ?

Non e’ detto. In questo caso – ahime’ – il mezzo e il tipo di sentieri fa la differenza. Per questo, nel dubbio meglio affidarsi ad un esperto/a .

… Non ho bikepark accessibili, so a priori che dovro’ pedalare, posso iniziare con una buona front ?

La risposta e’ ASSOLUTAMENTE SI !! Il “frontino”, sopratutto se moderno , e’ un mezzo divertente, allenanete e didattico. E’ piu’ agile e meno faticoso in salita di una full pari peso, in discesa e’ agile e reattivo sul veloce. Richiede pero’ maggiore controllo, scelta di linea e skill a bassa velocita’ sul tecnico. Tutte cose che possono essere imparate, e che sono anche motivanti e divertenti da acquisire.

frontino manual
frontino chiesetta

Dunque, che caratteristiche deve avere un frontino divertente ? All’incirca quelle del mio FrontinoRosso: telaio in alluminio (alcuni propongono l’accaio, sinceramente lo sconsiglio ad un principiante poco allenato, l’aumento di peso non e’ trascurabile), sterzo mediamente aperto (66-67 gradi), ruote da 29 e escursione della forcella intorno ai 120-130 mm. Ci sono front da enduro con escursioni maggiori, ma fidatevi, sopratutto se dovete pedalarci ed e’ la vostra prima bici e’ solo peso in piu’ . Un mezzo del genere permette di iniziare a divertirsi e di imparare solidamente i fondamentali della guida offroad.

E ricordatevi che gran parte delle volte, se non riuscite a chiudere un passaggio , non e’ colpa “della bici” …. La guida attiva in mtb richiede tecnica, che non tutti riescono ad apprendere in modo autonomo e intuitivo. Qualche lezione puo’ essere piu’ utile di un inutile upgrade …

E vi ricordo che se vi trovate in alta Valsusa, per tutto Agosto sono disponibile per lezioni per livello principiante/intermedio in bikepark e non solo, sia per ebike che non.

maestra mtb

Un frontino per amico

Sono ormai circa un paio di mesi che vado a spasso con il #frontinorosso da me assemblato. Non credevo che una bicicletta cosi’ semplice potesse farmi ritrovare tutta una serie di sensazioni positive che l’ebike mi aveva fatto dimenticare.
La pedalabilita‘ in salita, che nn fa rimpiangere troppo l’assenza del motore, sommata alla precisione nella guida , rende questa hardtail un mezzo che puo’ spingersi su trail anche di una certa tecnicita’.Gia’ a Formello, sul neonato “Picchietto“, un breve trail mediamente ripido e guidato, aveva dimostrato precisione e manovrabilita’ pure in presenza di S discretamente strette che invece han mandato in crisi l’ebike.

Ma e’ nel caso del Marshall del TTC di Tivoli, un sentiero enduro dove tratti piu’ scorrevoli si alternano a qualche ripido e passaggio tecnico non sempre banale che questa semplice bicicletta ha avuto la sua “consacrazione“.
Una geometria moderna con un angolo di sterzo aperto ma senza esagerazioni (66.5) e la precisone di guida non mi hanno fatto rimpiangere ne’ la sospensione poseriore ne’ l’escursione di “soli” 120 mm della forcella Suntour Aion, che mi sta dando buone sensazioni, a conferma dell’ottimo rapporto qualita’ prezzo del prodotto (che tra l’altro pare essere facilmente modificabile per variare la corsa, fino a 140 mm) e del fatto che talvolta anche brand meno “top” possono avere in catalogo materiale performante, sopratutto per chi non e’ pro o cmq racer. Ovviamente non ci si puo’ aspettare di andare “a fuoco”, ma non sono e mai saro’ un amante delle velocita’ estreme, quindi ben venga un mezzo che, magari piu’ piano, possa andare ovunque.

ripoli ttc frontino

Il #frontinorosso e’ anche un ottimo giocattolo da cortile: la pachidermica full a batterie di certo non mi permetteva di dilettarmi con la pratica del bunnyhop e di ricominciare ad approcciarmi al manual. Per me la bici e’ anche gioco, tecnica, piccole (grandi) sfide.

manual frontino
bunnyhop frontino

Dunque in questo tempo di covid con il quale temo che dovremo convivere ancora per un (bel) po’, tanti nuovi adepti si stanno interessando alla bicicletta. Puo’ essere un frontino come quello che ho assemblato una buona entry level polivalente?
Secondo me si, sopratutto se il target e’ pedalare e approcciarsi a qualche singletrack mantenendo una buona sicurezza. Ricordo che la front e’ scattante reattiva e precisa, ma chiede molto a chi ci sta sopra in discesa. Non e’ una bici da “molla tutto e via” , serve una buona dinamicita’ di gambe per fare quello che farebbe la sospensione. Di contro se si impara a fare qualche passaggio tecnico si sara’ poi agevolati con un eventuale full. In ogni caso , anche nell’eventuale passaggio ad un ebike, confrontarsi con un mezzo cosi’ semplice ma preciso puo’ dare un grosso aiuto per imparare a scegliere correttamente le linee in discesa. C’e’ pero’ da evidenziare che il peso molto superiore di un elettrica cambia tantissimo il modo di guidare, quindi la mia opinione e’ che se un potenziale neo-biker ha gia’ anche solo una vaga idea di prendersi un ebike, perche’ magari la ha provata ecc ecc, e’ meglio fare lo sforzo economico e inizare facendo subito i conti con il mezzo definitvo.
Ma per un indeciso che vuole farci un uso allround come prima bici , che non ha budget per una full nuova e non e’ in grado di valutare la bonta’ di un usato, una di queste front cattive puo’ essere davvero un bel mezzo per innamorarsi delle ruote grasse ;). Per avere dei “valori di riferimento” ecco la tabella con le misure del telaio Octane One Prone che ho scelto in tagla S (mia altezza 165)

geometria prone
frontinoonthebeach

Benvenuto Frontino !

La dipartita della Stumpjumper mi aveva lasciato senza un mezzo a propulsione umana. L’ebike infatti, per quanto sia divertente e mi abbia portato in posti dove #conlemiegambe non ci sarei arrivata, diventa un po’ limitante dal punto di vista del mantenimento della forma fisica in questa stagione dalle giornate brevissime, in cui non sempre ci si puo’ permettere di allontanarsi troppo per fare uscite che risultino un minimo “allenanti” anche con l’elettrica.
Ecco l’idea quindi di dedicarmi un po’ al fai-da-te, mia passione da sempre, e costruirmi un Frontino (bici ammortizzata solo davanti per i profani) secondo le mie esigenze. Il Frontino e’ stato assemblato in casa, piu’ precisamente in cucina, e la scelta dell’autocostruzione, oltre ad essere un divertente passatempo, mi ha permesso di creare una bici difficilmente trovabile sul mercato del nuovo “fatta e finita” con le caratteristiche da me ricercate. Polivalenza e pedalabilita’, queste le due parole chiave che caratterizzano questa front un po’ cattivella: il telaio, preso su CRC, e’ un Octane One Prone 29, in alluminio, e ha un angolo di sterzo di 66.5 gradi e se montato con le ruote da 29 puo’ ospitare fino a 130 (forse anche 140) di escursione all’anteriore. Io ho preferito favorire la pedalabilita’ montando una forka da 120 e lasciando fare il resto al generoso angolo di sterzo.
La trasmissione e’ NX 11v, scelta dettata dal fatto di voler avere l’intercambiabilita’ dei pezzi con l’ebike in caso di guasto, e dal voler provare magari un giorno a girarci con le gomme Plus della biciclettona a pile.

Il montaggio, salvo qualche piccola complicanza con ragnetto, falsa maglia, serraggio serie sterzo e, ultimo ma veramente ostico, reggisella telescopico, non mi ha creato particolari problematiche. Ovviamente servono un certo numero di attrezzi e chiavi dedicate. Un rigraziamento va al gruppo Facebook Hardtail attitude Italia per i suggerimenti sulla componentistica e sull’assemblaggio.

Una volta terminata, non c’e’ stato nulla di piu’ bello che salire sulla propria creatura: una bici reattiva, obbediente e precisa, esattamente come la desideravo. Dovremo ancora provarla in contesti piu’ tecnici, ma sono convinta che questo mezzo abbia tante risorse e che possa essere utilizzato in giri a carattere trail/light enduro con grande soddisfazione e divertimento.

Per ora, vi lascio al video del primo test ride. Prossimamente altri aggiornamenti. Seguite il #frontinorosso 😉 e la sua creatrice @kiazsurfbike anche su Instagram e su youtube per update piu’ frequenti 😉

MTB: #FrontinoGiallino Test Ride

Finalmente ci siamo ! E’ giunta l’ora di iniziare a vedere come funziona la mia creatura il #FrontinoGiallino : come pubblicato in un precedente articolo, si tratta di una bici assemblata in casa dalla sottoscritta, partendo da un telaio commencal da dirt/pump di qualche annetto fa. Il montaggio finale e’ il seguente :

Telaio: Commencal 26′ pump
Forcella: RockShox Recon Silver Solo Air 100 mm travel
Serie sterzo: Cane Creek 1 1/8 a-headset
Ruote: Mavic Crossride 26′ PP15 con adattatori QR9, gommate Maxxis Minion DHF e DHR 2.5
Freni: Sram Level con dischi 200 front e 180 rear
Trasmissione: Guarnitura singola Funn 32 denti con MC Hollowtech a calotte esterne , deragliatore SRAM x9, comandi SRAM x7
Reggisella Telescopico Brandless (apparentemente un clone KS)
Manubrio Race Face 760 mm

giallina piineta
Cominciamo con il dire che era un bel po’ di tempo che non facevo un giro con una front che non fosse il giro dell’isolato o poco piu’. Quindi la prima sensazione a cui ho dovuto fare l’abitudine appena salita su Giallina e’ stata quella di sentire molto di piu’ il terreno, e di dover stare attenta a sassi sassolini e radicette anche su tratti pianeggianti. La location scelta per il test e’ stata la pineta di Ostia, sia perche’ con il caldo riesce a mantenere una temperatura quasi accettabile grazie alla vicinanza al mare, sia per la disponibilita’ di saltini, drop, una passerella northshore e qualche passaggio tecnico.
Diciamo subito che rispetto ad una full la bici e’ molto reattiva sul posteriore e che richiede maggiore attenzione nella guida. Nei singletrack pianeggianti o saliscendi che portano ai saltini si comporta egregiamente, ma ben presto mi accorgo che “la coperta e’ corta“, ovvero che per le mie gambine il vecchio pignone da 32 di #slayerina e’ parecchio duro. Riesco comunque ad affrontare qualche salitella anche abbastnza impegnativa alzandomi sui pedali, cosa anche questa impossibile con una full. L’assetto in sella in salita e buono, e il reggisella telescopico, di cui proprio non posso piu’ fare a meno fa il suo dovere. Credo che, modificando la trasmissione (avendo una singola sarebbe da arrivare ad un 42) , Giallina possa diventare una discreta arrampicatrice.
Ma veniamo ai salti e alle discese. Trattandosi di un telaio da dirt ci si aspetta un buon comportamento, e in effetti ne ho presto conferma. La bici e’ molto stabile quando stacca le ruote, piu’ di #Slayerina, unico neo del resto ovvio e che negli atterraggi schiena e articolazioni ne risentono, e chi mi conosce sa che ho una “certa” e che sono piena di acciacchi e microtraumi. Escludendo questo la bici stacca le ruote con facilita’ e atterra con precisione. La forcella lavora bene, anche se 100 mm forse sono un po’ pochi ma credo che in questo caso sia piu’ abitudine che altro.

salti con fronitno

Proprio per i problemi di schiena ho preferito evitare di provare i salti piu’ alti, quindi ho provato qualche passaggio tecnico con radici e ripidini. In questi casi la bici si divincola bene, richiede una guida sempre piu’ precisa di una full, ma se si riesce a direzionarla in modo opportuno copia tutto e scorre via, senza far rimpiangere l’ammo posteriore (schiena a parte sempre).

radici radici 1

Nel complesso di questo breve test (7 km circa in un oretta) promuoviamo il frontino. Ci sara’ probabilmente alla prima occasione da mettere nuovamente mano alla trasmissione, ma per ora risulta essere davvero divertente e godibile, a dimostrazione del fatto che con le dovute attenzioni di montaggiio anche una bici “economica” puo’ dare soddisfazioni (oltre a quella di averla montata in autonomia) ed essere un buon mezzo per scoprire il mondo della mountain bike 😉

#FrontinoGiallino is mostly powered by CRC
IT - 300x250

MTB: Assemblaggio Telaio Fai da Te

Lo so, mi piacciono le brugole, le chiavi inglesi e tanti altri attrezzi simpatici. Sara’ che fin da ragazzina preferivo i lego alle bambole, ancora oggi mi piace fare le cose da me, vedi la passata esperienza nel surf con Blackdog Surfboards.
Con la bici, il dover mettere mano a viti e bulloni e’ una necessita‘. Il semplice utilizzo sportivo di una bicicletta richiede comunque un minimo di conoscenza del mezzo e di autonomia nella manutenzione almeno quella base. Dopo essere stata “spennata” in passato da un paio di meccanici sono arrivata alla conclusione del “chi fa da se fa per tre” e oggi nell’era di internet mettere mano ad una bici e’ poco piu’ complesso che montare un mobile dell’ikea.
Dalla manutenzione base al montaggio di una bici da zero il passo e’ relativamente breve. Quindi ecco a voi #FrontinoGiallino , una 26 da pump track resa un minimo pedalabile e adattata ad un uso piu’ polivalente e diciamo “didattico” finalizzato all’apprendimento di qualche semplice trick che puo’ tornare poi utile sul tecnico.

frontino giallino

Giallina nasce da un telaio da dirt/pump/dual Commencal di qualche anno fa. L’upgrade della trasmissione di #Slayerina ci ha permesso  di avere subito disponibile un deragliatore sram x9 con manettino, assieme al rispettivo pacco pignoni e catena. Ad esso e’ stato  associato una guarnitura a corona singola a 32 denti.

So benissimo che la “coperta sara’ corta”, ovvero che non avremo un range di rapporti ottimale, ma al momento la bici e’ dedicata al cazzeggio, e di sicuro non sara’ usata per affrontare lunghe e tecniche salite. Se poi #FrontinoGiallino dovesse risultarmi particolarmente simpatico provvederemo a modificare la trasmissione.

giallina mc

Il montaggio di questi due pezzi e’ relativamente semplice. Unico attrezzo un po’ insolito necessario e’ la chiave per il movimento centrale, che potete trovare su CRC o da decathlon. Montare il MC (o BB in inglese, bottom brackets)in una scatola filettata e’ molto semplice, e nel nostro caso le istruzioni di montaggio allegate sono risultate chiare e semplici sul come inserire gli spessori in base alla dimensione della scatola , 68 mm nel nostro caso.

Avvitare il deragliatore al forcellino invece ha implicato qualche tribolo in piu’ ma anche qua niente di strano, un brugolone da avvitare con la dovuta attenzione facendo attenzione ad allineare bene i pezzi e alla levetta che serve diciamo da guida.

A questi punti mancavano le ruote, e per trovarne di buone ed economiche c’e’ voluto un po’, e alla fine si e’ presentata una buona
offerta per delle mavic crossride quasi nuove sul mercatino di mtb-mag, perno passante 15 con convertitori a qr9 ,dischi da 200 avanti
e 180 dietro, gommate Maxxis Minion DHf e DHR 2.5. Forse un po’ esagerate e pesanti per giallina, ma il vendor ci ha anche fornito una high roller 2.35 e un’altra minion DHF, stavolta in 2.35. Per comodita’ abbiamo lascato le 2.5 almeno per ora. Montiamo il pacco pignoni
(anche qua ci va una chiave specifica, ma l’operazione e’ davvero semplice, tocca solo stare attenti agli incastri delle rotelle
piu’ piccole) e a breve saremo pronti per iniziare a lavorare sulla regolazione della trasmissione.

Purtroppo manca ancora la forka, cosi’ decidiamo di montare sul manubrio (race face ereditato da Slayerina) il manettino
in maniera volante, e usare un qualcosa (un martello nel nostro caso) per appoggiarlo al tubo sterzo. La forcella assieme alle pinze
freno sara’ l’ultima cosa ad arrivare 🙁

Sistemato in qualche modo il manettino passiamo alla sostituzione del cavo del deragliatore e al taglio delle guaine. Con i manettini
sram e’ molto semplice, c’e’ un vitone di plastica che fa da tappo aprendolo si libera il meccanismo e si sfila il cavo. si inserisce
il nuovo cavo (lato blocco) e il gioco e’ fatto. Poi si controlla la lunghezza e si iniziano a tagliare le guaine. Nel caso di giallina ci troviamo con un sistema un po’ “vecchiotto” in cui il cavo resta libero lungo il tubo obliquo. , quindi taglieremo con
l’apposita tronchese (anche questa si trova al deca o online su CRC e altri siti) 2 trance di guaina. Incastriamo, facciamo passare
il cavo d’acciaio, blocchiamo il cavo nella vite del deragliatore seguendo le guide opportune e tagliamo anche il cavo metallico.
Controlliamo che il manettino sia scarico (ovvero sul rapporto + lungo) e che il deragliatore si muova a comando. Siamo pronti
per inserire la catena …

E qua son cominciate le prime “rogne” : siamo senza falsamaglia, e tocca imparare ad usare lo smagliacantena: aprirla e’ un gioco da ragazzi, richiuderla un po’ meno. Diciamo che non e’ stato semplice, e che e’ stato necessario togliere un paio di maglie per adeguare la vecchia catena di Slayerina alla nuova trasmissione singola. Anche la regolazione del deragliatore non e’ stata semplicissima.
Con le due viti L e H si regolano i rispettivi fondocorsa, alto e basso. In genere si parte allineando la rotellina del deragliatore al rapporto piu’ lungo, e da li si sale. Dopo svariati tentativi finalmente il cambio e’ riuscito a far salire e scendere correttamente la catena.

deragliatore post

Purtroppo mancano ancora parecchi pezzi a poter mettere la bici su strada, e quindi si torna su internet, alla ricerca di impianto frenante e forka.

Per i freni dopo un po’ di ricerche sono saltati fuori degli SRAM level ad un buon prezzo. Mi sono concentrata su Avid o Sram, in quanto sono abituata
a questi prodotti e in quanto sono montabili invertiti (stile mx) senza modifiche. La Forka e’ stato un saltellare tra siti vari ebay e mercatini. Purtroppo il cannotto dritto da 1 e 1/8 , standard che sta diventando obsoleto, ha reso le cose molto piu’ complicate.
Inoltre il tubo sterzo di questo telaio e’ piuttosto lungo, quindi mi servivano almeno 20 cm di cannotto, cosa che ha reso difficile
l’acquisto di un usato, e mi ha fatto optare per una RockShox recon silver solo air nuova su alltricks. Con l’ultimo ordine arrivano anche gli adattatori per i dischi e un po’ di distanziali per lo sterzo. Possiamo qundi finalmente assemblare la forka, e mettere in movimento la bici. Trovato chi ci taglia il tubo alla misura giusta (non ho il tool diamantato, e non credo che valga la pena comprarlo per un uso limitato) finalmente iniziamo a smanettare con serie sterzo e distanziali. Probabilmente c’e’ qualche cuscnetto mancante nella serie sterzo che ci e’ stata fornita con il telaio, cerchiamo di chiuderla arrivando a ridurre al massimo i giochi, in seguito verra’ sostituita . Intanto procediamo al montaggio delle pinze freno con i rispettivi distanziali, e qua per fortuna fila tutto liscio come l’olio e non necessitiamo nemmeno di spessori.

freni giallina
Giallina quindi e’ fatta e finita e pronta al promo mini collaudo !!!
La bici funziona, la posizione in sella mi piace e sembra molto maneggevole !!!

giallina giallina 2

kiaz su giallina
Per gli ultimissimi ritocchi (sostituzione serie sterzo che e’ risultata incompleta e taglio tubo freno) ho deciso di appoggiarmi al laboratorio specializzato di Bike Store Ciampino, in quanto sarebbe stato necessario l’acquisto di alcuni utensili costosi e, per il tubo freno, di un po’ di esperienza in piu’ su questo tipo di problematiche. Ed ecco finalmente #FrontinoGiallino nella sua versione definitiva, pronto al collaudo 😉

giallina finita

 

Gran parte dei componenti e attrezzi che mi han permesso di dare vita a #FrontinoGiallino arrivano da CRC, grazie di esistere !
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