E-MTB Promontorio di Piombino

A meta’ strada tra Roma e la Liguria, il promontorio di Piombino presenta un area trail molto interessante, sopratutto per elettrici. Infatti il dislivello e’ molto limitato (poco piu’ di 200 mt il punto piu’ alto), e questo implica discese mediamente brevi e salite altrettanto brevi ma spesso ripide e su singletrack. Un posto dove, sapendolo prima, senza motore non ci avrei mai messo piede, pena il passare gran parte del tempo a spingere la bici.

L’occasione di visitare questo posto e’ giunta grazie al mio ennesimo transfer Roma-Rapallo, e la posizione strategica piu’ il contatto con un local mi han permesso di passare un pomeriggio su questi trail.

Il terreno ricorda molto quello di Punta Ala, e malgrado la quota pari a zero la temperatura e’ rimasta accettabile, quasi fresca lato mare e all’ombra, permettendo di percorrere un bell’intrico di trail. Eh si, perche’ questo promontorio e’ veramente pieno di sentieri, non e’ semplicissimo orientarsi e senza un qualcuno che lo conosce si rischia di passare il tempo a guardare il gps, visto che i percorsi non sono mai troppo lunghi.

Si parte con il trail fonte alloro, molto facile e scorrevole, che poi rilancia in salita nella seconda parte. A seguire “Due Mari”,stretto e lento ma mai ripido, il cui nome deriva dal fatto che il mare si riesce a vedere da entrambi i versanti. Con un breve tratto di asfalto arriviamo al sito archeologico e medievale di Populonia.

piombino populonia

Da qui tagliamo un po’ di asfalto con il trail Romanella, breve ma poco piu’ impegnativo dei precedenti, arrivando verso il golfo di Baratti (noto spot per surf e windsurf). Risaliamo verso la cresta dall’altro versante, ripercorriamo ancora una seconda volta Fonte Alloro, per poi andare a prendere l’ultimo trail del giro, nonche’ il piu’ bello: Conventaccio. Questo sentiero scende lato mare, con una parte incanalata molto flow, veloce e divertente. Seguono alcuni rilanci, fino ad arrivare sul panoramico mezzacosta Cavalleggeri, dove non c’e’ piu’ niente di tecnico solo un bellissimo panorama con vista sull’Elba da ammirare.

piombino mtb

(video – toboga e cavalleggeri)

In conclusione, un giro interessante, molto adatto all’ebike, ma , secondo me poco apprezzabile senza motore a meno di non aver un ottima gamba. Lo definirei piu’ un giro “xce”, xc elettrico, per il tipo di trail affrontati. Su trailforks ci sono anche delle “nere”, che non ho percorso. Vedremo se ci sara’ occasione di tornarci e approfondire.

(traccia gps gpx)

https://it.wikiloc.com/percorsi-bici-elettrica/piombino-emtb-56931649

Infernet 2019 bagnato

Infernet (+ Janus) Bagnato, Infernet Fortunato !!!

Ogni location dove le mie ruote lasciano un segno ha un suo trail “must”, uno di quelli che “se passi di qua devi farlo“.
Per quanto riguarda l’estremita’ piu’ a nord ovest del nostro Paese, il “must” e’ il SingleTrack de l’Infernet , gia’ in territorio francese, tra Monginevro e Briancon. Ne abbiamo gia’ abbondantemente parlato, ma vale sempre la pena tornarci, sopratutto in compagnia.
In realta’ e’ comunque un giro che almeno 1 volta l’anno va fatto. La discesa e i suoi eterni tornantini vale la salita, che puo’ anche essere dimezzata con recupero auto, e ridotta ulteriormente  utilizzando la seggiovia.

Ci sono 2 modi pedalati per salire all’Infernet, quello lungo passando dai forti e dalla cementata militare (giro del 2017) oppure da La Vachette attraverso le forestali. Il primo sviluppa 1200, il secondo poco piu’ di 1000. Il primo e’ mediamente sempre faticoso e non molla, il secondo, una volta raggiunto Monginevro diventa molto pedalabile. Ed e’ con questo secondo metodo che comunque qualche giorno fa me lo sono pedalata, godendomi una discesa piu’ sporca e scavata rispetto allo scorso anno con Angela, ma comunque sempre super divertente e “remunerativa”.

Coincidenza vuole che stavolta le mie ruote si incrociano con quelle di Michela e Sergio, istruttori della ASD RomaMtb in vacanza nel Brianconnais in questi giorni. E dunque disponendo di due veicoli organizziamo il recupero, e perche’ no, meccanizziamo pure altri 300 metri con la seggiovia del Chalmettes, e dai 2097 della base alta degli impianti saliremo ai 2400 del Col du Gondrand prima, e ci allungheremo anche fino al forte Janus per godere di una splendida vista a 360 su tutte le vallate circostanti. Io ci arrivo a spingismo ma poco importa. Valeva la pena lo sforzo.

janus 1 janus 2 janus 3 janus 4

E ora si scende. Io rientro per la via di salita, i due soci si avventurano per un taglio in cresta indicato come trail running. Ricomposto il gruppo e lasciato il mezzacosta sassoso sul versante di Cervieres, attacchiamo con il single de l’infernet. Umido, molto umido piu’ dell’altro giorno. Radici e pietre viscide ci mettono alla prova, ma eccezion fatta per alcuni punti dove addirittura l’acqua creava rigagnoli nelle canale, il sentiero e’ rimasto piu’ che fattibile, offrendo un terreno “sfidante”  per aumentare il proprio confidence level.

corners infernet

(video 2019)

Come sempre grande soddisfazione una volta portato a conclusione, una ottima palestra per imparare a curvare nello stretto, senza mai trovarsi in situazioni rischiose o esposte.
Insomma se vi piacciono i tornantini, o se questi sono il vostro punto debole l’Infernet e’ il posto dove fare pratica e imparare a farci i conti. Tutti i tornanti si chiudono tranquillamente in sella senza necessariamente padroneggiare il nosepress … dunque davvero un bel divertimento per gli amanti del genere…. astenersi amanti del flow veloce, dello spondato e del “man made” in generale ….

Un ultima nota riguarda il livello di difficolta’ del trail: il libro Western Trail lo identifica S3. Le paline VTT FFC lo identificano nero. Anche se quest’anno (2019) e’ palesemente piu’ scassato dello scorso (2018) e’ ben lontano sia dalla definizione “black diamond” di Trailforks che all’S3 della scala Singletrack tedesca. Io direi un S2 con qualche punto S3, con i colori direi rosso pieno per la classificazione francese e blu ad orientamento AM per la scala di Trailforks.
Il mio consiglio e’, se avete un buon controllo della bici nello stretto e una guida mediamente precisa non fatevi spaventare dal “colore” o dalle definizioni e provatelo. Potreste appassionarvi ai tornantini 😉

Si Ringraziano Sergio e Michela di RomaMTB per la compagnia e la logistica del recupero 😉

Per la traccia GPX potete fare riferimento a quella presente nell’articolo dello scorso anno.

MTB: Cotolivier, Pourachet e i Tornantini

Cotolivier – Pourachet – I tornantini

Dei tanti giri fattibili in alta Valsusa c’e’ n’e’ uno che mi sta particolarmente a cuore. Sara’ perche’ non molto conosciuto e battuto, sara’ perche’ scoprirlo 2 anni fa e’ stato un piacere, sara’ perche’ unisce interessanti singletrack ad un paesaggio da sogno.
Stiamo parlando dell’anello Vazon-Cotolivier-Pourachet-Millaures, con discesa sui 12 tornantini.

Un’ottima palestra per chi non ha mai avuto esperienza con questo tipo di “ostacolo” molto comune nei sentieri di montagna. E infatti e’ stata un’uscita che ha anche avuto un interessante riscontro didattico per Laura, al primo “incontro” con le curve strette non spondate.

Per Laura e Alessio e’ stata l’uscita conclusiva di un’intera settimana alla scoperta della Valsusa con me. Giro super adatto all’occasione, unendo alla perfezione componente panoramica e tecnica, senza eccedere nei km e nel dislivello.

Partiamo dunque da Vazon, dove una bella cartina ci mostra il nostro itinerario, e permette una breve spiegazione del tracciato che affronteremo (vedi video successivo).
Saliamo dunque al Cotolivier, doverosa pausa alla Cappelletta, e si inizia con il primo singletrack in cresta, super panoramico con vista sull’onnipresente Chaberton e il massiccio della Grand Hoche.

cotolivier

pourachet 1

Dopo questo “aperitivo” abbiamo perso circa 100 d+ e tocca pedalare, ci aspetta un mezzacosta con qualche rampa impegnativa, che si lascia comunque ben “digerire” grazie all’imponente spettacolo delle vette circostanti, sempre piu’ vicine. Si arriva quindi alla conca dalla quale il sentiero principale si dirama in 3 tracce, una verso la croce di San Giuseppe, una (purtoppo impraticabile per frana) verso il lago Desertes e la strada dello Chaberton, e la nostra, che scende attaccando con 12 tornantini alle grange Millaures.

top to millaures

12 tornantini, piu’ o meno stretti, ottimi come primo approccio con questo elemento. Il divertimento c’e’ per tutti, e il panorama continua a mantenere i suoi elevatissimi standard, obbligandoci a stare attenti e non farci distrare troppo dall’imponenza di queste montagne.

(video)

La parte a tornanti termina in un’area adibita a pascolo nei pressi di una costruzione abbandonata. Da qua il sentiero diventa un mezzacosta classico, che alterna aree di bosco con altre piu’ aperte, presentando un unico passaggio tecnico con un corto rockgarden su terreno smosso e friabile. Si giunge poi alle grange Millaures, da cui si prosegue con un altro sentierino pianeggiante fino al bivio per la frazione Lozet. Qua tocchera’ un po’ di sano spingismo, fino alla strada in discesa che percorreremo fino a ritrovare la sterrata del cotolivier utilizzata in salita. Ultimi due tagli e siamo dinuovo a Vazon

Questo giro da sempre una qualche soddisfazione ed e’ forse quello di durata medio-breve che ripeto piu’ volentieri. Anche questo e’ recensito sul libro Western Trails –

– ove viene consigliato da Desertes. Volendo allungare il giro pero’, come consiglio ad elettrici e a riders piu’ performanti, il mio suggerimento e’ di partire da Oulx e, una volta rientrati da lozet alla strada del cotolivier scegliere tra due opzioni :
1) Da vazon proseguire per Soubras, poi PierreMenaud e da qua il singletrack verso Amazas, rientro su oulx poi su statale
2) Dal tornante sopra Vazon, mezzacosta per Chateaux Beaulard. Da qua discesa verso la pista di fondo tramite sentiero D2 e rientro a Oulx per la suddetta pista.

Traccia gpx

MTB: Forte Foen

E’ la Prima giornata in ValSusa con tempo finalmente stabile che mi permette di fare qualcosa in piu’ della limitativa “ora d’aria”. Su ispirazione dal libro “Western Trails” e dalle rimembranze della mia “vita precedente” decido di fare un giro che, non so bene per quale motivo, avevo la tendenza a snobbare. Parliamo del Forte Foen e del rispettivo singletrack che scende, alternativamente verso Suppas o verso Rochas. Stavolta opteremo per il secondo, limitando il giro a circa 550 d+ su 10 km … sottolineo che il giro e’ allngabile a piacimento fino ad un massimo di 15 km e 850 d+ partendo da Millaures o da Gleise. Personalmente ho preferito fare solo la parte alta in quanto non ho un buon ricordo del mezzacosta saliscendi che collega Suppas a Millaures.

Partenza quindi da poco sopra le grange Rochas, lungo la strada che da Bardonecchia conduce a Frejusia. Da qua si pedala una tratta su asfalto, fin poco sotto i Bacini, per poi lasciarlo in favore di uno sterrato, che sale abbastanza deciso a tornanti lungo le pendici dello Jafferau, sempre pedalabile malgrado la pendenza grazie all’ottimo fondo. Dopo circa 4 km le pendenze si fanno piu’ tranquille, e con un ultimo traverso mezzacosta di un paio di km molto pedalabile raggiungiamo il forte Foen (km 6), le cui mura diventano divertenti rampe 😉 .

ttt

vall

Da qua inizia il singletrack di discesa. Mediamente flow, con alcuni tornanti scavati e altri in contropendenza, ma sempre fattibile, qualche radice e pietra fissa rendono il tracciato un po’ piu’ vario senza mai diventare complesso. Ottimo trail per chi inizia a girare sul “non costruito“, mai pericoloso e mai ripido. Nel complesso divertente , 4km di discesa da fare tutto d’un fiato, nel classico contesto dell’Alta ValSusa.

video

traccia

ispirato da :

MTB: Nuria – Antrodoco

Mt. Nuria – Antrococo

Tornare a Roma come sempre è un po’ traumatico, ma fortunatamente il caldo ancora a livelli accettabili mi ha permesso di andare ad affrontare un giro a quote medio basse di cui avevo letto un molto ben promettente report su bicinatura: si tratta della discesa dal monte Nuria, in zona Antrodoco/Borgo Velino (RT). La partenza è attorno a quota 450 slm, le previsioni dicono temperatura sotto i 30 fino a ora di pranzo.
Visto il molto probabile innalzamento delle temperature nei giorni successivi decido di avventurarmi anche se in solitaria.
Poco prima delle 10 sono pronta ad affrontare la lunga salita da Antrodoco al Monte Nuria. Sulla carta sono circa 17 km, di cui 8 su asfalto, a seguire sterrato quasi sempre pedalabile eccezion fatta x gli ultimi due km.
L’unico ostacolo della prima parte asfaltata è il caldo, che mi costringe ad andare ancora piu’ piano di quel che potrei e a frequenti soste appena si nota qualche punto ombroso. Arriviamo alla fine dell’asfalto, 1000 mt slm, in localita’ Rocca di Fondi, paesuncolo dalle case in pietra appunto “arroccato” sulla montagna.

rocca fond

Da qua l’asfalto termina, e la strada prosegue su sterrato, leggermente breccioloso ma tutto sommato pedalabile se non per qualche strappetto. Dopo alcuni saliscendi, finalmente la strada perde il suo “anonimato” e spunta in un ampio altipiano dall’aspetto un po’ alieno, al fondo del quale si intravede una costruzione abbandonata. Ora non dobbiamo sbagliarci, e seguendo la traccia lasciamo la via principale per curvare a gomito su una trattorabile double, il cui fondo con lo scorrere dei km peggiora, che riprende a salire fino ad un colletto con un evidente quadrivio ove incontro Fede e Nik, simpatici elettrici con cui avro’ il piacere di condividere la discesa. Ammetto che se fossi stata sola non avrei azzardato gli ultimi metri di spingismo, e avrei proseguito sul mezzacosta per trovare il trail piu’ in basso.

colle2 colle1

Mi faccio coraggio e inizio a spingere la bici. Mancano circa 2km su 250 d+. Uso la tecnica che uso in snowalp. Conto i passi … uno due tre quattro …
arrivo a trenta e conto ancora. Quando mi mancano le energie ho visto che questo metodo ha un suo perchè. Almeno siamo all’ombra, ma dinuovo con panorama quasi nullo. Non resta che spingere, fino a quando si lascia il bosco e si intravede l’anticima del monte Nuria … un ultima tratta pedalabile dinuovo tra i faggi e dal nulla piu’ totale spunta un casotto con tavolini antistanti, il Rifugio Antrodoco, a segnare la fine delle fatiche. Abbiamo pedalato e spinto per 1100 d+ su 17 km …

top r. antrodoco

Quassu’ ritrovo i miei nuovi compagni d’avventura. La curiosita’ mi porta a ficcanasare dentro il rifugio non gestito. La parola rifugio, a me fa pensare a ben alro …  troviamo stufa, camino, letti a soppalco, stoviglie e vettovaglie lasciate da chi ha cercato riparo e ristoro . Da restare abbastanza stupiti immaginando come “rifugio” una struttura gestita da personale.

Giunge l’ora della super discesa, che non delude. 8km di flow naturale, mai tecnico, tra faggete, mezzacosta e un immensa prateria che sembra una pumptrack naturale. #nientedidifficile stavolta … solo tanto tantissimo flow con qualche tornante a spezzare il ritmo di linee che sembrano davvero uscite da un bikepark naturale. L’ultima sezione si chiude con il gia’ noto trail San Francesco e le sue spondone naturali, insomma un crescendo di linee mai noiose e mai complesse o pericolose. La giusta ricompensa per un lungo salitone, fattibile con la dovuta cautela anche con frontino. Tanto tanto divertimento per tutti !!!

Per finire non rinunciamo alla birretta di rito, strameritata, assieme ai nuovi amici che spero di ritrovare presto sui trail appennici.

Ringrazio Bicinatura (qua il loro report) per la traccia e l’ispirazione, e i ragazzi di ASD Monte Giano Antrodoco per aver reso fruibile questo trail supersonico.
Direi che ad ora nell’appennino centrale è il TOP !!!

Conclusione: Trail top, livello S0-S1 (max blu). Panormama …. mmh, difficile esprimersi dopo 1 mese sulle Alpi occidentali. Sicuramente diverso, particolare la parte freeride nei prati. La salita purtoppo invece, per gran parte ha poco da mostrare. Dalla seconda parte dello sterrato diventa di indubbia e selvaggia bellezza… Ma la discesa vale tutta la fatica fidatevi !!!!

relive

Relive ‘Supernuria’

traccia gpx

MTB: Lago Nero – Gr. Dalma

Lago Nero – Gr.Dalma “natural enduro”

La zona della conca del Lago Nero e dintorni continua a dimostrarsi una delle piu’ interessanti dell’Alta ValSusa per la pratica dell’enduro su sentieri naturali. Il trail che sto per descrivere e’ abbinabile a quanto visto qualche giorno fa nei dintorni del Colle Bercia, creando in questo modo un giro piu’ lungo da 900 d+ circa ( https://www.gpsies.com/map.do?fileId=uvvwmnnqgiggyhcq x traccia gpx giro lungo). Presa singolarmente invece, la discesa lungo il poco visibile trail che segue il corso del torrente, richiede una risalita di circa 600 d+ su 7km di pedalata lungo la strada sterrata del lago Nero, con pendenze sempre accettabili ma un fondo breccioloso e ghiaioso che genera parecchio attrito e rende, sopratutto per chi non e’ allenato, la salita piu’ faticosa di quanto si possa immaginare.

lago nero

Una volta arrivati al Lago Nero, se si ha ancora un po’ di gamba si puo’ anche optare per allungarsi fino alla Capanna Mautino e da qui prendere uno dei tanti trail che tagliano dal mezzacosta della “Clavierissima” che scende dolcemente verso la strada di Sagna Longa. Per prendere il “nostro” trail dobbiamo invece fare riferimento al bivio per Chabaud e all’omonimo ponte, a dx circa 500 mt a ritroso dalla strada del Lago Nero. Se individuato, poco prima del bivio scendendo, possiamo iniziare con un primo taglio mediamente ripido che ci porta nei pressi del ponte. Da qua risalendo qualche metro verso la strada che abbiamo percorso in salita (restiamo sulla sx orografica del torrente) , troviamo, nascosto tra le piante, l’imbocco del nostro trail.

Dopo un attacco un po’ chiuso dalla vegetazione, il trail scende dolce fino ad un pianoro dove bisognera’ guadare il torrente su di un ponticello piuttosto instabile

guado

Da qua la traccia si perde un minimo, e abbiamo due possibilita’ per non sbagliare: o risaliamo (come ho fatto io) leggermente a spinta la costa, seguendo una flebile traccia tra gli arbusti per poi ritrovare il sentiero (in salita), oppure restiamo lungo il torrente, e dopo aver passato un albero caduto torna subito visibile la traccia che risale. In entrambi i casi trattasi di fare qualche metro a spinta (a meno che non stiamo usando un ebike) , per poi riprendere la discesa. Discesa che parte flow in dolce pendenza, per poi alternare alcuni ripidi e alcuni passaggi con qualche roccia dalla linea obbligata (il sentiero e’ sempre stretto) che comunque richiedono una buona capacita’ di precisione di guida. Superati due tronchi, si e’ costretti a scendere per qualche metro per superare una zona coperta da rami secchi, a seguire un ultimo passaggio tecnico stretto ci porta a guadare nuovamente il torrente.

Passato il guado incrociamo uno stradotto trattorabile (double track) che in breve e senza difficolta’ ci porta al piano della grangia Dalma. Da qua riparte il singletrack, che ora alterna parti facili e flow con un paio di rockgarden (il secondo non propriamente intuitivo e con uscita in contropendenza) , consiglio di prestare attenzione al terreno breccioloso che anche in sezioni apparentemente semplici puo’ risultare traditore.

Un’ultimo ponticello con qualche asse rotta (bunnyhop consigliato altrimenti a piedi) porta all’ultima tratta, un mezzacosta la cui unica problematica puo’ essere data da qualche zona esposta e dal cavo di recinzione elettrica per il bestiame , messo proprio ad altezza manubrio !!!

In breve raggiungiamo uno slargo con un punto panoramico, da qua il sentiero termina diventando sterrata e riportandoci al punto di partenza.

(video)

thures

Concludendo: 4.5 km di discesa su un trail molto vario, mediamente pulito, un “enduro” naturale che ha tutte le caratteristiche per essere ben goduto in mtb, poco conosciuto e fortunatamente poco frequentato dai pedoni. Livello da S1 a S2++ su un paio di passaggi.

 

NB: Questo trail lo ho “scovato” ispirandomi ad un itinerario trovato su questo libro, interessante risorsa per l’esplorazione della Valsusa in MTB:

Relive

Relive ‘lago nero gr. dalma’

Traccia GPS GPX

I miei giri in Valsusa

PierreMenaud e i sentieri sconosciuti.

MTB ValSusa PierreMenaud e i sentieri sconosciuti.

Siamo in alta Valsusa e ci resteremo per un po’. Quando il tempo e’ poco per un motivo o per l’altro, si approfitta per giri brevi cercando di scoprire interessanti varianti da inserire anche nel contesto di giri piu’ lunghi. Da qualche tempo sull’app mytrails e sulle opencyclemaps avevo notato una traccia che, tagliando in diagonale la montagna, dal paesino di PierreMenaud porta nel fondovalle alla frazione di Amazas.
Con poco piu’ di due ore a disposizione, decido di pedalarmela fino a PierreMenaud e di andare alla ricerca della suddetta traccia, di cui non vi sono indicazioni o segni alcuni.
IL paese si raggiunge agevolmente su asfalto scorrevole in una cinquantina di minuti guadagnando circa 400 d+. Anche se sono ormai anni che giro per queste piccole frazioni, e’ sempre un piacere ritornarci.
pm1

Inizia il ravanamento cercando di mettersi in traccia. Giu’ per i prati, sali, scendi, osserva, segui …
Dopo un po’ di avanti e indietro finalmente le mie ruote sono su un promettente sentierino :

Come da programma, il singletrack, pulito a sufficenza, scorre in un bellissimo bosco su terreno secco. Qualche piccola compressione, qualche rilancio e una parte centrale un po’ esposta ma fortunatamente breve che ho affrontato a piedi, per poi ritrovare un ultimo traverso flow fino all’abitato di Amazas.

a
Nel complesso una bella sorpresa, scorrevole, divertente il giusto, ombroso. Insomma il giusto compendio da inserire in giri piu’ lunghi in zona cotolivier, o un veloce passatempo per un’ora d’aria pedalata divertente. E chissa’ quante altre sorprese ha ancora in serbo l’alta Valsusa …

Relive:

Relive ‘Pierre menaud 2 amazas’

I miei giri in mtb in Valsusa

MTB Rapallo ion cup trails

La funivia di Rapallo e i trail della ion cup

Casa … #homeRapallo … questo è il posto con cui ho piu’ legami …. ed è il posto dove sogno di tornare una volta x tutte.
Non tutti hanno una funivia sotto casa che guadagna 600 d+ in 8 minuti, e ti porta sui trail delle prove speciali della ion cup in programma in data odierna (09/06/2019).

Conoscendo la zona e gli scherzi che puo’ fare il meteo, decido di prendere al volo, appena arrivata da Roma, la funivia delle 17.
La cabina è carica di bikers, e altrettanti aspettano la risalita successiva. Tutti qua a provare questi trail, che avevo gia’ in parte sperimentato. Stavolta cerchiamo di approfondire l’interessante argomento.
funìvìa

Cominciamo dopo un breve tratto spingistico in cui ci lasciamo alle spalle il santuario e la vista sul golfo di Rapallo con la PS2, jump jump.
Trail breve, attacca con un pezzo pedalato mezzacosta e poi stretti tornantini mediamente pendenti, il tutto “condito” da qualche passaggio su roccia, un paio di saltini e drop. Non è complicato ma comunque impegna.

(video)

Risaliamo tranquillamente l’asfalto, poi solito spingismo e qualche centinaia di metri su una mulattiera su cresta spartiacque che lascia intravedere attraverso la fitta vegetazione l’entroterra. Da qua attacca il “capra“, ps1 della gara, che non ha nulla a che vedere con l’omonimo di Formello.
Anche qua partiamo con un mezzacosta peldalato, ma poi subito il trail attacca con un paio di S non particolrmente intuitive ma nemmeno impossibili, per poi lasciare spazio ad un po’ di flow con curve piu’ ampie. Questo è l’unico dei tre trail dove abbiamo un po’ di scorrevolezza e possiamo prendere un pelo di velocita’.

(video)

Ritrovato ancora l’asfalto, pochi metri im salita ci portano alla partenza della ps3, la piu’ lunga e impegnativa. Sono poco meno di 3km, con un dislivello negativo di 275 mt. La traccia prevede un repertorio piuttosto vasto. Anche qua a farla da padrona sono le curve strette su pendenze a volte anche non indifferenti, intervallate da traversi dove non mancano rocce, radici, scalini, strettoie, droppetti.
Non ci sono cose estreme o esposte, non c’è il ripidone che fa paura o il rockgarden impossibile, è tutto pero’ un susseguirsi di passaggi mai banali, che richiedono una guida molto fisica e “luci ben accese”. Non essendo abituata a trail che “non mollano mai”, la stanchezza, pur non avendo pedalato chissa’ cosa, arriva facile, e i battiti han valori “tutt’altro che da discesa”.

Come gia’ detto e come si capisce dal video, il trail non molla mai un attimo, e non conoscendolo in maniera approfondita la caduta è dietro l’angolo … ed in un punto particolarmente impegnativo con sequenza di curve e controcurve arriva un bel volo, per fortuna senza conseguenze.

(volo)

 

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#mtbcrash #secascohollame #mtb #enduromtb #rapallo #funivia #ps3 #nopainnogain #not4normals

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il trail termina su asfalto dopo un ultimo rilancio … game over almeno per me, volendo risalire sono circa 300 d+ di asfalto fino all’imbocco della ps3, e altri 150/200 per ps2 e ps1.

Tirando le somme, che dire??? Bello, bello, bello. Sarebbe ancora piu’ bello se si potessero sfruttare tutti i 600 d+ coperti dalla funivia.
Siamo davanti a trail tecnici in una zona che resta fresca anche d’estate, servita dalla super efficiente funivia. Se proprio dobbiamo trovare un “difetto” è il terreno poco drenante, che rende difficile l’utlizzo dei trail in caso di umido, vista anche la loro grande tecnicita’.
Speriamo che questa location a me tanto cara possa espandersi e farsi conoscere a dovere. Ultimo ma importantissimo, un grosso complimento e ringraziamento va a chi ha realizzato e manutenuto tutto questo, Maurizio di DeepBike.

Traccia gpx mio giro

MTB argentario enduro

MTB argentario enduro

Argentario: l’isola non isola gia’ in Toscana a 140 km da Roma stava nella to-do-list dei giri da fare in mtb in centro italia da un po’. L’occasione arriva ieri, complice il meteo incerto che faceva propendere per destinazioni a bassa quota. Sono dinuovo in compagnia del gruppo di Gargasecca, gia’ conosciuto il precedente weekend, e il giro si preannuncia sui 1200 d+, molto saliscendi con trail impegnativi.
Il mio stato di forma non e’ dei migliori, complice sia il maltempo che il cambio d’ora che non ho digerito, ma viste le previsioni infauste per la domenica non voglio peredere quest’occasione.
Gia’ alla base della partenza si intuisce che, dal punto di vista paesaggistico, la zona ha molto da raccontare, con questa isola-non-isola collegata con due ponti in terra al resto del “continente”.
Partiamo da poco oltre Orbetello, e iniziamo a pedalare su una cementata che sale subito decisa, per poi trasformarsi in sterrata abbastanza scassata che in 20 minuti e con qualche parentesi spingistica ci porta al primo punto panoramico, nei pressi delle miniere abbandonate.

arg 1 arg 2

arg 2

Io sono gia’ mezza cotta dalla prima salita anche se breve: quando le pendenze iniziano ad essere piu’ elevate gambe e fiato fanno quello che possono. Pazienza, per fortuna c’e’ la prima discesa ad aspettarci, Miniere, un flow trail con qualche saltino e niente di difficile, divertente quanto basta per trovare la motivazione a rimettersi a pedalare in salita.
Infatti iniziamo a risalire, prima su sterrata da pendenze medio tranquille, che ben presto lasciano spazio ad alcune rampe non sempre pedalabili (almeno per me) fino al convento dei Padri passionisti, da cui possiamo godere di una splendida vista sulle particolari lagune.

conv1 conv 2 conv3

Da qua si procede su asfalto mediamente tranquillo fino al prossimo trail chiamato Noviziato. Ed e’ meglio non fraintendere il nome, perche’ il sentiero e’ tutt’altro che da novizi(indicato black diamond su trailforks), complice anche il fondo umido e viscido, che mi mette ko al primo cambio di pendenza, costringendomi a percorrerne gran parte a piedi. Le gomme liscie non sono d’aiuto (maledizione bartolini..) e alimentano la mia insicurezza, dunque meglio essere prudenti per portare a casa la pellaccia. In se, a parte alcuni passaggi, il trail non avrebbe troppe problematiche, ma il terreno argilloso e il grip nullo (non riuscivo a stare in equilibrio sulla bici) mi fanno ritrovare in una situazione paragonabile a quella vissuta sul monte Fasce d’inverno, con conseguente permanente accensione della lampadina di pericolo.
Uno stradotto ci riporta verso il convento, e da qui si risale, stavolta fino in cima al monte. Viaggio pianino con il 46 malgrado le pendenze umane, prendo il solito distacco dal gruppo, ma il paesaggio aiuta a farsi piacere la salita, stavolta siamo sull’altro versante, con vista sul mare aperto e l’isola del Giglio.

g1

Un ultimo sforzo, per me a spinta per raggiungere la cima del promontorio e la partenza di quello che per me sara’ l’ultimo trail, Madonnina.
Qua partiamo su roccia in stile Ligure (l’attacco puo’ ricordare Sant anna di Sestri) , ma all’ingresso del bosco la musica cambia completamente. Dopo una tratta flow guidata ma mai eccessivamente tecnica il sentiero entra in un canalone che vagamente ricorda il canyon di Formello ma piu’ lungo, con qualche droppino, saltino e passaggetto roccioso. Tutto fattibile e con un buon flow oltre che un terreno con un buon grip.

(foto)

m3 1 gg 2 m3 2  3

Le gambe e il fiato sono purtoppo al capolinea. Il giro prevederebbe un’altra risalita da 300 d+ e un’altro trail a scendere, molto tecnico a detta dei miei “soci”. Decido, vista la stanchezza, di abbandonare il gruppo e rientrare tranquillamente su asfalto, evitando possibili incidenti da stanchezza e chiudendo il giro con una bella litoranea panoramica, per un totale di 990 d+ e 34 km.

Concludendo, anche qua abbiamo aperto un conto che prima o poi dovremo saldare: parliamo sia di Noviziato che dell’ultimo trail previsto che non ho percorso. La location e’ da prediligere con il secco ma in stagioni dall’autunno alla primavera, dunque sara’ difficile tornare a saldare i conti a breve. Globalmente, un posto da rivisitare e da studiare, magari cercando il modo di, a costo di allungare il giro, rendere le risalite piu’ pedalabili.

Relive

Relive ‘Argentario ..’


Traccia mio giro (rientro su asfalto)

MTB Cervaro enduro

MTB Cervaro enduro

Sono rientrrata dalla Liguria da solo un giorno ma la scimmia e la voglia di proseguire con la strada intrapresa  sui trail tecnici e’ alta. Stavolta l’occasione si presenta pressoche’ nell’immediato, grazie a MTB-FORUM, piattaforma da molti definita obsoleta ma che secondo me continua ad avere il suo perche’ ed essere il modo migliore per trovare risposte a quesiti piu’ o meno tecnici e altri riders con cui condividere giri. Da un discorso ne nasce un’altro, e da un post nato per cercare consigli per soffrire meno in salita si e’ prospettata la possibilita’ di girare con “Gargasecca” (Andrea nel mondo reale) e il suo team.
La destinazione e’ Cervaro, provincia di Frosinone, decisamente a sud e non propriamente dietro l’angolo. So a malapena dove si trova ma pazienza, l’importante e’ andare a divertirsi. Il giro ipotizzato sara’ una “dura prova“, sia in salita per il dislivello previsto (parliamo di circa 1350 d+) che per i trail che andremo a percorrere in discesa … da qualche ricerca in rete risulta che il tutto non e’ per niente semplice, il posto e’ stato teatro di una gara di enduro lo scorso anno e i trail che andremo a percorrere corrispondono alle “speciali” dell’evento.
Comunque ormai sono in ballo e devo ballare, e sopratutto dimostrare a me stessa che sono ancora in grado di scendere sul tecnico.

Ma cominciamo dalla salita, che fortunatamente scorre abbastanza facilmente … la prima botta sono circa 600 d+ su asfalto poco trafficato, scorrevolte e panoramico, per circa 8 km di salita. Ovviamente il gruppo mi stacca il giusto, ma almeno stavolta sembra che i miei compagni d’avventura non siano troppo frettolosi e non si facciano troppi problemi ad aspettarmi.

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Ci metto circa 1h 15 ad arrivare all’inizio della prima discesa , un tempo piu’ che dignitoso per i miei standard ma sicuramente molto basso rispetto al “resto del mondo”.
Qualche istante per un paio di foto e per bardarsi a dovere e iniziamo a scendere.
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Il primo trail e’ inedito per tutto il gruppo, si tratta di una nuova variante che ci ha indicato un local incontrato sul posto. Diciamo che si iniza subito con cose “hardcore“, una sassaia molto trialistica con passaggi tutt’altro che semplici che mi costringono a scendere piu’ di una volta. Pazienza, sicuramente ci sara’ qualcosa di piu’ papabile andando avanti. Arriviamo dunque ad un bivio, da qua i sentieri diventano  un minimo piu’ lavorati ma comunque molto “grezzi”, con parecchi ripidi e passaggi non semplici. Riesco comunuque a chiuderne una buona parte, e pian piano riprendo confidenza con il tecnico. Molto divertente l’ultima parte, chiamata “tagada’“, un susseguirsi di ripidi, drop e compressioni … impegnativa ma divertente perche’ nella sua tecnicita’ mantiene un buon flow.

Terminato il trail si riprende l’asfalto e si risale, cominciando con due terribili rampe che mi costringono a procedere a spingismo nell’ultima parte … poi dinuovo la strada asfaltata, stavolta per circa 500 d+, fino a prendere uno sterrato teoricamente pedalabile ma dal fondo molto breccioloso che ci portera’ al secondo trail, chiamato Purgatory … e il nome gia’ lascia intravedere il programma….

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Il trail parte abbastanza semplice anche se con pendenze a volte importanti, molto tipo sentiero di montagna, e presenta alcuni ripidi ostici che vanno guidati. Mi difendo abbastanza bene finche’ il sentiero non si incanala in uno spettacolare canyon, dove iniziano a far da padrona ripidi rocciosi e drop , di cui un paio veramente inquietanti non solo per la pendenza ma anche per la posizione che quindi decido per stavolta di fare a piedi, o meglio … scivolando giu’ ….

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Si risale ancora una volta non troppo a lungo, stavolta anche se la pendenza non e’ importante sgambetto con il 46 risparmiando energia per l’ultima discesa. Anche stavolta si parte subito su roccia, con un mix di pietre fisse e mobili, molto impegnativo e fisico, ma malgrado tutto la sottoscritta riuesce a trovare le linee giuste e scendere, con passaggi a volte davvero al limite per la mia skill.

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Il trail poi si ricongiunge a quello percorso in mattinata, dopo una piccola variante dove troviamo altri ripidi e uno step down con passerella abbastanza inquietante ma comunque portato a casa, ritroviamo il “tagada‘” che stavolta percoro tutto con un buon flow, trovando difficolta’ solo nel ripido piu’ lungo… ritroviamo dunque l’asfalto e le rampe, stavolta le gambe sono completamente cotte e non mi resta che spingere la bici fino alla macchina.

Concludendo : forse il mio record a livello di dislivello positivo, gestito comunque abbastanza bene e senza arrivare allo stremo. Discese impegnative quanto basta a mettersi alla prova e continuare quanto “iniziato in liguria” , compagnia giusta (ringrazio Gargasecca x avermi dato questa chance)  e conseguente buona motivazione a proseguire e migliorare ancora su questo tipo di trail. Speriamo di continuare cosi’ …

Relive

Relive ‘Cervaro enduro’

Traccia gps gpx: NB: iniziare dalla bandierina rossa in quanto ho acceso il gps un po’ tardi. Prestare attenzione sopratutto sul primo anello perche’ ci sono poche indicazioni, e attenzione anche ai frequenti attraversamenti di cancelli con filo spinato. Grio difficile che valuterei double black la purgatory e black le altre secondo la scala di trailforks, necessaria una full con buona escursione,