Il futuro e’ elettrico

Chi mi segue sa che la cosa era nell’aria da un po’. Malgrado i rulli, la buona forma fisica post lockdown , sono bastati un paio di giri lunghi per darmi la batosta finale e per farmi prendere la sofferta decisione: prendere una bici elettrica. Un fallimento o un nuovo inizio ? Sara’ solo il tempo a dirlo. Al momento vi presento la nuova schiacciasassi motorizzata, una Mondraker e-crafty alimentata da un motore Bosch, batteria da 500 Wh, forka fox 36 e ammo RockShox SuperDeluxe. Un mostro caratterizzato dalla forward Geometry, che dovrebbe permettere una guida sempre centrale senza eccessivi spostamenti di peso avanti o indietro a seconda della pendenza.

ebike

Sono in Valsusa da un paio di giorni e sto iniziando a testare il nuovo mezzo. L’idea e’ quella di rendere possibile l’impossibile, affrontando giri con salite fuori luogo, improponibili con le proprie gambe per una pippa intergalattica come la sottoscritta e affrontabili solo a spingismo. Vedremo cosa riusciremo a fare. Per il momento sto testando l’autonomia e la funzionalita’ in discesa. Vediamo come e’ andato questo nuovo, elettrico, inizio.

Il primo giorno sono uscita direttamente da casa, percorrendo un giretto da 750 d+ abbastanza impegnativi. Dopo una breve salita su asfalto, abbiamo esplorato un trail che avrei voluto percorrere in discesa in senso opposto: il mezzo motorizzato sale senza particolari problemi, usando l’assistenza “automatica” della modalita’ emtb la centralina riesce a ben erogare la potenza necessaria a superare rampe improbabili. Purtroppo un paio di tronchi caduti mi fanno desistere dal proseguire. Invertita la rotta, proseguo il trail a ritroso. In discesa tocca prenderci le misure: il peso si sente tutto e ogni manovra necessita il giusto anticipo. A seguire, un trail “misto” con un rilancio abbastanza ripido … e in tail condizioni e’ inutile dire che il motore fa la differenza. L’ultima sezione e’ piuttosto scassata, con pietre fisse e mobili a rendere il tutto piu’ complesso. Ci va un po’ di coraggio e di fiducia, ma una volta impostata una linea il bicione va giu’, schiacciando ogni cosa incontri sulla traiettoria.
Direi non male come primo approccio ai sentieri alpini … tacche consumate 1 … I presupposti sono interessanti.

Per confermare quanto “assaggiato” oggi ho deciso di aumentare i D+, scegliendo un giro che mi portasse fuori dal caldo e dalle zone piu’ frequentate. La scelta e’ caduta su Cima Bosco, meta nota sopratutto nella stagione invernale, ma che gia’ avevo visitato con la specy in modalita’ esitiva.
Oggi per risparmiare asfalto saliamo da una scorciatoia interna … ripida per le mie gambe, non per il motore Bosch del bicione. Superate le rampe, riposiziono l’assistenza su eco e continuo senza fretta a salire nel bosco. Giusto alcuni punti piu’ aperti mi permettono di ammirare il maestoso paesaggio dominato dal Monte Furgon, che e’ un po’ la costante di questo giro.
A pochi metri dalla vetta mi attende un ultimo strappo … che sfiora il 30% di pendenza. Con un po’ di timore metto l’assistenza su emtb e il rapporto + agile. Inizio a girare i pedali … e il mostro sale senza problema alcuno, e raggiungo in sella la cappelletta di Cima Bosco.

Tempo di fare qualche foto e di cambiare assetto, e incontro due altri bikers non motorizzati che non conoscono la discesa e mi chiedono di accompagnarli lungo il sentiero
Inizia quindi lo spettacolare flow trail naturale, #nientedidifficile, sentiero pulito e curve a raggio medio ampio, l’ideale per iniziare a prendere fiducia con lo schiacciasassi..

C’e’ da approfondire ancora e da lavorare, non si impara a guidare uno schiacciasassi in un giorno.
Ci saranno nuove sfide e un nuovo approccio alla montagna, e sopratutto al dislivello positivo 😉

ilfuturo e’elettrico

#staytuned

relive cima bosko