Zi Chiccu, stairway to flow…
Zi Chiccu: credo che piu’ o meno chiunque vada in MTB con orientamento AM/Enduro nel lazio abbia sentito perlomeno parlare di questo trail mitologico. A dirla tutta e’ stato uno dei primi report che ho letto sul sito Bicinatura quando ho ricominciato con la MTB e cercavo giri che matchassero i miei gusti, rimanendo colpita dai video e dalla descrizione del trail, un natural flow da 11 km che per venir conquistato pero’ richiedeva un’eterna pedalata di 28 km su 1300 d+. Cosa che 3 anni fa era sicuramente fuori dalla mia portata. Adesso, visto il momento di bike positivity e un allenamento presumibilmente “quasi accettabile” le potenzialita’ per chiudere il giro senza incontrare troppi santi lungo la strada ci sono tutte. Non era in realta’ questo il programma per ieri: sarei dovuta spararmi quasi 3 ore di macchina per andare a girare all’Amiata con le #RagazzeFreeride, ma, da una parte la proposta dei miei amici elettrici Guido e Giuseppe, dall’altra lo stato meccanico non ottimale dela mia bici, dall’altra ancora che 3 ore di macchina sono tante, guardo il meteo e decido: NOW OR NEVER, adesso o mai, in quanto Zi Chiccu ha uno sviluppo altimetrico con range 450-1600 circa, con conseguente “finestra” per svolgerlo in sicurezza e divertendosi piuttosto limitata, sopratutto se non si dispone di un ebike. Mi spiego meglio … la parte bassa puo’ anche essere molto calda … mentre poi si sale di quota e il clima puo’ cambiare, il giro e’ lungo (il mio logging time e’ stato di 8h41 minuti), quindi per una/o rider muscolare con allenamento appena sufficente ad affrontare tale dislivello (ma sopratutto kilometraggio) la finestra di svolgimento del giro si limita al periodo che va da giugno ai primi di luglio, a cui va aggiunta la condizione – almeno per chi come me soffre il caldo tantissimo- di avere alla partenza una temperatura sotto i 30 gradi.
Ieri dunque tutte le condizioni erano al top, e questa occasione non potevo farmela sfuggire.
Si parte dunque, con quasi 1h di anticipo nei confronti dei miei due compagni d’avventura elettrici che mi raggiungeranno lungo la via.
Il luogo di partenza e’ Borgo Velino, location gia’ nota per la partenza di altri bei giri quali il Nuria. Da qua, si sale, inerosabilmente, prima su asfalto pedalabile, poi inizia un eterna sterrata, noiosa quanto basta, con un fondo che non e’ mai dei migliori. Cerco di non forzare assolutamente, e di evitare qualunque strappo anche se fattibile. La strada non e’ lunga, di piu’, e bisogna conservare le forze per arrivare fino al fatidico imbocco del mitologico ZiChiccu. Il panorama lascia qualche scorcio interessante, ma fondamentalmente la strada e’ lunga e noiosa. Attorno al 15esimo km mi raggiungono i miei amici, e ci concediamo una pausa nei pressi di una fonte in compagnia di alcune vacche al pascolo.
Prosegue quindi l’eterna via crucis, su fondo non sempre buono. Per un breve tratto scambio la bici con Giuseppe, e l’elettrica mi permette di risposare un po’ le gambe. Il giro pero’ e’ talmente lungo che nemmeno gli elettrici possono permettersi di “correre”, pena l’esaurimento precoce della batteria. Arriviamo fino ad una sella panoramica: siamo a 23 km e 1000 d+ abbondanti gia’ percorsi.
Da qua, in teoria dovrebbe/potrebbe esserci una scorciatoia, che riduce la parte su singletrack ma toglie anche l’ultima, antipatica, salita. Credo che sara’ oggetto di futura esplorazione.
Proseguiamo ancora, su una strada fortunatamente tutta in ombra, che ben presto inizia a presentare qualche saliscendi. Purtoppo per me la stanchezza si fa sentire, le gambe non girano piu’ e sono costretta ad arrendermi e a farmi tirare lungo quest’ultima, quasi mortale, sezione. Lungo questa tratta, malgrado il traino, faccio approfondita conoscenza con un bel po’ di santi … insomma l’altro mondo e’ davvero vicino. E’ passata un eternita’, io ho il culo piatto ormai, ma ora davanti a noi c’e’ una sbarra e poi l’asfalto della strada del Terminillo. Ancora qualche colpo lentissimo di pedale e arriviamo in localita’ Cinque Confini, da cui finalmente siamo sovrastati da un qualcosa che somiglia da una montagna (per come intendo io le montagne ..) e non ad immensi collinoni. Siamo tornati alla “civilta’”, e possiamo addirittura fermaci ad un bar per un caffe’ (e per un OKI , in quanto la sottoscritta ha dolori in ogni dove, e desidera comunque riuscire a godersi la super discesa).
Finalmente puntiamo le ruote verso valle. Tralasciando la prima parte un po’ sporca, il sentiero e’ esattamente come speravo: un infinito mix di sezioni flow, curve strette, qualche parte piu’ rocciosa. Dopo un mezzacosta si apre una sezione a tornanti che culmina in una prateria panoramica … Questa’ e’ l’unica parte che la mia telecamera la cui batteria e’ ormai in fin di vita ha riuscito a documentare:
Si prosegue poi con una lunga e bella parte superflow, dove la scorrevolezza su sentiero naturale fa dimenticare la fatica fatta per arrivarci. Giusto qualche piccolo pezzo un po’ piu’ ostico e piu’ scivoloso mi mette in leggera difficolta’. Il trail sbuca sulla strada dei castagneti (gia’ percorsa nel giro della Cicloturistica di Antrodoco), che dovremo percorrere in discesa fino al tornante dove inizia il “vero” Zi Chiccu, ovvero l’ultima sezione (esplorata comunque in un precedente giro): si tratta di un sentiero straordinario, un flow guidato naturale con cuve strette a tratti ripide con qualche pietra fissa per complicarci ogni tanto la vita … ma nella globalita’ questo e’ davvero uno dei sentieri naturali piu’ belli e godibili mai percorsi. Fatto con una maggiore lucidita’ (qualche curva a sinistra la ho sbagliata) diventerebbe ancora piu’ apprezzabile.
Per concludere: se abitate nel centro Italia e andate in mtb, questo e’ un giro che vale l’immane sforzo della salita. Non e’ un giro da panorami imponenti o di alta quota, ma e’ letteralmente la “conquista” di quella che per ora mi permetto di definire come la piu’ bella e lunga discesa all-mountain (o enduro naturale se preferite) del centro Italia. Con questa e il Nuria, la zona di Antrodoco si conferma con un potenziale unico nel suo genere, con discese perfette per chi ama il “#naturalmentescorrevole“.
Un ringraziamento grande a Giuseppe e Guido per la compagnia e la pazienza.
Per la traccia, vi rimando a Bicinatura.