MTB Cervaro enduro

MTB Cervaro enduro

Sono rientrrata dalla Liguria da solo un giorno ma la scimmia e la voglia di proseguire con la strada intrapresa  sui trail tecnici e’ alta. Stavolta l’occasione si presenta pressoche’ nell’immediato, grazie a MTB-FORUM, piattaforma da molti definita obsoleta ma che secondo me continua ad avere il suo perche’ ed essere il modo migliore per trovare risposte a quesiti piu’ o meno tecnici e altri riders con cui condividere giri. Da un discorso ne nasce un’altro, e da un post nato per cercare consigli per soffrire meno in salita si e’ prospettata la possibilita’ di girare con “Gargasecca” (Andrea nel mondo reale) e il suo team.
La destinazione e’ Cervaro, provincia di Frosinone, decisamente a sud e non propriamente dietro l’angolo. So a malapena dove si trova ma pazienza, l’importante e’ andare a divertirsi. Il giro ipotizzato sara’ una “dura prova“, sia in salita per il dislivello previsto (parliamo di circa 1350 d+) che per i trail che andremo a percorrere in discesa … da qualche ricerca in rete risulta che il tutto non e’ per niente semplice, il posto e’ stato teatro di una gara di enduro lo scorso anno e i trail che andremo a percorrere corrispondono alle “speciali” dell’evento.
Comunque ormai sono in ballo e devo ballare, e sopratutto dimostrare a me stessa che sono ancora in grado di scendere sul tecnico.

Ma cominciamo dalla salita, che fortunatamente scorre abbastanza facilmente … la prima botta sono circa 600 d+ su asfalto poco trafficato, scorrevolte e panoramico, per circa 8 km di salita. Ovviamente il gruppo mi stacca il giusto, ma almeno stavolta sembra che i miei compagni d’avventura non siano troppo frettolosi e non si facciano troppi problemi ad aspettarmi.

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Ci metto circa 1h 15 ad arrivare all’inizio della prima discesa , un tempo piu’ che dignitoso per i miei standard ma sicuramente molto basso rispetto al “resto del mondo”.
Qualche istante per un paio di foto e per bardarsi a dovere e iniziamo a scendere.
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Il primo trail e’ inedito per tutto il gruppo, si tratta di una nuova variante che ci ha indicato un local incontrato sul posto. Diciamo che si iniza subito con cose “hardcore“, una sassaia molto trialistica con passaggi tutt’altro che semplici che mi costringono a scendere piu’ di una volta. Pazienza, sicuramente ci sara’ qualcosa di piu’ papabile andando avanti. Arriviamo dunque ad un bivio, da qua i sentieri diventano  un minimo piu’ lavorati ma comunque molto “grezzi”, con parecchi ripidi e passaggi non semplici. Riesco comunuque a chiuderne una buona parte, e pian piano riprendo confidenza con il tecnico. Molto divertente l’ultima parte, chiamata “tagada’“, un susseguirsi di ripidi, drop e compressioni … impegnativa ma divertente perche’ nella sua tecnicita’ mantiene un buon flow.

Terminato il trail si riprende l’asfalto e si risale, cominciando con due terribili rampe che mi costringono a procedere a spingismo nell’ultima parte … poi dinuovo la strada asfaltata, stavolta per circa 500 d+, fino a prendere uno sterrato teoricamente pedalabile ma dal fondo molto breccioloso che ci portera’ al secondo trail, chiamato Purgatory … e il nome gia’ lascia intravedere il programma….

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Il trail parte abbastanza semplice anche se con pendenze a volte importanti, molto tipo sentiero di montagna, e presenta alcuni ripidi ostici che vanno guidati. Mi difendo abbastanza bene finche’ il sentiero non si incanala in uno spettacolare canyon, dove iniziano a far da padrona ripidi rocciosi e drop , di cui un paio veramente inquietanti non solo per la pendenza ma anche per la posizione che quindi decido per stavolta di fare a piedi, o meglio … scivolando giu’ ….

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Si risale ancora una volta non troppo a lungo, stavolta anche se la pendenza non e’ importante sgambetto con il 46 risparmiando energia per l’ultima discesa. Anche stavolta si parte subito su roccia, con un mix di pietre fisse e mobili, molto impegnativo e fisico, ma malgrado tutto la sottoscritta riuesce a trovare le linee giuste e scendere, con passaggi a volte davvero al limite per la mia skill.

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Il trail poi si ricongiunge a quello percorso in mattinata, dopo una piccola variante dove troviamo altri ripidi e uno step down con passerella abbastanza inquietante ma comunque portato a casa, ritroviamo il “tagada‘” che stavolta percoro tutto con un buon flow, trovando difficolta’ solo nel ripido piu’ lungo… ritroviamo dunque l’asfalto e le rampe, stavolta le gambe sono completamente cotte e non mi resta che spingere la bici fino alla macchina.

Concludendo : forse il mio record a livello di dislivello positivo, gestito comunque abbastanza bene e senza arrivare allo stremo. Discese impegnative quanto basta a mettersi alla prova e continuare quanto “iniziato in liguria” , compagnia giusta (ringrazio Gargasecca x avermi dato questa chance)  e conseguente buona motivazione a proseguire e migliorare ancora su questo tipo di trail. Speriamo di continuare cosi’ …

Relive

Relive ‘Cervaro enduro’

Traccia gps gpx: NB: iniziare dalla bandierina rossa in quanto ho acceso il gps un po’ tardi. Prestare attenzione sopratutto sul primo anello perche’ ci sono poche indicazioni, e attenzione anche ai frequenti attraversamenti di cancelli con filo spinato. Grio difficile che valuterei double black la purgatory e black le altre secondo la scala di trailforks, necessaria una full con buona escursione,

MTB Liguria break Marzo 2018

MTB Liguria break Marzo 2018

Chi mi conosce lo sa: ogni occasione è buona per scappare nel paradiso dell mtb: pronti via, ci aspettano 4 giorni di full immiersion sui trail liguri. Purtoppo il meteo non ha aiutato al 100% ma ci si accontenta …

Day 1 / 2 Portofrino (raduno Portofino MTB)

La prima occasionie di rimiettierie le ruotine in terra ligure è data dal raduno della Portofino bike, occasione per presentare un nuovo trail che servira’ da collegamento parallelo alla sterrata da poco dopo il Kulm a Pietre strette.
Come volevasi dimostrare il mio allenamento è penoso e sulle rampe che salgono da Santa Margherita verso san Lorenzo la fatica è tanta, meglio poi una volta su asfalto sull’Aurelia e sulla strada che sale al Kulm … da qua poi faremo il trail Pollone, un technical flow con una sezione ripida un po’ lunga su cui lo spirito di conservazione ha avuto la meglio. A seguire una breve parte del River Rocks, abbastana impegnativo ma con passaggi di un livello adeguato al mio attuale.
Decido comunque di tornare sul monte anche il giorno seguente in solitaria per provare il nuovo trail bidirezionale di collegamento, facile e piuttosto caratteristico con una strettoia finale in mezzo a due massi … a seguire Salto Del lupo, anche questo flow tecnico/guidato molto fisico con parecchi rilanci e parti pedalate.

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DAy 3 : Fasce e Notturna Townhill

Il meteo non sembra essere d’aiuto e la giornata si annuncia limpida ma molto ventosa. Difficile trovare un giro adatto al clima. Decido comunque di cercare di andare a saldare un conto in sospeso, quello con il monte Fasce, sopra Nevri, con cui ho fatto conoscenza in una nebbiosa e fangosa giornata di Dicembre. Parto mettendomi nell’ordine di idee che alla peggio faro’ qualche bella foto visto il cielo terso e l’ottima visibilita’. Salgo dunque in macchina da Uscio, per la strada panoramica, scollino e scendo fino al parcheggio da cui eravamo partite per il giro fatto l’inverno scorso. Da qua riprendere la vetta saranno circa 350 d+ su 5 km. La salita, vento a parte scorre abbastanza bene… il panorama fa impressione, sembra di essere a quote decisamente piu’ alte degli 850 mt slm della cima del Fasce. L’ultimo strappo si fa un po’ sentire, ma il buon fondo permette una salita tuttavia senza eccessivi patemi. Dalle antenne si gode di una vista a 360 poco adatta a chi soffre di vertigini, e poco adatto a chi soffre di vertigini e’ anche il trail che percorreremo per ritrovare la macchina, il Topinigi.
Il trail in se non sarebbe difficile …. se non fosse in gran parte esposto e stretto. Molto stretto a tratti, qualche parte un po’ piu’ ripida ma ripeto, la difficolta’ e’ data solo dal fatto che il monte sta a picco sul mare, si gode di una vista fantastica ma ogni distrazione è proibita. Con un po’ di fatica e l’adrenalina a 1000 raggiungo il qubo pronta a ripartire per la successiva avventura.

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Night Ride experience.

La giornata continua, anche se apparentemente sono in anticipo imposto il navigatore per la prossima tappa. La sera ho in programma una nuova (per me) avventura : un uscita in notturna, in compagnia delle “local” di Genova Angela e Silvia.
Con molta fatica e non senza qualche mal di pancia raggiungo il punto d’incontro. Basta addentrarsi verso il centro e sopratutto verso l’interno per scontrarsi con strade strette e anguste, poco gradite al mio ingombrante e pigro Qubo. Fortunatamente riesco a trovare parcheggio … e trovo anche Angela. A breve ci raggiunge Silvia e partiamo, guadagnando quota con la funicolare di Righi. Ci aspetta una breve pedalata su uno stradotto mezzacosta ammirando dall’alto le luci della citta’, per poi buttarci letteralmente in una “townhill” o “urban dh” che dirsi voglia giu’ per scalinate, rampe cementate e vicoli.

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Pedalare la notte anche se su strade semplici e’ una cosa che non avevo mai fatto. Non e’ semplicissimo specie per chi come me non va daccordo con il buio, ma puo’ aiutare tantissimo a migliorare sensibilita’, propriorecettivita’ e confidenza con il mezzo.
Risolto un piccolo problema con una foratura, siamo pronte a buttarci giu’ dagli scalini. Scale, scalette, rampe, curve a gomito e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, tutto in condizioni di visibilta’ precaria (per non farsi mancare niente il mio fanale si e’ scaricato) che incrementa la difficolta’ e rende tutto piu’ adrenalinico.
La splendida serata si conclude dopo aver attraversato i vicoli del centro storico, in zona porto antico, con birra e cartoccio di fritto di pesce. Un esperienza davvero suggestiva, che spero di ripetere nuovamente magari documentandola in video 🙂 .
Ringrazio davvero Angela e Silvia per la compagnia.

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Day 4: Sestri Levante Sant Anna

La permanenza nel paradiso della mtb si conclude con un grande classico, direi il mio trail preferito del Levante Ligure. Parliamo del Sant’Anna di Sestri levante, #diversamentescorrevole tra parti flow e rockgarden piu’ o meno impegnativi, il tutto con una vista mare che da spettacolo, da cui bisogna evitare di farsi distrarre dato che il trail non e’ di certo dei piu’ semplici. Il video vale piu’ di 1000 parole e descrizioni.

video sestri

st anna

Purtroppo anche stavolta sono dovuta tornare verso la Capitale … come sempre lasciare questa terra con il suo mare e i suoi trail e’ un pianto, resta sempre la speranza di tornarci a breve per migliorarsi su trail che impegnano il giusto e permettono di aumentare la confidenza su terreni tecnici . Speriamo di tornarci al piu’ presto ….

MTB: Cori Freeride

MTB Cori freeride (gpx al fondo)

Freeride, o meglio, come si diceva nell’era pre-enduro “freeride pedalato“. Chi si ricorda ha una certa, almeno over 30. Tralasciando queste digressioni da nonnetta, il buon vecchio termine “freeride“, di provenienza snowboardistica, è quello che meglio definisce Cori, location in provincia di Latina, a circa un ora da Roma Sud.
Siamo nuovamente in compagnia del team bicinatura e di alcuni local del “freeride Cori” , e io sono nuovamente pronta a soffrire in salita.
Stavolta ci si mette pure lo spingismo, in quanto, per poter capire e apprezzare quel che ci aspetta lungo il primo trail “il baretto” una ricognizione in salita è molto utile … gia’ … perche’ qua si salta, il trail è un susseguirsi di rampe di discrete dimensioni su cui prendere il volo. Freeride in stile bikepark dei primi anni 2000.

(foto by bicinatura)
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Terminato questo trail superflow, si risale abbastanza dolcemente verso il monte Arrestino. Da qua si riesce solo a intuire il panorama purtoppo, in quanto il meteo non è stato dei piu’ clementi.

top corì

Partiamo dunque con il secondo trail, che prende il nome dal monte, e che è caratterizzato da alcune strutture tipo passerelle northsore. Tanto per cambiare io non sono tranquilla per il ritmo imposto e quindi non corro rischi.
Vista la “brevita’” dei sentieri risaliamo a ripetere “baretto” da un trail di servizio, passando vicino ad una particolare conformazione rocciosa

sasso

A seguire si ripete la seconda parte di Arrestino, quella con le rampe, che nuovamente non mi danno fiducia. Ma sono convinta che, senza fretta sono in grado di farne almeno due.
La discesa prosegue con il trail canalone, il piu’ naturale del giro, caratterizzato da fondo sconnesso lungo quello che un tempo doveva essere un corso d’acqua. Superata la parte piu’ natural, si torna sul genere flow guidato, con un un ultimo segmento chiamato “il ponte” in quanto termina con un poco rassicurante ponticello in legno. Questo trail si chiude piu’ basso rispetto ai parcheggi, quindi implica un’ultima, x me devastante risalita sulla quale sono stata “graziata” grazie allo scambio con una ebike.

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Video by Angelo (compaio al minuto 5 circa per qualche istante, riassume tutti i trail)

Nel complesso, circa 600 d+ su 17 km circa … trail flow oldstyle per chi ama saltare. Adatto anche a front (evitando salti) . Forse un po’ breve come sviluppo, richide di ripetere almeno un trail .. comunque adatto a tutti, stavolta #nientedidifficile salti a parte per chi ama volare

Traccia gps gpx

Test mtb: marsupio Camelback

Test marsupio idrico camelback l4

Visti i capricci della mia schiena degli ultimi tempi, ho deciso di cercare una soluzione alternativa allo zaino idrico per i giri di media durata. La scelta è caduta su un marsupio camelback dotato di sacca idrica da 1.5 litri, piu’che sufficente se sommata alla borraccia a giri di 3-4 ore.

 marsupìo

L’oggetto in questione in teoria avrebbe dovuto caricare :
– 1.5 lt h20
– Giacchetto antivento tascabile
– 2 multitool
– Chiave inglese per il perno posteriore che ha perso la leva
– Pompa sospensioni e pompa gomme (che presto sostituro’ con pompa unica doppio uso)
– camera e leve
– action cam nilox (dimensioni tipo vecchie gopro)
– portafoglio

Purtoppo, a meno di scendere a compromessi con l’acqua, non sono riuscita a farci entrare tutto. Ho sacrificato la camera d’aria, che ora sta imbragata sottosella, e la pompa gomme che ho temporaneamente sostituito con la bombola co2 (che non amo perchè di non facile utilizzo senza rischiare ustioni) .
Ho sistemato le cose imgombranti (pompa giacchetto bomboletta) nella tasca grande dove risiede anche la sacca idrica, la chiave inglese
nella tasca centrale esterna (con molti scomparti) assieme al portafoglio, i multitool e le leve nella tasca laterale destra (lato in cui non passa il tubo e si ha piu’ spazio) e la gopro nella tasca sinistra assieme al tubo.
Al momento ho provato il marsupio prima senza paraschiena in un giro di allenamento in piano, poi in un giro enduro con molti salti (cori, report a breve) di 18 km 670 d+.
Caricare l’acqua è semplice e comodo, grazie al grosso tappo comune alle sacche camelback che facilita anche l’utilizzo con eventuali integratori.
L’attrezzo si indossa comodamente sia senza che con il paraschiena, sta mediamente fermo. Con il paraschiena tende a scendermi un pelo in piu’ in basso (sono 165 di altezza) ma non ho percepito particolari fastidi se non il dover stare un poi + attenti in alcune ripartenze da fermo, specie in salita, ma è un problema che per donne o riders non alti puo’ porsi anche con alcuni zaini, quindi poco male.

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Bere mentre si pedala è + un po’ piu’ complesso che con uno zaino, no problem in pianura o su salite facili, ma su salite piu’ impervie diventa obbligatoria la sosta almeno per me. Forse provando a far passare il tubo dentro la maglia e lasciandolo al collo si puo’ risolvere in parte ma va studiato.

Nelle discese per ora assolutamente nessun problema: nei salti, anche di discrete dimensioni, è molto meno fastidioso dello zaino e ci si dimentica di averlo.

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Aspetto di provarlo in trail piu’ tecnici e in situazioni piu’ limite … uno dei dubbi è l’eventuale pericolosita’ in caso di caduta visto l’imgombro verso l’esterno non indifferente.
Per il momento promosso, unico difetto riscontrato (se si puo’ definire tale) la difficolta’ di accesso al tubo se paraonato ad uno zaino.

Potete trovarlo su CRC e altri shop online .

MTB: Malpasso – Carsoli

MTB Malpasso – Carsoli

l’ora d’aria allungata …

Lasciate alle spalle tutte le esercitazioni, i bunnyhop e le slide del corso TM1 si ritorna a girare per davvero, fresca di una qualifica da maestro mtb che rappresenta solo l’inizio, consapevole che c’è una cosa sola da fare, pedalare, allenarsi ma sopratutto ritrovare la fiducia sul tecnico,
fiducia che va ritrovata con pazienza cercando di lasciarsi alle spalle dolori e microtraumi.
Dunque torniamo in sella a fare qualcosa che va ben oltre l’ora d’aria … il trail Malpasso di carsoli era nella to-do-list, e quindi mi unisco coraggiosamente al gruppo di bicinatura che ha organizzato il giro. Coraggiosamente in quanto la mia forma fisica è penosa, non pedalo con un certo dislivello da più di un mese … insomma so bene che faro’ il fanalino di coda, ma non importa, se non ricomincio da qualche parte non va bene.
il giro prevede due trail, Conciarelle, gia’ percorso in passato, e la new entry per me Malpasso, trail naturale molto vario.

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Molto faticosamente, non tanto per le pendenze ma quanto per il mio scarso allenamento e conseguente incapacita’ di stare dietro al gruppo, arrivo a Collegiove, paese da cui inizia uno sterrato panoramico gia’ percorso in passato per raggiungere il trail “la mola” … purtoppo qua si tratta di pedalare e il tempo x guardarsi attorno (e quindi di fare foto) è poco.

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Speriamo che la discesa sia degna della fatica , anche se purtoppo ci risiamo :… tra confidence level sotto zero, fretta, sindrome del ruotino, non scendo come vorrei su un trail che impegna, che passa da tratte tipiche da sentiero di montagna a rockgarden piu’ o meno rognosi, da pietre mosse ad una terra secchissima e scivolosa che mi impone di optare per scendere a piedi un paio di volte . La fiducia sia in me che nella specy è bassa, bene nelle curve strette e nei passaggi su roccia, male nel guidato specie se la pendenza aumenta. Cerco di trovare qualche istante per guardarmi attorno … ma la fretta di raggiungere il gruppo la fa da padrona. Malgrado tutto il trail è molto bello e vario, dovrei pero’ percorrerlo con altri ritmi e il tempo per visualizzare e provare i passaggi piu’ ostici, magari meccanizzando.

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Foto action tnx to Marco di Bicinatura

Dulcis in fundo 10 km di asfalto x tornare alle macchine … che dire merita un’altra chance, ma magari meccanizzata e con la dovuta calma …

Video tnx to Angelo Benfante ( magari andar così…)

Traccia:

MtB Liguria : Monte Gazzo (GE)

MtB Liguria : Monte Gazzo (GE)

L’occasione di girare in Liguria va sempre sfruttata, dunque perche’ non approfittare del meteo favorevole sulla via del ritorno e lanciarsi alla scoperta di qualche nuovo percorso?
Detto, fatto, un breve scambio di messaggi con Sara delle #ragazzeFreeride e siamo pronte ad avventurarci alla scoperta del monte Gazzo, o meglio di “Gazzolandia” come lo chiama Sara. Ci riferiamo all’ennesima altura sopra Genova, stavolta siamo sul versante di ponente, in una zona con un ottima esposizione e ventilazione che dovrebbe aver ben drenato la pioggia e la neve dei giorni precedenti.
Giunta con qualche complicazione al punto di partenza, iniziamo a pedalare lungo una tranquilla strada secondaria asfaltata, molto panoramica e godibile, insomma una di quelle strade che fanno apprezzare anche la salita. Qualche strappo ma nulla di che, la vista verso il mare come sempre in questi giri ripaga la fatica. La temperatura e’ ottima, un po’ di venticello da nord ma un cielo super limpido e soleggiato mettono i presupposti per una giornata perfetta.

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Scolliniamo verso l’entroterra, e dopo una breve discesa arriviamo al primo trail,chiamato “Muskat” una new entry a detta di Matteo, la nostra guida. Anche per lui e’ la prima run su questo trail che scende nel bosco, che dovrebbe essere come genere un enduro abbastanza easy con qualche rilancio pedalato. Mettiamo le protezioni e via, si scende tranquilli tra curve abbastanza strette e rilanci, ma tutto molto apprezzabile e guidabile.

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Il sentiero finisce su una strada asfaltata in una vallata interna, ho perso un po’ il senso dell’orientamento ma ci fidiamo della guida. Ora c’e’ da pedalare nuovamente per un po’, dobbiamo scollinare e riportarci verso il mare. La salita fortunatamente anche qua e’ sempre tranquilla, panoramica e appagante: si costeggia un torrente abbastanza impervio, con cascatelle e canyon, che all’altezza dei paesini molto caratteristici dell’entroterra, viene attraversato da una serie di ponticelli abbastanza particolari, che presentano al centro cappellette e piloni votivi.

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Lasciato il fondovalle si sale verso un colle, qua il vento si fa sentire, ma passata un’ultima rampa dopo una breve discesa su asfalto imbocchiamo il primo trail della lunga discesa che ci riportera’ nel fondovalle.
Questo primo sterrato in realta’ e’ un po’ un collegamento tra i versanti, ma presenta comunque qualche passaggetto su roccia a cui prestare attenzione, per poi attraversare una radura molto panoramica e ritrovare l’asfalto gia’ percorso all’andata.

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Un breve falsopiano e entriamo nel bello del giro, ci aspettano due trail lato mare da leccarsi i baffi : Cippo e Fortini.

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Sono due trail molto panoramici, a tratti tecnici senza mai sfociare nel troppo difficile, con curve piu’ o meno strette, qualche passaggio su roccia e qualche gradone un po’ piu’ ostico. Tutto molto fattibile anche con una front con la giusta cautela, un trail ben calibrato per divertirsi e progredire, senza mai sfociare nel banale o nel “cuocifreni”, restano infatti abbastanza frequenti i rilanci o comunque tratte in cui tocca dare qualche giro di pedale. Con Sara ci motiviamo a vicenda sui passaggi piu’ ostici, e’ divertente ed e’ piu’ motivante mettersi in gioco tra ragazze.
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L’ultima sezione e’ un po’ piu’ flow e veloce, per il resto un bellissimo tracciato, di quelli che solo la Liguria riesce a regalare, unendo splendidi panorami a sentieri che hanno sempre qualcosa di bello per cui valga la pena farti venire la voglia di ripeterli .
Una regione, una citta’ (Genova) ed un territorio incredibile per i bikers, con innumerevoli versanti e comprensori sfruttabili al meglio in base al clima. Percorsi mai banali, mai ripetitivi, per tutti gli stili e i livelli. Davvero un paradiso per chi ci abita e per chi, come la sottoscritta, ha occasione di andarci abbastanza di frequente 😉
Concludendo, una gran giornata, un grosso grazie a Sara che all’ultimo mi ha “organizzato” questo super giro che in numeri si traduce in 23km con 800 d+. Promosse anche le mie gambe, che han girato bene probabilmente grazie all'”allenamento” fatto in quota con la splitboard.
Non posso che sperare di tornare prestissimo a girare in Liguria !!!

Traccia:

MTB: Genova Monte Fasce

Monte Fasce, trail Topinigi …

La Liguria … il paradiso della MTB … basta aprire trailforks per rendersi conto di quanti sentieri ci siano in questa stretta regione dove si possono trovare alture a picco sul mare in grado di sfiorare i 1000 metri di quota …

Ogni rientro a “casa” è buono per approfittare delle risorse di questa terra, e stavolta in compagnia delle due Sara delle #ragazzefreeride abbiamo sfidato il fango sul trail Topinigi. Si tratta per ora solo di un piccolo assaggio, in quanto le avverse condizioni meteo ci hanno imposto di dimezzare il giro.

Lascio spazio ai video, ricordando con grande gioia questi momenti che hanno dell’incredibile …. tre donne con bici da enduro … le aliene esistono e scendono dalle antenne del Fasce …. buona visione e buone Feste !

MTB: Circeo

Circeo MTB

Anche a Roma puo’ capitare che faccia freddo. Le massime sembrano non superare i 6 gradi nelle location “vicine” (vicino molto tra virgolette, perchè, diciamolo, di vicino all’eur non c’è un bel niente … ). Dato chie si avvicinano le festivita’ Natalizie una persona normale  trascorrerebbe la domenica al calduccio in un qualche centro commerciale. Ma io normale non sono, e malgrado l’assenza di “volontari” decido di approfittare del fatto che a Sud il termometro dovrebbe segnare qualche grado in piu’ , per lanciarmi in un giretto esplorativo in solitaria sui panoramici trails del Circeo. La meta era da un po’ nella to-do-list, ma in genere per me Circeo è sinonimo di surf, dunque era rimasta in sospeso.

Qubo “rotola” verso sud su una strada che conosce a memoria. Stavolta la dietro c’è la specy al posto di Violetta (la mia tavola da surf).
Lascio la macchina all’imbocco di San Felice e iniziamo l’ascesa sul promontorio della Maga Circe. La temperatura non è di certo ottimale,
ma sicuramente piu’ gradevole che a Roma. La traccia che sto seguendo prevede una serie di trail piu’ enduristici intervallati dal pezzo
forte della giornata, il famoso sentiero panoramico. Dato che sono sola decido di evitare a priori i trail descritti come troppo tecnici.

Si sale dunque, prima fino al borgo alto di San Felice e poi si prosegue … sempre asfalto con qualche strappo, ma pendenza tuttavia costante. Niente di eccessivo anche se il mio scarso allenamento si fa sentire …

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Durante la risalita incrocio un breve trail, il Ciclamino, che decido di provare per saggiare il terreno. Corto ma simpatico, questo piccolo “diversivo” offre un terreno molto “ligure”, con scalini e pietre fisse. Proseguendo, in poco piu’ di un ora siamo in cima, o quasi. Da qua ci allunghiamo qualche metro a piedi fino ad un punto panoramico da cui si puo’ ammirare la costa sottostante.

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La salita non è ancora finita, la traccia indica di proseguire sulla strada che segue la linea della cresta spartiacque, sempre asfaltata con
qualche saliscendi un po’ fastidioso. Giunti sotto alle antenne del monte Circello attraversiamo un cancello che ci conduce al trail.
Monto la mentoniera sul casco integrale e inizia la giostra.

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Avevo visto alcuni video di questa famosa panoramica e letto alcune recensioni. Ci troviamo di fronte ad un trail dalle pendenze dolci, caratterizzato da un fondo sassoso smosso che varia dal brecciolino a veri e propri ghiaioni e alcuni tornanti sempre decisamente larghi.

De facto, a parte il fondo che cmq è gestibilissimo vista la pendenza non eccessiva, la scarica di adrenalina proviene dal fatto che il  trail è davvero esposto, e che cadere di sotto significherebbe fare una brutta fine. Ma basta fare un po’ di attenzione e non farsi distrarre dalla spettacolarita’ del panorama a picco sul mare per concluderlo senza problemi. Questa parte del percorso è adatta a tutti, frontini inclusi, e credo che valga la pena farla almeno una volta nella propria “vita” di biker.
Le immagini valgono piu’ di 1000 parole ….

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Dopo un ultima parte un po’ meno esposta in cui si possono lasciare i freni, il trail termina in una sterrata saliscendi mezzacosta, che ci riporta al paese alto di San Felice con qualche saliscendi.

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Da qua, dopo una breve pausa, decido di risalire, malgrado il cielo si sia ingrigito e la temperatura in ribasso, fino all’imbocco del trail Peretto, che ci riportera’ a quota zero attraversando i boschi del lato “nord” del monte. La seconda risalita, seppur parziale, non è esente da fatica, che peroi verra’ ricompensata da un terreno degno di nota: il sottobosco del Circeo è caratterizzato da un terreno molto somigliante a quello della Pineta di ostia, capace di drenare l’acqua e mantenere il grip malgrado l’umidita‘… questo permette di godere appieno  di questo trail, forse un po’ piu’ “xco” che non enduro visti i frequenti rilanci pedalati, ma comunque molto divertente, adattissimo ad ebike, e non esente da segmenti tecnici in cui è importante scegliere bene la linea…il tutto in un ambiente caratterizzato da una fittissima vegetazione e alcuni particolari passaggi come questo misterioso tunnel.

buco

Come tutti i giri anche questo si conclude, ancora qualche colpo di pedale su asfalto e ritroviamo il Qubo parcheggiato.
Grazie, Maga Circe … non solo surf ma anche MTB in questa zona che meritera’ sicuramente qualche approfondimento (ci sono altri trailz sul lato nord … )

Relive

Relive ‘Circeo’

traccia

EDIT : Giro 2020 con sentiero “Cereselle”, divertente trail con alcune parti piu’ tecniche:

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Mtb: Civitavecchia la bestia nera …..

La bestia nera and more ….

Ovvero rotella alto, granata intermedio e basso, ed  appunto la bestia nera: sono stati i trail protagonisti del raduno pre natalizio che ha coinvolto i gruppi dei local Sbroccati (i creatori e manutentori dei trail di Civitavecchia ) , bicinatura e alcuni altri amici tra cui gli elettrici già compagni di altre avventure Guido e Giuseppe .

Ho gia avuto modo in passato di parlare della bellezza della zona e dei rispettivi sentieri, ma stavolta saliremo per un precorso alternativo, un pelo più lungo ma più scorrevole. Arrivo in cima per ultima, tanto per cambiare. Anche se il gruppo è fondamentalmente muscolare il livello è alto, il che mi fa presagire che per le risalite successive sarà meglio farsi aiutare da Giuseppe e la sua e bike .

Ripetitori

Il primo trail previsto è il Rotella alto, già conosciuto. Presenta una nuova variante molto tecnica che preferisco evitare. Proseguiamo con Granata, che conoscevo solo in parte. Questo è un trail che alterna qualche parte più flow ad altre più pedalate, con un immancabile rockgarden.

Rockgarden granata

Si risale senza pause …. Ed è proprio il senza pause che impone il cavo da traino sulla rampa che dalla valle del marangone risale ai ripetitori. Riconquistata (si fa per dire) la vetta inizia il pezzo forte del programma ovvero la Bestia Nera. La parte alta inizia con un buon flow e alcuni salti , tutti evitabili, si chiude con un rockgarden e un faticoso rilancio.

Rotella top

Nella seconda parte, si inizia a ballare : passaggi su roccia di ogni genere più o meno semplici , insomma un giusto preludio a quanto mi aspetta a breve in Liguria. I freni e le sospensioni da poco revisionate fanno il loro lavoro, ritrovo la confidenza smarrita grazie anche al supporto del gruppo, ed ecco che la specy ritrova il piacere di affrontare dei bei roccioni .

Bestia nera rock

Video

Globalmente, mi reputo soddisfatta di come ho superato alcuni passaggi non proprio banali… Il trail si conclude con un divertente guado che poi ci riporta all ultima risalita

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il giro si conclude con un tracciato inedito, la prova speciale 4 della gara di due anni fa … Niente di difficile , un veloce stracotto con qualche tratta scassata che conferma il buon lavoro fatto sulle sospensioni.

Stanca e provata più che altro dall intensità del giro, completo anche io il giro … Molto molto bello da ripetere senza fretta , con la salita classica o dal cancello rosso. Soddisfatta delle mie performance e invitata a fermarmi al pranzo organizzato dai locals Sbroccati , ben accetto la mangiata conclusiva.

Civitavecchia si conferma un ottima location per migliorarsi senza andare troppo lontano, conto di tornarci più spesso ora che il mio confiidence level è quasi tornato al top.

Grazie a tutti per la compagnia e la pazienza, e come sempre speciale menzione va a Marco di bicinatura per le bellissime foto.

Relive

Relive ‘Ripetitori sbroccati’

Per la traccia vi rimando ai giri in zona precedenti

 

MTB : monte Pellecchia

Monte Pellecchia, hardcore Spingismo .

Si avvicina il fine settimana …. Finalmente il meteo è buono, e ho voglia di fare un giro nuovo. La proposta per il weekend degli amici di bicinatura è il “monte” Pellecchia, 1300 mt slm , 750 d+ di cui la metà circa a spingismo . Complice il mio desiderio di mettermi alla prova nell ordine di riprendere anche con lo snowboard alpinismo quest inverno, decido che il suddetto giro si può fare.

La giornata non inizia nel migliore dei modi: la posizione di partenza viene mal interpretata da Google , che mi manda su un improbabile sterrata ….

Lost

Il telefono non prende, ma incrociando la traccia con la posizione il gps mi fa capire che siamo fuori mano. Quasi convinta di non recuperare il gruppo reimposto il navigatore con destinazione monteflavio, e riesco a recuperare il gruppo anticipando in macchina 1km circa di salita.

Finalmente siamo in sella, e ci apprestiamo a salire su una comoda sterrata fino ad una radura. Da qua si iniziamo ad alternare piccoli saliscendi in singletrack a tratte a spinta. Il contesto è comunque molto piacevole.

Up 1

Updue

Uprew

Purtoppo nel giro di poco le cose cambiano, e ci apprestiamo ad affrontare lo spingismo, quello vero. Trattasi di inerpicarsi su una cresta dal fondo erboso/pietre fisse, con pendenze importanti ove saltuariamente tocca sollevare la bici. In circa un ora di fatica abbastanza pesante per gambe e braccia si raggiunge la vetta, contrassegnata dall’immancabile croce. Il panorama è stupendo, in lontananza si scorge addirittura qualche vetta innevata.

Pellecchia to top Pellecchia rock Pellecchia skiline Way to top Creste pellecchia

La fatica non è ancora conclusa, per arrivare alla meritata discesa tocca un saliscendi, o meglio sali e spingi, su altre due crestine, reso più piacevole da qualche divertente discesetta su fondo misto erba pietre fisse.

Me

Rocks kiaz

Raggiunta l’ultima cresta ovvero la cima del monte Pellecchia si riprende fiato godendoci il panorama e ci si prepara alla conquistata discesa

Rock Way Snow far Pellecchia to Kiaz cross

Le foto rendono più di 1000 parole … Quel che non esprimono è l estrema fatica fatta x arrivare lassù . Ma finalmente si scende .

La discesa fa parte, almeno nel primo segmento, del #diversamentescorrevole , resa ancora più impervia dall ampia presenza di foglie che coprono la linea. Tutto sommato riesco a difendermi tranne che in qualche passaggio più angusto e smosso. Un fondo non facile ma comunque gestibile , effettuabile in sella al 90% con la mia attuale tecnica. Un grosso aiuto ė arrivato dai nuovi freni shimano xt m8000, che con le loro piccole leve ed un ottima modularita’ si sono dimostrati ottimi x pesi leggeri e mani piccole. Finalmente uso il freno com un dito anche sul tecnico, con conseguente miglioramento del controllo della direzionalita’ del mezzo.

Down the leaves

Conclusa la prima fase di discesa ci aspetta un breve ma faticoso rilancio pedalato, per poi imboccare l’ultimo singletrack , flow su fondo breccioloso, divertente ma purtroppo breve. Dopo un ultimo pezzo su sterrata carrabile ritroviamo l abitato di monteflavio ed un km più avanti ritrovo il mio inseparabile qubo.

End

Conclusioni: un giro “all mouuntain” non per tutti, dove nella forma mentis deve prevalere l interesse a raggiungere la panoramica vetta, piuttosto che l aspetto di effettiva ciclabilita’ . Mettiamoci anche che la discesa non era in condizioni ottimali e ciò, almeno per la mia personale opinione, ha limitato un po’ la componente del puro divertimento . Per fare un doveroso paragone con il mondo del backcountry, snowalp e skialp, è come quando si cerca e spera di trovare powder e poi ti ritrovi a ravanare su tracciato o neve trasformata. In ogni caso per gli amanti della natura e delle location selvagge e fuori dalle rotte è una meta da considerare. Un ultima nota positiva riguarda il miglioramento del mio confiidence level , che dopo l infortunio mi aveva parecchio frenato sul tecnico scassato. Oggi di questo non posso lamentarmi ….

Grazie come sempre x le foto on bike a Marco di bicinatura .

Relive

Relive ‘Pellicchia hardcore’

Traccia