La Specy verdina …. eccola ….

GreenSpecyStumpy … eccola …

e’ giunta l’ora di far entrare ufficialmente anche lei nel “parco giocattoli per bambini cresciuti“.

Con me da Agosto 2017, nata nel mio box, non e’ stato amore a prima vista ma stiamo iniziando a piacerci parecchio a vicenda.

specy box

Partiamo dal come e’ montata:

Telaio: Stumpjumper FSR evo carbon 2015 taglia S
Forka : Fox 34 da 160 (su ALLTRICKS)
Ammo : Fox float Kashima incluso con il telaio, 140 mm travel
Freni : Sram GUIDE (mercatino mtbmag), dischi da 203. 
Ruote : Fulcrum Red Power 27,5(da CRC)
Gomme : Bontrager 2,5 front 2,25 rear, le cambiero' presto (regalo) 
Trasmissione : Mix Sram : deragliatore e comando NX, guarnitura GX 30t per movimento centrale PressFit 30, pignoni 11-42 (sto valutando update), questa presa in negozio per non sbagliare con i nuovi standard su MC e pignoni. 
Manubrio : Race Face (da CRC che gia' montavo sulla slayer) evolve 780 mm , attacco da 60. 
Sella : selle italia (sempre dalla slayer) 
Reggisella telescopico di serie specy command post

specy fiori

Ai non addetti ai lavori questi numeretti non diranno un granche’.
E’ piu’ interessante parlare delle sensazioni e soddisfazioni che mi sta dando questa biciclettona verdina.

Il primo impatto non e’ stato dei migliori, sia in salita per il passaggio ad un diametro superiore e monocorona che ha reso un po’ meno agile il rapporto corto (sto valutando eventuali modifiche alla trasmissione, budget permettendo) , sia in discesa, dove e’ stato subito piacevole l’approccio con le nuove geometrie in presenza di salti e grossi scaloni, ma un po’ piu’ difficile invece l’approccio con lo stretto e il tecnico lento e le curve di precisione in generale. Il tutto e’ un po’ dovuto alle geometrie moderne che impongono una guida piu’ spostata verso l’avantreno e une posizione piu’ centrale sul tecnico. Sto pian piano risolvendo anche questo tipo di problematiche grazie ad un Maestro di MTB (si, sto prendendo lezioni) che mi sta impostando la giusta tecnica.
Dove la specy comunque supera abissalmente la Slayer e’ sulle pietre fisse. Tra la Liguria e Civitavecchia la “biciona” ha ben fatto vedere di che pasta e’ fatta e qual’e’ il suo terreno preferito, facendo diventare flow sentieri che con la Slayer risultavano parecchio ostici.
E’ una bici che diverte e permette di osare, anche sui salti, dove stacca bene anche a velocita’ ridotte, rimandendo bilanciatissima  in aria. Sensazione di perdere i pedali dimenticata. E nell’atterraggio le sospensioni fanno egregiamente il loro lavoro.

salto portofino

specy jump

Insomma, salire sulla specy mi fa tornare ragazzina, mi fa dimenticare i miei acciacchi anche nei salti (cosa che invece altri sport come skate, snow, e in parte pure surf mi fan ben ricordare) e su trail giocosi e flow come quelli di Formello mi sembra di essere tornata
ad avere 12 anni e l’atala zompafossi, con la differenza che questa e’ molto piu’ sicura e facile.

stp down

La mtb ha questo di bello … le moderne tecnologie hanno permesso di costruire mezzi con sospensioni ottimali, permettendo di abbattere molto alcuni limiti che in altre attivita’ eta’ e traumi regressi possono limitare . Certo, i conti con le cadute ci saranno sempre e comunque, qualche livido e sbucciatura e’ all’ordine del giorno, ma io continuo ad andarne fiera, esattamente come quando avevo 12 anni . L’importante e’ affrontare percorsi e ostacoli con la dovuta conoscenza delle proprie skill e dei propri limiti.

Quindi … benvenuta “#BicionaVerdina” o #greenstumpy , ho deciso di chiamarti cosi’ !!!
Ci divertiremo un sacco assieme, abbiamo tanti giri da fare e posti da scoprire … e sopratutto sassi da schiacciare !!!

 



 

MTB: Sestri Levante con la Specy

Sestri … enduro dream …

Lo abbiamo gia’ appurato in altri giri : la specy ama le pietre, meglio se fisse. “Copiare” qualunque cosa pare essere la sua specialita’.

Questo mini anomalo weekend infrasettimanale ligure aveva uno scopo: portare la Specy a Sestri, e passare dove la Slayer si era fermata.

Detto, fatto, si sale su per San Bernardo senza particolari difficolta. Sono decisamente piu’ allenata rispetto a quando ho fatto lo stesso giro con la Slayer, e la salita resta molto agevole finche’ siamo su asfalto. Durante il tracciato conosco Maurizio, un simpatico e gentile “elettrico” che si offre di farmi da guida (e di prestarmi il fast permettendomi di risolvere rapidamente una foratura).

san bernardo specy san bernardo

Comincia la discesa, il terreno e’ parecchio rovinato dall’acqua, e l’avere davanti qualcuno che mi fa vedere le linee e’ davvero un grande aiuto. La specy trita, schiaccia, copia. Un autentico rullo compressore, il cui limite arriva solo dalle mie skill.
Per chi non conoscesse il posto, stiamo parlando di un percorso enduro con la E maiuscola, prevalentemente naturale fatto di roccia, roba che probabilmente un comune mortale a piedi non immaginerebbe come terreno ideale per scendere in bici. E invece il divertimento e’ assicurato, si impara a scegliere le linee giuste, a passare dove non pensi che una bici possa passare. Il tutto aiutato da spazi mai stretti e mai esposti, cosa che garantisce una certa sicurezza e permette di “osare” anche a chi come me non e’ un pro e non ha molta dimestichezza con questi tipi di terreni. Con le linee giuste anche le pietre diventano flow, cosa che non credevo possibile.


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Solo due passaggi molto rovinati dall’erosione mi hanno imposto di scendere, ma piu’ per mia sicurezza che per altro.
Senza dimenticare che anche qua le “condizioni al contorno” sono notevoli, con un panorama sul Golfo del Tigullio che vale il passaggio,
indipendentemente da come si affrontera’ poi il trail.

sestri enduro 1 sestri 2 sestri 3 sestri 4

L’avere un rider davanti che sa adeguare la sua velocita’ alla mia e che conosce bene il tracciato e’ una gran cosa, credo infatti che da sola qualche problemino in piu’ lo avrei avuto 🙂 .

Concludendo, per il poco che lo conosco Sestri Levante resta un baluardo dell’Enduro, una location che qualunque biker dovrebbe prima o poi visitare. Se si impara a girare sulle rocce liguri, si puo’ andare ovunque …
Ringrazio ancora Maurizio per le dritte e la pazienza, sperando di tornare presto in Liguria, provando magari anche altri trails .

Relive :

Traccia GPS GPX:

 


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Surf & MTB in Liguria …

…. le condizioni al contorno …

Le condizioni al contorno … mi piace chiamare cosi’ tutto quello che non e’ prettamente tecnica, performance, mezzo, ma che rende una giornata outdoor vicina alla perfezione. Puo’ esseere la giusta compagnia, oppure nel mio caso parliamo di una location e un meteo perfetti, che hanno reso questa giornata sul levante Ligure davvero superlativa.

Iniziamo con il surf. Webcam check alle 7 del mattino, previsioni confermate. A Recco entrano piccole ondine da mare lungo da Maestrale, perfette per scivolare con #violettablackdog . Attorno alle 8 sono sullo spot, ci sono 3 persone in acqua, e dal vivo la situazione e’ meglio che in webcam. L’aria e’ bella fredda (il termometro del qubo segna 11 gradi), il cielo limpido … un leggero vento da terra rende le piccole onde ancora piu’ liscie e invitanti. Quando e’ cosi’ non si sa mai quanto puo’ durare, quindi metto la muta di corsa e mi butto. L’acqua e’ apparentemente calda, almeno con la muta 3.2 . Il periodo e’ lungo, c’e’ molto da aspettare per prendere la serie “buona”, ma l’affollamento quasi nullo e le “condizioni al contorno” perfette rendono quest’attesa piacevole. Non c’e’ una nuvola, l’acqua e’ pulita e si intravede addirittura in lontanaza l’estremo ponente ligure …. Ormai e’ settembre inoltrato, la spiaggia semi deserta, gli stabilimenti iniziano a dimezzare il numero di sdraie e ombrelloni. E’ finita l’estate dei bagnanti, inizia l’autunno del surf. Le onde sono a-frame, la luce bassa mi costringe nella prima ora a prediligere le sinistre. Appena la visibilita’ migliora mi sposto a cercare le destre, piu’ lunghe e portanti, anche se parliamo di misura molto piccola, dal mezzo in metro in giu’, ma davvero divertenti e ottime per il long.

Recco surf

Dopo un paio d’ore la frequenza delle serie buone va scemando, quindi esco, e finalmente mi godo un po’ di aria buona e sole in riva al mare,
in attesa di cambiare giocattolo nel pomeriggio . Questa e’ la mia stagione preferita per godersi il mare .. ci scappa pure un bagnetto ma l’acqua e’ tutt’altro che calda , ormai l’autunno e’ arrivato.


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Giunge di dare spazio alla biciclettina, chissa’ se alla Specy piaceranno i sentieri del monte di Portofino ?
Unico modo per saperlo e’ andare a pedalarci !!
Superato il primo problema ovvero dove parcheggiare, si parte per un pezzo di aurelia, poi si sale su asfalto fino al Portofino Kulm, hotel
abbandonato. Il giro e’ piu’ o meno quello dello scorso anno, con l’aggiunta di una parte molto panoramica su trail naturale. Pietre fisse
due malefici tornanti che la specy non gradisce (ci risiamo, leggere il report del singletrack de l’infernet per capire) , un tratto di spingismo per risalire, ma nel complesso valuterei la Specy 8 e mezzo in questa prima parte che ben rispecchia quello che dovrebbe fare una moderna trail bike.

porofino 2

ruta
portofino 1

Risaliamo dallo stradotto principale per un po’, fino a ritrovare il bivio per il Pollone, gia’ percorso con la Slayer lo scorso anno.
Il trail in molte sue parti e’ stato sicuramente risistemato, aggiunte sponde e alcuni divertenti salti

ni. Purtroppo la parte tecnica che con la slayer non mi aveva creato piu’ di tanti problmi, qua si e’ rivelata complessa, e un po’ complice la scarsa visibilta’ (malgrado la splendida giornata mi ritrovavo nella parte in ombra) non sono riuscita a chiuderla in sella. Pazienza , sara’ motivo per tornarci. In compenso poi il sentiero ritorna flow, con uno splendido salto nella parte finale.

salto portofino

Un ultimo sforzo per passare il sentiero mezzacosta in leggera salita che arriva a San Lorenzo, anche qua qualche sporadico ma simpatico
scalone e passaggio tecnico, la specy si difende bene su scalini e scalette , confermando invece l’avversita‘ per alcune tipologie di passaggi tecnici … ma molto probabilmente sono io la causa : devo ancora prendere bene le misure con il nuovo telaio ….

san lornzo

In conclusione una giornata quasi perfetta, la Liguria in questa stagione non ha rivali, e ritrovarsi con la fortuna di avere a pochi km da casa sia sentieri che spot surfabili non ha prezzo ….

Traccia GPS (ricordo che la circolazione nel Parco è regolamentata)


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Relive video : https://www.relive.cc/view/1193124189

Ferda Girls HUMBLE cover/remix/parody

Ragazze e mountain bike, binomio gia’ difficile in se, ancor piu’ difficile da “sfruttare” a livello mediatico, specie per le discipline gravity, dove l’utilizzo di protezioni nasconde le forme, limitando la sempre piu’ frequente priorita’ data all’immagine e all’estetica piuttosto che alle capacita’ tecniche di un atleta …. Triste dirlo ma purtroppo questa e’ la “legge del mercato” , ad esempio nel surf ci sono parecchi casi lampanti di come sia prioritario avere un fisico (e non solo) da top model piuttosto che il riconoscimeneto dell’effettiva bravura nelle manovre. Fortunatamente in bici si lotta contro il cronometro, e quindi almeno nelle competizioni non ci saranno mai certi problemi … ma a livello di “sponsor” resta il fatto che se per un ragazzo e’ la bravura a farla da padrona, per una donna il fattore estetico non viene mai lasciato al caso. Da questo e dal voler dimostrare che anche le ragazze possono “spaccare” quanto gli uomini e divertirsi con action sport come la mtb senza dover priorizzare l’aspetto “fashon” arriva la cover rap delle Ferda Girls, la cui leader e’ Micayla Gatto, ex atleta della wolrd cup di downhill.

Riporto il testo, in quanto la comprensione dall’inglese non e’ per nulla semplice:

Ferda girls HUMBLE remix
[Intro]
Nobody wait for me
He gonna hear from me
Maaaaan (Yuh, yuh!)

[Verse 1]
Ayy, I remember buying my first bike with my allowances
Cruisin’ through the neighbourhoods as kids like we were crownin’ this
Looking back at good times in the park where my big brother lived
School grades, growin’ boobays checkin’ dudes eh like what time is it?
World what you doing with these girls and their tops up
Oiled up almost nude; I was dealing with that fake stuff
Don’t want to be petty but at 16 this was messed up
Model in bikinis for some freebies better shape up
Seein’ all this sleezin' got me feelin’ in a funk
Stuck on bein me, but all that pressure almost won
If I wear bikinis, do some wheelies, could be fun
Hold up, this is too much, can we please go do some runs?
Her last whip just went viral
Present day, all my girls be on fire though
Casey, Manon, Tracey Hannah on that Payroll
So quit your slo-mo, take a seat bro

[Chorus]
Be humble (hol' up, bro)
Sit down (hol' up, lil', hol' up, lil' bro)
Be humble (hol' up, bro)
Sit down (hol' up, sit down, lil', sit down, lil' bro)
Be humble (hol’ up ho’l up hol’ up hol’ up lil bro.)
Be humble (hol' up, bro)
Sit down (hol' up, lil', hol' up, lil' bro)

Dude, are serious?
Oh my god
Sit down
Just go over there
And be humble (hol' up, bro)
Sit down (hol' up, hol' up, hol' up, hol' up)

[Verse 2]
Shout to my girls around the world and the all the womans (woman)
Don’t need approval for the things that we doin' (doin')
Egg and spoon race screw that that ain’t right
Boys stop hatin’ go ride your friggin' bike!
I am so god damn sick and tired of this pink sh*t
Show me something rad with some black in a girl’s fit
Feel like Cinderella dressed in yella in my race kit
Not that hard to make some clothes that don’t look like it’s from ‘06
Ayy, this shit not that crazy, ayy, you do not amaze me, ayy
Slo-mo drifts don’t phase me ayy, skid through berms you lazy ayy
I don’t fabricate it ayy, most of ya’ll be fakin’ ayy
Snakin’ past me so lame ayy, sit down watch me slay it, ayy
This that marathon, that ride till dawn, that shred talk, ayy
Watch my skills peak, you, Easy Does It walk, ayy
When I come to Whistler, you can just give me a call, ayy
I’m the biggest park rat after all

[Chorus]
Bro, be humble (hol' up, bro)
Sit down (hol' up, lil', hol' up, lil' bro)
Be humble (hol' up, bro)
Sit down (hol' up, sit down, lil', sit down, lil' bro)
Be humble (hol’ up ho’l up )
Bro sit down (hol’ up, hol’ up, lil' bro)
Be humble (hol' up, bro)
Sit down (hol' up, lil', hol' up)
Be humble (hol' up, bro)
Sit down (hol' up, lil', hol' up, lil' bro)
Be humble (hol’ up bro)
Sit down (hol' up sit down, lil', sit down, lil' bro)
Be humble (hol’ up ho’l up )
Bro sit down (hol’ up hol’ up lil bro)
Be Humble (hol’ up bro)
Sit Down (hol' up, lil', hol' up, lil' bro)
Be humble


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Anche se ormai ho una certa, non posso che non condividere e identificarmi nel pensiero di queste ragazze, mi reputo fortunata in quanto nell’era pre-social c’erano molti meno problemi , certo pure io al liceo nella seconda meta’ degli anni 90 venivo vista gia’ ai tempi fuori dal comune, ma se devo dirla tutta 20 anni fa questo legame sport-moda-estetica era in una fase mooolto embrionale, con conseguente maggiore rispetto per i risultati, indipendentemente da come ci si vestiva o da quanto potevi essere carina ….

A qualunque ragazza o donna in generale che ad oggi vuole buttarsi in qualche action sport “da maschi”, il mio consiglio e’ di non mollare, di tapparsi il naso e tirare dritto, senza farsi influenzare da strani stereotipi creati dal mondo dei social e del web 2.0. #lovetheride !

Come usare Relive senza Strava

Come usare l’app Relive.cc senza installare Strava (MTB, GPS)

NB: Ad oggi, 13-07-2019 Relive non funziona piu’ con Strava.

E’ possibile pero’ caricare file gpx direttamente su relive passando dal seguente URL :

https://www.relive.cc/settings/import

Restano valide le procedure di esportazione in GPS per mytrails spiegate successivamente.

Relive, la simpatica app/servizio che vi fa rivedere il vostro giro in bike in 3d su grafica stile google earth, funziona solo con Strava e altri servizi di activity tracking. Purtroppo usare Strava come app di tracking sul telefono non e’ sempre il massimo, visti i limiti della versione base, che si limita solo a tracciare la nostra attivita’ senza permetterci di seguire una traccia altrui e senza funzionalita’ cartografiche. Questo e’ molto limitante se stiamo sperimentando giri nuovi.
Come si puo’ fare quindi ad avere comunque il nostro filmato relive ?
L’operazione e’ relativamente semplice, e’ consigliato utilizzare un computer, ma con un po’ di pazienza si riesce anche a fare tutto
da cellulare android.

relive home

1) Registriamoci su Strava ( www.strava.com ) . Il mio consiglio e’ di usare un nickname e non il vostro nominativo, infatti strava e’una delle fonti usate dai ladri specializzati per individuare biciclette da rubare. Sempre a tal proposito consiglio di compilare solo i campi obbligatori del profilo. Vi consiglio di registrarvi con l’opzione “use my email“/”usa email” e di non collegare l’account a facebook o a google, sempre per ragioni di privacy.
Vi consiglio di effettuare questo passaggio da computer. Se proprio volete usare lo smartphone, impostate il browser in modalita’ desktop
(opzioni chrome -> require desktop site)

strava email

stava phone

2) Da cellulare, scarichiamo l’app relive.cc dal play store. Registriamoci (1) e scegliamo “login with strava (2)” . A questo punto verremo reindirizzati sulla pagina mobile di strava, effettuiamo il login ignorando gli inviti ad installare la app. Ci si puo’ anche semplicemente registrare su relive.cc senza installare alcuna app, il limite di questo e’ che non potremo aggiungere foto ai nostri relive video.

relive play store

releive.cc registrazione

3) A questi punti siamo pronti a creare il primo relive. Se usiamo mytrails, le tracce in formato GPX sono in $_STORAGE/mytrails/GPX dove $_STORAGE puo’ essere o la memoria interna o l’sdcard del telefono. Possiamo accedere a questa cartella dal gestore file del nostro smartphone
(se non ne abbiamo uno installiamolo dal play store, ad esempio possiamo prendere ES file explorer) . Individuiamo la traccia di cui vogliamo fare il relive video. Possiamo operare in due modi: o copiare la traccia sul computer (via bluetooth, email, telegram o come preferite) o fare tutto da cellulare. cartella gpx

EDIT : con l’update alla versione 2.1 di mytrails, non si riesce piu’ ad usare il file gpx copiandolo o caricandolo direttamente dal file system del telefono in quanto questo risulta corrotto. Bisogna prima esportare il file direttamente da mytrails, menu tracce , selezionare il file da esportare (tenere premuto sullo schermo per farlo diventare evidenziato) , premere il pulsantino in alto a destra con i 3 puntini e scegliere salva traccia. A questo punto nel mio caso mi viene proposto di salvare su google drive, ma le possibilità potrebbero cambiare da telefono a telefono. 

strava xport
In entrambi i casi (telefono o pc) dovremo poi andare su strava.com , accedere con le nostre credenziali e scegliere upload activity/carica attivita’.
Scegliamo poi file (archivio), e carichiamo il nostro archivio GPX . Nel caso di versione nuova di mytrails dovremo recuperare il file GPX da google drive o altra location in cui è stato salvato. 

Strava elaborera’ il file ritrovando mappa, segmenti, altimetria.
Diamo un nome al giro e accertiamoci che la visibilita’ sia pubblica. Se operiamo da cellulare, stiamo attenti ad usare il sito desktop
(dalla versione mobile strava non lascia fare quasi niente e cerca di costringerti ad usare l’app) . Se ,sempre da cellulare dovessimo
incorrere in errori di permessi di accesso al filesystem del telefono, possiamo bypassare uploadando il file gpx su google drive oppure
provare a modificare i permessi di chrome o cambiare browser. Al momento questo errore lo ho riscontrato solo sui telefoni samsung recenti.



strava gpx strava upload

strava upload mobile

4) Una volta salvato il file su strava, l’app relive ci inviera’ una notifica. Apriamo l’app , anche qua dovremo dare un nome al nostro video e poi potreemo aggiungere fino a 10 foto al relive. Diamo l’ok e relive iniziera’ l’elaborazione. Al termine del processo riceveremo un’altra notifica e anche una mail con il nostro bel video pronto , tipo questo :

https://www.relive.cc/view/1131965799

Buon divertimento e buone pedalate 😉


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La Specy alla prova

Primo weekend a Roma dopo le ferie:temperature in ribasso e prima mareggiata che ha regalato qualche onda surfabile.
Insomma finalmenete si intravede l’autunno, anche se le temperature dell’acqua sono ancora molto alte, con conseguente sovraffollamento degli spot sia da parte dei praticanti del surf che dei bagnanti. Le onde di sabato al Circeo erano davvero belle, ma 1h di attesa per parcheggiare e 40 persone in line up tra cui molti principianti hanno reso la mia session meno piacevole del dovuto.

crowdedcarrubbo
Beninteso che di onde ne ho prese e pure alcune belle, ma confesso che tra me e me, mentre nel “traffico” cercavo il mio spazio pensavo “avrei fatto meglio ad andare in bici, domani vado in bici sia ben chiaro … “

Detto fatto: domenica, malgrado la mattina molti spot regalassero ancora onde di qualita’, decido di prendermela comoda e di portare la Specy in un posto che le potrebbe piacere : i Ripetitori di Civitavecchia .

Ci sono 23 gradi quando esco, attorno alle 11, e alle 13 appena 24 alla partenza in bici dalla Coop. C’e’ vento da WNW che rende la  salita piacevole malgrado sia tutta al sole e con le solite rampe ammazzagambe, che con il malefico 42 della specy diventano ancora piu’ dure, ma sempre fattibili, non essendo per fortuna mai troppo lunghe. Il terreno e’ buono anche sulla parte finale, il temporale di sabato notte ha dato una grossa mano per consolidare il tutto.

In cima e’ sempre uno spettacolo, il maestrale ha ripulito il cielo e si vede benissimo tutta la costa …. Peccato solo per il terreno ultra secco, anche qua la siccita’ si e’ fatta sentire e non poco.

ripetitori top
Mi metto le protezioni, monto la mentoniera al casco bell convertibile e finalmente si parte giu’ per il Rotella.
E’ la vera prova della Specy, per capire se davvero passa dove la Slayer non passava . Le conferme arrivano ben presto, chiudo parecchi passaggi in piu‘ e non sono costretta ad usare sempre le chicken lines. La biciona va giu’ tranquila, mangiandosi tutti i sassi che vede, copiando tutto, e dandomi molta confidenza su un terreno dove con  la vecchia slayer avevo molte difficolta’. Giusto in alcuni passaggi dove c’e’ da girare un po’ piu’ stretto si e’ piantata, confermando quanto gia’ “diagnosticato” in alta montagna, ma probabilmente a monte c’e’ un impostazione di guida diversa e un  mio deficit tecnico che spero di riuscire a colmare.

fine rotella kiaz

rotella

Si risale per la valle del Marangone quindi, tra mucche e cavalli come sempre, per andare stavolta a prendere il trail Ripetitori, che attacca con 3 bei passaggi su pietre fisse che con la slayer proprio avevo paura anche solo a provare. E invece con questa stumpjumper me li mangio non dico tranquilla, ma in sicurezza e senza troppa paura di cadere in modi terribili. Le sospensioni fanno egregiamente il loro dovere, e le varie pietre e pietrne, passaggi passaggini e passaggetti diventano quasi flow, chiudendo il trail con una fludita’ mai vista con la slayer e stancandomi molto meno. Grande soddisfazione: finalmente sento effettivamente
la differenza e le potenzialita’ di questa cosidetta “forward geometry” con sterzo piu’ aperto e posizione di guida piu’ centrale.

mukkapazzaa fontana

io

I ripetitori, vista l’ottima performance, diventano forse la location n1 tra quelle a meno di 1h da Roma per come intendo io la MTB: contesto naturale e panorami piacevoli e sentieri molto naturali ma ben fatti dove si e’ intervenuto, dove occorre comunque un minimodi capacita’ di lettura del terreno e il motto “se sei incerto tieni aperto” non e’ sufficente a chiudere alcuni passaggi.
Con queste premesse, ho una gran voglia di tornare in liguria e provarla in quel di Sestri Levante (chi conosce la location sa di cosa parlo)..

Relive:

Traccia :


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MTB : Passo Mulattiera

Concludiamo ahime’ queste vacanze con il report del piu’ bel giro effettuato in questi 15 giorni : il Passo della Mulattiera, un target che mi ero prefissata prima di partire e che ho portato a casa.

Passo della Mulattiera (Bardonecchia)

La montagna, quella vera, quella sopra i 2000 e’ sempre in un certo modo sinonimo di sfide. Ogni volta che torno quassu’, nei luoghi dove sono cresciuta e dove ho iniziato ad apprezzare le attivita’ outdoor mi impongo di aggiungere un giro, un qualcosa, un obiettivo una piccola conquista. L’anno scorso e’ stata la volta del Sommeiler, quest’anno la mia scelta e’ caduta su un itinerario di cui avevo visto tracce e foto, il passo della Mulattiera, un 1000 d+ di tutto rispetto che resta comunque accessibile anche ai sunday bikers come me che difficimente superano i “K” nel weekend. Ma quassu’ si sale per scendere, e la discesa si conquista. Le premesse sono molto flow anche per questo giro, e la fortuna vuole che qua a Bardonecchia ritrovo Ale Di Pezza, biker gasatissima fondatrice del progetto Pink Freeride.
E quindi si va, due donne, una piccola grande impresa.
Si decide per una breve scorciatoia: la seggiovia di Pian del Sole ci “scontera’” circa 300 mt di dislivello e un oretta di sgambettamento.
Da Pian del Sole si sale verso il Colomion, la salita e’ abbastanza scorrevole anche se ripida, il fondo e’ buono e i miei ricorsi  allo spingismo sono piuttosto sporadici. Malgrado il 42 in qualche modo vado su. Arriviamo in cima all’arrivo dello skilift in circa 1h30 , il cielo e’ perturbato e fa freddo. Una breve pausa caffe’ approfittando del baretto e si ricomincia a pedalare lungo la sterrata che sale dolcemente a mezzacosta verso il passo della Mulattiera. La maestosita’ della Grand Hoche e della Clotesse verso il versante di Beaulard non puo’ essere ignorata, e Ale malgrado la luce dispettosa ne approfitta per qualche scatto con la reflex (nb non ancora disponibili al momento della stesura, il materiale che pubblico e’ tutto opera di cellulare e action cam…) 

mulattiera uphill mulattira quasi in cima
Si sale, si sale, piu’ o meno pedalando, qualche breve tratto di spingismo per me nei punti dove il sentiero e’ piu’ scassato e dove faccio fatica a far scorrere le ruote di questa specy che fortunatamente e’ leggera. Il paesaggio e’ sempre piu’ imponente e malgrado la fatica non indifferente la motivazione e’ fortissima, coscienti che in cima ci aspettera’ una vista mozzafiato e una super discesa su singletrack . Ultimo tratto di spingismo obbligato prima dello scollinamento.

Immense praterie, rocce, sfasciumi, un piccolo nevaio.

E uno splendido singletrack che si snoda giu’ tra prati e pietraie.
Notevole. Senza parole. Indubbiamente uno dei posti piu’ belli e piu’ selvaggi mai visti, luoghi dove la Natura e’ ancora padrona e dove
la traccia di sentiero non e’ stata creata con un bobcat.

top spepcy traccia nevaio ale e kiaz sentiero

Una breve pausa, foto e si scende. Notevole sia il sentiero che il contesto, prima parte super flow tra praterie e pietraie senza complicazioni. La specy conferma la sua vocazione discesistica. Continuiamo la discesa, entrando nel bosco e seguendo le indicazioni per pian del Colle. Qua il sentiero si fa piu’ tecnico, con tratti anche parecchio sassosi e qualche guado. Alcuni pezzi particolarmente viscidi e smossi ci costringono a scendere, ma nel complesso la discesa resta piu’ che godibile.
Ultimo pezzo in direzione Chesal su facile e rilassante singletrack mezzacosta, poi ricongiungimento al comprensorio del colomion
grazie al “20” del bikepark che attraversando un tranquillo bosco di larici ci riporta a Pian Del Sole senza fatica.

28 km in tutto, 863 mt D+ assoluto, 1109 la salita effettiva.

 

Ancora qualche curva giu’ dal bikepark ed eccoci al parcheggio ……. Stanche ma soddisfatte.

Un super giro, in ottima compagnia, a dimostrazione che con la dovuta calma e un minimo sindacale di preparazione anche imprese che appaiono fuori portata si fanno. Certo ci va passione, determinazione e anche voglia di esplorare location inedite difficilmente raggiungibili senza fatica….


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MTB: Sentiero dei Cannoni

Sentiero dei Cannoni – Gran Bosco – Col Blegier – Col Lauson

Continua la ricerca qua in alta Valsusa di trail divertenti e non troppo conosciuti. Stavolta andiamo a scoprire il Sentiero dei Cannoni, nel parco naturale Gran Bosco di Salbertrand. Si tratta di un singletrack che stacca dal piu’ noto GTA(che scende su Montagne Seu e poi Salbetrand nel fondovalle), e che permette un giro ad anello partendo, nel mio caso, da poco sopra Sauze D’Oulx, nei pressi dell’istiuto zootecnico.
Si pedala nel parco, tra boschi di larici, al fresco, e nel silenzio piu’ totale (e’ vietata la circolazione di mezzi a motore), salendo verso la strada dell’Assietta. La salita presenta qualche strappo che preferisco affrontare a spinta, ma rimane in gran parte scorrevole e con un buon fondo, rendendola molto piacevole e rilassante. In un paio d’ore arrivo al Col Blegier, fuori dal bosco, e gia’ qua le praterie la fanno da padrone, per la gioia delle mucche al pascolo.

bleegier mucchee blegier bike blegier

Da qua si scollina sul versante della Val Chisone , e si esce temporaneamenete dal parco. Siamo sulla strada dell’Assitta, aperta anche al traffico, e qua qualche incrocio con jeep e moto e’ da mettere in conto. Tra falsipiani e leggere salite, con sempre uno sfondo spettacolare, si arriva al col Lauzon, che ci riporta sul versante della Val Susa. Da qua gia’ si vede il singletrack che si snoda tra i prati, promettendo una bella discesa flow come da aspettative.

lago lauzon col lauzon skyline lauzon 2 lauzon bike
#Nientedidifficile stavolta, solo far scorrere le ruote tra le praterie, godendosi lo spettacolo della natura e il silenzio. Un sentiero naturale, tutto flow che sembra pero’ fatto apposta per le mtb … Il sentiero poi prosegue nel bosco, sempre restando scorrevole eccezion fatta per alcuni piccoli guadi e qualche tratto pedalato, ma sempre veloce e scorrevole.


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Il trail termina sulla strada che abbiamo percorso in salita, e da qua si puo’ decidere se rienetrare verso Sauze o se allungare con una variante, risalendo di circa 100 mt per prendere il bivio per l’alpe Laune e omonimo lago. Malgrado la fatica si faccia sentire decido di fare quest’ultimo sforzo, quasi tutto a spinta, per poi ridiscendere su uno stradotto sopra il laghetto, e terminare con un breve singletrack fin sulle rive. Grazie alle luci del tramonto anche questo piccolo lago fa la sua figura, meritando i 100 mt di risalita in piu’. Da qui ora non resta che scendere verso l’istituto zootecnico e la macchina, lungo una classica sterrata molto polverosa.

lago launee 1 lago laune 2

Giro molto bello, che unisce panorami, salite mai impegnative e una gran bella discesa, affrontabile questa senza problemi anche con una front.
All mountain per tutti direi, ma stavolta credo che il video possa essere piu’ esplicativo di 1000 parole

-> video 2017

SentieroCannoniSound from Green Specy on Vimeo.

video 2019

-> traccia gps gpx

NB: Ricordo che siamo in zona parco e che – teoricamente – alcuni sentieri sono vietati alle bici. Il percorso proposto non dovrebbe comportare divieti, ma la sottoscritta si esula dalla responsabilita’ di evntuali variazioni delibrate dall’ente parco. L’uso della traccia e’  vostro rischio e pericolo.


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MTB: Singletrack de l’Infernet

Singletrack de l’infernet (Briancon)

Il Singletrack de l’Infernet, o meglio nome corretto “La Batterie de la lame“, ma noto online sotto vari nomiGondrand“, giro dei forti  ecc ecc ecc. e’ un sentiero a traccia singola che dalla zona del Gondrands e che scende verso Briancon passando per il bosco dell’Infernet.
E’ uno di quei trail di cui si fa un gran parlare, con pareri molto differenti nelle varie recensioni riguardo la difficolta’.  La FFC, federazione Francese di Ciclismo, lo classifica nero (difficile), alcuni siti italiani lo giudicano addirittura “percorribile con una front”. Come scoprire chi ha ragione ? Andando a vedere, alla peggio se dovesse essere davvero nero dove non si passa si scende.

Il progetto dell’impresa parte dalla salita: siamo di fronte ad un 1000+, da affrontarsi su sterrate e asfalto chiuso al traffico …
1000 e piu’ metri di dislivello in circa 14 km . Sono numeri per me impegnativi, da affrontare con calma, ma non impossibile.
Quindi ci si prova.

fontenil forte

Si parte da localita’ Fontenil, sotto Briancon , e si sale per una sterrata che presenta qualche strappo da “spingismo”, teoricamente tutta pedalabile, ma con il 42 io non ce la faccio. E’ necessario prestare attenzione ai bivi, la zona dei forti di Briancon e’ piena di strade e straducole, e senza traccia o cartina e idee chiare e’ facile sbagliarsi. Una volta arrivati alla strada militare asfaltata, sbaglarsi e’ impossibile. Ricordo che e’ una strada vietata al traffico, e che in alcuni periodi dell’anno e’ chiusa per tutti in quanto attraversa un poligono di tiro.

Il panorama, come sempre da queste parti, fa la sua parte per rendere anche la salita interessante, alternando la Barre des Ecrins
e la valle di Cervieres.

barre ecrins 1 barre 2 cervieres

La salita pare a tratti eterna, mai troppo faticosa ma eterna. Ogni tanto controllo il GPS, sperando di essere a buon punto, ma sembra
sempre esserci un tornante in piu’ … finalmente, dopo 4 eterne ore di pedalata siamo al colle del Gondrand. C’e’ un vento gelido,
il panorama e’ spettacolare, ma il freddo incita a rimettersi in moto… Metto le protezioni , monto la mentonira al casco e via,
giu’ prima da un mezzacosta sassosissimo e poi eccolo che ci aspetta, il singletrack de l’infernet o meglio La Batterie de la Lame. 

gondrand 1 gondrand 1

Abbiamo detto chela FFC lo definisce NERO : e posso assicurarvi che nero e’ : non tanto per le pendenze, quanto per l’essere stretto con tornantini che questa specy 27.5 fa molta fatica a chiudere. Certo, mettiamoci pure che ho questa bici tra le mani  da appena 1 settimana, e che vengo da una 26, ma gli ingombri si fanno senetire. Nello stretto non riesco a girarla, molto probabilmente manca la tecnica, ma anche dicamo che l’essere in completa solitaria diminuisce molto il mio “confidence level”, fatico ad uscire dall’aree di confort, sapendo che devo tornare giu’ intera (E pure la bici) e mantenere la giusta lucidita’.

singletrack de l infernet
Lucidita‘, perche’ questo trail da poca tregua, si qualche punto in cui torna un piacevole flow c’e’, ma sempre con gli occhi apereti,  perche’ il tornantino stretto puo’ essere dietro l’angolo …. Diciamo che considerata la mia preparazione e l’istinto di sopravvivenza ne ho chiuso in sella circa l’80% , piantandomi sui tornatini piu’ stretti (specie a dx) e su un paio di parti particolarmente scassate in cui il rischio di caduta poteva esseere alto. Non e’ un bikepark, anche se palinato e catalogato FFV e’ un sentiero naturale, e come tale non ha sponde o quasi . Una bella palestra, per rendeersi ben conto del proprio livello e delle proprie paure (cheonei tratti esposti crescono a dismisura) e delle skill su cui dovro’ lavorare … Insomma tra me e l’infernet resta un conto aperto ….


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Concludendo : un trail per enduristi con la E maiuscola, che probabilmente puo’ anche diventare parzialmente meccanizzabile (navette
da briancon, poi volendo impianti) , la maggiore difficolta’ e’ data dai tornantini stretti, da alcuni tratti esposti e dal fatto che il singletrack e’ davveero singletrack, spesso scavato e con il mc basso delle bici moderne ci sono parti che possono essere problematiche. La salita se fa, ma la prossima volta penso che sarebbe piu’ divertente scendere dalla blu, insomma per il mio livello e preparazione non e’ cosa da fare dopo 14 km di salita. In ogni caso se vi trovate da queste parti e avetee una full, vale la pena provarci 😉

Relive :

Traccia (versione col gondrand, senza salita al forte)

Per piu’ infos e altri giri nel briancconais :
https://www.espace-vtt-brianconnais.com/brian%C3%A7on-villar-st-pancrace/brian%C3%A7on/

MTB: Caccia al tesoro

Dopo 3 “Classiche” (Cima Bosco, Passo Mulattiera, Lago dei 7 Colori) dell’alta Valle e una giornata in bikepark a sauze volevo trovare un itinerario un po’ alternativo, non eccessivamente lungo (percorribile in circa 4 ore max al mio lentissimo ritmo) ma con una discesa divertente il giusto. Non e’mai facile stimare la difficolta’ o la scorrevolezza di un trail guardando solo tracce sui vari siti,  spesso con descrizioni molto sommarie o prive di descrizioni.
L’idea era comunque quella di scovare qualcosa nell’area del Cotolivier,
abbondantemente ricca di sentieri e stradotti. Ravanando online mi imbatto in una fotografia di una mappa cartacea, con indicati  a pennarello alcuni percorsi e segnalazioni di tratte richiedenti “spingismo” o passaggi reputati tecnici dall’autore. Peccato che la mappa e’ su un immagine jpg, quindi non usabile come cartografia su mytrails. Tra i vari trail indicati sulla mappa cartacea c’e’ n’e’ uno evidenziato in arancione che mi attrae particolarmente: stacca dal sentiero che conduce verso il lago Desertes prima del tratto in salita, all’altezza del bivio per la croce di San Giuseppe. Il sentiero appare con simpatici tornantini e un lungo traverso che termina al paesino di Millaures.

bike pierre menaud
Opto per partire da PierreMenaud, quota 1450 circa. Da qua si sale verso il Cotolivier, prima su asfalto poi su sterrato, sempre agevole e pedalabile anche con il mio malefico 42. Poco prima della cappelletta in cima, si segue il cartello per Pourachet. Da qua una strada mezzacosta scende leggermente, per poi trasformarsi in sentiero e risalire, costringendomi ad un po’ di sano spingismo causa fondo breccioloso e instabile (in realta’ con piu’ allenamento e/o rapporti piu’ corti e’ pedalabilissima tutta). Come molti  sentieri mezzacosta anche questo gode di uno splendido panorama con vista sulla punta Clotesse e l’immancabile Chaberton (3000+)

chaberton

Finalmente un cartello con le indicazioni per la croce di san Giuseppe e il lago Desertes … e un sentiero anonimo, non segnalato, che scende verso valle …. Confrontando le mappe parrebbe proprio essere lui, il “mio” singletrack.

clotss


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Pronti si scende: come da programma il sentierino non delude: tanti simpatici tonrantini, ottimi per migliorare la tecnica, che mi mettono a volte in leggera difficolta’ con gli ingombri della specy .. fondo un po’ smosso , non perfetto ma comunque godibile.

La parte tortuosa finisce in una radura, da cui riprende la traccia dai prati, diventando molto flow interrotta solo da un albero caduto e da recinzioni…. qualche piccolo torrentino da guadare, una parte un po’ fangosa, un paio di divertenti gradoni su pietre fisse.
C’e’ quasi tutto …. ancora singletrack e poi un’ultima parte su mulattiera scassata e abbastanza ripida, ma non tanto da spavnetare la specy e la sottoscritta. Siamo a Millaures, e da qua un altro singletrack mezzacosta con qualche rilancio ci ricondurra’ a Lauzet e da qui a Vazon su carrabile. Ultimi tagli nel bosco (molto divertenti) e ritroviamo il punto di partenza.

vrso loze

Cercare, esplorare, rischiar di perdersi fa parte del gioco. A volte pochi elementi portano discese super belle e divertenti. Questa era davvero inedita, e senza la conoscenza del territorio dei miei genitori non sarebbe stata cosi’ a colpo sicuro. Infatti e’ grazie a loro, veri local, che han preventivamente percorso il sentiero in salita a piedi che ho potuto avere la certezza della ciclabilita’ della traccia.
E chissa’ quanti altri sentieri da scoprire o riscoprire ci sono quassu’. Bisogna solo saperli cercare …. 


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