Con il progressivo (e speriamo definitivo) allentamento delle misure di contenimento del COVID, progressivamente si torna ad una pseudo normalita’, normalita’ che in realta’ ha ben poco di normale.
In ogni caso, i limiti al confine regionale ci escludono alcuni giri classici della tarda primavera. C’e’ pero’ la voglia di salire un po’ in quota e di prendere fresco, visto che nella Capitale le temperature sono gia’ pressoche’ estive, e quindi decidiamo per un giro nei monti Simbruini, in zona Livata. Andremo a ripercorrere il classico giro della valle dell’Autore, con una interessante e divertente variante proposta da Laura, percorrendo in totale 21 km su 640 d+ con qualche tratto a spinta.
Partenza da Campo dell’Osso dove fa freschino. Alle 11 il piazzale e’ gia’ pieno nemmeno fosse Agosto. Questa anormale normalita’ ha portato in montagna (montagna … mi spiace dirlo ma comunque faccio ancora fatica a chiamarla montagna viste le mie origini ma facciamo finta che lo sia) un sacco di gente visto che il mare e’ ancora precluso (e anche quando non lo sara’ piu’ non sara’ comunque cosi’ appetibile come in un’estate normale). Molte persone e anche molti bikers, piu’ del solito in una location caratterizzata da trail naturali. Con un po’ di ritardo ci mettiamo in marcia, risalendo la sterrata fino alla seggiovia, per poi addentrarci lungo una pista da sci che man mano diventa piu’ pendente fino a costringerci a procedere a spinta (a meno di non essere elettrificati). Nei pressi dell’arrivo della seggiovia lasciamo la pista per addentrarci nel bosco per alcuni metri, fino a raggiungere la cresta spartiacque e a godere del panorama sul versante opposto.
Da qua attacchiamo su un bellissimo flow trail naturale il cui unico difetto e’ quello di essere frequentato anche da molti pedoni, che ci obbligano a moderare la velocita’ e ad alcuni stop
Dopo questo divertente prologo proseguiamo verso le vedute dell’Autore, pronti ad affrontare il classico trail che scende su Campo Secco. Di questo percorso abbiamo gia’ parlato in passato, quel che mi sento di aggiungere e’ che stavolta lo abbiamo trovato mediamente pulito per gli standard del posto , potendolo quindi affrontare con la giusta velocita’.
Arriviamo dunque a CampoSecco, che come sempre ha il suo fascino. Se c’e’ una particolarita’ di queste montagne-non-montagne sono questi immensi altipiani, che non hanno equivalenti nel mondo alpino.
La sosta si allunga piu’ del dovuto causa foratura. Alla fine si riparte, e ci attende il singletrack in salita che ci riportera’ alla sterrata che conduce alla strada principale dell’autore. Niente di particolarmente impegnativo, un bel sentiero praticamente tutto pedalabile, che poi diventa una tranquilla sterrata. Un ultimo, breve pezzo su sentiero ci riporta al parcheggio, ancora mediamente affollato malgrado l’orario.
Nel complesso, un giro gia’ conosciuto ed apprezzato, a cui aggiungiamo la variante risalendo lungo la pista da sci per aggiungere un po’ di flow e scaldarsi a dovere. Da tenere sempre presente per la stagione piu’ calda, visto il range altrimetrico 1300-1800 che permette una fuga dal caldo senza fare troppa strada.
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