MTB: Zi chiccu 3 + San Francesco (Antrodoco-Borgo Velino)

MTB: Zi chiccu 3 + San Francesco (Antrodoco-Borgo Velino)

Finalmente il meteo concede un po’ di clemenza e possiamo nuovamente avventurarci a scoprire nuovi trail e a ripercorrerne altri gia’ apprezzati. Da un po’ d’ tempo volevo tornare in quel di Antrodoco, con l’obbiettivo di unire parte del giro della cicloturistica alla parte finale del noto e tanto osannato trail Zi Chiccu, ma tra il meteo instabile e la mancanza di “volontari” la missione continuava a venire rinviata. L’occasione si presta nel giorno di San Martino, confermando la tradizione di bel tempo quasi estivo. Stavolta i volontari ci sono eccome, tutti elettrici ahimè: Franco alla prima esperienza con un ebike, Guido che ormai è una presenza abbastanza costante nei miei giri esplorativi e Giuseppe, new entry che avevo gia’ incrociato a Carsoli.

|l programma prevede il trail San Francesco, gia’ esplorato circa 1 mese fa, a cui abbineremo la parte finale di Zi Chiccu … poi si vedrà.

Si parte dunque per la prima salita su asfalto e poi sterrato, di circa 300 d+ su 5km, sempre pedalabile senza troppi impegni …i colori autunnali la fanno da padrona, rendendo il paesaggio ancora piu’ bello.

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Meno di un ora e siamo all’attacco del singletrack San Francesco, da me gia’ percorso ma nuovo per il resto del gruppo. Per chi si fosse perso il precedente articolo, il trail è uno spettacolare susseguirsi di curve di diverso raggio e sponde naturali che regalano un flow pazzesco senza interventi “man made”. Uno di quei sentieri che potresti ripetere ad oltranza … ha un solo difetto, è breve.

Arrivati a valle cambiamo versante, costeggiamo il torrente con un piacevole singletrack e poi si ricomincia a salire in parete Sud, prima verso la localita’ Ville su asfalto, che presto abbandoneremo per inerpicarci per la ripida sterrata/cementata che guadagna quotavattraversando bellissimi e curatissimi castagneti.

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gruppo

Qua viste le pendenze arriva anche per me l’aiutino elettrico, grazie al provvidenziale gancio da traino … traino che riduce la fatica senza ombra di dubbio, ma, fatti i debiti confronti con il precendente giro, non riduce
chissa’ quanto i tempi di percorrenza viste le pendenze importanti. Ci mettiamo infatti un ora abbondante ad arrivare all’inizio della sezione finale del famoso Zi Chiccu (che in realta’ è fatto di 3 tronconi e sviluppa 11km di discesa per 1400d+, maggiori infos su bicinatura).

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Via, si scende, vediamo se mantiene le promesse: il trail purtoppo è molto sporco, “condito” di rami e rametti, sassi, e altre amenita’ che ne complicano la percorrenza … malgrado questo non tradisce, offrendo tornantini, S a volte impegnative e qualche passaggio ostico.
Niente di impossibile ma i freni della mia specy cominciano a comportarsi in modo poco modulabile e troppo stop and go, complicandomi la
vita non poco. Malgrado tutto riesco a restare in sella per quasi tutto il percorso, evitando soltanto una terribile canalina che mi riporta la mente al giorno dell’infortunio. Nelle fasi finali, ho l’occasione di provare la Turbo Levo di Giuseppe, che si rivela sorprendentemente stabile sullo scassato, anche se un po’ impacciata in curva stretta e in eventuali ripartenze in punti un po’ critici.

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Di seguito un breve video delle “parti salienti” di Zi Kikku 3 :

Ci ritroviamo nel fondo valle, e abbiamo percorso “solo” 700 d+ con 17 km. Dato che c’è ancora tempo decidiamo di risalire un’ultima volta per ripetere il trail San Francesco, che per il mio stato attuale di “confidence level” resta di un livello ideale. De facto meccanizziamo la mia risalita per guadagnare tempo, e ci godiamo un’ultima spettacolare discesa tra sponde e tornantini.

Concludendo : la zona di Antrodoco-Borgo Velino si sta rivelando sempre piu’ interessante per il mio modo di intendere la MTB . Peccato solo per la mia non ottimale forma fisica e per alcuni problemi tecnici sulla bici, freni in primis,che hanno influenzato la mia sicurezza in discesa e non mi hanno permesso di chiudere Zi Kikku come avrei voluto. Poco male abbiamo un conto in sospeso e sara’ dunque occasione per tornarci e migliorare la performance (magari facendo il giro che comprende anche la parte intermedia del trail).

Relive

Relive ‘San Francesco zi kikku 3’

Traccia

MTB: test Thok Mig 2018

Test : e-mtb thok Mig 2018

Anche quest’anno a Formello si è svolto l’italian bike test tour, e malgrado il maltempo ho avuto l’occasione di riprovare l’ebike Thok Mig, gia’ “assaggiata” un anno fa. Ho scelto propio questa bici in quanto è una delle poche elettriche che mi attraggono: la geometria non troppo
esasperata e la compattezza la rendono appetibile anche a ragazze (piu’ o meno cresciute).

La bici testata è il modello Mig, allestita con gomme 27.5 plus, forcella yari, ammortizzatore superdeluxe, trasmissione sram NX 11v, freni shimanao deore con dischi da 200. L’aiutino (o meglio aiutone) elettrico è delegato ad un motore shimano.

A questo link l’allestimento preciso: https://www.thokbikes.com/thok-mig-ebike-biammortizzata-27-5-plus

Stavolta sono stata fortunata e ho potuto provare una S (sono 165 x 60kg circa), che ho subito trovato perfetta per le mie misure.

La prima cosa che si è fatta notare è il tubo sella molto basso, che permette un abbassamento notevole del sellino, cosa che rende il reggisella telescopico da 124 mm piu’ che adatto. Questa posizione bella arretrata sara’ come vedremo molto d’aiuto in salti e discese.
Purtoppo il meteo non è stato clemente ed il test è avvenuto sul bagnato, ed in parte sotto la pioggia. in poco piu’ di un ora ho percorso i trail Scoiattolo, cinghiale e parte della Volpe nel Veio bike park.

Partiamo dal punto forte: la salita. Abbiamo a che vedere con un trattore, che non si fa spaventare dalle curve strette in salita dello scoiattolo, e che in modalita’ trail ci porta in cima in due minuti e mezzo e fatica zero… pronti quindi a scendere, lo scoiattolo è il piu’ breve dei trail di Formello, ed è caratterizzato da salti e qualche curva, di cui un paio a gomito,piu’ un piccolo ripido con compressione finale. La bici è un po’ piu’ dura della mia specy, considerando anche le sospensioni non tarate al mio peso, ma globalmente molto “solida” e intuitiva.

Anche nei salti l’adeguamento di stile è minimo, e richiede solo qualche piccola accortezza nell’arretrare il peso per non perdere la bici in aria. Gli angoli non troppo estremi la rendono facile da girare anche nelle curve a gomito e l’impianto frenante
lavora in maniera adeguata al mio peso rendendo tutto abbastanza semplice.
A seguito dello scoiattolo proseguiamo in discesa sul cinghiale, e anche qua troviamo sicurezza nei salti e nei rilanci ..
Tocca risalire, inizia a piovere e mettiamo il turbo … e la noiosa risalita condivisa dai trail pecora e cinghiale diventa quasi un’altra discesa, con velocita’ oltre i 15 km h e un “uphill flow”, ovvero flow, fluidita’ in salita senza compromessi.

Chiudiamo con una breve tratta del trail Volpe, litigando con il fango e mettendo a dura prova le gomme di serie, ma l’ampia sezione fa miracoli e mi lascia in piedi anche sulle contropendenze.

thok 2

Rientro ai box bagnata e divertita … il problema, se cosi possiamo chiamarlo è che ho fatto una dozzina di km e un 200 mt di dislivello senza fare fatica … in un posto come Formello girare con una e-mtb è come andare alle giostresarebbe interessante capire quanto e come questo mezzo possa spingersi sul tecnico, in particolare in situazioni tipo scaloni e curve strette.
Altra curiosita’ riguarda la possibilita’ di affrontare salite non pedalabili con le proprie gambe, insomma arrivare la dove ci arrivi o cosi o spingismo … per il resto ogni volta che salgo su un ebike e vado in salita senza faticare mi sembra sempre un po’ di rubare qualcosa, di usare una forma di doping estremo tale per cui non sono piu’ io con i miei mezzi. Tutto molto divertente, ma finchè il fisico regge la sensazione di farcela da soli è impagabile, poi con il tempo si vedra’ ……

Pro : La piu’ simile ad una non assistita tra quelle da me provate.
Contro : come tutte le elettriche, peso, difficolta’ di trasporto se non si è Ulk, limiti in giri am che richiedano portage anche breve (ad es guadi non pedalabili) .

Ammetto che gradirei provarla in sentieri piu’ stretti e tecnici ……

Bikepark vs elettrica in Valsusa

Bikepark vs elettrica in Valsusa
… tra passato, presente e futuro della MTB

Questa vuole essere una riflessione di ampio spettro, scritta in un giorno piovoso agli sgoccioli del mio summer break in alta val Susa
in alcuni precedenti scritti ho definito ironicamente questa location al confine con la Franciala valle che resiste dove l’enduro non esiste“, riferendomi principalmente al fatto che la reperibilita’ di informazioni relative a trail con caratteristiche “enduro” è  davvero scarsa, eccezion fatta per qualche “classica” dal dislivello gia’ importante.
Malgrado in passato (2014 l’ultimo evento di rilievo) la ValSusa e in particolare Sauze d’oulx siano stati teatro di importanti manifestazioni quali la superenduro, ad oggi non è facile, sopratutto per un ipotetico “foresto”, scovare giri “salgoperscendere“, ovvero in cui la discesa è “il premio” per il dislivello maturato, rischiando di fossilizzarsi nei due bikepark superstiti (Bardonecchia e Sauze) dove, sopratutto a Bardonecchia, è stato fatto un gran lavoro, ma continua comunque a mancare quell’add-on pedalato in grado di completare l’offerta per elettrici o per chi comunque vuole alternare qualche pedalata alle seggiovie.

Abbiamo detto gran lavoro a Bardo, sintetizziamo un po’ la situazione. Ci ho girato con le #ragazzefreeride e da sola. Vengono dichiarati
85 km di percorsi free-ride, ma secondo me se la cifra viene dimezzata è gia’ tanto. Parliamo cmq di 9 trail serviti da 2 seggiovie:

Zona Campo Smith-Pian del Sole
In ordine di difficolta’:

9D : flow trail per tutti, frontini inclusi, tante curve spondate qualche panettone e un ampia zona tra i prati dove lasciare correre .. #nientedidifficile. Definito rosso ma direi piu’ che altro blu
15D : il trail storico di Campo Smith, migliorato negli anni sopratutto come scorrevolezza.. Lo preferivo quando era piu’ grezzo e richiedeva una guida un po’ piu’ precisa … adesso, passerelle in legno e saltino a parte, lo trovo semplicemente un cuocifreni, almeno per il mio stile di guida
16D : Parallelo al 15 troviamo il 16. Piu’ ripido e tecnico, ma comunque artificiale, tutto spondato ma costruito da movimenti terra. Include alcuni ripidi abbastanza impegnativi e un paio di S strettine ma spondate. C’e’ anche un passaggio molto tecnico su un roccione con uscita su un ripido, passaggio che, se avesse avuto un uscita meno impegnativa avrei azzardato, ma il contesto in cui è inserito non ispira sicurezza. Ciliegina sulla torta e’ la simpatica struttura tipo northsore in legno, con wallride e rampa in uscita. Dal punto di vista tecnico, con il terreno giusto questo trail è quello che offre di piu’.
12D : simile al 16, ma non offre le strutture in legno. Anche qua troviamo alcune S abbastanza ripide non semplicissime.
14D : Trail enduro vero e proprio, naturale. Inizia come un classico sentiero nei boschi, poi due difficili ripidi in sequenza su cui ogni errore non è perdonabile. Consigliato solo agli amanti del genere. Diciamo che questa e’ una vera “nera”. 

turn northshore jump2 jump1

Zona Melezet-Chesal, sempre in ordine di difficolta’.

27D : lunghissimo flow trail, parte con qualche insidia (mezzacosta sui ghiaini un pochino esposto) ma poi diventa un bel sentiero flow, con tante sponde lungo e divertente. Trail completamente “man made” con movimento terra (leggi bobcat), si snoda lungo la pista olimpica. Anche questo è fattibile anche con una front con la dovuta cautela.

24D : Tra Melezet e Les Arnauds, si fa strada uno degli ultimi arrivati .. Anche il 24 D è man made, un tutto sponde che attacca un po’ ripido ma che lascia ampio respiro sopratutto nella parte finale, spaziando tra boschi e prati. Trail di livello medio con curve di diverso raggio, ottimo per migliorare nella tecnica di curva 😉

25D : Il primo nato in zona melezet, mantiene ancora discretamente la componente naturale che aveva un tempo. Anch’esso migliorato negli anni , parte con un bel flow su terreno abbastanza naturale, poi diventa piu’ tecnico con un paio di ripidi da prendere con attenzione, per tornare flow nella parte finale.
26D : altra new entry. Simile al 25, ma un po’ piu’ ripido e tecnico, abbastanza enduristico come genere, alternando parti piu’ scorrevoli a discreti ripidi. Anche questo e’ una bella palestra per fare i conti con un certo tipo di pendenze.

Tutto molto bello …. poco naturale (14d a parte) ma bello e divertente soprautto in compagnia (tnx #ragazzefreeride) ; inoltre è l’unico park in zona che prevede una linea facile (9D) adatta anche a chi prova per la prima volta la mtb gravity …. eh si perchè Sauze, che resta il mio preferito per tipologia dei trails, comunque non è per tutti, e alcuni punti nelle parti basse potrebbero essere per niente intuitivi e scoraggiare un ipotetico/a principiante. Per il resto i trail sono tutti di livello medio, abbastanza naturali ad eccezione di tippy’s witch e offrono un bel mix di flow naturale con qualche elemento tecnico ma sempre fattibili per tutti (anzi come ripidi direi piu’ ripidi a bardo) …

sauzejump

Detto questo … ma se ho un elettrica da enduro e non voglio pagare lo skipass cosa posso fare in alta Valsusa ?
Premesso che sia a Sauze che a Bardo si puo’ – piu o meno agevolmente – risalire pedalando le linee dei park questo lascia un po’ il tempo che trova , si puo’ fare un paio di volte (io stessa che pedalo #conlemiegmbe senza motore lo ho fatto a volte quando tempo e/o fantasia sono limitati) ma poi appunto lascia il tempo che trova … se ci spostiamo pochi km oltre il confine andando in Francia nel Brianconnais troveremo tutt’altra situazione e offerta … dove alle linee dei park si integrano trail naturali e itinerari segnati di diversa difficolta’ che contemplano sia semplici anelli nel fondovalle che cose piu’ impegnative , senza necessariamente superare i 1000 d+ e introdurre elemvnti di “cicloalpinismo” quali lunghe tratte in portage.
Ho tirato fuori l’elettrica perchè, turisticamente parlando, volenti o nolenti il futuro sta li.  Tralasciando gli agonisti di ogni disciplina, gli amanti dell’AM estremo/cicloalpinismo che qua possono trovare un discreto repertorio, ci sara’ sempre di piu’ un concentrato di “sunday bikerselettrici che non cerca soltanto la passeggiata panoramica senza fatica (… tipicamente l’offerta dei noleggi ebike con guida è questa …) ma anche qualcosa con cui divertirsi nella guida, sia essa in discesa o in percorsi misti.

A Sauze ci sarebbe tutta la parte alta ben adattabile ad un uso elettrico (Rocce nere, Supersauze alta , e altre se ne potrebbero aprire)
A Bardonecchia si potrebbe creare/ripristinare qualcosa sul versante Jafferau oltre che meglio segnalare un paio di altri giretti a quote medio-basse …. Per non parlare di zone non servite da impianti, come tutto il Cotolivier, dove qualcuno che prova ad inventariare e tracciare
qualcosa c’è …ma spostandoci di poco ci sarebbe tanto tanto tanto ancora … tipo il divertentissimo trail dimenticato di Sansicario … anche li ci sarebbe margine per ulteriori linee …..  e tanto ci sarebbe ancora …

sansìcarìo Strutture abbandonate …

Nel post olimpico (estate 2006 e anni a venire fin circa al 2012 indicativamente) la MTB ma sopratutto lo sviluppo dei bikepark, tra i primi in italia, ha aiutato la Valsusa a farsi conoscere un po’ anche d’estate andando oltre il turismo delle seconde case a cui è troppo legata … 

Adesso da una parte l’offerta turistica dei park si è ampliata con soluzioni molto piu’ interessanti per gli amanti del genere, dall’altra per essere competitivi serve budget … quindi non bisogna solo focalizzarsi sulla presenza delle seggiovie, trovando un’offerta per una categoria di bikers molto ampia, in gran parte elettrica, che puo’ e vuole divertirsi sui sentieri anche senza risalite meccanizzate ……

C’è da meditare e ci sarebbe tanto da fare …

Test : Specialized turbo levo w 2018

Test : Specialized turbo levo w 2018

I bike test sono sempre eventi interesanti a cui prendere parte. Stavolta l’edizione romana del  bike shop test si svolge a Formello,  quindi quale migliore occasione per farsi un’idea di “dove va” il futuro della mtb. Tanti gli stand presenti, dai grossi brand come Cannondale, Trek e Specialized ad altri un po’ meno noti, quali Thok di cui abbiamo gia’ parlato in passato. Una cosa pero’ e’ certa, che le e-bike ormai la fanno da padrona. E visto il fatto che il villaggio test non si trovava propriamente attaccato ai trails, perche’ non provare proprio un e-bike ?


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Dopo aver sbrigato un po’ di burocrazia, riesco a mettere le mani su una Specialized Turbo Levo 2018 versione da donna. Il montaggio e’ quello di serie, con sospensioni Rock Shox : forcella Revelation da 150 e ammo Monarch, con 135 mm di corsa. Diciamo che siamo nella categoria trail, la stessa della mia Stumpjumper, con 1 cm in meno di escurisione. Noto subito che la piega manubrio e’ stretta, solo 720 contro i 780 a cui sono abituata. Poco male, vedremo se puo’ aiutarmi nelle curve a corto raggio.

levo piega

L’assistenza erogata dal motore si regola con due bottoni + e – accanto alla manopola sinistra, vicino al comando del reggisella tesescopico. Non ci sono display al manubrio, trovo la cosa esteticamente molto piacevole ma forse almeno un indicatore del livello in uso poteva tornare utile. Per raggiungere i trails del Veio Bike Park ci toccano un paio di km di asfalto in salita …. poco male , con  il motore e’ facile, e in 10 minuti siamo al cancello di legno. Anche la breve risalita in sterrato e’ una passeggiata di salute,  addirittura sugli strappi il cardiofrequenzimetro non supera i 120 bpm. Facile, facile, troppo facile. Giunge l’ora di buttarci in discesa.
Opto per il trail cinghiale, che non presenta difficolta’ ma rimane un trail comunque abbastanza discesistico senza troppi rilanci, in modo da poter fare i paragoni con i mezzi non assistiti nel modo piu’ trasparente possibile.

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In discesa i 10 kg in piu’ si sentono tutti, dal primo all’ultimo. I freni sram guide RE fanno il loro lavoro, ma l’inerzia di quei 10 kg in piu’ rende il comportamento del mezzo completamente diverso dalla cuginetta a pedali con cui normalmente giro. Le sospensioni probabilmente non sono tarate a dovere per il mio peso (specie la forka, – consideriamo che la revelation rispetto alla fox 34 sta un pelo sotto), ma fatto sta che anche le curve piu’ semplici e i salti piu’ piccoli diventano difficili e mettono paura. Le gomme plus aiutano e fanno egregiamente il loro dovere perdonando quello che le sospensioni non fanno, ma comunque sto guidando faccia a faccia con la paura di cadere e di ritrovarmi i 20 e oltre kg di questo mezzo motorizzato sulle ginocchia. Non faccio errori grossolani, scendo comunque in maniera abbastanza fluida  ma sento proprio notevole difficolta’ a far girare il mezzo, sia in curve ad ampio raggio che a raggio piu’ stretto.

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Stavolta il bello arriva al fondo, quando si risale per il singletrack che riporta all’ingresso del bosco. La salita diventa piu’ divertente della discesa avendo molto piu’ controllo su quel che deve fare il mezzo e non dovendo pensare ai freni. Diventa una salita “attiva” , “guidata“, non
un semplice mulinare le gambe per guadagnare dislivello. Sono due cose diverse … l’erogazione dell’assistenza e’ sempre ottimale, si pedala comunque in modo naturale e non scattoso … si, si pedala, ma la fatica e’ tendente a zero, con il cardio che i valori piu’ alti li ha segnalati in discesa e non in salita. Ancora una volta siamo in cima, tagliando addirittura due tornanti come niente fosse …  e senza fermarci ci buttiamo giu’ per la Volpe, trail piu’ pedalato e meno pendente.
Qua l’elettrica comincia ad avere un qualche perche‘, riesco anche a fare qualche salto in maniera un pelo piu’ sicura, ma il peso continua a sentirsi eccome. In compenso sui frequenti rilanci non si fatica e non si perde velocita’ , a patto di riuscire ad imbroccare  bene il giusto rapporto e livello di assistenza.
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Risaliamo un’altra volta stavolta sul brecciolino, proviamo la modalita’ turbo ….. mai andata cosi’ forte in salita, la levo sembra uno scooter e piu’ di una volta supero i canonici 25 km/h oltre i quali la legge italiane impone il disinserimento automatico dell’assistenza.

Concludendo : ancora non ci siamo per come la vedo io … ho avuto un’impressione migliore dalla Thok testata a maggio, piu’ intuitiva e stabile. Il non faticare in salita non giustifica le grosse difficolta’ in discesa. Probabilmente che viene dalla DH o ha esperienza con le moto la pensa diversamente da me, ma per la mia idea di mtb e il tipo di sentieri che prediligo (a volte anche molto naturali) il peso eccessivo diventa un limite e un pericolo. Per non parlare del fatto che il peso non si sente solo in discesa, ma anche nelle operazioni di carico e scarico e diventa anche complicato l’eventuale passaggio a piedi su eventuali parti tecniche fuori dalla mia portata ..

Sottolineo che questo test e’ stato scritto di pancia, di getto riportando le mie sensazioni. Come tutte le cose credo che approfondendo l’argomento e testando altri mezzi si possano avere altri elementi di valutazione, ma per il momento il divertimento in discesa dato da una moderna bici senza motore da enduro/trail non ha paragoni 😉

De gustibus ….

MTB: Una strana coppia a Formello – Slayerina vs E-Bike Cube

#Slayerina e’ vecchia lo sappiamo : e’ una 26, e’ pesantina, il pignone piu’ grande e’ il 32 …. Pedalarla richiede un po’ di pazienza e un po’ di fatica. Il reggisella telescopico ha fatto tanto, e altrettanto fara’ l’imminente arrivo del pignone da 36 al posteriore, ma resta comunque un oggetto che pesa 15 kg, e che per salire ha bisogno del suo tempo … mettiamoci anche che la padrona non e’ di certo sto mostro come gambe …. insomma abbiamo capito. Per portare su la Slayer ci vanno fiato, gambe e tanta buona volonta’, specie su tracciati vagamente tecnici con qualche strappo …. stiamo parlando del solito Formello, che di questi tempi causa meteo avverso e’ diventato il mio spot primario in mtb, grazie al terreno che drena facilmente.

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Credo che a qualunque biker prima o poi capiti di imbattersi nell'”amico che si e’ preso la bici elettrica o meglio e-bike.
Bene nel mio caso si tratta di un amico surfista, felice possessore di una e-cube front 29. Da un po’ avevamo in mente un giro assieme, e gli avevo proposto Formello, vista l’accessibilita’ dei trails anche alle front e la presenza di salitelle piuttosto simpatiche dove l’avere il motore fa la differenza. Finalmente oggi riusciamo a beccarci e farci questo divertente giretto.

Io ho le gambe molli: e’ stata una settimana piuttosto intensa per le mie gambine: anche ieri pomeriggio ero a Formello, facendo le corse
contro il tempo ho girato i 3 trails nel mio tempo record di 1h 35 minuti … ma no problem, tanto sapevo che il confronto con una
bici elettrica in salita e’ improponibile. E come volevasi dimostrare su per le rampe di salita allo scoiattolo la e-cube scatta
mentre io annaspo con slayerina, vagamente invidando l’amico elettrificato.

Comincia la prima discesa, e per me il divertimento … anche l’elettrica pare cavarsela e il mio distacco non e’ mai eccessivo.

Tra curve e saltini siamo al fondo del Cinghiale e tocca risalire … ovviamente io fatico, il mio amico no, ma decide cmq di lasciare
il rapportino e mantenere il mio lento passo. Slayerina arranca nei boschi, le gambe credevo peggio ma vanno. Certo lui potrebbe
scattare e metterci la meta’ (se non di meno) del mio tempo per arrivare in cima …. ma ne approfittiamo per chiacchierare e fare
qualche foto.

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Terminata la piu’ lunga delle risalite, il fatidico momento. Decido di provare il mezzo motorizzato. Avevo gia’ provato un paio di e-bike,
ma solo in pianura e su asfalto, quindi in pratica non ho termini di confronto. Salgo sulla cube, e’ una M come taglia, ci sto abbastanza bene,
non e’ troppo grande. Scendo un pelo in basso, e in discesa la presenza del motore che scatta subito e ti fa camminare di brutto un po’
mi spaventa, complice anche il fatto di aver a che vedere con un frontino da 29 che in realta’ a livello di inerzia e’ piuttosto
pesante. Al primo slagro decido di fare inversione di marcia e vedere quel che piu’ mi interessa: la salita.

Bene … la bici e’ a un livello di assistenza intermedio …. e basta girare i pedali e questa va su da sola … senza il minimo
sforzo … cammina al punto di doverla piegare in salita, cambiando totalmente la tecnica per fare i tornantini.
Impressionante … e non oso immaginare cosa fa una full … un vero giocattolo per criceti ….

Riprendiamo il giro con ultimo strappo sulla Volpe, trail che piace all’elettrica ma un po’ meno a slayerina
(e alle mie gambe) nelle parti da rilanciare…. fatta eccezione per i divertenti salti dell’ultima parte….

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Io sono vagamente stanca, il mio socio elettrico pare abbia fatto il giro dell’isolato.
Riprovo l’elettrica anche per lo stradotto di rientro al parcheggio …. inutile dire che sulla salita scorrevole va da sola arrivando anche a velocita’ vergognose.

La particolare giornata mi ha fatto riflettere sul mondo “elettrico”, capendone un po’ meglio il funzionamento e il suo perche’.
Per me la MTB e’ uno sport, un modo per stare all’aria aperta ma anche un modo per mantenermi in forma e migliorare fisicamente e/o contrastare la vecchiaia che avanza. Odio le palestre e tutte le cose fini a se stesse, l’outdoor per me e’ una necessita’ e approfitto delle opportunita’ che ci danno gli elementi naturali per allenarmi e migliorare.

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In quest’ottica, al momento, la bici elettrica non mi interessa. Ammetto che e’ un bel giochino, ma e’ un giochino per cricetare. Puo’ aver un senso in un contesto alpino con giri molto lunghi con molto sviluppo verticale (sopra i 1000 mt di dislivello)…. a patto di imparare a guidarla a dovere perche’ il comportamnto (e il peso) rispetto ad una bici a propulsione muscolare e’ differente e richiede un adattamento alla guida.
Io non mi vergogno di andare piu’ piano. Non accetterei una bici elettrica come regalo da un ipotetico fidanzato biker per stargli dietro.
Qualcuno dice che la e-bike e’ un modo per avvicinare alla mtb il gentil sesso …. beh forse e’ un modo per avvicinarsi alla montagna. Ma non alla mtb intesa in quanto sport. Ovvio che poi con l’avanzare della vecchiaia e il conseguente abbassamento delle performance del sistema cardio-vascolare si vuole ancora stare all’aria aperta … ben venga la e-bike, ma finche’ ci son le gambe … chi va piano va sano e va lontano ….
con la propria forza esclusivamente umana e muscolare.

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