Cima Bosco Splitboard

Cima bosco in Splitboard

L’ultimo giorno in Valsusa si chiude con una classicissima: Cima Bosco, gia’ esplorata in bici in versione estiva.
Per chi non la conoscesse, Cima Bosco e’ un must. Forse fin “troppo” un must, spesso presa d’assalto da una notevole varieta’ di amanti della montagna invernale, in quanto facile, senza particolari pericoli e molto panoramica. Sapevo che era una gita a “rischio”, sia per l’affollamento (si fa per dire, nulla di paragonabile alle problematiche del surf) con conseguenti problemi di parcheggio, che per la condizione della neve. Che sarebbe stata TANTO tracciata era gia’ messo in conto. Malgrado tutto volevo tornare a fare una super classica, la gita che forse ha fatto nascere la “dimenticata” (non mi va di darla per morta) VBA (Valsusa Backcountry Alliance), e l’unica di quest’anno assolutamente fuori dalle zone dei resort.
Stavolta non siamo su piste in abbandono ma su un terreno sul quale impianti non ce ne sono mai stati.
Partiamo da Thures, paesino costruito proprio sulle pendici di Cima Bosco. E’ abbastanza presto e fortunatamente trovo posto per la macchina in maniera piuttosto agevole.
Fa freddo, il paese e’ ancora in ombra, la strada e’ gelata e la neve pure: quest’ultima ha un aspetto crostoso che non promette bene.
Sono indecisa, ma ormai sono qua, ho parcheggiato bene, e non posso che sperare nel rialzo termico e in una trasformazione in firn con l’alzarsi della temperatura.

thures start

La prima parte della salita attacca subito cattiva con un bel muro che mette alla prova la mia tecnica ancora rudimentale. La split non ama le diagonali, va tenuta il piu’ piatto possibile in modo che le pelli facciano ben contatto con il terreno impedendo lo scivolamento. La traccia e’ battutissima, e in qualche punto (fortunatamente pochi) tocca prestare attenzione alle “buche” lasciate dai ciaspolatori per non trovarsi inaspettatamente senza aderenza. All’altezza delle grange “Croce Chalvet” il tracciato spiana e diventa piu’ agevole, seguendo indicativamente il sentiero estivo che ho percorso in bici in discesa. Si procede prevalentemente nel bosco su traccia ben battuta … ma purtroppo “ben battuto” e’ anche tutto il circondario. La neve e’ sempre dura, ma il sole inizia a far sentire la sua presenza e mi lascia sperare che, tempo di arrivare in cima e la situazione sara’ in qualche modo gestibile. Durante l’ascesa si alternano parti di bosco piu’ fitto con qualche radura, che lascia intravedere, sopratutto da oltre i 2000 slm, qualche sprazzo di spazio per tirare ancora due curve su neve decente sul versante alla mia destra (in direzione di salita)… spazi che diventano sempre piu’ ampi e interessanti all’aumentare della quota, aumentando anche la motivazione nel raggiungere la vetta.
up grange

E cosi’, dopo 2h15 circa di cammino su 700 d+, raggiungo la caratteristica cima, presidiata da una cappelletta dentro la quale si puo’ trovare riparo.

(foto)

mt. furgon

cappella cima bosco
cimabosco top 1 cimabosco top2

Fa freddo e c’e’ parecchio vento. Giusto il tempo di riunire la split e ripartiamo. Si scende, come previsto, tutto a sinistra seguendo le zone meno tracciate.

start

(video discesa helmet cam)

 

grange2 traccia

E, gradita sorpresa, la neve e’ buona per gran parte della discesa, giusto qualche breve parentesi crostosa, ma per il resto prevalentemente farinosa e ottima.
Giusto gli ultimi metri han lasciato spazio a neve trasformata un po’ pesante, ma che comunque non ha creato alcuna difficolta’ alla split.
In breve purtoppo un ultimo traverso ci riporta a monte dell’abitato di Thures, dove tocca levare la split e raggiungere la macchina con qualche centinaio di metri a piedi.

end thures

Concludiamo dunque la permanennza in Valle con una Classica che non ha deluso, anzi ha stupito regalando una neve che, considerate le temperature dei giorni precedenti e l’assenza di precipitazioni, meglio non poteva essere nel range di quota di riferimento.

Lascio la Valle con dei bellissimi ricordi, soddisfatta piu’ che mai di questi giorni e dell’aver acquistato una splitboard. Il senso di liberta’ che da questo mezzo, una volta raggiunta la meta prestabilita e ricongiunte le mezze tavole, non ha paragoni. Ogni escursione ha un suo perche’ … ogni discesa viene firmata …. finche’ la traccia non verra’ cancellata da una nuova nevicata (si spera).
E da li si ricomincia, sperando di tornare presto a surfare le mie lineup innevate.

MTB: Cima Bosco

MTB: Cima Bosco (Val Susa)

Cima bosco e’ sopratutto nota come classica facile gita scialpinistica/snowalp invernale. Si tratta di un bel panettone alto
circa 2400 mt slm, situato tra Sauze di Cesana e Thures,con un versante boscoso e un’altro piu’ aperto, con un pendio “surfabile”/sciabile in inverno e affrontabile in mtb in estate, grazie ad un singletrack che sulla carta dovrebbe essere molto flow e divertente.
Per conquistarsi questo bel sentiero pero’ ci aspettano 14 km di salita e circa 1000 metri di dislivello. Sono i primi 1000 dell’anno
per me e per questa Specy Stumpjumper verde con cui sto facendo amicizia.

cima bosko 1
La salita e’ nel bosco, sempre ombrosa su carrabile mai troppo difficile e mai troppo pendente, ma con fondo a volte irregolare, breccioloso e comunque poco scorrevole. Le difficolta’ per me con il 42 si fanno sentire come c’era da aspettarsi, e tocca alternare pezzi pedalati a pezzi di “spingismo”, ma posso assicurare che con una gamba migliore o con rapporti piu’ consoni si pedala al 100%, tranne forse l’ultimo brevissimo strappo. Il guadagno di quota e gli scorci panoramici comunque invogliano a continuare a salire, pronti a godersi la ricompensa finale.

cima bosko1

Questo e’ un classico giro “salgoperscendere“, di quelli che piacciono a me. Quelli in cui la dicesa te la conquisti, quelli in cui non importa se hai il reggisella telescopico o meno, tanto una volta in cima l’assetto e’ quello da discesa fino in fondo.

cimabosco 3

Gia’ dall’alto si intuisce che il flow ci sara’ : un bel sentiero naturale si snoda nel bosco rado, con curve mai troppo strette, qualche
tratta vagamente piu’ tecnica ma sempre all’insegna di una piacevole e guidabile scorrevolezza. Flow. Dovendo forzare un paragone
con qualcosa di appenninico, possiamo tranquillamente paragonarlo alla parte alta del Vallone delle Cese.

cima bosco singletrack

cima bosco 6 cima bosco cartello
Saltuariamente qualche tronco obbliga a qualche deviazione, ma de facto non e’ mai stato necessario scendere dalla bici. Peccato solo per l’ultima parte, una mulattiera mediamente ripida e scassata che richiede una certa attenzione, ma niente di difficile.


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Nel complesso un classico giro “premio”, con discesa da conquistare e che vale tutta la pedalata in salita. Vivamente consigliato a chi ama il flow naturale, tutto da conquistare pero’ 😉

Relive:


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