MTB: Monte Autore da Camerata Nuova

Monte Autore da Camerata Nuova …Scatenato …

Le temperature piuttosto alte e le giornate ancora decentemente lunghe mi hanno fatto optare per un giro che andasse oltre quota 1000…
L’idea iniziale era, visto lo stato di allenamento piuttosto buono per i miei standard, di affrontare il famoso Zi Chiccu, nella to do list appenninica da un po’. Purtoppo il tempo (fisico, non metereologico) e la lontananza del suddetto trail mi hanno fatto optare per qualcosa di piu’ vicino, dunque assieme all’elettrico Guido abbiamo deciso per un giro gia’ piuttosto lunghetto, ovvero la salita al Monte Autore da Camerata nuova via CampoSecco (che gia’ abbiamo conosciuto con i giri che partono da Livata) con un lungo anello in discesa che dal Monte autore scende a Fosso Fioio e seguendo quest’ultimo ci riporta a Camerata Nuova.

Totale 34 km circa con 1000 d+, di cui 15 in salita e quasi una ventina in discesa. Almeno sulla carta.

Anche per questo giro, facciamo affidamento alle tracce di Bicinatura, ormai punto di riferimento online per i giri in centro Italia.

Ci ritroviamo a Camerata Nuova, quota 788 mt slm, altro paesuncolo improbabile con le case di pietra dove pare che il tempo si sia fermato, e dove parcheggiare non e’ semplicissimo, alla fine troviamo qualche slargo al campo sportivo.

Iniziamo la salita, che attacca subito abbastanza cattivella, dopo un breve pezzo d’asfalto inizia uno sterratone poco pendente ma anche poco scorrevole, molto ciottoloso e breccioloso, che mi impone di farlo tutto con il 46 a velocita’ inferiori ai 5km/b. Im questo modo  guadagnamo i primi 500 mt positivi, fino a Camposecco, quota 1300 slm circa, la grande piana dall’aspetto extraterrestre con cui abbiamo gia’ fatto conoscenza nei giri estivi.

campo secco 1 campo secco2

lago campo secco

Da qua, la salita e’ nota e piu’ scorrevole, prima parte in singletrack nel bosco, mai troppo pendente quasi sempre pedalabile con il 39,
a seguire ultmi km di sterrata facile fino alle Vedute dell’Autore … da cui apprezziamo uno scorcio panoramico tra i piu’ belli della  zona.
Totale, tre ore e mezza per guaragnare poco piu’ di 1000 mt in circa 15 km. Il cielo e’ scuro, minaccia pioggia, decidiamo di non perdere tempo e di avventurarci alla scoperta di questo singletrack.

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Si inizia con una parte esposta, a volte non pedalabile in leggera salita, poi una prima parte flow nel bosco che in breve diventa piu’ tecnica, intervallata da qualche rockgarden (teoricamente tutti fattibili, ma non conoscendo la linea e con i nuvoloni alle spalle  ho preferito evitare esperimenti), fino ad una radura in cui si perde un po’ la traccia nei prati, ma si ritrova con facilita’ un singletrack strettino ma molto flow, che ci conduce ad un’altra sezione tecnica nel bosco un po’ sporca …

Sezione tecnica che risulta per me fatale: un ramo mi si incastra tra ruota e deragliatore e distrugge quest’ultimo.
Unica soluzione: togliere la catena e scendere “scatenati” finche’ si puo’ ….

Gia’ … finche’ si puo’ …
L’esperienza di girare senza catena e’ tuttavia divertente … una sensazione unica, in cui non si sente il rumore della ruota libera e che obbliga ad usare i freni il meno possibile per non perdere velocita’. Peccato che l’ultima parte del trail presenti non pochi saliscendi, che per quanto vuoi non frenare non sono fattibili di slancio. Pazienza si Spinge.

Sbuchiamo su uno stradone, non capiamo molto bene dove siamo, alla fine seguendo la traccia riusciamo a trovare la sterrata che costeggia
Fosso Fioio. Purtoppo qua iniziano per me i dolori … la strada e’ piuttosto pianeggiante, e lo sara’ per circa 5km. Sono costretta
a farmi tirare da Guido per un lungo tratto … in qualche modo ci arrabattiamo, ogni tanto la strada diventa piu’ pendente e si riesce a far scorrere la bici, ma questo Fosso Fioio che attraversa in maniera piu’ o meno scassata e fastidiosa la sterrata che scende senza nessuna particolarita’ sembra eterno, mettiamoci pure che ha anche iniziato a piovicccicare e che le frequenti pozze non aiutano, insomma gli ultimi km anche se privi di difficolta’ sono stati una sofferenza unica.

fosso

Finalmente ritroviamo una stradina asfaltata, in leggera salita ahime’, e poco dopo la “civilta‘” …. con il solito contorno di nerissimi nuvoloni che sovrasta il centro abitato di questo paesino senza tempo.

camerata nuova

Premesso che il mio giudizio sul giro puo’ essere influenzato dall’incidente con il cambio traiamo le conclusioni :

Salita: medio-lunga, pendenza appropriata al dislivello, ma sempre fattibile e pedalabile senza troppi patemi. La prima parte oltre ad essere scassata, e’ pallosa, sempre uguale, chiusa in una valle senza scorci panoramici. Da Camposecco la cosa si fa piu’ facile e piacevole, grazie anche al terreno migliore.

Discesa : panoramica, molto per gli standard appenninici, nella prima parte, poi varia e variabile, passando dal super flow al tecnico con
roccia fissa, ad alcune tratte con fondo un po’ piu’ instabile su cui scegliere la linea.
Unico neo per me fatale gli innumerevoli rami nella seconda parte, che hanno messo ko il mio deragliatore posteriore. Tutto questo godimento
dura circa 4 km.

Il seguito, fosso Fioio, a parte il particolare paesaggio della prima parte, lo ho trovato davvero “inutile” … certo senza catena e’ stato particolarmente pesante, ma trattasi di stradotto senza difficolta’, largo, senza curve, in cui l’unica particolarita’, che puo’ piacere o no, sono alcuni attraversamenti del gretto del torrente, piu’ o meno lunghi, piu’ o meno fattibili in sella a seconda della tecnica del rider.

Da rifare ? Sicuramente si prima o poi, magari senza rompere il cambio e in compagnia di qualcuno che gia’ conosce i rockgarden in modo da provare ad affrontarli seguendo la giusta linea 😉

E adesso tocca aspettare l’arrivo del deragliatore e giocare al piccolo meccanico ….

Relive

Relive ‘Autore scatenato..’

 

Traccia

Un ringraziamento particolare va a Guido, senza il suo supporto elettrico nella parte pianeggiante sarei rientrata con il buio probabilmente …..

MTB: Livata 2: monte Autore e piana di Campo Secco

Monte Autore e piana di Campo Secco

Viste le buone potenzialita’ che gia’ nel giro dello scorso weekend pareva riservare la zona di Monte Livata, ho pensato di tornarci, con l’obbiettivo di trovare un giro che preveda un bel sigletrack in discesa. Fatte le dovute ricerche, opto per un mix tra due tracce, una offerta da Bicinatura, l’altra trovata su wikilok. Il giro prevede la salita verso il monte autore, e poi la discesa verso la piana di campo secco. Da li tocchera’ risalire ahime’in quanto la perdita di quota sara’ maggiore di quella guadagnata, ma per il momento conoscendo ancora relativamente poco il territorio ho preferito impostare il giro includendo aree gia’ viste in precedenza.


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Quindi, si parte dinuovo da passo dell’osso, pedalando prima su asfalto e poi su un semplice sterratone fino alle pendici del monte Autore. Esattamente come lo scorso weekend la zona e’ zeppa di merenderos in fuga dal caldo. Spero solo di trovare un bel sentiero, che mi allontani dalla folla e che mi faccia godere un po’ di silenzio e solitudine. Gia’, solitudine, perche’ a volte ho bisogno di girare da sola, potendo cosi’ seguire con certezza le indicazioni del GPS, senza ansia da prestazione ne in salita ne in discesa, fermandomi tutte le volte che lo reputo necessario, per godersi la natura e fare foto.
Arrivati in cima a quota 1800 dopo aver maturato circa 250 mt di dislivello, ci fermiamo un attimo alle cosiddette “Vedute di monte autore“, punto panoramico poco sotto le pendici dell’omonimo monte.Giusto il tempo per due foto e poi via veloci cerchiamo di allontanarci dalla folla, imboccando il singletrack che ci condurra’ fino alla piana di Campo Secco.

vedute monte autore

Ed ecco che bastano pochi metri per ritrovare l’amato silenzio, in uno splendido bosco che ci regala anche qualche buonissima fragolina. Il sentiero e’ naturale, divertente, senza #nientedidifficile , qualche pietra fissa, qualche punto dove scegliere bene dove mettere le ruote, ma ci sono sempre linee multiple per evitare i passaggi piu’ complessi.

fragolina

singletrack 1 singletrack 2

Qualche dosso e qualche pietra strategica permettono anche di staccare le ruote da terra. Divertimento al naturale direi. Il sentiero si trasforma poi in double, e poi ancora in carrabile abbastanza scassata che infine sbuca nella splendida piana di Campo secco .

L’enorme pianoro fa la sua figura: enormi praterie costellate da sassi danno a questo posto una connotazione quasi extraterrestre.

campo secco 1 campo secco 2 campo secco 3 slayer campo secco

Purtroppo, abbiamo perso come da programma parecchia quota, siamo a 1200 circa, e ora tocca risalre con pazienza verso i 1500 di passo dell’osso. La salita e’ per meta’ su singletrack, mai troppo tecnico e mai troppo ripido, diciamo che eccezion fatta per un paio di passaggi si lascia pedalare … viene da pensare a come potrebbe essere percorrerlo in discesa. Il sentiero finisce in uno stradotto carrabile, che risultera’ poi essere lo stesso percorso il weekend precedente. Ecco che ritroviamo il mini laghetto gia’ visto, stavolta in compagnia di alcune mucche al pascolo.

laghetto 1 laghetto 2

Da qua la strada la avevamo gia’ fatta in discesa, ma ora e’ tutta salita, senza niente di complesso, solo far girare i pedali …
un ultima breve discesetta e ci ritroviamo nuovamente nei prati popolati dai merenderos, e poc’anzi il parcheggio e la macchina.


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Un bel giro che conferma che la zona e’ un ottimo antidoto per il caldo. Diciamo che preferirei trovare un sistema per sfruttarla cercando di partire da un punto piu’ basso: dal punto di vista mentale, mi piace vedere la discesa come un premio, mi fa apprezzare di piu’ il giro, che non come un passaggio obbligato che ti portera’ ad una salita obbligata. A parte questo piccolo dettaglio il giro e’ piu’ che divertnte. Forse qualche passaggio tecnico in piu’, tipo ripidoni non avrebbe guastato. Ma non si puo’ avere tutto …

Relive

Traccia GPS GPX