Surf: Al cospetto della Maga Circe 2018

maga surf
…. cronache di una antisurfista (o “anta”surfista) ?

26-8-2018 … secondo giorno da quarantenne … da qualche giorno rientrata a Roma …….
da un po’ di tempo mancavo dal Mare o meglio dal surf, e le previsioni meteo erano sotto stretta osservazione.
Le premesse per tornare in acqua e ritrovare quella sensazione di scivolamento sulle onde che mancava all’appello da mesi ormai, c’erano tutte. Mareggiata dal quadrante ovest che avrebbe attivato il mio spot preferito, tempo instabile quanto basta per allontanare i  bagnanti.

Malgrado tutto, decido di essere pronta per un piano B, e di caricare in macchina anche la bici. Il Circeo è ricco di trail, e nel caso di mare inconsistente, sovraffollamento o altri disguidi che possono rovinare la giornata la Specy sarebbe stata li, pronta a a portarmi  a spasso sul promontorio della Maga Circe ….

surf + bìk3

“Rotolando verso sud” in poco meno di due ore siamo allo spot del Carrubbo. Tutto come da programma, il cielo e’ grigio, i bagnanti
desistono ma in compenso in acqua c’è una folla che pare di stare all’Ikea.

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Dato che miracolosamente trovo parcheggio quasi subito vicino allo spot, decido di buttarmi malgrado la folla a mollo. Le condizioni sono buone, non ancora perfette ma comunque piu’ che accettabili considerato che non surfavo in maniera degna di questo nome da un bel po’ di mesi .

Il mio aspetto e outfit è un po’ in contrasto con la tendenza alla figheria/poseria che ormai regna sovrana tra i surfers veri e presunti tali: mutino smanicato a pantaloncino, accoppiato con licra mista neoprene decatlon reparto sub. L’anti surfista … dato che ormai
trovare un mutino estivo di buona qualita’ che non lasci il culo di fuori, ripari un po’ dalla paraffina e che sia vagamente sobrio e adatto anche ad una vecchietta come me pare un impresa d’altri tempi, quando ancora l’abbigliamento tecnico era orientato alla funzionalita’prima che alla moda (NB il mutino in questione e’ fatto su misura da seangolare) … La tavola e’ la ormai datata Violetta long handmade la cui storia e’ fatta di gioie e dolori, ormai pieno di bozze e riparazioni anche piuttosto agricole nastro americano incluso, ma lei e’ la mia tavola e finche’ galleggia surfera’ con me.

nonnasurf

Raggiungo senza difficolta’ la lineup. Le braccia girano senza fatica, probabilmente le 3 settimane in quota si sentono su tutto quel che e’
aerobico. Noto subito che lo spot non lavora come un tempo … il primo piuttosto ovvio tentativo di prendere una destra si concretizza
in un bel tuffo … il fondale e’ cambiato e ora l’onde piu’ lunga e’ una sinistra, che dal centro della baia srotola verso la zona  piu’ rocciosa . Purtoppo c’e’ davvero tanta gente, e i miei sforzi per mettermi in precedenza vengono mal interpretati da un soggetto che cercava di partire sulla spalla… Non entro nei dettagli, lascio perdere perche’ non e’ casa mia, vengo da un posto a 200 km dal mare e non amo questi battibecchi … certo e’ che il problema affollamento c’e’, e che quando su una serie di 3/4 onde ne esce solo una ben surfabile non e’ cosa. Dopo aver preso comunque un paio di sinistre dignitose, il vento inizia ad aumentare, facendomi spostare nell’inside.

Sulla risacca l’Apoteosi: principianti d’ogni genere e mezzo, impossibile prendere una parete con il long senza rischiare di mandare qualcuno in ospedale.
Del resto pure loro han diritto di imparare, anche se potrebbero tranquillamente imparare sulle schiume anche altrove, ma e’ ancora stagione balneare, quindi perdonati (un conflitto surfista incapace bagnante e’ peggio che un conflitto tra surfisti e danneggia la categoria intera) …

Basta, la situazione e’ diventata ingestibile: e’ ora di pranzo, decido di uscire e cambiare mezzo di locomozione, se non altro per non perdere il parcheggio e spostarmi a pedali verso il paese alla ricerca di cibo.
Dopo un break e un caffe’ torno allo spot, che continua ad essere affollato anche se la qualita’ pare migliorata. Decido di aspettare e ingannare il tempo andando alla ricerca di qualche trail sul monte. Indosso le scarpe e le protezioni, e inizio a pedalare verso il misterioso promontorio. Si sale su asfalto con qualche rampa, il 46 e le gambe a livello del mare fanno il loro dovere. Appena superato il centro storico di San Felice Circeo, il cielo si fa scuro, e comincia in un attimo a venire giu’ acqua … non sono due goccie ma piove bene …

raìn

Niente da fare, la Maga Circe ha deciso che per me oggi e’ giornata di surf e surf sia. Torniamo al volo alla macchina, la pioggia ha spaventato  molti dei “sunday surfers” e la lineup si e’ svuotata. Cambiamo abbigliamento e mezzo, stavolta boardshorts di 10 anni fa (altro capo di abbigliamento pressoche’ sparito dal guardaroba dellA surfistA) e giacchetto retro’ a manica lunga.

folla

Di corsa in mare, dopo un periodo di attesa nell’inside noto un sup sulla secca piu’ esterna che ha ricominciato a fare sinistre.
C’e’ anche un altro longboarder, remo fuori e finalmente si ragiona. In tre sul picco per una quarantina di minuti, ricomincio a prendere onde, tutte sinistre una piu’ bella dell’altra. Riprendo confidenza con la tavola e tento qualche approccio al nose, non perfetto ma ci si avvicina. Il tipo di onda mi costringe anche a tentare qualche cutback per non perdere la sezione portante, traballo un po’, saro’ sicuramente goffa e scattosa ma l’importante e’ divertirsi. Torna il sole e la lineup si ri-affolla progressivamente … da 3 5, poi 7, 9 , 11… ecc ecc ecc … tutti dinuovo all’ikea … e tutti con facce incazzate pronti a sgomitare per qualche secondo di scivolata …
Esco con l’ultima buona onda e il sorriso, prima che il sangue marcio torni a galla.

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E’ stata una bella giornata di surf … Grazie Maga Circe per avermi regalato 40 minuti di godimento … ricordati di me ogni tanto 😉