EOY 2018 – Welcome 2019

Eoy 2018 – Welcome 2019

Oulx (TO) 22-1-2019

Con un po’ di ritardo eccomi a tirare le somme sull’anno passato.
Stavolta non e’ cosi’ semplice fare un riassunto delle “puntate precedenti”. Una cosa e’ certa, l’arrivo della splitboard mi ha riportato
ulteriormente a ritrovare le mie origini, confermando che tutto e’ iniziato da qui, da questa valle, in questi giorni fredda e poco innevata
dove ho mosso i primi passi sulla neve prima da piccola con gli sci e poi da adolescente sulla tavola.
La “valle che resiste dove l’enduro non esiste” d’estate, d’inverno diventa un playground niente male, che anche con poca neve (o artificiale)
puo’ salvarti in corner se hai l’attrezzo giusto, nel mio caso la k2 carveair, tavola “groomer”, carving newschool, che esprime il suo massimo potenziale a pista libera su neve artificiale fino a 56 km/h .
Una cosa e’ certa. Mi manca il mio playground. Mi mancano le mie montagne. Mi manca l’avere neve, piste e itinerari snowalp/backcountry a pochi minuti di macchina.

lauta1 splìt

Si, molti mi dicono che sta nevicando in appennino e che giu’ c’e’ un sacco di neve.
Vedo su facebook post da invidia … ma per quanto rosico, ho un senso di impotenza di fronte a tutto cio’.

faggeta
Impotenza dovuta al non conoscere il territorio. Al non avere l’abitudine di farsi due ore (o piu’ di macchina) per poi mettersi a camminare con la splitboard per altrettante alla ricerca di una linea di discesa perfetta che perfetta non potrebbe essere.
Cerco di documentarmi, ma mi sento ignorante. E’ un territorio diverso, molto vasto, disabitato, con altitudini limitate, prevalenza di
latifoglie (faggete) , con una conformazione molto lontana da quella alpina. Non ci sono punti di riferimento precisi, il gps in skialp e’ pressoche’ inutilizzato e di conseguenza diventa veramente complicato avventurarsi senza l’aiuto di qualche “local” o esperto di tali localita’.
Mai piu’ come in questo momento apprezzo la fortuna avuta in passato … ci sono momenti, periodi. Ho voluto imparare a fare surf,
cosa che mi e’ riuscita alla fine, con qualche limite e, in fondo, anche qualche delusione abbastanza profonda sopratutto riguardante
l’ambiente che ruote attorno a tale disciplina. Ma quando in uno sport super meteodipendente arrivi ad una specie di capolinea, ad un livello tale per cui il tuo fisico non ti permette ulteriori evoluzioni, e la pratica per vari motivi puo’ essere piu’ traumatica che piacevole allora e’ meglio tirare il freno a mano e buttarsi in acqua solo in condizioni tali per cui ne valga veramente la pena …. tipo quelle nella foto sottostante …..

circe super

La bici resta l’unica certezza, l’unica compagna di giochi e di avventure che difficilmente delude. Da questo punto di vista sopratutto in off-season lo stare a Roma non e’ cosa malvagia, offrendo comunque alcune opportunita’ poco distanti dalla capitale per divertirsi senza macinare troppi km. Ultimamente in mtb sto lavorando piu’ sulla tecnica che non su altri aspetti, in quanto sto ultimando il corso per aspirante maestra di mtb di primo livello. Ma spero a breve di tornare anche a rimettermi in gioco sui trails e non solo su ostacoli artificiali.

mtb2018

Speriamo dunque in un 2019 sempre all’aria aperta, all’avventura nella neve e alla scoperta di nuovi trail. Se poi ci scappa qualche onda vedremo di approfittarne … Ride the elements !!!

MTB: test reggisella telescopico su Front

Del reggisella telescopico ne abbiamo gia’ parlato evidenziando l’estrema utilita‘ dell’accessorio in questione e del come puo’ semplificare notevolmente la vita e la guida della mountain bike, sopratutto ai comuni mortali. E oggi infatti voglio lasciare spazio all’opinione di Mike, amico da poco avvicinatosi alla MTB con una front Specy Stumpjumper montata con alcuni accorgimenti per renderla un po’ piu’ “cattiva” e non disdegnare anche la discesa. Tra le customizzazioni infatti spiccano pedali flat, dischi da 200 / 185 , manubrio largo (780 mm) con rise e ovviamente reggisella telescopico KS.

stumpjumper 2013

La prima uscita con questo setup e’ stata fatta a Formello, i cui sentieri ben si adattano anche ad una front incattivita grazie ai frequenti rilanci specie sui trail Cinghiale e Volpe.  Ecco il feedback di Mike riguardo al suo giochino:


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Se molti ritengono che questo accessorio abbia cambiato radicalmente il modo di andare in MTB e se in tanti hanno apprezzato questo prodotto, non posso che essere pienamente d’accordo. Oggi ho provato per la prima volta il tubo reggi sella telescopico sulla mia Spacy e devo dire che son bastati una manciata di secondi per capirne l’enorme vantaggio che ne deriva. La mia Stumpjumper front ha tutte le carte in regola per essere una bici performante e divertente. Alcune uscite precedenti mi han fatto apprezzare questa bicicletta nonostante non mi considero un biker e non ho mai avuto troppo feeling con questo mezzo. In effetti una buona bici ti mette in condizione di divertirti e se poi i giusti consigli e il giusto meccanico fanno la loro parte, ecco che il divertimento è assicurato. Oggi il mio KS ha fatto la differenza in quel di Veio Bike Park. Il posto merita e si adatta bene a chi come me non ha una grande esperienza ciclistica in fuori strada. Salite e discese si alternano a continui rilanci e il tubo sella telescopico dà quella marcia in più. Il comando al manubrio è reattivo sia in estensione che in contrazione e sopratutto in salita si sente la differenza in qunato la postura più alta agevola lo spostamento in avanti e migliora la trazione e la precisione di guida. Altra nota degna di menzione è il fatto che il reggisella telescopico KS ha un’ ampiezza tale per cui agendo sul comando si riesce ad ottimizzare l’escursione e quindi non si ha una sola posizione ( basso / alto ) ma si buò scegliere l’altezza ottimale per ogni track.
Esteticamente poi è una bomba: il cavo di comando non arriva fin sotto il sellino ma si ferma poco dopo il collarino e rende il tutto pulito e lineare con un look accattivante e minimalista anche se il passaggio dei cavi e’ esterno. 
In conclusione devo ammettere che prima era una gran rottura doversi fermare per regolare l’estensione del tubo sotto sella e ora basta una leggera pressione del pollice sinistro sull’apposito trigger e in un battito di ciglia si ottiene la perfetta regolazione della sella. Amo le salite e sicuramente questo accessorio fa la differenza permettando una regolazione precisa dell’altezza e adeguata alla tecnicita’ del percorso, mentre in discesa una volta abbassato è pressoché perfetto agevolando il fuorisella e diventa superlativo nella gestione dei rilanci dove basta rialzaro per non perdere velocita’…. .quindi promosso a pieni voti anche da uno che tutto pensava, piuttosto che appassionarsi alla MTB. 

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Credo che a questi punti, a meno che uno non faccia percorsi prettamente pianeggianti (o prettamente AM con lunghe salite e conseguenti lunghe discese senza necessita’ di frequenti cambi di stance) il reggisella telescopico sia d’obbligo per ottimizzare performance e divertimento. Ad ulteriore prova ricordiamo che la medaglia d’argento femminile olimpica di Rio ha corso con una front dotata di reggisella telescopico … e se siete interessati all’acquisto di uno di questi prodotti (vi consiglio di evitare quelli troppo economici e di optare per un modello a passaggio cavo esterno se vi cimenterete nel montaggio in maniera autonoma) potete anche approfittare dell’offerta del nostro parthner PROBIKE : inserendo il codice SALDI5 avrete un ulteriore 5% sugli articoli gia’ in saldo

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In conclusione, per chi pensa che la front non sia abbastanza divertente, vi faccio vedere come se la cava dietro a #slayerina sul track Cinghiale di Formello :

TEST Reggisella telescopico : basta soste inutili !

Ormai tutte le MTB full da enduro moderne montano di serie il reggisella telescopico. Slayerina ha i suoi annetti, ma gia’ da quando arrivarono i primi esemplari sul mercato la curiosita’ nei confronti di quest’oggetto dal prezzo ai tempi improponibile era alta considerato anche il fatto che il cannotto sella della Slayer e’ piuttosto corto, che la sottoscritta e’ piuttosto bassa e che per ovviare a questo problema mi ero costruita un telescopico non automatico “handmade” mettendo due tubi uno dentro l’altro con due collarini.

Il primo incontro da non-ritorno con l’oggetto in questione avviene 2 settimane fa, al Bike Test a Pineta Sacchetti, dove riesco a testare una Specialized Enduro 29 dotata del suddetto dispositivo. E in mezz’ora capisco che quel coso che permette di alzare e abbassare la sella semplicemente azionando un comando al manubrio senza scendere dalla bici e’ un oggetto geniale, indispensabile nei percorsi misti che a volte si trovano da queste parti e che e’ strettamente necessario per l’esistenza mia e di Slayerina.

Ricerche, domande, dubbi. Esistono due tipi di reggisella telescopico, ma sulla nonnetta Slayerina e’ strettamente necessario montare un dispositivo a passaggio cavo esterno. La scelta e’ caduta  su un prodotto della Specialized, con 125 mm di corsa e una posizione intermedia, che si sposa perfettamente con il corto cannotto della Slayer.

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Il montaggio e’ fattibile anche in autonomia ma implica alcuni accorgimenti e una buona tronchesina per cavi in acciaio se il vostro telaio e’ corto come il mio, quindi stavolta ho preferito rivolgermi ad un meccanico (Roberto di Bike-Store Roma, dove ho anche rimediato l’oggetto) per non fare errori su un componente comunque abbastanza delicato e costoso .

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Ma veniamo al test vero e proprio: Formello con i suoi sali e scendi e rilanci frequeinti specie sul trail della Volpe e’ risultato il banco prova ideale. Terreno pesante purtroppo, ma comunque almeno in discesa piu’ che gestibile.

Il congegno e’ facilissimo da usare. Basta schiacciare il comando al manubrio e il tubo, a seconda della posizione in cui si trova e del peso spostato sul sellino scende o sale. Nella risalita e’ possibile bloccarlo in una posizione intermedia, utile su contropendenze e su tratti in discesa ma da pedalare. Si prende subito dimestichezza, e per la prima volta non mi ritrovo a dover scendere dalla bici per una breve risalita post contropendenza …. basta premere il pulsante e il gioco e’ fatto … si riprende a pedalare !!! Si riscende ??? No problem, premi e siediti sopra e si scende !!! C’e’ un tratto da risalire ? Fuorisella non ti conosco, rialziamo il tubo e ripartiamo alla grande …. E cosi’ via , per un bel po’ di saliscendi, senza intoppi e senza scendere. Insomma un’altra vita. Slayerina conferma di non avere nulla da invidiare alle moderne 27.5, e mi porta a spasso per i fangosi trail di Formello senza problemi.

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Altro indubbio vantaggio e’ la possibilta’ – con un po’ di abilita’ – di ripartire anche sul tecnico in salita, abbassando la sella e rialzandola una volta ripreso un minimo di ritmo. Insomma un oggetto davvero utile se si gira con una full su percorsi misti.


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A chi consigliarlo ? A chiunque sia abituato ad abbassare la sella in discesa specie tecnica, sia che giri con una front che con una full. Se non vi siete mai posti il problema della doppia posizione probabilmente non riuscirete nemmeno a realizzare quello di cui sto parlando ….

E’ indispensabile ? Come tutto no, se vivete in alta montagna dove i dislivelli verticali sono importanti e prima si sale e poi si scende non e’ assolutaemente indispensabile …. ma se vi ritrovate a fare anelli piuttosto brevi con dislivelli limitati puo’ davvero cambiare la vita e l’approccio alla mtb.

Lo consiglierei ad un principiante ? Se le intenzioni sono di divertirsi sopratutto in discesa con una full senza dubbio si, anche come primo upgrade ad un’eventuale prima bici usata.

EDIT 2017: Se siete alla ricerca di un reggisella telescopico, date anche un occhiata alle offerte di PROBIKE cliccando sul banner sottostante, inoltre con il codice SALDI5 fino al 21/2 potrete avere uno sconto ulteriore 😉

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