La bicicletta ci salvera’

ebike laghetto

La bicicletta ci salvera’ … o forse no ?

Lasciata alle spalle l’estate, sono purtroppo ripresi a salire i “numeri” relativi ai positivi al covid. Uso il termine positivi, e non “contagiati” o “infetti” in quanto credo sia piu’ corretto parlare di positivita’ ad un test, il che non implica che questi soggetti per forza poi sviluppino la patologia in forma sintomatica.
Si e’ fatto un gran parlare di trasporto individuale e bonus bici (che chissa’ che fine fara’).
Adesso c’e’ lo spettro di un nuovo lockdown che incombe. La mia speranza e’ che dopo tutto questo gran parlare, la bicicletta e i suoi effetti benefici non vengano dimenticati.
Quando il tempo e gli orari me lo permettono, sto usando l’ebike anche per andare a lavorare. Non posso farlo quando chiudo con il buio, perche’ purtroppo ho da fare un pezzettino, anche se corto, di una strada che reputo molto pericolosa gia’ di giorno. Mi rendo pero’ conto che, siamo ben lontani da essere in un mondo che permetta una reale sostituzione della macchina o di un altro mezzo a motore. Al lavoro sono riuscita a “negoziare” un parcheggio per l’ebike all’interno di uno stanzino inutilizzato attualmente in ristrutturazione, ma non e’ detto che questa situazione possa venire accettata per sempre, in quanto e’ in progetto di adibire tale stanza ad altro utilizzo.
Non parliamo poi del fatto che, se rientrando verso casa volessi fermarmi a fare la spesa, questo diventa pressoche’ impossibile, un rischio che non vale la pena di correre, in quanto incatenare in modo idoneo e sicuro un ebike non e’ ne semplice ne comodo, e il rischio anche solo di ritrovarla senza ruota anteriore e’ concreto.
Come si puo’ parlare di bicicletta, elettrica o meno, come alternativa ad altri mezzi ed in particolare ai mezzi pubblici, che in questo difficile periodo andrebbero riservati a chi non ha proprio alternative, se non esistono le infrastrutture per usarle in modo sicuro?
Si parla del problema del trasporto x le scuole superiori. Se anche solo la meta’ degli studenti iniziasse ad andare a scuola in bici, se gli istituti scolastici facessero qualcosa in merito in termini di sensibilizzazione, si riuscirebbe a limitare almeno in parte il carico sui mezzi pubblici, e, ad avvicinare le nuove generazioni ad uno stile di vita piu’ sano e sostenibile. Ma la vedo dura. Tanto fumo e niente arrosto. Se qualcuno prendera’ il bonus bici, ammesso e non concesso che arrivi, per molti sara’ – o e’ gia’ stato visto che e’ retroattivo – il pretesto per avvicinarsi a questo sport o per rinnovare il proprio mezzo, piuttosto che l’acquisto di un ebike ad uso commuting.
Ci sara’ sicuramente chi sul discorso ebike per adolescenti andra’ a puntare il ditino sul costo di questi mezzi. E non avrebbe tutti i torti, in quanto un ebike vera, con motore centrale e non al mozzo, ha dei costi dai 2000 euro a salire per una front. Parlo di mezzi affidabili e non di “cinesate” la cui manutenzione puo’ diventare problematica. Quindi l’incentivo del “bonus bici” risulterebbe piuttosto limitato, e, forse andrebbero pensate altre formule (magari un noleggio a lungo termine agevolato, con possibilta’ di riscatto, o una maggiore diffusione di servizi in sharing free floating)

Ma manca, di base, un concetto di “sicurezza” a 360 per quel che concerne la mobilita’ sostenibile, che e’ lontano anni luce dal poter essere realizzato.

Un ultima ma non meno importante osservazione riguarda le nuove restrizioni in arrivo: si e’ puntato il dito contro le palestre e i bar/pub. Per quel che concerne le prime, anche se sono una persona che detesta tutto quello che e’ indoor, riconosco che per molti e’ l’unico (triste) sistema per praticare attivita’ sportiva. Le palestre hanno molta possibilita’ di controllo degli accessi, di monitoring degli iscritti e delle entrate/uscite, quindi l’eventuale contact tracing in caso di positivita’ sarebbe sicuramente piu’ gestibile che non per altri tipi di attivita’.
Non leviamo lo sport. Ne va del benessere psicologico di tante persone. Pare che l’unica malattia esistente ormai sia questo covid, mentre tutte le patologie cardiovscolari, spesso legate all’inattivita’ sono come magicamente scomparse.

Le chiusure dei bar e i limiti alla cosiddetta “movida” … beh la mia “vita sociale” di quel tipo e’ pari a zero, non e’ un problema che mi riguarda, se non per una questione di “solidarieta’” essendo un’autonoma nei confronti di chi ha un’attivita’ di quel tipo e ha puntato il suo business sulla fascia dell’happy hour.
Non sono un’addetta ai lavori, e non ci capisco un granche’ di questo virus. Faccio x fortuna una vita abbastanza solitaria,se corro rischi li corro sul lavoro (dove comunque siamo protetti a dovere), evito di incontrare persone al chiuso, e anche in bici prediligo le uscite in solitaria o con pochi amici mantenendo le giuste distanze. Non ho paura del virus in se, ma di quello che implicherebbe una quarantena, sia in termini di mancato introito che di problemi logistici e psicologici, vivendo appunto da sola senza familiari vicino.

Non so se tra chi mi legge ci sono persone che si sentono “danneggiate” o limitate dalle nuove restrizioni. Forse si, forse no. In ogni caso credo che ora come ora, per evitare di farne le spese tutti, si tratti di tenere duro, di trovare nuovi modi e spazi per divertirsi (magari e’ la volta che qualcuno si avvicina a qualche attivita’ all’aria aperta, sicuramente piu’ salutare di una sbronza…) , nella speranza che comunque venga data qualche forma di sostegno a chi ha investito in attivita’ al momento danneggiate da questa brutta situazione.

Basterbbbe un po’ piu’ buon senso, e un po’ meno cattiveria, per cercare di sopravvivere responsabilmente a questa brutta situazione, che viene sicuramente esasperata con terrorismo psicologico mediatico esagerato, ma che non deve essere sottovalutata, anche solo nel semplice rispetto di chi non puo’ assolutamente permettersi un altro lockdown o un periodo di quarantena.

Chissa’ se la bicicletta ci salvera’ … per davvero ?