Snowboard: riflessioni di fine anno …

EOY 2016 (dov’e’ andato lo snowboard)

Questo 2016, il primo anno per whybenormal, sta giungendo alla fine. E come tutti gli anni le festivita’ mi riportano qua in alta ValSusa,
dove sono cresciuta e dove ho iniziato ad apprezzare la montagna e le sue potenzialita’, dapprima invernali con lo snowboard e il
backcountry (snowboard alpinismo) e poi estive con la mountain bike. Questa fine dicembre e’ tuttavia stata abbastanza fortunata.
La neve sopra i 1800 metri e’ qualitativamente buona, con un po’ di fortuna si riesce ancora a strappare qualche curva in powder ma
piu’ facilmente si rispolvera l’hard (snowboard alpino) e si carva a velocita’ che superano i 50 km orari.


Cosa rara ormai, sia perche’ gli inverni son sempre piu’ miti e brevi (specie in Appennino), sia per il caro-skipass e la logistica divenuta
ormai per me complessa.
In questi due giorni sulla neve non ho potuto notare come la presenza degli snowboarder sulle piste rispetto a qualche anno fa si
e’ drasticamente ridotta. Del resto le aziende del settore lamentano un calo del fatturato del 20% circa. Colpa della poca neve, del
caro-skipass (sono poche le location dove si possa acquistare un giornaliero a meno di 30 euro … ) e forse anche di una inappropriata
gestione mediatica dello sport in se.
La mia generazione, quella che ha iniziato lo snowboard negli anni 90 era sia invidiata che odiata dagli sciatori.


Invidiata per la faclita’ di gestione in fresca del nostro mezzo, odiata perche’ molti riders venivano da contesti poco affini alla
montagna, inceppando a volte in atteggiamenti poco educati e apparentemente pericolosi. Le traiettorie diverse dei due tipi di mezzi ha fatto si che addirittura si prospettavano divisioni delle piste e altre amenita’ che hanno in un primo tempo considerato l'”homo snowboarder” poco interessante …
Ma … ma nel 98 lo snowboard diventa sport olimpico, e le cose un pelo cambiano. Lo sport cresce, arrivano i maestri (la cosiddetta
terza figura), arriva una sua legittimizzazione e sempre piu’ i resort si attrezzano in modo da poter accogliere anche l’homo snowboarder
con snowpark e servizi ad hoc. Intanto, lo sci “copia” dallo snow, e arrivano i freeski e gli sci da powder e freeride. Il gap
con i bipedi viene colmato, l’hard pian piano sparisce confinato a pochi appassionati spesso nostalgici (come me) e a chi intende
provare la selezione maestri (in cui almeno fino a qualche anno fa la prova con la tavola rigida era ancora obbligatoria).
Lo snowboard diventa sempre piu’ freestyle convivendo con il freeski. Le aziende paiono dimenticarsi che i loro primi clienti crescono,
e che ad una “certa” zompettare come una scimmietta non e’ piu’ cosi’ interessante. Resta il freeride, si investe sulle splitboard.
Ma anche qua, con il clima bizzarro che ci ritroviamo, che senso ha comprare un oggetto che costa piu’ di 1000 euro per usarlo poche
volte l’anno? Roba per pochi “local” ….
Alla fine vista la situazione io le poche volte che riesco ad andare sulla neve prediligo l’hard, anche se capisco che le veloctia’
che si possono raggiungere e il punto cieco nel cambio possono essere pericolose in caso di affollamento …. cosa resta allora per chi
ancora ama andare sulla neve per traverso e ha vissuto l’evoluzione di questo sport ? Le aziende forse si stanno svegliando proponendo
una nuova categoria carving oriented: si chiamano groomers, io le chiamerei soft freecarve. Sono tavole larghe quanto basta per non
toccare con i piedi, con lamina effettiva lunga quanto basta a garantire tenuta, flex medio rigido , setback e shape direzionale.
A volte sono addirittura assimmetriche. Insomma alcuni concetti dei vecchi freecarve adeguati al mondo moderno.
Non so se le groomers salveranno lo snowboard: una cosa e’ certa: gia’ con la mia Dupraz che e’ un freeridone in certe condizioni
si puo’ emulare una groomer, ma l’idea di una tavola che dia sensazioni quasi da hard faticando la meta’ e che mantegna una minima
polivalenza (una groomer bene o male galleggia, un hard no) mi fa ritornare la voglia di tornare alle origini !!

Buon anno a tutti !!!

NB: foto in action di “repertorio”, scattate prima del 2012. 

Les2Alpes full day: alpine snowboard & bikepark (parte 1 snow)

Les2alpes…. chi non ne ha mai sentito parlare alzi la mano !!
Credo che nel mondo degli action sports tutti conoscano almeno di fama il resort francese, noto sopratutto per lo sci estivo. Negli anni del boom dello snowboard e’ stata, assieme al concorrente Tignes una delle prime stazioni a credere nella parte freestyle di questo sport, dotandosi di snowpark in tempi in cui in Italia erano ancora una rarita’. Parliamo della fine anni 90 primi anni 2000, ero giovane e elastica e affascinata non solo dalla powder ma anche dalla componente freestyle dello snow. Ai tempi les2alpes era una tappa estiva pressoche’ forzata.

Ora sono passati quasi 20 anni da quell’epoca, ho tanti anni quanti ne ha il resort stesso (38 anni) ,  la mia visione dello snowboard e’ profondamente cambiata e non immaginavo di tornare lassu’ . Ma il tempo non troppo caldo, la curiosita’ di vedere anche l’enorme bikepark di cui ormai si parla quasi piu’ che del ghiacciaio mi hanno spinto a farmi 2 ore di macchina per passare una giornata in quello che resta comunque una specie di paese dei balocchi . 

Lo scheduling prevede mattinata in ghiacciaio, sperando di trovare condizioni adatte a quello che sara’ il mio mezzo di discesa : uno snowboard alpino, noto anche come hard-booting , una di quelle tavole dritte e dure che solo pochi nostalgici e appassionati conoscono e comprendono. Nel caso mio si tratta pure di una tavola rara e molto performante, una Pogo Sunshine di fine anni 90.

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L’hard e’ molto piu’ tecnico e difficile del soft. La mia prima tavola e’ stata un hard, e dicono che il primo amore non si scorda mai … infatti con l’andare del tempo l’antica fiamma e’ tornata sempre piu’ viva, complice il fatto che con gli anni che passano il mio interesse nel freestyle scemava e che le condizioni per fare freeride in fresca diventavano sempre piu’ rare. L’hard invece permette sensazioni di velocita’ e sopratutto di “accelerazione-G” che anche il piu’ rigido dei soft si sogna … A les2alpes era la prima volta con la Pogo …. dopo un inizio un po’ cosi’ cosi’ dovuto al fatto che la gran parte delle piste era occupata dai pali delle squadre agonistiche di sci finalmente con il progressivo smontaggio dei suddetti pali la Pogo ha avuto Giustizia, quella Giustizia che non aveva da tanto ..

L’ultima ora e’ stata veramente memorabile: un pistone largo, con neve di qualita’ piu’ che adatta all’hard e piu’ che accettabile per essere a fine agosto, su cui tirare curvoni in piega sfidando la forza G come solo una tavola alpina ti permette di fare …. e ti permette di ricordarti che lo snowboard dei tempi che furono esiste ancora, e che con un po’ di fortuna (e ahime’ anche un minimo di budget) si riesce ancora a praticare.

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Felice, soddisfatta, sorridente concludo l’ultima run praticamente a chiusura impianti , tornando allo Jandri (la telecabina che riporta in paese) con le gambe molli … ma determinata a ripartire nel pomeriggio per scoprire un lato a me ancora sconosciuto di Les2Alpes : l’enorme bikepark di quasi 100 km di trails …..

—- continua -> parte 2 bikepark ———->